Questa è la traduzione
integrale
del testo
originale (autorizzato) di David
Ray Griffin intitolato:
The Destruction of the World Trade Center: Why
the Official Account Cannot Be True
pubblicato per il 911truth.com il
29 gennaio 2006
Dr. David Ray Griffin
La distruzione del World Trade Center: perchè la versione
ufficiale non
può essere vera.
Nel libro "La nuova Pearl Harbor: domande
scomode
sull'Amministrazione Bush e l'11 settembre" (2004) ho riassunto dozzine
di fatti e verbali che proiettano ombre sulla versione ufficiale
dell'11 settembre. Poi, nel successivo "Rapporto della commissione
9/11: errori ed omissioni" (2005 a), ho parlato del modo in cui questi
elementi sono stati esaminati dalla Commissione, cioè
distorcendoli o
semplicemente omettendoli.
Ho poi optato per un discorso generale,
esaminando
l'argomento in tutte le sue sfaccettature, nei miei precedenti scritti
e discorsi sull'11 settembre (Griffin, 2005 b e 2005 e b).[1] Questa
impostazione, che espone ogni aspetto problematico della versione
ufficiale, è la più efficace per metterla in discussione.
Tuttavia questo modo di presentare i fatti ha
un
grosso limite, specialmente in discorsi ed articoli. Ciò implica
che
l'esposizione di ogni singola questione debba essere piuttosto concisa,
quindi superficiale. Di conseguenza la gente può pensare che un
trattamento più approfondito di ogni singolo aspetto potrebbe
far
sembrare la versione ufficiale plausibile, dopo tutto.
In questo scritto, mi concentro su una sola
questione: perché le torri gemelle e l'edificio 7 del World
Trade
Center siano crollate.
Il vantaggio nell'adottare questo metodo,
oltre la
possibilità di scendere piuttosto nel dettaglio, è che la
distruzione
del World Trade Center rappresenta una delle migliori
opportunità per
comprendere la verità sull'11 settembre.
Approfondire questo aspetto ci
consentirà
anche di
esaminare le rivelazioni contenute nelle testimonianze orali dell'11
settembre, che sono state registrate dal Dipartimento dei Pompieri di
New York appena dopo l'11 settembre, ma sono state rese
pubbliche solo nell'agosto del 2005.
Vorrei iniziare con la questione del
perché le
torri gemelle siano crollate, e poi fare lo stesso per l'edificio 7.
1. Il crollo
delle torri gemelle
Poco dopo l'11 settembre, il presidente Bush
ha
avvisato la popolazione che non avrebbe tollerato "Oltraggiose teorie
della cospirazione riguardanti e gli attacchi dell'11 settembre"
(Bush, 2001).[2] Philip Zelikow, che ha presieduto il lavoro della
commissione 9/11, allo stesso modo ha messo in guardia contro le
"Oltraggiose teorie della cospirazione" (Hansen, 2005). Cosa vogliono
dire queste persone utilizzando tale espressione? Non possono voler
dire che dobbiamo rigettare tutte le teorie della cospirazione sull'11
settembre, perché anche la versione del governo è una
teoria della
cospirazione, dove i cospiratori sono tutti membri di Al Qaeda. Loro
intendono solo che dovremmo rigettare le teorie oltraggiose.
Ma cosa distingue una teoria oltraggiosa da
una non
oltraggiosa? Questa è una dei temi fondamentali nella filosofia
della
scienza. Quando vengono confrontati da teorie rivali - ad esempio
l'evoluzione neo- darwiniana e l'Intelligent Design - gli scienziati
e i filosofi della scienza si chiedono quale teoria sia la migliore e
perché. Ciò che contraddistingue una buona teoria
è che essa può
spiegare in modo coerente, tutti o perlomeno la maggior parte dei fatti
rilevanti senza essere contraddetta da nessuno di essi. Una teoria
è
scadente quando viene contraddetta da alcuni dei fatti rilevanti. Una
teoria oltraggiosa potrebbe essere una che venga contraddetta da
praticamente tutti fatti rilevanti.
Tenendo a mente questa definizione, diamo
un'occhiata alla teoria ufficiale riguardo le torri gemelle, che
sostiene che esse siano crollate a causa dell'effetto combinato
dell'impatto degli aeroplani e dei conseguenti incendi. Il rapporto
stilato dalla FEMA sosteneva: "Il danno strutturale ad ogni torre
causato dall'impatto, insieme al successivo incendio, ha determinato il
crollo di ogni edificio" (FEMA, 2002).[3] Questa teoria fa chiaramente
parte di quelle oltraggiose, poiché viene contraddetta da
praticamente
tutti i fatti principali. Anche se questa conclusione può
sembrare
estrema, spiegherò perché in realtà non lo
è.
Nessun crollo
in precedenza determinato da incendi
La versione ufficiale è resa
implausibile da
due
problemi principali. Il primo è il semplice fatto che il fuoco
non ha
mai - prima o dopo l'11 settembre - causato il crollo di grattacieli
con un'intelaiatura in acciaio. I difensori della versione ufficiale
menzionano raramente, se mai lo fanno, questo semplice fatto. In
verità, quello che si suppone sia il definitivo rapporto del
NIST - il
National Institute of Standard and Technology (2005) - sottintende
addirittura che i crolli di edifici in acciaio causati dal fuoco siano
eventi normali (Hoffman, 2005). [4] Lontano dall'essere normali,
comunque, simili crolli non sono mai accaduti, esclusi quelli presunti
dell'11 settembre.
Chi difende la versione ufficiale,
naturalmente,
sostiene che i crolli non sono stati causati unicamente dagli incendi,
ma da questi ultimi combinati col danno causato dagli aerei. Le torri,
comunque, sono state progettate per sopportare l'impatto di aerei della
dimensione circa di un Boeing 767. [5] Hyman Brown, il responsabile
progettuale delle torri gemelle, dichiarò: "Le torri sono state
progettate, e con un certo margine, per sopportare praticamente ogni
cosa, inclusi uragani,... bombardamenti, e l'impatto di un aereo"
(Bollyn, 2001).
Ed anche Thomas Eager, un professore di
ingegneria
dei materiali del MIT che supporta la versione ufficiale, sostiene che
l'impatto degli aerei non sarebbe stato significativo, poiché
"Non è
stato perso un grande numero di colonne dopo l'impatto iniziale e i
carichi sono stati redistribuiti alle colonne rimanenti in questa
struttura altamente ridondante "(Eager e Musso, 2001, pp. 8-11).
Similmente, il rapporto del NIST, trattando di
quanto l'impatto degli aerei abbia contribuito al crollo, si
focalizza soprattutto sul fatto che gli aerei abbiano rimosso buona
parte del rivestimento anti-incendio dall'acciaio. [6]
La versione ufficiale del crollo, quindi, si
basa
essenzialmente sul fuoco, quindi non può essere enfatizzato
troppo il
fatto che il fuoco non abbia mai causato il crollo di grandi edifici in
acciaio - mai, sia prima il 9/11, che dopo il 9/11, o in qualunque
parte del mondo l'11 settembre, eccetto che presumibilmente a New York
- mai.
Si potrebbe sostenere, naturalmente, che
c'è
una
prima volta per tutto, e che un incendio davvero straordinario possa
portare ad un crollo. Esaminiamo questa idea. Come dovrebbe essere un
incendio straordinario? Date le proprietà dell'acciaio, le
fiamme
dovrebbero essere molto violente, estese, e durature. Ma gli incendi
nelle torri non hanno manifestato nessuna di queste caratteristiche.
C'è chi ha sostenuto, per essere
precisi, che
le
fiamme raggiunsero un'altissima temperatura. Alcuni speciali in
televisione hanno affermato che le torri sono crollate poichè le
fiamme
erano cosi alte da aver fuso l'acciaio. Per esempio, uno speciale della
BBC News riportò questa dichiarazione di Hyman Brown: "L'acciaio
fonde, e 24.000 galloni di carburante aereo hanno fuso l'acciaio".
Un'altra persona, presentata come ingegnere strutturale,
dichiarò: "E'
stato il fuoco ad affossare gli edifici. Non c'è niente sulla
faccia
della terra che possa sopportare quelle temperature con quella
quantità
di carburante... le colonne si fonderebbero" (Barter, 2001). [7]
Queste dichiarazioni, in ogni modo, sono
assurde.
L'acciaio non fonde finché non raggiunge i 2800° Fahreneit.
[8]
Inoltre, un incendio alimentato da idrocarburi, come il kerosene – vale
a dire il carburante degli aerei - può al massimo arrivare a
1700°F,
cioè 1100 gradi al di sotto del punto di fusione dell'acciaio.
[9]
Possiamo, di conseguenza, mettere da parte la pretesa che le torri
siano crollate in seguito alla fusione delle colonne di acciaio. [10]
La maggior parte dei sostenitori della
versione
ufficiale, in realtà, non affermano questa assurdità.
Sostengono
semplicemente che le fiamme abbiano riscaldato l'acciaio fino al punto
in cui avrebbe perso così tanta della sua capacità di
resistenza da
essersi deformato. [11] Per esempio, Thomas Eager, dicendo che
l'acciaio a 1300° perde l'80% della sua resistenza, conclude che
questo
debba essere quello che è successo. Ma perché ciò
sia plausibile, le
fiamme sarebbero dovute essere ancora molto violente.
Ma non lo erano. Alcuni hanno parlato, come
abbiamo
visto, del kerosene. Tuttavia la maggior parte è bruciato molto
velocemente nelle enormi palle di fuoco che si sono sprigionate dopo
l'impatto degli aerei con gli edifici, ed il resto è esaurito
nel giro
di dieci minuti [12], dopo di che le fiamme diminuirono. Fotografie
delle torri 15 minuti dopo gli impatti mostrano incendi isolati e molto
fumo nero, segno della scarsità di ossigeno. Thomas Eager, a
questo
proposito, ha detto che le fiamme raggiungevano "Probabilmente solo i
1200° o i 1300° F" (Eager, 2002).
Ci sono motivi per credere, per di più,
che le
fiamme non fossero neanche così intense. Come mostrano le
fotografie,
le fiamme non hanno rotto le finestre e non si sono nemmeno propagate
molto oltre i punti dove sono cominciate (Hufschmid, 2002, p.40).
Questa documentazione fotografica è supportata dagli studi
scientifici
condotti dal NIST, che ha scoperto che delle 16 colonne perimetrali
esaminate, "Solamente tre colonne hanno provato che l'acciaio raggiunse
temperature superiori ai 250°C [482°F],"e nessuna prova che
alcuna
colonna del nucleo centrale avesse raggiunto anche solo quelle
temperature (2005, p.88).
Il NIST (2005) sostiene che "Non ne ha dedotto
considerazioni su scala generale, dato che le colonne esaminate
rappresentavano solo il 3% delle colonne perimetrali e l'1% delle
colonne del nucleo centrale provenienti dai piani interessati dagli
incendi ". Che solamente una minuscola frazione delle colonne fosse
disponibile è stato dovuto, naturalmente, al fatto che ufficiali
governativi hanno venduto e spedito via immediatamente la maggior parte
dell'acciaio. In ogni caso, le scoperte del NIST sulla base di questa
piccolissima percentuale delle colonne non sono irrilevanti. Esse
significano che qualunque speculazione che alcune delle colonne del
nucleo centrale abbiano raggiunto temperature molto più alte
sarebbe
soltanto, per l'appunto, pura speculazione non corroborata da alcuna
dimostrazione empirica.
Per di più, anche se gli incendi
avessero
raggiunto
i 1300°F, come Eager suppone, ciò non implica che l'acciaio
avesse
raggiunto quella stessa temperatura. L'acciaio è un eccellente
conduttore di calore. Mettete a contatto un fuoco con
l'estremità di
una lunga sbarra di acciaio e il calore si diffonderà
rapidamente alle
altre parti, e ad altri eventuali prezzi di acciaio ad essa
interconnessi. [13]
Perché le fiamme avessero potuto
portare
alcune
delle colonne d'acciaio ad una temperatura vicina a quella da esse
stesse sprigionata, sarebbero dovute essere molto estese, in relazione
alla dimensione degli edifici e alla quantità di acciaio in essi
contenuto. Le torri, naturalmente, erano gigantesche e contenevano una
enorme quantità di acciaio. Un piccolo e localizzato incendio di
1300°
non avrebbe mai potuto portare nessuna delle colonne di acciaio nemmeno
vicina a quella temperatura, poiché il calore si sarebbe
propagato
velocemente per il resto dell'edificio.
Alcuni difensori della teoria ufficiale hanno
sostenuto che le fiamme erano indubbiamente molto grandi, e avevano
trasformato gli edifici in "Giganteschi incendi". Ma tutte le prove
contrastano questa affermazione, specialmente se facciamo riferimento
alla torre sud, che crollò per prima. Questa torre è
stata colpita tra
i piani 78 e 84, perciò è in quella regione che sarebbero
dovuti
esserci gli incendi maggiori. Brian Clark, un sopravvissuto, ha
dichiarato che quando scese fino all'80° piano:" Potevi vedere tra
i
muri e le fessure alcune fiamme... che li lambivano appena, non stava
divampando un grande incendio ma solo qualche fuoco, che produceva un
po' di fumo che fuoriusciva dai muri." [14] Allo stesso modo, uno dei
capo pompieri che raggiunse il 78° piano notò solamente "Due
focolai
isolati." [15]
La torre nord, per la precisione, ha avuto
degli
incendi abbastanza estesi e violenti da far si che molte persone
scelsero di lanciarsi verso la morte. Ma come sa perfettamente chiunque
possegga un camino od una stufa, anche un fuoco che non danneggia
l'acciaio o il ferro può bruciare la carne umana. Inoltre in
molti casi
può essere stato il fumo, piuttosto che il calore, a spingere le
persone a buttarsi.
In ogni caso, gli incendi, per indebolire le
colonne
di acciaio, sarebbero dovuti essere non solo molto estesi e violenti ma
anche molto duraturi. [16] Alle persone è stato raccontato che
le torri
sopportarono incendi di questo tipo, ad esempio la CNN ha sostenuto che
"Incendi molto intensi abbiano bruciato per molto tempo". Ma ciò
non è
accaduto. La torre nord è crollata dopo un'ora e 42 minuti
dall'impatto; la torre sud è crollata dopo soli 56 minuti.
Per comprendere quanto sia ridicola la teoria
che i
brevi incendi nelle torri abbiano potuto portarle al crollo
strutturale, possiamo confrontarle con degli altri esempi. Nel 1988, un
incendio nel First Interstate Bank Building a Los Angeles è
divampato
per 3.5 ore ed ha distrutto 5 dei 62 piani dell'edificio, ma non sono
stati registrati significativi danni strutturali (FEMA, 1988). Nel
1991, un enorme incendio al Philadelphia's One Meridian Plaza è
durato
18 ore ed ha distrutto 8 dei 38 piani dell'edificio, ma, secondo il
rapporto della FEMA, anche se "travi e putrelle si piegarono e torsero
... a causa della pesante esposizione al fuoco... , le colonne
continuarono a supportare il loro carico senza danni evidenti "
(FEMA,1991). A Caracas, nel 2004, un incendio in un edificio di 50
piani è durato 17 ore, devastandone completamente i 20 piani
della
parte superiore, tuttavia non è crollato (Nieto, 2004). E noi
dovremmo
credere che un incendio durato 56 minuti abbia portato al crollo
della torre sud.
A differenza degli incendi nelle torri,
inoltre,
quelli a Los Angeles, Philadelphia e Caracas sono stati abbastanza
violenti da aver distrutto le finestre.
Un altro importante paragone è
rappresentato
da una
serie di esperimenti fatti in Inghilterra a metà degli anni '90,
per
determinare quale tipo di danno potesse essere causato ad edifici in
acciaio sottoposti ad incendi estremamente violenti, estesi e durati
molte ore. La FEMA, nell'esaminare questi esperimenti, osservò:
"Nonostante la temperatura dei supporti di acciaio avesse raggiunto gli
800 -900° C (1500-1700° F) in tre dei test... non si è
verificato un
crollo in nessuno dei sei esperimenti" (1988, Appendix A).
