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news internazionali : Che cosa succede in Egitto?
Inviato da Redazione il 30/1/2011 23:10:00 (16159 letture)

A furia di fingere di esportare democrazia, si rischia di finire per riuscirci: sembra questo il senso ultimo degli eventi che stanno sconvolgendo l’Egitto in questi giorni. Di certo, gli eventi a cui stiamo assistendo possono essere presi come l’esempio di una trasformazione di tipo geopolitico che va ben oltre i confini del paese interessato.

Abbiamo detto “trasformazione” e non “rivoluzione”, e questo rende l’intera vicenda egiziana mille volte più importante e significativa di una qualunque rivolta armata. Le rivolte armate normalmente esprimono una rabbia generica, istintiva e non articolata, mentre il popolo egiziano sta dimostrando di avere molto chiari sia le cause che le finalità del proprio scontento. Non vogliono semplicemente la cacciata di un dittatore, che venga sostituito da un altro dittatore travestito da falso progressista, ma vogliono dei cambiamenti precisi e tangibili nella loro vita quotidiana: libertà di espressione, diritti civili, sindacati indipendenti, ed un livello di vita per tutti che sia almeno dignitoso.

Oggi in Egitto due terzi della popolazione vive con una media di due dollari al giorno, e questo è inconcepibile in un paese che da decenni riceve appoggi e aiuti finanziari da miliardi di dollari direttamente dagli Stati Uniti. E’ quindi evidente che gli appoggi degli americani ...

... non servono al benessere della popolazione – quando mai sono serviti a quello scopo, in realtà? - ma a mantenere un regime che tenga sotto controllo questa popolazione, contro i suoi stessi interessi. Una dittatura di matrice imperialista, appunto, anche se travestita da leadership illuminata. Ora questo gli egiziani lo hanno capito, ed è per questo motivo che non accetteranno un semplice rimpasto “di facciata”, ma che andranno avanti finchè vedranno concretizzarsi sotto i loro occhi i cambiamenti che vanno cercando.

Un altro aspetto interessante della vicenda è che non si tratta affatto di una “rivolta” ispirata dai gruppi islamici, come molti potrebbero credere. Per quanto la “Fratellanza Musulmana” abbia una certa consistenza in Egitto, i suoi leader si sono guardati bene dal cercare di prendere le redini di un movimento mille volte più grande di quello che potrebbero controllare: questa è la gente comune che protesta, ed il fatto che siano atei, cristiani o musulmani non c’entra nulla. Anzi, in un gesto decisamente significativo, la “Fratellanza Musulmana” si è umilmente unita alle proteste, lo scorso martedì, riconoscendo di fatto che questa iniziativa non sia partita da loro.

E’ anche importante notare come gli scontri odierni non siano il risultato di una “fiammata” estemporanea, ma il prodotto di una lunga rincorsa, fatta di un crescente scontento sociale, iniziata circa 6 anni fa. Nel 2004-2005 nacque il primo movimento popolare, che protestava “contro la continuazione del potere di Mubarak e contro il passaggio dei poteri al figlio Gamal”. Fra il 2006 e il 2008 vi fu una serie di oltre 800 scioperi, nella zona industriale del Delta, che coinvolsero non solo studenti e lavoratori, ma anche dipendenti statali e impiegati governativi. L’ultima serie di scioperi, nell’aprile 2008, fu repressa in modo brutale dalla polizia, ma il popolo egiziano ormai aveva capito quale potesse essere la forza di una rivolta popolare. Un terzo momento di rivolta fu scatenato, nel giugno 2010, dall’uccisione di uno studente da parte della polizia, e portò ad una nuova ondata di proteste e ad un rafforzamento del movimento popolare anti-governativo.

Si comprende così meglio come sia bastata la miccia della rivolta tunisina, improntata a simili tematiche di protesta sociale, per scatenare la massiccia discesa in piazza del popolo egiziano registrata in questi giorni.

Anche i social network hanno giocato un ruolo importante in tutti questi anni, contribuendo alla rapida diffusione delle informazioni che hanno finito per riunire il popolo egiziano sotto un’unica bandiera. Ora naturalmente Mubarak ha fatto chiudere Internet in Egitto, ma è troppo tardi. La gente sa chiaramente quello che vuole, e sa anche molto bene che può ottenerlo.

Resta infine da valutare l’aspetto geopolitico della questione, che è il più importante di tutti. Come sappiamo, l’Egitto è considerato ormai da 30 anni il “cane da guardia” dell’asse USA-UK-Israele in Medio Oriente. Dopo aver rinunciato alle ostilità con Israele, l’Egitto di fatto collaborato spesso con Israele, per mantenere gli equilibri locali favorevoli all’occidente, e ultimamente si è anche prestato alla chiusura – almeno ufficialmente – del confine con Gaza.

Ma è molto probabile che il nuovo assetto che uscirà dal fermento egiziano – qualunque esso sia - sarà molto meno favorevole ad un appoggio aperto ad Israele, e quasi sicuramente la frontiera con Gaza verrà riaperta, permettendo così il transito ufficiale di persone e di aiuti umanitari che finora hanno viaggiato lungo i tunnel sotterranei scavati fra i due territori.

Piacerà tutto questo ad Israele? Probabilmente no, ma la vera domanda a questo punto diventa se Israele possa ancora permettersi di usare gli Stati Uniti – come ha fatto fino ad oggi – per mandare avanti la propria agenda di espansionismo sionista. Quando gli eserciti si rifiutano di sparare sulla popolazione, le opzioni che rimangono a chi vuole controllarla non sono molte.

Forse davvero è finita un’era e ne sta iniziando un’altra, fatta di equilibri internazionali più precari e delicati, ma anche più sani e duraturi, poichè basati sulla consapevolezza che il popolo – inteso in senso lato – comincia finalmente ad avere una voce in capitolo. Di certo possiamo dire che i prossimi anni, per chi si ritroverà a viverli, saranno di tutto meno che noiosi.

Massimo Mazzucco

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I commenti sono proprietà dei rispettivi autori. Non siamo in alcun modo responsabili del loro contenuto.
Autore Albero
dr_julius
Inviato: 31/1/2011 1:10  Aggiornato: 31/1/2011 1:20
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 11/8/2006
Da:
Inviati: 1637
 Re: Che cosa succede in Egitto?
Succedono delle cose abbastanza semplici, ma in simultanea:

-consumo di petrolio e rapporto import/ export:

LINK


L'Egitto non è più un Paese che esporta Petrolio. Sono aumentate le quote di consumo interno e sono diminuite le esportazioni.
Quindi, meno export, meno fondi per i sussidi.

-Le industrie principali sono in crisi (quella della estrazione petrolifera e della raffineria, come quella legata al traffico sul canale di Suez).
Quindi meno gettito fiscale.

-Lo Stato ha un importante rapporto deficit/PIL (più del 80%)
Quindi meno possibilità di accedere al credito.

-Aggiungete l'aumento della popolazione: circa 2% annuo!!!!

LINK

- Il calo contingente del raccolto di grano ha innalzato i prezzi. I cittadini dei paesi arabi spendono in alimentari circa il 50% del reddito. Aumentano i prezzi al consumo sui beni di prima necessità.

- I salari non riescono a tenere il passo con l’inflazione (al 12,7% ufficiale). Chiaro così che da tempo si prentendano maggiori sussidi da parte dello stato, che tuttavia è nella stretta e non può erogarne maggiormente.


link alla fonte dei grafici: Gailtheactuary

Si può riassumere con: "a furia di riempirsi la testa di nazionalismo ed islamismo, quando la pancia è vuota, beh si lascia perdere la testa... e si pensa alla pancia!"



Questo per quanto riguarda il fenomeno nella sua superficie e nelle sue motivazioni dalla parte della piazza. Il meccanismo della rivolta.



Dalla parte della cinica strategia geo-politica mi sembra ovvia la valutazione anagrafica e se gli USA-UK-Israeliani non sono del tutto rimbambiti, devono predisporre un successore. Tra l'altro alcune incertezze non consentono di lavorare con "qualche anno di tempo" per tappare la falla. I cinesi premono, gli Israeliani hanno anch'essi fretta, i Fratelli Musulmani col tempo potrebbero organizzarsi, inoltre soldi per le truppe non ce ne sono per ora molti, quindi i metodi spicci sono da rinviare.

E se "il vecchio" fà opposizione? o se si rischia di non riuscire a "piazzarlo" subito? Allora, il modo migliore per assicurarsi la poltrona di comando è..... di farlo piazzare lì dal popolo!






EDIT: ho aggiustato i link dei grafici, che non funzionavano. Il database di origine è su http://mazamascience.com/

Per rifornire di elettricità un terzo dell’Italia, un’area equivalente a 15 centrali nucleari da un gigawatt, basterebbe un anello solare grande come il raccordo di Roma. (Carlo Rubbia)
Inenascio
Inviato: 31/1/2011 1:46  Aggiornato: 31/1/2011 1:46
Ho qualche dubbio
Iscritto: 17/9/2010
Da: Provincia di Napoli
Inviati: 166
 Re: Che cosa sucede in Egitto?
Questo articolo è davvero magnifico!
Lo condivido e sottoscrivo IN TOTO, fotografa la realtà. L'ho pure votato con un 10 convintissimo.
Aggiungo soltanto che un'autentica CIVILTÀ non esiste! La nostra civiltà occidentale è la più PEZZENTE consolidatasi fraudolentemente nel nostro tempo, perché i Popoli, sia che hanno o no la "Sovranità monetaria", sono TUTTI sottoposti a un sistema sociale profondamente ingiusto e malvagio, ad opera della Massoneria primaria di stirpe ebraica anglo-americana.
Spero e combatto, fino all'ultimo respiro di vita, a qualsiasi costo, affinché venga ABBATTUTA, definitivamente, questa banda criminale dell'umanità, senza il versamento di una sola goccia di sangue. Neanche da parte loro, in quanto sono erroneamente convinti di fare la volontà di Dio.

A tal uopo, caro MASSIMO, scusami se ora vado OT per l'urgenza.
Circa un'ora fa, ho inviato una importantissima Gmail all'insigne vero scienziato, genetista GIUSEPPE SERMONTI e, per copia conoscenza, all'amico avvocato ALFONSO LUIGI MARRA, unico giurista italiano che si batte strenuamente con passione, da 2-3 decenni, PerFermareLeTasse&LeBanche, che dissanguano il Popolo Italiano.

A dimostrazione della mia amicizia particolare per Te, detta Gmail, l'ho inviata, per Copia conoscenza nascosta, anche all'indirizzo qui di LC, sperando che la leggessi senz'alcun impegno.
Purtroppo, immediatamente, mi è stato restituito il messaggio, avente ad oggetto: Informazione importante di Scienza, Diritto e Giustizia, proprio del diretto destinatario GIUSEPPE SERMONTI.
Sono rimasto assai rammaricato perché l'indirizzo e-mail utilizzato è riportato su molti suoi editoriali (risalenti però al 2006] scaricati dal portale della Sua autorevole rivista di Filosofia-Letteratura-Biologia TILGHER di Genova, dove oggi il SERMONTI, di anni 86, risulta Presidente Onorario.

Pertanto, non è che l'indirizzo esatto me lo potresti fornire Tu, ovviamente, con una mail, per reinviargli la Gmail al più presto?
Se no, scusami, ho tentato, e vuol dire che dovrò telefonare in giornata alla Rivista per domandare l'indirizzo elettronico esatto, nella speranza che non mi venga negato per privacy, essendo io un emerito sconosciuto "scienziato autodidatta".
Carissimi saluti circolari all'appassionata Community di LG

Unico IMBECILLE al mondo, per avere la Fede in Cristo senza il dubbio
PikeBishop
Inviato: 31/1/2011 1:52  Aggiornato: 31/1/2011 1:53
Sono certo di non sapere
Iscritto: 1/11/2005
Da: Tavistock Square, Camden, London WC1H, UK
Inviati: 6263
 Re: Che cosa sucede in Egitto?
Citazione:
Massoneria primaria di stirpe ebraica anglo-americana

E non dimentichiamoci mai dei turbo-capitalisti secondari di stirpe brianzola emiliano-rumena.

Il Portico Dipinto Network Nanopublishing
E' dall'uso (mancato) del Congiuntivo, che li riconoscerete.
Inenascio
Inviato: 31/1/2011 2:02  Aggiornato: 31/1/2011 2:02
Ho qualche dubbio
Iscritto: 17/9/2010
Da: Provincia di Napoli
Inviati: 166
 Re: Che cosa sucede in Egitto?
Citazione:
E non dimentichiamoci mai dei turbo-capitalisti secondari di stirpe brianzola emiliano-rumena.


Certo! io li definisco anarco-capitalisti derivanti dalla scellerata megalomania statunitense

Unico IMBECILLE al mondo, per avere la Fede in Cristo senza il dubbio
PikeBishop
Inviato: 31/1/2011 2:14  Aggiornato: 31/1/2011 2:14
Sono certo di non sapere
Iscritto: 1/11/2005
Da: Tavistock Square, Camden, London WC1H, UK
Inviati: 6263
 Re: Che cosa sucede in Egitto?
Citazione:
io li definisco anarco-capitalisti

Io invece preferisco chiamarli: "ehi, tu!". Google is your friend...

Il Portico Dipinto Network Nanopublishing
E' dall'uso (mancato) del Congiuntivo, che li riconoscerete.
PikeBishop
Inviato: 31/1/2011 2:39  Aggiornato: 31/1/2011 2:40
Sono certo di non sapere
Iscritto: 1/11/2005
Da: Tavistock Square, Camden, London WC1H, UK
Inviati: 6263
 Re: Che cosa succede in Egitto?
Ed ecco che qualcuno cerca di saltare sul carro della protesta:

ElBaradei parla alla folla: "Sta per arrivare il cambiamento"

Il leader dell'opposizione e premio Nobel per la pace (come l'abbronzato presidente USA) ha cercato di sedare la folla con un discorsetto vagamente anti-americano ma non troppo.

