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11 Settembre
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 American Moon

Il nuovo documentario
di Massimo Mazzucco
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I 19 assi del cielo


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La vera storia di Al-Queda

 
Chi  è Osama bin Laden?


La prova del nove


Sintesi capitolo 1

2 - GLI AEREI DIROTTATI

La difesa inesistente


Chi ha cambiato le procedure?


Cronologia comparata dei 4 voli


 War games
(in preparazione)

 
5 cronologie in 5 anni

 
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LA PROVA DEL NOVE:

Un piano inesistente


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3 - Il SEGRETO del PENTAGONO

Il doppio problema del Pentagono


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Il black-out di Grande Fratello

 
I falsi video del Pentagono


La tesi della disintegrazione


La tesi della penetrazione

 
Simulazione di reato


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Il segreto del Pentagono


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I fatti riscontrati

DA QUI IN POI IL LAVORO E' ANCORA DA COMPLETARE

Le telefonate dal cielo
 
 
Lo schianto misterioso


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Sintesi capitolo 6

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Questa è la traduzione integrale del testo originale (autorizzato) di David Ray Griffin intitolato:

The Destruction of the World Trade Center: Why the Official Account Cannot Be True

pubblicato per il 911truth.com il 29 gennaio 2006



Dr. David Ray Griffin


La distruzione del World Trade Center: perchè la versione ufficiale non può essere vera.


Nel libro "La nuova Pearl Harbor: domande scomode sull'Amministrazione Bush e l'11 settembre" (2004) ho riassunto dozzine di fatti e verbali che proiettano ombre sulla versione ufficiale dell'11 settembre. Poi, nel successivo "Rapporto della commissione 9/11: errori ed omissioni" (2005 a), ho parlato del modo in cui questi elementi sono stati esaminati dalla Commissione, cioè distorcendoli o semplicemente omettendoli.

Ho poi optato per un discorso generale, esaminando l'argomento in tutte le sue sfaccettature, nei miei precedenti scritti e discorsi sull'11 settembre (Griffin, 2005 b e 2005 e b).[1] Questa impostazione, che espone ogni aspetto problematico della versione ufficiale, è la più efficace per metterla in discussione.

Tuttavia questo modo di presentare i fatti ha un grosso limite, specialmente in discorsi ed articoli. Ciò implica che l'esposizione di ogni singola questione debba essere piuttosto concisa, quindi superficiale. Di conseguenza la gente può pensare che un trattamento più approfondito di ogni singolo aspetto potrebbe far sembrare la versione ufficiale plausibile, dopo tutto.

In questo scritto, mi concentro su una sola questione: perché le torri gemelle e l'edificio 7 del World Trade Center siano crollate.

Il vantaggio nell'adottare questo metodo, oltre la possibilità di scendere piuttosto nel dettaglio, è che la distruzione del World Trade Center rappresenta una delle migliori opportunità per comprendere la verità sull'11 settembre.

Approfondire questo aspetto ci consentirà anche di esaminare le rivelazioni contenute nelle testimonianze orali dell'11 settembre, che sono state registrate dal Dipartimento dei Pompieri di New York appena dopo l'11 settembre, ma sono state rese pubbliche solo nell'agosto del 2005.

Vorrei iniziare con la questione del perché le torri gemelle siano crollate, e poi fare lo stesso per l'edificio 7.

1. Il crollo delle torri gemelle

Poco dopo l'11 settembre, il presidente Bush ha avvisato la popolazione che non avrebbe tollerato "Oltraggiose teorie della cospirazione riguardanti e gli attacchi dell'11 settembre" (Bush, 2001).[2] Philip Zelikow, che ha presieduto il lavoro della commissione 9/11, allo stesso modo ha messo in guardia contro le "Oltraggiose teorie della cospirazione" (Hansen, 2005). Cosa vogliono dire queste persone utilizzando tale espressione? Non possono voler dire che dobbiamo rigettare tutte le teorie della cospirazione sull'11 settembre, perché anche la versione del governo è una teoria della cospirazione, dove i cospiratori sono tutti membri di Al Qaeda. Loro intendono solo che dovremmo rigettare le teorie oltraggiose.

