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Medicina : Lettera di un nuovo utente
Inviato da Redazione il 24/3/2008 11:39:57 (10974 letture)

(Un utente appena iscritto ha postato questa lettera in un forum).

Scusate, sono nuovo, ho provato a dare uno sguardo in giro ma non mi sembra di aver trovato un topic in cui inserire la prossima lettera: a tal proposito, prima di leggerla, vi spiego che è una lettera che mandai a un importante periodico italiano, ma che nonostante la gravità del tema non è stata presa in considerazione.

Gentile direttore,
[...]
Arriviamo al dunque: ho 31 anni, una laurea e un master e da qualche anno lavoro. Soffro di depressione, lo sapevo da anni anche se ho deciso di andare a farmi curare solo 2 mesi fa. In passato ho tentato il suicidio, seriamente, una volta, col gas: fallito per una casualità, e fuggito via anche l'impulso di riprovarci, per un bel po'. Due mesi fa sentii che stavo ripercorrendo lo stesso percorso mortifero, e ho deciso di andare da uno specialista, che dopo un incontro mi ha diagnosticato una sindrome depressiva e prescritto l'uso dell'Efexor, in capsule, insieme al sostegno di una terapia di supporto psicologico di almeno un paio di anni. L'Efexor mi ha fatto scomparire i disturbi psico-somatici (gastrici, cefalee etc.), mi ha reso stabile l'umore, ma una stabilità dell'umore livellata verso il basso: ossia sempre nero, con gravi conseguenze sulla mia capacità di intrattenere anche i minimi rapporti sociali e professionali, e con quotidiani pensieri suicidi.

Al secondo incontro con il mio dottore, dopo quasi due mesi (cioè pochissimo tempo fa) ho fatto presente che la medicina, a livello umorale, non sortiva risultati di rilievo: abbiamo convenuto sul fatto che potesse essere una fase del trattamento, superabile in poco altro tempo: del resto i primi risultati erano positivi, ...


... la scomparsa delle somatizzazioni fisiche; per l'efficacia anti-depressiva ci sarebbe voluto un altro po' di tempo e soprattutto nessuna fretta e fiducia nella terapia. Parlo di fiducia nella terapia perché io sono uno di quelli che prima di prendere un qualsiasi farmaco (anche l'aspirina) aspetta di stare veramente male (forse sono farmaco-fobico, o sono gli altri eccessivamente filo-farmaci), e prendere una farmaco come l'Efexor mi è costato molto. La sera stessa del giorno in cui incontrai il medico, tentai il suicidio con un classico cocktail farmaci/alcol: quasi 9 grammi di Efexor, 20 ml di Frontal e Jack Daniels; per mia (ora penso lo sia) fortuna, esagerai, evidentemente, e vomitai quasi tutto: ebbi l'accortezza di chiamare un'amica che mi portò all'ospedale; solita trafila, ricovero in psichiatria, e dimissioni (con ottimo, stranamente, umore) dopo qualche giorno, dopo essere stato completamente disintossicato del poco cocktail che avevo assimilato.

Incontro col medico, che insiste, insieme al responsabile del reparto psichiatria, per riprendere la terapia a base di Efexor, in quanto sarebbe dannoso interromperla ora: l'ho ripresa, dopo qualche mia resistenza (ho comunque fiducia in medici con 30 anni di esperienza), e noto che l'umore ottimo post-tentativosuicidario scompare, e ritorna quello pre-tentativosuicidario. Ora, non intendo ritentare il suicidio perché non sopporto, dopo quello che ho visto qualche giorno fa e dopo riflessioni, l'idea di dare un dispiacere così infinito alla mia famiglia e ai miei amici: dunque non mi suicido "solo" per questo, perché se fossi solo al mondo probabilmente lo farei.
Ma il punto focale è questo: io ho notato la netta differenza tra i miei due tentativi di suicidio. Il primo lo feci al limite di una sofferenza morale ormai giunta al limite e per me insopportabile; nel momento in cui mi accingevo a farlo, avevo paura, tremori quasi convulsivi, horror vacui e angoscia universale, quasi panico. Insomma, un'estrema, dal punto di vista emozionale, consapevolezza della gravità del mio gesto (per fortuna fallito); fu compulsivo, non pianificato, se non due ore prima.

Il secondo, di qualche giorno fa, è, ora che lo rianalizzo, molto più inquietante: prima di tutto l'ho pianificato freddamente, e mi spiego in questo passo del mio "diario" in cui ho annotato quasi tutto, e che le incollo per non stare a rispiegare; è precedente, ovviamente, al tentativo di ingozzamento alcolico-farmaceutico: "L'Efexor mi riduce gli stimoli sessuali. Mi dà una lucidità, forse in sinergia con il Frontal, e una volontà brutale nei confronti dei miei desideri suicidi mai provate prima. Ho meno dolore, ma maggiore consapevolezza che la vita non la voglio. Se prima la sofferenza era quasi insopportabile ma il desiderio di morte nient'altro che un desiderio, appunto in potenza, ora la sofferenza è quasi assente [(a parte crisi di pianto, represse; scomparsa dei bruciori di stomaco e dei mal di testa; scomparsa dei momenti di disperazione universale e di follia):sostituita da un'apatia e da un freddo e lucido raziocinio] ma il desiderio di morte è perenne, tanto che sto progettando gelidamente il mio suicidio, senza rimpianti, senza rimorsi, senza paure, senza emozioni negative: quasi con euforia, a volte, quasi atarassicamente, altre volte, quasi cinicamente, altre volte. Sarà l'Efexor o un'evoluzione senza ritorno del mio dolore?...

A volte mi vedo dall'esterno e mi rendo conto di cosa sto facendo e di cosa sto per fare, e mi rendo conto della follia consapevole che sto attraversando, e ho il timore di restare troppo tempo fuori di me, perché forse perderei la spinta verso la morte. Devo rientrare in me, non vedermi più dall'esterno, lasciarmi governare passivamente da questa follia consapevole che mi anestetizza gli istinti positivi e vivificatori, e procedere verso la fine... Tra qualche ora, se tutto va bene, dovrei essere morto. È curioso come stia facendo cose di cui potrei assolutamente fregarmene, tipo attaccare la lavatrice, aspettare che finisca e poi stendere la roba, pulire un po' la cucina e lasciarla in ordine senza cose da lavare per **** e ****. Ho messo tutte le pastiglie in un bicchiere,non so quante siano, e ho provato a bere un sorso di JackDaniels, cavolo quanto è forte. Sto anche tentando di svuotare la vecchia bottiglietta di Frontal nel whiskey, ma visto che è quasi vuota le gocce scendono quando cazzo pare a loro, ma tanto ho quella nuova, piena, che dovrebbe non creare problemi. Sono sereno, forse incosciente; ho curiosità quasi, paura non ancora; ma sento anche un grande senso di colpa per il dolore che procurerò: so che sono inscusabile, ma non riuscivo più a andare avanti, davvero. Perdonatemi. Io ora sto meglio, pensate questo."

Ora, il punto focale è: è possibile che questa medicina, l'Efexor, in alcuni soggetti (sottolineo "alcuni") possa mettere in funzione alcuni particolari meccanismi che annullino i freni inibitori nei confronti del suicidio? Per me parlo di suicidio in quanto sono una persona che non riesce neanche a uccidere un insetto; ma in altre persone magari non è che annulla o riduce i freni inibitori nei confronti di violenza e/o omicidio? Mi spiego meglio: in molti casi di cronaca, di omicidi e/o suicidi inspiegabili, vediamo spesso negli articoli, quasi di striscio, un inciso che dice:"Soffriva da anni di depressione; era in cura per depressione". Non ci viene mai detto però quali medicine prendesse per curare la depressione, come la curasse, chi lo seguisse: perché?

Perché nessuno si pone il dubbio che questi farmaci possano avere tra gli effetti collaterali anche la spinta (definitiva, visto che comunque il paziente sull'orlo di un burrone già c'era di suo) al suicidio e/o omicidio? Se qualcuno muore dopo l'assunzione di Aulin o Aspirina (nomi a caso) o chissà che, si scatena l'indagine e la polemica: invece per quanto riguarda il caso degli psicofarmaci, non ci si chiede mai quale/i assumesse il morto, e se ha/hanno avuto un ruolo nella sua morte o negli atti di violenza di cui si è reso protagonista. C'è mai stata in Italia un'inchiesta del genere? Lo chiedo a lei e al suo giornale perché vedo che di inchieste scomode ne fate. Per spiegarmi meglio le allego questo articolo (che magari già conosce) trovato sul sito www.carmillaonline.com.

Si sono mai chiesti in America se dietro alle famose stragi di teenager "impazziti" ci possano anche essere gli effetti deleteri di qualche psicofarmaco? Si tratta solo di stabilire quanto possa essere forte il rapporto (se c'è) tra suicidi/omicidi di depressi, sia come vittime che come carnefici.

Capisco anche che possa essere un'indagine scomoda, in quanto c'è un forte business dietro gli psicofarmaci.

http://www.carmillaonline.com/archives/2005/01/001166.html

Stavrogin

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Autore Albero
blackhawk
Inviato: 24/3/2008 12:50  Aggiornato: 24/3/2008 12:50
Mi sento vacillare
Iscritto: 8/8/2007
Da:
Inviati: 305
 Re: Lettera di un nuovo utente
Nei primi momenti di trattamento, i farmaci antidepressivi possono dare come effetto collaterale la tendenza al suicidio. Questo perche viene meno la sofferenza che prima ti teneva attaccato alla vita. Solo dopo si inzia a stare bene. Nel tuo specifico caso, non credo che tu volessi effettivamente suicidarti, altrimenti la tua amica non la avresti mai chiamata. Per il farmaco, se è molto che lo prendi, forse sarebbe meglio valutare un eventuale cambio di terapia.
Ciao

Silver
Inviato: 24/3/2008 12:52  Aggiornato: 24/3/2008 12:52
Mi sento vacillare
Iscritto: 20/9/2005
Da: Torino
Inviati: 615
 Re: Lettera di un nuovo utente
Che gli psicofarmaci siano la causa di quelle stragi, è cosa più che appurata.

Peccato solo che Stavrogin, abbia dovuto fare questa esperienza sulla sua pelle per scoprirlo.

Come sempre BigPharma, ricicla formule di topicidi e le spaccia per medicine tramite i suoi venditori gli psichiatri.

Il desiderio di suicidio riguarda la sfera spirituale (come il 95% delle malattie) dell'individuo ed è un assurdo voler curare con rimedi fisici.
Una terapia di gruppo, la ricerca di un nuovo scopo nella vita, condito dall'amore e dal supporto dei propri cari, è l'unica cura sensata.

Purtroppo, sempre grazie ai mass-media, ci tengono all'oscuro su cosa sia realmente il corpo umano e quali sono le sue incredibili potenzialità.

E poi come si fa a fidarsi di un settore che è causa di più morti di tutte le guerre messe insieme?

BlSabbatH
Inviato: 24/3/2008 14:07  Aggiornato: 24/3/2008 14:07
Mi sento vacillare
Iscritto: 10/9/2005
Da: Bergamo
Inviati: 837
 Re: Lettera di un nuovo utente
Citazione:
Il desiderio di suicidio riguarda la sfera spirituale (come il 95% delle malattie) dell'individuo ed è un assurdo voler curare con rimedi fisici.

tutto è "fisico", il problema è che ancora non si conoscono tutti i meccanismi.
Citazione:
Una terapia di gruppo, la ricerca di un nuovo scopo nella vita, condito dall'amore e dal supporto dei propri cari, è l'unica cura sensata.

che sia sensata non lo metto in dubbio, ma che sia l'unica..
Citazione:
E poi come si fa a fidarsi di un settore che è causa di più morti di tutte le guerre messe insieme?

già, è per questo che siamo in 6 miliardi

-- Under capitalism, man exploits man. Under communism, it's just the opposite. -- J.K. Galbraith
UTO
Inviato: 24/3/2008 14:38  Aggiornato: 24/3/2008 14:38
Ho qualche dubbio
Iscritto: 10/10/2005
Da: Finalmente a CASA
Inviati: 65
 Re: Lettera di un nuovo utente
@Silver
Non credo sia un approccio corretto quello di generalizzare ma e' sempre meglio esaminare attentamente caso per caso altrimenti si rischia di cadere nella disinformazione...
In questo caso specifico, credo si possa parlare di legittima preoccupazione nei confronti della terapia con alcuni antidepressivi

A volte per trattare un dispurbo emotivo si puo' semplicemente ricorrere alla somministrazione di altri stimoli affettivi...mai pensato di ricorrere alla compagnia di un animale domestico?