L'ex ambasciatore egiziano all'ONU e Direttore Generale dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (capo anche di quelli che avevano controllato le centrali in Iraq dicendo che l'Iraq probabilmente non aveva WMDs ma che non andava bene che dovessero chiedere il permesso per ispezionare) ha detto anche che s'inchina alla folla di dimostranti.

Speriamo che non s'inchini troppo se no gli spiccioli potrebbero uscire dalle sacoccie e cadere verso la folla cosi' da impedirgli di avere a disposizione la moneta per la macchinetta del caffe'. Una catastrofe.

Il Portico Dipinto Network Nanopublishing
E' dall'uso (mancato) del Congiuntivo, che li riconoscerete.
benitoche
Inviato: 31/1/2011 2:48  Aggiornato: 31/1/2011 2:48
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 30/9/2006
Da:
Inviati: 1941
 Re: Che cosa succede in Egitto?
Citazione:
Piacerà tutto questo ad Israele? Probabilmente no, ma la vera domanda a questo punto diventa se Israele possa ancora permettersi di usare gli Stati Uniti – come ha fatto fino ad oggi – per mandare avanti la propria agenda di espansionismo sionista.


Non ne ha più bisogno,li ha sfruttati fino a farli scoppiare,quando il cavallo è spompato si sà che fine fa

Hanno compreso che nessuno al mondo riesce a seguirli più nella loro folle corsa,ed allora decidono di correre da soli,per farlo però dovranno usare qualcosa di potente,immensamente potente tanto da non essere usata se non come arma difensiva da tutti,ma non da loro,ognuno vede ciò che porta in cuore,ecco perchè temono la nuclearizzazione dell'Iran

Citazione:
Quando gli eserciti si rifiutano di sparare sulla popolazione, le opzioni che rimangono a chi vuole controllarla non sono molte.



Vero,ma agli animali si può sparare

la religione è indispensabile
soltanto a un’umanità rescissa dal mondo divino-spirituale.
Inenascio
Inviato: 31/1/2011 3:20  Aggiornato: 31/1/2011 3:20
Ho qualche dubbio
Iscritto: 17/9/2010
Da: Provincia di Napoli
Inviati: 166
 Re: Che cosa sucede in Egitto?
Citazione:
Io invece preferisco chiamarli: "ehi, tu!". Google is your friend...

Guarda che mi trascini in OT!
Da persona immensamente ignorante, che comprende discretamente solo la lingua napol-italiana, proprio non acchiappo il significato di "ehi tu!"
Per l'espressione "Google is your friend...", grazie proprio al traduttore Google, la comprendo bene, e preciso di ritenere "amico" non solo Google ma tutto il mio prossimo. Non ho né nemici, né avversari! Perché? Per il fatto verificabilissimo che, nei miei confronti, TUTTI i miei simili sonoTotalmente incapaci d'intendere e liberamente volere. Pertanto, io di nulla posso giudicare e condannare chicchessia, perché INNOCENTI come bambini da 1 a 10 anni.

Non solo Google è mio amico, senza il quale sul Web non avrei potuto fare tutto quanto ho fatto negli ultimi 2 anni, ragion per cui lo ritengo tecnologicamente insuperabile. Non mi stanco mai di dirgli: Grazie di esistere!

Unico IMBECILLE al mondo, per avere la Fede in Cristo senza il dubbio
nygandy
Inviato: 31/1/2011 5:33  Aggiornato: 31/1/2011 5:57
Mi sento vacillare
Iscritto: 25/10/2009
Da:
Inviati: 483
 Re: Che cosa succede in Egitto?
Salve.
Mah... non saprei che dire... ho l'impressione che si tratti (Algeria, Tunisia, Egitto...) di una serie di rivoluzioni "telecomandate". Se ci fate caso addirittura "predette" dai mainstream con qualche giorno di anticipo... (consentitemi il parallelo acrobatico con il WTC7 preannunciato in caduta libera prima del tempo...) Media che spillano notizie: "qualche moto in Algeria e già si parlava di Tunisi, tumulti a Tunisi e il Tg riportava di un "ristoratore deluso dal mancato rinnovo della licenza che si dà fuoco al Cairo..." e di altri piccoli tumulti (sic!)..." Mi ricorda i flash-mob tipo rivoluzione arancione a Kiev... Ora l'Egitto. Mi chiedo: poche migliaia di persone in piazza e centinaia di morti? E perchè questa reazione? Un regime monolitico come quello di Mubarak con tanto di struttura "piramidale" basata sul clientelismo diffuso a tutti i livelli che va gambe all'aria al primo refolo di vento?
Penso che ci sia qualcosa di grosso sotto: l'america? o i fondamentalisti?......ma, in fondo, non sono la stessa cosa???? Chi li foraggia? Cos'è "al Qaida nel Maghreb" (una cosa semplicemente che non può esistere culturalmente e geopoliticamente se non inventata a tavolino)?

Il seguito: non saprei. Un'ipotesi: che non sia una strategia delle superpotenze (ancora gli Usa? o qualcuno sopra ad essi? intendo: chi muove le fila, per esempio, sopra la testa di un Obama, ormai sbiadito ricordo dell'icona pop alla Warhol che speravamo...) per radicalizzare il confronto in quei paesi dove invece tende/tendeva ad affermarsi uno spirito aperto e moderato (affacciato al Mediterraneo)?
Della serie: prima li affami (economicamente) (per esempio con la bolla dei prezzi sui generi di prima necessità), poi li raggiri con il miraggio della "democrazia", quindi li sfinisci consegnandoli ad un nuovo più cruento dittatore (e gli dai pure la colpa: Obama parla di "far decidere la gente..." oho sembra Silvio...).
Scusate le poche idee e confuse...

Jurij
Inviato: 31/1/2011 6:52  Aggiornato: 31/1/2011 6:52
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 8/11/2009
Da: Galvatron
Inviati: 2359
 Re: Che cosa succede in Egitto?
Bell'articolo Massimo, riporta il mio stesso pensiero e speriamo che vada a buon fine questa storia.

Dove ci sono attentati ci sono servizi segreti.

Non scarto mai nessuna ipotesi perché un domani potrebbe andare a sostegno di un'altra rendendola così più possibile.

Chi ha le competenze (potere di decidere) ha le responsabilità.
poveraccio
Inviato: 31/1/2011 8:28  Aggiornato: 31/1/2011 8:28
Ho qualche dubbio
Iscritto: 2/3/2010
Da: Terra
Inviati: 82
 Re: Che cosa succede in Egitto?
Le rivoluzioni, oggi come sempre in passato e in futuro sono solo stupide azioni di ignoranti che pensano solo alla propria pancia. Infatti partono dai più ignoranti delle persone: gli studenti, gli operai, spesso istigati da quegli altri ignoranti che sono gli intellettuali. Cos'hanno in comune tutte queste persone? L'ho appena detto: la soppressione dell'intelligenza e della coscienza e l'esaltazione dell'ego, della pancia strapiena.
Nessuno che si chieda cosa sia la vita, a cosa serva, che cosa ci possiamo fare perché abbia un senso un po' più profondo che non rimpinzarsi lo stomaco fino a scoppiare possibilmente a scapito del mio vicino.
La scuola è dannosa. La ricerca ancora di più. La scienza è solo bugie. Il lavoro che non sia la coltivazione del proprio cibo è un danno a se stessi e a tutta l'umanità. Considerare la ricchezza dell'uomo in base ai dollari guadagnati in un giorno è segno di imbalsamazione delle proprie facoltà intellettive e di incanalamento del pensiero in linea con ciò che vuole proprio chi tende a sfruttare il prossimo.
Niente cambierà ovunque venga fatta una rivoluzione e niente è mai cambiato se non il nome dello sfruttatore e ciò perché non c'è niente che possiamo cambiare che non sia dentro di noi. Semplicemente NON vogliamo togliere il marcio che c'è dentro di noi, la vera ignoranza. Troppo difficile. E' molto più semplice dare la colpa a qualcosa che è fuori di noi cosicché possiamo continuare a riempirci la pancia senza sensi di colpa, continuare ad andare in ufficio, in fabbrica, a scuola, a costruire palazzi di cemento inutili e dannosi che ci tolgono il respiro per avere dei soldi in fondo al mese con cui svolgere attività dannose per noi e gli altri come guidare le macchine, comprarsi elettrodomestici, fare vacanze, leggere libri inutili, anzi dannosi, andare e mandare i figli a scuola a perpetuare la vera ignoranza e la stabilità di questo sistema. E non contenti dei danni che possiamo fare da qui dove nasciamo ci spostiamo nel mondo in quei posti dove è ancora più facile fare danni a noi e agli altri: USA, Gran bretagna, Germania ecc... accecati dalla chimera del benessere = moneta sonante. Dollari! Euro! Soldi, SOLDI !!! E non venitemi che a raccontare che è il pane che ci manca. Se fosse solo quello basterebbe farsi un orto. Non costa niente, non fa danni e fa bene alla salute fisica, mentale e spirituale.

Lezik85
Inviato: 31/1/2011 10:32  Aggiornato: 31/1/2011 10:35
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 11/4/2009
Da: Freedonia
Inviati: 1463
 Re: Che cosa sucede in Egitto?
Citazione:
Certo! io li definisco anarco-capitalisti derivanti dalla scellerata megalomania statunitense


(SLAP!) Ah-ah! Che volevi fare con quel dito, Bernanke? Hel-Ben infatti si sta godendo il frutto del suo lavoro comodamente dal suo LCD al plasma con dolby e stereoscopia (note malvagità del capitalismo (?) che hanno reso un'inferno la vita dell'uomo comune).

Dopo i 2 minuti d'odio, possiamo osservare come le forze democratiche si siano già mobilitate per far tornare i poveracci nel tritacarne (anch'essoo rigorosamente) democratico; in fila ordinata, ovviamente. Sia mai che il caos venga confuso con i militari che sparano all'impazzata sul primo arabo che corre.

audisio
Inviato: 31/1/2011 12:07  Aggiornato: 31/1/2011 12:19
Sono certo di non sapere
Iscritto: 29/4/2008
Da:
Inviati: 3471
 Re: Che cosa succede in Egitto?
@ nygandy:
scusa, ma a chi ti riferisci quando parli di "spirito aperto e moderato"?
A Ben Alì, a Mubarak, a Gheddafi, al Re del Marocco?
Tanto per riassumere.
Gheddafi costruisce campi di concentramento per immigrati nel
deserto, rispetto ai quali anche i lager nazisti sembrano dei campi
per boy scout.
Il Re del Marocco (il padre dell'attuale, ma è lo stesso) ha incarcerato,
torturato e ucciso migliaia di oppositori politici e represso nel sangue
le rivolte berbere che chiedevano il rispetto dell'identità e della lingua
berbera.
Mubarak ha messo su un apparato di repressione straordinario, il
Mukhabarat sullo stampo della Savak iraniana dello scià Reza Pahlevi.
Anche qui detenzioni extragiudiziarie, torture, uccisioni, con la stretta
collaborazione di Sion.
Ben Alì non merita neanche due parole di commento, una genia corrotta
fino all'inverosimile, la maggior parte degli immigrati tunisini in Italia sono
in realtà esuli politici cui il governo italiano nega l'asilo politico per fare
un favore all'amico dittatore tunisino e alla sua congrega di amichetti
craxiani.
Non so se le rivoluzioni in corso siano sincere, colorate oppure una via
di mezzo, probabilmente la terza che ho detto perchè gli USA hanno
qualche agente segreto in giro per il mondo in grado di suggerire in
anticipo ciò che bolle in pentola e, dunque, le possibili soluzioni per
"contenere le perdite".
Ma una cosa è sicura:
le cose non potevano continuare come sono andate finora.
E un'altra cosa:
la crisi economica, sociale e politica del mondo arabo può avviarsi ad una
soluzione solo se viene ripreso in mano il discorso che aveva cominciato
Saddam e che di fatto lo condannò, ossia mettere le mani sulle ricchezze
petrolifere che non sono di pochi sceicchi e della loro corte, ma di tutto
il popolo arabo e come tali devono essere utilizzate, per lo sviluppo e il
benessere di tutta la nazione araba, per dirla alla Nasser.
Ma questo gli USA non potranno mai permetterlo.
Per cui non credo che le cose si possano sistemare nel breve periodo,
è solo l'inizio di un lungo periodo di sommovimenti sociali e politici che
interesseranno l'area.
E a questo punto noi come Italia dovremo prendere una decisione
chiara, continuare con l'asservimento ai poteri e alle lobby
yankee/sioniste o cominciare ad intravedere una strategia di medio-lungo
periodo che ci porti a stringere relazioni più forti con questi popoli,
visto che il loro progresso è fondamentale anche per noi, potendo
disinnescare la bomba demografica e immigratoria?
Ma ci sarebbe bisogno di politici veri come Mattei, non di maggiordomi...



P.S.: del fatto che si tratti di terza via c'è qualche indizio.
Innanzitutto, si parla non di addestramento di rivoluzionari da parte
degli USA, ma di contatti messi su dall'ambasciata USA con un
movimento già in piedi, contatti che avrebbero poi riguardato un unico
esponente di tale movimento, occorrerebbe capire se si tratta di
un'iniziativa singola del suddetto (magari rappresentante della parte
più filoamericana, c'è un partito che fa parte di questa sorta di CNL che
è una sorta di PDL guidato da un Berlusconi egiziano).
Poi un OT ma che ci sta sempre bene.
L'altro giorno, tra i migliaia di programmi dedicati alla Giornata della
Memoria, ho sentito un sopravvissuto ebreo dei lager nazisti dire con
la massima tranquillità che gli ebrei costituivano più o meno il 10%
dei prigionieri dei campi.
Il resto erano zingari, comunisti, omosessuali, slavi rastrellati in tutti
i paesi ad est della Germania durante la blitzkrieg.
Ma solo gli ebrei hanno costruito su questa tragedia una narrazione
epica perchè solo loro potevano farlo, sfruttando tutta la loro mitologia
religiosa e il controllo della maggior parte dei media, con ciò fabbricando
uno straordinario strumento di strategia poltica e di vero e proprio
finanziamento, attraverso l'appropriazione da parte di Israele delle
ricchezze custodite nei caveau svizzeri e di proprietà anche di famiglie
estintesi nei lager, accampando assurdi legami etnici e religiosi con tali
famiglie (vedi il ibro di Finkelstein)...

