(Nella seconda parte: volo United93 e World Trade Center)
Mi chiamo
Massimo Mazzucco, sono l'autore del film "11 Settembre 2001: Inganno
Globale" e il responsabile di luogocomune.net, un sito che si trova in
prima
linea nel sostenere che la versione ufficiale dei fatti dell'undici
settembre è tutta da rivedere.
Il documento noto come "Crono911" si propone come la
più
accurata e completa
operazione di debunking di "Inganno Globale" (la
spiegazione del termine "debunker" la dà lo stesso documento, poco
più
sotto), e viene presentato ovunque in rete come punto di riferimento di chi sostiene la versione ufficiale.
L'autore
è un certo JB, una persona che non esita ad accusare
ripetutamente gli altri di
mentire, di ingannare, di nascondere la verità e di distorcere
volutamente la realtà dei fatti, restando però accuratamente nascosto nel più meschino anonimato.
Il lavoro di JB, contenuto in un'unica pagina web, è stato da me
reperito il giorno 1 febbraio 2007 a questo indirizzo,
ed è qui riportato per
intero. Al suo interno ho inserito i vari box a sfondo giallo (come
questo), che contengono le mie repliche punto per punto. (Tale inserimento ha
ulteriormente allungato una pagina già molto pesante, per cui ho
ritenuto di dividere il tutto in due parti. Questa è la prima).
Contrariamente a quanto fa JB, lascio che sia il lettore a decidere chi
davvero mente, disinforma e distorce la realtà dei fatti.
Massimo Mazzucco
(Tutto ciò che appare su sfondo bianco (o celeste, a seconda del browser) è il lavoro
originale di JB, tutto quello che appare su sfondo giallo sono le mie
repliche. Le mie traduzioni dall'inglese sono in colore verde).
Il
film
"Inganno Globale" vi racconta la "verità" sull'11 settembre
2001: Noi vi raccontiamo la
verità sul film "Inganno Globale".
Dagli
autori di
Crono911: Inganno analisi ragionata del film
"Inganno globale" (rev.3)
"Inganno
Globale"
, giunto alla "terza revisione", è un film realizzato da un
regista
italiano,
Massimo Mazzucco, che
vive in USA e gestisce il sito web "Luogocomune" nel quale
sono sostenute o
ospitate numerose teorie di "complotti". Tali teorie abbracciano molti
argomenti, storici e d'attualità, politici e
(fanta)scientifici, e sono estremamente varie e fantasiose: si parte
dal
"complotto" di Pearl Harbor del 1941 (secondo cui gli USA favorirono
l'attacco giapponese) per arrivare a quello delle "scie chimiche"
(secondo cui le scie lasciate dagli aerei nel cielo sarebbero in
realtà
emissioni di sostanze chimiche destinate a controllare il
clima
terrestre o a influenzare la vita umana, quella animale e
quella
vegetale, in un piano cui concorrono i principali governi del mondo e -
secondo alcuni - anche una o più civiltà aliene).
Nel
film "Inganno
Globale" il regista
sostiene, più o meno apertamente, che gli attentati
terroristici
dell'11 settembre 2001 siano stati organizzati e compiuti dallo stesso
governo americano, per ragioni che non vengono meglio precisate.
Nei
primi mesi del
2006
abbiamo pubblicato un documento di critica alla prima edizione
del film. Il documento, denominato Global Fakes,
è di taglio decisamente ironico e satirico, non
particolarmente
approfondito,
e va letto tenendo a portata di mano un altro documento, Crono911
, che invece è un preciso lavoro di ricostruzione
storica
ed approfondimento dei fatti dell'11 settembre e dei loro vari aspetti.
In
tutta
sincerità, l'idea di
sorbirci nuovamente il film Inganno Globale nella sua terza edizione,
per sottoporlo ad un'analisi più accurata, non ci
entusiasmava,
ma ci siamo decisi a farlo nella consapevolezza che questo film
rappresenta una gran parte del movimento "cospirazionista" italiano ed
è una buona base di lavoro per
evidenziare le tecniche ingannevoli ed i meccanismi
tendenziosi
utilizzati dai "cospirazionisti" per propagandare, diffondere e
sostenere
le proprie teorie .
Il lettore meno "preparato" potrebbe restare confuso da alcuni vocaboli
utilizzati nel testo: attorno a questi argomenti, infatti, sono stati
coniati o adattati dei termini particolari.
E' bene quindi
precisare
il significato di quelli più comunemente utilizzati:
COSPIRAZIONISTA:
è così definito colui che sostiene una o
più
ipotesi di "complotto" o di "auto-attentato" organizzato
dagli
stessi americani o dagli ebrei. COSPIRAZIONISMO:
il variegato movimento delle teorie cospirative, ossia delle teorie dei
cospirazionisti. COMPLOTTISMO:
sinonimo di cospirazionismo. VERITA'
UFFICIALE:
è il termine con cui i cospirazionisti si riferiscono ai
fatti
ricostruiti dal governo americano, dalle commissioni di inchiesta,
dalla pluralità dei mass-media, dai periti e dai centri di
ricerca specializzati. In effetti equivale alla "verità
comunemente
accettata". DEBUNKER:
è il termine con cui vengono comunemente indicati coloro che
si dedicano a confutare le teorie cospirazioniste. DEBUNKING:
è l'attività propria del debunker. Ad esempio,
questa analisi è in effetti un "debunking" del film Inganno
Globale.
Fatta questa doverosa premessa, passiamo al film, che si suppone voi
abbiate già visto. Se non lo avete visto, il film
è
scaricabile gratuitamente da Arcoiris
.
E' anche in vendita, in formato DVD, da solo o abbinato ad un libro.
Il regista, proprio nel sito di Arcoiris, descrivendo la sua creazione
spiega: "Non esiste
il complottismo, esistono solo delle risposte poco chiare da
parte dei governi. Noi vogliamo soltanto chiarezza".
In realtà, come vedremo fra poco, il film fa tutt'altro:
è un vero e proprio atto di accusa. E anzichè
denunciare
"l'Inganno", come il titolo suggerisce, è esso stesso un
inganno, un concentrato di menzogne e di disinformazione, mascherato da
documentario, o da film-inchiesta, chiamatelo come vi pare.
E'
giunto il momento di
analizzare il filmato, e spiegare perché mente, inganna e
disinforma. Vi spiegheremo dove mente, vi mostreremo dove si
contraddice da solo, vi evidenzieremo i sottili trucchi psicologici
utilizzati.
Il
film ha una durata
di 90 minuti circa, ed è suddiviso in vari Capitoli e
Titoli.
Immagini, clip video, interviste e testi scorrono ad un ritmo costante,
non particolarmente serrato, proprio come si addice a un noioso
documentario, il che contribuisce a dare allo spettatore una
certa sensazione di serietà e autorevolezza e
assicura che
ogni sequenza sia assorbita prima di proporgli quella
successiva.
Un costante commento audio, sottotitoli e brevi testi introduttivi o
conclusivi evidenziano il messaggio fondamentale e sintetico
di
ciascuna sequenza, secondo una curata tecnica di
comunicazione
che mira a trasmettere i concetti essenziali.
Se vuoi, esprimi le
tue opinioni sul Forum
di Crono911.
Avvertenze:
Il
contenuto di
questa pagina può essere utilizzato gratuitamente e
liberamente,
purchè sia indicata la fonte e senza alterazioni che ne
modifichino il significato e gli intendimenti.
La prima frase ingannevole appare
pochi secondi (20 circa) dopo l'inizio del film, quando il
narratore dice:
“La
mattina dell'11
settembre 2001... 19 terroristi, armati di tagliacarte,
dirottano quattro aerei commerciali....”
Il regista parla di
“tagliacarte”. Ma le cose stanno davvero
così?
Il Rapporto della
Commissione di inchiesta, a pagina 8, dice:
“A differenza
degli
altri voli, un passeggero del volo 77 ha riportato che i
dirottatori
erano armati di “box-cutter”
(che
è improprio tradurre
“tagliacarte”, ma più correttamente
è
un taglierino,
di quelli con una affilatissima lama d'acciaio, come nella foto a destra).
A pagina 9, lo stesso
rapporto dice, sempre in relazione al volo 77: “Barbara Olson
chiamò suo marito... spiegò che... i terroristi
avevano
coltelli
e box-cutter”.
Questi sono i soli due
accenni ai “box-cutter” nel Rapporto, ed entrambi
si riferiscono
al volo 77.
Infatti il Rapporto, a
pagina 7, dice che
i dirottatori
del volo UA175 usarono coltelli,
“mace” (spray irritante al peperoncino) e la
minaccia di una
bomba, e cita le affermazioni di almeno due passeggeri e
di un
assistente di volo.
A pagina 8 il Rapporto
dice che un
passeggero del volo 77 ha riferito che i dirottatori
erano armati di coltelli.
A pagina 13 il Rapporto
dice che almeno 10 passeggeri e 2 assistenti di volo sono riusciti a
fare telefonate dal
volo 93 e hanno affermato che i dirottatori
erano
armati di coltelli e affermavano di avere una bomba.
La nota 82 di pagina 457
del Rapporto spiega che tra le macerie del volo UA93 sono stati
rinvenuti ben 14
coltelli o pezzi di coltello.
La nota 25 di pagina 453
parla di coltelli
a bordo del volo 11, sulla base di quanto
dichiarato dalle due assistenti di volo, ed a pagina 5 il Rapporto
spiega che
i dirottatori del volo 11 utilizzarono spray irritanti e
la minaccia di una bomba.
Abbiamo quindi
coltelli,
spray irritanti, minaccia di bomba... e solo per un singolo volo, il
77, si parla anche
di “box-cutter”.
Stranamente
il regista
ignora tutto questo, e parla solo
di “tagliacarte”.
Potremmo concedere che si
tratti di un'approssimazione, una svista....? No, non possiamo farlo.
Per tre motivi:
Inganno
Globale è giunto alla terza revisione e pertanto ci
sono state le possibilità di eliminare un errore o
una svista.
Il
regista ha più volte affermato di aver svolto approfondite
ricerche sull'argomento. Ad esempio, lo ribadisce in questa intervista:
ItalyRadio
. Pertanto, come fa un ricercatore a sbagliare così
clamorosamente?
Il
regista vive negli Stati Uniti ( Macroedizioni
), quindi l'inglese lo conosce bene, e certamente conosce il
significato e la differenza di termini semplici come
“knives” (coltelli) e
“box-cutter”(taglierini).
A
questo punto potremmo
pensare che il regista, nelle sue “approfondite
ricerche”, abbia
reperito fonti attendibili che gli permettono di parlare di
“tagliacarte” anziché di
“taglierini” e “coltelli”
e “bombe” e “spray
irritanti”... ma questo
è
impossibile, perché non esistono fonti che
possano spiegare
e
descrivere cosa è successo a bordo di quegli aerei, se non
le
parole dei passeggeri e degli assistenti di volo che sono riusciti a
utilizzare i telefoni di bordo.
E
quindi, che altre fonti
può mai aver trovato il regista di Inganno Globale?
Se
avesse davvero fatto
una ricerca, avrebbe certamente scoperto che passeggeri e assistenti
di volo hanno sempre parlato di coltelli, mai di tagliacarte.
Ad
esempio i ricercatori
del sito Killtown (che pure è un sito a tendenza
complottista) hanno raccolto tutte
le dichiarazioni e registrazioni
disponibili in merito alle telefonate da bordo degli aerei,
e ne
hanno anche indicato con precisione le fonti, in questo dettagliato
lavoro: Phone
Calls nel quale chiunque può verificare quanto
abbiamo
appena affermato.
E'
chiaro quindi che il
termine usato dal regista (“tagliacarte”) e
l'esclusione di ogni
accenno a coltelli, spray irritanti e minacce di bomba, non sono una
scelta casuale: è invece una precisa tecnica per predisporre
lo spettatore a dubitare della versione ufficiale, ingannandolo a
monte sul contenuto della versione ufficiale stessa.
La
tecnica è
subdola e sofisticata, perchè uno spettatore, da un film del
genere, si aspetta un meccanismo del tipo: <Questa è
la
versione ufficiale, mentre questa è la nostra versione
alternativa> ma
non si aspetta che il film menta sulla versione
ufficiale stessa.
Chiediamo
venia per esserci
così dilungati su questo primo singolo dettaglio,
ma
vedremo assieme come il
regista abbia applicato questa tecnica di inganno più volte
nel corso del filmato.
Nel
caso specifico, JB dimentica di dire che la frase citata non è
la MIA versione dei fatti, ma fa parte di quello che in seguito
io definisco "la versione ufficiale dei fatti, fornita al mondo
dall'amministrazione americana tramite i maggiorni media di portata
globale". E', cioè, quello che ci ha raccontato la TV.
Dopodichè, se si vuole fare una
puntualizzazione linguistica, sicuramente "taglierino" è
più appropriato di tagliacarte. Ma cambia davvero
poco,
rispetto ai
fatti e alle responsabilità dell'undici settembre, visto che in
tutta probabilità nessuno dei presunti terroristi è mai
nemmeno
salito su uno di quei 4 aerei.
C'è invece una cosa molto importante da chiarire, prima di proseguire nei vari ragionamenti: per
distinguere cosa sia "vero" e cosa no, JB fa regolarmente affidamento
al "Rapporto
della Commissione di Inchiesta per il 9/11" (d'ora in poi "RCI"), come
se fosse oro colato. Dimentica invece che è soprattutto quel
documento ad essere stato messo sotto accusa da chi non crede alla
versione ufficiale, poichè lo considera una montagna di bugie
intesa proprio a coprire la verità. L'autore
David Ray Griffin ha addirittura scritto un libro intitolato 9/11 Commission Report,
Omissions and Distorsions, che lo riduce praticamente a brandelli dalla
prima all'ultima pagina. Qui trovate
la sintesi della critica portata da Griffin al RCI, mentre la lista delle 115 "omissioni e distorsioni"
più gravi è consultabile qui.
Ogni volta che JB si appella a quel documento, quindi, comette la
classica
fallacia di "petitio principi", in cui si inserisce la
conclusione
nella premessa, per poterla
dimostrare con maggiore facilità. (Esempio: "La Bibbia
è parola divina." "Come fai a
dirlo?" "Beh, lo dice la Bibbia
stessa!") E' la stessa cosa che accade quando qualcuno vuole dimostrare
che sia stato Oswald ad uccidere Kennedy, e per farlo cita il Rapporto
della Commissione Warren.
Purtroppo per l'11 settembre, come già per il caso Kennedy, la "verità" non esiste ancora (non saremmo
qui a discuterne altrimenti), e noi possiamo solo cercare di cucire i pochi
fatti che abbiamo a disposizione con la logica e con un minimo di comune buonsenso.
2. "Abbattuto dai
passeggeri"
Non bisogna aspettare
molto: bastano meno di 30 secondi, ed ecco che al minuto 0 e secondi
48, il regista, continuando la sua ricostruzione dei
fatti
secondo la (presunta) versione ufficiale, spiega che i primi due aerei
sono
stati fatti schiantare contro le Twin Towers, il terzo contro il
Pentagono e il quarto “viene abbattuto
dai passeggeri in
rivolta... nei cieli della Pennsylvania”.
Come
sarebbe, “abbattuto dai passeggeri?”.
Il volo United 93 è
stato fatto schiantare
dai terroristi, per evitare che i passeggeri
in rivolta ne riprendessero il controllo. Questo ormai lo sanno tutti,
e quindi perchè il regista fa un errore così
madornale?
Pensateci
un attimo.
Il
regista non ha alcuna convenienza a dire che l'aereo è stato
“abbattuto” dai passeggeri anziché dai
dirottatori: una
cosa o l'altra non incide sugli scopi che si è prefissato, e
la
stragrande maggioranza degli spettatori conosce bene la storia
ufficiale del volo United 93, oggetto persino di un film.
Il
regista dà per scontato che lo spettatore non si
soffermerà
sull'imprecisione, ma il suo scopo è comunque raggiunto, ed
è
quello di introdurre il termine “abbattuto”.
Da
quando in qua dirottatori o passeggeri “abbattono”
un aereo?
Semmai
si dice: “fanno schiantare”. Il
termine “abbattere”, invece, richiama mentalmente
l'azione
militare di un caccia, o di un missile antiaereo,
specialmente se
esso è seguito da “nei cieli
della Pennsylvania”.
“Abbattere
in cielo” ha un significato ben diverso da
“schiantare al suolo”,
vi pare?
Ecco
quindi che lo spettatore viene predisposto ad
“incapsulare” nei
suoi processi mentali anche questo secondo concetto (il primo
è stato quello dei tagliacarte):
“l'abbattimento”.
Sono
passati meno di 50 secondi dai titoli di apertura e
già il
regista ha trasmesso due messaggi precisi quanto apparentemente
casuali, così apparentemente casuali che se
qualcuno gli
facesse notare la cosa, tosto potrebbe rispondere: “Ma
vuol criticare il mio film appellandosi a qualche imprecisione
linguistica? Questo è arrampicarsi sugli specchi
!”.
Andiamo
oltre.
Forse JB non ricorda che inizialmente
ci fu detto che furono proprio i passeggeri ad abbattere l'aereo,
dopo aver forzato la porta della cabina di pilotaggio. Solo in seguito,
quando fu resa pubblica una parziale registrazione della scatola nera,
la versione ufficiale cambiò, e divennero i dirottatori stessi
ad aver abbattuto l'aereo. Ma in un articolo
di Vanity Fair del 2006, che lo stesso JB citerà più
avanti per altri motivi, il tenente colonnello Nasypany dice "The
individuals on that aircraft, the passengers, they actually took the
aircraft down." "Le persone su quel volo, i passeggeri, hanno in realtà abbattuto l'aereo" (LINK)
Quante "versioni ufficiali" esistono, quindi, e per quale motivo
dovremmo fidarci di un governo che ne sforna ogni settimana una diversa?
In ogni caso, cerchiamo di non farci distrarre dal falso problema
posto da JB, perchè la questione di United 93 ruota su un
problema ben diverso: come vedremo in seguito, rottami e resti
umani di UA-93 sono stati trovati nell'arco di alcuni chilometri dal luogo di impatto, ponendo l'imbarazzante domanda di come
abbiano fatto fa giungere così lontano, visto che
l'aereo sarebbe stato "fatto schiantare a terra" - da
dirottatori o passeggeri poco importa - e si presume quindi che vi sia arrivato tutto intero.
Gli aerei di quel tipo infatti non sono
assolutamente in grado di compere manovre che ne possano mettere a
rischio la struttura, o tantomeno spezzarla in volo, perchè i
comandi sono tarati proprio per impedirlo.
3. Le identità
dei terroristi
Minuto
01 e 10 secondi.
Voce narrante: “I
dirottatori risultano essere quindici sauditi e quattro egiziani, di
cui due
giorni dopo l'FBI fornisce al mondo nome, cognome e
fotografia”
L'affermazione serve a far apparire sospetto
che l'FBI sia riuscita in 48 ore
a procurarsi dati anagrafici e fotografie dei dirottatori.
Ma
in realtà c'è ben poco di strano in
ciò: i
dirottatori hanno dichiarato i propri nomi e cognomi al momento di
acquistare i biglietti di volo, e i medesimi sono stati annotati in
fase di check-in e registrati sulle liste di imbarco.
A: In quel caso 48 ore diventano una ENORMITA' !!!
B: Quale terrorista, sapendo di essere schedato, si prenota sul volo che vuole dirottare col proprio nome e cognome?
C: Se la cosa fosse vera, bisogna spiegare come mai nessuno di quei nomi comparisse sulle liste passeggeri diramate dalle aerolinee nelle pomeriggio di quella giornata? (Qui la fonte originale CNN).
Le assistenti di
volo, come si evince dalla lettura del citato Rapporto della
Commissione di Inchiesta,
Certo
che "lo si evince." Come già detto, il RCI è accusato
proprio di essere stato scritto a copertura delle verità.
hanno riferito telefonicamente i numeri dei
posti occupati dai dirottatori. Nelle liste passeggeri, peraltro,
quelli dei dirottatori sono gli unici nomi arabi.
Le
"liste con i nomi arabi" sono miracolosamente comparse solo nel 2006
(insieme a tante altre cose utili, come vedremo), ma in quelle originali, come
già detto, di nomi arabi non ce n'era uno. Eccole. Potete confrontarle con la fonte originale CNN, che trovate qui. (Al
momento degli incidenti nessuno poteva immaginare chi fossero stati gli
attentatori, per cui sarebbe stato impossibile "rimuovere" solo i loro
nomi. Ecco perchè le liste diramate nella giornata stessa sono
così importanti.)
Persino il
più mediocre degli
inquirenti aveva a disposizione elementi a sufficienza per risalire ai
nomi e cognomi dei dirottatori in mezz'ora, altro che 48 ore.
A quel punto, bastava verificare quei nomi e cognomi negli archivi del
Servizio Immigrazione, per tirare fuori le schede relative al rilascio
del visto di ingresso per gli USA con tanto di foto appiccicata sopra.
Se davvero JB vuole credere che dei terroristi, sapendo di
essere schedati, si prenotano sul volo che intendono dirottare col
proprio nome e cognome, è liberissimo di farlo. Ma non cerchi
perfavore di imporre un ragionamento basato su quella premessa.