Silver
Inviato: 24/3/2008 15:12  Aggiornato: 24/3/2008 15:12
Mi sento vacillare
Iscritto: 20/9/2005
Da: Torino
Inviati: 615
 Re: Lettera di un nuovo utente
Citazione:
tutto è "fisico", il problema è che ancora non si conoscono tutti i meccanismi.


Non è vero. Questo è smentito da tantissime ricerche (non sponsorizzate da BigPharma) e le innumerevoli guarigioni.


Citazione:
che sia sensata non lo metto in dubbio, ma che sia l'unica..


Ovviamente ci sono altre cure, ma il rapporto vantaggi/rischi le rendono appunto "non sensate".


Citazione:
già, è per questo che siamo in 6 miliardi


Se è per questo ci sono stime che danno anche 18 miliardi. Ma ciò non toglie che dove arriva BigPharma, iniziano morti dovute a terapie mediche, alimentazioni inadeguate, etc.

6 o 18 non fa differenza. Le persone che muoiono grazie a BigPharma (e che potevano anche evitarsela) ci sono e sono troppe.

Al2012
Inviato: 24/3/2008 15:17  Aggiornato: 24/3/2008 15:17
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 25/10/2005
Da:
Inviati: 2158
 Re: Lettera di un nuovo utente
Stavrogin - mi sto domandando qual è il motivo di questa tua lettere, non credo che i dubbi sui psicofarmaci sia il punto centrale, anche se penso che tu faccia bene ad avere dei dubbi in merito e a porti certe domande.

Il problema fondamentale è il tuo stato d’animo, la tua crisi depressiva.

Spero che tu abbia compreso l’inutilità del suicidio, perché ognuno di noi ha uno scopo bene preciso, dal filo d’erba all’uomo più malvagio ed all’uomo più splendente

Sei laureato, un master, per arrivare a questo hai superato un sacco di esami, non ti sei ritirato prima, non hai rinunciato sei andato avanti fino ad ottenere i risultati prefissati.

Perché vuoi rinunciare al corso universitario che è la vita che stai vivendo??

Per superare gli esami hai dovuto studiare con impegno ed attenzione per comprendere, hai adottato un metodo di studio corretto, anche se i motivi che ti hanno spinto verso la laurea posso essere molteplici resta il fatto che sei arrivato dove volevi con le tue capacità.

A queste tue capacità devi fare appello quando ti senti scivolare in depressione, la vita è un contrasto continuo dal traffico assordante e puzzolente, al volo di ape su un fiore che va ha raccogliere il nettare e allo stesso tempo impollina il fiore da cui nascerà un nuovo frutto.

Come puoi vedere la tua vita è circondata da innumerevoli vite, la tua esistenza non potrà mai essere sola ed inutile……

Pur non potendo comprendere il tuo stato d’animo e la tua sofferenza, ho voluto dir la mia con la speranza di aiutarti in qualche modo …..

In merito ai psicofarmaci segnalo questo link …

Gli inquietanti effetti collaterali degli psicofarmaci - Dr Jekill & Mr Hide
Era una brava persona, cordiale, gran lavoratore. I vicini lo ricordano così. All'improvviso e apparso nella cronaca nera.
Ha trucidato a fucilate la famiglia e alla fine ha ucciso anche se stesso. Fatti di questo genere ultimamente abbondano sulle prime pagine dei giornali di provincia e nei telegiornali anche se non come prima notizia.
Ma qual'è la pozione malefica che trasforma delle persone che conducono una vita normale in tanti Mr. Hide ?
I protagonisti spesso erano in cura da uno psichiatra. Non compare mai il nome degli psicofarmaci che prendevano e a volte non viene nemmeno detto che li prendevano, anche se è ovvio che la "cura" psichiatrica consiste principalmente nella prescrizione di psicofarmaci.
Quale tipo di psicofarmaci le vittime prendevano, includendo la marca e il produttore, dovrebbero essere riportati dai media in modo che i cittadini facciano le loro considerazioni a riguardo e prendano le decisione più opportune.
Ma forse è proprio questo che non si vuole che venga fatto sapere, dovuto al conflitto d'interessi.
Perchè mai un giornale o rivista dovrebbe pubblicare informazioni sfavorevoli a grandi gruppi economici che spendono milioni di euro per promuovere dei prodotti sulle loro pagine pubblicitarie? …..

http://www.mednat.org/psicofarmaci2.htm

“Capire … significa trasformare quello che è"
Silver
Inviato: 24/3/2008 15:17  Aggiornato: 24/3/2008 15:17
Mi sento vacillare
Iscritto: 20/9/2005
Da: Torino
Inviati: 615
 Re: Lettera di un nuovo utente
Citazione:
@Silver
Non credo sia un approccio corretto quello di generalizzare ma e' sempre meglio esaminare attentamente caso per caso altrimenti si rischia di cadere nella disinformazione...


Perdonami, ma non credo di aver capito bene cosa intendi. dovrei avrei generalizzato e/o rischiato di fare disinformazione?

UTO
Inviato: 24/3/2008 16:13  Aggiornato: 24/3/2008 16:13
Ho qualche dubbio
Iscritto: 10/10/2005
Da: Finalmente a CASA
Inviati: 65
 Re: Lettera di un nuovo utente
Citazione:
Come sempre BigPharma, ricicla formule di topicidi e le spaccia per medicine tramite i suoi venditori gli psichiatri


Fortunatamente non tutti i topicidi vengono approvati dall'FDA per la messa in commercio quali farmaci ad uso umano.

Citazione:
E poi come si fa a fidarsi di un settore che è causa di più morti di tutte le guerre messe insieme?


Infatti non devi fidarti del "settore" ma analizare lo specifico caso.

Red_Knight
Inviato: 24/3/2008 17:16  Aggiornato: 24/3/2008 17:16
Sono certo di non sapere
Iscritto: 31/10/2005
Da:
Inviati: 3121
 Re: Lettera di un nuovo utente
Non mi intendo di chimica e psicofarmaci, per cui sostituisco le informazioni con una precauzionale generica diffidenza. Posso solo dire che nel leggere il diario ho rivissuto (quasi con maliconia, che cosa assurda) un brutto periodo della mia vita. Ho provato le stesse identiche cose a quel tempo, e anche io avevo una lucidità e una determinazone molto nette, però io non ho mai preso nulla. E senza prendere nulla ne sono uscito, tra l'altro... Quindi credo che l'Exefor non sia necessario per spiegare quello che ha provato stavrogin, anche se, come molti di voi qui osservano, è molto probabile che la maggioranza degli psicofarmaci siano intrugli controproducenti e che abbiano spesso delle correlazioni con le uscite di testa tristemente note alla cronaca. Credo che il tema di discussione dovrebbe essere questo e non la storia personale del povero stavrogin, che credo abbia scritto per segnalarci il suo dubbio e non per avere aiuto; in ogni caso per cortesia astenetevi dal dare "consigli" e consolazioni non richiesti al nostro stavrogin perché so cosa si prova a riceverne in quello stato e vi assicuro che dà addirittura fastidio. Se proprio vogliamo aiutarlo, consigliamogli di non leggere più LC perché deprime parecchio leggere di cospirazioni e 11 settembre... o almeno a me fa questo effetto...

Silver
Inviato: 24/3/2008 17:33  Aggiornato: 24/3/2008 17:33
Mi sento vacillare
Iscritto: 20/9/2005
Da: Torino
Inviati: 615
 Re: Lettera di un nuovo utente
Citazione:
Fortunatamente non tutti i topicidi vengono approvati dall'FDA


e meno male...


Citazione:
nfatti non devi fidarti del "settore" ma analizare lo specifico caso.


Anche secondo me non è giusto, né comunque sarebbe il luogo, entrare nello specifico caso (che peraltro conosciamo solo superficialmente).
La segnalazione in Home page, nonché credo la volontà dell'autore, è quella di parlare dell'uso degli psicofarmaci, e soprattutto delle conseguenze che questi hanno sulla psiche e sulle azioni umane.

Quindi il tema credo che si possa dividere in 3: psiche umana, psicofarmaci, conseguenze nel sociale e nel privato (cioè nell'intimo delle persone che ne fanno uso).


Non possiamo dare certo per scontato che tutte le persone che leggono LC, sappiano molto della questione e appunto il forum serve per approfondimenti e dare spunti per ricerche.

nicolaj
Inviato: 24/3/2008 17:53  Aggiornato: 24/3/2008 17:53
So tutto
Iscritto: 3/6/2006
Da:
Inviati: 27
 Re: Lettera di un nuovo utente
Citazione:

Che gli psicofarmaci siano la causa di quelle stragi, è cosa più che
appurata.


Da chi?Hai a disposizione dati,ricerche,statistiche o indagini di qualunque tipo che ci svelino questa "verità"?

Ma si può sempre ridurre tutto ad un attacco ora a "BigPharma",ora al GovernoOmbra,poi all'ImperoGalattico e così via discorrendo?!?!

Ma poi io vorrei sapere quanti di voi non toccano farmaci tutto l'anno,vorrei vedervi alle prese con una polmonite...
Che una terapia psichiatrica basata solamente sui farmaci non sia sufficiente per riportare in un individuo la gioia di vivere lo sottoscrivo,ma che sia inutile se non
peggio veramente mi sento di escluderlo!
Comunque,fare informazione alternativa non vuol dire andare SEMPRE contro tutto e tutti,e non autorizza a fare passare le proprie opinioni personali come verità rivelate!

e d'un tratto mi accorsi che pensare è per gli stupidi,i cervelluti si affidano all'ispirazione
Rickard
Inviato: 24/3/2008 18:18  Aggiornato: 24/3/2008 18:18
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 9/9/2007
Da: Un mondo pervaso di follia
Inviati: 1609
 Re: Lettera di un nuovo utente
Citazione:
Autore: nicolaj Inviato: 24/3/2008 17:53:21

Si vabbé ma calmati, mica si sta dibattendo su questo.
Poi non confondiamo "farmaci" con "psicofarmaci" o non se ne esce davvero più.
Né si sta disquisendo su quale siano i campi validi dell'"informazione alternativa" (che termine orribile).
----------------------------------------------------------------------------------------------------------
Stavrogin
Una terapia psichiatrica basata esclusivamente o prevalentemente su un farmaco (sulla cui efficacia avrei qualcosa da ridire ma lasciamo perdere) è sicuramente insufficiente.
Le diverse reazioni che le persone hanno su tali farmaci sono solo in parte prevedibili. Problemi di tipo psichiatrico vanno affrontati con metodi adeguati, parlare con un terapista (e non per farsi prescrivere la paroxetina giornaliera), magari sedute di gruppo e altro ancora.

Ti auguro tutta la fortuna del mondo. Non cedere. Non vale la pena togliersi la vita sotto un impulso depressivo o farmacologico.

La scienza non è nient'altro che una perversione se non ha come suo fine ultimo il miglioramento delle condizioni dell'umanità. - Nikola Tesla
blackhawk
Inviato: 24/3/2008 18:49  Aggiornato: 24/3/2008 18:49
Mi sento vacillare
Iscritto: 8/8/2007
Da:
Inviati: 305
 Re: Lettera di un nuovo utente
Non vorrei che tutto venisse rigirato alla solita accusa alla medicina, che si è vero ognitanto sbagliera, ma essenzialmente salva vite umane.

loris
Inviato: 24/3/2008 19:03  Aggiornato: 24/3/2008 19:08
So tutto
Iscritto: 14/2/2008
Da:
Inviati: 22
 Re: Lettera di un nuovo utente
io sò che tutte queste medicine hanno degli effetti collatereli....ed è per questo che determinate medicine devono essere prese assieme ad altre medicine che ne riducono l'effetto collaterame....


bisogna saper dosare entambe le medicine....bene molto bene sia in fase di inizio sia in fase di stasi sia in fase di fine.

state attenti alla ves e alla tiroide.....queste influenzano molto e gli spichiatri non la tengono molto in considerazione anche perchè queste durante la terapia possono risultere aballater e determinare gravi problemi...

allo scrittore dell'articolo (lettera) un saluto e un abbraccio affettuoso

clausneghe
Inviato: 24/3/2008 19:39  Aggiornato: 24/3/2008 19:48
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 17/4/2006
Da: nordcentro
Inviati: 1679
 Re: Lettera di un nuovo utente
Ciao e benvenuto Stravogin

Credo di capire la tua situazione...aggravata da una cura psicofarmacologica inadeguata se non controproducente, come da tua stessa ammissione, e in base alla esperienza che vivi e racconti quì.