Homero
Inviato: 31/1/2011 12:07  Aggiornato: 31/1/2011 12:07
Mi sento vacillare
Iscritto: 5/4/2007
Da:
Inviati: 466
 Re: Che cosa succede in Egitto?
PikeBishop:

"Ed ecco che qualcuno cerca di saltare sul carro della protesta:

ElBaradei parla alla folla: "Sta per arrivare il cambiamento"

Il leader dell'opposizione e premio Nobel per la pace (come l'abbronzato presidente USA) ha cercato di sedare la folla con un discorsetto vagamente anti-americano ma non troppo.

L'ex ambasciatore egiziano all'ONU e Direttore Generale dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (capo anche di quelli che avevano controllato le centrali in Iraq dicendo che l'Iraq probabilmente non aveva WMDs ma che non andava bene che dovessero chiedere il permesso per ispezionare) ha detto anche che s'inchina alla folla di dimostranti.

Speriamo che non s'inchini troppo se no gli spiccioli potrebbero uscire dalle sacoccie e cadere verso la folla cosi' da impedirgli di avere a disposizione la moneta per la macchinetta del caffe'. Una catastrofe"



El Baradei = Ellen Johnson Sirleaf (Liberia) = USA

peonia
Inviato: 31/1/2011 13:08  Aggiornato: 31/1/2011 13:08
Sono certo di non sapere
Iscritto: 26/3/2008
Da: Roma
Inviati: 6677
 Re: Che cosa succede in Egitto?

...Non temete nuotare contro il torrente. E' di un'anima sordida pensare come il volgo, solo perche' il volgo e' in maggioranza... (Giordano Bruno)
AFrayn
Inviato: 31/1/2011 13:43  Aggiornato: 31/1/2011 13:47
Mi sento vacillare
Iscritto: 14/3/2009
Da: Colônia Cecília, Paraná, Brasil
Inviati: 399
 Re: Che cosa sucede in Egitto?
@PikeBishop

Citazione:
Io invece preferisco chiamarli: "ehi, tu!". Google is your friend...

Non é che hai pensato a Tototarzan?

Molṑn labé - Quocunque Jeceris Stabit
stg44
Inviato: 31/1/2011 14:49  Aggiornato: 31/1/2011 14:49
Ho qualche dubbio
Iscritto: 25/3/2008
Da:
Inviati: 79
 Re: Che cosa succede in Egitto?
"Piacerà tutto questo ad Israele? Probabilmente no, ma la vera domanda a questo punto diventa se Israele possa ancora permettersi di usare gli Stati Uniti – come ha fatto fino ad oggi – per mandare avanti la propria agenda di espansionismo sionista."

Finchè pagano, gli Usa eseguono, e questi barbogi non mi sembrano prossimi alla bancarotta...

Tianos
Inviato: 31/1/2011 15:18  Aggiornato: 31/1/2011 15:18
Mi sento vacillare
Iscritto: 21/8/2009
Da:
Inviati: 374
 Re: Che cosa succede in Egitto?
non vorrei essere disfattista, ma mi sorgono alcune domande imbarazzanti.
togliendo il fatto che se sarà scacciato un uomo che è al potere da 30 anni ben venga, fosse corrotto anche quello che verra dopo un po più moderato sarà... ma non era mubarak che negli ultimi tempi era in rotta di collisione con sion? el baradei credo che si sia preso comunque una bella idrantata in faccia... ma da che parte sta in realtà?
insomma il mio augurio e che gli egiziani non si fermino davvero al solo cambio di facciata ma che prendano il parlamento , come vero e propio colpo di stato (qualsiasi cosa ne dica poi la stampa) e metta su al governo una coalizione dal basso ...fossero anche contadini) (da noi tanto tutti quei vecchi vaccari si son presi la lurea onoris solo per essere in politica quindi...)

trotzkij
Inviato: 31/1/2011 16:01  Aggiornato: 31/1/2011 16:01
Sono certo di non sapere
Iscritto: 18/9/2006
Da:
Inviati: 3704
 Re: Che cosa succede in Egitto?

I complotti non esistono, ... tranne quando ci sono
InVision
Inviato: 31/1/2011 17:56  Aggiornato: 31/1/2011 18:20
Ho qualche dubbio
Iscritto: 2/7/2007
Da:
Inviati: 36
 Re: Che cosa succede in Egitto?
Scusate se vado OT, e chiedo venia, ma per dovere di cronaca debbo proprio informarvi che nel vecchio articolo riguardo l'illuminati card game, vi siete lasciati scappare qualcosa di saliente: LINK
Vi è veramente passato sotto al naso questo evento, accaduto proprio in quei giorni, quello BP della Deepwater Horizon che dopo l'esplosione ha rilasciato nel golfo del messico tonnellate di petrolio grezzo. Ok, adesso potete osservare 2 immagini, e ditemi quali sono le differenze:

IMG1
Digitando sul motore di ricerca oil spill louisiana
IMG2



Tra l'altro, da occhio esperto, si vede anche che l'uccello nella immagine rappresenta la stessa specie avicola che vive in Louisiana. In sintesi potrebbe essere stato una strage ben pianificata, e di questo purtroppo siamo tutti ignari, che sia 9/11 o il 4/20 è tutto compreso nell'agenda, a maggior ragione dovrebbe elucubrare il caro Massimo

Polonio
Inviato: 31/1/2011 18:05  Aggiornato: 31/1/2011 18:05
Mi sento vacillare
Iscritto: 5/8/2009
Da:
Inviati: 797
 Re: Che cosa succede in Egitto?
bell'articolo davvero.
non mi viene in mente altro da aggiungere se non una considerazione a margine, tratta da spinoza.it:
Citazione:
Mediterraneo in rivolta contro i regimi corrotti: Algeria, Tunisia, Albania e ora Egitto. Per non destare troppo clamore, in Italia la notizia sarà attenuata in “mari localmente mossi”.

peonia
Inviato: 31/1/2011 18:54  Aggiornato: 31/1/2011 23:30
Sono certo di non sapere
Iscritto: 26/3/2008
Da: Roma
Inviati: 6677
 Re: Che cosa succede in Egitto?

...Non temete nuotare contro il torrente. E' di un'anima sordida pensare come il volgo, solo perche' il volgo e' in maggioranza... (Giordano Bruno)
Inenascio
Inviato: 31/1/2011 20:49  Aggiornato: 31/1/2011 20:49
Ho qualche dubbio
Iscritto: 17/9/2010
Da: Provincia di Napoli
Inviati: 166
 Re: Che cosa succede in Egitto?
Citazione:
Autore: peonia Inviato: 31/1/2011 18:54:32

Se la gente si svegliasse e aderisse, forse Roma potrebbe essere la miccia per l'Italia:

http://www.youtube.com/watch?v=spdcBw9Py80

Per ora, unico commento su YT:
Citazione:
La SOLA RISPOSTA indicata è quella più stupida IN ASSOLUTO. A cosa hanno portato tutte le RIVOLUZIONI conosciute dalla storia? Ci hanno portato allo stato di fatto presente. Allora che occorre? Occorre portare a COMPIMENTO, tramite Inenascio, la RIVOLUZIONE iniziata col CRISTIANESIMO. «Rispetto a lei tutte le altre sembrano limitate» cit. dall'ultima ORIANA FALLACI (cfr. LA FORZA DELLA RAGIONE, cap. 9, Rizzoli, aprile 2004). La ricordiamo come mangiapreti, poi è trapassata serenamente in CRISTO.

Inenascio 1 minuto fa

Egregio utente peonia, che ti firmi simpaticamente ironico:
Citazione:
La Verita' ci rendera' liberi.. io aspetto...

Anziché aspettare invano, va' incontro alla Verità da me, stupido, stupido, stupido (3 volte), DIMOSTRATA in maniera solare, andando a leggere quanto ho pubblicato su Eascioblog, YT e Mediablog/Splinder/Inenascio. Se in gioco c'è la benedetta LIBERTÀ, devi convenire che ne vale davvero la pena di perdere delle ore per conoscere l'essenziale della vita. Non ti pare? Spero di sì!


P.S. - Precisazione riepilogativa.

Non si pensi che sia un santo! Tutt'altro. Sono lussurioso come Berlusconi e tanti altri; a-religioso, a-partitico, ateo perfettissimo (al di sopra del mio capo non si pone alcun Dio, perché tanto ci ama: incondizionatamente, altrimenti non saremmo LIBERI). Chi di più non mi vuole riconoscere IN ASSOLUTO, per dogma è l'attuale Sommo Pontefice, perché vado contro i suoi interessi personali terreni e quelli delle alte sfere ecclesiastiche. Nel Regno dei Cieli, saranno gli ultimi ad entrare. Ce l'ha insegnato il "Figlio dell'Uomo" Cristo personalmente a Suo tempo.

Unico IMBECILLE al mondo, per avere la Fede in Cristo senza il dubbio
Truth79
Inviato: 31/1/2011 23:43  Aggiornato: 31/1/2011 23:43
Ho qualche dubbio
Iscritto: 15/8/2009
Da:
Inviati: 244
 Re: Che cosa succede in Egitto?
X PikeBishop: Io direi che google è abbastanza ns friend perchè per esempio si possono vedere i film di Massimo etc...quindi ripeto direi è molto friend di questo sito.

Di tutte le cose sicure,la piú certa è il dubbio.
PikeBishop
Inviato: 1/2/2011 9:43  Aggiornato: 1/2/2011 10:56
Sono certo di non sapere
Iscritto: 1/11/2005
Da: Tavistock Square, Camden, London WC1H, UK
Inviati: 6263
 Re: Che cosa succede in Egitto?
Qualcuno sta dirigendo o prevede di dirigere i fatti dell'ultima settimana. Ecco la dichiarazione pubblica formale del portavoce dell'esercito egiziano:

Your Armed Forces acknowledges the legitimacy of the people's demands and is adamant on carrying out its responsibilities in protecting the country and its citizens as ever.
Le Forze Armate riconoscono la legittimita' delle richieste popolari e sono adamantine sul continuare ad esercitare le proprie responsabilita' nel proteggere il paese ed i suoi cittadini come hanno sempre fatto.

We stress the following:
Vogliamo puntualizzare che:

1. Peaceful freedom of expression is guaranteed for everyone.
La pacifica liberta' di espressione e' garantita a tutti.

2. [No-one] shall carry out an action that could endanger the country's safety and security or vandalise public and private property.
Nessuno potra' compiere azioni che possano mettere in pericolo la salvaguardia e la sicurezza del paese o vandalizzare proprieta' pubblica e privata

3. It is not acceptable that some outlaws have terrorised citizens. The Armed Forces will not allow it. It will not allow the safety and security of the country to be tampered with.
Che alcuni fuorilegge terrorizzino i cittadini non e' accettabile. Le Forze Armate non lo consentiranno. Non lasceremo che si metta in gioco la salvaguardia e la sicurezza del paese.

4. [To citizens] Keep safe the assets and capabilities of your great people. Resist any vandalism against public or private property.
[Ai cittadini] Mantenete sicure le risorse e le capacita' del vostro grande popolo. Resistete di fronte ad ogni vandalismo contro proprieta' pubblica o privata.

5. The Armed Forces is aware of the legitimate demands of the honourable citizens.
Le Forze Armate sono consapevoli delle legittime richieste dei cittadini onorabili.

6. The Armed Forces' presence on the Egyptian streets is for your own sake, safety and security. Your Armed Forces have not and will not resort to the use of force against this great people.
La presenza delle Forze Armate sulle strade d'Egitto e' per il vostro stesso interesse, salvaguardia e sicurezza. Le vostre Forze Armate non hanno ricorso e non ricorreranno all'uso della forza contro questo grande popolo.

Il Portico Dipinto Network Nanopublishing
E' dall'uso (mancato) del Congiuntivo, che li riconoscerete.
audisio
Inviato: 1/2/2011 11:46  Aggiornato: 1/2/2011 11:46
Sono certo di non sapere
Iscritto: 29/4/2008
Da:
Inviati: 3471
 Re: Che cosa succede in Egitto?
@ Pike:
mi sembra che il messaggio dell'esercito sia chiaro.
Garantiamo l'ordine nella transizione.
Per noi attualmente non esiste più un governo, per cui esercitiamo
le nostre prerogative nella vacatio e poi ci rimetteremo a disposizione
del prossimo esecutivo.
Hanno fatto capire chiaramente che spareranno solo sugli sciacalli e
sulle gang criminali...

PikeBishop
Inviato: 1/2/2011 12:11  Aggiornato: 1/2/2011 12:11
Sono certo di non sapere
Iscritto: 1/11/2005
Da: Tavistock Square, Camden, London WC1H, UK
Inviati: 6263
 Re: Che cosa succede in Egitto?
Citazione:
Hanno fatto capire chiaramente che spareranno solo sugli sciacalli e sulle gang criminali...

Si, ma di solito l'esercito fa cosi' quando:

1) La rivolta non e' pilotata dall'estero, per lo meno non da nuovi paesi guida.
2) La rivolta non e' religiosa o eversiva.
3) L'esercito conosce l'identita' dei capi ed essi sono rassicuranti per l'esercito.
4) I capi non sono personaggi di spicco ma sono di classe sociale non popolare.
5) L'esercito e' aperto a nuove candidature all'interno della classe promotrice o nei ranghi dell'opposizione non troppo invisa agli US, che pagano lo stipendio ai militari.
6) La rivolta e' genuina.