Per non parlare dei vari documenti di identità e patenti di
guida che i terroristi avevano chiesto e ottenuto nel loro periodo di
soggiorno in USA. Una discreta raccolta di questi documenti
è
contenuta nella Appendice A, pag. 171, della monografia Terrorist
Travel
acquisita agli atti della Commissione di Inchiesta e liberamente
scaricabile. Niente di trascendentale, quindi. Possibile che
il regista non se ne sia accorto, nelle sue "approfondite ricerche"?
A sinistra, il Visto di
ingresso (VISA) di Atta, capo dei 19 terroristi, rilasciato dalle
autorità statunitensi.
Ma non
è
tutto. Infatti, è
falso
che l'FBI abbia rilasciato "al mondo" le fotografie dei dirottatori,
appena due giorni dopo gli attentati. L'FBI ha rilasciato le fotografie
il 27 settembre del 2001, con un comunicato
ufficiale, nel quale peraltro le identità
anagrafiche non sono ancora stabilite con certezza. Non due giorni, quindi, ma oltre
due settimane. E in quello stesso giorno, 27 settembre,
nomi e foto sono pubblicati dai media, come CBS
News.
Invece, il 14 settembre precedente, l'FBI aveva
rilasciato solo una
lista di nomi e cognomi, peraltro imprecisi, anche in questo caso con
un comunicato
ufficiale. Tre giorni dopo, non due. Solo nomi e cognomi
imprecisi, niente foto.
Ma che ricerche ha mai fatto questo regista? Nemmeno Wikipedia
(note 36 e 38) ha consultato, visto che pure lì
c'è scritto!
Peraltro, se avesse letto almeno quella (Wikipedia) avrebbe scoperto
che i dirottatori non erano quindici sauditi e quattro egiziani. Di egiziani, infatti, ce n'era
solo uno.
La
faccenda delle identità dei dirottatori è uno dei
punti più fumosi, e quindi uno dei maggiori punti deboli della versione ufficiale.
Si veda ad esempio
questa testimonianza, in cui Robert Bonner, "Commissioner of US
Customs and Border Protection" (Responsabile delle Dogane e della
Protezione delle Frontiere), afferma che i 19 dirottatri sono stati
identificati addirittura entro le 11 della stessa mattinata (UA93
era caduto da meno di un'ora!) ...
... e la si confronti con il fatto che nel 2005 lo stesso direttore dell' FBI, Mueller, ha riconosciuto di non
essere certo dell'identità di tutti i dirottatori! In questo articolo datato 0ttobre 2005, si legge: "Mueller told CNN twice that there is "no legal proof
to prove the identities of the suicidal hijackers." "Mueller ha detto due volte alla CNN che non ci sono prove
legali per dimostrare le identità dei dirottatori suicida".
Chi mente, fra tutti costoro, e perchè lo fa? Quante
"versioni ufficiali" esistono, per riuscire a sapere come e quando si sarebbe arrivati ad identificare i dirottatori?
A proposito delle nazionalità, poi, la confusione è ancora maggiore:
Mohamed Atta, 33, possibly an Egyptian national.
Mohamed Atta, 33 anni, potrebbe essere di nazionalità egiziana.
Waleed M Alshehri,
believed to be from Saudi Arabia, has used birth dates from 1974 to
1979 on various documents. Identity may be false.
Waleed M Alshehri, si pensa che venisse dall'Arabia Saudita, e ha usato
in documenti diversi date di nascita che vanno dal 1974 al 1979 . La
sua identità potrebbe essere falsa.
Wail M Alshehri, 33, may have lived in Hollywood, Florida, and Newton, Massachusetts.
Wail M Alshehri, 33 anni, potrebbe aver vissuto a Hollywood, in Florida, e a Newton, nel Massachusetts.
Satam M A Al Suqami, 26, is possibly a Saudi national whose last known address was the United Arab Emirates.
Satam M A Al Suqami, 26 anni, potrebbe essere un cittadino saudita il
cui ultimo indirizzo conosciuto era negli Emirati Arabi Uniti.
Abdulaziz Alomari,
believed to be a Saudi national, has used birth dates in 1972 and 1979
on various documents. Saudi Embassy officials in Washington have
challenged his identity.
Abdulaziz Alomari: si pensa che fosse un cittadino saudita, ha usato in
documenti diversi date di nascita che vanno dal 1972 al 1979. I
responsabili dell'ambasciata saudita a Washington contestano la sua
identità.
Marwan Al-Shehhi, 23, is a cousin or nephew of Atta and is believed to have been the pilot of Flight 175.
Marwan Al-Shehhi, 23 anni, è cugino o nipote di Attà e si pensa che fosse alla guida del volo 175.
Fayez Rashid Ahmed Hassan Al Qadi Banihammad used a half-dozen different aliases.
Fayez Rashid Ahmed Hassan Al Qadi Banihammad ha usato una mezza dozzina di cognomi diversi.
Ahmed Alghamdi: US officials say Alghamdi and three other hijackers have links to Bin Laden's al-Qaida network.
Ahmed Alghamdi: le autorità americane [non meglio identificate] dicono
che Alghamdi e altri tre dirottatori siano in collegamento con la rete
di al-Qaida di Osama bin Laden.
Hamza Alghamdi has used at least four aliases.
Hamza Alghamdi ha usato almeno 4 cognomi diversi.
Mohand Alshehri: The FBI lists three aliases he may have used.
Mohand Alshehri: L'FBI elenca almeno tre cognomi diversi che può aver usato.
Saeed Alghamdi is one of three hijackers that US officials have said are linked to Osama bin Laden's al-Qaida network
Saeed Alghamdi è uno dei tre dirottatori [prima erano quattro] che le
autorità americane [non meglio identificate] hanno detto essere
collegati alla rete al-Qaida di Osama bin Laden.
Ziad Samir Jarrah,
believed to be the pilot aboard Flight 93, was part of the terrorist
cell in Hamburg, Germany, that also included Atta and Al-Shehhi.
Ziad Samir Jarrah, che si crede fosse il pilota a bordo del volo 93,
faceva parte di una cellula terroristica di Amburgo, in Germania, a cui
appartenevano anche Atta e Al-Shehhi.
Majed Moqed, 24, is possibly a Saudi national.
Majed Moqed, 24 anni, potrebbe essere di nazionalità saudita.
Nawaf Alhazmi, believed to be from Saudi Arabia.
Nawaf Alhazmi: si pensa che fosse di origine Saudita.
Hani Hanjour 29 believed to have been the pilot of Flight 77
Hani Hanjour, 29 anni: si crede che fosse il pilota del volo 77
Salem Alhazmi, 20, is believed to have been from Saudi Arabia.
Salem Alhazmi, 20 anni: si pensa che venisse dall' Arabia Saudita.
Khalid Almihdhar, 26, from Saudi Arabia, is one of two hijackers placed on a watch list this summer [..]
Khalid Almihdhar, 26 anni, è uno dei due dirottatori messi sotto osservazione l'estate scorsa [...]
Ahmed Ibrahim A. Al Haznawi, 20, may have been from Saudi Arabia and may have lived in Delray Beach, Florida.
Ahmed Ibrahim A. Al Haznawi, 20 anni, potrebbe essere stato un saudita,
è può aver vissuto a Delray Beach, in Florida.
Ahmed Alnami used several aliases and may have lived in Delray Beach, Florida.
Ahmed Alnami ha usato svariati cognomi, e potrebbe aver vissuto a Delray Beach in Florida.
Come si può vedere, grazie a tutti quei "potrebbe", "si pensa" e
"dicono che", gli uomini dell'FBI si sono lasciati tanto di quel
margine, da poter includere o escludere da quella lista praticamente
l'intera guida telefonica di un qualunque paese arabo.
Volendo, un modo semplice per verificare le identità dei
dirottatori ci sarebbe: è infatti lecito pensare che quel
mattino TUTTI gli aeroporti
americani abbiano conservato TUTTE le videocassette di TUTTI gli
imbarchi a
TUTTI i voli partiti in quelle ore. Perchè allora non ci
è stato
mostrato un solo video dal quale si possa riconoscere chiaramente anche
uno soltanto dei
diciannove dirottatori, mentre si imbarcano sui 4 aerei
dirottati?
E
perchè l'UNICA immagine degli imbarchi in cui uno di loro
(Mohammed Atta), è riconoscibile, NON APPARTIENE AFFATTO al volo
dirottato, ma al volo precedente (notare l'orario, 5.45 del mattino), il Portland- Boston?
(Esiste
un video, diffuso però tre anni dopo, dal quale si dovrebbero
riconoscere due degli attentatori al controllo di sicurezza. Ma i volti
sono difficili da decifrare, mentre forti dubbi sono stati sollevati
sull'autenticità del video stesso, poichè la posizione
del sole che si intuisce all'esterno, sullo sfondo, sembra indicare un
orario completamente diverso da quello delle ore mattutine in cui
sarebbero avvenuti gli imbarchi). Inoltre, due dirottatori su
diciannove restano inspiegabilmente pochi.
In conclusione, i FATTI ci dicono questo: nessuno dei nomi dei
dirottatori compariva sulle liste passeggeri diramate quel giorno, le
loro
immagini agli imbarchi non ci sono mai state mostrate, e sappiamo anche
che nessuno di loro
aveva mai guidato un jet nella sua vita... Perchè mai dovremmo
credere che fossero loro ai comandi dei 4 aerei dirottati?
Voce
narrante: “Questa
è in
sintesi la versione
ufficiale
dei fatti, fornita al mondo
dall'Amministrazione
americana, tramite
i maggiori media a diffusione
globale”
Come abbiamo
visto, la "versione
ufficiale" è un tantino diversa, ma lo scopo del regista
è chiaro: spaccia per "versione ufficiale" qualcosa che
è
diverso, e meno credibile, per poterla poi attaccare.
Il regista non "spaccia" assolutamente nulla. Riassume semplicemente quello che ci è stato raccontato da giornali e TV.
Ha superato il
primo "muro" mentale dello spettatore, fornendogli una versione
ufficiale diversa da quella reale, prima ancora di iniziare l'attacco
alla versione ufficiale stessa. Lo spettatore si aspetta l'attacco,
vuole valutarlo, ma non sa che l'attacco c'è già
stato e
ha già preparato il terreno per "lo sfondamento
finale".
E' la stessa tecnica di
un bravo prestigiatore o illusionista: il
pubblico si chiede come faccia a far sparire una donna da una
scatola in cui è stata chiusa, cerca di capire
qual'è il
trucco, ma non ci riesce, perchè la donna, in
realtà, non
è mai entrata nella scatola. Il trucco si è
consumato
prima ancora dell'inizio.
Ma il regista fa di più: introduce il termine
"versione
ufficiale" , che solitamente è usato, nel linguaggio
corrente,
per indicare una versione dei fatti rilasciata dalle
autorità e
che potrebbe essere artificiosa rispetto a quella reale. Ma una
"versione
ufficiale" è appunto quella rilasciata dalle
autorità,
non quella che viene riferita dai mass-media, che solitamente
testimoniano e riferiscono anche ciò che i propri reporter
hanno
avuto modo di vedere e sentire personalmente.
In questo caso allora - come vedremo fra poco - la "versione ufficiale" non esiste del tutto.
Nel caso dell'11
settembre, i media hanno avuto un ruolo fondamentale: i giornalisti
hanno visto, hanno ascoltato, hanno fatto riprese televisive, hanno
intervistato, hanno raccolto informazioni di ogni tipo.
La gente comune di solito si fida poco delle "versioni ufficiali" ma
tende a lasciarsi influenzare dalla generalità dei media.
Il regista ha
bisogno di incrinare la fiducia che solitamente si ripone in una
versione che è accettata e riferita da una
pluralità di
mass-media.
E cosa fa? Dice che la "versione ufficiale" è
stata fornita
al
mondo dall'Amministrazione americana "tramite" i media. Ossia che i
media si sono asserviti a diffondere globalmente non ciò che
essi stessi hanno visto e verificato, ma ciò che
l'Amministrazione americana gli ha passato.
Il regista sta abilmente suggerendo
nella mente dello spettatore:
<Questa è la versione ufficiale, e come vedi ha
dell'improbabile già solo a sentirla. E' una
versione fornita dall'Amministrazione Bush, e se la versione
è improbabile, significa che probabilmente quella
Amministrazione mente. E quindi i
mass-media mentono anche loro. Fra poco ti mostrerò io come
stanno i fatti>.
Non dimentichiamo che il "bersaglio" del film è lo
spettatore
medio, ossia quello spettatore che non si è mai dedicato a
ricerche e approfondimenti sull'argomento. Uno spettatore che sa
dell'11 settembre solo ciò che ha letto sui giornali e visto
in
TV, ossia proprio attraverso i mass-media. E se ora pensa che i media
gli abbiano mentito, è consapevole... di non sapere nulla.
Con
un paio di abili mosse il regista ha incrinato le convinzioni dello
spettatore medio e adesso ha campo libero per inculcargli
ciò
che vuole.
Ciò che
importa non sono le parole scritte
dai membri della Commissione, ma quello che il mondo crede,
poichè è su quello che sono state costruite le guerre che
hanno devastato Afghanistran e Iraq. E quello che il mondo crede, oggi,
è quello che ci hanno raccontato in tutti questi anni i
giornali e le televisioni.
Ecco infatti il testo COMPLETO dell'introduzione di Inganno Globale, in
cui la precisazione finale (in grassetto) è tutt'altro che
casuale:
La mattina dell'11 settembre
2001, 19 terroristi, armati di tagliacarte,
dirottano quattro aerei commerciali in volo dalla costa est alla costa
ovest degli Stati Uniti. Eliminano gli equipaggi, si impadroniscono dei
comandi, fanno perdere
le loro tracce, ed eludono per quasi due ore il sistema di sicurezza
americano. Riescono così a portare due degli aerei a schiantarsi
contro le
Torri Gemelle di New York, il terzo contro il Pentagono a Washington,
mentre il quarto viene abbattuto dai passeggeri in rivolta nei cieli
della Pennsylvania. Le Torri Gemelle in seguito crollano a causa
degli impatti e degli incendi, portando con sè quasi tremila
vittime. Nelle ore pomeridiane crolla anche una terza torre del Workd
Trade Center, anch'essa a causa di un incendio. I dirottatori risultano
essere 15 sauditi e quattro egiziani, di cui
due giorni dopo la FBI fornisce al mondo nome cognome e fotografia.
Questa è, in sintesi, la versione ufficiale dei fatti fornita al
mondo dell'amministrazione americana tramite i maggiori media a
diffusione globale.
Mentre va precisato che il governo americano
non ha MAI rilasciato una versione ufficiale, completa ed esaustiva,
che copra tutti i fatti più importanti dell'undici settembre. Lo
stesso RCI, che JB cita in continuazione, ignora platealmente il crollo
della terza torre - il cosiddetto WTC-7 - che è uno degli
argomenti più importanti di tutto il dibattito.
5. I punti "oscuri"
Minuto 02 e 00 secondi.
Narratore: “Ma
dall'identità
stessa dei terroristi,
alla scomparsa
totale di due dei quattro
aerei, dall'inspiegabile
stallo della difesa più impenetrabile
del mondo,
alle cause
stesse
del crollo delle tre torri, questa
versione
ufficiale
presenta moltissimi
punti oscuri,
che nessuno
finora ha
mai saputo chiarire”
Come
abbiamo detto
più sopra, la tecnica utilizzata accompagna alla
disinformazione
sottile e sistematica, l'enunciazione di concetti secchi e precisi
destinati a rimanere impressi nello spettatore. Quest'ultimo infatti,
dopo due minuti di film, ha già la consapevolezza di una
versione ufficiale che non è credibile, così come
non
sono credibili i mass-media che la documentano. E' quindi pronto ad
assimilare il concetto che esistono "punti oscuri" da chiarire, e
pronto ad accettare affermazioni senza fondamento quali "scomparsa
totale di due aerei" e "inspiegabile stallo della difesa".
Beh, è la tesi del film! Chissà perchè non potrei
enunciarla? Lo spettatore inoltre non è un idiota, al quale
basta dire che "ci sono dei punti oscuri" perchè ci creda. Le tesi
bisogna dimostrarle, ed infatti l'intero film non è che una
elencazione di questi punti oscuri, che - contrariamente a quanto
sostiene JB più sotto - non sono affatto stati chiariti.
Non saremmo ancora qui a discuterne altrimenti.
Invece (basta
dare uno sguardo ai documenti e ai link che riportiamo su
Crono911.org)
l'identità dei terroristi è oggi ben nota,
nessun aereo
è scomparso, le ragioni dello "stallo" della difesa aerea
sono
state ampiamente sviscerate e spiegate, le cause del crollo degli
edifici sono state analizzate e spiegate dai migliori esperti
strutturali del mondo, punti oscuri ce ne sono ancora pochi o nessuno,
e tutti i chiarimenti possibili sono stati forniti (non solo dal
Governo USA ma anche da molti altri enti e autorità, perfino
dai
complici dei dirottatori) e raccolti in decine e decine di migliaia di
pagine di documentazione, tutta tranquillamente
consultabile o scaricabile da Internet.
Ma lo
spettatore comune, tutto questo non lo sa, e il regista si guarda bene
dal diglierlo.
Anche il rapporto della Commisione Warren (sull'assassinio Kennedy)
contiene "decine e decine di migliaia di pagine di documentazione", e
anche quelle sono "tutte scaricabili e consultabili da Internet".
Questo significa forse che contengono la verità?
Ma vedremo più nel dettaglio, man mano che le incontriamo, le "spiegazioni degli esperti" di cui parla JB.
6. FAA e NORAD
"interconnessi"?
Minuto 03 e 25 secondi.
Il
film descrive il
funzionamento del sistema di controllo del traffico aereo
civile
(FAA) e ad un certo punto afferma: “A
sua volta il
sistema civile è
interconnesso a quello della difesa militare, il NORAD,
che dispone
anche di una sua rete di controllo indipendente”.
Interconnesso?
Non c'era alcuna
interconnessione,
l'unica via di comunicazione tra gli enti di controllo civili e quelli
militari era rappresentata... dalle normali linee telefoniche!
C'è un'ampia documentazione di ciò, che comprende
anche
le registrazioni delle telefonate tra operatori civili e militari,
anche quelle rese disponibili.
Non si comprende su cosa JB possa basare le sue certezze. A sentire i
generali del NORAD, infatti, le linee erano aperte, mentre
loro stessi non sembrano sapere nulla delle registrazioni di cui parla
JB. Ecco i fotogrammi tratti dalla deposizione dei generali Arnold e
McKinley:
Al minuto 6:23 il Generale Arnold conferma
che le linee erano ovviamente aperte:
Mentre al minuto 8:20 il Commissario
Benveniste chiede ad ambedue i generali:
Ma
già il
Rapporto della Commissione di Inchiesta, sin dal 2004, aveva messo in
luce l'assenza di qualsiasi interconnessione. Una disamina del
funzionamento della difesa aerea americana è presente in una
specifica
Sezione
di Crono911, nonchè nello Staff
Report del 26 agosto 2004 , e Vanity
Fair
ha pubblicato il resoconto completo di tutte le comunicazioni tra FAA e
NORAD , ed è possibile persino ascoltarne le
registrazioni.
Il resoconto completo di TUTTE le comunicazioni, dice JB? E si possono pure ascoltare?
Veramente l'articolo di Vanity Fair che lui stesso ha linkato parla di "30 ore di nastri inediti"
("Obtaining 30 hours of never-before-released tapes from the control
room of NORAD's Northeast head-quarters, ..."), e dice anche che se ne
possono ascoltare degli stralci ("Hear excerpts from the September 11
NORAD tapes").
Non mi sembra la stessa cosa. (Anche Nixon, alla fine di Watergate, ha dovuto rendere pubbliche le
registrazioni delle sue telefonate. Ma dal nastro più importante
mancavano 17 minuti cruciali, che nessuno ha mai saputo cosa
contenessero).
Tutto
questo è
sfuggito al regista? Non lo crediamo. Crediamo che ci siano
già
tanti elementi, in questi primi tre minuti e mezzo di film, per capire
che non stiamo parlando di sviste ed errori, ma di vera e propria
disinformazione.
Gli errori, come abbiamo visto, non li ho commessi io.
In ogni caso, cerchiamo sempre di non farci distrarre dai falsi problemi: che usino il
telefono, i segnali di fumo, o i piccioni viaggiatori, FAA e NORAD sono interconnessi in tempo reale,
ed è questo che conta. Avevano infatti la piena
possibilità di intervenire molto più rapidamente, ma non
l'hanno fatto. E più avanti vedremo anche il probabile motivo
per cui questo non è avvenuto, che non ha nulla a che fare con le giustificazioni accampate da JB.
7. La difesa aerea
Minuto 03 e 45 secondi in
poi.
Il
narratore descrive
l'efficienza delle procedure di intercettazione dei caccia militari
nei confronti di aerei civili fuori rotta, citando le decine di casi
risolti positivamente nello stesso 2001, prima dell'11 settembre.
Il
film evita
accuratamente di precisare che quei casi sono radicalmente diversi,
perchè sui
quattro velivoli dirottati l'11
settembre furono spenti i transponder, ossia quegli
apparati che
consentono di individuare con esattezza l'identità e la
posizione di un aereo (funzionamento
transponder) in mezzo a centinaia di altri velivoli. Una
simile evenienza non si era mai verificata
in precedenza.
Ecco un caso recente,
in cui un volo dal Canada a Londra ha avuto problemi proprio con il
transponder, ed è
stato immediatamente intercettato da due F-18, e fatto atterrare
all'aeroporto più vicino. La procedura è assolutamente
normale. (Poco più avanti troviamo anche la conferma degli stessi militari).