Questi paragoni smascherano l'assurdità
della
teoria
del NIST che le torri siano crollate poiché gli aerei avrebbero
danneggiato i rivestimenti antincendio delle colonne d'acciaio. Queste
protezioni assicurano la protezione dall'incendio solo per poche ore,
quindi l'acciaio negli edifici di Philadelphia e Caracas sarebbe stato
esposto direttamente alle fiamme divampanti per almeno 14 ore, ed anche
in quel caso l'acciaio non si è piegato. il NIST sostiene,
nondimeno,
che l'acciaio nella Torre Sud si sia deformato perchè è
stato esposto
direttamente alle fiamme per 56 minuti. [18]
Alcuni difensori della versione ufficiale
hanno
speculato che ci fosse qualcosa, relativamente alle Torri, che le
rendesse vulnerabili in maniera particolare al fuoco. Tuttavia, queste
dichiarazioni non sono corroborate da nessuna prova. Inoltre, come
Norman Glover ha fatto notare: "Praticamente tutti i grandi edifici
sopporteranno un serio incendio nell'arco della loro esistenza. Nessun
grande edificio, alto molti piani, è mai crollato a causa del
fuoco. Il
World Trade Center stesso ne ha sopportato uno nel 1975; tuttavia,
l'edificio riscontrò danni minori ed fu riparato e restituito
alla
piena funzionalità" (Glover, 2002).
Indizi molteplici di una demolizione
controllata
C'è una verità capovolta a
proposito del fatto
che,
a parte per i supposti casi dell'11 settembre, il fuoco non abbia mai
causato il crollo di grandi edifici in acciaio.
Questa verità è che ogni
precedente crollo
globale
sia stato causato dalla procedura nota come "demolizione controllata",
in cui esplosivi capaci di tagliare l'acciaio vengono piazzati in punti
strategici nell'edificio, e detonati secondo una sequenza ben precisa.
Anche sapendo solamente che le torri sono crollate, di conseguenza,
sarebbe naturale presumere che lo abbiano fatto a causa di esplosivi.
Questa conclusione a priori, inoltre, è
supportata
da un'analisi empirica della particolare natura dei crolli. Qui
arriviamo al secondo maggiore problema della teoria ufficiale, e
precisamente, che i crolli hanno avuto almeno undici caratteristiche
che si sarebbero potute aspettare se, e solamente se, fossero stati
utilizzati esplosivi. Le riassumerò brevemente.
Crollo improvviso: In una demolizione
controllata, l'inizio del crollo è repentino. Un momento prima
l'edificio è perfettamente immobile, poi comincia
improvvisamente a
crollare. Ma l'acciaio, quando viene scaldato, non cede ne' si piega
improvvisamente. Dunque in crolli provocati dal fuoco – se ne avessimo
degli esempi – il crollo sarebbe graduale. Le travi e le putrelle
inizierebbero a deformarsi; le colonne, se soggette a forti
sollecitazioni, comincerebbero a piegarsi. Ma come mostrano i filmati
delle torri, [19] non si sono manifestati questi segnali, neanche nei
piani immediatamente sopra il danno causato dall'impatto degli aerei.
Gli edifici erano completamente immobili fino all'inizio dei crolli.
Crollo verticale: La questione
principale nella demolizione controllata di un edificio alto,
confinante con altri palazzi, è che venga giu' dritto fino a
collassare
sulla sua stessa base, o perlomeno vicino, cosi da non provocare danni
agli altri palazzi. L'arte della scienza delle demolizioni controllate
è incentrata soprattutto su questo obiettivo. Come ha spiegato
Mark
Loizeaux, presidente della Controlled Demolition Inc. : "Per demolire
[un edificio] come vogliamo, cosi... che non venga danneggiata nessuna
altra struttura" la demolizione deve essere "approfonditamente
pianificata", usando "gli esplosivi adatti e la giusta sequenza nel
detonarli" (Else, 2004). [20] Se le torri, alte 110 piani, fossero
cadute di lato, avrebbero causato enormi danni a molti degli edifici
degli isolati vicini. Ma le torri sono venute giù in verticale.
Di
conseguenza, la teoria ufficiale, implicando che il fuoco abbia
perfettamente imitato i crolli che altrove sono stati prodotti solo
da esplosivi sapientemente piazzati, richiede un miracolo.
La velocità vicina alla caduta
libera:
Gli edifici abbattuti dalle demolizioni controllate collassano in un
tempo vicino alla caduta libera. Ciò accade poiché
vengono meno i
supporti ai piani inferiori, cosi che quando i piani superiori crollano
non incontrano alcuna resistenza. Il fatto che i crolli delle Torri
abbiano ricalcato questa caratteristica delle demolizioni controllate
è
stato menzionato indirettamente nel Rapporto della Commissione 9/11,
che ha dichiarato che "La torre Sud è venuta giù in 10
secondi" (Kean e
Hamilton, 2004, p.305) [22]. Gli autori del rapporto, evidentemente,
non hanno pensato che la rapidità del crollo potesse contrastare
con
la versione ufficiale, conosciuta come "effetto pancake".
Secondo questa teoria, i piani sopra quelli
che sono
stato indeboliti dall'impatto dell'aereo, sono crollati sui piani
inferiori, innescando una reazione a catena, e determinando lo
schiacciamento di tutti i piani.
Ma se questo fosse ciò che è
accaduto, i piani
inferiori, col loro carico di acciaio e cemento, avrebbero offerto
resistenza. I piani superiori non sarebbero potuti crollare attraverso
quelli inferiori come se fossero in caduta libera. Comunque, i filmati
dei crolli mostrano che le macerie in linea col profilo dell'edificio
crollavano alla stessa velocità di quelle all'esterno [23]
(Jones,
2006). Come spiega l'architetto e fisico Dave Heller (2005) :
I piani non possono essersi schiacciati. Gli
edifici
sono crollati troppo velocemente. I solai avrebbero dovuto cedere
simultaneamente, per arrivare a terra in un tempo cosi ridotto. Ma in
che modo? In quello [conosciuto come la demolizione controllata], ogni
piano di un edificio viene distrutto appena prima che il piano sopra lo
stia per colpire. Dunque, i piani cedono allo stesso tempo,
virtualmente in caduta libera. (Garlic and Glass 6)
Crollo globale: La versione
ufficiale è ancora più vistosamente contraddetta dal
fatto che i crolli
sono stati totali: queste torri di 110 piani si sono
trasformate in ammassi di detriti alti giusto pochi piani. Com'è
stato
possibile? Il nucleo centrale di ogni torre era costituito da una
struttura reticolare con 47 imponenti colonne portanti in acciaio. [24]
Secondo l' "effetto pancake", sono venute a mancare le colonne
orizzontali di acciaio di supporto alle colonne verticali. Ma se
è
successo questo, le 47 colonne verticali del nucleo centrale starebbero
ancora in piedi. La Commissione 9/11 se ne è uscita con
un'ardita
soluzione a questo problema. Ha semplicemente negato l'esistenza delle
47 colonne d'acciaio, dicendo: "Il nucleo centrale degli edifici era un
pozzo d'acciaio cavo, che conteneva gli ascensori e le scale" (Kean and
Hamilton, 2004, 541 note 1). Voila'! Senza le 47 colonne del nucleo
centrale, il problema principale scompare.
Il Rapporto del NIST ha provato a spiegare
questa
che è la questione piu' pesante, sostenendo che quando i piani
sono
crollati, hanno fatto pressione sulle colonne, portando
all'instabilità
delle colonne perimetrali. Ciò ha poi aumentato il carico
gravitazionale sulle colonne del nucleo centrale, che erano state
indebolite in precedenza da fiamme terribilmente alte, che, secondo il
NIST, hanno raggiunto i 1832°, e questa combinazione di fattori in
qualche modo ha portato al "crollo globale" (NIST, 2005, pp.28, 143).
Questa teoria deve affrontare due problemi.
Primo,
l'affermazione del NIST riguardante la presenza di incendi molto caldi
nel nucleo della struttura manca completamente di prove. Come abbiamo
già visto, i loro studi non presentano prove riguardo al fatto
che le
colonne esterne avessero raggiunto temperature anche solo di 482°F
(250°C), quindi la loro teoria richiede un'aggiunta puramente
speculativa di più di 1350°F.[25] Secondo, anche se questi
eventi
fossero avvenuti, il NIST non spiega per quale motivo essi avrebbero
dovuto provocare un crollo totale. Il rapporto del NIST asserisce che
il cedimento strutturale si sia verificato tanto nelle colonne del
nucleo interno, quanto in quelle del perimetro esterno, ma questa
rimane una pura asserzione. Non c'è alcuna spiegazione
plausibile del
motivo per cui le colonne, anche se avessero raggiunto tali
temperature, dovrebbero essersi spezzate o anche solo deformate tanto
da causare un crollo totale ad una velocità quasi pari a quella
di
caduta libera.[26]
Acciaio tagliato: nelle demolizioni
controllate di edifici a struttura in acciaio gli esplosivi sono usati
per tagliare a pezzi colonne e travi di questo metallo. Un
rappresentante della Controlled Demolition, Inc. ha affermato che lo
RDX, uno degli esplosivi usati normalmente, taglia l'acciaio "come un
rasoio taglia un pomodoro". Oltretutto, l'acciaio non è
semplicemente
tagliato, ma è tagliato in pezzi sufficientemente corti da poter
essere
gestiti facilmente. Come la Controlled Demolition, Inc. afferma nella
sua pubblicità: "I nostri sistemi DREXSTM ... segmentano i
componenti
in acciaio in pezzi di un peso tale da poter essere sollevato dagli
strumenti disponibili".[27]
Questa peculiarità delle demolizioni
controllate
sembra essere stata presente in qualche modo anche nei crolli delle
Torri Gemelle. Dopo aver studiato varie fotografie della scena del
crollo, Jim Hoffman (2004) ha affermato che molto dell'acciaio sembrava
"tagliato in pezzi facilmente caricabili dai macchinari usati per
ripulire Ground Zero.[28]
Polverizzazione del cemento e di altri
materiali:
un'altra caratteristica delle demolizioni controllate è la
produzione
di grandi quantità di polvere, dato che gli esplosivi abbastanza
potenti da tagliare l'acciaio polverizzano il cemento e la maggior
parte degli altri materiali non metallici in piccole particelle.
Hoffman (2003) riporta che "quasi tutti i componenti non metallici
delle torri sono stati polverizzati in polveri fini." [29] Questa
osservazione è stata fatta anche dal Colonnello John O'Dowd
della U.S.
Army Corps of Engineers. "Al WTC", ha detto su History Channel,
"sembrava che tutto si fosse polverizzato" (History Channel, 2002).
Questo fatto crea un problema alla teoria
ufficiale,
secondo la quale l'unica energia presente era quella gravitazionale.
Quest'energia sarebbe stata sufficiente a rompere la maggior parte del
cemento in pezzi piuttosto piccoli, ma non si sarebbe neanche
avvicinata alla quantità necessaria a trasformare il cemento e
quasi
tutti i componenti non metallici degli edifici in minuscole particelle
di polvere.
Nuvole di polvere: un'altra
caratteristica comune nelle demolizioni controllate è la
produzione
delle nuvole che si vedono quando le esplosioni gettano le polveri
fuori dall'edificio con grande energia. I crolli delle torri, come si
può notare confrontando i vari filmati presenti sul web, hanno
prodotto
nuvole molto simili a quelle prodotte dalle demolizioni controllate di
altre strutture, come ad esempio il Seattle's Kingdome. L'unica
differenza è che le nuvole prodotte durante il crollo delle
torri erano
in proporzione molto più grandi. [30]
Il problema dell'origine dell'energia
necessaria si
presenta nuovamente. Hoffman (2003), basandosi sull'espansione della
nuvola di polvere della Torre Nord, calcola che l'energia richiesta
anche solo da quest'espansione, ignorando quella necessaria a tagliare
l'acciaio e polverizzare il cemento ed altri materiali, eccedeva di
almeno 10 volte l'energia gravitazionale disponibile.
Il resoconto ufficiale, quindi, implica una
grave
violazione delle leggi della fisica, una violazione che diventa anche
più grave se includiamo l'energia necessaria a polverizzare il
cemento
(senza contare quella richiesta per tagliare l'acciaio).
Oltre all'enorme quantità di energia
necessaria, un
altro problema della teoria ufficiale è che l'energia
gravitazionale
non basta a spiegare la produzione di queste nuvole di polvere. Questo
è evidente soprattutto nei primi secondi dell'evento. Hoffman
afferma:
"Sono visibili dense nuvole di cemento polverizzato emesse nei primi 2
secondi, quando il moto relativo della cima della torre rispetto alla
porzione intatta era solo di pochi piedi al secondo". [31]
Jeff King (2003) similmente dichiara: "[Una
grande
quantità di] finissima polvere di cemento è stata emessa
dalla cima
dell'edificio nei primi istanti del crollo... [quando] le lastre di
cemento [si stavano] scontrando una con l'altra a [solo] 20-30 mph".
L'importanza della dichiarazione di King
può
essere
apprezzata contrapponendola all'affermazione di Shyam Sunder,
investigatore capo del NIST, secondo la quale nonostante le nuvole di
polvere prodotte durante i crolli delle Torri Gemelle possano dare
l'impressione di una demolizione controllata, "è l'effetto
"pancaking"
dei piani che dà quest'impressione" (Popular Mechanics, 2005).
Il
"pancaking", secondo la teoria ufficiale difesa da Sunder,
cominciò in
corrispondenza del piano sottostante i fori provocati dall'impatto
degli aerei di linea. Come fa notare King, questa teoria non può
sostenere il fatto che, come rivelato dalle fotografie e dai video, le
nuvole di polvere siano state prodotte molto più in alto delle
zone di
impatto.
Getti orizzontali: un'altra
caratteristica comune nelle demolizioni controllate è
l'espulsione
orizzontale di altri materiali, oltre alla polvere, in corrispondenza
delle zone dell'edificio nelle quali sono stati attivati gli esplosivi.
Nel caso delle Torri Gemelle, le foto e i video mostrano che "pesanti
pezzi d'acciaio sono stati lanciati in tutte le direzioni a distanze di
500 piedi, mentre i rivestimenti di alluminio sono stati sparati fino a
700 piedi dalle torri" (Paul e Hoffman, 2004, p.7). Tuttavia l'energia
gravitazionale è, ovviamente, verticale, quindi non può
neanche
cominciare a spiegare questi getti orizzontali.
Anelli di demolizione: ancora un'altra
caratteristica delle demolizioni controllate indotte da esplosioni sono
gli anelli di demolizione, ossia una serie di piccole esplosioni che
corrono rapidamente attorno all'edificio. Anche questa
peculiarità si è
manifestata nel crollo delle torri. [32]
Rumori prodotti dalle esplosioni:
l'uso degli esplosivi per provocare crolli ovviamente produce rumori.
Come tutte le caratteristiche precedenti, a parte l'acciaio tagliato,
anche questa è stata notata da testimoni. Infatti, come vedremo
più
avanti, ci sono molte testimonianze dell'esistenza di tali esplosioni
prima e durante il crollo delle torri.
Acciaio fuso: l'undicesima
caratteristica che sarebbe lecito aspettarsi solo se degli esplosivi
fossero stati utilizzati per tagliare le colonne d'acciaio sarebbe
l'acciaio fuso; la sua presenza sul sito del crollo del WTC è
stata
riportata da molti testimoni, incluse le due figure principali
implicate nella procedura di asportazione delle macerie, Peter Tully,
presidente della Tully Construction, e Mark Loizeaux, presidente della
Controlled Demolition, Inc.
Tully ha detto di aver visto pozze di "acciaio
letteralmente fuso" al sito del crollo. Loizeaux ha affermato che molte
settimane dopo l'11 settembre, quando si stavano rimuovendo le macerie,
sono stati trovati "hot spots di acciaio fuso in corrispondenza
del fondo dei vani degli ascensori delle torri principali fino al
settimo piano interrato" (entrambe le affermazioni sono riportate in
Bollyn, 2004). [33]
Inoltre Leslie Robertson, ingegnere
strutturale capo
per le Torri Gemelle, ha affermato: "21 giorni dopo l'attacco, gli
incendi stavano ancora bruciando e l'acciaio fuso scorreva ancora"
(Williams, 2001). La giornalista del Knight-Ridder Jennifer Lin,
citando Joe "Toolie" O'Toole, un vigile del fuoco del Bronx che ha
lavorato per molti mesi prestando soccorso e rimuovendo le macerie, ha
scritto: "Gli incendi sotterranei hanno imperversato per mesi. O'Toole
ricorda di aver visto, in febbraio, una gru sollevare verticalmente una
trave d'acciaio dalle profondità delle catacombe di Ground Zero.