Il Portico Dipinto Network Nanopublishing
E' dall'uso (mancato) del Congiuntivo, che li riconoscerete.
padegre
Inviato: 1/2/2011 12:24  Aggiornato: 1/2/2011 12:24
Mi sento vacillare
Iscritto: 28/11/2007
Da:
Inviati: 496
 Re: Che cosa succede in Egitto?
Quello che sta accadendo nel mondo arabo, e segnatamente in Egitto, Tunisia, Algeria, deve essere letto ed interpretato come il misero fallimento delle politiche occidentali, messe in atto da USA ed Europa.
Questi grandi “esportatori di democrazia” hanno fatto finta di non accorgersi, per 30 anni, che democrazie non erano, mentre sottobanco contribuivano a mantenere e puntellare (dagli USA miliardi di dollari ogni anno all’esercito egiziano) regimi autoritari con premier inamovibili, corrotti, ladri, incapaci di muoversi nell’interesse del popolo, agli ordini del partito internazionale del petrolio e degli interessi occidentali in quell’area cruciale.

Ma la beffa gattopardesca è già pronta. Si mollano i dittatori, e ci si prepara ad appoggiare gli oppositori, che verranno comprati e addomesticati o minacciati per un nuovo ciclo di dominazione occidentale di tipo neo-colonialista.
Il potere dei soldi, degli affari, della corruzione, a cura delle cancellerie occidentali, è un film visto e rivisto,che può essere interrotto solo dalla rivoluzione islamica che cacci per sempre gli stranieri da quelle terre.
Il vile cinismo occidentale di aver appoggiato, in nome della democrazia, regimi dittatoriali di ladri sanguinari, deve essere punito severamente da quei popoli, che devono respingere ogni ingerenza nei loro affari interni e trovare forza e unità in alleanze che finalmente facciano parlare gli arabi con una voce sola.

Il carattere spontaneo e popolare di questa rivolta, l’assenza di organizzazione e di strategia, fanno pensare che la guida del movimento insurrezionale possa essere presa dalla componente islamica che ha capi riconosciuti, organizzazione, identità.
Comunque vada a finire questo movimento, non sarà facile per il partito mondiale del petrolio riprendere il ferreo controllo in Medio Oriente, tenendo conto che le opzioni militari contro i popoli sono velleitarie e perdenti, come presto dimostrerà la resistenza afgana contro l’occupazione di truppe straniere.

Ma ciò che mi fa sorridere e mi fa sembrare un po’ patetici gli occidentali guerrafondai, è che continuano a testa bassa, come pugili suonati, a menare le mani, a spendere cifre colossali, affermando di essere democratici, con risultati catastrofici.
Mentre i “comunisti” cinesi, spendendo molto meno, unici paladini del “libero mercato”, comprano dappertutto materie prime, porti, interi debiti pubblici di altri paesi, con i soldi in bocca, aumentano il loro PIL del 10% l’anno, aumentano enormemente il loro peso economico e politico nel mondo.
E’ un mondo alla rovescia, i “democratici” sparano e i “comunisti” si affidano al “libero mercato.
Naturalmente i grandi esperti, giornalisti, intellettuali, politicanti, dicono le solite scemenze e non riescono a vedere l’evidenza, cioè che la politica occidentale del DOMINO e della supremazia militare non rende nulla. Fa accumulare solo odio e debiti, e che tale politica va abbandonata, vanno sciolte le alleanze militari, e le enormi spese militari vanno trasformate in investimenti nella economia reale.

Qualcuno deve pur cominciare a dirglielo che la guerra è finita, magari con la cautela che si riserva agli anziani un po’ rimbambiti. Con uno come il ministro della Difesa La Russa, che sostiene, da sobrio, che siamo in Afghanistan per difendere l’Italia dal terrorismo,l’approccio per comunicargli che il terrorismo nasce se tu invadi un paese, deve essere graduale e delicato e necessita di una forte terapia di sostegno psicologico.
Paolo De Gregorio

audisio
Inviato: 1/2/2011 12:24  Aggiornato: 1/2/2011 12:24
Sono certo di non sapere
Iscritto: 29/4/2008
Da:
Inviati: 3471
 Re: Che cosa succede in Egitto?
@ Pike:
hai detto bene, di solito...
Ma non sempre.
Ricordiamoci che Chavez è potuto ritornare a Caracas e non sparire
in una cella a Guantanamo, grazie sì alla sollevazione popolare e in quel
caso ad un contributo decisivo delle forze di polizia di estrazione popolare
che si sono scontrate armi in pugno con reparti dell'esercito ma grazie
anche alla neutralità della maggior parte dei generali che, visto il
consenso popolare di cui godeva Chavez hanno pensato bene non fosse
il caso di andare oltre.
Perchè quell'oltre avrebbe dovuto significare prendere a cannonate la
folla e su questo devi avere il controllo completo della truppa, perchè
sono cose pesanti.
Se fallisci, finisci appeso a testa in giù.
E chi glielo fa fare ai generali di rischiare in questo modo?
Ricordiamoci che i golpe in Cile e Argentina hanno avuto successo per
la timidezza della sinistra riformista e per un malinteso senso di pacifismo
che non ha consentito una risposta immediata ai golpisti, dopo di che
non è stato più possibile opporsi.
Ma a Caracas il giorno dopo il golpe c'erano milioni di persone in piazza.
Il popolo ha una forza di cui non si rende conto ed è la forza del numero.
Una cosa di cui le elites, invece, sono ben consapevoli tant'è che
tessono gli intrighi nell'ombra.
Se il loro potere fosse indiscutibile e invincibile, lo eserciterebbero alla
luce del giorno.
Ma sanno bene che non è così.
La cosa di cui hanno più paura è proprio che la gente si renda conto
che sono tigri di carta...

Polonio
Inviato: 1/2/2011 12:30  Aggiornato: 1/2/2011 12:40
Mi sento vacillare
Iscritto: 5/8/2009
Da:
Inviati: 797
 Re: Che cosa succede in Egitto?

PikeBishop
Inviato: 1/2/2011 12:32  Aggiornato: 1/2/2011 12:33
Sono certo di non sapere
Iscritto: 1/11/2005
Da: Tavistock Square, Camden, London WC1H, UK
Inviati: 6263
 Re: Che cosa succede in Egitto?
Audisio, non ho capito come quel che dici tu possa andare contro qualcuno dei miei punti, semmai e' un corollario o, per meglio dire, si parla di cose diverse. Se i militari pensassero di stare per scivolare nell'anarchia comincerebbero a prendere tutti a cannonate, perche' se nessuno paga piu' lo stipendio tanto vale andarsene con un botto. Evidentemente loro sanno che la protesta ha degli obiettivi che non sono contro l'interesse delle forze armate, cosi' anche se non appoggiano, non si oppongono e mantengono l'ordine.

Il Portico Dipinto Network Nanopublishing
E' dall'uso (mancato) del Congiuntivo, che li riconoscerete.
Infettato
Inviato: 1/2/2011 12:35  Aggiornato: 1/2/2011 12:35
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 23/11/2006
Da: Roma
Inviati: 1499
 Re: Che cosa succede in Egitto?
La rivolta Egiziana sinceramente ho ben poco da aggiungere, è solo l'inizio.

Infettato dal morbo di Ashcroft
---------------------------------------------
Quando ci immergiamo totalmente negli affari quotidiani, noi smettiamo di fare distinzioni fondamentali, o di porci le domande veramente basilari. Rothbard
audisio
Inviato: 1/2/2011 12:39  Aggiornato: 1/2/2011 12:39
Sono certo di non sapere
Iscritto: 29/4/2008
Da:
Inviati: 3471
 Re: Che cosa succede in Egitto?
@ Pike:
ma infatti, la mia non era assolutamente una contestazione
dei tuoi punti...

audisio
Inviato: 1/2/2011 12:52  Aggiornato: 1/2/2011 12:56
Sono certo di non sapere
Iscritto: 29/4/2008
Da:
Inviati: 3471
 Re: Che cosa succede in Egitto?
Da Repubblica:
Un elicottero dell'esercito egiziano ha lanciato dei volantini ai
manifestanti radunati in piazza Tahrir al Cairo. Secondo quanto riferisce la
tv satellitare 'al-Arabiya', il volantino invita i manifestanti alla calma e al
mantenimento dell'ordine, garantendo che ''l'esercito resta dalla parte
del popolo''. Intanto il sito internet dei Fratelli Musulmani rivela che molti
manifestanti stanno ancora affluendo verso piazza Tahrir a piedi, avendo
l'esercito impedito la circolazione dei veicoli nel centro della capitale
egiziana.

Ancora:
Il nuovo vicepresidente egiziano Omar Suleiman sarebbe stato "l'uomo
della Cia" in Egitto almeno per quanto riguarda il programma
di 'rendition', la cattura e gli interrogatori-tortura di sospetti terroristi
condotti nell'ambito della cosiddetta "guerra al terrorismo" voluta dal
presidente Bush. Lo scrive sul settimanale New Yorker Jane Meyer,
autrice di "The Dark Side".

E ancora:
Alti ufficiali delle forze armate americane e israeliane sarebbero arrivati al
Cairo per cercare di aiutare il presidente Hosni Mubarak a rimanere al
potere e tra gli scenari allo studio vi sarebbe un ''colpo di Stato''. Lo
scrive oggi il quotidiano iraniano Teheran Times affermando di essere
venuto a conoscenza di questi fatti da ''una fonte anonima''. ''Due alti
ufficiali israeliani e tre americani sono arrivati al Cairo'', aggiunge il giornale
iraniano, affermando che il ''consiglio militare'' è comandato da ''un
generale chiamato Sisson''. ''È improbabile che il governo di Mubarak
sopravviva alle proteste'', aggiunge il Teheran Times, osservando che
ora ''si tratta di vedere se gli Usa si affiancheranno ai gruppi
dell'opposizione o cercheranno di assumere il controllo nel Paese''.

yarebon
Inviato: 1/2/2011 16:36  Aggiornato: 1/2/2011 16:36
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 25/10/2005
Da:
Inviati: 2366
 Re: Che cosa succede in Egitto?
credo che i punti esposti da Pike siano interessanti.
A mio parere stiamo assistendo a qualcosa di anomalo e quindi i vari messaggi pessimistici sull'nwo che avanza in questo caso mi sembrano fuori luogo, anche perchè ci troviamo di fronte poteri presi alla sprovvista che tentano in ogni modo di essere partecipi della transizione, probabilmente El Baradei è il burattino che vorranno mettere.
Comunque un dato importante su cui riflettere preso dal blog di Felice Capretta, copio-incollo:

Il segretario di Stato Usa Hillary Clinton ha infatti convocato a Washington una riunione al Dipartimento di Stato con circa 260 tra ambasciatori, consoli e diplomatici che operano in 180 Paesi nel mondo. Pare che sia una riunione senza precedenti.

redna
Inviato: 1/2/2011 22:05  Aggiornato: 1/2/2011 22:05
Sono certo di non sapere
Iscritto: 4/4/2007
Da:
Inviati: 8095
 Re: Che cosa succede in Egitto?
L’Egitto sull’orlo del bagno di sangue di Thierry Meyssan*


I media mainstream si sono appassionati delle manifestazioni in Egitto e predicono l’avvento della democrazia in stile occidentale in tutto il Medio Oriente. Thierry Meyssan contesta questa interpretazioneSecondo lui delle forze opposte sono in movimento e la loro risultante è diretta contro l’ordine statunitense nella regione.

Per una settimana i media occidentali hanno ripreso le proteste e la repressione che avvengono nelle grandi città egiziane. Tracciano un parallelo con quelle che hanno portato alla caduta di Zine el-Abidine Ben Ali in Tunisia, ed evocano una ondata di rivolte nel mondo arabo. Sempre secondo, questo movimento potrebbe diffondersi alla Libia e alla Siria. Dovrebbe andare a vantaggio dei democratici laici, e non degli islamisti, continuano, perché l’influenza della religione è stata esagerata dall’amministrazione Bush e il "regime dei mullah" in Iran verrebbe emarginato. Così si compirà il desiderio di Barack Obama espresso all’Università del Cairo: la democrazia regnerà in Medio Oriente.

Questa analisi è sbagliato sotto tutti gli aspetti.

In primo luogo, le manifestazioni in Egitto sono iniziate da diversi mesi. I media occidentali non vi hanno prestato attenzione, perché pensavano che non avrebbero portato a nulla. Gli egiziani non sono stati contaminati dai tunisini, ma sono i tunisini che ha aperto gli occhi dell’Occidente su ciò che accade in questa regione.

In secondo luogo, i tunisini si sono ribellati contro un governo e un’amministrazione corrotti che si sono progressivamente distaccate dalla società, privando qualsiasi speranza a sempre più numerose classi sociali. La rivolta egiziana non è contro questo modo di sfruttamento, ma contro un governo e una amministrazione che sono così impegnate a servire gli interessi stranieri, che non hanno più l’energia per soddisfare i bisogni primari della loro popolazione. Negli ultimi anni, l’Egitto ha visto molti tumulti, sia contro la collaborazione con il sionismo, sia causati dalla fame. Questi due aspetti sono intimamente legati. I manifestanti evocano alla rinfusa gli accordi di Camp David, il blocco di Gaza, i diritti dell’Egitto sul Nilo, la partizione del Sudan, la crisi degli alloggi, la disoccupazione, l’ingiustizia e la povertà.

Inoltre, la Tunisia è stata amministrata da un regime poliziesco, mentre l’Egitto è un regime militare. Dico qui "amministrato", non "governato" - perché in entrambi i casi si tratta di Stati post-coloniale, di privati di una politica estera e della difesa indipendenti.
Ne consegue che in Tunisia, l’esercito ha potuto interporsi tra il popolo e la polizia del dittatore, mentre in Egitto, il problema sarà risolto col fucile automatico tra militari.