Mentre
sono solo tre gli aerei che spensero il transponder: il quarto
cambiò soltanto il codice, rimanendo quindi perfettamente
rintracciabile in qualunque momento. Lo conferma il racconto del
controllore di
volo che teneva sotto controllo il volo United 175
dirottato.
Perchè nessuno ha provato a
intercettarlo, almeno in quel caso?
Inoltre
il regista
afferma che in caso di dirottamento “l'aviazione
civile avvisa
subito quella militare, che fa scattare l'allarme e fa alzare in volo
uno o due caccia dalla
base più vicina... il tempo medio fra
l'allarme e il decollo dei caccia è di circa sei minuti”
Anche
questa è una
significativa "imprecisione": i caccia per l'intercettazione non si
alzano dalla “base più vicina”,
perchè solo alcune
basi aeree mantengono i propri caccia in servizio “di
allarme”,
pronti al decollo. Nel 2001 c'erano solo sette basi aeree a garantire
il servizio di allarme in USA, e di queste, solo due erano nell'area
di competenza del NEADS,
il settore della difesa aerea che copre New
York e Washington.
E' chiaro che si intende dalla base piu vicina "che abbia dei caccia a disposizione".
Non
c'è da
meravigliarsi per questo: dopo la fine della Guerra Fredda, i paesi
occidentali hanno progressivamente diminuito lo stato di prontezza
operativa dei propri reparti di intercettazione.
Questo lo dice JB. Nel frattempo però i budget del Pentagono si
sono praticamente decuplicati, e la sete di finanziamenti da parte dei
militari USA sembra non finire mai.
un caso, ad
esempio, che nel recente episodio
di un B-737 dirottato dalla Grecia verso l'Italia, i caccia italiani
hanno dovuto decollare
addirittura da Trapani, nonostante vi fossero basi aeree ben
più
vicine (Foggia - Amendola, Brindisi, Bari - Gioia del Colle, Taranto
– Grottaglie).
Semplicemente,
Trapani
era la base in servizio di allarme, le altre, pur avendo numerosi
caccia a disposizione, non erano in allarme e pertanto non avevano
velivoli pronti al decollo.
Non
si comprende cosa c'entri Trapani con la difesa americana. Inoltre,
molti caccia possono volare fino al doppio della velocità
del suono, quindi "da dove" si alzano è relativamente
importante. Quello che è importante è che NON lo abbiano
fatto in tempo utile, nè dalle basi vicine nè da quelle
lontane.
Per
preparare un caccia
al decollo, rifornirlo e armarlo, occorrono ore.
E' proprio per quello che se ne tiene sempre un certo numero pronto a decollare in qualunque momento.
Un'altra
affermazione
fuorviante, è quella del tempo medio tra allarme e decollo
dei
caccia.
E'
verissimo che i caccia
decollano in pochi minuti dall'allarme, ma per “allarme”
non si
intende il momento in cui si verifica l'emergenza, ma il momento in
cui viene dato l'ordine di decollo.
Sono
due cose ben
diverse. L'ordine di decollo può arrivare anche decine di
minuti dopo che si verifica una situazione di emergenza,
perchè
la procedura segue precise regole di autorizzazione nella catena di
comando civile, militare e persino politica. Solo dal momento
dell'arrivo dell'ordine di decollo, che in gergo si chiama
“Scramble”, si calcolano quei sei minuti di tempo
medio.
Nel caso dell'undici settembre, emergenza, allarme e ordine di decollo
DOVEVANO ESSERE istantanei. Specialmente dopo che i controllori di volo
si erano resi conto che United 175 era già il SECONDO aereo
dirottato. Invece hanno atteso addirittura l'impatto del TERZO aereo
(nel Pentagono) prima di cominciare a muoversi davvero. Ma nel frattempo tutti i bersagli erano stato colpiti.
In ogni caso, una ulteriore conferma sulla rapidità di
intervento dei caccia ce la dà lo stesso Dipartimento della
Difesa, in questo loro articolo: "NORAD typically scrambles
aircraft at the request of the FAA, which has people at
NORAD and at the organization's Cheyenne Mountain
operations center, also in Colorado Springs. Scrambles --
launches -- take just minutes." "Normalmente,
il NORAD fa alzare i caccia su richiesta della FAA, che ha del
personale al NORAD e al centro operativo dell'organizzazione di
Cheyenne Mountain, a Colorado Springs. I decolli, o lanci, prendono pochi minuti."
8. La sincronizzazione dei
voli
Minuto 04 e 35 secondi.
Il
film descrive
cronologicamente gli eventi di quella mattina, e in particolare rotte
e vicende degli aerei dirottati. Dopo aver citato gli orari di
decollo degli aerei (non precisissimi, la differenza è di
circa un minuto rispetto a quelli reali, la cosa è
ininfluente
ma in ogni caso stona con le famose “approfondite
ricerche” di
cui il regista si fa vanto) afferma:
“Nel
frattempo il
primo aereo ha staccato il transponder, che per i controllori di volo
significa dirottamento, e ha compiuto un'improvvisa virata a
sinistra. Subito
dopo anche il secondo aereo stacca il transponder e
vira a sinistra, venendo a trovarsi praticamente accanto al primo, in
rotta verso New York. Ma mentre il primo aereo prosegue verso le
torri gemelle, il
secondo le oltrepassa e continua per almeno 50
miglia in direzione sud. Solo quando il
primo aereo ha colpito la
prima torre, il secondo fa un'inversione di marcia e punta
a sua
volta su Manhattan. Arriva così quindici minuti dopo a
colpire
la seconda torre, sotto gli occhi di tutte le telecamere che
già
stava inquadrando la prima che bruciava. In quel
momento il terzo
aereo, che si trova già sul West Virginia, stacca il
transponder e inverte la rotta, viaggia indisturbato per
quasi 40
minuti e si abbatte sul Pentagono alle 9:39. A quel punto
il quarto
aereo che si trova ai confini dell'Ohio, stacca il
transponder e
inverte la rotta, viaggia a sua volta indisturbato per
quasi
mezz'ora, prima di cadere nel campo vicino a Shanksville”
Questa sequenza
è
semplicemente falsa.
Le Time Line e le rotte dei velivoli sono ricostruite nei
documenti
già citati (il Rapporto della Commissione di Inchiesta e lo
Staff Report), e in tutti i rapporti
della FAA e dell'NTSB resi pubblici.
Una ricostruzione corretta delle sequenze temporali è
consultabile nella sezione Timeline
di Crono911.
Come
vedremo fra poco, "una ricostruzione corretta delle sequenze temporali"
purtroppo non esiste, ed è questo il vero problema
per chi vorrebbe giustificare la mancata difesa aerea. E' infatti
giocando sulle continue variazioni di
questi orari che l'aviazione civile e quella militare si
sono rimpallate le responsabilità così tante volte che
hanno finito per fornire tre versioni ufficiali diverse, come ci
spiega David Day Griffin in questa conferenza, tenuta a Stoccolma nel
settembre 2006. Consiglio anche di approfittare dell'ottima spiegazione
data da Griffin sul funzionamento del meccanismo difensivo americano.
Prima parte
Seconda parte
Una disamina delle presunte (ed inesistenti) coincidenze degli orari,
proprio con riferimento alle affermazioni di Inganno
Globale, è stata inserita in un articolo
su Undicisettembre.
Scopriamo
così,
ad esempio, che il terzo aereo ha staccato il transponder sette minuti
prima dell'impatto del secondo aereo, e non dopo, come sostiene il
regista.
Ed il volo UA175 (il secondo aereo) non ha volato 50 miglia in
direzione sud, ma volava verso ovest, e non ha mai "oltrepassato le
torri".
Siamo quindi in presenza di una
menzogna bella e buona, e in questo caso non
c'è nessuna scusante che tenga: posizione, orari e rotte dei
velivoli in volo, infatti,
non possono essere fornite da nessuna altra fonte che non siano i
tracciati radar e le scatole nere.
Non c'è modo di sfuggire a questo semplice dato di fatto. E
quindi, da dove ha preso il regista quei dati? Se li è
inventati, o è andato a pescarli su qualche vecchia timeline
pubblicata da qualche giornalista sulla base di mere supposizioni,
quando i dati reali non erano stati ancora resi pubblici? Sarebbero
queste le
"approfondite ricerche", allora? Cercare dati vecchi e imprecisi,
chiaramente sbagliati, pur di assecondare le proprie affermazioni? Non
lo sappiamo, perchè Inganno
Globale, ovviamente, non cita quasi mai le fonti da cui trae le proprie
affermazioni.
A
conferma del caos descritto sopra, questa è una selezione fra le tante cronologie
pubblicate dai media più importanti nel corso del tempo (New York
Times, Washington Post, BBC, Time magazine, ecc.). Non ce n'è una che sia uguale all'altra.
In questa serie di tre "screengrab", ad esempio, ci viene detto (sopra) che AA77 ha perso contatto alle 9.02, ...
... che UA93 cambia direzione alle 9.39, ...
... e che AA77 colpisce il Pentagono alle 9.40.
Il New York Times ci dice che AA77 ha colpito il Pentagono alle 9.41,
AA175 ha colpito la Torre sud alle e 9.08,
AA11 ha colpito la Torre Nord alle 8.45,
e UA93 si è schiantato alle 10.00
Dalla BBC risulta che AA77 ha colpito il Pentagono alle 9.40,
mentre la Torre Sud è stata colpita alle 9.03,
e il volo United 93 si è schiantato alle 10.00.
Qui abbiamo un'inversione di marcia di UA93 che risale alle 9.35, mentre il suo crash è alle 10.06
Qui l'inversione di rotta di AA77 risale "alle 9 circa", quella di UA93 alle 9.37
Per il Washington Post infine la Torre Sud è colpita alle 9.05, il Pentagono alle 9.40. mentre UA93 cade alle 10.10
In tutto questo, c'è la fotografia di un orologio del Pentagono
"congelato" al momento dell'esplosione, che indica le 9,31.
E' quindi inaccettabile che JB cerchi di sfruttare questa
mancanza di chiarezza da parte delle fonti di informazione per spacciarla come una mancanza di precisione da parte mia.
E' altrettanto dimostrato che nemmeno JB può conoscere gli orari
"giusti" degli eventi, come invece continua a pretendere di fare.
Del tutto
falsa anche l'affermazione
che lo spegnimento del transponder sia interpretato dai controllori di
volo come il segnale di un dirottamento: prima dell'11 settembre 2001
non è mai successo che un velivolo dirottato abbia spento il
transponder: in caso di dirottamento il pilota inserisce un codice
preciso nell'apparato (7500) che pertanto deve essere acceso e
funzionante per segnalare il dirottamento.
Proprio perchè non era mai successo, lo spegnimento del
transponder, sommato all'improvviso cambiamento di rotta, e alle mancate
risposte via radio da parte dei piloti, poteva significare solo una
cosa: dirottamento.
Un leggero cambiamento di rotta, da solo, può anche
essere attribuito a un errore di navigazione, mentre le mancate
risposte possono essere causate da un guasto al sistema di
comunicazione. Ma un DECISO cambiamento di rotta, SOMMATO alle mancate risposte, e ACCOMPAGNATO dallo spegnimento del
transponder - che è un gesto
intenzionale - che altro potrebbero significare? (Siccome i controllori
continuano a vedere la traccia radar, possono escludere che l'aereo sia
caduto).
9. Basi militari
Minuto 06 e 30 secondi
circa.
Narratore:
“Questa
è la
mappa
delle basi militari nella zona interessata dai
dirottamenti di
quel giorno” (mostra una mappa geografica con tante
basi).
Come
abbiamo detto (e documentato), una
base militare che non abbia aerei
pronti al decollo su allarme,
non
può essere di alcuna utilità in simili evenienze.
Pertanto la mappa mostrata è solo un ulteriore elemento per
distorcere i fatti.
Gli aerei pronti al decollo ci devono
sempre essere, è la normale
procedura. Se il RCI ci racconta che quel giorno di aerei pronti non ce
n'erano, è ovviamente per giustificarne il mancato intervento.
E' la prima cosa che si inventerebbe chiunque, ma non regge. Ecco invece che cosa è successo:
ATTENZIONE: PASSAGGIO IMPORTANTE
Nel giugno del 2001, nonostante da dieci anni non si fosse verificato
un solo caso di dirottamento nei cieli americani, il nuovo Ministro
della Difesa Donald Rumsfeld decise di cambiare certe procedure che
riguardano proprio i dirottamenti nei cieli di casa propria.
Ecco l'ordine, datato 1 giugno 2001, e indirizzato al capo delle forze armate congiunte (Joints Chief of
Staff). Come si vede al punto 2, il documento "cancella" di fatto un
ordine precedente, che risaliva al 1997.
Al punto 4 è chiarito che l'Aviazione Civile (FAA) ha la piena
responsabilità nel dirigere gli interventi delle forze dell'ordine nel
caso di dirottamenti (che prima condivideva con il NORAD, cioè la
difesa militare), e che il punto di coordinamento per tali operazioni
diventa il Comando Militare Centralizzato (NMCC), che sta sotto il DoD
(Department of Defense/ Ministero della Difesa).
Consigliamo
ASSOLUTAMENTE di ascoltare cosa ha raccontare Robin Hordon, un
controllore di volo che appartiene al gruppo "pilotsfor911truth.org",
in questa sua intervista:
"L'elemento chiave dell'intera giornata sta nel fatto che c'erano stati
alcuni cambiamenti nelle procedure di emergenza, e cioè che da
quel giorno bisognava chiamare telefonicamente il Pentagono di
Rumsfeld, e sarebbe poi stato il Pentagono a prendere le
decisioni. Beh, [quando abbiamo chiamato] per American 11 il
Pentagono non ha risposto al telefono. Per United 175 non ha riposto al
telefono. Io ritengo che non abbiamo risposto al telefono fino a quando
non si sono sentiti assolutamente imbarazzati per il fatto di non
rispondere, e questo risale circa al momento in cui United 93 e
American 77 risultavano dirottati. E' questo il
momento in cui c'è stato il primo contatto formale [con il
Pentagono]."
Praticamente, prima
Rumsfeld ha detto "da ora in poi se c'è un dirottamento chiamate
me", e poi quando è successo lui non c'era per rispondere. Ecco che cosa è davvero successo quel giorno.
10.
Caccia bloccati
Minuto
06 e 50 secondi
circa
Narratore:
“Mentre al
NORAD si
seguivano gli eventi in tempo reale, sulle varie piste i caccia
attendevano inutilmente un ordine di decollo che per qualche motivo
non arrivava mai”.
Il
regista
condisce questa affermazione parlando
di ordini
e contro-ordini che avrebbero tenuto i caccia a terra.
Si tratta di un'affermazione
priva di qualsiasi fondamento e riscontro.
Come abbiamo visto più sopra, c'erano solo due basi
disponibili
con un totale di quattro caccia, e tutti e quattro sono decollati
quando è arrivato l'ordine di decollo, senza alcun
contro-ordine.
Quanto
afferma JB è comunque errato, poichè sono almeno sei i
caccia alzatisi ufficialmente quel giorno: Otis, Langley, Andrews (v.
più sotto).
Ecco
il percorso dei caccia di Langley, e perchè non sono riusciti ad arrivare in
tempo per fermare AA77:
prima sono stati fatti decollare verso il mare, poi sono stati
indirizzati su Baltimora, alla ricerca di un fantomatico volo AA11 che
di colpo sembrava essere sopravvissuto all'impatto con la Torre Nord,
dirigendosi verso Washington. Solo quando era troppo tardi si è
capito che si trattasse di un volo fantasma, ma i caccia a quel punto
non hanno più fatto in tempo a intercettare il volo diretto sul
Pentagono.
In questo articolo del Guardian trovate la descrizione dello strano "pasticcio" di Baltimora e del volo fantasma, che risulta anche dalle pagine del RCI. ("The heading of the Langley fighters was adjusted to send them to the Baltimore area". "La destinazione dei caccia di Langley fu corretta per mandarli nella zona di Baltimora").
Se invece avessero puntato immediatamente a Nord, verso l'aereo in
avvicinamento, avevano ancora la possibilità di intercettarlo
prima che colpisse il
Pentagono (alla massima velocità, è stato stimato che ci
avrebbero messo circa sei minuti). Ma il vero problema è che
dovevano essere fatti decollare molto prima, mentre ciò non
è accaduto.
Dalle Time-Line
che abbiamo citato, peraltro, si evidenzia chiaramente che i primi due
caccia ricevettero l'ordine di decollo nel momento in cui il primo
aereo impattava il WTC-1, circa
sei minuti dopo che il NEADS (comando dipendente dal
NORAD) era stato informato del dirottamento, ed i caccia decollarono nel giro di 7 minuti
dall'ordine. Non ci sembrano tempi così
lunghi.
Certo
che 7 minuti non sono "tempi lunghi", è
l'ordine che è arrivato troppo tardi. Sentite con quanto
entusiasmo avviene questo scambio fra il quartier generale dell'Aviazione Civile e il Centro di Comando Militare (ricordiamo che sono le 9:49: le due Torri è il Pentagono sono già stati colpiti, e
sono passati tredici minuti da quando Cleveland ha chiesto se fosse il caso di richiedere un aiuto
militare per il quarto volo dirottato):
Command Center: Uh, do we want to think, uh, about scrambling aircraft?
FAA Headquarters: Oh, God, I don't know.
Command Center: Uh, that's a decision somebody's gonna have to make probably in the next ten minutes.
FAA Headquarters: Uh, ya know everybody just left the room.
Centro Comando: Mah, vogliamo pensare... a far alzare dei caccia?
Quartier generale FAA: Oh Dio, non saprei.
Centro Comando: E' una decisione che qualcuno dovrà prendere, probabilmente nei prossimi dieci minuti.
Quartier generale FAA: Mah, sai, qui sono appena usciti tutti.
Alla faccia dell'emergenza nazionale.
11. Caccia deviati
Minuto 07 e 40 secondi.
Narratore:
“Il secondo
aereo
dirottato entrava in quel momento negli schermi radar dell'aeroporto
di Newark... ma per qualche
inspiegabile
motivo ai
due caccia già
in volo per New York veniva ordinato di proseguire a
velocità
ridotta. In questo modo anche United 175 faceva in tempo a colpire la
seconda torre. A quel punto
i due caccia
venivano inspiegabilmente
mandati a parcheggiarsi in quota, a largo di Long Island, nonostante il terzo aereo
avesse già interrotto i contatti
da molti
minuti... altri due caccia pronti a decollare dalla pista di Langley,
vicino a Washington,
decidevano di
farlo anche se l'ordine ufficiale
continuava a non arrivare... ma una volta in volo, quando
stavano
puntando sull'aereo diretto sul Pentagono, venivano
deviati su
Baltimora verso un bersaglio inesistente, da una telefonata dei
servizi segreti della Casa Bianca”
Anche
qui siamo nel campo
dell'invenzione pura,
e della più sfrenata fantasia, al punto che diventa persino
difficile contestare qualcosa che è totalmente campato in
aria.
Abbiamo appena visto più sopra le deviazioni di percorso dei caccia decollati da Langley.
Qui invece si può vedere dove sono stati mandati a parcheggiare
i caccia decollati da Otis: in mare aperto, al largo di Long Island
("holding pattern" significa percorso/procedura di attesa).
Infatti i primi due
caccia di Otis
sono decollati quando il volo AA11 (il primo aereo) si era ormai
schiantato, e il NEADS non ha avuto notizia di un secondo aereo
dirottato (l'UA175) fino alle ore 09:03, ossia nello stesso momento in
cui anche il secondo aereo si stava schiantando. I due caccia di Otis,
quindi, non hanno mai
avuto la possibilità fisica di intercettare nè il
volo AA11 nè il volo UA175.
Non c'è nulla di inspiegabile, è proprio chiaro e
lampante, ed è evidentissimo dall'esame delle fonti
precedentemente citate.
Quanto al terzo aereo (AA77, che ha impattato il Pentagono a Washington
DC) , come spieghiamo con dovizia di dati e fonti QUI
, non era intercettabile
in tempo utile
nè dai primi due caccia decollati da Otis, nè
dalla
seconda coppia di caccia decollata da Langley con la massima
tempestività (appena tre minuti dall'ordine).
Abbiamo
già detto come sia perfettamente inutile, oltre che
fuorviante, che JB continui a fare riferimento al RCI, come
se contenesse l'assoluta verità, mentre è proprio quel
documento ad essere messo sotto accusa.
E' poi del tutto falsa l'asserzione
di una telefonata dei servizi segreti che avrebbe messo fuori rotta i
caccia di Langley.
Questo lo vedremo fra poco, al punto 12.
I servizi segreti fecero
esattamente il contrario, adoperandosi per far decollare
quanti più caccia possibile a protezione di Washington DC (Aviation
Week) .
Certo, ma con un ritardo inspiegabile. "Dopo" sono capaci tutti a dare ordini a destra e a manca.
12. Cheney al comando
Minuto
08 e 45 secondi
circa (continuando il discorso da sopra).
Voce
narrante: “Pare che
l'ordine
arrivasse direttamente da Dick Cheney, il Vice Presidente,
che sin
dal primo mattino, per l'assenza di Bush dalla Capitale, era
saldamente
al comando della situazione” (il
regista accompagna
l'affermazione con lo sfondo di una fotografia di Cheney in
atteggiamento “ringhioso”: probabilmente la
peggiore che è riuscito a reperire).