Ora, non ho titoli per consigliarti, ma ti dico cosa farei io nel tuo frangente,che è pericoloso e doloroso per te e chi ti sta vicino.

Mi rivolgerei alla medicina dell'anima, ovvero sciamanica.

Esiste un vegetale chiamato Ayahuasca (Banisteriopsis caapi) detto anche "liana dei morti" perchè tramite questo infuso si accede al mondo dei morti e si provano le sensazioni e le emozioni del trapasso e durante la esperienza vengono alla luce i nodi e le cause nascoste origine del "male oscuro" che ti attanaglia.

Una piccola falsa morte,insomma, vissuta con la guida di un esperto sciamano,forse ti gioverebbe...

l'enteogeno funge da acceleratore emotivo con risoluzione catartica.

Esistono in Olanda centri dove si somministra questa bevanda ,anzi esiste una Chiesa, il culto Daimista molto diffuso in Brasile dove l'infuso è assurto a Crisma.

Non consegnare passivamente la tua vita, che è preziosa e unica, al demone che hai dentro di te e nemmeno fidati troppo della scienza psichiatrica.

Allego il LINK

Ciao e auguri ,Claus

Redazione
Inviato: 24/3/2008 20:03  Aggiornato: 24/3/2008 20:09
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: Lettera di un nuovo utente
STAVROGIN:

Come ha giustamente scritto AL2012, “il problema fondamentale è il tuo stato d’animo, la tua crisi depressiva”.

Ho qualche anno più di te, e anche se ognuno di noi ha un percorso unico da fare, diverso da tutti gli altri, qualcosa in comune mi sembra di aver capito che ci sia: è la ricerca della propria identità.

Nasciamo apparentemente “anonimi” e indistinti, ma in realtà ci portiamo già dentro quei tratti della personalità che ci renderanno unici nella vita, nel bene come nel male. E man mano che cresciamo dobbiamo continuamente lottare per adeguare quello che siamo “dentro”, la nostra vera natura, al mondo circostante.

Da piccoli allunghiamo una mano e prendiamo semplicemente tutto quello che vogliamo, ma da grandi dobbiamo imparare che non tutto ciò che vediamo è nostro, e che non possiamo avere tutto.

Da piccoli ci facciamo male, urliamo, e subito la mamma accorre con un cerotto e una carezza. Da grandi invece impariamo che dobbiamo saper medicare da soli le nostre ferite.

Da piccoli pensiamo che tutto esista da sempre, e che tutto esisterà per sempre. Da grandi vediamo i nostri genitori morire, e dobbiamo accettare il fatto che nulla di tutto ciò è eterno, e che un giorno dovremo morire anche noi.

Crescere – e quindi vivere - significa imparare a soffrire, imparare ad accettare ciò che non sapevamo, e che non ci piace.

La depressione (mio umilissimo parere, sia chiaro) indica una mancanza di voglia di combattere questa battaglia, e il suicidio è la scappatoia estrema di chi non se la sente di combatterla.

A questo punto dovrebbe essere chiaro che NESSUNA medicina potrà mai darti quella forza: al massimo una medicina può aiutarti a non sentire il peso di non riuscire ad affrontare la tua battaglia. Ma a questo punto equivale in tutto e per tutto al suicidio.

In altre parole, se il problema è quello di affrontare una crescita dolorosa, rivolgersi alla medicina è come rinunciare a vivere, anche se magari fisicamente non muori.

Da parte mia ti posso dire solo questo: ho attraversato diversi momenti dolorosi della mia vita, e ogni volta mi sembrava di sprofondare, di morire, di non riuscire a farcela. Eppure ogni volta ho scoperto che mi ritrovavo più forte e solido di prima, e a un certo punto ho capito che il vero senso della vita era quello. Crescere, soffrire, imparare.

Stavrogin, pensa solo a questo: nessuno, mai, da che esiste il mondo, è mai stato uguale a te, e nessuno mai lo sarà, per tutto il resto dell’eternità. La tua personalità è unica, e te la porti dietro fin dalla nascita (questo per me significa che Qualcuno o Qualcosa te l’ha data). E tu sei l’unico che può portare a compimento la tua vita: vuoi davvero sprecarla, o vuoi prima provare a combattere fino in fondo?

Cassandra
Inviato: 25/3/2008 0:02  Aggiornato: 25/3/2008 0:02
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 10/5/2006
Da:
Inviati: 1551
 Re: Lettera di un nuovo utente
Quasi due anni fa, Luogocomune pubblicò un mio articoletto (Questo qui). Si intitolava "Il killer nel cassetto", e riportava la testimonianza di un docente di biochimica sulle tendenze omicide e suicide indotte da Prozac e compagnia bella, tendenze talmente conosciute nell'ambiente scientifico da essere considerate ovvie.

Sono anni che vado raccontando questa storia. Prima o poi il pozzo verrà scoperchiato, e sentiremo un bel botto...

"Il buon senso c'era; ma se ne stava nascosto,
per paura del senso comune" (Alessandro Manzoni)
florizel
Inviato: 25/3/2008 1:03  Aggiornato: 25/3/2008 1:03
Sono certo di non sapere
Iscritto: 7/7/2005
Da: dove potrei stare meglio.
Inviati: 8195
 Re: Lettera di un nuovo utente
Come per Al2012 ed altri, anche a me risulta difficile separare la domanda finale di Stavrogin, (relativa all’ipotesi che dietro diverse storie di “ordinaria follia” possa esserci l’uso di psicofarmaci particolari) dal suo contesto personale.

Però il problema che solleva andrebbe affrontato, come sottolinea Cassandra.

Per quanto possa essere utile alla tua situazione personale, percepisco il tuo malessere più come un “conflitto” che come una “patologia”.

Ti chiedo se tu non debba cominciare col considerare che l’assimilazione di uno psicofarmaco provoca alcune risposte da parte dell’organismo, che a loro volta producono ulteriori disequilibri, sottoponendoti ad un ulteriore sforzo per adeguartici.

Per il resto, ti lascio un pm ed una storia zen.

“In un sutra, Buddha raccontò una parabola: un uomo che camminava per un campo si imbatté in una tigre. Si mise a correre, tallonato dalla tigre. Giunto a un precipizio, si afferrò alla radice di una vite selvatica e si lasciò penzolare oltre l'orlo. La tigre lo fiutava dall'alto. Tremando, l'uomo guardò giù, dove, in fondo all'abisso, un'altra tigre lo aspettava per divorarlo. Soltanto la vite lo reggeva. Due topi, uno bianco e uno nero, cominciarono a rosicchiare pian piano la vite. L'uomo scorse accanto a sé una bellissima fragola. Afferrandosi alla vite con una mano sola, con l'altra spiccò la fragola. Com'era dolce..!

"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
fefochip
Inviato: 25/3/2008 1:23  Aggiornato: 25/3/2008 15:26
Sono certo di non sapere
Iscritto: 27/11/2005
Da: roma
Inviati: 7005
 Re: Lettera di un nuovo utente
l'argomento non è affatto facile ...proverò a dare la mia versione della vita ...il mio punto di vista.
ho conosciuto la depressione da vicino ...purtroppo mia madre circa dieci anni fa decise di togliersi la vita proprio per questo.
ciò che mi ha fatto piu male oltre il trovarla nella casa dove vivevamo e di colpo trovarmi nei miei incubi piu neri è stato vivere la malattia di mia madre.
per anni ho vissuto la negazione della vita ...la non voglia di vivere .... il disturbo di mia madre era di tipo bipolare ....ha combattuto ...è andata in gruppi di sostegno ....ha usato psicofarmaci ...ero preoccupato che aveva deciso di smetterli ma l'avevo appoggiata .....anche io istintivamente non mi fidavo dei farmaci .forse l'errore è stato proprio iniziare a prederli ....chissà forse è stato smetterli .
vi racconto questo non tanto per lagnarmi ...io ho i miei momenti cupi come tutti credo ....ma sono un tipo allegro a cui piace vivere ma ho visto con i miei occhi che le turbe a cui andava incontro mia madre la trasformava ....c'era un evidente componente fisica (chissà forse ormonale ? o chissà cosa altro) .
rimproveravo a mia madre di avere piu volontà .....piu voglia di vivere ....buttarsi indietro il passato e sorridere al nuovo giorno perchè siamo liberi di ricominciare da zero dentro di noi se lo vogliamo.
questo però accade in persone sane ,quelle che si deprimono solo perchè gli capita qualcosa .... io credo che sia diverso se vivessimo nell'umore delle persone depresse ... coloro che vivono imprigionati dentro loro stessi ,in un umore decisamente tetro ...per nessun motivo reale.
vidi tempo fa un documentario in cui filmavano una capanna non so dove in africa dove vivevano in 50 ,in condizioni allucinanti per un occidentale ....tutti sorridevano con denti bianchissimi che contrastavano con le pelli nere sia di carnagione che di abbronzatura del sole cocente.
cosa avevano da sorridere?eppure sorridevano.mi pare assolutamente logico concludere che si può sorridere qualunque cosa ti accada ...è una tua scelta.
chi è depresso in maniera organica non ha questa scelta .
non so quanti di noi "sani" possano decidere per l'altro cosa è giusto e sbagliato e fargli pipponi sulla bellezza della vita e dell'importanza della loro vita.mi ci metto in prima persona perchè non so quanti ne ho fatti a mia madre...non sapevo cosa altro fare.
è come cercare di spiegare a un cieco la bellezza dei colori ... o a un sordo l'inebriante emozione di una musica che ci piace.
chi è depresso cronicamente è secondo me perchè ha un problema organico altrimenti un giorno almeno si romperebbe le palle di essere depresso.
questo non lo capivo ....forse non lo accettavo ..ma perchè ?
perchè non vedevo speranza ...probabilmente.
non potevo accettare che mia madre non poteva essere curata efficacemente e guarire.....ma perchè?
perche mi rendevo conto ma solo in maniera intuitiva di ciò che oggi ho capito con estrema semplicità ... un problema può anche risolversi da solo ma certamente non lo si può curare con efficacia se non se ne conosce la causa.
la causa della depressione non è nota come altresì non è nota la causa del tumore o di altre malattie.
se non si conosce il motivo e non si interviene su di esso non si ha nessuna possibilità di intervenire con efficacia con una cura.
si può avere culo ...ma per quanto credo fermamente che non siamo fatti di sola carne e che probabilmente la nostrà volontà,spirito ,anima ,chiamatelacomevipare è in grado di curare il nostro corpo (non si spiegherebbe,rimanendo in tema, l'incredibile successo dell'effetto placebo con cui ogni nuovo farmaco si deve confrontare prima di uscire sul mercato ...la famose prove di efficacia) se decidiamo di curarlo con dei farmaci non possiamo non sapere due semplici cose :quale è la causa dei nostri disturbi e come agisce il farmaco che prendiamo .
detto questo ritengo che siccome non è nota la causa della depressione in tutte le sue forme e variabili ,che i farmaci sono sostanze i cui effetti sono per lo piu sconosciuti e dannosi ,che le società che producono i farmaci hanno interesse a vendere piu che a curare .... gli psicofarmaci siano una enorme "sòla"(come tante altre) ....ma è solo un mio parere personale ...per quello che vale.

detto questo vorrei salutare l'autore dell'articolo e dirgli che il piu grande nemico è sempre te stesso e i piu valorosi samurai sono quelli che vincono la loro battaglia ....dentro.
nessuno ti può dire se combatterla questa battaglia o meno ...e nessuno si dovrebbe predere la libertà (mi riferisco ai facili moralismi) di dirti le solite menate sulla vita che è sacra ,bella,ecc ...facile fare i conti sulla pelle dell'altro.

ricordati che in un senso o in un altro tu vivendo compi una scelta e comunque sei sempre libero di compiere questa scelta ...sei libero di sfidarti o di farla finita questa è la realtà .

credo di capirti... anche se per farlo dovrei provare quello che provi (e non ne ho nessuna intenzione) e per fortuna quel grandissimo porco di dio non mi ha inflitto tale pena ...almeno per ora...

un saluto
fefochip

più che "scoprirla" la verità si "capisce", inutile quindi insistere piu di tanto
Red_Knight
Inviato: 25/3/2008 2:55  Aggiornato: 25/3/2008 2:55
Sono certo di non sapere
Iscritto: 31/10/2005
Da:
Inviati: 3121
 Re: Lettera di un nuovo utente
Citazione:
La depressione (mio umilissimo parere, sia chiaro) indica una mancanza di voglia di combattere questa battaglia, e il suicidio è la scappatoia estrema di chi non se la sente di combatterla.