'Gocciolava acciaio fuso' ha detto" (Lin, 2002). Greg Fuchek, vice
presidente del settore vendite della LinksPoint, Inc., che ha fornito
parte delle attrezzature informatiche usate per identificare i resti
umani ritrovati, ha descritto le condizioni lavorative come
"infernali", in parte perchè per sei mesi la temperatura del
suolo
variava tra 600 e più di 1500 gradi Fahrenheit. Fuchek ha
aggiunto che
"a volte, quando un lavoratore estraeva una trave d'acciaio dalle
macerie, dall'estremità gocciolava acciaio fuso." [34]
Questa testimonianza è molto
importante, dato
che
sarebbe difficile immaginare che cosa, oltre agli esplosivi ad alto
potenziale, avrebbe potuto causare lo scioglimento dell'acciaio.
L'importanza della natura dei crolli, come
è
stata
delineata da queste 11 caratteristiche, è dimostrata dal fatto
che i
tentativi di difendere la teoria ufficiale tipicamente ne ignorano la
maggior parte. Per esempio un articolo su "Popular Mechanics" (2005),
tentando di smontare quelli che definisce alcuni dei miti più
diffusi
sull'11 settembre creati dai "teorici cospirazionisti", ignora
completamente la rapidità, la verticalità e il carattere
improvviso e
totale dei crolli, evitando anche di menzionare le testimonianze
riguardanti l'acciaio fuso, gli anelli di demolizione e i suoni delle
esplosioni. [35]
2. Testimonianze riguardanti le esplosioni e
relativi fenomeni nei resoconti orali sull'11 settembre
La maggior parte di queste 11 caratteristiche
–
tutte tranne il taglio delle colonne centrali e l'acciaio fuso nelle
fondamenta – sono tali che, se verificatesi prima o durante i crolli
delle torri, possono essere state osservate dalle persone presenti
nell'area. Infatti sono state raccolte testimonianze riguardanti questi
fenomeni fin da subito dopo l'11 settembre da giornalisti, [36]
pompieri, [37] ufficiali di polizia, [38] persone che hanno lavorato
nelle torri, [39] e un importante esperto di esplosivi, Van Romero,
[40] che ha affermato il giorno stesso, dopo aver visto i video, che i
crolli non solo ricordavano quelli prodotti da implosioni controllate,
ma dovevano essere stati causati da "alcuni congegni esplosivi
all'interno degli edifici" perché erano "troppo metodici" per
essere
risultati casuali degli impatti degli aerei (Uyttebrouck, 2001). [41]
Alcune di queste testimonianze erano di grande rilevanza, anche se
poche e sparse. Nessun sostanzioso gruppo di testimonianze è
stato reso
prontamente accessibile.
Tuttavia questa situazione è cambiata
in modo
drastico. Poco dopo l'11 settembre il New York Fire Department ha
registrato oltre 500 resoconti orali nei quali i vigili del fuoco e i
tecnici per le emergenze mediche hanno riportato le esperienze vissute
quel giorno. [Gli Emergency Medical Services sono diventati una
divisione interna al Fire Department (Dwyer, 2005a).] L'amministrazione
del sindaco Bloomberg rifiutò però di renderle pubbliche.
Tuttavia il
New York Times, insieme a molti famigliari delle vittime dell'11
settembre, fece causa e, dopo un lungo processo, la Corte d'Appello di
New York ordinò alla città di rilasciare questi resoconti
orali, cosa
che fece nell'agosto 2005 [42] (Dwyer, 2005b). Il Times li ha poi resi
pubblicamente disponibili (NYT, 2005). [43]
Questi resoconti orali contengono moltissime
testimonianze che raccontano di esplosioni e relativi fenomeni tipici
delle demolizioni controllate. Riporto di seguito qualche esempio.
Esplosioni
Molte persone hanno raccontato di esser state
testimoni di un'esplosione di poco antecedente il crollo di una delle
torri. John Sudnik, comandante dei vigili del fuoco, ha affermato:
"abbiamo sentito... qualcosa che dal rumore sembrava un'esplosione
molto rumorosa, quindi ho guardato verso l'alto e ho visto la torre due
che cominciava a crollare" (NYT, Sudnick, p.4).
Molte persone hanno raccontato di esplosioni
multiple. Il paramedico Kevin Darnowski ha detto: "Ho sentito tre
esplosioni, poi... la torre due ha iniziato a venir giù" (NYT,
Darnowski, p.8).
Il vigile del fuoco Thomas Turilli ha detto:
"sembrava quasi il rumore di bombe che esplodevano, tipo boom, boom,
boom, circa sette o otto" (NYT, Turilli, p.4).
Craig Carlsen ha affermato che lui e altri
vigili
del fuoco sentirono "esplosioni provenienti da... la torre sud. ... Ci
sono state circa dieci esplosioni. ... Abbiamo quindi capito che
l'edificio aveva iniziato a crollare" (NYT, Carlsen, pp.5-6).
Il vigile del fuoco Joseph Meola ha detto:
"sembrava
che l'edificio stesse esplodendo su tutti e quattro i lati. Abbiamo
proprio sentito gli scoppi" (NYT, Meola, p.5).
Anche il paramedico Daniel Rivera ha
menzionato gli
"scoppi". Quando gli è stato chiesto come avesse saputo che la
torre
sud stava crollando, ha detto:
"Era un rumore del diavolo. All'inizio ho
pensato
che fosse – avete mai visto le demolizioni controllate, dove piazzano
delle cariche su certi piani e poi sentite "Pop, pop, pop,
pop, pop"? ... Pensavo fosse quello." (NYT,
Rivera, p.9)
Inizio del crollo al di sotto della zona
d'impatto e degli incendi
Secondo il resoconto ufficiale, l'effetto
"pancaking" è iniziato quando i piani sovrastanti il buco
causato
dall'aereo sono caduti sui piani sottostanti. Alcuni testimoni hanno
invece riportato che il crollo della torre sud è iniziato
più in basso.
Timothy Burke ha detto che "l'edificio
è
scoppiato,
più in basso dell'incendio... Ho pensato 'o mio dio, c'è
un congegno
secondario' per il modo in cui l'edificio è esploso. Ho pensato
che
fosse un'esplosione" (NYT, Burke, pp. 8-9).
Il vigile del fuoco Edward Cachia ha
affermato: "Ha
ceduto ad un piano più basso, non in corrispondenza del piano
dove ha
l'aereo ha colpito... All'inizio abbiamo pensato che ci fosse qualcosa
tipo una detonazione interna, perché c'è stata una
successione, boom, boom, boom, boom,
poi la torre è venuta
giù" (NYT, Cachia, p.5).
L'importanza di queste osservazioni è
rafforzata dal
fatto che gli autori del rapporto del NIST, dopo averne rilasciato una
bozza al pubblico, sentirono il bisogno di aggiungere la seguente frase
al Sommario Esecutivo:
"Il NIST non ha trovato alcuna prova che possa
corroborare ipotesi alternative che sostengano che le torri del WTC
siano state fatte crollare tramite demolizione controllata usando
esplosivi piazzati prima dell'11 settembre 2001. ... Al contrario, foto
e video da molte angolazioni mostrano chiaramente che il crollo
è
iniziato ai piani degli incendi e degli impatti e che è
progredito dai
piani iniziali verso il basso".
Lampi e anelli di demolizione
Alcuni dei testimoni hanno parlato di lampi e
di
altri fenomeni riconducibili ad anelli di demolizione. L'Assistente
Commissario Stephen Gregory ha affermato: "Pensavo... prima... che la
n°2 crollasse, di aver visto dei lampi nella parte inferiore ...
Ho...
visto come un flash, flash, flash ... in
corrispondenza dei livelli bassi dell'edificio. Sapete, come quando
demoliscono un edificio." (NYT, Gregory, pp. 14-16).
Il Capitano Karin Deshore ha detto: "Circa
nella
zona centrale... c'è stato questo lampo rosso e arancione.
Inizialmente
era solo uno. Poi questo lampo ha iniziato a scoppiare lungo tutto il
perimetro dell'edificio, che ha cominciato ad esplodere... Ad ogni
scoppio era associato un lampo, prima arancione e poi rosso, che usciva
dall'edificio e ne percorreva il bordo in entrambi i sensi, per quanto
potevo vedere. Questi scoppi e le esplosioni diventavano sempre
più
grandi e si muovevano sia verso l'alto che verso il basso, poi tutto
intorno all'edificio" (NYT, Deshore, p.15).
Il vigile del fuoco Richard Banaciski ha
affermato:
"C'è stata un'esplosione. Sembrava come alla televisione,
[quando]
fanno saltare gli edifici. Sembrava che si muovesse tutto intorno come
una cintura, tutte quelle esplosioni" (NYT, Banaciski, pp.3-4).
Il vice commissario Thomas Fitzpatrick ha
dichiarato: "Sembrava ci fossero dei lampi intorno ad certo livello
dell'edificio... La mia prima reazione fu di paragonarla a quelle
implosioni che si vedono in TV" (NYT, Fitzpatrick, pp. 13-14).
Getti orizzontali
Alcuni testimoni hanno parlato di getti
orizzontali. Il Comandante Frank Cruthers ha detto: "C'è stata
quella
che sembrava... un'esplosione. E' apparsa in cima, simultaneamente da
tutti i quattro lati, i materiali sono stati sparati fuori
orizzontalmente. Poi sembrò ci fosse un ritardo momentaneo prima
di
poter vedere l'inizio del crollo" (NYT, Cruthers, p.4).
Questa testimonianza è importante,
perché la
teoria
ufficiale sostiene che i getti furono prodotti dal crollo dei
pavimenti. Ascoltiamo allora il vigile del fuoco James Curran, che ha
detto: "Ho guardato indietro e ... ho sentito come se ogni piano si
fosse schiantato. Ho guardato indietro e tutto era stato sparato fuori
dai piani per la pressione prima che si verificasse effettivamente il
crollo" (NYT, Curran, pp. 10-11).
Il comandante Brian Dixon ha affermato:
"sembrava
che qualcuno avesse piazzato degli esplosivi tutto intorno al piano
più
basso dell'incendio nella torre sud... tutto è stato sparato
fuori da
quel piano" (NYT, Dixon, p. 15). [44]
Esplosioni sincronizzate
Alcuni testimoni hanno detto che le esplosioni
sembravano essere state sincronizzate. Per esempio, il vigile del fuoco
Kenneth Rogers ha detto: "c'è stata un'esplosione nella torre
sud... ho
continuato a guardare. Piano dopo piano dopo piano. Un piano sotto
l'altro dopo l'altro... sembrava una cosa deliberatamente
sincronizzata" (NYT, Rogers, pp. 3-4). [45]
Perché il pubblico non conosce questi
resoconti?
Se tutti questi vigili del fuoco e
soccorritori
medici hanno osservato tutti questi fenomeni che possono condurre ad
una demolizione controllata, ci si potrebbe chiedere per quale motivo
il pubblico non ne è a conoscenza. Parte della risposta è
fornita dal
Luogotenente Ausiliario dei vigili del fuoco Paul Isaac. Dopo aver
affermato che "c'erano sicuramente bombe in quegli edifici", Isaac ha
aggiunto che "molti altri pompieri sapevano che c'erano bombe negli
edifici, ma temono di perdere il loro lavoro ammettendolo, dato che
"ordini dall'alto" hanno proibito di discuterne" (Lavello, n.d.).
Un'altra parte della risposta sta nel fatto che, quando alcune persone
come Isaac e William Rodriguez hanno parlato, la stampa mainstream non
ha riportato le loro affermazioni.
3. Implicazioni
Ho suggerito che la teoria ufficiale sul
crollo
delle torri è resa estremamente implausibile da due fatti
fondamentali.
Primo, a parte la presunta eccezione dell'11 settembre, edifici alti
con struttura in acciaio non sono mai crollati a causa del fuoco; tutti
i crolli di questo tipo di edifici sono stati prodotti tramite
esplosivi piazzati accuratamente. Secondo, i crolli delle Torri Gemelle
hanno mostrato almeno 11 caratteristiche tipiche delle demolizioni
controllate. La probabilità che una qualunque di queste
caratteristiche
si sia verificata in assenza di esplosivi è estremamente bassa.
La
probabilità che tutte e 11 si siano verificate è
praticamente zero. [46]
Possiamo dire, quindi, che la teoria ufficiale
riguardo le torri è priva di fondamenti provanti, mentre tutte
le prove
possono essere spiegate dalla teoria alternativa, secondo la quale le
torri sono state tirate giù con esplosivi. La teoria ufficiale
è, di
conseguenza, una teoria oltraggiosa, mentre la teoria alternativa
è, da
un punto di vista scientifico, l’unica ragionevole teoria disponibile.
[47]
4. Altri fatti sospetti
Inoltre, anche se abbiamo già
considerato
sufficienti prove in favore della teoria secondo la quale le torri sono
state tirate giù con gli esplosivi, c’è dell’altro.
Rimozione dell’acciaio: per prima
cosa, l’acciaio degli edifici è stato rapidamente rimosso prima
che
potesse essere adeguatamente esaminato, [48] venduto praticamente tutto
a venditori di rottami, che ne inviano la maggior parte in Asia. [49]
In generale, la rimozione di prove dalla scena del delitto è un
reato
federale. Ma in questo caso, il personale federale ha facilitato la
rimozione. [50]
Questa rimozione ha suscitato proteste. Il
giorno di
Natale del 2001, il New York Times scriveva: "La decisione di riciclare
rapidamente l’acciaio del WTC nei giorni immediatamente successivi al
9/11 significa che potremmo non conoscere mai le risposte definitive".
[51] La settimana successiva, la rivista Fire Engineering scriveva:
"Stiamo letteralmente trattando l’acciaio rimosso dal sito come
spazzatura, non come prove cruciali della scena di un incendio
(Brannigan, Corbett, and Dunn, 2002) … la distruzione e la rimozione
delle prove deve cessare immediatamente" (Manning, 2002).
Comunque, il sindaco Bloomberg, difendendo la
decisione di disfarsi dell’acciaio, ha dichiarato: "Se volete dare
un’occhiata ai metodi di costruzione e al design, oggi ci sono i
computer. [52] Un semplice sguardo ad un pezzo di metallo in genere non
dice niente." [53] Ma questo non è vero. Un esame dell’acciaio
avrebbe
potuto rivelare tracce di esplosivi.
La rimozione di una quantità di
materiale
senza
precedenti dalla scena di un crimine indica che un crimine senza
precedenti è stato coperto. [54]
La prova che questo cover-up è stato
portato
avanti
dal NIST è fornita dal suo trattamento di una interessante
scoperta da
parte della FEMA, secondo la quale alcune tipologie dell’acciaio sono
state "rapidamente corrose da solfitazione" (FEMA 2002, Appendice C).
Questo fatto è significativo, perché la solfitazione
è un fenomeno
conseguente agli esplosivi. La FEMA giustamente ha chiesto ulteriori
ricerche su questa scoperta, che secondo il New York Times sarebbe
"forse il più profondo mistero aperto dall’indagine"
(Killough-Miller,
2002). Un problema strettamente correlato, espresso all’indomani
dell’undici settembre dal Dr. Jonathan Barnett, Professore del Fire
Protection Engineering al Worcester Polytechnic Institute è il
seguente: "Gli incendi e i danni strutturali … non spiegherebbero
frammenti di acciaio tra i detriti che sembrano essere stati
parzialmente vaporizzati (Glanz, 2001). Ma la relazione del NIST, nel
capitolo intitolato "Learning from the Recovered Steel", manca
completamente di menzionare sia la vaporizzazione sia la solfitazione.
[55] Per quale motivo gli scienziati del NIST sembrano condividere lo
sdegno del sindaco Bloomberg per gli studi empirici sull’acciaio
recuperato?
Caduta dell’Antenna della Torre Nord:
un altro problema notato dalla FEMA è che i video mostrano,
secondo le
parole del rapporto FEMA, che "la torre di trasmissione sulla cima
della [torre nord] iniziò a muoversi verso il basso e
leggermente su un
lato prima che il movimento del muro esterno fosse evidente. Questo
indica che il crollo è iniziato con uno o più cedimenti
del nucleo
centrale dell’edificio"(FEMA 2002, cap. 2).[56] Questa caduta è
stata
citata in un articolo sul New York Times di James Glanz and Eric
Lipton, secondo i quali: "I filmati del crollo della torre nord
mostrano che l’antenna tv ha iniziato a cadere una frazione di secondo
prima del resto dell’edificio. Le osservazioni indicano che in qualche
modo il nucleo di acciaio dell’edificio è ceduto per primo"
(Glanz and
Lipton, 2002). Nel presunto definitivo rapporto del NIST, comunque, non
abbiamo trovato menzione di questo fatto. Questa è una ulteriore
conveniente omissione, dal momento che la spiegazione più
plausibile, e
forse l’unica possibile, è che le colonne centrali sarebbero
state
tranciate con esplosivi – una spiegazione che sarebbe in accordo con i
racconti di numerosi testimoni oculari.