In terzo luogo, se questo accade in Tunisia e in Egitto, sarà un incoraggiamento a tutti i popoli oppressi, non sono a quelli cui pensano i media occidentali. Per i giornalisti, i cattivi sono i governi che contestano, o fanno finta di contestare, la politica occidentale. Per quanto riguarda i popoli, i tiranni sono coloro che li sfruttano e li umiliano. Pertanto, non credo che vedremo gli stessi disordini a Damasco. Il governo di Bashar al-Assad è l’orgoglio dei Siriani: si schierò con la Resistenza e ha preservato i propri interessi nazionali senza mai cedere alla pressione. Soprattutto, ha protetto il paese dal destino serbatogli da Washington: o il caos all’irachena, o il dispotismo religioso alla saudita. Certo, è assai contestato in diversi aspetti della sua amministrazione, ma sviluppa una classe media e un processo decisionale democratico che vanno assieme. Al contrario degli stati come la Giordania e lo Yemen sono instabili, rispetto al mondo arabo, e il contagio può raggiungere anche l’Africa nera, il Senegal, per esempio.

In quarto luogo, i media occidentali scoprono tardivamente che la minaccia islamista è uno spauracchio. Bisogna ancora ammettere che è stata attivata dagli USA di Clinton e dalla Francia di Mitterrand negli anni ’90 in Algeria, ed è stato gonfiato dall’amministrazione Bush dopo gli attentati dell’11 settembre, e alimentato dai governi neo-conservatori europei di Blair, Merkel e Sarkozy.
Dobbiamo anche ammettere che non c’è nulla di comune tra il wahabismo saudita e la rivoluzione islamica di Ruhollah Khomeini. Qualificarli entrambi come "islamici" non è solo assurdo, ma non consente di capire cosa sta succedendo.
I Saud hanno finanziato, in accordo con gli Stati Uniti, gruppi settari musulmani che predicano un ritorno a ciò che immaginano fosse la società nel settimo secolo, al tempo del Profeta Maometto. Non hanno un maggiore impatto nel mondo arabo degli Amish negli Stati Uniti, con i loro carretti tirati dai cavallo.
La rivoluzione di Khomeini non aveva lo scopo di creare una società religiosa perfetta, ma di rovesciare il sistema di dominio mondiale. Essa afferma che l’azione politica è un modo per l’uomo di sacrificarsi e di trascendere, e quindi che si può trovare nell’Islam l’energia necessaria al cambiamento.

I popoli del Medio Oriente non vuole sostituire le dittature poliziesche o militari che li opprimono, con dittature religiose. Non vi è alcuna minaccia islamista. Allo stesso tempo, gli ideali rivoluzionari islamici, che hanno già prodotto gli Hezbollah nella comunità sciita libanese, oramai influenza Hamas nella comunità sunnita palestinese. Potrebbe anche avere un ruolo nel movimento in corso, e ne ha già uno in Egitto.

In quinto luogo, senza offesa per alcuni osservatori, anche se stiamo assistendo a un ritorno della questione sociale, questo movimento non può essere ridotto a una mera lotta di classe. Naturalmente, le classi dirigenti temono le rivoluzioni popolari, ma le cose sono più complicate. Così, non sorprende che il re Abdullah dell’Arabia Saudita abbia telefonato ad Obama per chiedergli di fermare questo pasticcio in Egitto e di proteggere i regimi della regione, il suo per primo. Ma anche questo re Abdullah ha appena promosso un cambiamento di regime in Libano attraverso la via democratica. Ha abbandonato il miliardario saudita-libanese Saad Hariri e ha aiutato la coalizione dell’8 Marzo, comprendente Hezbollah, a sostituirlo da primo ministro con un altro miliardario saudita-libanese, Najib Mikati. Hariri è stato eletto dai parlamentari che rappresentano il 45% dell’elettorato, mentre Mikati è stato eletto dai parlamentari che rappresentano il 70% degli elettori. Hariri era sottomesso a Washington e Parigi, Mikati annuncia una politica di sostegno alla resistenza nazionale. La questione della lotta contro il progetto sionista è ora sovradeterminata rispetto agli interessi di classe. Inoltre, più che la distribuzione della ricchezza, i manifestanti stanno sfidando il sistema capitalistico pseudo-liberale imposto dai sionisti.

In sesto luogo, se torniamo al caso egiziano, i media occidentali si sono raccolti intorno a Mohamed ElBaradei che hanno designato leader dell’opposizione. E’ ridicolo. ElBaradei è una personalità piacevole, nota in Europa perché si ha resistito per qualche tempo all’amministrazione Bush, ma senza opporvisi completamente. Incarna la buona coscienza europea verso l’Iraq, che si era opposta alla guerra e che ha finito col sostenere l’occupazione. Tuttavia, oggettivamente, ElBaradei è l’acqua tiepida cui è stata assegnata il Nobel per la Pace che Hans Blix non ha avuto. E’ soprattutto una personalità senza eco nel suo paese. Esiste politicamente solo perché i Fratelli musulmani ne hanno fatto il loro portavoce presso i media occidentali.
Gli Stati Uniti hanno fabbricato degli oppositori più rappresentativi, come Ayman Nour, che presto sarà fatto uscire dal cappello, anche se le sue posizioni a favore del pseudo-liberalismo economico, lo squalificano riguardo la crisi sociale che il paese sta attraversando.
In ogni caso, in realtà, ci sono solo due organizzazioni di massa diffuse nella popolazione, che si sono a lungo opposto alla politica attuale: i Fratelli Musulmani, da un lato e la Chiesa cristiana copta dall’altra (anche se SB Chenoudda III distingue la politica sionista di Mubarak, che combatte, dal rais con il quale ha trattato). Questo punto è sfuggito ai media occidentali, perché hanno recentemente fatto credere al pubblico che i copti sono perseguitati dai musulmani, mentre erano per la dittatura di Mubarak.

Una digressione è utile qui: Hosni Mubarak ha designato Omar Suleiman quale vice presidente. Si tratta di un chiaro gesto volto a rendere più difficile l’eventuale sua eliminazione fisica da parte degli Stati Uniti. Mubarak è diventato presidente perché era stato nominato vice presidente e gli Stati Uniti fecero assassinare il presidente Anwar el-Sadat dal gruppo di Ayman al-Zawahri. Ha sempre rifiutato, fino ad ora, di nominare un vice-presidente per paura di essere ucciso a sua volta. Designando il generale Suleiman, ha scelto uno dei suoi complici con cui s’è sporcato le mani col sangue di Sadat. Ora, per prendere il potere, non solo si dovrà uccidere il presidente, ma anche il vice-presidente. Tuttavia, Omar Suleiman è il principale architetto della collaborazione con Israele, Washington e Londra pertanto lo proteggono come la pupilla dei propri occhi. Inoltre, Suleiman può contare sulle Forze di Difesa israeliane contro la Casa Bianca. Ha già fatto giungere dei cecchini e attrezzature israeliani che sono pronti per uccidere i leader della folla.


Il Generale-presidente Hosni Mubarak e il suo generale vice-presidente Omar Suleiman sono apparsi in televisione con i loro generali-consiglieri per far capire che l’esercito mantenere e manterrà il potere.
In settimo luogo, la situazione attuale rivela le contraddizioni del governo degli Stati Uniti. Barack Obama ha teso la mano ai Musulmani, e ha chiesto democrazia durante il suo discorso all’Università del Cairo. Tuttavia oggi, farà il possibile per impedire le elezioni democratiche in Egitto. Se può trattare con un governo legittimo in Tunisia, non può farlo in Egitto. Delle elezioni beneficerebbero i Fratelli Musulmani e i Copti. Designerebbero un governo che aprirebbe la frontiera di Gaza e libererebbe il milione di persone che vi è incarcerato. I palestinesi, sostenuti dai loro vicini, Libano, Siria ed Egitto, poi rovescerebbero il giogo sionista.
Qui va notato che nel corso degli ultimi due anni, gli strateghi israeliani hanno considerato un piano di ritorsione. Considerando che l’Egitto è una bomba sociale, che la rivoluzione è inevitabile e imminente, hanno progettato di promuovere un colpo di stato militare in favore di un ufficiale ambizioso e incompetente. Quest’ultimo avrebbe poi lanciato una guerra contro Israele e avrebbe fallito. Tel Aviv sarebbe stata in grado di riconquistare il suo prestigio militare e di recuperare il monte Sinai e le sue risorse naturali. Sappiamo che Washington si oppone fermamente a questo scenario, troppo difficile da padroneggiare.

In definitiva, l’impero anglosassone è rimasto ancorato ai principi ha fissato nel 1945: è favorevole alle democrazie che fanno la "scelta giusta" (quella della sottomissione), è contrario ai popoli che fanno "quella sbagliata" (l’indipendenza).

Pertanto, se ritenuto necessario, Washington e Londra sosterrebbero senza esitazioni un bagno di sangue in Egitto, a condizione che i militari che l’attuassero s’impegnino a sostenere lo status quo internazionale, sopra tutte le altre priorità.

articolo

C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di se (Oscar Wilde)
yarebon
Inviato: 1/2/2011 22:39  Aggiornato: 1/2/2011 22:40
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 25/10/2005
Da:
Inviati: 2366
 Re: Che cosa succede in Egitto?
la cosa sta sfuggendo dalle mani degli occidentali, Obama avrebbe proposto a Mubarak di ritirarsi a settembre, giusto il tempo per creare un burattino nuovo, ma di mandarlo via adesso non se ne parla ed infatti poche ore fa in diretta tv Mubarak dichiara che non si presenterà alle elezioni a settembre ma che è intenzionato a restare e a morire in Egitto.
Il popolo egiziano continua a volere Mubarak fuori dall'Egitto.
C'è poco da dire, c'è una pedina impazzita, l'Egitto, che potrebbe decidere i destini geopolitici del mondo nei prossimi anni (canale di Suez).
La cosa sorprendente è che tutto è aperto, Israele si sta incazzando alla grande e già trema al pensiero di un Egitto fuori dalla sfera occidentale, mentre la Cina (che fa la sua solita censura sul web riguardo i fatti egiziani) e la Russia sembrano stare nelle retroguardie aspettando gli eventi.

santjago
Inviato: 2/2/2011 11:04  Aggiornato: 2/2/2011 11:04
Ho qualche dubbio
Iscritto: 22/7/2005
Da: Roma
Inviati: 67
 Re: Che cosa succede in Egitto?
“La questione è stata spiegata chiaramente agli americani e a molti altri Paesi. Non ci opponiamo alla democrazia in Egitto, ma per noi è importante preservare gli accordi di pace”. Così Netanyahu ha chiesto alla comunità internazionale di chiarire a qualsiasi nuova leadership egiziana che dovrà rispettare una serie di condizioni per essere legittimata agli occhi dell'Occidente...

La presunzione che ciò che esiste debba
necessariamente esistere,
è l'acido corrosivo
di ogni pensiero immaginativo.

Snowcrash Project
benitoche
Inviato: 2/2/2011 11:23  Aggiornato: 2/2/2011 11:25
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 30/9/2006
Da:
Inviati: 1941
 Re: Che cosa succede in Egitto?
Autore: santjago La questione è stata spiegata chiaramente agli americani e a molti altri Paesi. Non ci opponiamo alla democrazia in Egitto, ma per noi è importante preservare gli accordi di pace”.

E grazie al cazzo
Certo che non si oppongono all'istaurazione della democrazia,è quello che cercano e che propinano a tutto il mondo,dall'Europa all'Africa un'immensa democrazia-imperialista,la miglior forma di tirannide oggi sul mercato,importata in Iraq ed oggi pronta ad essere propinata ai popoli nord Africani,questo è il governo mondiale,la democrazia mondiale


CVD
Così Netanyahu ha chiesto alla comunità internazionale di chiarire a qualsiasi nuova leadership egiziana che dovrà rispettare una serie di condizioni per essere legittimata agli occhi dell'Occidente...


Chiaramente una "sana" democrazia prevede genuflessioni al popolo di Dio(in questo caso,il muro del mega-carcere Palestinese lato egiziano)
Tutto questo casino altro non è che un normalissimo processo di democratizzazione-imperialista,e vaffanculo ai coglioni che muoiono per una libertà che non esiste

W Rino Gaetano W
http://www.youtube.com/watch?v=fmYG7BNh5UE&feature=related

la religione è indispensabile
soltanto a un’umanità rescissa dal mondo divino-spirituale.
santjago
Inviato: 2/2/2011 13:36  Aggiornato: 2/2/2011 13:36
Ho qualche dubbio
Iscritto: 22/7/2005
Da: Roma
Inviati: 67
 Re: Che cosa succede in Egitto?
l'ennesima rivoluzione colorata....

La presunzione che ciò che esiste debba
necessariamente esistere,
è l'acido corrosivo
di ogni pensiero immaginativo.

Snowcrash Project
audisio
Inviato: 2/2/2011 17:00  Aggiornato: 2/2/2011 17:00
Sono certo di non sapere
Iscritto: 29/4/2008
Da:
Inviati: 3471
 Re: Che cosa succede in Egitto?
I sostenitori di Mubarak (mercenari pagati un tanto al giorno)
hanno attaccato la folla in piazza Tahrir in sella a cavalli e cammelli.
Sarebbero stati esplosi anche colpi d'arma da fuoco e ci sarebbero
dei morti tra gli oppositori di Mubarak.
Penso che adesso verrà il momento più difficile e sanguinoso perchè
Mubarak non intende arrendersi.
Il giornale Teheran Times afferma che ci sarebbero già nella capitale
egiziana dei "consiglieri militari" israeliani per aiutare il Faraone...

yarebon
Inviato: 2/2/2011 17:08  Aggiornato: 2/2/2011 17:08
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 25/10/2005
Da:
Inviati: 2366
 Re: Che cosa succede in Egitto?
no, non è una rivoluzione colorata, ma qualcosa di diverso, mi sembra abbastanza chiaro che i giochi sono tutti aperti.
C'è da dire che le stragi cristiane di inizio gennaio a questo punto risultano chiarissime. Gli alti vertici sapevano sicuramente della rivolta che stava per giungere ed hanno probabilmente cercato di trasformarla in una guerra civile, cosa che non è riuscita.
Non è neanche una rivolta islamica, in piazza si afferma ne con hamas ne con ahmadinejad e molti non si fidano neanche di El Baradei, insomma (anche se in rpospettiva molto futura), io voglio essere ottimista per ora.

redna
Inviato: 2/2/2011 17:50  Aggiornato: 2/2/2011 18:16
Sono certo di non sapere
Iscritto: 4/4/2007
Da:
Inviati: 8095
 Re: Che cosa succede in Egitto?
Citazione:
Penso che adesso verrà il momento più difficile e sanguinoso perchè
Mubarak non intende arrendersi.
Il giornale Teheran Times afferma che ci sarebbero già nella capitale
egiziana dei "consiglieri militari" israeliani per aiutare il Faraone...



