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opinione : Perchè l'Italia
Inviato da Redazione il 21/7/2012 23:10:00 (10130 letture)

D'accordo, gli italiani sono dei menefreghisti. Gli italiani se ne fottono di quello che succede al loro paese, e guardano soltanto al vantaggio personale. Gli italiani si sentono tutti uniti quando gioca la nazionale, ma poi tornano subito al loro passatempo preferito, che è quello di pisciare nel giardino del vicino.

Gli italiani reagiscono come belve ferite se li tocchi nel portafoglio: prova a ritoccare le tariffe dei tassisti, e avrai di colpo intere città bloccate dalle auto gialle, che protestano per questi ritocchi. Oppure prova a ritoccare le sovvenzioni agli agricoltori, e avrai di colpo le strade di mezza Italia bloccate dalle mucche e dai trattori. Ma non vedrai mai i tassisti che scioperano per difendere i diritti degli agricoltori, nè gli agricoltori che scioperano per difendere quelli dei tassisti. In Italia la solidarietà fra le varie categorie non esiste, esattamente come non esiste la soliderietà fra gli individui.

Ognuno per i cazzi suoi, e che Dio ce la mandi buona.

Ma perchè siamo così diversi dagli altri? Perchè gli spagnoli scioperano uniti contro le misure dell'austerity, perchè gli inglesi protestano uniti quando la benzina è troppo cara, perchè i francesi scendono compatti in piazza contro l'innalzamento dell'età pensionabile, mentre noi restiamo serenamente a casa nostra, a meno che la cosa ci riguardi da vicino?

La prima risposta che viene alla mente, è che da noi il meccanismo del divide et impera abbia funzionato meglio che nelle altre nazioni. Ma siamo daccapo: perché da noi avrebbe funzionato meglio, e dagli altri invece molto meno?

Propongo un ragionamento, senza pretendere ovviamente di avere la verità in tasca. La nostra nazione ha una storia molto particolare, che la differenzia da tutte le altre: è stata infatti sia la culla del grande impero romano, ...

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opinione : Intelligenza e Artificio
Inviato da Redazione il 12/7/2012 22:40:00 (8404 letture)

Ho provato a giocare con un videogame che simula le partite di calcio, e ne sono rimasto affascinato.

Il fascino non deriva dal gioco del calcio in sè, ma dal risultato eccezionale, ottenuto dai creatori di questo gioco, nel simulare una situazione estremamente complessa, in cui 22 individui si muovono ed agiscono ciascuno in modo indipendente.

Agiscono, ed interagiscono. Il risultato infatti è talmente realistico, che guardando lo schermo un pò da lontano si potrebbe anche pensare di assistere ad una partita vera, con tanto di boati del pubblico e commento "dal vivo" dei telecronisti.

Per quelle 20 persone in Italia che non conoscono il calcio dirò una cosa ovvia per tutti gli altri: ciascun giocatore va in campo con dei compiti ben precisi, che riguardano sia la posizione da tenere rispetto ai suoi compagni, sia il modo in cui deve comportarsi in ciascuna delle 1000 situazioni possibili che si possono presentare nell'arco della partita. Marcare l'uomo che gli è stato assegnato, spostarsi a coprire un buco che si è creato in difesa, invertire la propria posizione con quella di un compagno che ha preso la tua, rischiare un lancio azzardato piuttosto che mantenere il possesso di palla, eccetera, eccetera. Sono tutte decisioni che il giocatore deve prendere momento per momento, a seconda di quello che succede sul campo.

Il paradosso di questo videogame è che si può giocare anche da soli. Tu scegli la tua squadra e quella che vuoi affrontare, e poi giochi contro il computer. Nella tua squadra puoi gestire soltanto giocatore alla volta, che puoi cambiare in qualunque momento. Tutti gli altri - sia compagni che avversari - vengono mossi dal computer, agendo esattamente come agirebbe un giocatore reale al loro posto.

In altre parole, i giocatori animati dal computer sembrano essere dotati di libero arbitrio. Ciascuno vede quello che succede intorno, valuta la situazione ed agisce di conseguenza. È questo l'aspetto affascinante di cui parlavo prima.

Noi sappiamo infatti che quella dell'intelligenza artificiale è soltanto una illusione ...