Inclinazione e disintegrazione della Torre
Sud:
Se la caduta dell'antenna della torre nord era anomala (secondo la
prospettiva della teoria ufficiale), il crollo della torre sud contiene
una anomalia ancora più insolita. I piani più alti –
sopra l’area
colpita dall’aereo – hanno iniziato ad inclinarsi verso l’angolo
più
danneggiato dall’impatto. Secondo le leggi della conservazione della
quantità di moto e del momento angolare, questo blocco di circa
34
piani sarebbe dovuto cadere a terra molto lontano dalle fondamenta
dell’edificio. "Ciononostante," osservano Paul e Hoffman, "mentre la
parte superiore iniziava a cadere, la rotazione decelerava. Poi ha
invertito la direzione, anche se la legge di conservazione del momento
angolare stabilisce che un oggetto solido in rotazione continua a
ruotare alla medesima velocità a meno che non venga applicata
una forza
rotatoria (opposta, ndt) (Paul and Hoffman, 2004, p. 34).
Successivamente, secondo le parole di Steven
Jones,
professore di fisica al BYU, "il blocco si trasforma per lo più
in
polvere a mezz’aria!" Questa disintegrazione ha interrotto
l’inclinazione e ha consentito ai piani più elevati di cadere
quasi
completamente all’interno dello spazio occupato dall’edificio. Come
Jones ci fa notare, questo comportamento estremamente anomalo è
stato
uno dei numerosi elementi che il NIST è stato capace di ignorare
in
virtù del fatto che la sua analisi "non include il comportamento
strutturale della torre dopo il raggiungimento delle condizioni
necessarie al crollo" (NIST 2005, p. 80, n. 12). Ciò risulta
loro
conveniente perché significa che il NIST non deve rispondere
alla
domanda di Jones: "Come lo spieghiamo, senza gli esplosivi, questo
strano comportamento?" (Jones, 2006).
Questo comportamento, comunque, non sembra
insolito
agli esperti di demolizioni controllate. Mark Loizeaux, capo della
Controlled Demolition, Inc., ha dichiarato:
Con il controllo differenziale della
velocità
dei
cedimenti nelle diverse parti della struttura, la si può far
camminare,
ruotare, ballare… possiamo far finire a nord-ovest strutture che
guardano verso nord.
Di nuovo, qualcosa che è inspiegabile
secondo
la
teoria ufficiale diventa chiaro se si adotta la teoria delle
demolizioni controllate.
Sicurezza del WTC: La
possibilità che
possano essere stati impiegati esplosivi solleva la domanda di come sia
stato possibile che chiunque abbia voluto piazzare esplosivi nelle
torri sia riuscito ad oltrepassare i controlli della sicurezza. La
domanda ci porta ad un fatto probabilmente rilevante su una azienda –
che attualmente si chiama Stratesec ma allora si chiamava Securacom –
che aveva l’incarico della sicurezza del World Trade Center. Dal 1993
al 2000, anni durante i quali la Securacom ha installato un nuovo
sistema di sicurezza, Marvin Bush, fratello del presidente, era uno dei
direttori dell’azienda. E dal 1999 al gennaio 2002 il loro cugino Wirt
Walzer III era il CEO (Burns, 2003).[57] In teoria questi fatti
sarebbero dovuti finire in prima pagina – o almeno nel rapporto finale
della Commissione 9/11.
Questi fatti, in ogni caso, potrebbero essere
rilevanti sulla base di testimonianze fornite da persone che hanno
lavorato al World Trade Center. Alcuni di loro hanno ripetutamente
dichiarato che, anche se nelle settimane precedenti al 9/11 ci furono
segnali di allerta per i quali furono usati cani addestrati a fiutare
l’esplosivo, tali segnali furono rimossi cinque giorni prima del 9/11
(Taylor e Gardiner, 2001).
Inoltre, una persona di nome Scott Forbes,
dipendente di Fiduciary Trust – l’azienda per la quale lavorava il
marito di Kristen Breitweiser – ha scritto:
Il weekend del [8-9 settembre 2001] fu
staccata la
corrente nella torre sud. A causa della mancanza di energia, non ci fu
corrente elettrica per circa 36 ore dal 50° piano in su… Il motivo
del
distacco, secondo il WTC, era la manutenzione degli impianti di
cablatura… Ovviamente senza corrente non erano attive le telecamere di
sorveglianza nè le serrature di sicurezza, [mentre] molti, molti
"ingegneri" entravano e uscivano dalla torre. [58]
Per di più, un uomo di nome Ben
Fountain,
analista
finanziario per il Fireman’s Fund nella torre sud, è stato
citato nella
rivista People, affermando che nelle settimane precedenti al 9/11 le
torri furono evacuate "un certo numero di volte"(People Magazine, 2001).
Previsione del crollo: Un altro fatto
rilevante è
che Rudy Giuliani, intervistato da ABC News riguardo il suo centro di
emergenza temporaneo in Barkley Street al 75, ha dichiarato:
Eravamo operativi là fuori quando ci fu
detto
che il
World Trade Center stava per crollare, ed è crollato prima che
potessimo uscire dall’edificio. [59]
Questa è un'affermazione sorprendente.
Prima
del
9/11, nessun incendio aveva mai causato il crollo di un grattacielo in
cemento armato. I pompieri che hanno raggiunto il 78° piano della
torre
sud certamente non credevano che stesse per crollare. Persino la
Commissione 9/11 ha riportato che, a sua conoscenza, "nessuno dei capi
[dei pompieri] presenti credeva che fosse possibile il crollo totale di
alcuna delle torri"(Kean e Hamilton, 2004, p. 302). Pertanto per quale
motivo qualcuno avrebbe detto a Giuliani che almeno una delle due torri
stava per crollare?
La risposta più ragionevole,
specialmente alla
luce
delle nuove prove, è che qualcuno sapeva che erano stati
piazzati
esplosivi nella torre sud e stavano per essere fatti saltare. E’
persino possibile che gli esplosivi possano essere stati fatti
esplodere prima di quanto originariamente progettato, perché gli
incendi nella torre sud si stavano spegnendo più rapidamente di
quanto
ci si aspettasse, dato che il carburante del jet era in larga parte
bruciato in una palla di fuoco all’esterno dell’edificio. [60] Questo
potrebbe spiegare perchè la seconda torre sia crollata per prima
– dopo
soli 56 minuti – anche se fu colpita per seconda, e ci furono incendi
minori. Ovvero, se la storia ufficiale fosse stata che gli incendi
avevano causato il crollo, l’edificio avrebbe dovuto essere demolito
prima che gli incendi si fossero estinti completamente. [61]
Scopriamo ora, da testimonianze a voce, che
Giuliani
non era il solo a sapere che il crollo era imminente. Almeno quattro
testimoni indicano che poco prima del crollo della torre sud, l’Office
of Emergency Management (ufficio per la gestione delle emergenze: OEM,
ndt) aveva predetto il crollo di almeno una delle due torri. Il
direttore dell’OEM riferiva direttamente a Giuliani. [63] Di
conseguenza sono stati i suoi uomini a dirglielo, anche se Giuliani ha
dichiarato che a lui e ad altri "fu detto" che le torri stavano per
crollare.
Come ha fatto notare il reporter del New York
Times
Jim Dwyer, la Commissione 9/11 ebbe effettivamente accesso alle
testimonianze a voce. [64] Avrebbe dovuto discutere di questi fatti, ma
non lo fece.
La negligenza manifestata dalla Commissione
9/11
sulla maggior parte dei fatti rilevanti riguardo ai crolli è
stata
seguita dal rapporto NIST, che dichiara, sorprendentemente:
L’indagine è stata focalizzata sulla
sequenza
degli
eventi dal momento dell’impatto dell’aereo all’inizio del crollo di
ciascuna torre. Per brevità, ci si riferisce a tale sequenza
come la
"probabile sequenza del crollo", anche se non include effettivamente il
comportamento strutturale delle torri dopo che le condizioni per il
crollo furono raggiunte… [la nostra simulazione tratta solo] del
deterioramento strutturale di ogni torre dal momento dell’impatto
dell’aereo al momento in cui l’edificio…era sul punto di per crollare
(80n, 140).
Steven Jones commenta adeguatamente:
Che dire del conseguente crollo simmetrico,
rapido e
completo degli edifici? …Che dire della caduta per prima dell’antenna
nella Torre Nord? Che dire del metallo liquefatto osservato nella zona
delle fondamenta? Non c’è da preoccuparsi: il NIST non ha
discusso di
alcun dato successivo al momento in cui le torri stavano per crollare.
Bene, alcuni di noi vogliono dare un’occhiata a tutti i dati, senza le
simulazioni al computer "sistemate" per farle concordare con il
risultato desiderato. (Jones, 2006)
Riassumendo: quando aggiungiamo questi altri
cinque
fatti sospetti alle undici caratteristiche che il crollo delle Torri
Gemelle ha in comune con le demolizioni controllate, abbiamo un totale
di sedici fatti riguardanti il crollo di questi edifici. Mentre il
crollo è inspiegabile secondo la teoria ufficiale, diventa
completamente comprensibile secondo la teoria che la distruzione delle
torri sia stata un "inside job" (un’operazione interna, ovvero
americana, ndt).
5. Il crollo del World Trade Center 7
Abbiamo visto che la Commissione 9/11 ha
semplicemente ignorato i fatti discussi sopra. Una ulteriore questione
non discussa dalla Commissione è stato il crollo dell’edificio
7. E
anche la ricostruzione ufficiale a riguardo è ancora più
problematica
di quella delle torri – come indicato dal titolo di un articolo del New
York Times: "Engineers Are Baffled over the Collapse of 7 WTC" (Glanz,
2001).[65]
Ancora più difficile da spiegare
Il crollo dell’edificio 7 è ancora
più
difficile
da spiegare del crollo delle torri, prima di tutto perchè non
è stato
colpito da nessun aereo, quindi non può essere usata nessuna
delle
teorie che parlano di come gli impatti degli aerei contribuirono al
crollo delle torri.
Inoltre, tutta la documentazione fotografica
indica
che gli incendi nell’edificio erano circoscritti, non eccessivamente
caldi e limitati a pochi piani. Fotografie scattate alla facciata nord
mostrano incendi solo al settimo e al dodicesimo piano su 47 piani in
tutto. Dunque se la facciata sud, che guardava le torri, avesse avuto
così tanti altri incendi come sostengono i difensori della
versione
ufficiale, questi non erano sufficientemente grandi da essere visti
dall’altra parte dell’edificio. [66]
Non ci sarebbe da sorprendersi, ovviamente,
che gli
incendi in questo edifico fossero stati ancora più piccoli di
quelli
delle torri, perché mancava il carburante aereo per alimentare
un
grande incendio. Alcuni dei difensori della storia ufficiale hanno
dichiarato, ad onor del vero, che serbatoi di diesel stoccati
nell’edificio in qualche modo presero fuoco e provocarono un incendio
interno di vaste dimensioni. Tuttavia, se l’edificio 7 si è
riempito di
fiamme in quel modo, perché nessuno dei fotografi e delle
squadre
televisive presenti sul posto ha avuto modo di inquadrare la scena?
L’estrema difficoltà di spiegare il
crollo del
WTC7
– assumendo che non è permesso nominare le demolizioni
controllate – è
stata riconosciuta dagli organi ufficiali. Il rapporto preparato sotto
la supervisione della FEMA ha proposto uno scenario che coinvolge i
serbatoi di diesel, ma successivamente ammette che questo scenario ha
"solo una bassa probabilità di essersi verificato." [67] Persino
questa
affermazione è generosa, perché la probabilità che
sia vera una qualche
versione della storia ufficiale dell’edificio 7 è la stessa che
per le
torri, cioè zero, perché sarebbero violate numerose leggi
fisiche. Ad
ogni modo, la Commissione 9/11, forse a causa della ammissione della
FEMA, ha evitato il problema semplicemente non menzionando il fatto che
l’edificio è crollato.
Questa è stata una delle più
stupefacenti
omissioni
della Commissione. Secondo la teoria ufficiale, contrariamente alla
convinzione universale precedente al 9/11, l’edificio 7 dimostra che
grandi edifici in cemento armato possono crollare a causa dei soli
incendi, perfino senza essere colpiti da un aereo. Questa dimostrazione
dovrebbe far cambiare le tecniche di costruzione ed i premi di
assicurazione per tutti gli edifici di cemento armato del mondo.
Ciononostante, la Commissione 9/11, stilando il suo rapporto di 571
pagine, non ha dedicato una sola frase a questo evento storico.
Ancora più simile alle demolizioni
controllate
Un altro motivo per cui il crollo
dell’edificio
7 è particolarmente problematico è il seguente: il crollo
assomiglia
molto di più ai migliori esempi di demolizione convenzionale –
in altre
parole, una implosione, che inizia dal basso (mentre il crollo delle
torri è iniziato dall’alto, nell’area colpita dagli aerei). Come
scritto da Eric Hufschmid:
L’edificio 7 è crollato su sè
stesso…
L’interno è
caduto per primo… Il risultato è stato una piccola catasta di
macerie,
con l’esterno dell’edificio che è crollato sulla cima. [68]
ImplosionWorld.com, un sito del settore delle
demolizioni, dichiara che una implosione è "di gran lunga il
più
complesso tipo di progetto esplosivo, ed esiste solo una manciata di
aziende al mondo che possiede sufficiente esperienza…per realizzare
vere implosioni di edifici". [69] Chi può credere veramente che
gli
incendi siano riusciti a realizzare per caso il tipo di crollo che
può
essere realizzato da solo una manciata di aziende al mondo? L’edificio
aveva 24 colonne principali e 57 perimetrali. Dire che l’incendio ha
provocato il crollo dell’edificio sulla sua verticale significa credere
che gli incendi hanno fatto cadere tutte e 81 le colonne esattamente
nello stesso momento. Accettare la storia ufficiale significa, in altre
parole, accettare un miracolo. Il fisico Steven Jones concorda,
affermando che:
La probabilità che il crollo quasi
simmetrico
del
WTC7 sia dovuto ad incendi casuali (la teoria "ufficiale") è
infinitesimale – richiede che molte colonne di supporto cedano in modo
praticamente simultaneo. Ne concludo che le prove per l’uso di
esplosivi pre-posizionati nel WTC7 (anche nelle torri 1 e 2 ) il 9/11
sono manifestamente fondate.
Predizioni ancora più ampie
Un'altra ragione per cui il crollo
dell'edificio
7 crea particolari problemi riguarda la predizione del crollo. Sappiamo
che solo poche persone sapevano con anticipo che le torri stavano per
crollare, e le informazioni in nostro possesso sarebbero coerenti con
la supposizione che questa consapevolezza è stata acquisita solo
pochi
minuti prima del crollo della torre sud. Ci si potrebbe immaginare,
dunque, che qualcuno abbia visto qualcosa che faceva intuire che
l'edificio sarebbe crollato. Ma la previsione del crollo dell'edificio
7 è stata ben più ampia e di maggior durata. Questo era
noto da tempo,
almeno per i lettori di riviste (di settore, ndt) dei vigili del fuoco.
[71] Tuttavia ora le testimonianze a voce offrono un disegno più
completo.
Ampiamente informati: Almeno 25
pompieri e personale medico affermano che, in qualche momento della
giornata, son venuti a sapere che l'edifico 7 stava per crollare. I
pompieri che stavano spegnendo gli incendi nell'edificio hanno ricevuto
l'ordine di uscire, dopodichè è stata marcata una zona
per il crollo.
Come ha dichiarato il paramedico Decosta Wright: "hanno misurato a che
distanza sarebbe caduto l'edificio, così noi sapevamo
esattamente dove
stare", cioè "a 5 isolati di distanza" (NYT, Wright, pp. 11-12).