Unica espressione di solidarietà a Mubarak: gli israeliani manifestano



Mentre ieri sera, 1° febbraio, i palestinesi cittadini d'Israele manifestavano a centinaia con gruppi della sinistra israeliana e internazionali, tra al-Quds (Gerusalemme) e varie località in Israele (Territori palestinesi occupati nel '48, ndr), a sostegno delle istanze del popolo egiziano, una contro-manifestazione veniva allestita da decine di israeliani.
Questi ultimi si sono riuniti in pubblico per manifestare la propria solidarietà al presidente egiziano Hosni Mubarak.


Ancora una volta, è stata la sede diplomatica egiziana a Tel Aviv a fare da punto di ritrovo dei manifestanti.


L'ex ministro israeliano Benjamin Ben-Elizier ha voluto ribadire il dolore di questi cittadini israeliani, "preoccupati per l'eventualità che il presidente di un Paese amico che li ha affiancati per oltre 30 anni, possa abbandonare il governo d'Egitto".

ONG accusa Israele di star rifornendo la polizia egiziana di gas urticanti, manganelli e proiettili anti-rivolta..........

C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di se (Oscar Wilde)
peonia
Inviato: 3/2/2011 13:31  Aggiornato: 3/2/2011 13:31
Sono certo di non sapere
Iscritto: 26/3/2008
Da: Roma
Inviati: 6677
 Re: Che cosa succede in Egitto?
Non so cosa dicano i giornali e le TV quà, ma leggetevi questa testimonianza diretta che mi ha commossa:

EGITTO: 2 MILIONI IN PIAZZA, CACCIATO MUBARAK
REPORTAGE. Una folla incontenibile ha raggiunto il centro del Cairo invocando l’ultimo giorno di comando del presidente. Con internet e tv ancora oscurati, a parlare sono i semplici cittadini.

I soldati irrompono con una applauso quando «quelli di Assuan» (una città a 600 chilometri a Sud del Cairo) raggiungono cantando i carri armati di piazza Tahrtr. Il governo ha ordinato di sospendere i treni in tutto l’Egitto per fermare le proteste; la gente è arrivata a piedi. «Al Cairo, al Cairo, un milione al Cairo» è stato il passaparola di questi giorni e Tahrir è un oceano ordinato in cui nessuno spintona l’altro. A migliaia si stringono la mano tra sconosciuti, si tengono abbracciati l’un l’altro per assicurarsi che nessuno cada, o soffochi, tutti i vecchi tabù egiziani sembrano dissolti in un colpo. «Siamo stati una società malata per trent’anni», spiega Fatima in piazza. «Ora che non abbiamo più paura se n’è andata anche la repressione nei costumi».

Le donne sono vestite di raso, gli uomini sono scesi in strada in giacca e cravatta per festeggiare la sconfitta di Mubarak. Mentre i membri dei Fratelli musulmani sono solo poche migliaia costretti ad un angolo. C’è un uomo talmente povero da portare al dito, al posto della fede, un anello da portachiavi. Si tiene i capelli bianchi scuotendo la testa di fronte a un ragazzo che regge un cartello. “Mubarak sono trent’anni che ci tieni sotto i piedi adesso basta”, c’è scritto. L’uomo continua a scuotere la testa dicendo al ragazzo «trent’anni di sonno, come abbiamo potuto farvi questo». In piazza la famosa reporter Rim Maghdi di OnTv racconta che è qui per la libertà, e che non c‘è altro da spiegare. «Gli egiziani non possono sapere nulla di quello che sta succedendo -racconta – la televisione mente in maniera ridicola. Dicono che qui siamo soltanto 5.000. Qualunque fonte di informazione che non si allinea con Muburak viene oscurata. Ho incontrato i miei colleghi dietro la piazza. Filmavano le strade deserte per dire che non c’era nessuno, e mostravano delle controfigure che brandivano cartelli con su scritto viva la stabilità, viva Mubarak».

Secondo i calcoli Tahrir può contenere fino a 2 milioni di persone ma la folla inonda già Talat Harb e le altre strade. «Mubarak faraone, domani un altro milione!» urla la gente. Ma nel centro del Cairo, assordato giorno e notte dagli elicotteri che ronzano bassi, Mubarak se n’è già andato. L’intera zona è completamente autogestita e chiusa al traffico. E non ha mai funzionato meglio. Nessuno si è accorto che Mubarak ha fatto sospendere i servizi da giorni. Il presidente ha dato ordine di spegnere i lampioni, e le case lasciano le luci accese per illuminare la strada. Frotte di volontari si occupano di raccogliere la spazzatura, le strade vengono lavate dai ragazzi, le famiglie lasciano le porte aperte per ospitare i manifestanti.

Il ministero della sanità ha fatto chiudere gli ospedali affinché i feriti non abbiano cure, i comitati di farmacisti e dottori distribuiscono tutto, dalle bende all’insulina. La gente fa la coda ordinatamente di fronte ai pochi negozi che ancora vendono pane (senza alzare i prezzi) nonostante la scarsità di cibo. «Non importa se il cibo sta per finire – commenta un ragazzo – vorrà dire che faremo la fame. Non importa quale sarà il prezzo della libertà, lo pagheremo».

E così, i vicinati organizzano collette per mettere in comune i pochi soldi rimasti da quando Mubarak ha fatto chiudere le banche. Ai check point, dove si controlla che nessun poliziotto riesca ad infilarsi fra i manifestanti, i soldati hanno cambiato la divisa da ieri, perché gli uomini del governo avevano rubato alcune uniformi tentando di confondersi con l’esercito. «Non abbiamo paura dei soldati, sono qui per proteggerci, sono ragazzi come noi sotto servizio di leva – spiega Jamila, attivista-. E hanno già reso noto di non sparare sulla folla neanche se i generali lo ordinano». Fra i manifestanti che aiutano i soldati a perquisire le borse per assicurarsi che non entrino armi ci sono intere squadre di ragazze che si occupano di ispezionare le donne.

Al posto di blocco di Qasr el Nil si avvicina Ahmad el Aisili, famoso presentatore televisivo venuto per la marcia. Quando alza le braccia per farsi perquisire un soldato gliele abbassa «No signore non c’è bisogno di fare come ai tempi di Mubarak» gli dice il militare ricordando gli anni di terrore e umiliazioni. «Qui non ci sono più schiavi». Intanto la folla ha iniziato una danza in cui ognuno urla il suo slogan seguito da un coro di voci. «Vita libera e decisione al popolo» si canta in strada. «Mubarak vattene» strillano le nuove suonerie dei cellulari; «Mubarak la storia è nostra» è scritto sulle bende dei feriti colpiti durante le manifestazioni dei giorni scorsi. «Questo è un nuovo Egitto, questa è una nuova versione degli egiziani, come non sapevamo di potere essere. Chiamali gli egiziani 2.0», scherza Omar, un tecnico informatico.

Appoggiato al suo pullman distrutto un uomo ci tiene a precisare «scrivilo che non siamo terroristi, siamo qui in pace. Siamo qui perché prima non abbiamo mai deciso niente, vogliamo riprendersi il Paese, è nostro non suo. Benvenuta nell’Egitto libero».

Fonte: http://www.terranews.it/news/2011/02/due-milioni-piazza-l%E2%80%99egitto-caccia-mubarak

viva la verita', viva la libertà, viva gli oppressi che si ribellano!!!!

...Non temete nuotare contro il torrente. E' di un'anima sordida pensare come il volgo, solo perche' il volgo e' in maggioranza... (Giordano Bruno)
peonia
Inviato: 3/2/2011 14:35  Aggiornato: 3/2/2011 14:37
Sono certo di non sapere
Iscritto: 26/3/2008
Da: Roma
Inviati: 6677
 Re: Che cosa succede in Egitto?
IL RISVEGLIO GLOBALE TEMUTO DA BRZEZINSKI E’ ARRIVATO ?

DI PAUL JOSEPH WATSON

prisonplanet.com

Monumentale grido di battaglia per la libertà in tutto il mondo rischia di deragliare l'agenda del nuovo ordine mondiale

Il "risveglio politico globale" molto temuto da Zbigniew Brzezinski è in pieno svolgimento. Rivolte in Egitto, Yemen, Tunisia e altri paesi rappresentano un grido di libertà veramente imponente in tutto il mondo che rischia di danneggiare enormemente l'agenda per un governo mondiale, ma solo se i rivoluzionari riusciranno ad evitare di essere cooptati da una paranoica e disperata elite globale.

Durante un discorso al Council on Foreign Relations a Montreal l'anno scorso, il co-fondatore insieme a David Rockefeller della Commissione Trilaterale e regolare partecipante alle riunioni del gruppo Bilderberg, Zbigniew Brzezinski, ha lanciato l'allarme per un "risveglio politico globale", principalmente da parte dei giovani dei paesi in via di sviluppo, che minaccia di rovesciare l'ordine internazionale esistente.

Leggere interamente le parole di Brzezinski, alla luce delle rivolte globali che ora vediamo diffondersi a macchia d'olio in tutto il pianeta, ci offre una sorprendente panoramica su quanto sia di fondamentale importanza l'esito di questa fase della storia moderna, per il futuro corso geopolitico del mondo, e di conseguenza per la sopravvivenza e la crescita della libertà umana in generale.

VIDEO YOUTUBE: http://www.youtube.com/watch?v=oDBlABD01U0&feature=player_embedded

Per la prima volta nella storia umana, quasi tutta l'umanità è politicamente attiva, politicamente consapevole e politicamente interattiva ... Il risultato globale dell'attivismo politico sta generando un impulso alla ricerca della dignità personale, del rispetto culturale e di opportunità economiche in un mondo dolorosamente segnato dai ricordi di una secolare dominazione straniera coloniale o imperiale ... L'anelito alla dignità umana a livello mondiale è la sfida centrale insita nel fenomeno del risveglio politico globale ... un risveglio che è socialmente imponente e politicamente radicalizzante ... L'accesso quasi universale a radio, televisione e Internet sta creando sempre più una comunità di percezioni condivise e di invidia che può essere galvanizzata e canalizzata da demagogiche passioni politiche o religiose. Queste energie trascendono i confini sovrani e rappresentano una sfida sia per gli Stati esistenti, che per l'attuale gerarchia mondiale, su cui ancora si fonda l'America...

I giovani del Terzo Mondo sono particolarmente inquieti e risentiti. La rivoluzione demografica che essi rappresentano è quindi una bomba politica ad orologeria, come pure ... Il loro potenziale rivoluzionario potrebbe emergere tra le decine di milioni di studenti concentrati negli istituti di istruzione di "terzo livello" spesso intellettualmente discutibili dei paesi in via di sviluppo. Stando alla definizione di istruzione di terzo livello, vi sono attualmente in tutto il mondo tra 80 e 130 milioni di studenti "universitari". In genere provenienti dalla piccola borghesia socialmente insicura e infiammata da un senso di indignazione sociale, questi milioni di studenti sono rivoluzionari-in-attesa, già semi-mobilitati in assemblee di grandi dimensioni, collegate da Internet e pre-posizionati per un replay su scala più grande di ciò che è accaduto anni prima a Città del Messico o in piazza Tiananmen. La loro energia fisica e la frustrazione emotiva è solo in attesa di essere innescata da una causa, o una fede, o un sentimento di odio ...

Anche [Le] maggiori potenze mondiali, vecchie e nuove, affrontano una realtà nuova: mentre la letalità della loro forza militare è più grande che mai, la loro capacità di imporre il controllo sulle masse politicamente risvegliate del mondo è a un minimo storico. Per dirla senza mezzi termini: in tempi precedenti, era più facile controllare un milione di persone che uccidere fisicamente un milione di persone, oggi, è infinitamente più facile uccidere un milione di persone che controllare un milione di persone.

Zbigniew Brzezinski

E 'importante sottolineare che Brzezinski non stava elogiando l'inizio di questo "risveglio politico globale", lo stava screditando. Come uno degli dei principali architetti dell'"attuale gerarchia a livello mondiale", a cui fa riferimento, lo stesso Brzezinski è sotto minaccia diretta, così come in generale la continua capacità dell'élite globale di controllare gli affari del mondo.

Brzezinski si rammarica del fatto che Internet ha reso quasi impossibile per le élites globali controllare l'ambiente politico, controllare i pensieri e il comportamento di un milione di persone, che è precisamente ciò per cui l'Egitto si è mosso per fermare il world wide web ieri, in un disperato tentativo di evitare che gli attivisti si organizzassero contro lo Stato.

Come è di routine ogni volta che sommosse e rivoluzioni spuntano improvvisamente come dal nulla, la storia ci ammonisce di non prendere alla lettera quello che si vede, e ricordare le numerose artificiose "rivoluzioni colorate" che sono servite a ben poco se non a consentire all'elite globale del FMI/Banca mondiale di rovesciare un potere canaglia e sequestrare il paese entrando dalla porta di servizio con l'aiuto di regimi fantoccio successivamente insediati.

Tuttavia, l'effetto domino della rivoluzione globale che ha subìto un'accelerazione nelle ultime settimane, sembra essere stato generato da una genuino desiderio coordinato, su base popolare, per la vera libertà, e la fine dei regimi dittatoriali che gli Stati Uniti e l'elite bancaria hanno contribuito a sostenere.