Non condivido. Parlo per esperienza personale e quindi potrei essere facilmente smentito, ma il suicidio non è una scappatoia o una resa. A una persona che non ha mai avuto a che fare con una depressione seria o a cui comunque non è mai balenata per la mente l'idea del sucidio potrà sembrare assurdo, ma il suicidio è visto dall'aspirante defunto in tutt'altro modo. E' una soluzione. Non c'è alcuna battaglia per il depresso, e quindi non c'è vittoria, né sconfitta, né resa. E' anche una scelta frutto di un ragionamento logico ineccepibile: sto male, morendo smetto di star male, non vedo in questo momento e non prevedo per il futuro alcunché di risolutivo, quindi scelgo ciò che mi dà le maggiori garanzie di vantaggio (inteso qui come mancanza di sofferenza). L'unica cosa che conta per un depresso è, inizialmente, smettere di soffrire, poi, se non si è deciso di anestetizzarsi con alcool, droghe o psicofarmaci, ci si innamora della propria sofferenza, la si considera parte della propria personalità, e si diventa restii a farne a meno, rifiutando qualsiasi soluzione parziale (qualcuno accetterebbe di essere felice rinunciando alla propria intelligenza, alla propria onestà, alla propria memoria o magari alla consapevolezza di esserlo? Così è per il depresso con la sofferenza). Fatti un paio di conti e visualizzato il bilancio negativo della propria esistenza, spesso si sceglie la soluzione più pratica, immediata, totale che non costringa a un compromesso con la propria coscienza. La maggior parte dei suicidi non avviene perché si considera il danno che si può arrecare ai propri cari (come il nostro stavrogin), infatti di solito si suicidano le persone avventate. Quando però si opta per il suicido pur avendo meditato, in quei casi quasi sempre si arriva al commiato da questo mondo con assoluta serenità. L'idea di poter premere l'interruttore off della propria vita rappresenta anzi qualcosa di sublime, quasi poetico, una sensazione di onnipotenza e assoluta libertà. Non c'è nessun "addio, mondo crudele" ma piuttosto un pacato "beh, ne ho avuto abbastanza". Per me è stato così, e ho riscontrato questa stessa cosa in tutti coloro che hanno avuto la mia stessa esperienza.
Uno dei lati positivi è che quando finalmente ne esci non hai più paura della morte, hai un'enorme fiducia in te stesso e solitamente un'accresciuta nobiltà d'animo, riesci a capire le persone come nessun altro (fiuti gli idioti e i farabutti a miglia di distanza, e contemporaneamente ti basta uno sguardo per trovare una persona simile a te) senza contare che dopo aver passato un periodo tanto orribile apprezzi molto di più qualsiasi cosa bella ti capiti. Per cui Stavrogin, se ti va di aspettare che la fortuna cambi verso, dovrebbe attenderti un'esistenza molto, molto migliore... a meno che la tua depressione non sia uno di quei rari casi in cui è una cosa esclusivamente chimica (ne conosco non pochi ma sono comunque la minoranza), nel qual caso però i farmaci e la psicoanalisi dovrebbero aiutarti sensibilmente, ma mi sembra di capire dall'articolo che hai delle cause concrete per la tua afflizione. Personalmente, considero una fortuna enorme aver vissuto tanti densissimi anni d'inferno (nel senso più doloroso del termine) considerato quanto sono felice ora. Spero che questo ti infonda un po' di ottimismo.

HostFat
Inviato: 25/3/2008 8:37  Aggiornato: 25/3/2008 8:37
Ho qualche dubbio
Iscritto: 16/8/2007
Da:
Inviati: 139
 Re: Lettera di un nuovo utente
Citazione:
Uno dei lati positivi è che quando finalmente ne esci non hai più paura della morte, hai un'enorme fiducia in te stesso e solitamente un'accresciuta nobiltà d'animo, riesci a capire le persone come nessun altro (fiuti gli idioti e i farabutti a miglia di distanza, e contemporaneamente ti basta uno sguardo per trovare una persona simile a te) senza contare che dopo aver passato un periodo tanto orribile apprezzi molto di più qualsiasi cosa bella ti capiti.

Che cosa curiosa questa che scrivi.
Anch'io non ho passato dei bei momenti, e proprio in quel periodo ho avuto un incidente.
Un incidente vero! Nulla di indotto da me. ( mi tirò sotto una macchina :P )
Dopo essermi ripreso, pian piano ... mi ritrovo praticamente nella stessa situazione da te descritta.
Viene definita empatia ...

La stessa che ferma un suicida, che pensa al fatto che possa far soffrire qualcun'altro.

Mi chiedo se a volte possa essere invece anche la stessa che spinge verso l'atto...
Se la pesantezza e la continua sopportazione della sofferenza altrui sia veramente troppo da sopportare.

sigmatau
Inviato: 25/3/2008 9:45  Aggiornato: 25/3/2008 11:31
Mi sento vacillare
Iscritto: 18/9/2007
Da: Provincia di Piacenza
Inviati: 705
 Re: Lettera di un nuovo utente
Sia chiaro che l'unico 'contributo fattivo' che sono in grado di dare alla soluzione del problema del nuiovo utente è legato a mie esperienze personali e pertanto hanno il valore che hanno...

Circa vent'anni fa [ero trentenne...] due miei cari amici maturarono uno stato depressivo acuto che li spinse a meditare le più strane forme di suicidio. In entrambi a casi sono riuscito a farli desistere dal loro proposito e ad affidarsi alle cure mediche con una argomentazione che potrebbe suonare ridicola: lo morte per suicidio sarebbe stato da parte loro un atto di profondo egoismo nei confronti di chi nutriva affetto per loro. Entrambi mi sono ancora grati di ciò ed hanno 'giurato' che, all'occorrenza, in qualsiasi momento aiuteranno me nella stessa maniera con la quale io ho aiutato loro...

Quello che posso dire che in entrambi i casi da me citati i farmaci hanno sicuramente aiutato i miei amici ad uscire dal tunnel, ma veramente insostituibile è stata la volontà loro di sconfiggere la depressione...

un cordiale saluto...

Carlo

… men of few words are the best men… William Shakespeare King Henry V
brasm
Inviato: 25/3/2008 9:46  Aggiornato: 25/3/2008 9:46
Ho qualche dubbio
Iscritto: 7/6/2006
Da:
Inviati: 42
 Re: Lettera di un nuovo utente
Io ho preso l'Efexor per un anno e sono uscito dalla depressione (ho anche trovato una persona che mi è stata vicina e lo è tutto'ora, probabilmente il grosso lo ha fatto lei!!!) comunque, a me non ha fatto questo effetto ma ricordo perfettamtne che tra le controindicazioni c'era scritto che poteva portare a "istiniti suicidi" (per questo prima di prenderlo ci ho pensato un po')...
Quello che ricordo però è che quando dopo un anno che lo prendevo tutti i giorni ho iniziato a smettere mi giravala testa e sentivo dei fischi nelle orecchie, probabilmente mi stavo disintossicando perchè dopo poche settimane sono passati e non li ho mai più avuti!

vernavideo
Inviato: 25/3/2008 11:03  Aggiornato: 25/3/2008 11:04
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/3/2006
Da: Lussemburgo
Inviati: 1200
 Re: Lettera di un nuovo utente
Giudicatemi pure inopportuno, ma a me questa lettera non convince.
Dubito che una persona che abbia visto la morte in faccia riesca ad usare, pochissimo tempo dopo l'accaduto, un tono cosi' neutro e descrivere i fatti usando uno stile narrativo ineccepibile.

-Al2012 Citazione:
Spero che tu abbia compreso l’inutilità del suicidio, perché ognuno di noi ha uno scopo bene preciso, dal filo d’erba all’uomo più malvagio ed all’uomo più splendente


-Massimo Citazione:
(questo per me significa che Qualcuno o Qualcosa te l’ha data)


Gli agnostici sono vivamente sconsigliati dil cadere in depressione.....

Ciao,
Stefano

P.S.
Nel caso la lettera fosse genuina, la terapia migliore e' scherzarci sopra: io mi sarei suicidato dopo avrel letto alcuni dei vostri commenti.....

Ogni critica circostanziata e tecnicamente pertinente sarà utile a tutti per capire meglio i termini della questione
stg44
Inviato: 25/3/2008 11:25  Aggiornato: 25/3/2008 21:20
Ho qualche dubbio
Iscritto: 25/3/2008
Da:
Inviati: 79
 Re: Lettera di un nuovo utente
Io mi sono imbottito di Minias (Lormetazepan) per una decina d'anni,è merda pura allo stato brado e il mio medico di famiglia me lo prescriveva come acqua fresca...
Molto meglio farsi un rozzo di cannoni con poco tabacco,

IL RESTO DEL POST E' STATO RIMOSSO

M.M.

cocis
Inviato: 25/3/2008 11:36  Aggiornato: 25/3/2008 11:36
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 11/1/2006
Da: V
Inviati: 1430
 Re: Lettera di un nuovo utente
tanto x la cronaca è tornato al-quaeda .. e ha minacciato israele e gli usa

tccom
Inviato: 25/3/2008 14:31  Aggiornato: 25/3/2008 14:31
Mi sento vacillare
Iscritto: 3/11/2005
Da: civitavecchia
Inviati: 903
 Re: Lettera di un nuovo utente
@Al2012
Citazione:
perché ognuno di noi ha uno scopo bene preciso, dal filo d’erba all’uomo più malvagio ed all’uomo più splendente


secondo me parecchi finiscono in depressione proprio perchè convinti della frase che ho quotato...e quando si rendono conto che uno scopo non c'è, magari inconsciamente....

Ha ragione Mr. Smith, quando dice che gli umani polarizzano la realtà per evitare di accettare che sia priva di un qualsiasi scopo o significato.
Fortunatamente, il più delle volte si riesce a trovare qualcosa che ci faccia dimenticare l'innegabile verità...

...o forse stanotte ho solo dormito peggio del solito....

