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Medicina : Cura il cancro per e-mail
Inviato da Redazione il 28/1/2009 11:50:00 (49788 letture)

Questa è un’altra paziente curata di recente da Tullio Simoncini da un tumore alla vescica. Anzi, bisogna dire che questa paziente si è curata da sola, perchè Lorna, che vive in Australia, Simoncini non l’ha mai nemmeno incontrato.



Questa è la sintesi dell’intervista, la cui versione completa sarà pubblicata più avanti. Nella versione completa Lorna spiega come ha imparato da sola a posizionare il catetere per i lavaggi con il bicarbonato, e racconta le diverse reazioni dei medici alla sua scelta coraggiosa e apparentemente positiva.

Su Simoncini abbiamo già detto tutto e il contrario di tutto, ...

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Medicina : Costretto a rifugiarmi in Vaticano perché aiutavo i malati di tumore
Inviato da Redazione il 17/11/2008 18:59:39 (20311 letture)

di Stefano Lorenzetto

Il professor Giuseppe Zora, all’epoca docente all’Istituto di clinica oncologica dell’Università di Messina, e la dottoressa Anna Tarantino, biologa nel medesimo istituto, formavano una delle coppie più promettenti nel campo della ricerca sui tumori, e non certo perché erano (sono) marito e moglie.

È che trent’anni fa, inoculando nei topi malati di cancro il Corynebacterium parvum, un batterio appartenente alla famiglia dell’agente patogeno che provoca la difterite, avevano constatato sorprendenti regressioni del male.

Ma poi, nel 1979, il professor Saverio D’Aquino, direttore dell’istituto, chiese loro di sperimentare in laboratorio un siero ottenuto dalle feci e dalle urine delle capre, che gli era stato portato da un veterinario di Agropoli (Salerno), il dottor Liborio Bonifacio.

«Scoprimmo che qualche effetto antitumorale sulle cavie malate lo aveva», racconta oggi il professor Zora. «L’anno dopo illustrai i risultati di quella ricerca in un convegno a Saturnia. Fu la fine. Tutto ciò che mia moglie e io avevamo fatto sino a quel momento non valeva più niente». Ciò che avrebbero fatto di lì in avanti sarebbe valso ancora meno.

Eppure il preparato, frutto delle loro ricerche, l’Imb (immunomodulante biologico), non ha niente a che fare col siero Bonifacio. È un prodotto che ha per principio attivo l’Lps, lipopolisaccaride estratto da batteri Gram-negativi, ampiamente studiato presso l’Università di Tours, ...

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Medicina : Metodo Simoncini e tumori della pelle
Inviato da Redazione il 13/10/2008 9:10:00 (165337 letture)

Questo articolo descrive come ho curato un (presunto) basalioma, comparso sulla schiena di mia madre, nell’arco di circa sei mesi, seguendo le indicazioni del Dott. Tullio Simoncini.

Nel novembre del 2007, mia madre ha iniziato a sentire un certo prurito all’altezza delle scapole, al centro della schiena. Non potendo vedere direttamente quel punto, mi ha chiesto ripetutamente di osservarlo, e dopo un pò di tempo ho notato che si era formata una specie di macchia permanente, del diametro di qualche millimetro.

Il prurito nel frattempo si era trasformato in fastidio costante, con occasionali fitte di dolore vero e proprio, che mia madre descriveva come dei “piccoli morsi”, acuti e lancinanti.

Le dimensioni della macchia nel frattempo erano aumentate, e verso i primi di gennaio provammo a fare delle applicazioni locali, tagliando una fettina di aloe e spalmando il liquido che ne fuoriusciva direttamente sulla parte interessata.

Per un certo periodo le dimensioni della macchia sembrarono stabilizzarsi, ma non appena smettevamo le applicazioni la macchia tornava a crescere, con nuove serie di “morsi” sempre più fastidiosi.

Mi fu chiaro a quel punto che la cosa non si sarebbe risolta con le semplici applicazioni di aloe.

Verso la metà di febbraio mi rivolsi a Tullio Simoncini, ...