La rivolta globale che si sta diffondendo in tutto il Medio Oriente e il Nord Africa, avendo già toccato l'Europa con disordini e scioperi in Italia, Francia, Grecia e Regno Unito lo scorso anno, si caratterizza come una reazione contro la dittatura, la brutalità della polizia e la repressione politica. Questi fattori hanno agitato correnti sotterranee di risentimento per anni, ma solo grazie ad una maggiore educazione e ad un più facile accesso alle informazioni e alla capacità di organizzazione attraverso Internet, una nuova generazione di attivisti ha detto finalmente basta. L'aumento vertiginoso dei prezzi alimentari, l'inflazione del carburante, salari più bassi e alta disoccupazione hanno svolto un ruolo centrale.

Come scrive Andrew Gavin Marshall nel suo ottimo articolo, Stiamo assistendo all'inizio di una rivoluzione globale? "Non dobbiamo accantonare queste proteste e rivolte come istigate dall'Occidente, ma piuttosto come proteste emerse in maniera organica, e l'Occidente sta tentando successivamente di cooptare e controllare i movimenti emergenti".

Nel caso di Egitto, Yemen e Tunisia, tutti e tre i regimi hanno goduto del supporto multi-decennale del complesso militare-industriale. Tutti e tre sono stati vassalli completamente compiacenti con il nuovo ordine mondiale. Non c'era bisogno di "rivoluzioni colorate" fittizie o messe in scena provocate dall'elite globale in questi paesi.

Infatti, il dado era già stato tratto quando l'amministrazione Obama ha espresso il suo sostegno al trentennale dittatore Hosni Mubarak, durante un'intervista della PBS di ieri, quando il vice-presidente Joe Biden ha lasciato intendere che le richieste dei manifestanti sono illegittime.

"L'azione riflessa delle potenze imperiali è quella di armare e sostenere ulteriormente i regimi oppressivi, come pure la possibilità di organizzare una destabilizzazione attraverso operazioni di infiltrazione o di guerra aperta (come si sta facendo in Yemen)", scrive Marshall. "L'alternativa è quella di avviare una strategia di "democratizzazione", in cui le Organizzazioni Non Governative-ONG- occidentali e organizzazioni della società civile, stabiliscono contatti e relazioni forti con la società civile nazionale in queste regioni e nazioni. L'obiettivo di questa strategia è quello di organizzare, finanziare e aiutare direttamente la società civile nazionale per la creazione di un sistema democratico, sul modello occidentale e, quindi, mantenere la continuità della gerarchia internazionale. In sostanza, il progetto di "democratizzazione" implica la creazione delle strutture esteriori visibili di uno stato democratico (elezioni multipartitiche, società civile attiva, "indipendenza" dei media, ecc) e tuttavia mantenere la continuità nella sottomissione alle corporazioni, alla Banca Mondiale, al FMI, alle multinazionali e alle potenze occidentali".

Ricordate - ogni paese che mantiene la propria sovranità, agisce principalmente nel suo interesse e tenta di costruire se stesso come uno Stato forte, prospero e culturalmente forte è un nemico per i globalisti. La gerarchia internazionale esige il rispetto, la dipendenza, la debolezza e una diluizione del patrimonio e della cultura in modo che ogni nazione possa essere racchiusa nella sfera di controllo del governo mondiale.

Non commettete errori a questo proposito, stiamo assistendo ad una rivoluzione globale, l'età della collera è caduta su di noi come tessere di domino che raggiungono ogni angolo del pianeta. Se l'esito sarà il rovesciamento dell'attuale gerarchia globale, come teme Zbigniew Brzezinski, resta da vedere, ma sicuramente questo dipenderà da chi controllerà i nuovi governi che sostituiranno i governanti spodestati - la gente che ha iniziato il processo di cambiamento, o la Banca mondiale, o il FMI, o le ONG e il resto delle élites globali che stanno disperatamente tentando di salvare il loro programma di governo mondiale da un deragliamento.

Versione originale:

Paul Joseph Watson

Fonte: www.prisonplanet.com/

Link: http://www.prisonplanet.com/brzezinskis-feared-global-awakening-has-arrived.html

28.01.2011

Versione italiana

Fonte: http://ilupidieinstein.blogspot.com/

Link: http://ilupidieinstein.blogspot.com/2011/01/il-globale-temuto-da-brzezinski-e.html

29.01.2011



Traduzione a cura di DAKOTA JONES

...Non temete nuotare contro il torrente. E' di un'anima sordida pensare come il volgo, solo perche' il volgo e' in maggioranza... (Giordano Bruno)
benitoche
Inviato: 3/2/2011 17:28  Aggiornato: 3/2/2011 17:28
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 30/9/2006
Da:
Inviati: 1941
 Re: Che cosa succede in Egitto?
Citazione:
"L'azione riflessa delle potenze imperiali è quella di armare e sostenere ulteriormente i regimi oppressivi, come pure la possibilità di organizzare una destabilizzazione attraverso operazioni di infiltrazione o di guerra aperta (come si sta facendo in Yemen)", scrive Marshall. "L'alternativa è quella di avviare una strategia di "democratizzazione", in cui le Organizzazioni Non Governative-ONG- occidentali e organizzazioni della società civile, stabiliscono contatti e relazioni forti con la società civile nazionale in queste regioni e nazioni. L'obiettivo di questa strategia è quello di organizzare, finanziare e aiutare direttamente la società civile nazionale per la creazione di un sistema democratico, sul modello occidentale e, quindi, mantenere la continuità della gerarchia internazionale. In sostanza, il progetto di "democratizzazione" implica la creazione delle strutture esteriori visibili di uno stato democratico (elezioni multipartitiche, società civile attiva, "indipendenza" dei media, ecc) e tuttavia mantenere la continuità nella sottomissione alle corporazioni, alla Banca Mondiale, al FMI, alle multinazionali e alle potenze occidentali".



La seconda che hai detto
Caro il mio Frankista

la religione è indispensabile
soltanto a un’umanità rescissa dal mondo divino-spirituale.
benitoche
Inviato: 3/2/2011 23:41  Aggiornato: 3/2/2011 23:42
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 30/9/2006
Da:
Inviati: 1941
 Re: Che cosa succede in Egitto?
Mi sbagliavo la prima che ha detto

Israele mantiene anche eserciti privati specializzati per intervenire a sostegno dei regimi filoamericani come la Colombia......Perchè non dovrebbero essere in Egitto ad appoggiare il Mostro che li spalleggia da anni?

Chi può escludere la presenza di squadroni della morte costituiti da "palestinesi" di Abu Mazen infiltrati dagli israeliani per concludere in un bagno di sangue la rivoluzione pacifica degli egiziani contro il loro Mostro-Faraone?
L'ONU si ritira dall'Egitto lasciandolo nelle mani degli assassini assoldati da Mubarak per sparare sulla rivoluzione. La quale rischia di fare la fine dell'intifada se non si arma per restituire colpo su colpo. Il Mostro seduto sul trono del Faraone non molla la preda
che dissangua da trenta anni

E' iniziata la mattanza per la rivoluzione egiziana. Il suo carattere pacifico viene sfruttato dal Regime e dai suoi possenti protettori (Usa e Israele) per massacrarla. Il sangue scorrerà a fiumi...... Le pietre non potranno niente controi cannoni e le mitragliatricCon la nomina a Vice Presidente di Omar Suleiman Israele ha commissariato l'Egitto e di fatto se ne è impadronito. Gli Usa hanno lasciato fare e fingono di essere raccapricciati per i massacri dei killers di Mybarak e socigli squadroni della morte organizzati da Israele hanno chiuso la rivoluzione in piazza. Stanotte il sangue scorrerà a fiumi. L'allontanamento dei giornalisti significa che la repressione non vuole testimoni. Come a Gaza. Come in Irak, Come in Afghanistan


gli squadroni della morte organizzati da Israele hanno chiuso la rivoluzione in piazza. Stanotte il sangue scorrerà a fiumi. L'allontanamento dei giornalisti significa che la repressione non vuole testimoni. Come a Gaza. Come in Irak, Come in Afghanistan

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=32039

la religione è indispensabile
soltanto a un’umanità rescissa dal mondo divino-spirituale.
audisio
Inviato: 4/2/2011 12:41  Aggiornato: 4/2/2011 12:41
Sono certo di non sapere
Iscritto: 29/4/2008
Da:
Inviati: 3471
 Re: Che cosa succede in Egitto?
@ benitoche:
purtroppo penso che sia proprio così.
Suleiman E' L'UOMO di Tel Aviv.
E dei sequestri e uccisioni extraguidiziali per conto del binomio
CIA/Mossad, le cosiddette "renditions".
E non è un caso che Mubarak si sia affidato a lui...

audisio
Inviato: 4/2/2011 12:47  Aggiornato: 4/2/2011 12:49
Sono certo di non sapere
Iscritto: 29/4/2008
Da:
Inviati: 3471
 Re: Che cosa succede in Egitto?
Aggiornamento.
Mezzi militari hanno travolto la folla radunata in Piazza Tahrir.
E Berlusconi ha dichiarato:
"Mubarak è un uomo saggio"
Ma la resistenza si sta organizzando:
lanciato un razzo rpg contro la sede del Mukhabarat nel
Sinai, vicino la striscia di Gaza.
Gli rpg sono l'arma di elezione dei fedayn palestinesi...
E poi un'altra notizia che non farà piacere a Sion:
Decine di migliaia di persone si sono radunate nel centro di Alessandria
per protestare contro il governo. Durante la preghiera, riferisce Al Jazira,
i cristiani hanno creato una catena umana per proteggere i musulmani
da eventuali provocazioni.

peonia
Inviato: 4/2/2011 19:46  Aggiornato: 4/2/2011 19:46
Sono certo di non sapere
Iscritto: 26/3/2008
Da: Roma
Inviati: 6677
 Re: Che cosa succede in Egitto?
E poi un'altra notizia che non farà piacere a Sion: Decine di migliaia di persone si sono radunate nel centro di Alessandria per protestare contro il governo. Durante la preghiera, riferisce Al Jazira, i cristiani hanno creato una catena umana per proteggere i musulmani da eventuali provocazioni.

bellissima notizia! avresti un link, che mi piacerebbe diffonderla? thx

...Non temete nuotare contro il torrente. E' di un'anima sordida pensare come il volgo, solo perche' il volgo e' in maggioranza... (Giordano Bruno)
Gisar
Inviato: 4/2/2011 21:56  Aggiornato: 4/2/2011 21:56
Ho qualche dubbio
Iscritto: 5/1/2010
Da: Umania
Inviati: 270
 Re: Che cosa succede in Egitto?
Berlusconi Mubarak Porno Horror



Scritto da Pino Cabras Venerdì 04 Febbraio 2011 16:55




Orrore in Egitto. Non è il titolo di un film splatter su qualche mummia antica, ma il primo commento che mi viene da fare ora che guardo le immagini riprese dai videofonini dei manifestanti, tragiche sequenze che documentano l’Egitto odierno. Vedo camion e camionette correre in mezzo alla folla, travolgere i manifestanti e proseguire la corsa incuranti dei corpi falciati.

Ma la pornomummia di Arcore dice che Mubarak è un uomo saggio, anzi, il più saggio di tutto il Medio Oriente.
Mi chiedo dove stia la saggezza in grado di «assicurare una transizione ordinata», dopo una repressione così crudele, odiosa e documentata. Vedendo queste immagini, noi sappiamo che non ci può essere in capo a Mubarak nessuna credibilità, nessuna legittimazione che non sia quella del terrore.

Mubarak e Berlusconi sono andati al potere quando le videoriprese erano prerogativa professionale di poche organizzazioni a loro vicine. Oggi gli apparecchi sono ovunque. Mentre l’uno scatena la sua hybris poliziesca e l’altro la sua libido decrepita, non si accorgono dei telefonini che li mostrano come re nudi, ognuno nudo a suo modo.


IL VIDEO DELLA REPRESSIONE (ATTENZIONE, IMMAGINI CHE POSSONO DISTURBARE):

http://tv.repubblica.it/dossier/egitto-caos/le-camionette-travolgono-i-manifestanti/61373?video.


Instauratio ab imis fundamentis
peonia
Inviato: 4/2/2011 22:18  Aggiornato: 4/2/2011 22:18
Sono certo di non sapere
Iscritto: 26/3/2008
Da: Roma
Inviati: 6677
 Re: Che cosa succede in Egitto?
MI SA CHE L'HANNO RIMOSSA....DICE PAGINA NON TROVATA!!!! FARABUTTI

...Non temete nuotare contro il torrente. E' di un'anima sordida pensare come il volgo, solo perche' il volgo e' in maggioranza... (Giordano Bruno)
benitoche
Inviato: 4/2/2011 22:50  Aggiornato: 4/2/2011 22:53
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 30/9/2006
Da:
Inviati: 1941
 Re: Che cosa succede in Egitto?

la religione è indispensabile
soltanto a un’umanità rescissa dal mondo divino-spirituale.
peonia
Inviato: 5/2/2011 12:17  Aggiornato: 5/2/2011 12:17
Sono certo di non sapere
Iscritto: 26/3/2008
Da: Roma
Inviati: 6677
 Re: Che cosa succede in Egitto?
grazie Benito, agghiacciante....e poi ci si chiede come mai aumenti l'odio.....specie verso taluni popoli..

...Non temete nuotare contro il torrente. E' di un'anima sordida pensare come il volgo, solo perche' il volgo e' in maggioranza... (Giordano Bruno)
Makk
Inviato: 5/2/2011 15:34  Aggiornato: 5/2/2011 15:34
Mi sento vacillare
Iscritto: 9/12/2009
Da:
Inviati: 933
 Re: Che cosa succede in Egitto?
Occhio che lo Yemen potrebbe essere una "resa dei conti" fra poteri.
E la Giordania ha le potenzialità di una transizione "democratica spontanea", senza mettere in dubbio FMI & co.

Le regioni della fascia mediterranea hanno il problema di essere "a metà del guado", servi del FMI ma bloccati nell'espansione dalla crisi che ha strozzato quella valvola di sfogo della disoccupazione (portato dell'industrializzazione e dell'abbandono delle campagne) che è l'emigrazione verso l'EU.
Gli ingredienti infiammabili ci sono.
L'assenza dell'integralismo islamico (presente invece in Yemen) è un dato significativo.