...il mio motivo non sta ferma un'attimo

...gli Stati Uniti non ci hanno guadagnato nulla dall'11 settembre (c'è bisogno di dirlo?)...[].... Ragioniamo: chi ci guadagna quando piove? i produttori di ombrelli. Da questo si deduce che i produttori di ombrelli controllano la pioggia.
fefochip
Inviato: 25/3/2008 15:30  Aggiornato: 25/3/2008 15:30
Sono certo di non sapere
Iscritto: 27/11/2005
Da: roma
Inviati: 7005
 Re: Lettera di un nuovo utente
Citazione:
Se proprio vogliamo aiutarlo, consigliamogli di non leggere più LC perché deprime parecchio leggere di cospirazioni e 11 settembre... o almeno a me fa questo effetto...


ovviamente ci sono altri siti e il problema non è LC in quanto tale ....ma in questa tua frase trovo non solo un importante consiglio per chi lo sa leggere ma anche un enorme complimento per il sito stesso.

più che "scoprirla" la verità si "capisce", inutile quindi insistere piu di tanto
oxtor
Inviato: 25/3/2008 16:06  Aggiornato: 25/3/2008 16:06
So tutto
Iscritto: 24/12/2007
Da:
Inviati: 3
 Re: Lettera di un nuovo utente
salve a tutti sono nuovo del forum ....
.
mi sono da poco imbattuto in delle nuove teorie mediche ,
nate principalmente dagli studi della dottoressa hulda clark
.
link wikipedia
http://en.wikipedia.org/wiki/Hulda_Clark

e descritta nel suo libro che è anche in italiano "la cura di tutte la malattie"
.
guardate anche questo interessante filmato.
.
http://it.youtube.com/watch?v=R7y76NFs1j8

non voglio assolutamente essere portatore di verità universali o cose del genere anzi specifico subito che di medicina non ne capisco.

il mio intendo è solo quello di informarvi di questa nuova voce....
.
cmq secondo i suoi studi le malattie hanno 2 cause principali
i parassiti e l'inquinamento
per l'inquinamento bisogna evitarlo .
.
per i parassiti si possono uccidere con una frequenza elettrica.
vedi video ..... l'apparechio che hulda chiama zapper , un semplice generatore ad onda quadra si può trovare già fatto a poco più di 50 €
costruendoselo da soli ri risparmia un bel pò , su internet si trovano tutti gli schemi.
.
per quando riguarda le malattie mentali , se non ricordo male ....
ulda individua 2 cause , alcuni parassiti causano attacchi di panico angoscia
ecc e si possono uccider con lo zapper .
mentre altre malattie come la schizofrenia sono causate da un fungo.
.
il belo , se così possiamo dire ,che lo zapper e le altre terapie si possono anche effettuare senza interrompere le terapie mediche tradizionali .
chi ha scritto la lettera potrebbe fare delle prove interessanti
visto che secondo la teoria clark ha il cervello pieno di parassiti
e che questi potrebbero essere uccisi in un ora dallo zapper .
.
magari se volete approfondire il libro costa 45 € lo zapper una 50
penso che il nostro amico abbia speso molto di più.
.
mi piacerebbe che la redazzione di luogo comune facesse qualche inchiesta su queste teorie.
.
spero di essere stato appropiato , e non fuori tema.
ripeto non so se queste teorie sono vere o no , perchè non sono
in grado di dirlo , ho solo voluto portare a conoscenza chi ha scritto la lettera di questa nuova voce vera o falsa che sia
.
saluti a tutti

Red_Knight
Inviato: 25/3/2008 18:20  Aggiornato: 25/3/2008 18:20
Sono certo di non sapere
Iscritto: 31/10/2005
Da:
Inviati: 3121
 Re: Lettera di un nuovo utente
Oxtor:
Personalmente ti ringrazio per la segnalazione, ma a una prima lettura dell'articolo di wikipedia e così, forse un po' a pelle, questa tizia ha tutta l'aria di essere meritevole al più di una fucilata in testa. Sono un ignorante in materia, e molte persone dalle scoperte rivoluzionarie sono state prese per pazze nella storia, ma che la depressione sia causata da vermi o funghi francamente mi sembra un insulto all'intelligenza umana.

fefochip:
in un certo senso è un complimento al sito. E' talmente corretto, preciso, inattaccabile (tranne la discussione sui videogiochi... mio Dio, quella è una macchia per LC! )... è per questo che mi butta giù ogni qual volta lo leggo (ma lo leggo lo stesso perché preferisco essere libero che felicemente inconsapevole... e poi mi basta andare su youtube per tornare allegro...).

vernavideo:
capisco la tua meraviglia ma ti assicuro che la lucidità è al contrario vivissima in un suicida, prima durante e, in caso di fallimento, dopo l'estremo gesto. Te lo dico per esperienza personale.

sigmatau:
la tua non è stata un'argomentazione ridicola, ma al contrario hai detto la cosa migliore. Infatti è quello l'unico motivo per cui la maggior parte degli aspiranti suicidi poi desiste. E come vedi hai avuto successo nel tuo intento.

Hostfat:
sì avevo sentito dire questa cosa da persone scampate a incidenti, dev'essere una reazione comune di fronte alla morte... forse ci si rende conto di quello che è davvero: un banale black-out.

Linucs
Inviato: 25/3/2008 20:36  Aggiornato: 25/3/2008 20:36
Sono certo di non sapere
Iscritto: 25/6/2004
Da:
Inviati: 3996
 Re: Lettera di un nuovo utente
per quando riguarda le malattie mentali , se non ricordo male ....
ulda individua 2 cause , alcuni parassiti causano attacchi di panico angoscia
ecc e si possono uccider con lo zapper .
mentre altre malattie come la schizofrenia sono causate da un fungo.


Dall'archivio "megapost" dello zio linucs...

Study: Cat Parasite Affects Human Culture

Bizarre Human Brain Parasite Precisely Alters Fear

...vago sospetto...

fefochip
Inviato: 25/3/2008 20:37  Aggiornato: 25/3/2008 20:37
Sono certo di non sapere
Iscritto: 27/11/2005
Da: roma
Inviati: 7005
 Re: Lettera di un nuovo utente
Citazione:
molte persone dalle scoperte rivoluzionarie sono state prese per pazze nella storia, ma che la depressione sia causata da vermi o funghi francamente mi sembra un insulto all'intelligenza umana.



ribadisco con te che TUTTI coloro che hanno affermato pensieri o fatto scoperte troppo "innovative" sono stati presi per pazzi o ciarlatani e quindi variamente derisi e/o perseguitati.

per quanto riguarda le conclusioni della clark non puoi dirlo finche non si conosce la causa della depressione ....
come ho già detto c'è un fattore fisico e/o chimico che interviene ....non è assurdo quindi pensare che se dei parassiti (quali che essi siano) possano alterare la chimica dell'"umore" ....finche non si prova il contrario è difficile affermare che una ipotesi sia assolutamente assurda .....

più che "scoprirla" la verità si "capisce", inutile quindi insistere piu di tanto
Linucs
Inviato: 25/3/2008 20:50  Aggiornato: 25/3/2008 20:50
Sono certo di non sapere
Iscritto: 25/6/2004
Da:
Inviati: 3996
 Re: Lettera di un nuovo utente
Sono un ignorante in materia, e molte persone dalle scoperte rivoluzionarie sono state prese per pazze nella storia, ma che la depressione sia causata da vermi o funghi francamente mi sembra un insulto all'intelligenza umana.

Io vedo Padoa Schioppa e mi deprimo... com'è?

Red_Knight
Inviato: 25/3/2008 20:59  Aggiornato: 25/3/2008 21:00
Sono certo di non sapere
Iscritto: 31/10/2005
Da:
Inviati: 3121
 Re: Lettera di un nuovo utente
fefochip:
non ho scartato a prescindere la tesi di questa tizia, dico solo che dovendo dare un giudizio preliminare - un pregiudizio - mi sembra una colossale stronzata. Quando domani sera avrò tempo per documentarmi vedrò se rimangiarmi quello che ho detto o se il mio istinto aveva ragione. Il fatto che mi sembri una stronzata è dovuto a:
1) se fossero dei parassiti la depressione avrebbe un'incidenza eterogenea e casuale; a me risulta che la depressione colpisca soggetti sfortunati che hanno dei buoni motivi per non essere allegri...
2) i vermi di questa tizia, leggo da wikipedia, ripeto, non sono documentato, sono diffusi solo nel terzo mondo;
3) cosa diavolo ci fa un verme nel cervello???
4) di solito una persona seria, specialmente per non essere presa per pazza, e comunque per correttezza, quando fa una scoperta rivoluzionaria non tira fuori denominazioni come "la cura per tutte le malattie", ma piuttosto annuncia di aver notato una correlazione tra la diffusione di un certo verme e il numero di depressi...

Ovviamente è un'impressione iniziale, non è un'argomentazione. Di solito però c'azzecco. Comunque ci mancherebbe, ti quoto in pieno.

EDIT: Linucs, mi hai appena smentito!

Redazione
Inviato: 25/3/2008 21:22  Aggiornato: 25/3/2008 21:24
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: Lettera di un nuovo utente
Oh, ragazzi: non vedo Stavrogin. Non è che per caso....

°°°

RED_KNIGHT: "molte persone dalle scoperte rivoluzionarie sono state prese per pazze nella storia, ma che la depressione sia causata da vermi o funghi francamente mi sembra un insulto all'intelligenza umana."

Sapessi quanti altri "insulti" ci sono, ad attenderti.

blackhawk
Inviato: 25/3/2008 22:36  Aggiornato: 25/3/2008 22:36
Mi sento vacillare
Iscritto: 8/8/2007
Da:
Inviati: 305
 Re: Lettera di un nuovo utente
Oxtor.....sta storia mi pare proprio una stronzata........

aeremita
Inviato: 26/3/2008 0:46  Aggiornato: 26/3/2008 0:46
Ho qualche dubbio
Iscritto: 23/12/2007
Da: Dolceacqua
Inviati: 211
 Re: Lettera di un nuovo utente
leggo questa lettera e avverto un subdolo piacere nel crogiolarsi nella propria malattia. non sono un depresso e quando talvolta mi sono avventurato in questa dimensione, avrei meritato solo un paio di sonori ceffoni

fefochip
Inviato: 26/3/2008 3:57  Aggiornato: 26/3/2008 3:57
Sono certo di non sapere
Iscritto: 27/11/2005
Da: roma
Inviati: 7005
 Re: Lettera di un nuovo utente
Red_Knight:

non vorrei essere frainteso io non sostengo affatto che la clark possa avere ragione ma essendo ben informato sul discorso di simoncini e dei funghi drizzo le orecchie subito perche ho imparato che sottovalutiamo molto il mondo dei funghi e dei parassiti in genere che possono dare problemi che la scienza ufficiale nemmeno tiene in considerazione.

sul tuo punto 1 dissento alla luce di quanto ho già scritto ...esistono depressioni non indotte da cause esterne oggettive ... poi ognuno si può fissare sulle peggio stronzate ...che non è stato allattato al seno dalla mamma ma credo che se si prendono dei pretesti i problemi sono sempre diversi e talvolta credo che ci sia una base organica.

comunque speriamo bene ...in generale per tutti.

un saluto
fefochip

più che "scoprirla" la verità si "capisce", inutile quindi insistere piu di tanto
peonia
Inviato: 26/3/2008 11:57  Aggiornato: 26/3/2008 11:57
Sono certo di non sapere
Iscritto: 26/3/2008
Da: Roma
Inviati: 6677
 Re: Lettera di un nuovo utente
Caro Stravogin, mi spiace leggere quanto sia dolorosa la tua vita, così giovane...
Purtroppo è la realtà di moltissimi giovani, anche se non appare.
Sicuramente gli psicofarmaci non sono sicuri rispetto agli effetti collaterali, spesso leggendo il "bugiardino" (il foglio con le avvertenze) vediamo che tra gli effetti collaterali ci sono possibilità ben peggiorI della malattia che si tenta di curare....
Ho letto di casi di suicidio fra persone adulte che assumevano forti psicofarmaci, anche fra bambini trattati per quella infame e falsa sindrome ADHD....La possibilità non è da scartare!
Io sono convinta che l'unica vera cura per il tuo disagio (desease) è trovare una prospettiva spirituale della Vita, cosa che affermava anche Jung dopo trent'anni di contatti con persone malate che ritrovavano la salute appunto dando un senso ed uno scopo alla propria....
Ci sono moltissime ricerche e scoperte, di cui ovviamente i media non parlano, essendo totalmente asserviti ai padroni delle logiche del profitto (leggi lobbies farmaceutiche!), che confermano che le emozioni e le credenze creano la malattia...e che la Mente può agire sullo stato di salute in senso negativo e in senso positivo.
Purtroppo la medicina"ufficiale" e la psicologia "ufficiale" sono fortemente limitate! La visione cartesiana, newtoniana, materialistica dell'Uomo e conseguente applicazione di terapie (?) non vedono la persona nella sua complessità di Corpo-Emozioni-Mente-Spirito. I primi si limitano a guardare gli organi ed i secondi si fermano alla psiche (tra l'altro in greco psiche significava anima!) e ci considerano tutti uguali mentre siamo individui unici!
Io ho 62 anni ed ho perso un figlio molto giovane per un tumore....quindi sento tutti miei figli..un consiglio veramente di cuore che posso darti, rivolgiti ad un bravo medico "alternativo" e ad uno psicologo transpersonale.....
Guarda se puoi, magari scaricandolo dal web, due bei DVD:
The Secret e La Mente è più forte dei geni (il secondo è di Bruce Lipton, un biologo cellulare).
Se poi ti va di dirmi dove vivi e se posso aiutarti nella ricerca, ne sarei felice, credimi la tua sofferenza è anche mia..
Un abbraccio forte forte
Marina
marina.costa2004@tiscali.it