Ma cosa distingue una teoria oltraggiosa da una non oltraggiosa? Questa è una dei temi fondamentali nella filosofia della scienza. Quando vengono confrontati da teorie rivali - ad esempio l'evoluzione neo- darwiniana e l'Intelligent Design - gli scienziati e i filosofi della scienza si chiedono quale teoria sia la migliore e perché. Ciò che contraddistingue una buona teoria è che essa può spiegare in modo coerente, tutti o perlomeno la maggior parte dei fatti rilevanti senza essere contraddetta da nessuno di essi. Una teoria è scadente quando viene contraddetta da alcuni dei fatti rilevanti. Una teoria oltraggiosa potrebbe essere una che venga contraddetta da praticamente tutti fatti rilevanti.

Tenendo a mente questa definizione, diamo un'occhiata alla teoria ufficiale riguardo le torri gemelle, che sostiene che esse siano crollate a causa dell'effetto combinato dell'impatto degli aeroplani e dei conseguenti incendi. Il rapporto stilato dalla FEMA sosteneva: "Il danno strutturale ad ogni torre causato dall'impatto, insieme al successivo incendio, ha determinato il crollo di ogni edificio" (FEMA, 2002).[3] Questa teoria fa chiaramente parte di quelle oltraggiose, poiché viene contraddetta da praticamente tutti i fatti principali. Anche se questa conclusione può sembrare estrema, spiegherò perché in realtà non lo è.

Nessun crollo in precedenza determinato da incendi

La versione ufficiale è resa implausibile da due problemi principali. Il primo è il semplice fatto che il fuoco non ha mai - prima o dopo l'11 settembre - causato il crollo di grattacieli con un'intelaiatura in acciaio. I difensori della versione ufficiale menzionano raramente, se mai lo fanno, questo semplice fatto. In verità, quello che si suppone sia il definitivo rapporto del NIST - il National Institute of Standard and Technology (2005) - sottintende addirittura che i crolli di edifici in acciaio causati dal fuoco siano eventi normali (Hoffman, 2005). [4] Lontano dall'essere normali, comunque, simili crolli non sono mai accaduti, esclusi quelli presunti dell'11 settembre.

Chi difende la versione ufficiale, naturalmente, sostiene che i crolli non sono stati causati unicamente dagli incendi, ma da questi ultimi combinati col danno causato dagli aerei. Le torri, comunque, sono state progettate per sopportare l'impatto di aerei della dimensione circa di un Boeing 767. [5] Hyman Brown, il responsabile progettuale delle torri gemelle, dichiarò: "Le torri sono state progettate, e con un certo margine, per sopportare praticamente ogni cosa, inclusi uragani,... bombardamenti, e l'impatto di un aereo" (Bollyn, 2001).

Ed anche Thomas Eager, un professore di ingegneria dei materiali del MIT che supporta la versione ufficiale, sostiene che l'impatto degli aerei non sarebbe stato significativo, poiché "Non è stato perso un grande numero di colonne dopo l'impatto iniziale e i carichi sono stati redistribuiti alle colonne rimanenti in questa struttura altamente ridondante "(Eager e Musso, 2001, pp. 8-11).

Similmente, il rapporto del NIST, trattando di quanto l'impatto degli aerei abbia contribuito al crollo, si focalizza soprattutto sul fatto che gli aerei abbiano rimosso buona parte del rivestimento anti-incendio dall'acciaio. [6]

La versione ufficiale del crollo, quindi, si basa essenzialmente sul fuoco, quindi non può essere enfatizzato troppo il fatto che il fuoco non abbia mai causato il crollo di grandi edifici in acciaio - mai, sia prima il 9/11, che dopo il 9/11, o in qualunque parte del mondo l'11 settembre, eccetto che presumibilmente a New York - mai.

Si potrebbe sostenere, naturalmente, che c'è una prima volta per tutto, e che un incendio davvero straordinario possa portare ad un crollo. Esaminiamo questa idea. Come dovrebbe essere un incendio straordinario? Date le proprietà dell'acciaio, le fiamme dovrebbero essere molto violente, estese, e durature. Ma gli incendi nelle torri non hanno manifestato nessuna di queste caratteristiche.