Cheney non era affatto al comando
della situazione. Nel corso di quegli avvenimenti, c'erano
ben nove centri di
comando civile e sei centri di comando politico-militare interessati
, senza alcun coordinamento l'uno con gli altri, come si evince dalla
lettura dei documenti già citati.
Ed
in particolare,
Cheney è stato trascinato nel Bunker operativo sotto la Casa
Bianca, praticamente nello stesso momento in cui il terzo aereo (AA77)
si stava schiantando sul Pentagono:(Telegraph , Rapporto
della Commissione 9/11 pag.40 e relative note,Washington Post).
Prima
di quel
momento, il Vice Presidente non aveva avuto alcuna
possibilità
di controllo di quanto stava accadendo e di fatto gli unici a tentare
di coordinare le operazioni erano Richard Clarke (consigliere
presidenziale per l'antiterrorismo) in teleconferenza dalla Casa
Bianca, e il comando militare NMCC al Pentagono.
La
faccenda di "Cheney trascinato nel bunker" ha la stessa consistenza
narrativa della "liberazione" di Jessica Lynch dall'ospedale in Iraq:
roba che va bene per i fumetti. Se davvero i Servizi sono così
solerti, inoltre, bisognerebbe spiegare perchè Bush è
stato lasciato nella scuola elementare della Florida per ben 21 minuti
da quando si è stabilito che l'America era "under attack", e
quindi lui era sicuramente diventato uno dei bersagli più
probabili.
***
Bisogna prima di tutto sapere che nella struttura di comando
della Difesa americana l'unica entità che sta al di sopra del
Pentagono, e che può soprassedere ("override") a qualunque ordine, da dovunque provenga, è la
Presidenza (Casa Bianca), che agisce tramite i Servizi Segreti, ovvero il corpo
scelto che si occupa personalmente del Presidente e del Vice-Presidente. Anche
se la cosa non è mai stata formalizzata, essendo Bush in quel momento
in viaggio e sotto apparente minaccia, il comando supremo era passato a tutti gli effetti nelle
mani di Cheney. Non c'è una sola persona negli Stati Uniti che discordi da questo punto, compreso lo stesso Presidente.
A riprova, questi sono alcuni passaggi da un articolo di Aviation Week che descrive le peripezie dei caccia di quella mattina:
Soon thereafter, the Secret
Service called back, asking whether the squadron could get fighters
airborne. [...] Another call from the Secret Service commanded, "Get in
the air now!" Almost simultaneously, a call from someone else in the
White House declared the Washington area "a free-fire zone."Subito dopo i Servizi Segreti richiamarono,
chiedendo se la squadriglia fosse in grado di far alzare dei caccia.
[...] Un'altra chiamata dei Servizi Segreti ordinò: "Decollate
subito!". Quasi nello stesso momento, un'altra chiamata da parte di
un'altra persona nella Casa Bianca dichiarava Washington zona di tiro
libero [si poteva sparare, se necessario].
C'è poi addirittura questa frase: "Andrews-based F-16s were launched by the Secret Service
and someone in the White House command center, not Norad." Gli
F-16 di stanza ad Andrews sono stati fatti decollare dai Servizi
Segreti e da qualcuno al centro di comando della Casa Bianca, non dal
NORAD.
Da queste
poche righe dovrebbe dedursi chiaramente chi fosse al
comando della situazione in quei momenti, con il Presidente incapacitato ad agire (esattamente come è
previsto dalla Costutuzione). Visto però che non si è
mai
saputo con certezza chi abbia fatto la telefonata per deviare gli aerei
su Baltimora, Inganno Globale si limita a dire "pare che la telefonata
arrivasse dallo stesso Cheney". Direi che come supposizione ci sta tutta.
In conclusione: non conosciamo tutti i particolari della vicenda, ma qui di "inventato" c'è molto poco.
13. Generali promossi
Minuto 09 e 00 secondi
circa
Voce
narrante: “I
responsabili ai
più
alti livelli della difesa, invece
di venire processati,
degradati o
comunque puniti in qualche modo, venivano sorprendentemente promossi
a posizioni ancora più prestigiose”.
Mentre il narratore pronuncia questa affermazione, a video scorrono
immagini di non
si sa chi, quando, cosa. Non viene detto chi sarebbe stato promosso.
Pare che il regista si sia basato solo sulle dichiarazioni della
McKinney (più sotto) senza alcuna verifica e
approfondimento.
A parte che nessun deputato si sognerebbe mai di fare affermazioni del genere se non fossero
vere, ma l'esempio di Richard Myers - l'uomo che stava direttamente
sotto Rumsfeld quel giorno - che è stato promosso da Vice-Comandante a
Comandante delle forze Armate Congiunte soltanto dieci giorni dopo gli attentati, dovrebbe bastare per tutti. (Il nome di Meyers non "viene detto", in Inganno Globale, ma la sua foto viene mostrata eccome).
In ogni caso, che nessuno sia mai stato nè punito, nè sospeso,
nè degradato o condannato per la più grave defaillance
difensiva nella storia americana rimane un fatto tanto reale quanto
difficile da spiegare.
In ogni caso, come
abbiamo visto, la difesa
aerea non poteva fare più di quello che aveva fatto,
per cui non c'era ragione di punirne i responsabili, che anzi hanno
scavalcato e ignorato le normali lungaggini burocratiche pur di
assicurare il decollo rapido dei caccia disponibili.
Abbiamo già mostrato il vero motivo per cui "la
difesa aerea non poteva fare più di quello che ha fatto": era
Rumsfeld a dover dare gli ordini, ma lui purtroppo in quei minuti cruciali "era fuori stanza".
14. La Mc Kinney
Minuto 09 e
15 secondi
circa
Narratore: “La
parlamentare
democratica Cinthya McKinney ha chiesto ripetutamente al
governo
dei chiarimenti ma fino ad oggi non ha ottenuto risposta”
Sottotitoli riportano le dichiarazione della donna: “Washington
DC sembra essere l'unico posto dove si possono commettere ripetuti
errori sul lavoro e venire promossi. La mia domanda alla Commissione
è questa: il fatto di aver visto delle promozioni, invece
delle punizioni, per aver sbagliato che cosa ci dice, se mai vuol
dire qualcosa, sulla linea di condotta tenuta dalle persone che poi
sono state promosse?”
Onestamente questa dichiarazione, messa così, ci dice poco.
Intanto, però, ci dice che un solo parlamentare, tra le
centinaia che
compongono il Congresso USA, ha contestato queste promozioni (e anche
in questo caso non sappiamo di chi si stia parlando). Un parlamentare contro
535.
Non
risulta che gli altri 534 abbiano sostenuto nulla di diverso, e nessuno
l'ha certo mai smentita. Cinthya McKinney è stata semplicemente
più coraggiosa di altri, e non stata comunque l'unica a far
sentire la sua voce. Kurt Weldon è addirittura un deputato repubblicano:
In questo articolo, Patrioti per l'11 settembre, trovate una lista di personalità,
fra cui svariati militari e politici, che hanno preso
posizione contro l'amministrazione Bush, sostenendo apertamente che l'11 settembre
è stato un autoattentato.
15. Dirottatori a zonzo
Minuto 10 e 05 secondi
circa.
Narratore:
“Un altro
aspetto che
rende incomprensibile la strategia dei terroristi, è come
gli
ultimi due aerei, nonostante ci dovesse essere l'intera aviazione che
li cercava, si
siano concessi il lusso di allontanarsi di tre o
quattrocento miglia ciascuno dal proprio bersaglio, prima di
invertire la rotta.
Sarebbe come partire da Fiumicino, con
l'intenzione di colpire il Colosseo, andando però fino a
Milano a fare inversione di marcia, nonostante ci debbano essere i
caccia di tutta Italia che ti stanno cercando".
E qui rasentiamo la pura
idiozia. Dove
sta scritto che i dirottatori avrebbero dovuto iniziare il dirottamento
non
appena l'aereo è decollato?
Nel
libro del buon senso, prima di tutto, visto che il rischio di venire intercettati
aumenta con ogni minuto che passa. A meno, appunto, di sapere
già in anticipio che quel giorno l'intera difesa farà
cilecca.
Sono entrati in azione nel momento in cui hanno ritenuto opportuno
farlo, e se nel frattempo l'aereo ha continuato a volare, ci pare una
cosa abbastanza normale.
16. Ancora i voli
sincronizzati
Minuto 11 e
10 secondi
circa.
Voce narrante: “Con
scarti di un paio
di minuti al massimo, ciascun aereo ha invertito la rotta subito dopo
che quello precedente aveva colpito il suo bersaglio: 08:46
(mostra impatto
AA11) – 08:47 (mostra inversione rotta UA175) 09:02
(mostra impatto
UA175) – 09:03 (mostra inversione rotta AA77)
09:39
(mostra impatto
AA77) – 09:40 (mostra inversione rotta UA93)"
Come
abbiamo detto già prima, il
regista inventa gli orari, o forse li pesca dal gioco del
Lotto, non si capisce.
Infatti questi sono gli orari
corretti:
L'UA175
ha invertito la rotta alle 08:53 e ha impattato alle 09:03.
L'AA77 ha invertito la rotta alle 08:54 e ha impattato alle 09:37.
L'UA93 ha invertito la rotta alle 09:34.
E,
sempre
come abbiamo detto prima, non si scappa su questi orari, attestati
dalle "Scatole Nere" e dalle registrazioni dei Tracciati Radar.
Coma abbiamo già detto prima, gli orari "corretti" purtroppo non esistono.
17. La testimonianza di
Mineta
Minuto 12 e 20 secondi
circa.
Per
smentire la
circostanza che il controllo aereo aveva perso le tracce del volo
AA77, il regista fa ascoltare la dichiarazione di Mineta, ministro
dei trasporti, davanti alla Commissione di Inchiesta:
“Nel
periodo in cui
l'aereo si stava avvicinando al Pentagono, c'era un giovane che ogni
tanto entrava e diceva al Vice Presidente: <l'aereo è
a 50
miglia, l'aereo è a 30 miglia>. E quando è
arrivato
a 10 miglia il giovane ha anche chiesto al Vice Presidente:
<L'ordine rimane
immutato? >
E il vice-presidente ha
girato la testa di scatto, e ha detto: <Certo che rimane
immutato. Hai forse sentito qualcosa in senso contrario?>
Presidente della
Commissione: “Il volo di cui sta parlando...”
Mineta: “E'
il volo che
ha colpito il Pentagono”
Il regista
sfrutta queste dichiarazioni con l'intento di sostenere che
la difesa aerea conosceva benissimo la posizione del volo AA77 ed era
in condizione di abbatterlo. Poichè, però, non
lo ha abbattuto, l'ordine di Cheney era necessariamente un ordine di
"non abbattimento".
Ora,
si impongono un
paio di considerazioni. La prima è che
sarebbe davvero ben strano che una circostanza così
scandalosa sia stata tranquillamente riferita da Mineta come fosse la
cosa più normale del mondo.
La seconda considerazione, insuperabile, è che
Mineta si
è semplicemente sbagliato.
Vediamo perchè.
La testimonianza di Mineta si può leggere in
versione integrale a questo link: Audizione
di Mineta
Una traduzione in italiano dei passaggi fondamentali può
essere letta sul nostro blog "L'ordine
misterioso di Cheney" e su Crono911
Online .
I due link citati contengono anche un'analisi puntuale degli orari con
indicazione delle relative fonti.
Si scopre
così che Mineta parla del momento in cui si
trovava all'interno del PEOC, il centro operativo di emergenza della
Casa Bianca, insieme a Cheney.
Mineta, per sua stessa ammissione, è giunto alla
Casa
Bianca, scortato dai servizi segreti, mentre l'edificio veniva evacuato: Mineta: “Nel momento
in cui giunsi alla Casa Bianca, questa veniva evacuata..." Ora, l'evacuazione
è avvenuta alle ore 09:45 circa
( Fonti: CNN
;
Washington
Post) mentre
il volo AA77 si era già schiantato
alle 09:37 !
Quindi, se Mineta
è giunto alla Casa Bianca alle 09:45 ed
è entrato nel PEOC dopo che il volo AA77 si era
già schiantato, è evidente che il velivolo in
avvicinamento di cui ha sentito parlare nel PEOC non poteva essere il
volo AA77 !
E difatti lo
stesso Cheney è entrato nel PEOC
praticamente nello stesso momento in cui il volo
AA77 si schiantava sul Pentagono (Fonti: Telegraph;
Rapporto Commissione
9/11 pag. 40-41 e relative note; Washington
Post ), ossia alle 09:37 circa. E Mineta è
arrivato pochi minuti dopo, non prima delle 09:45.
E
quindi, se non era il
volo AA77, che volo era? In
realtà
era il volo UA93, del quale la FAA, pur avendone perso le
tracce,
cercava di simulare la traiettoria di avvicinamento a Washington
basandosi sugli ultimi dati conosciuti prima che sparisse dai radar.
E
questo avveniva, si badi bene, a partire dalle 10:12 (Fonte: Washington
Post
) quando anche il volo UA93 era già precipitato da alcuni
minuti
(alle 10:03) nelle campagne di Shanksville, ma al quartier generale
della FAA ancora non lo sapevano.
Per verificare
tutto
questo, non ci
vuole una grossa scienza. Bastava leggersi le fonti giornalistiche (ne
abbiamo citato alcune tra le tante) o lo stesso Rapporto della
Commissione di Inchiesta, per non parlare dell'audizione di Mineta. E'
tutto scritto nero su bianco.
Ma il regista
preferisce
ingannare lo spettatore.
Dallo stesso articolo del Washington Post citato da JB (27
gennaio 2002): "Transportation Secretary Norman Y. Mineta, summoned
by the White House to the bunker, was on an open line to the Federal
Aviation Administration operations center, monitoring Flight 77 as it
hurtled toward Washington, with radar tracks coming every seven
seconds. Reports came that the plane was 50 miles out, 30 miles out, 10
miles out-until word reached the bunker that there had been an
explosion at the Pentagon."
Non facciamoci quindi distrarre dal discutere DOVE fosse Mineta in quel
momento: l'articolo dice chiaramente che "era in linea
diretta con l'aviazione civile, e seguiva il volo 77 che avanzava
verso Washington, con nuove tracce radar ogni sette secondi. E' stato
annunciato che l'aereo era a 50 miglia, a 30 miglia, a 10 miglia,
finchè nel bunker si è saputo che c'era stata
un'esplosione al Pentagono", e questo è quello che conta.
Per quel che riguarda il suggerimento di JB, che i controllori stessero "proiettando la traccia" di un aereo che era
già caduto, senza saperlo, basterà dire due
cose:
1) Shansksville - il punto in cui è caduto UA93 - dista in linea d'aria 126 miglia da
Washington (oltre 200 Km). Non c'è quindi modo di confondersi con le 50 -30 -10 miglia di cui parla Mineta.
2)
La FAA aveva comunque saputo subito della caduta di UA93, poichè era stata avvisata
IN TEMPO REALE dai piloti di un altro volo commerciale, che avevano
notato a terra un
"puff of black smoke", una nuvola di fumo nero, nel luogo dell'impatto. Sta anche in Inganno
Globale.
Resta quindi il fatto che
ai massimi livelli sapessero benissimo che AA77 stava puntando su
Washington, ma per qualche motivo nessuno è riuscito a fare
nulla per intercettarlo.
18. Ritrovare il Pentagono
Minuto
13 e 20 secondi
circa.
Il
narratore chiede: “Come
si può
pensare di
ritrovare il Pentagono, partendo da un punto qualsiasi in
West Virginia? Senza
più nessun aiuto da terra?”
E'
tanto tempo, ormai,
che hanno inventato i sistemi di navigazione automatica, ed il Boeing
757 - come pure il Boeing 767 - dispongono di un sistema
particolarmente sofisticato, in grado di pilotare il velivolo senza
alcun intervento umano:
Un sistema computerizzato
interamente integrato per il controllo del volo (FMCS) permette
guida e controllo automatici del 757-200 da subito dopo il decollo fino
all’avvicinamento finale e all’atterraggio. Unendo
i processori digitali che controllano la navigazione, la guida e la
spinta del motore, il sistema di controllo del volo assicura che il
velivolo segua la rotta più efficace e un profilo di volo
teso a ridurre il consumo di carburante, il tempo di volo e il lavoro
dell’equipaggio. La
precisione del sistema di navigazione GPS, le funzioni automatizzate per
il controllo del traffico aereo e le prestazioni avanzate per
migliorare la guida e le comunicazioni, ora sono disponibili come parte
del nuovo computer per
il controllo di volo,
il Future Air Navigation System (FANS). Il comandante e il primo
ufficiale hanno a disposizione ciascuno due display elettronici per la
strumentazione di volo principale. Un indicatore
elettronico mostra la posizione dell’aereo e dà
indicazioni per la guida con il pilota automatico. L’indicatore
elettronico della posizione orizzontale mostra una mappa video di
assistenza al volo, degli aeroporti e della rotta prevista e
può mostrare l’immagine radar della situazione
meteorologica a terra.
(Fonte: BOEING
)
Ma vi pare possibile che
il regista
non sappia queste cose? Vi pare possibile che non si sia preso la briga
di vedere quali sistemi di navigazione sono installati su un moderno
Boeing ? Possibile che abbia fatto un film di novanta minuti con un
atto d'accusa così pesante... senza nemmeno sentire un
pilota?
Evidentemente al regista non interessa dire la
verità, e
nemmeno
porre legittime domande: gli basta trarre in inganno lo
spettatore.
Il
fatto che gli aerei abbiano questi sistemi di navigazione non è un mistero per nessuno, ma questo non significa
che il primo che passa sia in grado di impostarli
e gestirli correttamente. Non è un tostapane, e pare che i
piloti
professionisti debbano dedicarvi lunghe ore di addestramento specifico, prima di
apprendere come dialogare correttamente con quel tipo di
strumentazione. Hani Hanjour invece non è mai entrato in un
simulatore di 757, era una persona tecnicamente negata ("non sapeva
nemmeno come funziona il motore di un'automobile", ha detto un suo
istruttore), e parlava
a malapena qualche parola di inglese.
Inoltre, "viaggiare dal punto A al punto B" è solo una parte del
problema. Se bastasse usare gli strumenti di bordo per arrivare
serenamente a destinazione, non si comprende a cosa servano le
migliaia di controllori di volo sparsi in tutti i paesi del mondo, che invece non possono staccare un secondo
gli occhi dal loro monitor senza far rischiare a chi viaggia una collisione in volo.
19. Hani Hanjour
Minuto
13 e 45 secondi
circa
Narratore:
“Hani
Hanjour, come ha
confermato il suo istruttore in un'intervista al New York Times, era
lo zimbello della scuola di volo, non era mai
stato in grado di
pilotare nemmeno un monomotore, non aveva mai volato in
quota (in
realtà i titoli sullo sfondo dicono <mai guidato un
jet>) e
di certo non
aveva mai visto prima da vicino i comandi di un 757".
Hani
Hanjour di
istruttori ne ha avuti più di uno nella sua carriera di
pilotaggio, ed il New York Times esce 365 volte all'anno... ma il
regista ha ritenuto superfluo indicare il nome dell'istruttore e la
data di pubblicazione dell'intervista. Fa in ogni caso piacere notare
che, quando vuole, il regista i giornali li legge.
In
ogni caso, i
fatti sono che Hanjour ha preso una licenza di pilota commerciale per
aerei plurimotori nel 1999, dopo aver preso altre due abilitazioni di
volo, cui ha fatto seguito l'addestramento per i "jet" ( Associated
Press ).
La
storia di
Hanjour e le sue esperienze di volo, sono state ampiamente riportate
dalla stampa e nel Rapporto della Commissione 9/11. Ne abbiamo
preparato un'ampia panoramica su Crono911
( con relativo Elenco
Fonti ) e sul blog Undicisettembre
, che integra anche le fonti di riferimento.
Solito problema: citare il RCI equivale a citare la Bibbia per dimostrare che Dio esiste.
Da
questa ampia
documentazione si evincono in maniera molto chiara le
capacità
di Hanjour, che non sarà stato un pilota provetto ma in ogni
caso era perfettamente capace di pilotare, ed aveva al suo attivo ben
600 ore di volo. Inoltre si era addestrato su sofisticati simulatori
che
gli consentivano di avere una considerevole confidenza con i comandi
del Boeing 757.
Infine,
uno dei suoi istruttori (Marcel Bernard della Freeway Airport... noi i
nomi e i cognomi li citiamo) ha dichiarato:
"Despite
Hanjour's poor reviews, he did have some ability as a
pilot... "There's no doubt in my mind that once that [hijacked
jet] got going, he could have pointed that plane at a building and hit
it" (Fonte: Newsmine
)
Tradotto:
"Nonostante
gli scarsi risultati di Hanjour, egli aveva una certa
abilità nel pilotaggio... Non ho alcun dubbio sul fatto che
una
volta in volo, poteva puntare quel tipo di aereo contro un edificio e
colpirlo".
Anch'io,
una volta in volo, potrei "puntare quel tipo di aereo contro un
edificio e colpirlo". Chiunque abbia guidato un'automobile più di tre volte
potrebbe
farlo. Se invece dovesse prima compiere una virata di 330° gradi,
scendendo nel frattempo di qualche migliaio di piedi di quota,
ritrovandosi perfettamente allineato con un bersaglio che ora non vede più, allora
le difficoltà aumentano parecchio.
I controllori di volo del vicino aeroporto, che seguivano sugli schermi
radar la manovra di avvicinamento al Pentagono, hanno detto testualmente:
"La velocità, la manovrabilità, il modo in cui ha virato, tutto
ciò ci ha fatto pensare ad un caccia militare".