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Medicina : Una voce dal fronte ufficiale
Inviato da Redazione il 8/9/2008 9:33:26 (11123 letture)

Chiudiamo questo ciclo di discussioni sul cancro con una lettera mandataci da una persona che, per ovvii motivi, preferisce restare anonima. Non solo ci offre una rara angolazione dall’altro lato della barricata, ma ad un certo punto fa una affermazione, apparentemente insignificante, che chi ha seguito il dibattito non mancherà di notare.

Sarebbe bello che in futuro altre persone, in posizioni simili alla sua, volessero mandare il loro contributo – con garanzia di anonimato, se richiesto - per raccontarci più da vicino quello che si pensa della moderna oncologia all’interno della stessa medicina ufficiale.

(L’autore della lettera non è di madrelingua italiana. Il suo testo è stato corretto nell’ortografia, ma è rimasto intatto nella forma originale. M.M.)


Una voce dal fronte ufficiale

In un piccolo angolo della Svizzera, in un nosocomio di oncologia ho iniziato una semplice formazione di aiuto infermiere e ci ho lavorato per 3 anni. Trovai terminali, e giovani di 20 a 30 anni con questo male chiamato cancro o tumore. Molti pazienti (che non avevo conosciuto prima dei 3 anni) rientravano in istituto 3 - 5 anni dopo avere eseguito diverse sedute di trattamento chemioterapico per nuovi esami di controllo, e altri perchè dopo i 3-5 anni riapparivano neoplasie, sia dopo diversi trattamenti di chemioterapia, sia dopo un intervento chirurgico.

In quel periodo i diversi oncologi dell’istituto esaltavano l’ efficacia del trattamento tramite i mass-media, portando con se pazienti come testimonianze, ma questi stessi pazienti qualche mese dopo tornavano in istituto per nuovi accertamenti, o perché si erano riscontrate metastasi o per un ”peggioramento generale delle condizioni”.

Incuriosito dai fatti, domandai ai diversi assistenti medici, locali e internazionali (perchè molti venivano dall’estero), e udii voci come questa: “La chemioterapia è una terapia vecchia, ...

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Medicina : Domande a Tullio Simoncini
Inviato da Redazione il 5/9/2008 8:10:00 (36973 letture)

I commenti a questo articolo saranno riservati agli utenti che vorranno porre direttamente delle domande a Tullio Simoncini, il quale risponderà non appena rientrato dal suo viaggio negli Stati Uniti. Dopo la bollente discussione di questi giorni, è giusto che sia lui a rispondere ai quesiti che riguardano direttamente la sua terapia.

Nel frattempo ne approfitto per sottolineare un concetto che voglio che rimanga ben chiaro per tutti, qui in homepage.

Fra i detrattori di Simoncini, c’è stato chi ha scelto di usare la carta del ricatto morale, dicendo che un sito come Luogocomune – e quindi il sottoscritto – deve sapersi assumere le responsabilità nel propagandare “terapie incerte” o non scientificamente validate come quella di Simoncini. Il rischio, secondo costoro, è che un eventuale malato di cancro “si lasci illudere” da queste presunte “baggianate”, finendo per perdere la vita per averci creduto.

In proposito, chiarisco quanto segue:

Luogocomune è un sito di libera informazione e libera discussione: questo significa che esiste sia la libertà di proporre qualunque argomento si ritenga oppurtuno, sia la libertà di contestarlo e di sostenere tesi completamente opposte ad esso, purchè validamente argomentate.

Lo scopo è quello di offrire al lettore la più ampia gamma possibile di punti di vista, con la quale farsi poi una propria opinione personale.

Esattamente come per l’undici settembre, qui le voci avverse hanno sempre trovato spazio, ed è quindi scorretto cercare di far passare luogocomune come un sito di propaganda a senso unico, di qualunque tipo. Luogocomune si rivolge ad un lettore adulto, che intenda usare il proprio cervello nelle proprie decisioni, e non quello altrui.

In secondo luogo, se è vero che ci può essere una certa responsabilità nel diffondere notizie “di speranza” come questa, ne esiste almeno altrettanta nel combatterle ciecamente e senza validi argomenti. In altre parole, se un giorno Simoncini risultasse avere ragione, ...