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opinione : La quiete prima della tempesta?
Inviato da Redazione il 6/7/2012 1:10:00 (9580 letture)

Nei classici film dell'orrore, c'è la donna che dorme in casa da sola, e improvvisamente viene svegliata da strani rumori che arrivano dal piano inferiore. Lei si alza spaventata, prende la torcia elettrica e scende silenziosamente le scale. Al piano inferiore tutto è buio, e tutto sembra normale. Noi palpitiamo con lei, mentre ispeziona con il cuore in gola tutti gli angoli della casa, una stanza dopo l'altra. Ma alla fine si scopre che era stato il gatto a far cadere un barattolo vuoto in cucina. Proprio nel momento in cui ci rilassiamo, e lei sta tornando a letto, da un angolo oscuro salta fuori l'assassino, facendoci sobbalzare sulla sedia.

Fino a ieri tutti aspettavamo da un momento all'altro un attacco di Israele all'Iran. Non si sentiva parlare d'altro che del "pericolo nucleare" iraniano, di sanzioni, e di possibilità di un attacco "preventivo" da parte di Israele, che avrebbe necessariamente coinvolto gli Stati Uniti nel conflitto.

Poi di colpo non si è sentito più nulla. E' come se l'Iran non esistesse più, è come se il suo "pericolosissimo" processo di arricchimento dell'uranio si fosse fermato di colpo, e da oggi gli iraniani avessero deciso di riscaldarsi tutti con la stufa a carbone.

E mentre noi ci rilassiamo, pensando che fosse stato soltanto il gatto in cucina, ...

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opinione : Il doppio Supermario
Inviato da Redazione il 29/6/2012 21:30:00 (6590 letture)

di Marco Cedolin

L'Italia di Prandelli vola in finale ai campionati europei di calcio, contro tutte le previsioni della vigilia, dopo avere battuto con merito la Germania, mentre l'Italia di Monti (che purtroppo é anche la nostra), continua ad inabissarsi ogni giorno di più, come ampiamente previsto, nelle sabbie mobili della povertà e della disgregazione sociale.

Il parallelismo potrebbe anche starci, se proposto con la consapevolezza che il calcio é un gioco, mentre la devastante situazione economica e sociale rappresenta la cruda realtà, del tutto priva di qualsiasi sfumatura ludica.

Quella consapevolezza che al contrario in questi giorni di canicola soffocante, sospesi a metà fra Scipione e Caronte, sembra essere venuta meno troppo spesso ed un po' a tutti i livelli, tanto nel mainstream quanto fra coloro che costruiscono, leggono e commentano l'informazione genuina su internet.

La pletora di mestieranti d'accatto che compongono le redazioni di giornali e TV.....

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opinione : Ralenty
Inviato da Redazione il 22/6/2012 0:30:00 (12385 letture)

(26/7/2008) Parte il calcio di punizione. Il portiere vede il pallone che spunta sopra la testa dei suoi difensori, fa due passi verso sinistra, si lancia verso l’alto, e riesce a deviare il tiro sul fondo, prima che la palla si infili sotto l’incrocio dei pali. Il portiere si accartoccia a terra, e si rialza fra gli applausi della folla.

Rivedendo il tutto “al rallentatore”, è accaduto questo:

I raggi di luce riflessi dal pallone in movimento sono stati catturati dagli occhi del portiere, la loro retina li ha trasformati in immagini, e queste sono state spedite al cervello tramite i nervi ottici.

Immediatamente il cervello ha computato altezza, velocità, angolazione, distanza, parabola e forza di rotazione del pallone, e ne ha calcolato la traiettoria che lo portava verso l’incrocio dei pali, alla sua sinistra. Il cervello ha quindi trasmesso centinaia di comandi contemporanei ai diversi muscoli del corpo, che ha iniziato a muoversi in quella direzione.

Mentre il portiere si muoveva verso sinistra, il cervello computava la distanza fra le mani e il sette, e concludeva che prima di lanciarsi era necessario avvicinarsi di più al palo della porta. Mentre partivano gli ordini alle gambe, che compivano il primo passo, gli occhi del portiere seguivano il pallone, e il cervello ri-computava la traiettoria con maggiore precisione. Dopo il primo passo, il cervello stabiliva che la distanza dall’incrocio dei pali era ancora troppo alta per lanciarsi, e partiva l’ordine per le gambe di compiere un secondo passo.