Informazioni anticipate: Le
testimonianze non sono concordanti su quale sia stato il momento
preciso in cui si è saputo che l'edificio sarebbe crollato. Ma
la
maggior parte delle prove indica che 4 o 5 ore prima è stato
comunicato
che l'edificio sarebbe crollato. [72]
L'improbabile motivo per il quale
aspettarsi il crollo:
Ma per quale motivo sarebbero sorte queste certezze? Secondo la
documentazione fotografica, gli incendi nell'edificio 7 erano pochi e
contenuti. Dunque per quale motivo i decisori del diparimento avrebbero
deciso di tirar fuori i pompieri dall'edifico 7, lasciandoli fuori ad
attenderne il crollo?
I comandanti hanno fornito una doppia
spiegazione:
il danno in concomitanza con il fuoco. Frank Fellini disse: "Quando [la
torre nord] crollò, strappò l’acciaio tra il terzo ed il
sesto piano
lungo la facciata su Vesey Street. Temevamo che il fuoco esteso in
diversi piani e l’acciaio mancante avrebbero portato al crollo
dell’edificio." (NYT, Fellini, p.3)
Ci sono almeno due problemi con entrambe le
parti di
questa spiegazione. Il primo problema con i resoconti dei danni
strutturali è che variano di molto tra loro. Secondo la
testimonianza
di Fellini, c’era un varco di quattro piani tra il terzo ed il sesto
piano. Nel racconto del Capitano Chris Boyle, invece, il varco era
"alto 20 piani" (2002). Sembrerebbe che Shyam Sunder, l’investigatore
capo per il NIST, abbia stabilito una sorta di compromesso tra queste
due versioni, dichiarando alla rivista "Popular Mechanics" che "Circa
un terzo della facciata dal centro e dalla base – circa 10 piani –
circa il 25 percento dell’edificio risultava scavato" (Popular
Mechanics, March 2005).
I diversi resoconti sulla questione della
facciata
meridionale dell’edificio non sono, comunque, limitati al problema
della dimensione del varco. Secondo il Deputato Peter Hayden, il
problema non era assolutamente un buco ma una sporgenza, ed era "tra il
decimo ed il tredicesimo piano" (Hayden, 2002).
Il secondo problema con questi resoconti sul
danno è
che dal momento in cui vi era un varco alto 10 o 20 piani, oppure un
varco (o una sporgenza) alta 4 piani, come mai questo fatto non
è stato
colto da nessuno dei fotografi e degli operatori presenti sul luogo
quel giorno?
Considerando le dichiarazioni a proposito del
fuoco,
i resoconti variano nuovamente di molto. L’ufficiale Daniel Nigro
parlò
di "fuochi molto estesi su diversi piani" (NYT, Nigro, p. 10). Secondo
Harry Meyers, un assistente ufficiale, "Quando l’edificio venne
giù era
completamente avvolto nelle fiamme, tutti e quarantasette i piani"
(citato in Smith, 2002, p.160). Questa palese esagerazione fu riportata
anche da un pompiere che disse "[il Building 7] era completamente
avvolto… Potevate vedere le fiamme estendersi da un lato dell’edificio
all’altro" (NYT, Cassidy, p. 22).
Molti dei testimoni, comunque, non sostengono
la
versione ufficiale. Ad esempio, il tecnico medico Decosta Wright disse:
"Penso che nel quarto piano ci fosse un incendio… Il nostro
atteggiamento era del tipo: ragazzi, lo spegnete questo fuoco?" (NYT,
McCarthy, pp. 10-11). L’ufficiale Thomas McCarthy disse : "Stavano
aspettando che il WTC7 venisse giù … Avevano… del fuoco su tre
piani
separati…, che bruciava allegramente. E’ stato alquanto sorprendente,
sapete, è pomeriggio nella lower Manhattan, uno dei maggiori
palazzi
sta bruciando e loro dicono 'lo sappiamo'" (NYT, McCarthy, pp. 10-11).
Il secondo problema con questa versione
ufficiale è
che se ci fosse stato "un fuoco molto intenso in molti piani"
perché
questo fatto non venne catturato in nessun filmato? La fotografia che
abbiamo della parte nord dell’edificio conferma la versione
dell’ufficiale McCarhty secondo la quale c’era un incendio su tre
piani. Anche se ci fosse stato del fuoco su altri piani nella parte
meridionale dell’edificio, non c’è una prova fotografica che
confermi
che "le fiamme [negli altri piani si estendevano] da un lato all’altro
dell’edificio.
Inoltre, anche nel caso in cui la versione
ufficiale
sul crollo dell’edificio 7 non fosse contraddetta dall’evidenza fisica
e da alcune delle testimonianze orali, non spiegherebbe comunque la
ragione per la quale l’edificio crollò, poiché nessuna
quantità di
fuoco e nessuna entità di danni alla struttura, eccetto quelle
provocate con esplosivi, ha mai portato al totale crollo di un
edificio con la struttura portante di acciaio.[73]. E di certo non
spiegherebbe la particolare natura del crollo, - poiché
l’edificio
implose e cadde in verticale piuttosto che inclinarsi, come atteso da
coloro che diedero l’ordine di liberare una vasta zona che poteva
essere interessata dal crollo. Il capo divisione John Norman, ad
esempio, disse: "Ci aspettavamo che cadesse verso Sud" (Norman 2002). E
la teoria dell’incendio in concomitanza con il danno strutturale non
spiega nemmeno il crollo dell’edificio in un tempo corrispondente ad
una caduta libera e nemmeno la creazione di una enorme quantità
di
polveri – ulteriori caratteristiche del crollo che sono costantemente
ignorati dai difensori della versione ufficiale.
La grande difficoltà che presenta la
teoria
ufficiale riguardo il WTC sul crollo dell’edificio 7 è
illustrata in un
recente libro, "102 Minutes: The Untold Story of the Fight to Survive
Inside the Twin Towers" (102 minuti, la storia non raccontata della
lotta per la sopravvivenza dentro le Twin Towers)
, uno degli autori del quale è il corrispondente del New York
Times Jim
Dwyer, che riportò sul Times i racconti delle dichiarazioni
orali
dell’11 Settembre. A proposito delle Twin Towers, Dwyer e il suo
coautore, Kevin Flynn, sostengono la teoria espressa dal NIST, secondo
la quale le torri crollarono a causa degli aerei che colpirono il
sistema antincendio delle colonne d’acciaio, rendendole vulnerabili al
"calore intenso" del conseguente incendio.[74] Quando arrivano
all’edificio 7, comunque, Dwyer e Flynn non si chiedono perché
crollò,
dato che non fu colpito da nessun aereo. Dicono semplicemente :"I
pompieri decisero che il fuoco si consumasse da solo." (Dwyer and
Flynn, 2005, p. 258). Ma questo, ovviamente, non accadde. Invece, poco
dopo le 17.20 di quel giorno, l’edificio 7 collassò,
essenzialmente
nello stesso modo in cui crollarono le Twin Towers.
Non avrebbe dovuto questo fatto portare Dryer
e
Flinn ad interrogarsi sulla teoria del NIST secondo la quale le Twin
Towers crollarono a causa del sistema antincendio danneggiato? Io penso
in particolar modo che Dwyer, che riportò le testimonianze orali
dell’11 Settembre, dovrebbe rivedere le teorie del NIST alla luce delle
abbondanti prove di esplosioni portate da queste testimonianze.
Una spiegazione alternativa: Esiste, in ogni
caso,
una sola teoria che spiega sia la natura del crollo dell’edificio 7 che
l’attesa del crollo: Furono piazzati degli esplosivi, e qualcuno che lo
sapeva diffuse la voce ai comandanti dei pompieri.
In maniera alquanto sorprendente, una versione
di
questa teoria fu sostenuta pubblicamente da un insider, Larry
Silverstein, che era il proprietario dell’edificio 7. in un
documentario della PBS andato in onda nel Settembre 2002, Silverstein,
parlando dell’edificio 7, disse:
Ricordo che mi chiamò il comando dei
pompieri,
per
dirmi che non erano sicuri di poter contenere l'incendio. E io ho
detto, "Abbiamo già avuto questa terribile perdita di vite
umane, a
questo punto tanto vale demolirlo." [76] E hanno preso la decisione di
demolirlo, e così lo abbiamo visto andare giù. (PBS,
2002) [77]
E’ davvero sorprendente che Silverstein, che
stava
per ricevere miliardi di dollari come pagamento dall’assicurazione per
l’edificio 7 e il restante complesso del World Trade Center, nel caso
in cui fossero stai distrutti da atti terroristici, abbia fatto tale
dichiarazione in pubblico, specialmente a telecamere accese. Ma questa
dichiarazione secondo la quale l’edifico 7 sarebbe stato demolito
tramite esplosivi, a prescindere dalle motivazioni che vi stanno
dietro, spiega il perché e il come sia crollato.
Abbiamo ancora in sospeso, comunque, la
domanda sul
perché il dipartimento dei vigili del fuoco si aspettasse il
crollo
dell’edificio. Sarebbe sicuramente interessante se questa informazione
venisse dall’ Office of Emergency Management, che in precedenza aveva
informato il dipartimento che una delle torri stava per crollare. E
abbiamo una fonte autorevole che lo conferma. Il capitano Michael
Currid, presidente dell’ Uniformed Fire Officers Association, disse che
poco dopo il crollo delle Twin Towers, "Qualcuno dall’ Office of
Emergency Management" gli disse che l’edificio 7 fosse
"fondamentalmente una causa persa e non dovremmo perdere nessun altro
nel tentativo di salvarlo", dopodichè ai pompieri nell’edificio
fu
detto di abbandonarlo (Murphy, 2002, pp. 175-76).[78]
Ma questa risposta, supponendo che sia
corretta, ci
lascia con ulteriori domande, a cominciare da: Chi nell’ Office of
Emergency Management sapeva in anticipo che le torri e l’edificio 7
stavano per crollare? Come lo sapevano? E così via. A questi
interrogativi si può rispondere solo dopo una vera indagine, che
deve
ancora iniziare.
6. Conclusioni
E’ in ogni caso possibile stabilire, oltre
ogni
ragionevole dubbio, una cosa molto importante: la distruzione del World
Trade Center fu una operazione interna, orchestrata da terroristi
"interni". Terroristi stranieri non avrebbero potuto avere accesso agli
edifici per piazzare le cariche esplosive. Probabilmente non avrebbero
manifestato la cortesia di fare in modo che le torri crollassero in
modo verticale, piuttosto che crollare sugli edifici circostanti. E non
avrebbero potuto orchestrare un insabbiamento, dal rapido smaltimento
dell’acciaio al rapporto della FEMA al rapporto della commissione
sull’11 Settembre al rapporto del NIST. Tutte queste cose possono
essere state orchestrate solo da forze interne al nostro governo.
L’evidenza di questa conclusione è
stata
ignorata
largamente dalla stampa mainstream, probabilmente celandosi dietro la
maschera dell’obbedienza al consiglio del Presidente Bush di non
tollerare le "scandalose teorie della cospirazione". Abbiamo visto,
comunque, che è la teoria della cospirazione del Presidente Bush
ad
essere scandalosa, poiché è contraddetta enormemente da
numerosi fatti,
incluse le basilari leggi della fisica.
Esiste, ovviamente, un’altra ragione per cui
la
stampa mainstream non ha messo in evidenza queste contraddizioni. Come
segnalato in una recente lettera al Los Angeles Times:
Il numero delle contraddizioni nella versione
ufficiale dell’11 Settembre è talmente schiacciante che si fa
fatica a
crederci. D’altra parte la versione ufficiale non può essere
abbandonata perché le implicazioni del suo rifiuto
risulterebbero
inquietanti: ovvero che noi siamo soggetti ad una cospirazione
governativa dalle proporzioni degne di "X-Files".
Le implicazioni sono in effetti inquietanti.
Molta
gente che conosce o almeno sospetta la verità sull’11 Settembre
probabilmente ritiene che rivelarla sarebbe altrettanto inquietante per
la psiche americana, la forma americana di governo e la
stabilità
globale che risulta preferibile far finta di credere alla versione
ufficiale. Vorrei suggerire, comunque, che la validità che
questo
ragionamento potrebbe aver avuto in passato è stato superato
dall’emozione suscitata dai più recenti avvenimenti. Molto
più
devastante per la psiche americana, per la forma americana di governo,
e per il mondo nella sua interezza sarà il comando di coloro che
ci
diedero l’11 Settembre, poiché i valori riflessi in quel
terribile
evento si riflettono nelle bugie dell’amministrazione Bush per
giustificare la guerra in Iraq, nella sua mancanza di considerazione
per le tematiche ambientali e per la Costituzione, nella sua negligenza
criminale sia prima che dopo Katrina, ed ora nel suo piano bellico che
non si limita a militarizzare lo spazio ma anche ad autorizzare l’uso
di armi nucleari in un attacco preventivo.
Alla luce di questa situazione e dei fatti
discussi
in questo articolo – così come nelle dozzine di incongruenze
della
versione ufficiale dell’11 Settembre discussi nei miei libri – ho
contattato il New York Times affinché assumesse l’iniziativa di
esporre
finalmente al popolo americano e al mondo intero la verità
sull’11
Settembre. Assumere tale iniziativa in una storia del genere comporta
ovviamente enormi rischi. Ma se esiste una testata giornalistica con la
forza, il prestigio, e la credibilità per rendere nota questa
storia,
questa è il New York Times. Ha avuto un ruolo fondamentale nel
pubblicare le testimonianze orali dell’11 Settembre. Ma adesso il bene
della nostra repubblica e probabilmente la sopravvivenza della nostra
civiltà dipendono dal rivelare la verità sull’11
Settembre. Faccio un
appello al New York Times affinché colga questa occasione.
NOTE
[1] Entrambe le conferenze sono
disponibili in
formato DVD pubblicato da Ken Jenkins (kenjenkins@aol.com). Vedi anche
Griffin, 2005c.
[2] La dichiarazione completa di
Bush è stata la
seguente: "Dobbiamo dire la verità a proposito del terrorismo.
Non
saranno mai tollerate le scandalose teorie della cospirazione
riguardanti gli attacchi dell’ 11 Settembre. – infime bugie tese a
spostare la colpa lontano dai terroristi, lontano dai colpevoli"
Eccellente dichiarazione.
[3] Questo rapporto fu redatto
dalla American
Society of Civil Engineers (ASCE) a nome della Federal Emergency
Management Agency (FEMA). Al pubblico fu esposta questa teoria poco
prima, con la CNN che dichiarava poco dopo l’11 Settembre: "Il crollo,
quando si verificò, fu causato dall’incendio… L’incendio
indebolì
quella porzione della struttura che rimase dopo l’impatto… fino al
punto in cui non poteva più sostenere il carico" (CNN, 24
Settembre
2001).
[4] Il NIST descrive i crolli delle
torri come
esempi di "crollo progressivo" che si verifica quando "un edificio o
una parte di un edificio crolla a causa della diffusione sproporzionata
di una iniziale fenditura locale" (NIST Report, p. 200). Il NIST con
questo implica erroneamente che i crolli totali dei tre edifici del WTC
furono esempi specifici di una categoria generale di altri esempi. Il
NIST sostiene inoltre che i tre crolli furono "inevitabili".
[5] L’ingegnere strutturale capo,
Leslie Robertson,
disse che le Twin Towers furono progettate per reggere l’impatto di un
Boeing 707, il più grande aereo dell’epoca (1966). Vedi anche "La
caduta del World Trade Center", BBC 2, 7 Marzo 2002. Per un
confronto tra il 707 e il 767, vedi "Boeing 707-767 Comparison," What
Really Happened.
Altrettanto significativo il fatto che nel 1945 un bombardiere B-52
colpì l’ Empire State Building al 79° piano, creando un
varco di 6
metri. Ma non ci fu la minima indicazione che quell'incidente avrebbe
potuto causare il crollo dell’edificio. (vedi Glover, 2002).
[6] Il rapporto del NIST (2005, pp.
XLII e 171)
dice: "le torri ressero l’impatto e sarebbero rimaste in piedi se non
fosse stato per la rimozione dell’isolante e i conseguenti incendi in
diversi piani"
[7] Sostenuto da queste
autorità,
lo spettacolo
continuò nella dichiarazione che "quando gli incendi divamparono
nelle
torri, alimentati dal carburante degli aerei, le colonne d’acciaio in
ciascun edifico raggiunsero alla fine una temperatura di 800°C –
sufficienti per farle cominciare a piegarsi ed a collassare.