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Medicina : La “grande eresia” di Tullio Simoncini
Inviato da Redazione il 4/9/2008 9:00:00 (61743 letture)

Lo vado sostenendo ormai da tempo, e continuerò a ripeterlo fino a quando gli stessi utenti, nauseati, mi cacceranno dal sito: qualunque sia l’argomento dibattuto, il problema si riduce sempre alla differenza fra il ragionamento induttivo e quello deduttivo.

Laddove esista una premessa “intoccabile” (il famoso “siccome” del ragionamento deduttivo), i disastri che possono venire a crearsi, nel caso questa si rivelasse errata, sono incommensurabili.

Lo abbiamo constatato mille volte riguardo all’undici settembre, dove coloro che pensano che “gli americani non si farebbero mai una cosa del genere” (premessa intoccabile) sono obbligati ad una conclusione (“quindi le Torri gemelle DEVONO essere cadute da sole”) che stride chiaramente con le dozzine di indizi in senso contrario.

Chi invece procede con il metodo induttivo – libera la mente da preconcetti e parte dai fatti oggettivi, per poi trarre eventualmente le conclusioni - non ha alcun problema a vedere i molteplici sintomi dell’autoattentato.

Ora sta accadendo la stessa cosa con il Dott. Simoncini e con la sua proposta per la cura del cancro. Chi è libero da preconcetti guarda le interviste dei pazienti guariti (parte cioè dai fatti concreti) e conclude che, come minimo, Simoncini abbia messo il dito su qualcosa di molto importante. Chi invece è troppo condizionato dal fatto che “il cancro è una malattia inguaribile” (premessa intoccabile), è obbligato a concludere che Simoncini stia sbagliando, che si tratti di “miracoli” di altro tipo, oppure che si tratti di un ciarlatano qualunque.

Tale è la potenza dell’informazione di massa, e delle cosiddette “verità assodate”: sin da piccoli sentiamo dire che “il cancro è una malattia incurabile”, e capovolgere questo concetto diventa ora difficile per chiunque.

Se però ci liberiamo dal preconcetto, e partiamo dai fatti concreti, ...

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Medicina : Tullio Simoncini: Renaissance Man
Inviato da Redazione il 3/9/2008 9:20:00 (29918 letture)



Deriso, scacciato, offeso, calunniato, screditato e umiliato in casa propria, Tullio Simoncini ha dovuto attraversare l’oceano per ricevere il meritato applauso dopo 20 anni di lotta a favore di un’ idea tanto semplice quanto rivoluzionaria: il cancro è un fungo.

Ospite d’onore alla 36ma Annual Cancer Convention – una kermesse di 4 giorni sulle cure alternative per il cancro, conclusasi ieri a Los Angeles – Tullio Simoncini ha presentato una serie di testimonianze precise e documentate che confermano la validità della sua teoria ad un pubblico composto sia di medici che di normali cittadini, venuti da ogni parte d’America per ascoltarlo.

Dopo aver capito che il muro di gomma creato attorno a lui in Italia era diventato imperforabile, ...

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Medicina : La grande bufala svelata - AIDS
Inviato da Redazione il 9/7/2008 8:36:37 (24155 letture)

di OnestaMente

La verità su una delle più grandi bufale della storia, finalmente, sta venendo a galla.

Vi presento in questo Dossier una collezone di articoli e video redatti da eminenti studiosi e medici che, per le loro idee assolutamente eretiche, sono stati sistematicamente ignorati e isolati dalla scienza ufficiale, dal mondo televisivo e della carta stampata.

L’AIDS non esiste. Non esiste prova della connessione tra sieropositività e sviluppo delle immuno deficienze tipiche di questa malattia… Stiamo parlando di un Retro-Virus; cioè un virus che agisce non sul Dna ma sul Rna, cioè il codice che i processi cellulari usano per trasferire informazioni dal nucleo, dove risiede il DNA, ai ribosomi, dove si assemblano proteine.

Questo Retro-Virus non è mai stato fotografato né isolato (quelle che avete visto sono solo rappresentazioni teoriche); ma, ci dicono, che ciò non è stato possibile perche esso è mutante, ...