Durante il secondo passo subentrava il fattore emergenza, e il cervello entrava momentaneamente in conflitto: da una parte, la distanza dal sette era ancora eccessiva per arrivarci con le mani, dall’altra la palla era ormai troppo vicina al bersaglio per permettere un terzo passo. In un milionesimo di secondo il cervello decideva che era indispensabile lanciarsi comunque, ...

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opinione : Il fantasma del terrorismo per coprire la realtà
Inviato da Redazione il 18/5/2012 21:50:00 (8494 letture)

di Marco Cedolin

Nessuna persona in buona fede e nella pienezza delle sue facoltà mentali potrebbe seriamente prendere in considerazione l'ipotesi dell'avvento di una stagione di terrorismo nell'Italia del 2012, così come stanno vaticinando alcuni ministri del governo Monti, coadiuvati nella mistificazione da larga parte del bestiario politico e di quello mediatico, deputato all'orientamento del pensiero.

Tutti i parametri della società sono cambiati così radicalmente nel corso degli ultimi 40 anni, da far si che oggettivamente diventi assolutamente improponibile qualsiasi parallelismo con la stagione del terrorismo che sconvolse il paese a cavallo degli anni 70.

Quaranta anni fa, sull'onda della rivoluzione cubana e della contrapposizione ideologica fra comunismo e capitalismo, l'immaginario collettivo era fondalmentalmente ancora così ingenuo da prendere in considerazione la possibilità di sovvertire l'ordine costituito attraverso la pratica della lotta armata.

La "lotta di classe" era un qualcosa di tangibile, in una società molto semplice e schematica, ...

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opinione : L'isola: un quesito sulla natura dell'uomo
Inviato da Redazione il 8/5/2012 5:08:51 (11791 letture)

di Carlo Brevi

Oggi vorrei proporre un quesito ai lettori del blog.

Immaginiamo uno scenario altamente improbabile, se non quasi impossibile, che servirà unicamente quale pretesto per poter esprimere la propria idea sulla natura degli uomini e il loro rapporto con la comunità.

Lo scenario è questo: in seguito ad uno sconvolgente movimento tellurico, nel cuore dell’oceano Atlantico emerge un lembo di terra, un’isola grande pressapoco quanto due volte la Sicilia.

La morfologia dell’isola è caratterizzata da ampie pianure e morbide colline, è attraversata da fiumi ed è ricca di acque dolci. Dopo la sua incredibile comparsa, diversi stati ne rivendicano la proprietà, ognuno esponendo le sue motivazioni: Stati Uniti, Argentina, Brasile, Messico, Cuba, Portogallo, Spagna, Marocco, e perfino la Russia.

La situazione è singolare, ed ovviamente un accordo non si trova: si discute anche di una eventuale spartizione, ma anche qui le difficoltà da superare sono troppo grandi per giungere ad un compromesso che accontenti tutte le parti.

Nel frattempo gli anni passano, le colline si popolano di alberi, sull’isola si stabiliscono delle colonie di uccelli, mentre alcune spedizioni scientifiche autorizzate dalle Nazioni Unite giunte sul posto scoprono che la terra del luogo è molto fertile, e dopo accurate ricerche si giunge alla conclusione che opportunamente coltivata, e con l’importazione di animali da allevamento, l’isola potrebbe ospitare e sostenere fino a dieci milioni persone.

Infine, le grandi potenze decidono di ritirare ogni pretesa sull’isola: ...

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opinione : E se un giorno per caso ....
Inviato da Redazione il 3/4/2012 4:20:00 (11845 letture)

L'altra sera con alcuni amici abbiamo provato a fare un gioco curioso: "Supponiamo che dall'oggi al domani scomparissero tutti i soldi che ci sono sulla terra" ha detto qualcuno. "Ci svegliamo un mattino e i soldi semplicemente non esistono più. Non esistono più i conti in banca, non esistono più i bigliettoni che avevi nel portafoglio o sotto il materasso, non esiste più un solo dollaro, un solo euro o una sola rupia nemmeno nei più remoti angoli del mondo. A quel punto che cosa succederebbe, nella società di oggi?"

Per quanto si tratti di una ipotesi assolutamente irrealistica, prima di provare a rispondere ci siamo imposti una regola precisa: non saltiamo direttamente a conclusioni generiche come "si torna al baratto", oppure "esplode la violenza incontrollabile nella società". Cerchiamo di immaginare tutti i passaggi successivi, uno dopo l'altro, in modo realistico, partendo dal momento stesso in cui tutti vengono a sapere che i soldi non esistono più.