[8]In Griffin, 2004, pp. 12-13,
cito la conoscenza di questo fatto da parte del professor Thomas Eagar
[9] Considerato il fatto che la
dichiarazione
secondo la quale gli incendi nelle torri hanno fuso l’acciaio è
quasi
un’assurdità, da un punto di vista scientifico, è
incredibile
constatare che molti giornali scientifici siano stati entusiasti nel
precipitarsi a pubblicare questa dichiarazione. Nella settimana dopo
l’11 Settembre, ad esempio , il New Scientist pubblicò un
articolo in
cui sosteneva: "Ogni torre [dopo che fu colpita] rimase in piedi per
circa un’ora. Alla fine gli incendi divampati fusero le colonne
portanti d’acciaio" (Samuel and Carrington, 2001). Il titolo
dell’articolo "La scelta progettuale delle torri ha salvato delle vite"
riflette l’altrettanto assurda dichiarazione. – attribuita a "John
Hooper, ingegnere capo nella compagnia che fornì consulenza
ingegneristica quando il World Trade Center fu progettato" – secondo la
quale "la maggior parte degli edifici sarebbe crollata immediatamente".
[10] Sostenere questo ovvio punto
potrebbe, d’altra
parte, costare caro ai dipendenti delle compagnie che hanno stretti
legami con il governo. L’11 Novembre del 2004, Kevin Ryan, manager
degli Environmental Health Laboratories, che sono una sezione dei
Underwriters Laboratories, scrisse una e-mail al dottor Frank Gayle,
vice direttore del Metallurgy Division, Material Science and
Engineering Laboratory, al National Institute of Standards and
Technology (NIST). In questa lettera, Ryan sostiene:"Sappiamo che i
componenti d’acciaio erano certificati ASTM E119. La curva termica per
questo standard richiede che i provini siano esposti a temperature
attorno ai 1090°C per diverse ore. E come tutti sappiamo, l’acciaio
usato rispondeva a questi requisiti. Inoltre, penso che tutti possiamo
essere d’accordo sul fatto che persino dell’acciaio senza isolante non
dovrebbe fondersi finché non raggiunge temperature prossime ai
1600°C.
Il fatto che il dottor Brown abbia suggerito che i 1090°C abbiano
potuto fondere l’acciaio ad alta resistenza termica usato in questi
edifici è un non senso." Dopo che Ryan ha permesso che questa
lettera
diventasse pubblica, fu licenziato. La sua lettera è
consultabile qui.
[11] Un noto tentativo di difendere
la versione
ufficiale aveva provato ad usare l’argomento della fusione dell’acciaio
contro coloro che la rifiutavano. Sul numero del marzo del 2005, la
rivista Popular Mechanics pubblicò un articolo dal titolo "9/11:
Debunking the Myths".
Questo articolo intende smontare quelle che sono presentate come "16
delle affermazioni più frequenti sostenute dai teorici della
cospirazione". Una di queste "affermazioni velenose", secondo Popular
Mechanics, deriva dal fatto che i "teorici della cospirazione" abbiano
creato un argomento da "uomo di paglia" – fingendo che la versione
ufficiale sostenga che gli edifici caddero a causa dell’acciaio fuso –
in modo da poterlo poi smontare. Popular Mechanics "confuta" questo
argomento da "uomo di paglia" istruendoci sul fatto che "il carburante
dell’aereo brucia dai 430° agli 815°C, non abbastanza per
fondere
l’acciaio (1510°C). Comunque, gli esperti concordano sul fatto che
affinché le torri crollino le loro strutture d’acciaio non
debbano
fondersi, ma che sia sufficiente che perdano parte della loro
resistenza portante." Come abbiamo visto, l’idea che le torri siano
cadute a causa dell’acciaio fuso fu proposta all’opinione pubblica dai
primi difensori della teoria ufficiale. Per i critici di questa teoria
comunque il mostrare l’assurdità di tale affermazione non
è attaccare
un uomo di paglia. L’idea che la versione ufficiale si basi su questa
assurda affermazione non è, in ogni caso, una delle
"affermazioni più
frequenti" di coloro che rifiutano la versione ufficiale.
[12] Anche Shyam Sunder,
l’investigatore capo dello
studio del NIST, disse: "Il carburante dell’aereo bruciò
probabilmente
in meno di 10 minuti" (Field, 2004). Lo stesso rapporto del NIST dice
(p.179): "L’iniziale incendio del carburante dell’aereo durò al
massimo
pochi minuti".
[13] Il Rapporto del
NIST(2005,p.68) tentando di
sostenere che l’acciaio è molto vulnerabile a meno che sia
protetto
dall’isolante, dice: "I componenti grezzi della struttura d’acciaio
possono surriscaldarsi rapidamente quando esposti ad un incendio anche
di moderate proporzioni. Di conseguenza, è necessaria una sorta
di
protezione termica, o isolamento." Come Hoffman (2005) fa notare,
comunque: "Queste affermazioni sono senza senso, poiché ignorano
l’effetto della conduttività termica dell’acciaio, che disperde
il
calore, e la considerevole massa termica delle 90.000 tonnellate in
ogni torre."Inoltre, posso solo chiedermi se gli autori del rapporto
del NIST abbiano riflettuto sulle implicazioni della loro teoria sul
ferro e sull’acciaio che stride nei loro stessi caminetti: forse li
rivestono con nuovo antincendio dopo aver aver acceso un fuoco di
qualche ora?
[14] Citato in "WTC 2: There Was No
Inferno,"
What Really Happened .
[15] Citato in "Tape
Sheds Light on WTC Rescuers," CNN, 4 Agosto, 2002. Le voci dei
pompieri riportate "non mostravano alcun panico, non
lasciavano intendere che stessero perdendo il controllo degli eventi"
(Dwyer and Fessenden, 2002)
[16] Come disse Eric Hufschmid
(2002, p. 33): "Un
incendio non danneggia l’acciaio a meno che l’acciaio non vi sia
esposto per un lungo…periodo di tempo".
[17] CNN, 24 Settembre, 2001.
[18] Nella lettera a Frank Gayle
(cfr. nota 10, sopra),
Kevin Ryan criticava il rapporto preliminare del NIST: "La storia non
sta in piedi, non regge. Se l’acciaio di quegli edifici si fosse
indebolito o fuso, sono sicuro che saremmo tutti d’accordo sul fatto
che sicuramente la causa non fu l’incendio del carburante dell’aereo,
per non parlare del breve incendio in quelle torri. Per favore, faccia
tutto ciò che può per eliminare rapidamente qualsiasi
confusione sulla
possibilità che l’incendio causato dal carburante dell’aereo
potesse
indebolire o fondere la struttura d’acciaio".
[19] Cfr, per esempio, "Painful
Deceptions" di Eric Hufschmid (disponibile sul sito www.EricHufschmid.Net);
cfr. il sito di Jim Hoffman; e il
sito di Jeff King, in particolare "Il
crollo del World Trade Center: quanto è reale la prova di una
demolizione controllata?"
[20] Incredibilmente, dopo aver
spiegato come gli
esplosivi debbano essere collocati con grande precisione per far
sì che
un palazzo crolli verticalmente, Loizeaux dichiara che, vedendo gli
incendi nelle Twin Towers, aveva compreso che le torri "si sarebbero
afflosciate, quasi verticalmente. Era l’unico modo in cui sarebbero
potute crollare. Era inevitabile". Preso atto che il fuoco non aveva
mai in precedenza fatto crollare costruzioni con struttura portante
d’acciaio, per di più in un modo che imitava perfettamente le
demolizioni controllate, la dichiarazione di Loizeaux stupisce. La sua
società, per inciso, fu ingaggiata per rimuovere l’acciaio dal
luogo
del WTC dopo l’undici settembre.
[21] La teoria dell’incendio diventa
ancora più
improbabile se le sue due caratteristiche vengono analizzate insieme.
Per far sì che il fuoco potesse aver indotto un crollo che era
incominciato improvvisamente ed in modo totalmente simmetrico,
così che
(la torre) crollasse verticalmente, gli incendi avrebbero avuto bisogno
di far cadere contemporaneamente tutte le componenti portanti della
costruzione, sebbene essi non si fossero egualmente sviluppati
attraverso gli edifici. Come ha scritto Jim Hoffman: "Tutte le 287
colonne avrebbero dovuto indebolirsi fino al punto di collassare nello
stesso istante". ("The
Twin Towers Demolition" 9-11 Research.wtc7.net, cfr., ).
[22] L’affermazione è
probabilmente
una lieve
esagerazione, perché i video, secondo molti studenti, sembrano
indicare
che i crolli impiegarono circa tra gli 11 e i 16 secondi. Ma questo
sarebbe ancora vicino a una caduta libera.
[23] Come evidenzia il fisico Steven
Jones: "Le
torri cadono molto rapidamente al suolo, con la parte superiore che
cade quasi tanto velocemente quanto delle macerie in caduta libera….
Dove è il ritardo che bisogna aspettarsi dovuto alla
conservazione
della quantità di moto, una delle leggi fondamentali della
fisica?
Ovvero, come i piani alti che cadono colpiscono i piani bassi, e
l’acciaio intatto sostiene le colonne, così il crollo deve
essere
bloccato in modo significativo dalla massa d’impatto. Ma non è
questo
il caso. Allora, in che modo i piani superiori hanno potuto cadere
così
rapidamente e ancora conservare la quantità di moto
nell’edificio che
stava crollando? La contraddizione è ignorata dal FEMA, dal NIST
e
dalle analisi della Commissione sull’11-9 nelle quali la conservazione
della quantità di moto e i tempi di caduta non sono
stati
analizzati. (Jones,
2006, )
[24] Ogni colonna, oltre essere
almeno 36 per 16
pollici, aveva le pareti che erano spesse almeno 4 pollici alla base, e
si assottigliavano nei piani superiori, che hanno minor peso da
sostenere. Si possono vedere fotografie di colonne a pagine 23 di Hufschmid,
2002.
Il motivo per cui, in queste dichiarazioni, si è detto "almeno"
è che
Jim Hoffman ha recentemente concluso che alcune di esse erano anche
più
grandi. Cfr il suo articolo "The Core Structures: The Structural
System of the Twin Towers", 9-11 Research.wtc7.net,
N.d.T. ). Ha inoltre
scritto (in un’e-mail datata 26 Ottobre 2005): "In precedenza, dissi
che le colonne centrali avevano dimensioni esterne di 36 per 16
pollici, ma ora credo, basandomi su articoli usciti precedentemente
nell’Engineering News Record e su fotografie da me scattate ai
primi piani della costruzione (dell'edificio, ndt) in mostra allo Skyscraper
Museum a Manhattan, che almeno un terzo di esse
fosse di 54 per 22 pollici, Inoltre, secondo l’illustrazione nell’Engineering
News Record, lo spessore dell’acciaio alle basi era 5 pollici e non
4".
[25] Come dice Hoffman (2005),
la
dichiarazione del NIST riguardo questi incendi tremendamente intensi al
centro è particolarmente assurda in quanto nel centro "c'era
pochissimo
carburante; era lontano da ogni fonte di aria fresca; aveva enormi
colonne d’acciaio per dissipare il calore, [e] non mostra che ci
fossero incendi in nessuna delle fotografie o dei video". L’evidenza,
in altre parole, suggerisce che nessuna delle colonne centrali avrebbe
raggiunto (con l’incendio) le altissime temperature subite da alcune
delle colonne perimetrali.
[26] Il NIST basa la sua teoria
principalmente
sull’ipotesi per cui il crollo sarebbe incominciato con il cedimento
delle travature. Essendo molto più piccole e meno collegate l’un
l’altra, le travature avrebbero potuto riscaldarsi molto più
facilmente, e quindi non sorprende che l’analisi del NIST focalizzi
l’attenzione su di esse. Per far sì che la teoria stia in piedi,
tuttavia, il NIST afferma che le travature diventarono più calde
di
quanto l’evidenza stessa dimostri. Infatti, sebbene il NIST non abbia
trovato alcuna prova che l’acciaio avesse superato la temperatura di
1112° F (600° C), sostiene che alcune delle travature in
acciaio si
riscaldarono fino ai 1192° F (700° C) (2005, pp. 96, 176-77).
Una trattazione che si dichiara scientifica non può
arbitrariamente
aggiungere 180° F solo perché gli fa comodo. In ogni caso,
oltre al
fatto che questa cifra non è supportata da nessuna prova, la
teoria del
NIST si basa anche sulla pretesa che le colonne centrali siano crollate
"come conseguenza sia del cedimento delle giunture che della rottura
delle colonne stesse," perché erano "significativamente
indebolite
dagli effetti termici" (2005, pp. 88, 180). Ma non c’è
alcuna
spiegazione di come queste colonne massicce avrebbero potuto
fratturarsi, "anche se la temperatura fosse giunta a quei livelli".
Come sottolinea uno studio uscito nel Regno Unito: "L’espansione
termica e la reazione dell’intera struttura a questo effetto non
è
ancora stata descritta fino a ora (dal NIST)", (Lane and Lamont,
2005).
[27] La citazione riguardante lo RDX
si trova nell'articolo di Tom Held, 'Hoan
Bridge Blast Set Back to Friday,' www.jsonline.com (Milwaukee
Journal Sentinel), aggiornato il 19 Dicembre 2000 ). La citazione
riguardante il DREXS si trova nel video di Hufschmid, "Painful
Deceptions" (www.EricHufschmid.Net).
[28] In quella dichiarazione,
Hoffman dichiarava che
la maggior parte delle sezioni non sembravano essere più lunghe
di 30
piedi. Successivamente corresse questo dato, dicendo che, in base a
un’immagine aera presa 12 dodici giorni dopo gli attacchi, la maggior
parte dei pezzi sembrava essere lunga tra i 24 e i 48 piedi, e solo
alcuni oltre i 50 piedi. Notava anche che "la lunghezza dei pezzi ha
poca somiglianza con la lunghezza delle parti d’acciaio che si sapeva
essere state utilizzate per la costruzione", il che significa che non
è
possibile sostenere con ragionevolezza che i pezzi si siano
semplicemente spezzati alle giunture.(da un’ e-mail del 27 Settembre
2005).
[29] La prova disponibile, dice
Hoffman (2003), indica che le particelle di polvere erano in
realtà piccolissime, nell’ordine di 10 microns.
[30] Hoffman ("The Twin Towers
Demolition")
afferma che la nube si è allargata, nei primi dieci secondi,
fino a
cinque volte il diametro delle torri. La demolizione del Kingdome
può
essere vista sul sito della Controlled
Demolition, Inc. ). La demolizione del Reading Grain Facility
può essere vista su ImplosionWorld.com ).
[31] Jim Hoffman, "The Twin
Towers Demolition".
[32]Per la visione di questo e delle
precedenti caratteristiche (eccettuate le lastre d’acciaio), vedi Hufschmid’s
Painful Questions, il video di Hufschmid ""Painful Deceptions"
(disponibile su www.EricHufschmid.Net); il sito di Jim
Hoffman(http://911research.wtc7.net/index.html); e il sito di Jeff King
(http://home.comcast.net/~jeffrey.king2/wsb/html/view.cgi-home.html-.html),
in particolare "The World Trade Center Collapse: How Strong is the
Evidence for a Controlled Demolition?".
[33] Bollyn scrive (in una e-mail
del 27 ottobre
2005) che queste dichiarazioni gli sono state fatte personalmente nel
corso di interviste telefoniche con Tully e Loizeaux, probabilmente
nell’estate del 2002. Bollyn aggiunge che, sebbene non sia sicuro
riguardo alla data delle interviste telefoniche, lui è sempre "molto
preciso riguardo le citazioni").
[34] La professoressa Allison Geyh (2001)
del
Johns Hopkins, che faceva parte di una squadra di investigatori di
salute pubblica, visitò il luogo poco dopo l’11-9, e scrisse
che: "In
alcune fosse che ora in quel momento venivano scoperte stanno trovando
acciaio fuso". Il Dr. Keith Eaton, che visitò il luogo un po’ di
tempo
dopo accompagnato da un ingegnere, disse che gli furono mostrate
diapositive di "metallo fuso, che era ancora bollente settimane dopo il
fatto" (Structural Engineer, 2002, p. 6). Herbe Trimpe (2002),
un diacono Episcopale, che fece da cappellano al Ground Zero,
dichiarò:
"Era effettivamente più caldo sul luogo (del crollo, ndt). Gli
incendi
bruciavano sottoterra, fino a 2000 gradi, per un po’ di tempo… Ho
parlato con molti costruttori e mi dissero che… le travi si erano fuse
totalmente a causa del calore."