Anche
in questo caso, abbiamo una serie articolata di fonti, facilmente
reperibili, che dicono come stanno le cose.
Anche in questo caso, il regista fa finta che esse non esistano,
preferendo citare una sola fonte generica e difficilissima, se non
impossibile, da verificare.
Veramente la citazione è del New York Times.
20. La manovra di Hanjour
Minuto
14 e 05 secondi
circa
Narratore: “Una
volta in vista del
Pentagono è
sceso in pochi secondi da oltre 2000 metri con
una
spettacolare virata di 270 gradi. Una manovra simile
a questa ma
fatta verso il basso (mostra le immagini di un caccia che
fa il giro
della morte) portando
l'aereo con
grande sicurezza ben oltre i limiti
concessi dal suo stesso sistema di guida. Non a caso i
controllori di
volo che lo seguivano sui radar commentavano: <La
velocità,
la manovrabilità, il modo in cui ha virato, tutto
ciò
ci ha fatto pensare a un caccia militare , e siamo tutti
controllori
con una certa esperienza sulle spalle>. Questa
ci porta a quella
che si può considerare la madre di tutte le domande: che
cosa,
in realtà, ha colpito il Pentagono?"
Anche in questo caso il regista
propone dati strampalati,
forse pescati da vecchi articoli di cronaca in cui i giornalisti, non
avendo a disposizione altri dati, hanno colmato i vuoti con la propria
immaginazione e con supposizioni di vario genere .
Ma la rotta del volo AA77 non è più argomento di
libera
interpretazione. I tracciati dei radar e la "scatola nera" del velivolo
hanno fornito tutti i dati necessari a ricostruire con estrema
precisione la rotta, e questi dati sono stati tutti resi
pubblici.
Noi, che le ricerche le facciamo sul serio, abbiamo reso disponibili,
in una apposita Sezione di
Crono911, tutti i rapporti e i dati relativi all'indagine dell'NTSB
(l'ente per la sicurezza del volo), alle radio-comunicazioni,
alla ricostruzione della rotta attraverso i dati del Flight Recorder
(la "scatola nera") del volo AA77, ai tracciati radar e
all'analisi dei dati
dell'autopilota di bordo. Troverete anche l'immagine radar con
la posizione dei quattro velivoli dirottati.
Nella Home
Page abbiamo inserito, nel modulo documenti,
persino i dati "grezzi"
del Flight Recorder, che chiunque può scaricare
e analizzare come crede.
Forse JB non sa che i dati del Flight Data Recorder sono già stati analizzati dall'associazione "Pilots for 911 Truth" (Piloti per la verità sull'undici settembre),
e rivelano una altitudine da
terra, nell'approccio finale al Pentagono, che rende del tutto
impossibile che AA77 abbia tranciato i pali della luce presenti sul
quadrifoglio stradale.
A questo si aggiunga la recente indagine condotta da due giovani americani, che comparirà nel documentario The Pentacon (Il Penta-Inganno),
in cui ben quattro testimoni, di cui due poliziotti, descrivono con
certezza assoluta una traiettoria di AA77 che di nuovo rende
impossibile che l'aereo abbia tranciato i famosi pali della luce. (V. articolo: The Pentacon: parlano i testimoni).
La traiettoria reale
del volo AA77 è questa (cliccare per ingrandire):
La
linea gialla mostra l'ampia virata, di circa 330 gradi (e non 270)
compiuta da Hanjour.
Virata
che non è stata particolarmente brusca o veloce,
e che non ha niente a che vedere con il giro della morte (che
è
una manovra sul piano verticale e non su quello orizzontale) che siamo
soliti apprezzare durante le acrobazie aeree.
Peraltro,
si tratta
di una manovra che non supera affatto "i limiti del sistema di guida
dell'aereo". Affermazione, quest'ultima, probabilmente frutto di
qualche esperienza onirica del regista, che - come abbiamo visto prima
- non sa nemmeno quale sia il sistema di guida installato sul Boeing
757.
E'
chiaro
che la
manovra di Hanjour non è in ogni caso una manovra usuale per
un
aereo carico di passeggeri: di solito i piloti commerciali assicurano
un volo tranquillo e rilassato, estremamente docile. Questo spiega i
commenti dei controllori di volo (ammesso che siano di quel
tenore... anche in questo caso dobbiamo fidarci ciecamente del regista,
visto che non ci dice chi sono questi controllori e quale fonte ne
abbia riportato i commenti...).
E'
prima di tutto una manovra assurda e inspiegabile, poichè (oltre
al rischio evidente di schiantarsi) lo ha portato a perdere di vista un
bersaglio che già aveva individuato con enorme fortuna, e sul
quale doveva soltanto più abbattersi abbassando la cloche.
Ruotando invece su se stesso, e scendendo di quota in quel modo, non
aveva più nessun punto di riferimento per allinearsi
correttamente col bersaglio, una volta completato il giro,
poichè da quella quota non poteva più vederlo.
Ecco cosa dice inoltre il Washington Post: "The unidentified pilot executed a pivot
so tight that it reminded observers of a fighter jet maneuver. The
plane circled 270 degrees ..." "Lo
sconosciuto pilota ha eseguito una virata così stretta che ha
ricordato a chi lo osservava la manovra di un caccia militare. L'aereo
ha ruotato di 270°..."
Ma
di
certo Hanjour non era particolarmente preoccupato del comfort dei
passeggeri del volo AA77...
Ora si
impone una
considerazione. Quando si analizza la rotta di un velivolo, non
c'è molto spazio per la fantasia e le considerazioni
personali: i dati possono
essere forniti solo dai tracciati radar e dalle scatole nere.
Al massimo da qualche testimone presente sul posto. Ma nè i
tracciati radar, nè i dati delle scatole nere, dicono
ciò
che il regista ha affermato. Quanto ai testimoni, come vedremo dopo, la
quasi totalità di essi ha dichiarato di aver
visto il volo
AA77, con tanto di colori American Airlines, impattare il Pentagono (e
per inciso, non è affatto vero che l'aereo fosse pilotato
con
"grande sicurezza", perchè la stragrande maggioranza dei
testimoni oculari ha affermato che il velivolo ondeggiava vistosamente).
Le
testimonianze variano da un estremo all'altro, e non esiste nessuna
"stragrande maggioranza" che indichi una cosa piuttosto che un'altra.
Ma in ogni caso, vista l'inesperienza assoluta del pilota, è
evidente che una manovra del genere non fosse alla sua portata. Lo
ripeto: Hanjour non aveva mai pilotato un jet nella sua vita.
E quindi,
su quali
dati si è basato? Sulle chiacchiere delle comari di paesino?
Sulle confidenze del barbiere? Glieli ha comunicati il
giornalaio?
Boh... lo sa solo lui.
La
verità è che il regista ha mentito spudoratamente,
evitando di citare i dati reali.
E dopo
questa
interminabile sequenza di inganni e menzogne, ora fa il suo affondo,
certo di aver ormai conquistato la credulità dello
spettatore
poco informato: cosa avrà mai colpito il Pentagono? Che
sarà mai questo oggetto misterioso? Un UFO? Una meteora? Uno
pterodattilo? Di certo il barbiere avrà avuto la risposta
anche
a questo enigma. Vediamo qual'è.
E'
vero che Inganno Globale indica una virata di 270°, mentre ultimamente
si parla di 330°. Ma questa versione è diventata "ufficiale"
solo di recente, quando Inganno Globale era già uscito. Fino a
quel giorno si era parlato di 270° (vedi Washington Post, poco
più sopra). Inoltre, come già detto, nulla della versione
ufficiale sembra coincidere con i dati del Flight Data Recorder.
21. Telecamere al Pentagono
Minuto
14 e 50 secondi
circa
Narratore: “Intorno
al Pentagono
sono disseminate
centinaia di telecamere di sicurezza (mostra
immagini varie di telecamere installate chissà dove) che coprono
ogni
minimo angolo della zona, di giorno e di notte. E'
semplicemente il
posto più protetto del mondo. Ci sono inoltre
le telecamere
del vicino svincolo autostradale che inquadrano
ininterrottamente lo
spazio aereo antistante il Pentagono stesso. Qualunque
cosa lo abbia
colpito deve per forza essere passata di qua. Anche il vicino Hotel
Sheraton ha alcune delle sue telecamere puntate
proprio in direzione
dell'edificio colpito, ma i nastri di tutte queste
telecamere sono
stati immediatamente confiscati dall'FBI. E nessuno ha mai
potuto
vederli. Perché per le Torri Gemelle ci viene
mostrato fino
alla nausea l'impatto del secondo aereo, mentre per il
Pentagono ci
viene mostrato l'unico filmato in cui l'aereo non si vede affatto
”
Questo
regista è davvero spettacolare.
Vogliamo
dire... se la
società autostradale monta una telecamera sullo svincolo
autostradale, si presume lo faccia per monitorare il traffico
autostradale... perchè
mai dovrebbe tenerla puntata sul Pentagono?
Non è che si sposti frequentemente in autostrada, il
Pentagono. Mica
è un caravan.
Come si può vedere, le telecamere della società
autostradale inquadravano ANCHE lo spazio aereo antistante il
Pentagono, e quindi - come sostiene Inganno Globale - "qualunque
cosa lo abbia
colpito deve per forza essere passata di qua."
Perchè allora non ci viene mostrato?
Allo stesso modo, se il proprietario dello
Sheraton si è montato le sue brave telecamere, lo
avrà
fatto per controllare il proprio albergo. Perchè mai avrebbe
dovuto puntarle sul Pentagono? Oltre che gironzolare per le autostrade,
forse che il Pentagono ogni tanto si fa anche una scappatella allo
Sheraton? Con la Casa Bianca?
Il motivo per cui il proprietario avrà montato quelle telecamere
non ci interessa. Sta di fatto che quella sotto a
sinistra è una inquadratura presa da una telecamera che sta in
cima allo Sheraton (inquadrato a destra):
Come
si vede chiaramente, la zona di approccio del velivolo è ripresa
in pieno
dall'inquadratura. Di sicuro quindi questo video potrebbe zittire una
volta per tutte i sospetti sul tipo di velivolo che ha colpito il
Pentagono: perchè allora non ci è mai stato
mostrato?
L'FBI ha sequestrato i
nastri di tutte le telecamere nei paraggi, e
questa è una procedura normale. Questo però non
significa
che in quei nastri ci sia chissà cosa, e non si vede ragione
per
cui l'FBI dovrebbe renderli pubblici, se non c'è nulla che
possa
interessare all'opinione pubblica. Non ci si aspetterà
davvero
che l'FBI dica: "Signore e signori, questo è il nastro dello
Sheraton. Il Pentagono non è inquadrato, ma in compenso
possiamo
osservare il senatore John Smith che entra con... ehi gente.... quella
biondona non assomiglia affatto alla moglie del senatore!".
Il Pentagono, come abbiamo appena visto, è inquadrato. E pure molto bene.
Peraltro,
una volta sequestrati, i nastri entrano nella
disponibilità degli organi giudiziari, ed è un
giudice
che deve decidere se è il caso di diffondere il contenuto
dei
nastri oppure no. L'FBI non c'entra più nulla con la
questione.
Recentemente
è stato reso pubblico uno dei nastri
sequestrati,
quello di un impianto di rifornimento di carburante, le cui telecamere,
secondo i cospirazionisti, dovevano aver ripreso per forza
l'aereo. Nel nastro si vedono... le pompe per il rifornimento
di
carburante, come è logico che sia.
Ad ogni
modo, due telecamere,
entrambe del Pentagono, hanno ripreso l'impatto.
Ed è già tanto, considerato che le telecamere
servono a
sorvegliare un edificio e i suoi punti di accesso, e non certo il cielo
blu. Entrambi i filmati sono stati rilasciati al pubblico.
Non è vero che le due telecamere abbiano "ripreso l'impatto". Riprendono la fiammata, ma il punto di impatto non si vede.
Altrimenti avremmo potuto vedere di che aereo si trattava, e non saremmo più qui a discuterne.
Non
è poi
vero che il Pentagono sia il "posto più
protetto del mondo". A parte il fatto che è il primo
obiettivo
nel mirino dei missili nucleari russi e cinesi, nel malaugurato caso in
cui dovesse scoppiare una guerra atomica, per cui non ci sentiremmo
particolarmente al sicuro lì dentro, il Pentagono
è solo
l'equivalente del nostro Ministero della Difesa. E' essenzialmente una struttura
burocratica,
che beneficia di misure di sicurezza paragonabili a quelle di qualsiasi
altro edificio pubblico di una certa importanza. Il Pentagono non
è un vero comando operativo. Al contrario, il comando
strategico
delle forze armate americane (che comprende il NORAD) è
ubicato
nel cuore di una montagna (Cheyenne Mountain a Colorado Springs) ed
è protetto da decine di metri di roccia cui si aggiungono
porte
interne corazzate in cemento e acciaio del peso di 30 tonnellate l'una.
Quello sì che può definirsi "il posto
più protetto
del mondo"...
Ma le acrobazie di quest'uomo non finiscono qui.
Si chiede "perchè
per le Torri
Gemelle ci viene mostrato fino alla nausea l'impatto del secondo aereo,
mentre per il Pentagono ci viene mostrato l'unico filmato in cui
l'aereo non si vede affatto?".
Innanzitutto
i filmati
del Pentagono sono due, non uno. E l'aereo si vede. Non
sono riprese in stile Paramount Pictures, l'aereo si vede a
malapena, ma c'è.
E'
verissimo, l'aereo "si vede" (foto a sx, nel cerchio, indicato dalla
freccia). Purtroppo ne spunta solo il muso, per cui non si riesce a
capire che aereo sia.
Mentre nel fotogramma seguente (sopra a dx) l'aereo ha già attraversato tutta l'inquadratura, ed è
scomparso fra le fiamme senza che nessuno riuscisse a vederlo. Davvero una grande sfortuna.
Quanto alla
risposta... sarà mica per il piccolo,
insignificante
particolare che quando il secondo aereo ha colpito la seconda Torre,
c'erano migliaia di telecamere puntate sulle Twin Towers? Non
telecamere di sicurezza, ma le telecamere delle televisioni. Non
sappiamo se
il regista riesce a cogliere questo aspetto, forse è troppo
complicato.
C'è
invece da chiedersi come mai il regista, in forza della
sua logica particolare, non abbia detto:
"Ma come!? Con le centinaia, le migliaia di telecamere di sicurezza che
stanno attorno alle Twin Towers e in tutta Manhattan, possibile che non
ce ne sia una che abbia ripreso in maniera decente il primo impatto?
Eppure dev'essere passato per forza di qui..."
Nessuna persona seria ha mai sospettato che le Torri non siano state
colpite da aerei, quindi il problema non si è mai posto.
Esistono inoltre due inquadrature del primo aereo che si schianta nella
Torre Nord, e sono più che sufficienti a capire cosa è
successo.
Resta invece il fatto che con più di 80 telecamere presenti
nella zona del Pentagono, e con i forti dubbi che in quel caso NON si trattasse di
un Boeing, non ci sia stato mostrato fino ad oggi un solo fotogramma da
cui si possa riconoscere l'aereo.
Non lo dico io, lo dice la stessa FBI:
"Su 85 cassette che potevano risultare
interessanti.... 56 o non mostravano l'edificio del Pentagono, o non mostravano
il punto di impatto, o non mostravano l'impatto dell'aereo... Ho visionato
personalmente le restanti 29, e ho stabilito che 16 di queste non mostravano
il punto di impatto e non mostravano il momento dell'impatto... delle
rimanenti 13 cassette, che mostravano il punto di impatto, 12 mostravano
il Pentagono soltanto dopo l'impatto del volo 77, mentre una sola mostrava
l'impatto del volo 77".
A parte l'ambiguità del criterio di selezione, soffermiamoci in
particolare sull'ultima frase: tredici telecamere mostravano il punto
di impatto, ma 12 di queste lo mostravano soltanto dopo che l'impatto
era avvenuto?
Ma le telecamere di sicurezza
non funzionano tutte a ciclo continuo? Da quando in qua vengono accese
DOPO che un evento ha avuto luogo?
22. I testimoni del
Pentagono
Minuto
16 circa
Dopo
aver detto e
mostrato che tutti i testimoni concordano sul fatto che sia stato un
aereo dell'American Airlines a colpire il Pentagono, il film
afferma: “Ma
riguardo al tipo di
aereo si va da chi aveva creduto di vedere un Boeing 757 , a chi dice
di aver visto un aereo molto più piccolo, da
10-12 posti al
massimo, molto più simile nelle dimensioni a un caccia
militare".
Ecco
che il regista
torna a sfoderare le sue armi più sottili. Poco prima, ha
abilmente introdotto il concetto del caccia militare, utilizzando il
paragone fatto da un imprecisato controllore di volo, e mostrando la
manovra acrobatica ("giro della morte", il termine tecnico corretto
sarebbe "looping" ma non osiamo sperare in simili raffinatezze) di un
agile e piccolo caccia.
Adesso
il regista deve
superare un problema, ossia quello dei numerosi testimoni che hanno
visto un aereo dell'American Airlines impattare contro il Pentagono.
Il
regista non può sostenere che tutti quei testimoni siano
comprati e mentano: ciò allargherebbe a dismisura il numero
delle persone coinvolte in un ipotetico "complotto", rendendolo ancor
meno credibile.
Allora,
notate
l'espressione: "si va da chi aveva creduto di vedere un Boeing.... a
chi dice di aver visto un aereo molto più piccolo".
In
altre parole, non
solo il regista cerca di stemperare il numero delle testimonianze,
inducendo lo spettatore a credere che esse siano molto discordanti sul
tipo di velivolo, ma usa il termine "aveva creduto di vedere" ,
riferito al Boeing 757, in contrapposizione con il termine "dice di
aver visto" riferito a un aereo più piccolo.
Con
questa attenta
scelta dei termini, lo spettatore si predispone a pensare che chi ha
visto un Boeing credeva di vederlo, ossia non l'ha visto realmente.
Anzi, nella scelta del verbo egli usa un passato così remoto
(aveva creduto) che sembra quasi che il testimone stesso, in un momento
successivo, abbia precisato di essersi sbagliato! Questo è
l'effetto subliminale voluto dal regista.
Al
contrario, chi parla
di un aereo più piccolo, "dice di aver visto", e non "aveva
creduto
di
aver visto". Quindi, è sicuro di aver visto. Ed il tempo
del verbo è presente: "dice".
Furbo, eh?
Ovviamente,
alle dimensioni più piccole, un aereo
da
"10-12 posti", affianca il paragone con un caccia, cui lo spettatore
è già stato predisposto in precedenza.
La
tecnica è
quella di aprire un piccolo forellino nelle
convinzioni dello spettatore, per poi allargarlo e consolidarlo, per
consentire alle "nuove certezze" confezionate dal regista, di dilagare
senza più freni nè riserve. Il tutto presentato
in
maniera tale che lo spettatore abbia la convinzione di esserci arrivato
da solo, esaminando dati e fatti oggettivi e incontrovertibili.
Ma come stanno realmente le cose?
Innanzitutto,
un aereo da
10-12 posti non è comunque un caccia. I caccia
sono monoposto, al massimo biposto. Quindi il paragone non regge.
Poi, non
è
affatto vero che i testimoni siano così discordanti,
tutt'altro.
Ci sono almeno
un'ottantina di testimoni, ed essi descrivono con molta precisione
la traiettoria finale prima dell'impatto ed i movimenti del velivolo.
Alcuni di loro parlano genericamente di un aereo, altri di
loro parlano
di un grande aereo passeggeri, altri ancora precisano che si trattava
di un Boeing 757, altri hanno visto chiaramente le livree dell'American
Airlines... ma ce
n'è solo UNO (Steve Patterson) che parla di un aereo da
10-12 posti: "appeared to hold about eight to 12 people"
che tradotto significa: "Sembrava trasportare tra le otto e le 12
persone".
Vediamo invece cosa dicono molti altri testimoni, peraltro
ben
più vicini di Patterson che si trovava nel suo appartamento
al
14mo piano di un edificio della zona:
Mike Dobbs: "It
was an American Airlines airliner"
James Cissell: "That is
a big
plane... I saw the faces of some of the passengers on
board"
Dennis Clem: "There was
a commercial
airliner that said American Airliners over the side"
Richard Benedetto: "It
was an American Airlines airplane, I could see it very clearly"
Omar Campo: "It was a passenger plane.
I think an American Airways plane"
Bobby Eberble: "I looked
back and saw a jet
airliner flying very low and very fast"
Steve Eiden: "You could
almost see the people
in the windows"
Penny Elgas: "I
remember recognizing it as an American Airlines plane -- I could see
the windows and the color stripes"
Cheryl Hammond: "We saw
the big
American Airlines plane"
Joe Harrington: "An
American Airlines airplane"
Albert Hemplhill: "The
aircraft, looking to be either a 757 or Airbus"
Terrance Kean: "I saw
this very,
very large passenger jet"
William Lagasse: "I could see
the windows and the blinds had been pulled down. I read
American Airlines on it"
Lincoln Leibner: "I saw
this
large American Airlines passenger jet coming in fast and
low"
Elaine McCusker: "I saw
a very low-flying American Airlines plane "
Mitch Mitchell: "A huge jet plane
clearly with American Airlines written on it"
Terry Morin: "The airliner
came into my field of view"
James Mosley: "I looked
over and saw this big silver
plane run into the side of the Pentagon"
Christopher Munsey: "A
silver,
twin-engine American Airlines"
Vin Narayanan "An American
Airlines jet flying right at me"
John O' Keefe: "I
immediately recognized it as an American
Airlines jet"
Mary Ann Owens: "A large
plane"
James Robbins: "The
sight of the
757 diving in at an unrecoverable angle is frozen in my
memory"
James Ryan: "I see an
American Airlines plane, silver plane, I could see AA on the tail"
Joel Sucherman: "Looked
to be an American Airlines jet, probably a 757"
Philip Thompson: "I
could see the passenger
windows glide by"
Tim Timmerman: "It was
a Boeing
757, American Airlines, no question"
Alan Wallace: "The
airplane was a
757 Boeing or a 320 Airbus"
Mike Walter: "I saw a big
silver plane and those double A's ...It was an American Airlines jet"
Dave Winslow: "I saw
the tail of a large
airliner"
Ian Wyatt: "It looks
like a silver American Airlines, twin-engine
plane"
Madelyn Zakhem: "It was
huge!