Diciamo che al mattino di un certo lunedì tutte le televisioni, tutte le radio, tutti i giornali e tutte le testate di Internet diano contemporaneamente la notizia che "da questo momento i soldi sulla terra non esistono più."

Della nostra chiacchierata sono usciti queste previsioni: per prima cosa, la gente si spingerebbe verso le banche, ...

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opinione : Costa Concordia - la pista russa
Inviato da Redazione il 16/3/2012 5:39:07 (11454 letture)

Ieri a Radioies mi hanno chiesto cosa ne pensassi della "pista russa" nel caso Concordia, descritta da questo articolo di Rita Pennarola. Ho pensato di sottoporre l'articolo agli utenti di luogocomune prima di rispondere. M.M.


COSTA CONCORDIA - LA PISTA RUSSA

di Rita Pennarola

C'e' qualcosa che non torna nelle ricostruzioni sul naufragio. Quello che il comandante Schettino fin da subito non riesce a spiegare e' il motivo, forse inconfessabile, che lo porto' quella notte a dirigere la “sua” nave a tutta velocita' contro scogli che lui stesso conosceva a memoria. Chi o che cosa lo spinsero a salire in plancia per la manovra “kamikaze”? Smentita clamorosamente la versione dell'“inchino”, vengono a galla fatti e personaggi che conducono tutti in Russia.

Assurdo. Impensabile. Nemmeno immaginabile. Sono solo alcuni dei termini usati nei forum del personale marittimo italiano, che comprende molti alti ufficiali, per definire quanto e' avvenuto in quell'attimo preciso del 13 gennaio scorso, ore 21.40, a bordo del Costa Concordia, la piu' grande nave da crociera italiana, simbolo di un orgoglio nautico affondato quella tragica notte dinanzi all'isola del Giglio, trascinando con se' negli abissi, oltre alle vittime, le sorti dell'unico comparto nazionale con fatturati e occupazione in rapida ascesa: il settore crocieristico.

Lo sconcerto coglie in particolare i tanti membri del Forum che per anni avevano viaggiato su navi comandate da Francesco Schettino, considerato dalla stampa mondiale l'artefice del disastro, perche', dicono, conosceva il Concordia come le sue tasche e ancor di piu' il mar Tirreno, casa sua da oltre trent'anni di navigazione.

Il punto, allora, ben oltre le ricostruzioni gossippare che hanno colorito le cronache della tragedia, e anche al di la' delle responsabilita' successive all'urto, e' precisamente questo: cosa puo' aver indotto il comandante di lungo corso Schettino a salire in plancia, ...

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opinione : Che mondo è?
Inviato da Redazione il 1/3/2012 5:20:00 (11403 letture)

di Marco Cedolin

Che mondo è quello in cui un ragazzo di 37 anni deve salire su un traliccio dell'alta tensione e sfracellarsi al suolo, per difendere il futuro della terra in cui vive, dalla mafia del cemento e del tondino che vuole farne scempio, per ingrassare bulimici patrimoni bancari?.....

Che mondo è quello in cui i lavoratori si ammazzano, perchè gia assassinati un momento prima dal mercato del lavoro, che mercifica la vita umana e fa scempio della dignità?.......

Che mondo è quello dove ti stanno togliendo tutto e se ti azzardi a protestare arrivano squadre di picchiatori legalizzati a bastonarti e gasarti perfino dentro le carrozze dei treni? ...

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opinione : E’ finito il tempo delle scuse
Inviato da Redazione il 24/2/2012 8:00:00 (11331 letture)



Nella recente discussione sui militari in Afghanistan (che io ho definito “assassini prezzolati”), diversi utenti hanno espresso opinioni contrarie alla mia: “La colpa non è loro perchè sono avidi o killer (tranne qualche testa bollente) ma perchè "qualcuno" ce li ha portati lì a fare quello che gli dicono di fare”. “La colpa non è tanto dei militari quanto più di chi ce li manda, e dire che tutti ammazzano donne e bambini innocenti è sbagliato.” “I militari sono solo pedine di questi grandi giochi: prendersela con loro è proprio un atteggiamento miope.”