[35] Questo articolo apparso su Popular
Mechanics
è, ad essere sinceri, incredibilmente mal fatto. Oltre ai
problemi
evidenziati qui, nella nota 11 e nella nota 39, l’articolo contiene
questa sorprendente dichiarazione: "Nei dieci anni precedenti l’11/9,
la NORAD intercettò solo un aeroplano civile sul Nord America:un
golfer
Payne Stewart’s Learjet, nell’ottobre del 1999." In realtà, come
ben
sanno i veri ricercatori sull’11 /9, la FAA riporta, in un comunicato
stampa del 9 Agosto 2002, di aver allertato i caccia 67 volte tra il
settembre 2000 e il giugno 2001, e il Calgary Herald (il 13 ottobre del
2001) scriveva che la NORAD aveva allertato i caccia 129 volte nel
2000. Estrapolando questi dati, possiamo dedurre che la NORAD ha
allertato i caccia oltre 1000 volte nei dieci anni precedenti l’11/9.
La dichiarazione di Popular Mechanics sarebbe vera solo se in
tutti questi casi, eccettuato l’incidente del Payne Stewart, i caccia
fossero stati richiamati alla base prima di aver effettivamente
intercettato il velivolo in questione. Questo è improbabile,
soprattutto alla luce della dichiarazione, risalente a pochi giorni
dopo l’11-9, del Maggiore Mike Snyder, una portavoce della NORAD, al
Boston Globe che così riporta le parole di Snyder: "I caccia
della
NORAD intercettano per routine i velivoli" (Jonhson, 2001).
Sul motivo per cui il Popular
Mechanics abbia
pubblicato un articolo così malfatto, un indizio significativo
può
essere che il "ricercatore più anziano" dell’articolo era il
25enne
Benjamin Chertoff, cugino di Michael Chertoff, il nuovo capo del
Dipartimento di Sicurezza Interna (cfr. Bollyn, 2005a). Un altro
fattore rilevante è che questo articolo venne pubblicato poco
dopo un
colpo di scena in questa rivista edita dalla Hearst, nel quale il
capo-editore venne sostituito (cfr Bollyn, 2005b). L’articolo
demistificatorio del giovane Chertoff è stato efficacemente
smentito da
molti seri ricercatori sull’ 11/9, tra i quali Jim Hoffman, "Popular
Mechanics' Assault on 9/11 Truth," Global Outlook 10
(Spring-Summer 2005), 21-42 (che si basava su Hoffman, "Popular Mechanics’
Deceptive Smear Against 9/11 Truth," 911Review.com, 15 febbraio
2005 ) e Peter Meyer, "Reply
to Popular Mechanics re 9/11,"
.
In realtà, gli articoli di Hoffman e Meyer, seppur concordanti
su molti
punti, hanno differenti approcci nel rispondere ad alcuni punti
sollevati. Ma entrambi gli articoli dimostrano che Popular Mechanics
deve ai suoi lettori delle scuse per aver pubblicato un articolo
così
ampiamente lacunoso su un argomento di tale importanza.
[36] Pat Dawson dell’NBC trasmetteva
in un
collegamento dal WTC la mattina dell’11/9 le parole che gli erano state
rivolte dette da Albert Turi, vice assistente capo della sicurezza del
Fire Department: "vi fu…un’altra esplosione…in una delle torri …un’ora
dopo il primo crollo… Ovviamente aveva pensato che ci fossero
effettivamente dei congegni piazzati nell’edificio (Watson and
Perez, 2004)".
Un reporter del Wall Street Journal dichiarò: "Sentii questo
boato
metallico, guardai in alto e vidi ciò che pensavo fosse solo uno
strano
ammasso di piani individuali esplodere verso l’esterno uno dopo
l’altro. Pensai, «Mio Dio, stanno buttando giù
l’edificio….Ed essi,
chiunque essi fossero, AVEVANO MESSO DELLE CARICHE…e vidi le
esplosioni» (Shepard and Trost, 2002)". Il reporter della
BBC
Steve Evans disse: "Ero al pianterreno della seconda torre… che era
stata colpita… Ci fu un’esplosione…tremò tutta la base
dell’edificio…
dopo, una volta usciti da essa, vi fu la seconda esplosione seguita da
una serie di esplosioni" (BBC, 11 settembre 2001, citato in Bollyn,
2002)
[37] Nel giugno del 2002, l’NBC ha
trasmesso un
estratto da un nastro registrato l’11 / 9 che conteneva il seguente
dialogo tra pompieri alla Torre Sud:
Ufficiale: Battaglione 3 al Comando,
c’è appena stata un’altra esplosione.
Ufficiale: Battaglione 3 al Comando,
abbiamo un’ulteriore esplosione.
Comando: Ricevuto comandante.
Ulteriore esplosione. ("911 Tapes Tell
Horror Of 9/11," Part 2, Nastri trasmessi per la prima volta da
NBC, il 17 giugno, 2002 ).
Il pompiere Louie Cacchioli
testimonia che, mentre
stava entrando nell’atrio della Torre Nord, vide le porte
dell’ascensore esplodere completamente e le persone venire colpite dai
rottami. "Mi ricordo di aver pensato…come può accadere tutto
questo con
tale rapidità se un aereo ha colpito molto in alto?" Una volta
raggiunto il 24esimo piano, si trovò in mezzo a molta polvere e
fumo,
cosa che reputò strana in quanto l’aereo aveva colpito
l’edificio 50
piani più in alto. Poco tempo dopo, lui e un altro pompiere
"udirono
questa fortissima esplosione che sembrava provocata da una bomba. Era
un rumore così forte, e fece saltare le luci e bloccò le
ascensori".
Racconta che, dopo essersi trascinati fuori dall’ascensore: "ci fu
un’altra esplosione, fortissima come la prima. Questa ebbe inizio circa
due minuti più tardi…[e] pensai «Dio mio, questi bastardi
hanno
piazzato delle bombe come già hanno fatto nel 1993!»… Non
appena fummo
giunti alla tromba delle scale, sentii un’altra esplosione, forte come
le due precedenti. Dopo udii bang, bang, bang, fortissimi boati
(Szymanski, 2005a). Un breve estratto della testimonianza di
Cacchioni è resa disponibile il 24 settembre 2001 nel People
Magazine, di cui alcune parti vengono citate da Griffin , 2004,
Capitolo I, nota 74.
[38] Terri Tobin, un luogotenente
dell’ufficio per
l’informazione pubblica del Dipartimento di Polizia di New York,
racconta che durante, o subito dopo, il crollo della Torre Sud, "tutto
ciò che sentii furono delle esplosioni estremamente forti.
Pensai che
fossimo stati bombardati" (Fink and Mathias, 2002, p. 82). Un
articolo sul Guardinan riporta che: "A New York, la polizia e i
pompieri stavano portando fuori il primo gruppo degli evacuati quando
crollò la prima delle torri del World Trade Center. Alcuni
testimoni
oculari riportano di aver sentito un’altra esplosione un attimo prima
che l’edificio si sbriciolasse. La polizia dichiarò che sembrava
quasi
una «demolizione controllata»" (Borger, Campbell,
Porter, and
Millar, 2001).
[39] Teresa Veliz, che lavorava per
una società di
software, era al 47esimo piano della Torre Nord quando improvvisamente
"l’intero edificio fu scosso…[poco tempo dopo] il palazzo fu scosso di
nuovo, questa volta persino più violentemente". Veliz allora
tenta di
scendere ed uscire dalla Torre Nord. Racconta che, in questo lasso di
tempo "c’erano esplosioni ovunque. Ero convinta che vi fossero bombe
piazzate dappertutto e che qualcuno, seduto a un pannello di controllo,
stesse schiacciando i pulsanti per le detonazioni" (Murphy, 2002).
William Rodriguez lavorava come
portiere alla Torre
Nord. Racconta che, mentre timbrava il cartellino nell’ufficio al
sub-level 1 alle 9 di mattina, lui e le altre quattordici persone
presenti nell’ufficio udirono e sentirono una massiccia esplosione
sotto di loro. Dice: "Quando sentii il suono dell’esplosione,
vibrò il
pavimento sotto i miei piedi, i muri cominciarono a creparsi e ogni
cosa iniziò a tremare…Alcuni secondi [dopo], sentii un’altra
esplosione
molto sopra di me…Sebbene al momento non lo sapessi, questo era
l’aeroplano che colpiva la torre". Il suo collega Felipe David, che
stava davanti ascensore di servizio poco lontano, entrò
nell’ufficio
con gravi ustioni sul volto e sulle braccia, gridando "esplosione!
Esplosione! Esplosione!" Secondo Rodriguez: "Era terribilmente
ustionato. La pelle si staccava dalle mani e dalla braccia. Le sue
ferite non potevano essere state causate dall’aereo sopra, ma solo da
una forte esplosione sotto." (Szymanski, 2005b).
L’ingegner Mike Pecoraro, che
lavorava al sesto
piano interrato della Torre Nord, dichiarò che, dopo che il suo
collega
gli aveva fatto notare che le luci stavano lampeggiando, chiamarono di
sopra per scoprire cosa stesse accadendo. Fu detto loro che vi era
stata una forte esplosione e che l’intero edificio sembrava tremare.
Pecoraio e Chino quindi salirono al livello C, dove doveva trovarsi una
piccola officina, ma era sparita. "Lì non c’erano altro che
macerie"
disse Pecoraro. "Stiamo parlando di una pressa idraulica di circa 50
tonnellate … sparita!". Poi andarono verso il parcheggio ma scoprirono
che anch’esso era sparito: "Non c’erano più i muri". Al livello
B,
scoprirono che una porta antincendio d’acciaio e di cemento armato, che
pesava 300 libbre, "si era accartocciata come un foglio di alluminio."
Infine, una volta saliti a pianterreno: "L’intero atrio era nero e
pieno di fuliggine, non c’erano più le porte dell’ascensore. Da
alcune
pareti mancava il marmo" (Chief Engineer, 2002).
Una delle principali affermazioni
degli scettici sulla versione ufficiale dell’11-9 che Popular
Mechanics tenta di smontare (cfr. nota 11, supra)
è quella secondo la quale l’esplosivo sarebbe detonato nei
livelli
inferiori della torre. La rivista, tuttavia, ignora comodamente le
testimonianze di Veliz, Rodriguez e Pecoraro.
[40] Questo esperto è Van
Romero,
vice presidente
delle ricerche al New Mexico Institute of Mining and Technology. Romero
era precedentemente il direttore dell’istituto dell’ Energetic
Materials Research and Testing Center, che si occupa di studiare gli
effetti delle esplosioni sugli edifici.
[41] Romero, in effetti,
cambiò la
propria pubblica dichiarazione dieci giorni dopo, come riportato da Fleck,
2001.
Ma come ritrattazione non è convincente. Secondo quest’articolo
infatti: "Successive conversazioni con ingegneri strutturali ed
ulteriori e più dettagliate visioni della cassetta" avrebbero
portato
Romero alla conclusione che "l’intenso calore degli incendi, dovuti al
carburante dell’aereo, indebolirono le travi della struttura in
acciaio, a tal punto da farle cedere sotto il peso dei piani
superiori". Tuttavia non c’è alcuna indicazione riguardo a
ciò che gli
ingegneri strutturali abbiano dichiarato, o a quello che Romero abbia
visto nella sua "maggiormente dettagliata visione della cassetta", che
lo abbia condotto a cambiare la sua prima idea secondo la quale i
crolli erano "troppo metodici" per essere stati provocati da qualcosa
di diverso dagli esplosivi. Non ci sono indicazioni su come
l’indebolimento delle travi avrebbe portato a un crollo totale che
incominciò all’improvviso e che avvenne effettivamente alla
velocità di
caduta libera. In seguito, Romero dichiarò che non aveva
cambiato
parere. Piuttosto disse che era stato male interpretato nella sua prima
dichiarazione. "Fui male interpretato quando dissi che credevo fossero
stati gli esplosivi a far crollare il palazzo. Dissi solo che era
così
che mi era sembrato". (Popular Mechanics, 2005). Ma se questa
è
la verità, è strano che la seconda versione, scritta da
Fleck, non la
riportasse, sostenendo invece che Romero aveva cambiato parere. Romero
ha chiaramente cambiato idea, o, per essere più precisi, la sua
pubblica versione.
Un indizio sul motivo di questo
cambio di versione
può essere fornito da un’altra dichiarazione che si trova
nell’articolo
originale, in cui si dice che, quando il Pentagono venne colpito,
"(Romero) e Denny Peterson, vice presidente dell’ Amministrazione e
Finanze [al New Mexico Tech], stavano andando in un edificio vicino al
Pentagono per discutere dei programmi di ricerca del Tech finanziati
dalla Difesa" (Uyttebrouck, 2001). Effettivamente, come
riportato in un successivo articolo sul sito della New Mexico Tech ("Tech
Receives $15 M for Anti-Terrorism Program",] ), l’edizione dell’Influence
Magazine
del dicembre 2003 definiva Romero uno dei "sei lobbisti che hanno fatto
centro nel 2003," aggiungendo che "[la] parte più importante del
lavoro
[di Romero] è quella di fare pressioni per ottenere
finanziamenti dal
governo federale e, se si prende l’anno fiscale 2003 come riferimento,
Romero è stato una superstar, "avendo ottenuto, solo per
quell’anno,
circa 56 milioni di dollari per la New Mexico Tech."
Alla luce del fatto che Romero non
abbia mai fornito
nessuna motivazione scientifica per il suo cambiamento di opinione non
sembra ingiustificato dedurre che la vera ragione sia consistita
nell'aver realizzato, forse forzato da ufficiali governativi, che se
non avesse ritirato pubblicamente le sue dichiarazioni iniziali, la sua
efficacia nel far pressione al governo federale per farsi assegnare
sovvenzioni si sarebbe ridotta notevolmente. Romero sicuramente nega
tutto ciò dicendo: "I teorici della cospirazione se ne sono
venuti
fuori dicendo che il governo mi ha costretto a ritrattare. E' la cosa
più lontana dalla verità" (Popular Mechanics, 2005). Ma
in un caso o
nell'altro queste sono proprio le parole che ci aspetteremmo da Romero.
Avrebbe potuto scansare l'accusa soltanto fornendo un accurato
resoconto di come gli edifici avrebbero potuto crollare, in quella
maniera, senza l'uso di esplosivi.
[42] Come ha spiegato Dwyer, i
resoconti orali
"originalmente furono raccolti per ordine di Thomas Von Essen, che era
il commissario dei vigili del fuoco l'11 settembre 2001, che disse di
voler mettere per iscritto quei resoconti prima che fossero rimodellati
dalla memoria collettiva".
[43] I
resoconti orali dell'11 settembre sono
disponibili al sito web del New York Times. Devo molto a Matthew
Everett che ha
scovato e mi ha fornito praticamente tutte le dichiarazioni che ho
tratto da questi resoconti.
[44] Come molti altri, Dixon ha
indicato che più
tardi si era convinto ad accettare l'interpretazione ufficiale,
aggiungendo: "Credo che ad un certo punto abbiamo capito che era
semplicemente crollato. Per questo motivo le finestre sono state
sparate fuori, non per un'esplosione, sono state sparate fuori e
basta". In questo articolo, tuttavia, mi sono concentrato su cosa i
testimoni hanno vissuto e pensato nei primi momenti facendo distinzione
da quale interpretazione essi avrebbero poi accettato.
[45] Alcune testimonianze hanno
inoltre menzionato
la creazione di una nube di polvere dopo le esplosioni. Un pompiere ha
detto: "Sono stati sentiti dei forti rumori di esplosione.... e poi
fummo ricoperti da detriti e polvere" (NYT, Viola, p. 3). Un altro ha
dichiarato: "E' stato quando è arrivato l'inferno. C'è
stata come una
grossa, enorme esplosione... il vento ci ha investiti.. poi tutta la
polvere... ed ogni cosa è stata oscurata" (NYT, Rivera, p. 7).
Il
tenente William Wall ha affermato: "Sentimmo un'esplosione. Alzammo lo
sguardo e l'edificio stava venendo giù... abbiamo corso un poco
ma poi
fummo investiti dalla nube" (NYT, Wall, p. 9). Il paramedico Louis Cook
dopo aver detto che c'era "un'incredibile quantità di polvere e
fumo"
ha aggiunto che c'era "senza esagerare quasi un piede e mezzo (mezzo
metro, ndt) di polvere sulla mia macchina" (NYT, Cook, pp. 8, 35).