It was silver. It was low."
Ci fermiamo
qui... 32 testimonianze, tra essi vi sono anche alcuni
piloti, come Tim Timmerman. Parlano di un grande aereo
passeggeri, con i colori American Airlines, alcuni hanno
riconosciuto
senza alcun dubbio il Boeing 757, altri aggiungono particolari ancora
più specifici.
Ma di quale caccia parla, il signor Regista?
Quale piccolo aereo da
10-12 posti? Su oltre ottanta persone, ha pescato l'unica che
parla di un aereo più piccolo, e tanto gli basta per dire,
sostanzialmente, che tutte le testimonianze lasciano il tempo che
trovano !
Senza contare un altro,
importante
particolare: il volo AA77 è stato visto dall'equipaggio di
un
velivolo da trasporto C-130 in volo su Washington, che lo ha seguito
visivamente fin quasi al momento dell'impatto, su richiesta della
locale torre di controllo!
Ci sono molti siti che, con esaustivi lavori di
ricerca, hanno raccolto
tutte le testimonianze dirette e indicato le relative fonti.
Ne citiamo alcuni:
Da essi,
potrete leggere con i vostri occhi le dichiarazioni dei testi,
e
consultare i link ai media che le hanno raccolte. E state tranquilli
che in quei siti non troverete nessuno che cercherà di
convincervi a comprare il suo DVD o il suo libro...
Ecco l' "unico" testimone di cui parla JB:
De Chiaro,
Steve
Instead of following the streams of people away from
the Pentagon, Steve DeChiaro ran toward the smoke. As he reached the
west side of the building he saw a light post bent in half. "But when I
looked at the site, my brain could not resolve the fact that it was
a plane because it only seemed like a small hole in the building,"
he said. "No tail. No wings. No nothing." He followed the
emergency crews that had just arrived. He saw people hanging out of
windows and others crawling from the demolished area.
Il mio cervello non riusciva a far quadrare il fatto
che fosse stato un aereo, perchè sembrava ci fosse solo un
piccolo buco nell'edificio - ha detto. "Niente coda, niente ali, niente
di niente."
Al primo momento, ho pensato che fossero quei jet che
a volte ti passano sopra. Ma comunque, sembrava essere un piccolo aereo
commerciale...
Rains,
Lon
Eyewitness: The Pentagon By Lon Rains Editor, Space
News - In light traffic the drive up Interstate 395 from Springfield to
downtown Washington takes no more than 20 minutes. But that morning,
like many others, the traffic slowed to a crawl just in front of the
Pentagon. With the Pentagon to the left of my van at about 10 o'clock
on the dial of a clock, I glanced at my watch to see if I was going to
be late for my appointment. At that moment I heard a very loud, quick whooshing sound
that began behind me and stopped suddenly in front of me and to my
left. In fractions of a second I heard the impact and an explosion. The
next thing I saw was the fireball. I
was convinced it was a missile. It came in so fast it sounded nothing
like an airplane. Friends and colleagues have asked me if I felt
a shock wave and I honestly do not know. I felt something, but I don't
know if it was a shock wave or the fact that I jumped so hard I
strained against the seat belt and shoulder harness and was thrown back
into my seat. '
http://www.space.com/news/rains_september11-1.html
Ho sentito come un rapido sibilo... Ero convinto che fosse un missile.
E venuto giù così veloce che il suono non aveva niente a
che vedere con quello degli aerei.
Seibert,
Tom
Tom Seibert : "We
heard what sounded like a missile, then we heard a loud boom,"
said Tom Seibert, 33, a network engineer at the Pentagon. "We were
sitting there and watching this thing from New York, and I said, you
know, the next best target would be us. And five minutes later, boom."
http://www.guardian.co.uk/wtccrash/story/0%2C1300%2C550486%2C00.html
Abbiamo sentito qualcosa che sembrava (/ faceva il
rumore di) un missile, poi abbiamo sentito una forte esplosione.
Brown,
Ervin
At the Pentagon, employees had heard about or seen footage of the World
Trade Centre attack when they felt their own building shake. Ervin
Brown, who works at the Pentagon, said
he saw pieces of what appeared to be small aircraft on the ground,
and the part of the building by the heliport had collapsed.
... ha detto di aver visto in terra quelli che sembravano essere dei
pezzi di un piccolo aereo...
Terronez,
Tony
Then both I and the guy in front of me looked at his
rear windshield and saw what was about a four-inch hole in it and the
rest of the window was shattered as if someone took a baseball bat to
it. At that point I realized - you
see at that point I didn't know it was a plane,I thought it
was a missile strike - how dangerous things were. And I just
started yelling, We gotta get out of here, to the guy in front of me -
and he agreed - and we started yelling at people, Get back in your
cars! We gotta get the f--- out of here!
... in quel momento non sapevo che era un aereo, e ho pensato che fosse
un missile a colpire...
Walter,
Mike
Washington, Mike Walter, USA Today, on the road when
a jet slammed into the Pentagon: "I was sitting in the northbound on 27
and the traffic was, you know, typical rush-hour -- it had ground to a
standstill. I looked out my window and I
saw this plane, this jet, an American Airlines jet, coming. And I
thought, 'This doesn't add up, it's really low.' "And I saw it. I mean
it was like a cruise missile with wings. It went right there and slammed
right into the Pentagon.
http://www.cnn.com/2001/CAREER/trends/09/11/witnesses/
http://www.cnn.com/2001/US/09/11/pentagon.terrorism/
... e ho visto questo aereo, questo jet della American Airlines, e mi
sono detto "qualcosa non quadra, è davvero basso" E poi l'ho
visto. Voglio dire, era un missile cruise con le ali.
Creed,
Dan
He and two colleagues from Oracle software were
stopped in a car near the Naval Annex, next to the Pentagon, when they saw theplane dive down and
level off. "It was no more than 30
feet off the ground, and it was screaming. It was just screaming. It
was nothing more than a guided missile at that point," Creed
said. "I can still see the plane. I can still see it right now. It's
just the most frightening thing in the world, going full speed,
going full throttle,its
wheels up," Creed recalls.
http://www.ahwatukee.com/afn/community/articles/020906a.html
... quando hanno visto l'aereo scendere in picchiata e mettersi in
orizzontale. Era a non più di dieci metri da terra, e urlava.
Non era niente di più di un missile teleguidato, a quel punto.
... alla massima velocità, con l'acceleratore al massimo...
Ne esistano molte altre, ma anch'io, come JB,
"mi fermo qui". Lo scopo infatti non è di convincere il lettore
che si trattasse di un missile, ma di dimostrare che le testimonianze
sono "fortemente discordanti", come sostiene Inganno Globale.
23. Sagadevan e la manovra
impossibile
Minuto
16 e 35 secondi
circa
Voce
narrante: “Una
volta allineato
con l'edificio, l'aereo aveva davanti a sé lo svincolo
autostradale a forma di quadrifoglio, che dista dalla facciata del
Pentagono circa 250 metri , ma invece di
puntare comodamente verso la
zona centrale dell'edificio il pilota sceglieva a quel punto di
abbassarsi pericolosamente al livello del suolo, copriva
così
gli ultimi 250 metri a volo radente, viaggiando alla massima
velocità e tranciando nel frattempo, lungo il percorso,
svariati pali della luce. Oltre che assolutamente
illogica, questa
manovra è stata giudicata praticamente
impossibile da piloti
di linea ben più esperti di Hani Hanjour..."
Mentre
il narratore dice queste parole, il regista ci mostra
una trasmissione
del TG-1 in cui un
pilota dice che la manovra è “estremamente
difficile”.
Il
punto è che non
sta scritto da nessuna parte che Hanjour volesse impattare esattamente
dove ha impattato e nel modo in cui ha impattato.
E'
come tirare un sasso su una spiaggia e, dopo che è
caduto, chiamare un bagnante e chiedergli: "Secondo lei qualcuno
riuscirebbe a tirare un sasso esattamente in questo preciso punto?"
. E' chiaro che chiunque risponderebbe: "E' molto difficile".
Ma
la cosa strabiliante
è che il regista afferma che la manovra è stata
giudicata
"praticamente impossibile" e nel contempo trasmette la dichiarazione di
un pilota che dice: "E'
estremamente difficile". Dalle nostre parti, "estremamente
difficile" e "praticamente impossibile" non sono sinonimi.
Peraltro,
un pilota
"normale" di solito non fa quel tipo di manovre... non è che
tutti i giorni uno si va intenzionalmente a schiantare contro un
edificio...
Ed
è poi
singolare che il regista si lamenti che Hanjour non ha puntato
"comodamente" la zona centrale dell'edificio: Il Pentagono, al centro,
è vuoto.
C'è un grande cortile. Perchè mai Hanjour avrebbe
dovuto
voler schiantarsi sul cortile? Nostalgia degli spazi aperti?
Boh...
Inganno
Globale non suggerisce che dovesse puntare sul cortile centrale, ma
genericamente sui tetti dell'edificio, invece di scendere fino a
rasoterra, per colpire il bersaglio relativamente ridotto che ha poi
colpito.
Lo stesso Comandante Tedeschi, che ha partecipato alla trasmissioen RAI
dedicata al Pentagono, ha suggerito che la cosa più logica
sarebbe stata quella di colpire l'edificio sui tetti, e non sulla
facciata esterna.
Il
regista commenta che
si è abbassato "pericolosamente": chi glielo spiega che
Hanjour
non stava facendo un volo turistico su Washington? Come diavolo si
può pensare che uno che ha dirottato un aereo, ucciso i
piloti,
sfidato la difesa aerea militare, ed è intenzionato a
schiantarsi sul Pentagono a oltre 800 km/h, possa preoccuparsi di
abbassarsi troppo? Che ci dirà ancora il regista? Che
è
strano che non si sia allacciato la cintura di sicurezza?
Il
regista osserva che
la manovra è "assolutamente illogica". A parte che non
è
mai molto logico schiantarsi contro un edificio... ma non era stato
proprio lui, il regista, a dirci che Hanjour era una schiappa di
pilota? Se era una schiappa, una manovra poco logica te la devi pur
aspettare...
No. Mi aspetterei una manovra semplice, invece di una complicata.
La logica non ha nulla a che fare con la bravura ai comandi, mentre ha
tutto a che fare con l'esigenza di riuscire nella missione che ti sei
preposto, invece di rischiare inutilmente di buttare a mare tutta
l'operazione per un virtuosismo tanto difficile quanto superfluo.
Noteremo
anche più avanti che
il regista comincia a contraddire sè stesso.
Questo è uno dei primi film cospirazionisti in cui l'autore
si "debunka" da solo.
Ma
al regista importa
poco: in 15 minuti di video è ormai certo di aver ridotto a
poltiglia le capacità logiche dello spettatore (anche
perchè uno che resta lucido dopo un quarto d'ora di questa
tortura, difficilmente va oltre nella visione) e di averlo trasformato
in un aspirante cospirazionista, pronto a credere a tutto
ciò
che il film vorrà comunicargli.
Proseguendo
nel filmato, il regista utilizza una simulazione
dell'impatto.
Si vede l'aereo a una quota estremamente bassa, al punto che durante il
percorso colpisce in pieno alcuni pali di illuminazione, all'incirca a
metà della
loro altezza.
La
simulazione è palesemente falsa. Infatti sia le
testimonianze dei presenti (vedi sopra) che le foto
dei pali abbattuti nonchè le simulazioni
3D professionali ci dicono che il velivolo ha colpito la
sommità dei pali.
La
simulazione utilizzata è tratta da un sito che difende la
versione ufficiale. Inoltre, a questo punto, tutte le simulazioni
esistenti diventano false, in luce
dei dati rivelati dal Flight Data Recorder, poichè diventa falsa
la stessa versione ufficiale che cercano di ricostruire.
Successivamente
il regista ci mostra un altro spezzone della trasmissione al
TG-1, in cui un
altro pilota parla
della difficoltà di volare raso terra: “Si deve
vincere la
reazione
istintiva di alzarsi... primo... secondo, ci sono tutta
una
serie di turbolenze che rendono molto
difficile stare veramente
appiccicati per terra”.
Anche
il questo caso, il
pilota parla di una reazione istintiva ad alzarsi, decisamente normale
per un pilota che non intende schiantarsi, ma certamente assente in un pilota
suicida.
Nessuno mette in dubbio che stare "appiccicati per terra" non
è
una passeggiata, tanto più con un aereo di quelle
dimensioni, ma
abbiamo visto che Hanjour non era poi così appiccicato come
il
regista vuol far credere, ed i 250 metri percorsi a oltre 800 km/h
corrispondono ad un
secondo e mezzo di volo! Non è che Hanjour
dovesse volare per chissà quanto tempo in quelle condizioni!
Quindi
il regista
introduce la
testimonianza di Nela Sagadevan, definito
“ingegnere
aeronautico, un pilota ed è specializzato in
aerodinamica”.
Sagadevan
dice: “Si
chiama effetto suolo, ed è maggiore negli aerei che hanno un
basso carico alare , cioè i grossi aerei con
ali grandi...
gli
aerei con forte carico alare invece, come ad esempio i caccia,
possono volare ad altissima velocità rasoterra
perché
sono progettati per farlo. Ma con aerei come
il Boeing 757 non puoi
farlo... è aerodinamicamente impossibile”
.
Sagadevan
si sofferma sulle scarse capacità aviatorie di Hanjour, dice
di aver parlato con alcuni dei suoi istruttori e che non era in grado
di volare in solitario, definendolo “il più
semplice e
fondamentale esercizio di volo che uno possa fare...”
Dunque,
la prima domanda
che dobbiamo porci è: ci sono decine di migliaia di piloti
ed
esperti ingegneri aeronautici nel mondo, è mai possibile che
il
regista sia andato a pescare questo Nela Sagadevan.... addirittura
dallo Sri
Lanka? Niente di più vicino?
Proprio così, questo sedicente esperto, sulle cui
credenziali
dobbiamo fidarci senza riscontri, viene addirittura dal lontano Sri
Lanka, ed
è autore di un libro intitolato "Warpaint of the Gods"
, uno strano volume che pone questo interrogativo: "Dio ha una
religione? Se sì, qual'è? Se no,
perchè gli uomini ne hanno così tante?".
Nela
(o Nila) Sagadevan, lo dice la sua biografia,
ha vissuto per 15 anni in Alaska, dove è stato colto da una
specie di crisi mistica
che lo ha portato a interrogarsi sulla visione antropocentrica della
vita e della religione..... Dalle nostre parti, se uno prende
il
brevetto di pilota, si laurea in ingegneria aeronautica e si
specializza in aerodinamica, tutto questo per rintanarsi in Alaska e
scrivere un libro di religione, si pensa che non abbia tutte
le
rotelle al proprio posto...
E'
poi strano che questo
Sagadevan si sia preso la briga di andare a parlare con gli istruttori
di Hanjour... dall'aeronautica alla religione all'investigazione
complottista...
Va
bene, se il regista non ha trovato di meglio per sostenere le proprie
tesi, non possiamo farci nulla.
Peccato
però che
gli anni in Alaska, a quanto pare, devono aver congelato le conoscenze
tecniche di Sagadevan, il quale sostiene che l'effetto suolo impedisce
agli aerei con un basso carico alare di volare ad altissima
velocità rasoterra, cosa possibilissima invece per i caccia
che
hanno un forte carico alare.
Dunque,
il carico alare si ottiene dividendo il peso dell'aereo per la sua
superficie alare.
Vediamo
un po', il Boeing
757
ha una superficie alare pari a 185,25 metri quadri ed un peso
al
decollo pari a circa 110.000 kg, il che si traduce in un carico alare
di 593 kg/mq.
Vediamo
come se la cava un caccia, e precisamente l'F-15E Strike Eagle,
un aereo progettato per volare ad altissima velocità (oltre
1.400 km/h) rasoterra: il peso tipico di missione al decollo
è
intorno ai 22.000 kg e la sua superficie alare è pari a
56,61
metri quadri, il che ci dà un carico alare di 388
kg/mq !
Ma
allora, se Sagadevan
ha ragione, e gli aerei con più alto carico alare possono
volare
ad alta velocità rasoterra, il
Boeing 757 non ha alcun problema, visto che il suo carico alare
è di gran lunga superiore a quello che oggi è
considerato
il miglior caccia da penetrazione a bassa quota esistente al mondo.
Potremmo
fermarci qui, ma vogliamo essere un po' più cattivi.
Sagadevan
è poco
aggiornato: il discorso degli alti carichi alari fa parte di una
tecnologia costruttiva che ormai è considerata preistorica.
I
velivoli moderni, come l'F-15E o il Boeing 757, dispongono
di un sistema di controllo del volo computerizzato che consente di
volare a bassissima quota ed elevata velocità,
indipendentemente
dal carico alare.
Peraltro,
l'effetto suolo,
così come introdotto da Sagadevan, è una vera e
propria panzana. Jeff
Scott, ingegnere aerospaziale specializzato in analisi
aerodinamiche e progettazione di aerei, in un articolo tecnico su Aerospaceweb,
ha spiegato con dovizia di particolari le ragioni per cui l'effetto
suolo non ha creato nessun problema ad Hani Hanjour ed al
velivolo che
pilotava, e le ragioni per cui la manovra di attacco di Hanjour
è stata relativamente semplice e non richiedeva alcuna
particolare abilità.
E poi, signor
Sagadevan... se lei è convinto che un aereo
così grosso non possa volare così basso e
veloce.... non
lo dica a noi... provi a dirlo a questo:
Soltanto
perchè uno ha voglia di morire, non significa che possa salire sulla
Ferrari di Schumacher e battere il record di Monza al primo giro. Se ci
prova, non avendo mai guidato una Formula 1, con tutta probabilità si
schianta alla prima curva.
Quello
che Hanjour avrebbe fatto non è "molto difficile che accada" in
senso statistico, come vorrebbe far credere JB, è molto difficile riuscirci senza schiantarsi
prima.
Questo intendevano chiaramentre i piloti intervistati.
Per il resto, siamo davanti ad una "Fallacia
ad Personam" - che JB commette su Nela Sagadevan - talmente grossolana
che non c'è nemmeno bisogno di commentarla. Se JB ha problemi di
razzismo, o se crede che le testimonianze dei bianchi "valgano di
più"
di quelle degli altri, deve sapere che la Logica non tiene purtroppo
conto del colore della pelle. (Inoltre, volendo, i due
piloti che compaiono nella trasmissione RAI sono italiani al cento per
cento).
Le testimonianze, come tutte le tesi, vanno confutate con solide
argomentazioni, non basta cercare di screditare la persona (chissà
perchè, in questo momento mi fischiano forte le orecchie).
E
se per caso la "confutazione argomentata" di JB stesse nell'ultima
fotografia mostrata,
il lettore dovrebbe sapere (*) che quello è un classico
esercizio di
fly-by, cioè un passaggio rasoterra che viene fatto - sempre e
soltanto da esperti professionisti, in ogni caso - a circa 400 Km.
all'ora, e non certo a 950. La differenza sta tutta lì: aumentando la
velocità aumenta il cuscino d'aria sotto la pancia dell'aereo, e
diventa sempre più difficile
mantenerlo a pochi metri da terra. La fortuna qui non c'entra niente.
(*Nel riproporre questo esempio, JB deve essersi dimenticato che
è già stato presentato in una nota discussione, su
luogocomune, da un suo collega debunker, che fu "rimandato a ottobre"
per gli stessi identici motivi).
24. Senza sbandamenti
Minuto
21 e 05 secondi
circa.
Narratore:
“L'aereo
prosegue,
a
detta di tutti i testimoni, senza un solo sbandamento,
dritto verso
il proprio obiettivo. Prima di schiantarsi colpisce con l'ala destra
un grosso camion generatore, che stava parcheggiato davanti
all'edificio, mentre con l'ala sinistra sorvola dei grossi rulli di
cavo elettrico, senza farli cadere. Il camion generatore prende
immediatamente fuoco..."
Questa
è un'altra spudorata menzogna.
Vari testimoni, infatti dicono esattamente il contrario.
Alcuni esempi:
Steve Anderson: "I
watched in horror as the plane flew at treetop level, banked
slightly to the left"
Gary Bauer: "And it veered
to the right into the Pentagon"
Penny Elgas: "It banked
in the slightest turn in front of me"
Bruce Elliot: "It was banking
"
Albert Hemphill: "He
was slightly left
wing down"
Robert Leonard: "The
aircraft, so close to the ground, was banked
skillfully to the right " David Marra: "The
plane rolled
left and then rolled right" Steve Riskus: "It
was not
completely level"
Il
regista dovrebbe
sapere cosa significano termini come "banked" e "rolled", e queste
testimonianze dimostrano che l'aereo ha ondeggiato e sbandato prima di
colpire il Pentagono. Ma lui non dice: "molti testimoni", non dice
"vari testimoni", dice: "tutti i testimoni".