Fino a ieri anch’io la pensavo così, e non ne ho mai fatto mistero. Anzi, lo sostenevo a gran voce, proprio per portare l’attenzione sul meccanismo perverso che mette poveri contro poveri in tutto il mondo per trarne un vantaggio personale: ad alcuni di loro si mette in mano un fucile, li si convince che gli altri sono degli esseri disdicevoli che vanno eliminati al più presto, e li si manda a casa loro ad ammazzarli. Quando tutto è finito, il soldato che è sopravvissuto riceve una medaglia, quello morto una bandiera sulla bara, e chi ce li ha mandati tiene per sè tutto quello che hanno conquistato. (Nel frattempo c’è anche chi conta io soldi incassati per aver venduto armi ad ambedue le nazioni, ma questo ora non ci interessa).

E’ sempre stato così, dall’alba dell’umanità. Guerre di conquista o di religione che fossero, ...

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opinione : L’ipocrisia dentro la bugia dentro la messinscena
Inviato da Redazione il 21/2/2012 8:10:00 (11510 letture)

AVVISO PER TUTTI GLI UTENTI - QUI

********************************************

Ci dice l’ANSA che "Monti ha appreso con dolore il grave incidente in Afghanistan nel quale hanno perso la vita tre militari italiani.”

Questa è l’ipocrisia.

Ve lo vedete Monti che davvero soffre, anche per un solo millesimo di secondo, per i tre militari italiani morti annegati, quando lui stesso si sta adoperando come un matto per consegnare il nostro paese nelle mani dei banchieri e dei guerrafondai che si arricchiscono proprio scatenando guerre di genocidio in tutto il mondo?

”l Ministro Terzi ha rinnovato i sentimenti di gratitudine nei confronti delle nostre Forze Armate, sottolineando la "profonda ammirazione per i nostri militari che, prestando servizio con onore e dedizione nei teatri di crisi, forniscono il loro prezioso contributo alla pace ed alla sicurezza internazionale".

Questa è la bugia.

Non ci può essere nessuna ammirazione per dei mercenari che vanno ad uccidere impunemente vecchi, donne e bambini in giro per il mondo, e soprattutto non c’è mai stato nessun “teatro di crisi”. Gli afghani stavano benissimo, prima che arrivassimo noi a rubargli quel poco che ancora gli rimane. Il “teatro della crisi” glielo abbiamo portato noi, già confezionato e pronto per l’uso, dal palcoscenico alle scenografie, dalle comparse al cast degli attori, dalle luci di scena al capocomico, dalle locandine alla biglietteria, dalle poltrone di platea alla sceneggiatura completa ed approvata.

Il palcoscenico è lo schermo perennemente illuminato del nostro televisore, che ormai abbiamo imparato a scambiare per la realtà che ci circonda. Le scenografie sono le grotte vuote dell’Afghanistan, …

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opinione : La Concordia della discordia
Inviato da Redazione il 27/1/2012 3:20:00 (25803 letture)

Paolo Franceschetti ha pubblicato sul suo blog questo articolo, che riportiamo integralmente, seguito dalla risposta di Massimo Mazzucco.

Alcune riflessioni sul Concordia, sul complottismo, e sull’articolo di Mazzucco.

Ovvero: ho saputo da fonti certe che Massimo Mazzucco in una vita precedente era sposato con Paolo Attivissimo.

Di Paolo Franceschetti


1. Premessa generale. Il problema del Concordia e del complottismo. 2. I sei piani di realtà secondo lo studioso americano Jean Bale Colsale, e la collocazione di Mazzucco, me, Solange, Malanga, Barnard, Gramiccioli, Attivissimo e altri ancora. 3. Il simbolismo della vicenda Concordia. 4. PS. Alcune precisazioni a fine articolo.

1. Premessa generale. Il problema del Concordia e del complottismo.

In questi giorni sono sommerso di mail sul Concordia, sia sulla posta che su facebook, sms e telefonate. Poi qualcuno mi chiede di rispondere a Mazzucco e all’articolo che ha scritto qualche giorno fa.

In realtà mi scoccia parlare del Concordia, perché non mi interessa molto, ritenendo che ci siano cose molto più importanti da trattare, dai forconi siciliani, alla crisi economica attuale, ai nuovi provvedimenti varati dal governo, a partire dalle carceri private, per passare alla chiusura dell’arma dei carabinieri e mille altre cose; e ci sono eventi, dalla guerra contro l’Iran alla catastrofe economica, che faranno molti più morti di quelli che abbiamo avuto sulla nave Costa.