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Medicina : Considerazioni di una "diversamente abile"
Inviato da Redazione il 30/3/2008 10:20:00 (6211 letture)

di Gabriella Fogli

Sono diventata invalida a causa di una malattia rara che, ironia della sorte, non è ancora riconosciuta come tale e, dulcis in fundo, con una specifica ancora più rara, una neuropatia che per la sanità italiana non esiste in quanto è ancora materia di studio e sperimentazione, quindi sono una invalida (diversamente abile mi fa sorridere) con una patologia che neanche la sanità italiana riconosce.

La beffa è che per aver riconosciuta l'invalidità ho dovuto ricorrere al tribunale per fare ricorso ed ora, forse, lo saprò ad aprile, riceverò la magnifica somma di € 248,00 mensili, somma con cui, non essendo in grado di lavorare, dovrei vivere. Sfido chiunque a vivere con tale somma, a meno di non dormire per strada o, se si è fortunati, in macchina.

Siamo in campagna elettorale ed ora tutti i partiti promettono ciò che fino a due mesi fa non hanno fatto, siano di una parte che dell'altra. Sono nata da una famiglia di origine emiliana, cresciuta a pane e P.C.I. ed ho abbracciato da molto giovane le campagne per i diritti delle donne, per le minoranze, per i poveri, per i reietti e per tutti quelli, come i miei genitori, con due stipendi arrivavano alla fine del mese per un soffio. Ora assisto ad un Veltroni che rinnega le sue origini, ad un Fassino con cui ho partecipato a diverse riunioni quando. giovanissimi tutti e due, ci si trovava nella sede centrale del Partito a Torino, in Federazione, ...

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Medicina : Lettera di un nuovo utente
Inviato da Redazione il 24/3/2008 11:39:57 (10976 letture)

(Un utente appena iscritto ha postato questa lettera in un forum).

Scusate, sono nuovo, ho provato a dare uno sguardo in giro ma non mi sembra di aver trovato un topic in cui inserire la prossima lettera: a tal proposito, prima di leggerla, vi spiego che è una lettera che mandai a un importante periodico italiano, ma che nonostante la gravità del tema non è stata presa in considerazione.

Gentile direttore,
[...]
Arriviamo al dunque: ho 31 anni, una laurea e un master e da qualche anno lavoro. Soffro di depressione, lo sapevo da anni anche se ho deciso di andare a farmi curare solo 2 mesi fa. In passato ho tentato il suicidio, seriamente, una volta, col gas: fallito per una casualità, e fuggito via anche l'impulso di riprovarci, per un bel po'. Due mesi fa sentii che stavo ripercorrendo lo stesso percorso mortifero, e ho deciso di andare da uno specialista, che dopo un incontro mi ha diagnosticato una sindrome depressiva e prescritto l'uso dell'Efexor, in capsule, insieme al sostegno di una terapia di supporto psicologico di almeno un paio di anni. L'Efexor mi ha fatto scomparire i disturbi psico-somatici (gastrici, cefalee etc.), mi ha reso stabile l'umore, ma una stabilità dell'umore livellata verso il basso: ossia sempre nero, con gravi conseguenze sulla mia capacità di intrattenere anche i minimi rapporti sociali e professionali, e con quotidiani pensieri suicidi.

Al secondo incontro con il mio dottore, dopo quasi due mesi (cioè pochissimo tempo fa) ho fatto presente che la medicina, a livello umorale, non sortiva risultati di rilievo: abbiamo convenuto sul fatto che potesse essere una fase del trattamento, superabile in poco altro tempo: del resto i primi risultati erano positivi, ...

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Medicina : Appuntamento al 2029
Inviato da Redazione il 18/2/2008 8:20:00 (6915 letture)

Il noto scienziato americano Ray Kurzweil ha dichiarato che entro il 2029 l’intelligenza artificiale avrà raggiunto il livello di quella umana.

Kurtzweil vede un futuro, relativamente vicino, nel quale microscopici robots – i cosiddetti nanobots – impiantati nel cervello umano gli daranno un “boost” di intelligenza supplementare, oppure circoleranno liberi per il corpo con il compito di curare le nostre malattie.

I nanobots – dice Kurtzweil - “potranno raggiungere i nostri neuroni attraverso i capillari”, e "ci renderanno più intelligenti, aiutandoci a ricordare meglio”.