Se fossi uno di quelli che contano guarderei attentamente Marocco e Libia.
se fossi isreale mi cagherei sotto, e per buon peso manderei i carri al confine col Libano... ops, ci sono già...

peonia
Inviato: 5/2/2011 17:21  Aggiornato: 5/2/2011 17:21
Sono certo di non sapere
Iscritto: 26/3/2008
Da: Roma
Inviati: 6677
 Re: Che cosa succede in Egitto?
Un'analisi, tratta da Effedieffe:

«Sionismo catastrofico»: i piani di Israele per il Medio Oriente
di Michael collins Piper

Se c’è qualcosa che può essere detto sulla crisi in Egitto è che, in ultima analisi, la situazione si apre a molteplici interpretazioni. Qualsiasi esperto che pretenda di direl’ultima parola sul tema, vi inganna e forse inganna se stesso. Strateghi di geopolitica, esperti in poltrona e devoti della teoria della cospirazione sono in competizione per dire al mondo «ciò che sta realmente accadendo e perché». Ma non esiste una sola verità.

Prima di tutto, si consideri la questione del malcontento popolare in Egitto. Pesanti evidenze indicano che il regime di Hosni Mubarak si è sostenuto con la forza e l’oppressione e, non sorprendentemente, attraverso il sostegno dei militari egiziani. Inoltre, Mubarak ha mantenuto un rapporto stretto con gli Stati Uniti e – quindi – con Israele, con il quale l’Egitto ha intrapreso un controverso accordo di pace nel 1979, in vigore ancora oggi.

Questi due fattori hanno preservato il governo di Mubarak, almeno fino ad ora.

Tuttavia, in Egitto, vi è da molto tempo un diffuso malcontento interno, che va dai fondamentalisti islamici della Fratellanza musulmana, ai giovani «occidentalizzati», alle famiglie di lavoratori che lottano per pagare le bollette e il cibo.

Così, mentre c’è ampiezza ed apparente profondità nell’opposizione, i critici di Mubarak non sono affatto uniti su molte questioni. Tuttavia, la crisi economica che sta rovinando l’Egitto negli ultimi mesi, sembra sia stato un fattore critico nell’aver fatto scoccare la scintilla della ribellione.

In breve, sostenere che la ribellione egiziana sia orchestrata unicamente da Stati Uniti e/o da Israele vorrebbe dire ignorare le genuine preoccupazioni del popolo egiziano.

Israele e i sostenitori americani di Israele sanno che molti egiziani, di tutte le tendenze politiche e religiose, non si sono mai sentiti a loro agio con i rapporti tra Egitto-USA-Israele e che un elemento di opposizione egiziano al regime di Mubarak dovrebbe sorgere con il consenso di Israele.
Di conseguenza, molti elementi filo-israeliani stanno assumendo una posizione ferma contro la «democrazia» in Egitto, proprio per paura che un regime eletto dal popolo, in sostituzione di Mubarak, possa essere ostile ad Israele, non importa assolutamente di quale religione possa essere.

Si noti, inoltre, che uno dei principali critici del regime di Mubarak è il premio Nobel Mohamed ElBaradei, ex direttore generale dell’Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA). I sostenitori di Israele considerano ElBaradei pericoloso perché criticò la campagna dell’amministrazione Bush contro Saddam Hussein, sollevando dubbi sulle affermazioni di Bush che Saddam fosse impegnato nella costruzione di armi nucleari.

Mohamed ElBaradei
Allo stesso modo, ElBaradei prese le distanze dagli sforzi americani ed israeliani di provocare uno scontro con l’Iran per il suo presunto impegno nello sviluppo di armamenti nucleari. Tuttavia, ci sono diversi osservatori che vedono in ElBaradei un onnipresente doppio-giochista dall’incerta agenda.

Nel frattempo, nonostante tutto, non è assurdo prendere in considerazione che Israele potrebbe trarre beneficio dalla crisi egiziana; anche se l’osservatore medio potrebbe trovare questa opinione difficile da capire. La maggior parte delle persone razionali difatti, potrebbero ritenere che Israele preferisca che gli Stati vicini siano stabili e prosperi; ma questo non essere necessariamente vero.

Infatti, esiste un dettagliatissimo rapporto dal titolo «Strategia per Israele negli anni 1980»; tale articolo, inviato alla Revue d’études palestiniennes (n° 5, autunno 1982, Beirut, pp. 76, 78, 80, 82) da Israel Shahak, è apparso – in ebraico – in Kivunim (Orientamenti n° 14, del febbraio 1982), una rivista per il giudaismo e il sionismo pubblicata dal dipartimento della propaganda dell’Organizzazione sionista mondiale, che ha candidamente steso una strategia israeliana volta a causare il caos nel mondo arabo, attraverso la spaccatura degli Stati arabi dal loro interno. L’autore fu Oded Yinon, giornalista israeliano con stretti legami con Ministero degli Esteri israeliano.

Oded Yinon

Il programma – che prevedeva la balcanizzazionedelle varie Repubbliche Arabe, suddividendole in enclavi religiose come, ad esempio, sciiti e sunniti – fu un ordine del giorno che il dissidente israeliano Israel Shahak affermò, molto semplicemente, essere stato progettato «per creare un Israele imperiale Israele di potenza mondiale», disgregando gli Stati arabi e, quindi, ponendo le basi per il dominio di Israele nel Medio Oriente.
Lo schema era fondato sull’idea di creare il caos tra i vicini Arabi di Israele, una politica che difficilmente nessun vicino onesto e con buone intenzioni avrebbe potuto promuovere. In effetti, le attuali divisioni politiche e religiose e la devastazione dell’Iraq – conseguenza dell’invasione americana richiesta dalla lobby pro-Israele di Washington – rispecchiano esattamente quello che il documento sionista propugnava come stato ideale di cose, ovviamente da un punto di vista israeliano.

Ma cosa c’entra l’Egitto in tutto questo?

Nel suo libro del 1988, La storia nascosta del sionismo, riflettendo sul documento di strategia sionista, Ralph Schoenman – un eminente critico americano ebraico del sionismo – evidenziò con acutezza lo scopo dello scritto di «tradire Mubarak» e sottolineò la speranza che vi si leggeva per «la caduta e la dissoluzione d’Egitto» nonostante gli accordi di pace del 1979 di Camp David.

Si tratta di geopolitica al massimo livello (o al peggiore), e dimostra il genere di giochi d’azzardo che Israele storicamente è sempre stata disposta a fare.
Dopotutto, la stessa Israele ha aiutato a sovvenzionare e nutrire la fazione nascente di Hamas all’interno del movimento si Stato palestinese, come mezzo per contrastare e minare la fazione laica di Fatah, guidata dal senior statista palestinese Yassir Arafat. Ma Hamas gli è ora sfuggito di mano, è cresciuto in popolarità, e rappresenta adesso uno dei suoi principali rivali.
Tale abilità da parte di Israele è parte di una filosofia conosciuta con il nome di «Sionismo catastrofico», un termine usato quasi esclusivamente da scrittori israeliani ed ebrei.

Il tema del «Sionismo catastrofico», a volte chiamato «Guerra del Sionismo» indica che Israele – come Stato – confida sulla crisi e la potenziale guerra con i suoi vicini come fondamento della sua stessa esistenza. Questa fu effettivamente la convinzione di molti elementi di estrema destra che parteciparono alla nascita di Israele.
In breve, ci sono molti sionisti che ritengono che questo genere di crisi siano fondamentali per la sopravvivenza di Israele. E per questo motivo, i credenti nel «Sionismo catastrofico» non potranno mai dare il loro sostegno ad una politica, nazionale o internazionale, che potrebbe condurre ad una soluzione definitiva del conflitto tra Israele e i suoi vicini arabi e musulmani.
In realtà, questo concetto – che la pace potrebbe essere pericolosa per la sopravvivenza di Israele – è un’idea dominante anche nelle menti di molti israeliani (e loro sostenitori) in tutto il mondo.



Michael Collins Piper, giornalista specializzato in critica dei media, è autore di The High Priests of War, The New Jerusalem, Dirty Secrets, The Judas Goats, The Golem, Target Traficant and My First Days in the White House

...Non temete nuotare contro il torrente. E' di un'anima sordida pensare come il volgo, solo perche' il volgo e' in maggioranza... (Giordano Bruno)
Manfred
Inviato: 5/2/2011 20:59  Aggiornato: 5/2/2011 21:03
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 3/11/2009
Da: Osnabrück
Inviati: 2094
 Re: Che cosa succede in Egitto?
Non necessita aggiungere catastrofico al termine sionismo, facendo supporre erroneamente che questo sia una corrente del sionismo stesso, il sionismo nasce nella ricerca di una catastrofe continua, unica situazione in grado di legittimarlo e dare spazio alla paranoia esistenziale dei suoi artefici e seguaci.

Rickard
Inviato: 6/2/2011 9:54  Aggiornato: 6/2/2011 9:54
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 9/9/2007
Da: Un mondo pervaso di follia
Inviati: 1609
 Re: Che cosa succede in Egitto?

La scienza non è nient'altro che una perversione se non ha come suo fine ultimo il miglioramento delle condizioni dell'umanità. - Nikola Tesla
benitoche
Inviato: 9/2/2011 9:27  Aggiornato: 9/2/2011 9:27
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 30/9/2006
Da:
Inviati: 1941
 Re: Che cosa succede in Egitto?
....lo rivela Wikileaks
Secondo un documento svelato da Wikileaks, pubblicato dal quotidiano britannico Daily Telegraph, l'uomo attualmente designato a prendere "provvisoriamente" la successione di Mubarak, gode della più completa fiducia del governo d'Israele. Dal 2008, infatti, Tel Aviv aveva detto a chiare lettere che "Non c'è dubbio che Israele si senta più a suo agio con la prospettiva di Suleiman alla presidenza".

Costui è stato puntualmente designato a guidare la transizione dopo il gran corto circuito che ha scosso la società egiziana, su ingiunzione degli Stati Uniti che vedono di buon occhio il trasferimento del potere nelle mani di Suleiman. La "tempesta perfetta" ventilata da H. Clinton si risolverebbe perfettamente con la promozione del gran capo dei servizi segreti egiziani che -tra l'altro- era stato indicato in tempi non sospetti da Israele .
Secondo il documento distribuito da Wikileaks, il consigliere del ministero della Difesa David Hacham, nel 2008 spiegò ai diplomatici Usa in Israele che per lo Stato ebraico Suleiman doveva essere "almeno un presidente ad interim in caso di morte o incapacità di Mubarak". La ribellione popolare che ha fino ad oggi paralizzato l'Egitto, non ha modificato minimamente questo scenario su cui converge Washington e l'Unione Europea, che fanno quadrato attorno a Tel Aviv. E voltano le spalle alle aspirazioni pressanti della società egiziana oberata dal peso soffocante di 36 anni di un regime che hanno sempre sostenuto militarmente e finanziariamente.

Tito Pulsinelli
Fonte: http://selvasorg.blogspot.com
Link: http://selvasorg.blogspot.com/2011/02/israele-dal-2008-voleva-suleiman-alla.html#more

la religione è indispensabile
soltanto a un’umanità rescissa dal mondo divino-spirituale.
benitoche
Inviato: 14/2/2011 4:31  Aggiornato: 14/2/2011 4:31
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 30/9/2006
Da:
Inviati: 1941
 Re: Che cosa succede in Egitto?
Sciolto il parlamento, militari garanti paese

ISRAELE, POSITIVO ANNUNCIO CAIRO SU TRATTATI - Israele si e' oggi rallegrato per l' annuncio del governo militare egiziano sul rispetto di tutti i trattati internazionali firmati dall' Egitto, incluso l' accordo di pace con Israele. Intervistato dal secondo canale della Tv, il ministro delle finanze Yuval Steinitz, ha detto: ''sono molto felice di questo annuncio.. La pace non e' solo un interesse di Israele ma anche dell'Egitto''.

cvd

la religione è indispensabile
soltanto a un’umanità rescissa dal mondo divino-spirituale.
benitoche
Inviato: 14/2/2011 4:54  Aggiornato: 14/2/2011 4:54
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 30/9/2006
Da:
Inviati: 1941
 Re: Che cosa succede in Egitto?

la religione è indispensabile
soltanto a un’umanità rescissa dal mondo divino-spirituale.
Lestaat
Inviato: 14/2/2011 11:38  Aggiornato: 14/2/2011 11:40
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 27/7/2005
Da: Perugia
Inviati: 1774
 Re: Che cosa succede in Egitto?
Citazione:
Autore: benitoche Inviato: 14/2/2011 4:31:10
Sciolto il parlamento, militari garanti paese

ISRAELE, POSITIVO ANNUNCIO CAIRO SU TRATTATI - Israele si e' oggi rallegrato per l' annuncio del governo militare egiziano sul rispetto di tutti i trattati internazionali firmati dall' Egitto, incluso l' accordo di pace con Israele. Intervistato dal secondo canale della Tv, il ministro delle finanze Yuval Steinitz, ha detto: ''sono molto felice di questo annuncio.. La pace non e' solo un interesse di Israele ma anche dell'Egitto''.

cvd


Ovvio che non c'è affatto da fidarsi, ma è un po' presto per un CVD.
Anche io, che non nutro certo simpatia per Israele, avrei detto le stesse cose onde evitare "peggioramenti".
Per il momento potrebbe essere una saggia decisione.
Staremo a vedere, e staremo anche a vedere cosa ne dirà il popolo se "butta male". C'è un sacco di gente che sa esattamente cosa sta facendo da quelle parti, sono certo una minoranza, ma ce ne sono tanti.
Quel che mette tristezza è la consapevolezza che per arrivare a questo misero traguardo intermedio, a noi qui, mancano come minimo altri dieci anni di miseria.
Per quel che riguarda Suleiman, è certo esponente di quella categoria di delinquenti, ma per il momento è il potere che ha deciso di dargli una carica, se alla popolazione sta bene è tutto da vedere.

In nomine libertatis vincula edificamus.
In nomine veritatis mendacia efferimus.

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