[46] Anche se ci manteniamo generosi
nel valutare
l'errore e concediamo una probabilità di 1 su 10
(probabilità molto più
alta di 1 su 100 o di 1 su 500) che ognuna delle undici caratteristiche
possa presentarsi senza l'uso di esplosivi, la probabilità che
tutte e
11 si manifestino insieme è di uno su 100 miliardi (questo
calcolo, con
la sua assunzione molto generosa di una probabilità di 1 su 10,
assume
che le variabili siano indipendenti le une dalle altre. Per maggiore
completezza, se solo 6 fossero indipendenti mentre le altre 5 fossero
correlate le une alle altre avremmo ancora una probabilità di 1
su un
milione. Invece con una probabilità di 1 su 100 ed ogni
caratteristica
indipendente dalle altre avremmo una probabilità di 1 su dieci
elevato
alla 22esima potenza).
Dovendo aggiungere nel calcolo della
probabilità il
fatto che tutte queste caratteristiche si sono manifestatate in tre
edifici e nello stesso giorno, questa diventa così
infinitesimamente
piccola da non potere essere disinta da zero.
D'altra parte, se fossero stati
usati esplosivi
negli edifici, allora ci sarebbe stata un'alta probabilità per
tutte e
11 le caratteristiche di manifestarsi in tutti e tre gli edifici. Per
questo ragionamento sono indebitato verso James Fetzer, che --- tramite
il suo saggio "'Teorie della Cospirazione': Il caso dell'11 settembre"
--- lo ha ispirato, e con Paul Zarembka, che mi ha aiutato per la sua
formulazione definitiva.
[47] un sommario carino del
ragionamento usato per
giungere a questa conclusione è stato fornito da Nila Sagadevan
(comunicazione e-mail dell'8 Novembre 2005) in risposta ad una persona
che gli chiedeva "Ma quindi stai dicendo che i piani sono semplicemente
caduti giù come se non ci fosse nulla a sostenerli?".
Confermando che
quello era precisamente ciò che stava dicendo, suggerì
poi il seguente
esperimento mentale:
Immagina un pesante cavo di acciaio,
abbassato da
un'alta gru, ben assicurato al centro del piano più alto (il
110) di
una delle due torri.
Ora immagina che quel piano sia, in
qualche modo, disaccoppiato dal resto della struttura sotto di esso.
Evoca il tuo genio personale e
ordinagli di far
scomparire magicamente tutti e 109 i piani e le strutture portanti al
di sotto del blocco che ora è comunque sostenuto.
Quello che ora abbiamo è il
nostro
piano di cemento
armato penzolante a 415 metri (1350 piedi) dal suolo, sostenuto da un
cavo attaccato alla nostra gru immaginaria.
Ora fai tagliare il cavo al genio
Il tuo 110imo piano ora cadrà
liberamente nell'aria
ed impatterà al suolo dopo circa 9 secondi (che è
più o meno quanto han
impiegato i piani più alti di entrambe le torri a raggiungere il
terreno).
Ora, immagina uno scenario diverso.
Non disaccoppieremo il piano più alto né lo assicureremo
ad un cavo con
una gru.
Invece chiederemo al nostro genio di
"ammorbidire" tutte le colonne di supporto dei 109 piani sottostanti.
Non è forse vero che ognuno
di
questi piani e delle
sue strutture portanti, ora ammorbidite, inizierà immediatamenet
a
deformarsi sotto il peso del 110imo piano?
E non è altrettanto vero che
la
deformazione
rallenterà la caduta dell'ultimo piano, continuando ad offrire
gradatamente resistenza alla sua discesa?
Non dovrebbero questi "arresti"
viscosi progressivi
– l'acciaio deformato, con l'aiuto dei chiodi sradicati, i bulloni
tagliati e le saldature strappate --- rallentare significativamente la
caduta dell'ultimo piano?
Tutto questo non farebbe impiegare
all'ultimo piano
molto più di 9 secondi per terminare infine la sua caduta in
cima alla
pila dei detriti dei piani inferiori e l' arrestarsi?
Ma l'11 Settembre 2001 ogni piano di
ogni torri cadde come se al di sotto di lui non esistesse nient'altro
che aria.
Perchè questo accadesse ogni
colonna
di supporto
(che offriva cioè resistenza) al di sotto di ogni piano che
stava
collassando avrebbe dovuto essere tolta via.
Soltanto degli esplosivi ben
posizionati possono riuscirci.
Questo è ciò che
accade nelle
demolizioni controllate.
Il ragionamento di Sagadevan non
viene intaccato
significativamente se diciamo che il tempo di crollo era più
vicino
ai 15 secondi, poiché questo tempo è ancora molto vicino
al tempo di
caduta libera in aria.
[48] Gli investigatori ufficiali si
accorsero di avere meno autorità delle squadre di pulizia, un
fatto che
ha spinto lo Science Commitee
della Camera dei Rappresentanti a riportare
che "la mancanza di
autorità fornita agli investigatori di confiscare i pezzi di
metallo
per sottoporli ad esami prima che fossero riciclati ha portato alla
perdita di importani elementi di prova"
[49] Baosteel riciclerà i
rottami
del World Trade Center Eastday.com,
24 gennaio, 2002.
[50] La rimozione fu, inoltre,
portata a compimento
con estrema cura, perche "il carico consisteva in materiale altamente
sensibile". Ogni camion fu equipaggiato con uno strumento di
localizzazione del veicolo, connesso al GPS. "Il software
registrò ogni
viaggio ed ogni locazione, inviando segnali di allerta se il veicolo
viaggiava fuori rotta, se arrivava tardi alla sua destinazione o se
deviava dalle aspettative in qualche altra maniera... un autista... si
attardò in una pausa pranzo di un'ora e mezza... fu lincenziato
[Emigh,
2002].
[51] New York Times, 25 Dicembre,
2001. Questa
protesta fu ripetuta dal professor Abolhassan Astaneh-Asl, professore
di Ingegneria Civile alla University of California di Berkeley, che
affermò: "Dove avviene un incidente automobilistico e due
persone
vengono uccise conserviamo l'automobile sino a processo concluso. Se un
aereo cade, non solo teniamo la carcassa ma raccogliamo tutti i
rottami, li portiamo in un hangar e li rimettiamo assieme. Questo se
muoiono anche solo 200, 300 persone. In questo caso invece abbiamo
tremila morti. Ed abbiamo una delle più importanti.. costruzioni
fatte
dall'uomo. Il mio desiderio è che avessimo fatto tutto
ciò che era
nelle nostre facoltà... Raccogliere tutto questo acciaio,
trasportarlo
in un luogo apposito. Invece di riciclarlo.... Dopotutto questa
è una
scena del crimine e dobbiamo riuscire a capire esattamente ciò
che è
accaduto" (Notiziario CBS, 12 Marzo, 2002)
[52] Bloomberg stava in quel momento
raccomandando
precisamente ciò contro cui Bill Manning, l'editore di Fire
Engineerin,
aveva indirizzato i suoi avvertimenti quando scrisse "Per come è
lo
stato delle cose ora... l'investigazione in merito all'incendio ed al
crollo del World Trade Center risulterà solo in un quantitativo
di
carta e di ipotesi generate al computer" (Manning, 2002). Ciò
che
Bloomberg desiderava e Manning temeva è esattamente ciò
che ritroviamo
nel rapporto del NIST. Anzi a dire il vero è anche peggio. Il
fisico
Steven Jones, dopo aver rimarcato che "non ci sono esempi di crolli di
grattacieli dovuti al fuoco" e che anche il "modello reale [computer] –
del NIST - non collassò " risponde: "semplicemente, il NIST
inventò
ipotesi generate dal computer per ogni modello "grave" e poi questi
modelli furono ulteriormente modificati per ottenere i risultati
desiderati. Il rapporto del Nist, aggiunge Jones, ammette questa
procedura, dicendo a pagina 142: "Il modello più grave ... fu
usato per
l'analisi globale di ciascuna torre. Un set completo di simulazioni fu
applicato quindi a [questo caso]. Dove i risultati delle simulazioni
differivano dalle evidenze fotografiche e dai rapporti dei testimoni
oculari [ad es. ci fu un completo crollo] gli investigatori
corressero i dati" (Jones, 2006)
[53] "Baosteel riciclerà i
rottami
del World Trade Center"
[54] Bill Manning scrisse "Il danno
strutturale
causato dagli aerei e dall'accensione esplosiva del carburante non
furono sufficienti a tirare giù le torri. Fire Engineering ha
buone
ragioni per credere che l' 'investigazione ufficiale' benedetta dalla
FEMA è una farsa "mezza cotta" della quale si possono già
essere
impossessate forze politiche per portare avanti i propri interessi i
quali sono, con un eufemismo, molto distanti da una completa
rivelazione. A parte il beneficio marginale ottenuto da un'osservazione
visiva delle prove nella passeggia, durata tre giorni, condotta dai
membri dell'ASCE investigation committee – descritta da una fonte loro
vicina come una "gita turistica" -- nessuno sta cercando le prove di
nulla" (Manning, 2002).
[55] Guardare la sezione "Le
scoperte dell'ASCE sulla sulfidazione dell'acciaio" in Hoffman, 2005.
[56] Per prove visive consultare
Hoffman, "I
fotogrammi video del crollo della torre Nord: prove visive del crollo
della torre Nord." 9-11 Research.wtc7.net n.d.
(http://911research.wtc7.net/wtc/evidence/videos/wtc1_close_frames.html).
[57] Il ruolo di Marvin Bush nella
compagnia è menzionato da Craig Unger, 2004, p.249
[58] L'affermazione di Forbes
è
inserita qui.
[59] Per la dichiarazione completa
di Giuliani
consultare "Chi ha
detto a Giuliani che il WTC stava per crollare il
9/11?), What Really Happened, n.d.; può essere
ascoltato qui.
[60] Come evidenzia Hufschmid "le
foto mostrano che
le spettacolari fiamme scomparirono velocemente e poi il fuoco...
lentamente diminu'" (2002, p.38)
[61] "Se .. l'intenzione era di
incolpare gli
incendi per il crollo," Peter Meyer ha scritto "allora l'ultimo tempo
utile per le torri di collassare avrebbe potuto essere appena prima che
gli incendi si spegnessero. Poiché l'incendio della torre sud fu
il
risultato della combustione di meno combustibile.., allora il fuoco
nella torre sud inizio ad affievolirsi per primo.... Coloro i quali
stavano controllando la demolizione perciò dovettero far
collassare la
torre sud prima della nord" (Peter Meyer, n.d.).
[62] Il comandante della divisione
EMS (Emergency
Medical Services) John Peruggia affermò che gli fu detto che "La
torre
nord era in pericolo di un crollo quasi imminente". Il tecnico medico
Richard Zarrillo, evidentemente un collegamento tra OEM e EMS,
affermò
che gli fu detto che "gli edifici stavano per collassare". Il
maresciallo dei vigili del fuoco Stephen Mosiello ed il suo vice,
assistente capo della sicurezza, Albert Turi usarono anche loro il
plurale ("edifici") nel riportare quello che sentirono da Zarrillo.
Turi riferì anche che quando a Zarrillo fu chiesto "da dove
stiamo
prendendo questi rapporti?", la sua replica fu "lo sapete, non ne siamo
sicuri, lo sta riferendo L'OEM giusto adesso" (NYT, I racconti orali di
Peruggi, Zarrillo, Mosiello e Turi)
[63] Nel "Una breve storia dell'OEM
(Office of
Emergency Management) di New York City" leggiamo "!996: per un ordine
esecutivo viene creato l'OEM cittadino. Il direttore risponde
direttamente al sindaco e presta servizio al direttore locale della Difesa
civile.
[64] "La città.. inizialmente
rifiutò l'accesso ai
registri delle investigazioni .. alla commissione sul 9/11" ma
"lasciò
perdere quando fu minacciata un'azione legale" (Dwyer, 2005b)
[65] Glanz (2001) scrisse che
"esperti affermarono
che nessun edificio simile, un moderno grattacielo con anima in
acciaio, era mai collassato per un incendio non controllato."
[66] Per fotografie e discussioni,
consultare
Hufschmid, 2002, pp. 62-56 e la sezione intitolata "i "furiosi" incendi
al WTC 7" in "Gli incendi al World Trade Center (non così caldi
eh?)," Global
Research, 27 Settembre, 2004 .
[67] FEMA, 2002, capitolo 5, zezione
6.2 "Probabile sequenza di crollo," discussa in Griffin, 2004, p.22
[68] Hufscmid, 2002, p. 64. Il
crollo
dell'edificio 7 ha anche lui tutte le caratteristiche delle
convenzionali demolizioni controllate, come l'inizio improvviso e poi
il crollo a velocità prossime a quelle di caduta libera – che
per
l'edificio 7 significa sotto i 7 secondi. Queste somiglianze alle
normali implosioni sono state commentate da Dan Reather. Mostrando un
video del crollo dell'edificio 7 sulla CBS quella stessa sera, Rather
disse che "richiamava alla mente quelle immagini che abbiam visto tutti
troppo spesso in televisione prima, quando un edificio viene distrutto
deliberatamente tramite della dinamite ben piazzata per tirarlo
giù"
(Notiziario CBS, 11 Settembre, 2001). Video del crollo dell'edificio 7,
che raramente sono apparsi nella televisione nazionale, possono essere
visionati in vari siti internet, come
www.geocities.com/killtown/wtc7.html and
www.whatreallyhappened.com/wtc7.html. In particolare è molto
buono per
questo scopo il DVD di Eric Hufschmid, "Painful Deceptions"
(disponibile al www.EricHufschmid.Net).
[69] Implosion World.com
.
[70] Steven Jones, lettera e-mail, 10 Ottobre 2005.
[71] Confronta Norman, 2002 e il Firehouse Magazine, 2002a e 2002b
[72] Il comandante Frank Fellini disse che la zona del crollo fu
stabilita "cinque o sei ore" prima che l'edificio venisse giù,
il che
vorrebbe dire intorno a mezzogiorno (NYT, Fellini, p.3). Questa
tempistica è conforme alla testimonianza di un vigile del fuoco
il
quale disse di "aver sentito rapporti di un possibile crollo del World
Trade Center 7 durante tutto il giorno" e quello di un altro che
affermò: "girammo lì intorno per ore aspettando che
l'edificio sette
venisse giù"
(NYT, Murray, p. 12, and Massa, pp. 17-18).
[73] Anche i terremoti, che
avrebbero potuto produrre dei crolli parziali, tuttavia non avrebbero
mai potuto causare
un crollo quasi totale.
[74] "Gli investigatori federali
conclusero che
fosse stato in primo luogo l'impatto degli aerei e, più
specificamente,
gli incendi che divamparono in modo estremo sin dalla nascita a causare
il crollo degli edifici. Dopo che gli aerei colpirono,... molto dello
spray di protezione antincendio nella zona di impatto fu rimosso,
lasciando la struttura portante di acciaio esposta e mortalmente
vulnerabile all'intenso calore" (Dwyer e Flynn, 2005, p. 252). Questi
coautori (p.253) appoggiano anche la pretesa del NIST – che è
totalmente insostenibile (Hoffmann, 2005) – che il crollo divenne
"inevitabile."
[75] Dwyer, infatti, scrisse un
articolo intitolato
"L'enorme archivio produce nuovi punti di vista sul 9/11," New
York
Times, 13 Agosto, 2005. Ma non menziona
tra "i nuovi punti di vista" quello che verrebbe suggerito dalle
testimonianze sulle esplosioni.
[76] L'affermazione di Silverstein
è
stata citata in
molti posti, tra cui Morgan e Henshall (2005). Una critica di questo
libro intitolata "9/11 rivelato? Nuovi libri ripetono false teorie
della cospirazione," pubblicato dallo U.S.
State Department, sostiene che "il proprietario si stava riferendo
al fatto di
ritirare un contingente di vigili del fuoco fuori dall'edificio in modo
da salvare vite umane poiché questo appariva instabile". Ma
questa è a
stento un'interpretazione plausibile, specialmente data la frase
seguente ed il fatto che in un'altra parte del documentario (PBS, 2002)
sentiamo questa espressione utilizzata con il significato di "tirare
l'edificio giù".
[77] L'affermazione di Silverstein
può essere visionata (o
ascoltata su di un file
audio). Per
un dibattito consultare Baker, n.d.
[78] Currid, casualmente, fu rieletto
presidente nel 2002
[79] Lettera alla rivista LA Times del 18 Settembre,
2005, da William Yarchin di Huntington Beach, California, in risposta
ad un'intervista con me sulla stessa rivista, condotta da Mark Ehrman,
intitolata "Diventando agnostico riguardo il 9/11", pubblicata il 28
Agosto, 2005.
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