Il
significato di "banking" credo di conoscerlo, e non significa affatto
"sbandare", ma "poggiare", o "curvare inclinandosi". Si tratta
cioè di una operazione fatto sotto il totale controllo del pilota. Per
"nessuno sbandamento" Inganno Globale intende chiaramente "senza
nessuna esitazione", come confermato da svariate testimonianze.
Pensate
poi a un altro
aspetto. Prima il regista ha detto che i testimoni "hanno creduto di
aver visto" un grosso aereo, quando gli conveniva sostenere che le
testimonianze non sono affidabili e potrebbe anche essere stato un
piccolo aereo. Poi improvvisamente fa leva su quelle stesse
testimonianze, quando gli conviene sostenere che l'aereo andava diritto
e senza sbandamenti.
Si
può essere
più scorretti? Certo che sì. Il regista infatti
non ha
finito di stupirci... ma di una cosa siamo certi: le testimonianze le
ha lette, ed anche bene, per non essergli sfuggita l'unica che parlava
di un aereo di 10-12 posti. E pertanto quando mente, come in
questo caso, lo fa in assoluta consapevolezza.
Come si trattasse di un'UNICA testimonianza, lo abbiamo già
visto.
25. Un buco piccolo piccolo
Minuto
21 e 55 secondi
circa
Voce
narrante: "La
spaccatura centrale
è di circa 20 metri(il film
mostra la zona collassata del Pentagono) mentre
l'apertura alare di un Boeing 757 è di circa il
doppio”.
E a
questo punto si
dedica a evidenziare che la spaccatura è troppo piccola
rispetto alle dimensioni dell'aereo.
Mostra
una foto della
facciata colpita, prima del collasso (una foto in cui si vede ben
poco a causa del fumo...), e spiega:
“La
parete è
ancora tutta in piedi e presenta un solo foro
di entrata di tre
–
quattro metri al massimo... al piano terra le colonne
portanti sono
rimaste in piedi (e mostra un'area larga decine di metri,
in piedi ma
sconquassata). Le
macerie sono quasi tutte riversate
all'esterno
(nella foto che ci mostra, non si vedono...) Molte
delle finestre hanno addirittura
ancora i vetri intatti... L'aereo
quindi non è
finito sotto le macerie... come molti hanno creduto...
”
Innanzitutto, l'area interessata dall'impatto
è molto più larga di quello che il regista vuol
far credere.
ATTENZIONE: L' "area interessata all'impatto" non è il foro di entrata. Quello
era, e rimane, troppo piccolo per un aereo di quelle dimensioni.
E non c'è da andare troppo lontano per scoprirlo. Basta
leggersi
il rapporto "The Pentagon Building Performance" preparato dagli
ingegneri civili strutturali dell'ASCE, nel quale sono presenti
fotografie, planimetrie e ricostruzioni digitali. In altre parole, non
è che lo dicono gli ingegneri: lo dicono, lo mostrano e lo
provano, e chiunque può verificarlo da sè.
E'
molto comodo "mandare gli altri" a vedere, ma io sfido chiunque a
"verificarlo da sè", come dice JB. Scoprirebbe così il
motivo per cui JB sceglie così elegantemente di "scivolare"
sull'argomento.
Il
rapporto
può essere scaricato dalla Home Page del sito Crono911.org .
Quella
che mostriamo è la ricostruzione dell'ASCE che mostra la
parte
gravemente lesionata dall'impatto e la sezione interessata dal
successivo cedimento strutturale.
Si
noti come la
conformazione dell'apertura richiami da vicino il profilo dell'aereo e
delle ali.
La "conformazione dell'apertura" che ci mostra JB è un disegno fatto da un computer. Quella che segue
invece è una fotografia della facciata del Pentagono dopo
essere stata colpita, e prima che crollasse, scattata da un tenente dei
Marines, Jason Ingersoll:
Come si vede, la parete è ancora tutta in piedi, e sulla facciata si vede un foro di
entrata largo 3-4 metri al massimo. Più in basso a sinistra si vede una spaccatura
larga circa altrettanto, che risulterà però essere la
probabile conseguenza dell'esplosione della parete verso l'esterno. Ma anche
considerando l'intera superficie come unico foro di entrata, si arriva
ad una decina di metri al massimo, che non bastano di certo
ad accomodare un Boeing che è largo 4 volte tanto, ed il cui timone di
coda è alto da terra quasi quanto l'edificio stesso.
I grandi rulli di cavo elettrico (al centro della foto), che erano
presenti già prima dell'impatto, sono quasi tutti
rimasti in piedi, e le macerie alle loro spalle sono riversate verso
l'esterno, a conferma che buona parte dei danni è stata causata
dall'esplosione susseguente, e non dall'impatto stesso.
A pagina 35 del Rapporto ASCE leggiamo che l'area
gravemente danneggiata dall'impatto ha una larghezza complessiva di 120
piedi, pari a 36 metri e mezzo, mentre l'apertura alare di un Boeing
757 è pari a 125 piedi, ossia 38 metri. Le due
misure,
quindi, corrispondono pressochè perfettamente.
Bisogna poi
considerare che il Boeing ha impattato con un'angolazione di 42 gradi
rispetto alla "normale" della facciata, e pertanto l'ala destra ed il
muso hanno urtato prima dell'ala sinistra. Questo il regista lo sa
bene, visto che il rapporto è stato rilasciato al pubblico
all'inizio del 2003. Però preferisce mentire.
"La parete è ancora
tutta in piedi", sostiene il regista... "presenta un solo foro di
entrata di tre o quattro metri al massimo...." , "le macerie sono quasi tutte
riversate all'esterno".... ma il bello è che nelle immagini che mostra, si
vede esattamente il contrario.
"L'
immagine che mostra il regista" è la stessa identica che vedete
sopra. In questo caso non si comprende nemmeno dove starebbe la
menzogna.
Il rapporto ASCE, peraltro, contiene decine e decine di fotografie, che
mostrano chiaramente lo stato dei luoghi, sia prima che dopo il
cedimento strutturale della sezione interessata dall'impatto. Nella Sezione
Pentagono del nostro sito abbiamo inserito decine di altre
foto che non lasciano spazio a dubbi o strane interpretazioni.
Quanto
al singolo foro
di entrata... l'aereo era uno. Perchè mai dovrebbero esserci
più fori di entrata? Quanti fori avete visto nelle pareti
delle
Twin Towers? Avete visto qualcosa che assomigliava a una fetta di
gruviera, per caso? Peraltro, le foto dimostrano che quel foro non era
affatto largo "3-4 metri" (che è un'affermazione
assolutamente
ridicola) ma una vera e propria voragine infuocata.
E'
incomprensibile, poi,
che il regista piagnucoli sul fatto che alcune colonne portanti (alcune
colonne... non "le colonne") siano rimaste in piedi, o che alcune
finestre siano rimaste intatte.
Invece
di cercare continuamente di spostare il problema, perchè JB
semplicemente non ci spiega da dove sarebbe passato l'aereo?
Innanzitutto
la zona impattata dal velivolo era stata recentemente ristrutturata e
rinforzata
per resistere ad attentati esplosivi, ed i rinforzi comprendevano
l'installazione di speciali finestre anti-esplosione pesanti
più di una tonnellata ciascuna (oltre al citato rapporto
ASCE,
si veda anche questo articolo del Washington
Post
). Non si capisce quindi cosa ci sia di strano nel fatto che una
struttura progettata per resistere a un'esplosione, resista a
un'esplosione.
Veramente
le finestre avrebbero resistito all'impatto di un aereo, lanciato a
quasi 900 km. all'ora, altro che esplosione!
Come si vede dalla foto, dopo l'impatto ben 20 finestre su 26
hanno ancora i vetri intatti:
Dove possono aver sbattuto quindi le diverse parti dell'aereo - fusoliera,
ali, timone di coda, e i motori soprattutto, prima di scomparire nel nulla?
E anche supponendo che l'intera fusoliera sia riuscita a infilarsi
nell'unico foro al centro, le due finestre che gli
stanno direttamente sopra (foto sotto) avrebbero dovuto venire colpite in pieno dal timone
di coda, che è una spessa lama alta più di sei metri.
Invece
conservano ambedue i vetri intatti. Anche le due
finestre aì lati avrebbero dovuto essere colpite
dall'attaccatura delle ali, e quelle accanto a loro dai due motori.
Invito a questa riflessione: secondo la versione ufficiale, ci si poteva tranquillamente accomodare dietro a una di
quelle finestre, e
osservare il motore di Boeing che ti viene dritto in faccia,
senza farsi nemmeno un graffio!
(Non sarà piuttosto la storiella della facciata rinforzata e dei "vetri
antibomba" che è stata messa in giro appositamente - in inglese
si chiama "damage control", limitazione dei danni - proprio per cercare in qualche modo di far
fronte a questi imbarazzanti riscontri fotografici?)
Il regista sa bene come stanno le cose, ma sa anche che difficilmente
lo spettatore conosce questi "retroscena".
In
secondo luogo, non si
vede perchè le colonne portanti del Pentagono debbano
obbedire
ai desideri del regista e andare tutte giù come i birilli in
uno
strike del bowling. Un aereo è fatto di parti più
"dure"
(come i motori e i carrelli) e di parti più fragili (come le
ali
e la fusoliera) ed è normale che una colonna portante
colpita da
un'ala abbia più probabilità di restare in piedi
rispetto
a una colonna portante colpita da un motore. La verità
è
che nell'area investita dal velivolo e dai suoi rottami, ci sono molte
decine di colonne portanti. Una
trentina di esse sono state distrutte,
più di una quindicina sono state deformate al punto da non
avere
più alcuna resistenza strutturale, una decina sono state
gravemente lesionate e più di venti hanno riportato danni
significativi. Ci sono solo un paio di colonne, interessate
marginalmente dal percorso dei rottami dell'aereo, che sono rimaste
integre (si veda la pianta delle colonne a pag. 53 del rapporto ASCE).
Ma in ogni caso, anche ammesso che un certo numero di colonne sia
rimasto in piedi, questo cosa significherebbe?
Significa che i motori non ci passano, ad esempio. Stiamo parlando di due motori
Rolls Royce da cinque tonnellate l'uno, lanciati a 850 Km/h, che devono
necessariamente aver sfondato la parete, visto che all'esterno
dell'edificio non sono mai stati trovati. Ma i fori che hanno provocato non ci sono.
I motori sono notoriamente la
parte più robusta di tutti i grossi aerei commerciali.
Soprattutto la parte interna - il "core" - è fatta di speciali
leghe in acciaio e titanio, che le permettono di resistere alle temperature di
2000°/2500° gradi normalmente sviluppate dalle turbine.
Se c'è una parte dell'aereo che non si distrugge nemmeno cadendo
da diecimila metri di altezza, sono proprio i suoi motori.
Dove sono allora quelli del Boeing?
Il regista per
il momento non lo spiega. Evidentemente il suo scopo è solo
quello di ingolfare il cervello dello spettatore, per far
passare l'affermazione: "L'aereo
quindi non è finito sotto le macerie, come molti hanno
creduto".
Eccoci arrivati, quindi.
Dopo una
serie di chiacchiere, infondate, menzognere e prive di significato,
trae una conclusione che non ha nulla a che vedere con quanto ha appena
detto. Come dire che uno parla per dieci minuti della
pericolosità dell'uranio, e poi conclude che le uova sode
fanno
ingrassare. Chi ha mai detto che
l'aereo è finito sotto le macerie,
scusate? Quali macerie? L'aereo si è disintegrato
nell'impatto,
è esploso, si è trasformato esso stesso in
rottami e
macerie.
In
questo caso JB dovrebbe spiegare il foro al terzo anello di cui
parleremo più avanti. Ma non lo farà, semplicemente
perchè nessuno fino ad oggi è riuscito a farlo.
La sezione colpita è collassata molti minuti dopo
l'impatto... e chiaramente è finita sopra... a quello che
stava
sotto. O doveva finire sotto a quello che stava sopra? Ma di
cosa
sta parlando il regista? Quale cartone animato ha visto? Non
è dato saperlo.
Certo
che è finita "sopra a quello che stava sotto". Ma quello che
stava sotto era la parte inferiore della facciata, non l'aereo.
26. Un prato pulito pulito
Minuto
23 e 25 secondi
circa
Narratore: “Poco
dopo l'impatto,
il
prato appare intonso (e mostra una foto di un
pezzo di prato ben
dietro i mezzi di soccorso), non
si vede il minimo segno di una
strisciata,
tantomeno quello di una buca
e non
c'è in giro
un
solo rottame di una certa consistenza che possa essersi
staccato
dall'aereo al momento dell'impatto (e continua a scorrere
su immagini
in cui i rottami non si vedono). Non
un'ala, non un motore, un
sedile, un pezzo di fusoliera... una valigia, un timone di coda...
niente, assolutamente niente di quello che siamo abituati a vedere
normalmente quando cade un aereo di quelle dimensioni...”
Scusate.
Appena pochi secondi prima il regista ha detto che "le macerie sono
quasi tutte
riversate all'esterno". Adesso ci dice che il prato appare intonso.
Queste
macerie non stanno dentro, non stanno fuori, non si capisce dove le
voglia mettere il regista. Secondo noi quando fa il Presepe inizia a
novembre ed è già tanto se lo finisce per Pasqua.
"Non
si vede il minimo
segno di una strisciata". Ecco. Ci manca solo la pattuglia della
Polizia Stradale che ci dice "Non si vede strisciata, quindi l'aereo
non ha
frenato...".
Ma
signor regista, se
proprio lei ha detto che l'aereo ha colpito i pali, e poi ha colpito
il
generatore, ma che strisciata vuol vedere? Guardi che stava volando
quell'aereo, mica pattinando...
"Tantomeno...
una buca"
. E magari una mazza da golf? La buca c'è, sta nella
facciata
del Pentagono. Logica vuole che se uno si schianta contro la facciata
del
Pentagono, faccia il buco nella facciata. Perchè dovrebbe
farlo
nel prato? Mica si è schiantato sul prato!
"Non
c'è in giro un solo rottame..." Ma se è pieno di rottami!
Se non bastano, ci sono anche queste serie
di foto .
Foto
come queste:
Nessuno ha mai detto che non ci siano rottami. Non c'è nulla che
si possa far risalire ad un Boeing, questo dice Inganno Globale.
E se
guardate in secondo piano nella prima e nella quarta foto, ne vedete un
bel po' sul prato "intonso".
"Intonso" è chiaramente riferito alla mancanza di strisciate. I
rottami li possono vedere tutti. Questo invece è il "prato
intonso":
A
noi
questi sembrano
proprio rottami, e anche di "una certa consistenza". Come mai , allora,
il regista dice che non ce ne sono?
Perchè di solito, quando un aereo si schianta a terra, questa è la consistenza dei rottami che si trovano:
Mentre davanti al Pentagono non si è trovato NULLA di tutto ciò.
27. Un Pentagono basso basso
Minuto
24 e 20 secondi
circa
Il
regista torna a
parlare della manovra, dicendo che è impossibile colpirlo
raso
terra perché “Il
Pentagono si trova più
in basso
rispetto al Quadrifoglio di almeno 10 – 15 metri”
e
per
confermare questa affermazione mostra un filmato in cui si vede il
dislivello. Peccato che nel filmato le persone sono tutte stranamente
inclinate verso destra, e così anche le case e gli alberi,
il che dimostra che il
filmato è stato opportunamente angolato per dare la
sensazione
del dislivello!
In
ogni caso, non si
capisce perchè un dislivello renderebbe impossibile la
manovra. L'aereo ha colpito i pali, ha colpito i
generatori,
è finito contro il Pentagono.
E
poi, ammesso che fosse
impossibile fare una cosa del genere, dovrebbe essere allora
impossibile per qualsiasi cosa che voli, non si vede perchè
solo
il Boeing 757 del volo AA77 debba soffrire di questa limitazione... o
il regista pensa che il Pentagono sia stato colpito da un treno?
Il
regista mostra un
disegno in cui si vede l'aereo che impatta a 45 gradi e lamenta
l'assenza di una buca che avrebbe dovuto esserci.
E
chiede: “Come
può
un Boeing di quelle dimensioni aver sorvolato il camion e i rulli
elettrici senza fare nessuna buca per terra, per poi scomparire
praticamente nel nulla?”
Quello che
dice il regista va oltre il limite per il quale si rende
consigliabile una visita psichiatrica.
Se un aereo sorvola un camion,
perchè dovrebbe fare una buca per terra? Al
limite la domanda avrebbe senso se l'aereo fosse passato sotto il
camion. Che significa, poi, che l'aereo è scomparso
"praticamente nel nulla?".
Ma glielo avete detto al regista che l'aereo si
è schiantato
contro il Pentagono? Non ci direte che gli avete fatto fare tutto
questo film senza dirgli che l'aereo è finito nel Pentagono,
e
non in una buca nel prato !?
E' incredibile questa mania che ha il regista per le
buche....
chissà cosa ne penserebbe Sigmund Freud...
Vediamo di spiegarci con le immagini:
Il secondo video del parcheggio ci mostra l'aereo volare raso-erba già molto prima di colpire la facciata.
Ma questo è impossibile a causadella presenza del camion generatore e dei rulli di cavo elettrico che stanno proprio davanti al punto di impatto.
Nella foto sotto a sinistra vediamo la zona che è stata sorvolata
dall'aereo prima che colpisse la facciata, più o meno dalla
stessa angolazione (cioè l'aereo sarebbe passato sopra
la testa del fotografo): la freccia a destra indica il camion
generatore che poi ha preso fuoco, quelle a sinistra indicano i rulli
rimasti in piedi dopo l'impatto. La foto sotto a destra rappresenta lo stesso punto di vista, ma ripreso dall'alto del
quadrifoglio. La freccia a destra
indica il camion generatore, quella a sinistra i
rulli di
cavo elettrico.
L'aereo non poteva volare rasoerba, senza aver travolto tutto quello che si trovava davanti al suo muso.
28. Un aereo grande grande
Minuto
25 e 10 secondi
circa
Voce
narrante: “Sulla
facciata non
si
vedono i segni delle ali (e sovrappone alla
facciata un disegno dell'aereo
collocato maliziosamente molto più in alto rispetto alla
posizione reale) né
quelli dei motori o del timone di coda
che
è una lama spessa mezzo metro e alta quasi
quanto l'edificio
stesso”.
Ora,
il regista dice che
non si vedono i segni delle ali. Abbiamo visto come la superficie
danneggiata dall'impatto è larga oltre 37 metri. La
fusoliera
del Boeing 757 è larga meno di quattro metri: esattamente
3,75
metri.
Secondo
voi, 33 metri di segno delle ali bastano? O il regista voleva anche le
bandierine e le luci colorate?
Abbiamo già fatto notare come 20 finestre su 26 avessero ancora i vetri intatti,
dopo l'impatto dell'aereo. Sarebbe
interessante che qualcuno ci mostrasse la sagoma dell'aereo, posizionata
sulla facciata, in modo che nessuna parte dell'aereo vada a sbattere
contro una di quelle finestre.
I
segni dei motori...
non solo ci sono i segni, costituiti dallo squarcio e dalle colonne
abbattute dagli stessi motori, ma ci sono anche i motori, se
è
per questo... basta guardare le raccolte di foto che vi abbiamo
indicato prima.
Il
timone di coda... "una lama ... alta quasi quanto l'edificio
stesso"....
Sapete quant'è alto il Pentagono?
21,6 metri. Sapete quant'è
alto il timone di coda del Boeing 757? Circa
7 metri.
Il
regista ha davvero uno strano senso delle misure... o una
straordinaria faccia tosta nel mentire.
Oppure JB finge di non capire che intendevo "alta da terra."
Dopo
la bufala del timone, il
regista ci mostra una
foto in cui si vedono alcuni oggetti (uno sgabello con un libro) in una
stanza dell'edificio, che sono
rimasti in piedi e intatti.
Ma la
foto mostra
una stanza interna, lasciata
scoperta dal crollo della parete nel collasso che ha interessato
l'intera sezione, quindi non è con l'esplosione dell'aereo
che
deve
prendersela, ma con il collasso. Il collasso è avvenuto
sotto
gli occhi delle telecamere, lo sgabello e il libro sono rimasti in
piedi dietro una delle pareti crollate. Ci sapete dire cosa
vuol
significare? Cosa c'entra con l'aereo?
Lo sgabello si trova esattamente dove l'aereo sarebbe passato "esplodendo e distruggendo tutto":
Mentre il piano a cui si trova
sembra non aver subito nemmeno una bruciatura. Nuovamente: si poteva stare tranquillamente seduti su quello sgabello, senza riportare il minimo danno o la minima bruciatura, nonostante il Boeing sia penetrato proprio a quell'altezza, e in quella direzione. Pare che soltanto JB non
si stupisca di questo fatto.
Niente,
non c'entra
niente e non ha nessuna attinenza, ma come abbiamo visto, il regista
riempie la testa dello spettatore di particolari apparentemente
inusuali, per confonderlo completamente. Ci manca poco che mostri il
vecchio trucco in cui si tira via la tovaglia dalla tavola imbandita,
lasciando intatti piatti e bicchieri...
À chacun son goût.