...Non temete nuotare contro il torrente. E' di un'anima sordida pensare come il volgo, solo perche' il volgo e' in maggioranza... (Giordano Bruno)
xwus
Inviato: 26/3/2008 21:04  Aggiornato: 26/3/2008 21:04
Ho qualche dubbio
Iscritto: 11/1/2005
Da:
Inviati: 79
 Re: Lettera di un nuovo utente
Ciao a tutti,prendendo spunto dalla discussione e salutando con affetto il nuovo utente,vorrei domandarvi una cosa.Sono venuto a sapere che un mio amico soffre da poco tempo di attacchi di panico e che il suo medico gli ha prescritto del Tavor orosolubile.Vorrei sapere da qualche esperto se magari anche questo medicinale rientra nei cosiddetti killerfarmaci...

peonia
Inviato: 27/3/2008 0:03  Aggiornato: 27/3/2008 0:03
Sono certo di non sapere
Iscritto: 26/3/2008
Da: Roma
Inviati: 6677
 Re: Lettera di un nuovo utente
Io non sono un'esperta, so solo che dà dipendenza e che se ci si affida ad una pillola per quel problema non se ne esce facilmente. Unitamente ad una terapia, il tuo amico dovrebbe essere aiutato a capire la causa per poterla risolvere.....definitivamente si spera. In bocca al lupo! Sento sempre più persone che hanno questi attacchi, certo è che il mondo in cui viviamo non ci aiuta....mannaggia!!
ciao
Marina

...Non temete nuotare contro il torrente. E' di un'anima sordida pensare come il volgo, solo perche' il volgo e' in maggioranza... (Giordano Bruno)
kirillov81
Inviato: 27/3/2008 17:31  Aggiornato: 27/3/2008 17:31
Mi sento vacillare
Iscritto: 6/3/2007
Da: Milano
Inviati: 451
 Re: Lettera di un nuovo utente
Ciao Stavrogin,
vedo che anche tu hai attinto dal grande Dostoievskij per il tuo nick name. Mi chiedo solo perché hai preferito Stavrogin, che non mi pare adattarsi al tuo profilo. Stavrogin è tutt'altro che depresso.
Io dallo stesso romanzo, I demoni, ho invece scelto Kirillov. Sarebbe interessante parlarne, se tu ti facessi vivo.
A presto spero
Alessandro (Kirillov_81)

Ut Veritas Patefiat
Red_Knight
Inviato: 27/3/2008 18:50  Aggiornato: 27/3/2008 18:50
Sono certo di non sapere
Iscritto: 31/10/2005
Da:
Inviati: 3121
 Re: Lettera di un nuovo utente
Kirillov! Mi sei mancato! Sbaglio o è dalla discussione sull'aborto che non postavi? In caso contrario temo di essermi perso i tuoi post.

kirillov81
Inviato: 28/3/2008 11:18  Aggiornato: 28/3/2008 11:18
Mi sento vacillare
Iscritto: 6/3/2007
Da: Milano
Inviati: 451
 Re: Lettera di un nuovo utente
Ave Red_Knight,
purtroppo ho poco tempo ultimamente. Gli impegni professionali stanno aumentando Deo gratias e l'esperienza fatta sulla questione aborto mi ha fatto constatare quanto tempo vada dedicato ad una discussione non banale.
Comunque continuo a pregare per le vostre anime eretiche
Ciao
Ale

Ut Veritas Patefiat
Red_Knight
Inviato: 28/3/2008 17:28  Aggiornato: 28/3/2008 17:28
Sono certo di non sapere
Iscritto: 31/10/2005
Da:
Inviati: 3121
 Re: Lettera di un nuovo utente
Apprezzo molto kirillov

stavrogin
Inviato: 28/3/2008 23:40  Aggiornato: 28/3/2008 23:40
So tutto
Iscritto: 15/3/2008
Da:
Inviati: 5
 Re: Lettera di un nuovo utente
salve a tutti. mi scuso per non aver risposto prima ai tanti dubbi, ma non frequento internet quotidianamente, e solo nel fine settimana posso con una certa regolarità. oddio, durante la settimana potrei dal lavoro, ma non mi fido magari restano tracce dei siti che guardo. non pensavo neanche di aver suscitato questo dibattito.
ora tenterò di rispondere a qualche utente:
@blackhawk: quando dici che non volevo veramente suicidarmi perché ho chiamato la mia amica, hai ragione a metà: se non avessi voluto suicidarmi davvero, l'avrei chiamata prima di imbottirmi, come fanno in molti. invece l'ho chiamata dopo essermi imbottito e dopo aver fortunatamente vomitato, perché in quel momento l'impulso suicida è passato(gli impulsi non durano tanto, essendo impulsi. se uno supera un impulso, l'istinto di sopravvivenza riprende il sopravvento. io dopo aver vomitato mi sono detto: ma cosa ho fatto? e ho chiesto aiuto). ho avuto il colpo di fortuna di vomitare per aver bevuto troppa acqua insieme al mix, sennò ce l'avrei fatta e l'amica non la avrei chiamata.
@uto: ho già un animale domestico, lo adoro, ma poco mi è utile.
@al2012: il motivo principale della lettera è il dubbio sugli psicofarmaci. ho raccontato la mia esperienza per contestualizzare la questione. non sono venuto qua per parlare della mia depressione o per suscitare pietismi, e non mi sembra di averlo fatto. ho parlato della situazione mia personale per permettere a chi vuole di avere più elementi per almeno porsi qualche dubbio. e nel mio piccolo per avvisare chi magari sta per iniziare a prenderli.
@red_knight: hai capito alla perfezione quello che ho passato e che volevo dire con questa lettera.
@nicolaj: per quanto mi riguarda, lo psicofarmaco ha peggiorato la mia situazione, per cui non è possibile escludere il fatto che possa essere tale rimedio peggiore del male.
@rick: grazie per l'augurio, ma per ora ho smesso con farmaci e terapie. sto un po' meglio, ma sono conscio che ritorneranno periodi non facili, ora mi sto prendendo una pausa di riflessione per metabolizzare la mia questione, e poi vedrò cosa fare e da chi farmi curare.
@loris: sì, mi hanno consigliato di fare anche esami tiroidei, cosa che al mio ex-neurologo non è neanche passata per la mente.
@grazie clausneghe, mi informerò.
@redazione: sono consapevole di tutte le cose che hai scritto, ma non mi servono a migliorare la questione. ho già passato la fase che tu descrivi, della ricerca di motivi per vivere: e fondamentalmente non ne ho, li ho persi. ma voglio che la questione non si sposti dal dibattito.
@fefochip: sono d'accordo con quello che scrivi, soprattutto con gli esempi relativi a chi sta peggio di noi ma che ha la forza di sorridere, e all'esempio relativo al far vedere a un cieco i colori: è calzante e spiega benissimo la situazione.
@red_knight: hai inquadrato alla perfezione la mia situazione.
@vernavideo: tieni i tuoi dubbi, del resto è un sito in cui se non si hanno dubbi non ha senso starci. i tuoi dubbi però sono minati dal fatto che non hai mai vissuto una situazione come la mia, e che ogni persona reagisce in maniera diversa alle circostanze, specie le più traumatiche. io l'ho scritto anche che la lucidità che ho avuto era inquietante, più di questo non posso dirti. poi forse il mio "distacco" dipende dal fatto che io alla morte non dò il peso che puoi forse dare tu, per me non è così terribile, e per questo "vederla in faccia" non mi sciocca al punto da impedirmi di scrivere bene (è colpa mia se scrivo bene? per rendere più credibile il mio stato avrei dovuto commettere errori di battitura, di grammatica e sbagliare i tempi? non la capisco, questa critica). e comunque, se ti sto indicando la luna, non fissare il dito: anche se la mia lettere fosse falsa (perché, poi), il problema sollevato resta reale: per cui l'autenticità della lettera non è il problema principale.
@aeremita: appunto, non sei un depresso e visto che non lo sei non sei obbligato a parlare di una cosa che non conosci. se pensi che si possa risolvere con due ceffoni, beh permettimi di dire che la tua conoscenza della psicologia umana si ferma a prima della doppia cifra dell'età. il depresso, come ha detto red_knigh, ama la sua sofferenza, per cui è normale che abbia colto ciò che dici: ma non mi avventuro a spiegarti cosa voglia dire questo "infatuazione" del dolore, dubito che potresti capirla, vista la tua intuibile scarsa sensibilità e forse nulla empatia.
@peonia: grazie mille, ma non sono venuto qua per cercare aiuto, anche se molti pensano questo. io penso che nessuno possa aiutarmi, né amici né parenti né ragazze: questa è la mia esperienza personale, se riesco, devo riuscirci da solo perché è tutto dentro la mia testa.
@kirillov81: non è che volessi scegliere un nick di depressi, non esageriamo ora. stavrogin mi piace come personaggio, e per una sua frase: "Ho notato che una forte paura dissolve del tutto l’odio e il sentimento della vendetta"

poi, forse non mi sono spiegato bene: il problema è che a me è andata bene, ma quante persone ci sono che in preda a un impulso suicida favorito da un farmaco si sono uccise? non sarà mai possibile saperlo, ma perché nessuno o quasi si mette neanche il dubbio? perché c'è questa cieca fiducia nel farmaco? io sono CERTO che il tentativo di suicidio è stato condizionato dall'efexor, perché io sono abbastanza intelligente (lo dico senza presunzione, ma come presa di coscienza di me stesso) e consapevole per sapere che per i mesi che ho preso l'efexor NON ERO la stessa persona di sempre. perché il mio ex-dottore non si è posto il minimo dubbio di fronte alle mie perplessità e mi ha anzi consigliato di riprendere la stessa terapia (con previsione di aumento dose, addirittura) con lo stesso farmaco? io, arbitrariamente, ho da poco smesso di prenderlo, di mia iniziativa: sentivo che stavo tornando nella strada del suicidio, stavo di nuovo come in quei momenti. il giorno che mi sono trovato con un coltello in mano (non lo dico per suscitare clamore, come qualcuno può pensare, ma per far capire come si può diventare) con un fortissimo impulso all'autolesionismo, sono riuscito a uscire di casa gettando via il coltello e a dire a me stesso "basta con queste pastiglie!". da allora ho sospeso, non ho avvisato il medico e non ho intenzione di chiamarlo più. i primi giorni sono stato un po' male fisicamente, ma niente in confronto a ciò che mi provocava quella "medicina". ora sto un po' meglio, e non ho nessuna intenzione di prendere psicofarmaci mai più. se devo suicidarmi (ma come ho detto non lo farò, perché mi rendo conto ora che non reggo più il pensiero di dare un dolore così grande a chi mi vuole bene: non sono sufficientemente egoista) preferisco farlo per mia scelta, non per scelta di un agente chimico esterno. e ciò che mi rende sicuro del fatto che una concausa è l'efexor, è il confronto tra i due tentativi, che spero di aver ben reso nella lettera.

ringrazio comunque per le belle parole di alcuni: capisco la loro buona fede, ma come ha detto red_knight in certi casi non serve a niente sentirsi frasi come "la vita è bella non vale la pena morire" et similia: anzi, spesso sono controproducenti. per fare un esempio, io vedo la vita come un campo che brucia, brucia a fuoco lento e basso, non tanto furioso: le persone ci passano chi con la tuta d'amianto, chi con solo le scarpe, d'amianto, chi solo vestito di abiti normali, e chi nudo... chi ci passa nudo, anche la minima briciola ardente lo scotta, lo ustiona, lo brucia, lo marchia. e non sa se sarebbe meglio fermarsi, sdraiarsi e lasciare che il suo corpo diventi cenere, una volta per tutte, o tentare di arrivare alla fine del campo, nonostante tutto.

stavrogin
Inviato: 28/3/2008 23:53  Aggiornato: 28/3/2008 23:53
So tutto
Iscritto: 15/3/2008
Da:
Inviati: 5
 Re: Lettera di un nuovo utente
comunque, per chi volesse capire qualcosa sui suicidi non chimici, incollo questo bel passo dello scrittore (non a caso morto suicida ) guido morselli, che spiega molto meglio di me certi stati d'animo, per chi non li comprenda:

«[...] di chi, in genere, oppresso dalla avversità giunge allo stremo delle proprie forze, al fondo dell'afflizione e dell'avvilimento: alla disperazione, insomma. (La quale, notiamolo per inciso, non è necessariamente clamorosa come ce la figuriamo. È, spesso, il muto squallore dell'animo, la sua inerzia cupa e silente). Qualche morale religiosa riserva eterni castighi a chi in codesto stato si dà la morte. È una sentenza, bisognerebbe dire, più severa che giusta. Proprio perché soverchiata e vinta dalla sofferenza, la disgraziata creatura avrebbe a esser oggetto di pietà e non di condanna, a essere risarcita, di là, e non castigata.
Nessuno si butta per suo gusto in braccio alla disperazione e d'altro lato, se la vita è speranza, la disperazione nega la vita, e ciò non è certo per colpa nostra. Vi è sì la rassegnazione di chi ha fede in Dio, ma questa fede trionfale (se ci fa tollerare mali umanamente intollerabili) è anche, o è soprattutto, grazia, elargita dal Cielo a pochi: è un mirabile conforto, ma proprio per ciò sembra ingiusto infierire su chi ne è privo. La vita, nel suo senso migliore, è fiducia nell'utilità e possibilità del nostro parteciparvi, in quanto ravvisiamo le condizioni per cui la nostra presenza quaggiù può essere attiva e benefica; venendo meno quelle condizioni, spegnendosi quella fiducia, la vita individuale si riduce a mera esistenza organica. Quanti mostrano di disprezzare i disperati che cercano e si danno la morte, sono dunque del parere che si debba “propter vitam, vivendi neglegere causas”: per attaccamento alla vita non dare peso e valore a ciò che conferisce, per l'individuo, alla vita il suo pregio. E riguardo a ciò, si badi, solo l'individuo è giudice. Non si adducano in contrario ragioni superiori, facenti capo alla società. Siffatte ragioni sussistono, ma sono valide nel supposto che il singolo uomo sia in grado di dare alla propria vita anzitutto una ragione, una giustificazione intima a lui e da lui spontaneamente sentita (il che non significa sempre, egoistica e meschina). Lo sciagurato che non spera più, che non vede in sé e intorno a sé che vuoto e squallore, merita che lo soccorriamo e lo riconfortiamo, se ci vien fatto; non può esser richiesto di curarsi di interessi superiori e, in quel momento, estranei.
Indubbiamente, la disperazione (anche nella accezione teologica del termine) è talvolta rimorso di un male commesso da noi. È lecito pronunciarne la condanna? Il rimorso, che è segno del ridestarsi e redimersi della coscienza morale, non dovrebbe esser trattato come un secondo e peggiore peccato allorché diviene così forte da travolgere e far “disperare” lo spirito d'un uomo, pel quale la colpa commessa assume una gravità immensa e irreparabile. Si obbietterà che la dolente coscienza del male compiuto dev'essere ragionevole e cioè moderata; ma ci sono uomini non capaci di sentimenti mediocri. Si osserverà (da parte delle anime pie) che al rimorso deve accompagnarsi la fiducia nella misericordia divina; ma se il peccatore non ha il dono della fede; o se, credente in Dio, teme di avergli arrecato offesa troppo grave, o se la sua fede nell'indulgenza divina è vinta dal suo “timore” di Dio, che gli è stato raffigurato come un Dio vendicatore, quale lo descrive, ad esempio, la Bibbia? Nel racconto evangelico il tradimento di Giuda appare inescusabile, ma si comprende meno lo spietato apprezzamento che la tradizione ha dato della sua fine. Supposto che, a cose fatte, il traditore si fosse accontentato di spargersi il capo di cenere e, sia pure, di relegarsi in Tebaide a menar vita di penitente, non avrebbe espiato così radicalmente il proprio delitto, non ne avrebbe palesato in modo così efficace l'enormità, né manifestata in congrua misura la reazione a esso della propria coscienza (e cioè il proprio ravvedimento). [...] discriminare chi “vuole” morire, da chi si sente costretto a morire, non si può senza mettersi dal punto di vista di chi ha agito; e se non sia possibile occorre, senza dubbio, astenersi dal giudizio. Una discriminazione “obiettiva”, ispirata alle norme di una sorta di codice universale, sarebbe arbitraria e fallace. [...] È suicida, ripetiamolo, chi rifiuta di vivere, e vi è rifiuto quando si respinge un dono che possiamo accettare o conservare, non già se abbandoniamo un bene la cui fruizione ci venga, comechessia, inibita. [...] L'opinione comune (e a tutta prima plausibile) stima “vile” il suicida perché non si dà pensiero, si dice, di “quelli che restano” e che subiscono, senza colpa, gli effetti della sua scomparsa. Un uomo che si uccide perché orbato della moglie e incapace di reggere alla perdita, non provvede ai figli, non pensa allo stato in cui i poveri orfani verseranno. Sta il fatto, che quell'uomo si è ucciso appunto perché il suo dolore era tale da assorbirlo tutto, da levargli ogni cura e sollecitudine, e financo quella, primordiale, della propria conservazione. Avesse saputo pensare ai figli, sarebbe probabilmente stato in grado di pensare anche alla distesa di vita che gli restava, alle occasioni che gli si sarebbero offerte di colmare in qualche modo la perdita, e magari di dimenticarla e consolarsene. Ma ci sono momenti in cui il dolore incombe sovrano, ed esclude da noi tutto quanto non sia il sentimento della nostra angoscia, di quell'angoscia che è, riconosciamolo, soprattutto solitudine. Ci si sente soli col dolore, che ci impedisce persino la visione, nonché la considerazione, di altri esseri, per quanto legati a noi. E perché un uomo normale, sano di corpo e di mente, si dica “non posso più vivere” occorre appunto che in lui si dia quel dolore, con quell'intensità, con quella sciagurata sua facoltà di far tacere ogni speranza e ogni fede. Delle conseguenze del gesto, sebbene lamentabili e a buon diritto lamentate, non gli si può far debito, così come non gli è imputabile la “scelta” che ha fatto, e che in realtà non fu “scelta”, giacché per lui la vita era diventata intollerabile, quindi impossibile. [...] Il suicidio, questo grande rifiuto, è un atto gratuito, o non è.» Guido Morselli, Capitolo breve sul suicidio.
«Meglio la morte che una vita amara, e il riposo eterno che un continuo dolore.» Ecclesiastico 30, 17

blackhawk
Inviato: 30/3/2008 15:36  Aggiornato: 30/3/2008 15:36
Mi sento vacillare
Iscritto: 8/8/2007
Da:
Inviati: 305
 Re: Lettera di un nuovo utente
Stavrogin.....non metto in dubbio la tua reale sofferenza ed il tuo desiderio di autolesionismo. Si lo so, gli impulsiu non durano in eterno svaniscono. Proprio per questo chi è lucidamente determinato ad uccidersi, di solito, sceglie un altro modo che non dia via di fuga(spararsi, buttarsi sotto un treno ecc........). Tu per fortuna, invece, hai scelto una modalità che, secondo me, indica un desiderio di essere aiutato. Questo desiderio è doveroso che venga accolto dai dottori a cui sei in cura e soprattutto da chi ti vuole bene.
Ciao e tanti auguri.

PS: Se ritieni che quello psichiatra sta sbagliando cambia medico.....è tui diritto voler guarire.

dolcecasa
Inviato: 30/3/2008 16:46  Aggiornato: 31/3/2008 2:45
Ho qualche dubbio
Iscritto: 8/1/2008
Da: Lombardia
Inviati: 35
 Re: Lettera di un nuovo utente
Ciao Stravogin
come avrai visto buona parte delle risposte arrivano da chi non ha vissuto il problema, o non lo ha nemmeno sfiorato (e per sfiorato intendo vissuto almeno da vicino).
Un'altra parte della gente che ne sente parlare, dice che siamo “fancazzisti” e/o che stiamo talmente bene che non abbiamo viglia di fare niente nella vita e che ci giustifichiamo con cazzate quotidiane: tutto è contro di noi, il cielo ci sta cadendo sulla testa, siamo sfigati di natura, antisociali e via dicendo...
Non sono qua a darti un consiglio o una ricetta magica in risoluzione alla questione, ma mi ha incuriosito che nella tua esposizione non parli di una cosa particolare: cosa hai fatto PER TE nella vita fin'ora.
Nel mio caso, sono caduto in depressione nel momento in cui non sono più riuscito a fare qualcosa di mio: suonavo il violoncello e quando, per un incidente stradale, non ho più potuto farlo (la mano sinistra non risponde a dovere, quindi...) lì sono iniziati i guai.
Ti sei laureato e hai un master; in cosa? Questo è quello che più mi ha colpito! Da come lo hai scritto, così freddamente e senza “trasporto personale”, sembra che ti sia laureato per qualcun'altro piuttosto che per tua soddisfazione personale; forse sbaglio,ma non trascurerei questo particolare.
Fino a quando ho fatto qualcosa per me, e che poteva dare qualcosa agli altri, ho sempre condotto una vita “normale” (la normalità di un musicista è girare e suonare, per chi non suona non lo è); forse se tu lo hai fatto per compiacere i tuoi genitori e continuare una “tradizione” professionale familiare, potrebbe essere una delle tante ragioni...
Oggi cosa stai facendo PER TE STESSO? E non a livello terapia farmacologica o di gruppo, ma quotidianamente, materialmente: costruire modellini, collezionare, lavoretti manuali che ti possano appassionare, magari viaggiare, fotografare la natura...insomma qualcosa che ti dia piacere, soddisfare personalmente. Ognuno trova qualcosa per sé, provando e riprovando.
La mi vita oggi? Vivo con i miei genitori di 86 anni lui (con Altzehimer,e 81 lei piuttosto acciaccata) e mi prendo cura di loro. É stata una scelta libera e personale, mio fratello se ne guarda bene dal darmi una mano; a volte mi sembra di essere agli arresti domiciliari, ma mentre faccio quelle cose di cui ti ho detto prima...beh, mi passa qualsiasi cosa e mi concentra (senza sforzo) su quello che sto facendo per me, e penso che non è una situazione definitiva...fino a quando la natura avrà deciso.
Probabilmente ho scoperto che una parte della mia natura selvaggia (credimi sulla parola, quando suonavo ero abbastanza “tellurico”) ha ancora qualcosa da are stando vicino a chi non può fare da solo anche le cose più banali; non sono diventato santo e non aspiro nemmeno a diventarlo, anzi attendo con pazienza il mio tempo...
In questo modo penso meno a cosa non ho, ma piuttosto a quello che ho conquistato per me. Hai mai fatto un “elenco” di cosa hai fatto per te? Fallo! E comincia a fare quelle cose che mancano al tuo elenco. Concentrati su di te nell'agire nel quotidiano, ma solo per te!
Se stai facendo terapia farmacologica, abbandonale MA GRADUALMENTE, non prendere alla leggera le sue interazioni, e mentre scali la terapia, aumenta le cose da fare nel quotidiano per te, scrivi ogni cosa ti venga in mente da fare (anche le più banali) sei sempre in tempo a riguardarle e prendere in considerazione le più immediate e realizzabili, e quelle che ti SEMBRANO pazzesche (per lo stato d'animo in cui sei) sono tra quelle che sono più alla tua portata, solo che al momento "vedi il bicchiere sempre semi vuoto".
Ovvio, non viene tutto con semplicità, ancora oggi a volte mi prendo a calci da solo per alzarmi dal letto, ma va molto meglio...e...quando ripenso al mio tentativo di dire addio all'oggi, sorrido...no ti voglio dire altro per ora.
Solamente: PROVA a darti una mossa PER TE, c'è sempre tempo per tutto! Il tempo è l'unica cosa che non mancherà mai.
Se hai voglia di sentirci si può fare, la redazione ha i mezzi per metterci in comunicazione.
ciao
L'Istinto di sopravvivenza è ben più duro di qualsiasi altro...