Nel suo entusiasmo per le nuove conquiste tecnologiche, Kurtzweil sembra dimenticarsi però di un problema fondamentale: la macchine non sanno fare assolutamente nulla che non le sia stato prima insegnato.

Quello dell’Intelligenza Artificiale è soltanto un mastodontico ossimoro, in quanto il termine “intelligenza” presume una capacità di decidere – il famoso “libero arbitrio” - che le macchine non hanno per definizione: una macchina può soltanto eseguire degli ordini, e anche le “scelte” più sofisticate, come ad esempio le mosse di una partita a scacchi, derivano in realtà da un processo analitico già stabilito in precedenza fin nel minimo particolare.

A sua volta l’uomo, per insegnare alla macchina una qualunque cosa, ha prima bisogno di comprenderla a fondo. Come potremo quindi insegnare a una macchina a “curare le nostre malattie”, quando nella grande maggioranza dei casi non ne conosciamo nemmeno l’origine?

Di fronte a una medicina moderna che ancora combatte i tumori con strumenti degni dell’Inquisizione (in realtà sanno solo tagliare, bruciare o avvelenare, anche se le chiamano “chirurgia excisionale”, “radioterapia” e “chemioterapia”), fa quasi tenerezza vedere questi uomini di scienza ...

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Medicina : Il "lato oscuro" della medicina
Inviato da Redazione il 27/12/2007 7:40:00 (10608 letture)

Se un inventore si presentasse in un centro di ricerca sul cancro con una specie di “raggio spaziale” fatto in casa, sostenendo che con questo aggeggio riesce a colpire i tumori e ucciderli dovunque essi siano, nella migliore delle ipotesi riceverebbe uno sputo in un occhio. Nella peggiore finirebbe invece sotto processo per tentata frode ai danni dei malati di cancro, poichè il suo metodo “non è scientificamente dimostrato”.

Se invece l’idea viene agli “scienziati” quelli veri, e se la macchina, invece di essere un alambicco fatto con quattro lattine di pelati e due fili del telefono, fosse un “acceleratore di protoni” dell’ultima generazione, allora gli ospedali di mezza America si getterebbero a capofitto per essere i primi a poterne disporre, e del fatto che il metodo “non sia scientificamente dimostrato” se ne batterebbero tutti sonoramente le ali.

Perchè questa differenza? In fondo, nessuno dei due metodi dà la minima garanzia di successo: perchè quindi scartare a priori che l’inventore possa essere il genio del millennio, e non presupporre che quelli dell’acceleratore stiano invece per prendere la millesima cantonata dell’ultimo secolo?

E’ molto semplice: perchè il baracchino artigianale è costato all’inventore ventidue dollari più le tasse, ...

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Medicina : Cartilagine di squalo: le prove esistono
Inviato da Redazione il 12/12/2007 4:30:00 (70368 letture)

Chiedo scusa se ritorno sull’argomento, ma sollecitato da diverse richieste degli utenti, che volevano maggiori informazioni sulla cartilagine di squalo, mi sono messo a fare una ricerca supplementare, e ho fatto delle scoperte interessanti.

Fino ad oggi avevo sempre sostenuto che la cartilagine ha delle ottime proprietà anti-tumorali in base al solo procedimento intuitivo: ho guarito il mio cane da un carcinoma terminale, ho visto amici guarire da situazioni simili, e in internet si trovano letteralmente migliaia di testimonianze che confermano le mie esperienze. Non credevo però che esistesse una sola conferma da parte della medicina ufficiale rispetto alle vantate qualità della cartilagine di squalo.

È invece, gira e rigira, qualcosa è stato pubblicato: si tratta di uno studio uscito sulla rivista medica SCIENCE del Settembre 1983 (Vol 221), firmato dai dottori Lee e Langer del Children’s Hospital di Boston. Questo è l’abstract:



“La cartilagine di squalo contiene inibitori dell’angiogenesi dei tumori"
“La Cartilagine di squalo contiene una sostanza che inbisce fortemente la crescita di nuovi vasi capillari verso la massa tumorale, limitandone in questo modo la crescita. L’abbondanza di questo fattore nella cartilagine di squalo, in confronto alla cartilagine estratta da mammiferi [bovini], potrebbe fare dello squalo una fonte ideale per gli inibitori, e potrebbe aiutare a spiegare la rarità dei neoplasmi in questi animali.”