Anche rispondere pubblicamente a Mazzucco in realtà non è importante, perché ritengo che i lettori non siano interessati alle differenze di opinione tra me e Massimo, e che un dialogo pubblico tra me e lui potrebbe solo annoiare.

Alla fine mi sono deciso a scrivere questo pezzo perché mi offre lo spunto per fare una serie di riflessioni sul mondo complottista in genere …

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opinione : L'affondamento della Concordia
Inviato da Redazione il 14/1/2012 21:30:00 (92769 letture)

L’affondamento della motonave Concordia era programmato. Non c’è stato nessun “incidente”, non c’è stata nessuna “disgrazia”, non c’è stata nessuna “casualità” che abbiano portato quella nave ad incagliarsi sugli scogli dell’Isola del Giglio.

Inizialmente non volevo crederci, ma le mille prove inconfutabili emerse in rete nelle ultime ore mi hanno fatto cambiare idea: l’affondamento della nave da crociera è stato un chiaro segnale da parte dei poteri occulti per indicare la fine della “concordia” europea nata - non a caso – sulle stesse acque, durante la crociera del panfilo Britannia.

La nave Concordia rappresentava esplicitamente l’unità europea, visto che i suoi 13 ponti prendevano il nome dalle 13 nazioni europee: Olanda, Svezia, Belgio, Grecia, Italia, Gran Bretagna, Irlanda, Portogallo, Francia, Germania, Spagna, Austria, e Polonia. Il simbolismo di questa scelta è evidente: i passeggeri di ciascun ponte pisciano su quelli di sotto, a cascata, e gli ultimi pisciano in mare. L’Europa deve essere unita sì, ma in senso verticale, non orizzontale. In questo modo i problemi di ciascuno diventano i problemi di tutti, e non si getta mai via niente. Inoltre, basta provocare una falla alla base della costruzione, e tutto viene giù in pochi minuti, senza che resti un solo superstite.

Lo scettico dirà che non c’era nessun bisogno di “annunciare” la fine dell’Europa, con l’affondamento della Concordia, visto che questa fine è già iniziata da molti mesi, ed è ormai sotto gli occhi di tutti.

Fessacchiotto. L’affondamento del Costa Concordia è solo la conferma definitiva di questa distruzione, ma il preavviso silenzioso era già stato lanciato nel Febbraio del 2010, quando un altro “Concordia”, molto meno noto, era stato affondato vicino alle coste brasiliane (a cercare in rete si trova veramente di tutto). E quel Concordia – guarda caso – era stato ospite del “Britannia Heritage” di Westcoast,...

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opinione : Perchè ridiamo? La domanda da un milione di dollari
Inviato da Redazione il 12/1/2012 3:40:00 (6559 letture)

Oltre al pubblico dibattito che ha scatenato, l’infelice battuta di Paolo Villaggio suggerisce anche una indagine di tipo psicologico sul meccanismo della risata in generale. Che cosa ci fa ridere? Perchè in certi casi ridiamo e in altri no? Vi sono delle regole assolute per poterlo stabilire?

A quest’ultima domanda si potrebbe rispondere di “sì”, visto che una buona barzelletta funziona sempre - anche se magari in misura diversa – e di solito se uno non ride è solo perchè “non l’ha capita”.

Ma se queste regole esistono, quali sono esattamente? Quali sono gli elementi necessari e sufficienti per far scattare in noi il meccanismo della risata?

Attenzione, perchè non stiamo parlando di un problemino da nulla. Il meccanismo della risata è stato oggetto di studio fin dai tempi di Aristotele, ed ancora nel secolo scorso un certo Vladimir Propp, diventato famoso nel mondo per aver ”decifrato” i meccanismi universali della narrazione, si cimentava in un tentativo simile per decifrare i meccanismi della risata, ma falliva miseramente.

Nel suo libro “La morfologia della fiaba” (1929) Propp analizzava oltre un migliaio di fiabe da ogni parte del mondo, e trovava tutti gli elementi in comune fra di loro (che lui chiamava “funzioni” ) che gli permisero di estrarre la chiave universale della struttura narrativa.

Talmente accurata fu la sua analisi, che potè rappresentare questa struttura in una vera e propria formula matematica. E’ poi il discorso che facevamo nell’articolo sulle profezie, ...

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