LEGGERE NUOCE GRAVEMENTE ALL'IGNORANZA...
ggddaa
Inviato: 30/3/2008 18:36  Aggiornato: 30/3/2008 18:36
So tutto
Iscritto: 30/3/2008
Da:
Inviati: 1
 Re: Lettera di un nuovo utente
il tuo medico ti aveva prescritto una terapia farmacologica accoppiata ad una terapia psicologica di sostegno. adesso hai parlato in lungo ed in largo del farmaco e degli effetti reali e/o possibili; addirittura degli effetti che potrebbe avere su persone con personalità diversa dalla tua; potrebbero indirizzare all'esterno la loro violenza.il farmaco, ogni farmaco è sintomatico ed il fatto che possa eliminare un sintomo non vuol dire che non comporti altre "complicazioni"; tant'è vero che qualsiasi confezione di qualsiasi farmaco porta nella confezione il famoso "bugiardino". va bene. ma la terapia psicologica, che fine ha fatto? io penso che, soprattutto nelle sindromi ansioso-depressive la terapia psicologica , fatta con tutti i crismi e non dal primo che passa, magari iscritto a qualche setta,possa, con il comprendere le cause prime arrivare alla vera presa di coscienza della propria condizione; già questo mi sembra un passo importantissimo verso uno "star meglio" o quanto meno verso una possibile e sopportabile convivenza col proprio essere.
saluti.
giuliano

dolcecasa
Inviato: 30/3/2008 19:16  Aggiornato: 30/3/2008 20:29
Ho qualche dubbio
Iscritto: 8/1/2008
Da: Lombardia
Inviati: 35
 Lettera di un nuovo utente
beh, per me è alquanto allarmante sentire parlare sempre più di farmaci e psicologi. I primi ti avvelenano comunque e i secondi, ultimamente, pare abbiano la sovrana potenziaità di decidere se e quando sei "guarito" dalla loro dipendenza, visto che anche gli psicologi creano e (anzi) inducono dipendenza.
Ricordiamoci che eminenti pasicologi hanno dichiarato "guariti" assassini che, dopo 20anni di loro "terapia" e osservazioni vari, sono usciti e hanno ripreso ad ammazzare pochissimi giorni dopo la loro "guarigione". Quindi cerchiamo di limitare questi inviti verso qualcosa che, forse, aggrava la situazione e non la migliora....
Sarà fastidioso per qualcuno sentire parlare di omeopatia, ma almeno un omeopata prima di darti una cura personalizzata, ti fa una anamnesi piuttosto vasta (per chi crede nell'omeopatia): gli psicologi e psichiatri (te li raccomando proprio i secondi) adorano le terapie farmacologiche in tutte le loro potenzialità benefiche e velenifiche, se poi si tratta di sperimentare farmaci di nuova concezione...FESTA GRANDE!
Comunque dalle Benzodiazepine in poi (loro derivati) PERICOLO!!!

LEGGERE NUOCE GRAVEMENTE ALL'IGNORANZA...
Redazione
Inviato: 30/3/2008 20:30  Aggiornato: 30/3/2008 20:30
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: Lettera di un nuovo utente
DOLCECASA: NON cambiare i titoli dei thread, perfavore.

dolcecasa
Inviato: 30/3/2008 20:40  Aggiornato: 30/3/2008 20:40
Ho qualche dubbio
Iscritto: 8/1/2008
Da: Lombardia
Inviati: 35
 Re: Lettera di un nuovo utente
http://www.fda.gov/
da qui potete sbizzarirvi con tutte le ricerche che volete su tutte le malattie somatiche, psicosomatiche e inventate; terapie, effetti collaterali (che sono più degli effetti benefici). e se andate alla home page dell'O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità)...di tutto e di più, come...beh lasciamo perdere.

LEGGERE NUOCE GRAVEMENTE ALL'IGNORANZA...
stavrogin
Inviato: 31/3/2008 11:38  Aggiornato: 31/3/2008 11:38
So tutto
Iscritto: 15/3/2008
Da:
Inviati: 5
 Re: Lettera di un nuovo utente
vorrei ringraziare dolcecasa per le sue considerazioni: volevo dirgli che, per esempio, laurea e master li ho conseguiti per mio gusto personale, non per far contenti i miei, che anzi mi hanno sempre lasciato scegliere ciò che voglio. faccio anche un lavoro che mi piace. io dedico molto tempo a me stesso: non ho parlato di queste cose perché non le reputo causa del mio male. ma non voglio che la discussione si sposti su di me, scusami : ho parlato di me solo per contestualizzare con sostrati concreti la questione di fondo, che è quella relativa all'uso/abuso di farmaci così dannosi per alcuni pazienti. e soprattutto volevo sollevare un problema relativo al fatto che oggi, a livello di massmedia, un problema così grave sia così ignorato: quanti morti e rovinati da questi farmaci dovranno ancora esserci per parlarne e risolvere il problema? se ne parlerà, come sempre, tra venti o trenta anni: come è sempre successo per tante cose tossiche (esempio come ddt, amianto, etc.etc.). ma se ne parli ora ti reputano un visionario, un pazzo, un complottista, e cose del genere. la verità è che alla gente non frega un cazzo (per ignoranza, o per disinteresse), e mi ci metto pure io, visto che prima che succedesse a me non conoscevo la questione. quante altre stragi familiari/scolastiche "inspiegabili" devono succedere ancora? e capisco lo scetticismo, perché per sapere cosa passa nella testa con molti di quei farmaci bisogna provarle, quelle sensazioni. e non sto dicendo che siano nocivi tutti i farmaci, ma che bisognerebbe prestare più attenzione e fare più informazione sui (possibili, e gravissimi) effetti collaterali. i bugiardini servono a poco, quando senti che il tuo medico ti dice (testuali parole):"non leggerli neanche, i bugiardini, sono esagerati apposta dalle case farmaceutiche per mettersi al sicuro". e all'inizio ti fidi, del medico, anche se li leggi, i bugiardini. io non voglio dre che tutti i farmaci procurano queste cose, ma voglio almeno sollevare un dubbio: che c'è di male a sollevare un dubbio? perché non indagare più a fondo? non ci si perde nulla, al massimo ci si guadagna.

stavrogin
Inviato: 31/3/2008 11:45  Aggiornato: 31/3/2008 11:45
So tutto
Iscritto: 15/3/2008
Da:
Inviati: 5
 Re: Lettera di un nuovo utente
ggddaa: il supporto psicologico prevedeva un incontro col medico ogni due mesi (per questioni economiche, ovviamente). un incontro ogni due mesi dubito possa essere efficace, o definito "supporto". non andrò mai più da un medico privato, credimi. ci ero andato per la sua fama di "bravo medico", ma se mai dovessi rivolgermi di nuovo a qualche psicologo/psichiatra andrò nella sanità pubblica. la sanità privata andrebbe proibita, in quanto l'obiettivo della sanità privata è il profitto, non la salute della persona. dov'è andato il giuramento di ippocrate? io voglio essere eventualmente un paziente, non un cliente. per la cronaca, ho smesso con i farmaci.

kirillov81
Inviato: 31/3/2008 12:20  Aggiornato: 31/3/2008 12:20
Mi sento vacillare
Iscritto: 6/3/2007
Da: Milano
Inviati: 451
 Re: Lettera di un nuovo utente
Scusami Stavrogin, ho tentanto di astenermi dall'entrare nel merito della questione che viene più naturale voler affrontare con te, anche se ho capito subito che non sei qua per cercare "crocerossini/e", per quanto ben intenzionati. In verità un po' lo spererei...

1) Dal punto di vista tecnico credo (correggimi se sbaglio) che vada distinto il tuo caso da quelli più propriamente definibili come "depressione". O meglio, il tuo stato depressivo è un risultato e non l'origine del problema. Quando la depressione è originaria, ciò significa che ha cause organiche (fisio-biologiche) e significa anche che è possibile trarre grande beneficio dalle cure psichiatriche (le cure attuate dai veri professionisti aventi “buon senso” e non da “ideologi” o faciloni irresponsabili con la laurea in psichiatria e il ricettario facile). Il tuo caso mi sembra invece quello di chi, a seguito del proprio vissuto personale, abbia sviluppato la cosiddetta personalità “borderline”.

2) Con l’esperienza che ne ho e usando il linguaggio del “buon senso” (e poi magari spiegherò perché il buon senso è così importante in psicologia), la definizione più calzante che ho trovato per le personalità borderline, è quella di persone che in un modo o in un altro hanno subito forti deprivazioni di amore e affetto da bambini o durante l’adolescenza. Il forte dolore interiore (che può poi sfociare per sfiancamento in vuoto e assenza di senso esistenziale) proviene sempre da lì, da queste deprivazioni d’affetto, la cui entità oggettiva può essere molto variabile, ma la cui risonanza soggettiva corrisponde sempre ad una profonda ferita. Anche le modalità che hanno determinato questa ferita possono essere varie, ma normalmente dipendono dal rapporto con i genitori (o con un genitore).

3) Ho un po’ di esperienza in queste cose, perché il Signore mi ha fatto la grazia: a) di avere un tipo di personalità con quelle caratteristiche che, se stimolate da quel tipo di eventi infausti, si orienta verso quel tipo di sviluppo problematico; b) di avere sfiorato questi problemi a livello di vissuto personale, quel tanto che basta per capirli; c) e come conseguenza, di essere sempre stato in sintonia con persone che hanno, ben più seriamente di me, vissuto queste cose. In particolare sui banchi del liceo ho conosciuto un amico, che è diventato un fratello, il quale ancora si dibatte in queste difficoltà. Poi mi è capitato di innamorarmi, perché non ci si fa mancare nulla, di una ragazza che aveva problemi analoghi, con cui sono stato per quattro lunghi anni.

4) Il punto essenziale è espresso egregiamente dall’autore, che hai citato:
Citazione:
[...] discriminare chi “vuole” morire, da chi si sente costretto a morire, non si può senza mettersi dal punto di vista di chi ha agito

Questo è vero soprattutto nel significato meno immediato di questa frase, perché è proprio vero che chi ha questi problemi si “sente costretto” in quella situazione (che potrà poi sfociare o no nel suicidio). E se da un lato è pur vero che vi è una grande dose di “auto-compiacimento”, di “accomodamento” nel restare in questa situazione ambigua, nella quale si soffre molto, ma allo stesso tempo non si riesce a fare a meno di quella sofferenza, che si è tramutata in un tratto fondamentale della percezione della propria personalità; dall’altro è anche vero che non è un “gioco estetico” (anche se fior di autori sembrano averlo trasformato in questo, ma nei casi veri anche questo estetismo corrisponde ad una forma di autodifesa), superficiale e irresponsabile, che possa essere mutato dai classici due ceffoni.
IL PUNTO ESSENZIALE, che è venuto alla luce ormai da anni nelle lunghe serate passate a parlare con il mio amico, è forse il più semplice da intuire e però il più lontano dal poter essere indotto da aiuti esterni: è la decisione personale di chi sta male, di volerne uscire una volta per tutte. Si può uscirne, ne sono testimone diretto per quanto riguarda il caso di quella mia ex, ma bisogna essere in grado di rimontare da quel “sentirsi costretto” a quel “volere” in prima persona, un volere il proprio bene e non semplicemente la “fine dell’agonia esistenziale”.

5) Le persone che hanno questi problemi, tendono a giustificare l’assenza o l’incapacità di giungere a questa decisione in prima persona, riferendosi al loro stato emotivo, sconvolto dallo stress che un dolore interiore così acuto e così protratto nel tempo ha causato. La vita ha perso totalmente di senso, perché un dolore che non trova risoluzione è privo di senso, anzi è privativo di ogni senso. L’emotività o è, come dice il mio amico, “due tacche sotto quella di Kafka”, oppure in altri momenti pare annullata in un vuoto totalmente atono, incapacitante e privativo di ogni iniziativa.

Caro Stavrogin, mi piacerebbe poterti aiutare, ma so che non è realistico. Piuttosto la tua comparsa mi stimola a riprendere i contatti con il mio amico, che non posso più frequentare con regolarità per tanti motivi. Però ti chiedo un favore: hai suggerimenti su questo punto essenziale? Quale è il tuo punto di vista? Quale potrebbe essere una via, per quanto ti sembri irrealizzabile, che potrebbe condurti a quella fatidica decisione? Te lo chiedo, e lo preciso più per gli altri utenti che per te, perché so bene quali siano le profonde capacità di analisi razionale e introspettiva, che si maturano in queste situazioni di vita (la guarigione qui è al 90% pura “maieutica”). Se non potrò aiutare te, magari collaborando un poco, potremmo aiutare il mio amico. Per quello che conta, hai comunque la mia vicinanza più profonda.
Ciao
Ale

Ut Veritas Patefiat

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