29. Nessun rottame
Minuto
26 circa
Il
regista ci mostra
il servizio del
cronista Jim McIntyre al Pentagono : “Da un mio sopralluogo
ravvicinato
non c'è
niente che indichi che un aereo si è abbattuto in qualunque
luogo vicino
al Pentagono. L'unica zona interessata è la
fiancata dell'edificio colpita, dove appunto gli unici rottami
trovati sono piccoli abbastanza da poterli raccogliere con
le mani.
Non c'è nessun grosso pezzo
della coda, delle ali, della
fusoliera, niente del genere, dovunque si guardi”
Il
cronista dice che
nessun aereo si è abbattuto intorno al Pentagono, ma solo
sulla
fiancata dell'edificio. Questo lo sappiamo anche noi. Semmai
è
il regista che dovrebbe rivedersi un paio di volte questo servizio,
visto che continua a cercare buche nel prato.
Per
il resto, il
cronista non dice nulla di significativo. Non vede grossi pezzi
dell'aereo nei pressi della facciata, ma solo pezzi piccoli (e tutto
questo conferma che l'aereo si è disintegrato). Come abbiamo
visto nelle foto, effettivamente i pezzi rinvenuti all'esterno del
Pentagono non sono nè molto grossi nè
particolarmente
pesanti. I pezzi pesanti sono finiti dentro il Pentagono, certo non
sono volati in giro, e questo è logico.
Resta
sempre da stabilire da dove sarebbero passati, non dimentichiamolo. E'
facile dire che sono "dentro", ma i buchi dei motori, ad esempio, dove sono?
Del resto
è
esattamente quello che è accaduto anche alle Twin Towers. Si
capiscono bene le dichiarazioni del cronista, nell'immediatezza dei
fatti, per informare la gente di quanto stava accadendo. In quel
momento non si era nemmeno sicuri che fosse stato un aereo a colpire il
Pentagono, dal punto di vista strettamente giornalistico.
Ma proporcele oggi, dopo 5 anni, che senso ha?
E' come se chiediamo a un giornalista, subito dopo un omicidio: "Chi
è l'assassino?" .
Cosa volete che vi risponda? Vi dirà: "Non si sa". E'
normale.
Molto meno normale
è, anni dopo che l'assassino è
stato
individuato e arrestato, utilizzare quella dichiarazione per dire che
ancora non si sa chi sia l'assassino...
Il
regista poi passa a
fare confronti con altri incidenti aerei, partendo da casi in cui un
aereo sbatte contro una montagna
“che è molto
più
dura di qualunque edificio al mondo” ed “i resti si
vedono
eccome”... E nuovamente ci mostra le interviste
a un paio di
piloti, a cui viene chiesto quali sono le parti che sopravvivono a un
incidente aereo e al conseguente incendio. Il pilota risponde:
“Pezzi
del carrello e il cuore dei motori, che è molto
più
compatto della parte esterna dei motori ed è fatto di
materiali che devono resistere alla temperatura”
Cosa
c'entra un incidente aereo contro una montagna, con un incidente aereo
contro un edificio? Proprio perchè una montagna è
durissima, i pezzi dell'aereo restano fuori e ben visibili. In un
edificio, ed in particolare in un edificio impattato intenzionalmente
alla massima velocità, l'aereo penetra all'interno
distruggendosi. Esattamente come è successo alle Twin
Towers.
Quindi, questa frase del regista è un altro auto-debunking:
si
tira da solo la zappa sui piedi.
Stesso
discorso per
le parti che sopravvivono (solitamente) a un incidente aereo: pezzi del
carrello e cuore dei motori, dice correttamente il pilota intervistato.
E guarda caso, le parti del carrello e il cuore dei motori sono stati
ritrovati, tra le macerie del Pentagono.
Perchè
JB non ce li mostra, questi cuori dei motori, invece di parlarcene solamente?
Ma il regista non lo sa! Infatti... (vedi sotto).
30. Nessun motore
Al minuto 27
e 30 secondi,
...il regista si chiede (è proprio il caso di dire
che se lo
chiede da solo, perchè noi lo sappiamo bene): “Ma dove sono finiti i
due
motori? Visto che sul prato non
ci sono e sulla parete c'è
un
foro soltanto?”
Ma signor regista! Ma che le ha fatto di male il
prato del
Pentagono??? Ma sarà mica invidia della serie "l'erba del
vicino
è sempre più verde?".
Ma perchè vuol trovare i motori sul prato, quando l'aereo si
è infilato nel Pentagono?
E cosa vuol
dire che "sulla parete c'è un foro soltanto?" .
Ma
di quale foro parla? Ancora questa mania dei buchi? Ma sarà
mica un rappresentante della "Black & Decker"?
Ma che foro
e foro...!!!
Era un 757 quello lì, mica un chiodino da falegname !!! C'è una voragine di 37
metri e mezzo !!!!
Hai voglia a farci entrare aereo, motori, carrello, passeggeri,
valigie... perchè mai i motori non dovrebbero entrare dove
entra
tutto il resto? Sono motori snob questi qua? Vogliono un ingresso tutto
per loro? E i carrelli che devono dire? Anche per quelli ci vogliono
buchi a parte? Guardi che l'aereo è arrivato intero al
Pentagono... o pensa che l'abbiano prima smontato e
poi abbiano tirato i pezzi uno alla volta contro la facciata?
Sempre per non perdere di vista la realtà, ecco la voragine da 37 metri e mezzo:
Dopo
questa acuta
osservazione, il
regista passa a criticare quindi
la "versione ufficiale", mostrando una ricostruzione della Purdue
University, in cui – secondo lui – non si spiega la
scomparsa dei
motori.
La
ricostruzione della Purdue University è, appunto, una
ricostruzione della Purdue University. Non è una "versione
ufficiale". Semmai, è una ricerca indipendente
che ulteriormente conferma
la "versione ufficiale".
E' una ricostruzione al computer, che serve a ricostruire la dinamica
generale dell'impatto secondo l'ipotesi avanzata dai ricercatori
dell'università. Non è un film della serie
Airport, nel
quale si deve pretendere di vedere ben bene i motori ed i carrelli
mentre si sfasciano, e magari le facce stravolte dei passeggeri che
urlano.
Chi vuole farsi una propria opinione sul filmato della Purdue, può leggere "Simulazione di reato".
Questo
passaggio,
però,
è utile per evidenziare un tipico comportamento
cospirazionista:
si contesta la "versione ufficiale", ma nel momento in cui appare un
documento, frutto di una ricerca indipendente, che conferma la
"versione ufficiale", ecco che il documento diventa esso stesso
"versione ufficiale". E' chiaro che in questo modo si toglie a monte qualsiasi possibilità
di contraddire la tesi cospirazionista,
e di dimostrare la validità "della versione ufficiale":
qualsiasi documento che va a sostenere la "versione ufficiale", diventa
esso
stesso
"versione ufficiale", e quindi inaffidabile perchè
è
l'oggetto della contestazione.
La tecnica utilizzata dal regista (e dai più abili
cospirazionisti) è di grande sofisticazione. Sottovalutarla
è un grave errore.
Torniamo al film.
Il regista passa a mostrare alcune foto
dei motori di un Boeing 757, badando a mostrare la cofanatura
anteriore ed esterna, anziché il “core”.
E
poi
confronta le dimensioni di quella parte anteriore, con le
fotografie delle parti di motore ritrovate nel Pentagono, che sono di
diametro sensibilmente inferiore.
Il trucchetto è di facile presa, idoneo a
ingannare lo
spettatore che non si intende di motori aeronautici (ossia il 99 %
della gente) ma di
certo non un esperto.
Sotto mostriamo la sezione del modello di motore installato sul Boeing
757 del volo AA77: come potete notare, la parte anteriore ha un
diametro enormemente maggiore rispetto a quello che è il
"core"
del motore. A fianco vediamo una foto di una parte del
core, rinvenuta
tra le macerie del Pentagono. Le gambe dell'uomo aiutano ad avere
un'idea delle dimensioni del pezzo. E a destra c'è la foto
del
core del motore, al quale quel pezzo appartiene:
Chiaro
il giochetto, vero? Per una disamina più
approfondita, consigliamo il sito Aerospaceweb,
gestito da ingegneri aerospaziali, che ringraziamo per le foto.
Quello
non è il "core" di un motore, ma solo un rotore, che appare
staccato da tutto il resto. Mentre i motori dei grossi aerei
commerciali di solito vengono
ritrovati in
queste condizioni, e sono di queste dimensioni:
31. Il missile Cruise
Minuto 28 e 20
secondi circa.
Il regista paragona il “foro di
entrata” del
Pentagono
(ovviamente usando una foto in cui se ne vede solo una parte) con la
foto dei danni provocati dall'esplosione
di un missile Cruise contro
l'abitazione del leader Milosevic in Yugoslavia.
Finalmente
si getta la
spugna! Ecco che il buon regista, dopo 28 minuti e 20 secondi di un
torturante stillicidio di informazioni false, inventate, ingannevoli,
spara la sua cartuccia. E' stato un missile Cruise a colpire il
Pentagono.
INGANNO
GLOBALE non sostiene affatto che "è stato un missile
Cruise a colpire il Pentagono". Mostra semplicemente il confronto
fra i due fori, lasciando allo spettatore di trarre le sue conclusioni.
Vediamo
di seguire il ragionamento del regista, e vediamo come esso
è ancora una volta abilissimo a debunkarsi da solo.
Ricorderete
che ha speso
tempo (soprattutto di chi ha visto il film), parole e immagini, per
spiegarci che i testimoni del Pentagono e i controllori di volo
avrebbero visto un aereo piccolo, da 10-12 posti, un caccia. Ci ha
mostrato persino il giro della morte.
Cosa
c'entra un Cruise, scusate? Un missile Cruise, per i tecnici Tomahawk,
ha un diametro di appena mezzo metro ed è lungo sei metri.
La
sua apertura alare è di poco superiore ai due metri e mezzo.
Come si fa a confonderlo con un caccia o con un aereo da 10-12 posti?
Come si fa a vederci i finestrini? Non ha nemmeno un timone di coda, ma
quattro alette. Dove ce la metti la scritta American Airlines e il logo
AA ? Eppure queste cose, i testimoni, le hanno viste tutte!
Era un missile
Cruise
travestito?
Come Babbo Natale? E come ha fatto a colpire e abbattere i pali della
luce prima del Pentagono (mica uno... cinque ne ha presi!) senza
esplodere? Un missile Cruise pesa appena 1.200 kg... 100 volte di meno
di un Boeing 757 !!! Per non parlare del generatore impattato prima
della facciata...
E
poi... un Cruise che fa il giro della morte? Mai visto nè
sentito.
Ma
notate la tecnica del
regista. Prima parla di un aereo piccolo, delle dimensioni di un caccia
o di un aereo da 10-12 posti, che fa una manovra simile al giro della
morte, ma verso il basso (che acrobaticamente parlando è
ancor
più complessa di un vero giro della morte). Tanto gli basta
per
sostenere che non poteva essere un Boeing 757 e per convincere di
ciò lo spettatore. Poi però propone un
Cruise, che non è compatibile per dimensioni e
per profilo di volo nè con un caccia, nè con un
aereo da
10-12 posti, nè con un giro della morte fatto al contrario.
Una cosa è sicura: il ragionamento del regista
è
che i
danni al Pentagono sono troppo piccoli (un buchetto di pochi metri, le
finestre ancora intatte, le colonne ancora in piedi) per essere stati
causati da un Boeing 757, e sono più consoni a
quelli
provocati da un missile Cruise.
Per inciso, i
missili
Cruise hanno una testata di guerra ad alto esplosivo del peso di circa
500 kg...
Come
già detto e mostrato, "il regista" non sostiene assolutamente
nulla, nè nel primo caso nè nel secondo, e quindi tutto
il contorto ragionamento di JB è assolutamente inutile, oltre che fuorviante.
32. I rulli
Minuto 28 e 30 secondi
circa
Il
regista riprende a commentare la circostanza che diverse finestre
vicine al punto di impatto si sono salvate, vetri compresi, e che i
rulli di cavi elettrici “non
sono
nemmeno caduti”.
Sulle
finestre abbiamo
già detto. Non sappiamo perchè il regista torni
sull'argomento, evidentemente si era prefissato di fare un film di
novanta minuti.
Adesso
però se la
prende anche con i rulli dei cavi elettrici, che non sono "caduti".
Ora, lasciamo perdere la considerazione che non conosciamo la posizione
dei rulli prima dell'impatto, e lasciamo perdere anche la
considerazione che i rulli possono essere rotolati (son
rulli...).
La
considerazione da
fare è un'altra: forse che l'onda d'urto dell'esplosione di
500
kg di alto esplosivo militare, è meno imponente di quella di
un
aereo che si schianta? E quindi, se è stato un missile
Cruise a
colpire il Pentagono, perchè i rulli non sono
caduti?
Indipendentemente da cosa abbia
causato l'esplosione, è chiaro che l'esplosione non ha fatto
cadere i rulli. Ma questo non ci dice cosa abbia provocato
l'esplosione!
L'esplosione la vediamo tutti: ci
sono due video che ce la mostrano. I rulli stanno lì.
Evidentemente sono troppo pesanti per cadere, e siccome un rullo
è fatto per rotolare, avranno rotolato anzichè
cadere.
L'osservazione
del regista, quindi, è del tutto inutile e serve solo ad
impressionare lo spettatore.
Come
abbiamo già visto riguardo alla traiettoria impossibile del
Boeing, "non sono nemmeno caduti" è chiaramente riferito al
fatto che non siano stati colpiti (dell'esplosione Inganno Globale non
parla nemmeno). Quello che è del tutto inutile è questo
ulteriore ragionamento di JB costruito su una premessa sbagliata.
In
ogni caso, ecco un'altra immagine che mostra la traiettoria impossibile
(ricordiamo che l'aereo doveva stare volando rasoerba):
Negli ovali, i rulli di cavo elettico e la cancellata che stavano
direttamente davanti al muso dell'aereo. Le frecce indicano le colonne
portanti che non si sono spezzate, ma sono anzi piegate verso l'esterno.
33. Il foro di uscita
Minuto 29
Si
passa
dall'esame del foro di entrata, a quello del foro di uscita. La cosa
non ci meraviglia, visto il morboso accanimento che il regista nutre
nei confronti di tutti i buchi e fori...
Il
regista si chiede: se
l'aereo si è disintegrato contro la facciata, “Che
cosa può
aver causato questo foro di uscita, di dimensioni
simili a quello di
entrata , che sta addirittura all'interno del terzo anello
del
Pentagono? Fra il foro di entrata e quello di uscita, ci sono di
mezzo circa un centinaio di colonne di cemento armato
(mostra una
foto in cui le colonne sono 53...) . Che
cosa può
avere la forza di travolgerle tutte, restando intatto e conservando
fino alla fine la forza sufficiente per fare questo danno?”
(mostra
il foro di uscita).
Bella
domanda. Noi la
risposta la conosciamo: un Boeing 757 pieno di carburante e scagliato
alla massima velocità. Non è colpa nostra se al
regista
non sta bene.
Ma
non si era appena "disintegrato tutto" impattando con l'edificio"? Come
vedete, lo stesso JB è obbligato a contraddirsi dalla situazione
apparentemente inspiegabile.
Questo è il percorso fatto dal "qualcosa" che evidentemente era mille volte più robusto di tutto il resto:
Ma
osservate come si
debunka ancora una volta da solo. Poco prima si
è lamentato che le colonne sono rimaste
in piedi. Adesso si lamenta che sono state travolte tutte! Prima si
è lamentato che i danni sono scarsi. Adesso si lamenta che i
danni sono troppi!
Dovrebbe essere evidente che non parlo delle STESSE colonne.Sto parlando di quelle all'interno:
E' proprio questo il problema: o l'aereo si è "polverizzato" all'impatto, e allora i
danni devono esere pochi, oppure "è tutto penetrato", e allora i
danni devono essere molti.
Ma non si possono avere pochi danni davanti
(colonne rimaste in piedi, appunto) e molti dietro (colonne abbattute all'interno):
E poi, dire che il foro d'uscita (che i tecnici chiamano
"punch
out") sia di dimensioni simili a quello di entrata....
Nelle due foto sotto vediamo a sinistra la facciata devastata
dall'impatto con la voragine infuocata al centro che raggiunge
un'altezza superiore alla metà di quella del Pentagono, e a
destra il "punch out" che è decisamente più
modesto!
La
"voragine infuocata" è sempre lo stesso buco di 4 metri che
abbiamo visto all'inizio. A destra l'inspiegabile foro di uscita, senza
le persone davanti:
Non mi pare che ci sia una grande differenza (personalmente, mi sembra quasi più largo il secondo).
Piuttosto qualcuno ci dovrebbe spiegare come mai, al momento dell'esplosione
che si vede nella fotografia pubblicata da JB, ci siano già in corso svariati
incendi su ambo i lati della "voragine":
Se quello
al centro è l'aereo che sta esplodendo, come hanno fatto a innescarsi gli
altri incendi?
Non sarà per caso la "secondary
explosion" di cui hanno parlato alcuni testimoni, e che sarebbe ben
difficile da spiegare con il semplice impatto di un Boeing?
(Anche da questa immagine si vede come l'aereo non potesse in nessun
modo stare volando rasoerba, denunciando quindi il video del Pentagono
mostrato più sopra come un falso clamoroso).
Certo
è che il
regista è così sicuro del fatto che ormai lo
spettatore
è predisposto a credere a qualsiasi cosa, che non
bada
più a mantenere il minimo
livello
di coerenza, nemmeno con le sue stesse affermazioni !.
Io
credo che lo spettatore - come il lettore - abbia una capacità
critica molto superiore a quella che gli attribuisce JB.
34. Il generale
Minuto
29 e 30 secondi.
Il
regista mostra una intervista a un generale in pensione (Albert
Stubblebine), il quale
dice: “Io
guardo il buco nel Pentagono, poi guardo le
dimensioni
dell'aereo che avrebbe dovuto colpire il Pentagono... e dico che
l'aereo non ci sta in quel buco”.
Bella
frase. Bisognerebbe vedere che foto gli hanno mostrato, però.
Ma
attenzione. Chi
è davvero questo generale?
Stubblebine
ha ricoperto
una serie di incarichi nel settore dell'intelligence, ed è
stato
silurato nel 1984 quando uno dei suoi ufficiali subalterni è
rimasto vittima di crisi psicotiche nel corso di un programma
organizzato dal generale.
Successivamente
Stubblebine si
è dedicato a studi sugli UFO (avete
capito bene...omini verdi e storie simili) e sulle forze psichiche
paranormali,
effettuando tour internazionali e partecipando a convegni e incontri.
Sostiene l'esistenza di persone che sono in grado di vedere a qualsiasi
distanza grazie ai propri poteri mentali, e che opererebbero
nell'ambito di un programma dell'Esercito americano, e - dulcis in
fundo - è coinvolto in iniziative che sostengono medicine di
tipo alternativo a quella ufficiale.
Che
tipo affidabile, eh?
Prima
un ingegnere
aeronautico dal lontano Sri Lanka che scrive libri sulla religione di
Dio, adesso
un vecchio generale in pensione che crede agli UFO e alle forze
psichiche paranormali... Certo che il regista se le sceglie proprio
bene, quelle poche fonti che cita!
Per
i riferimenti biografici al generale Stubblebine, si vedano:
Altra "Fallacia ad Personam", l'ultima risorsa di chi non ha argomenti
validi da contrapporre. Chiunque "sia" Stubblebine, è quello che dice
che bisogna confutare, non il suo passato. Ecco quello che dice Stubblebine, direttamente da Inganno Globale:
35. Il missile con le ali
Minuto 30 e 20 secondi
Il
film ci delizia con le dichiarazioni di un testimone che dice:
“Era come un
missile cruise con le ali, è andato
diritto di
là e ha sbattuto diritto contro il Pentagono”.
Il testimone sta chiaramente facendo un paragone. Non sta dicendo che
"è un missile Cruise". Cosa si pretendeva che dicesse? Che "era come un carciofo con le
ali?"
Infatti, nessuno ha mai sostenuto che lo fosse, un Cruise. Quindi?
Dove starebbe il problema? Forse non dovremmo far sapere a chi ci legge che quell'aereo "sembrava un missile con le ali"?
Peraltro,
chi ha detto questa frase è Mike Walter, reporter di USA
Today, testimone diretto dell'impatto.
Mike Walter si trovava nella sua auto percorrendo la Northbound-27, una
strada che passa proprio a fianco del Pentagono.
La sua dichiarazione completa è questa: "I
looked out my window and I saw this plane, this jet, an American
Airlines jet, coming. And I thought, 'This doesn't add up, it's really
low.' And I saw it. I mean it was like a cruise missile with wings. It
went right there and slammed right into the Pentagon".
Tradotto: "Ho
guardato fuori dal finestrino e ho visto questo aereo, questo jet, un
jet dell'American Airlines, che arrivava. E ho pensato che non aveva
senso, era davvero basso. E l'ho visto... voglio dire,
sembrava
un missile cruise con le ali. E' andato proprio lì e si
è
schiantato nel Pentagono".
La dichiarazione può essere letta sulla CNN.
Siamo
in presenza di un altro palese inganno nei confronti dello spettatore.
Non
c'è nessun bisogno di leggere la dichiarazione sulla CNN, visto
che la prima parte della testimonianza è riportata anche in
Inganno Globale, esattamente come l'ha citata JB. Sta proprio
all'inizio del capitolo sul Pentagono.