(Ricordo che tutto nacque da un libro del Dott. William Lane, intitolato appunto ”Sharks don’t get cancer”, ...

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Medicina : Un cane felice, un veterinario confuso
Inviato da Redazione il 10/12/2007 22:20:00 (25323 letture)

Tempo fa pubblicai su questo sito (*) la storia del mio cane di 16 anni, che ero riuscito a salvare dal cancro con la cartilagine di squalo.

Lo scorso giugno ricevetti una email da una ragazza – la chiameremo Silvia – che aveva letto quella storia e voleva saperne di più, visto che si trovava in condizioni simili alle mie. Alla sua cagnolina Dana era stato diagnosticato un tumore al fegato, con una prognosi di poche settimane di vita al massimo. Silvia era disperata, e non voleva rassegnarsi all’idea di veder morire il suo cane che, pur avendo 10 anni, fino a quel momento era stato in ottima salute, e non aveva ancora iniziato a mostrare segni di vecchiaia.

Dopo aver messo in chiaro che non sono medico, e che parlo solo per esperienza empirica, raccontai a Silvia tutto quello che sapevo, consigliandole lo stesso trattamento che aveva salvato il mio cane (dopo una diagnosi di carcinoma al fegato, con una prognosi di tre-quattro settimane al massimo di vita, la curai con la cartilagine, e visse ancora per oltre due anni, morendo poi di cuore, non di cancro).

Ricordo che Silvia non era del tutto convinta, ma io non insistetti più di tanto. Sentivo che il mio dovere era di informarla e basta, il resto stava a lei. Le suggerii soltanto, nel caso avesse optato per la cartilagine, di non dire nulla al suo veterinario: non solo non l’avrebbe presa sul serio, ma rischiava pure di venire derisa inutilmente. Ci salutammo, e non ne seppi più nulla.

Pochi giorni fa ho ricevuto una e-mail che sorrideva ancora prima di essere aperta:

Caro Massimo, sono Silvia, la proprietaria del cane che non avrebbe dovuto esserci più …

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Medicina : I bambini con la scimmia
Inviato da Redazione il 24/11/2007 7:50:00 (17209 letture)

di Andrea Franzoni

Non sono bastate le campagne informative, i testimonial istituzionali, le petizioni e gli inviti alla prudenza. Mentre il Ministero della Salute continua a fare orecchie da mercante, l’avanzata degli psicofarmaci serviti a minori con presunti disturbi psichici, fra cui il noto “deficit di attenzione e iperattività”, prosegue senza soste risultando, dati alla mano, l’unica terapia presa in considerazione.

Secondo i dati raccolti dal Ministero della Salute, il 9% dei minori italiani sarebbe affetto da disturbi psichici. Gli affetti della Sindrome di iperattività e deficit di attenzione (ADHD), al centro di polemiche e criticata da più parti in tutto il mondo, sarebbero tra l’1 e il 2% dei bambini e teen ager italiani: tra i 80.000 ed i 160.000 individui che rischiano, a breve, di finire tutti in cura con metanfetamine e farmaci psicotropi, nello specifico Ritalin (della Novartis) e Strattera (della Ely Lilly). Fin qui stime prudenti, vista la prassi internazionale e i proclami di correnti particolarmente estreme che – anche in Italia – parlano di almeno un 5% dei bambini da medicalizzare.

Ciò che più preoccupa però è il trattamento che le autorità sanitarie ed i genitori, stanno riservando ai bambini che, una volta diagnosticati sulla base di dubbi parametri soggettivi, hanno cominciato le cure rivolgendosi ai primi degli oltre 80 centri di cura previsti sul territorio. Secondo i dati dell’istituto superiore di sanità, l’83% dei ragazzi malati è stato sottoposto a trattamenti con psicofarmaci, nello specifico metanfetamine. Questi farmaci, se da una parte si limitano a calmare il bambino senza agire sulle presunte cause del malessere, influiscono grossolanamente sui livelli di neurotrasmettitori, ...

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