C'è chi ha sostenuto, per essere precisi, che le fiamme raggiunsero un'altissima temperatura. Alcuni speciali in televisione hanno affermato che le torri sono crollate poichè le fiamme erano cosi alte da aver fuso l'acciaio. Per esempio, uno speciale della BBC News riportò questa dichiarazione di Hyman Brown: "L'acciaio fonde, e 24.000 galloni di carburante aereo hanno fuso l'acciaio". Un'altra persona, presentata come ingegnere strutturale, dichiarò: "E' stato il fuoco ad affossare gli edifici. Non c'è niente sulla faccia della terra che possa sopportare quelle temperature con quella quantità di carburante... le colonne si fonderebbero" (Barter, 2001). [7]

Queste dichiarazioni, in ogni modo, sono assurde. L'acciaio non fonde finché non raggiunge i 2800° Fahreneit. [8] Inoltre, un incendio alimentato da idrocarburi, come il kerosene – vale a dire il carburante degli aerei - può al massimo arrivare a 1700°F, cioè 1100 gradi al di sotto del punto di fusione dell'acciaio. [9] Possiamo, di conseguenza, mettere da parte la pretesa che le torri siano crollate in seguito alla fusione delle colonne di acciaio. [10]

La maggior parte dei sostenitori della versione ufficiale, in realtà, non affermano questa assurdità. Sostengono semplicemente che le fiamme abbiano riscaldato l'acciaio fino al punto in cui avrebbe perso così tanta della sua capacità di resistenza da essersi deformato. [11] Per esempio, Thomas Eager, dicendo che l'acciaio a 1300° perde l'80% della sua resistenza, conclude che questo debba essere quello che è successo. Ma perché ciò sia plausibile, le fiamme sarebbero dovute essere ancora molto violente.

Ma non lo erano. Alcuni hanno parlato, come abbiamo visto, del kerosene. Tuttavia la maggior parte è bruciato molto velocemente nelle enormi palle di fuoco che si sono sprigionate dopo l'impatto degli aerei con gli edifici, ed il resto è esaurito nel giro di dieci minuti [12], dopo di che le fiamme diminuirono. Fotografie delle torri 15 minuti dopo gli impatti mostrano incendi isolati e molto fumo nero, segno della scarsità di ossigeno. Thomas Eager, a questo proposito, ha detto che le fiamme raggiungevano "Probabilmente solo i 1200° o i 1300° F" (Eager, 2002).

Ci sono motivi per credere, per di più, che le fiamme non fossero neanche così intense. Come mostrano le fotografie, le fiamme non hanno rotto le finestre e non si sono nemmeno propagate molto oltre i punti dove sono cominciate (Hufschmid, 2002, p.40). Questa documentazione fotografica è supportata dagli studi scientifici condotti dal NIST, che ha scoperto che delle 16 colonne perimetrali esaminate, "Solamente tre colonne hanno provato che l'acciaio raggiunse temperature superiori ai 250°C [482°F],"e nessuna prova che alcuna colonna del nucleo centrale avesse raggiunto anche solo quelle temperature (2005, p.88).

Il NIST (2005) sostiene che "Non ne ha dedotto considerazioni su scala generale, dato che le colonne esaminate rappresentavano solo il 3% delle colonne perimetrali e l'1% delle colonne del nucleo centrale provenienti dai piani interessati dagli incendi ". Che solamente una minuscola frazione delle colonne fosse disponibile è stato dovuto, naturalmente, al fatto che ufficiali governativi hanno venduto e spedito via immediatamente la maggior parte dell'acciaio. In ogni caso, le scoperte del NIST sulla base di questa piccolissima percentuale delle colonne non sono irrilevanti. Esse significano che qualunque speculazione che alcune delle colonne del nucleo centrale abbiano raggiunto temperature molto più alte sarebbe soltanto, per l'appunto, pura speculazione non corroborata da alcuna dimostrazione empirica.

Per di più, anche se gli incendi avessero raggiunto i 1300°F, come Eager suppone, ciò non implica che l'acciaio avesse raggiunto quella stessa temperatura. L'acciaio è un eccellente conduttore di calore. Mettete a contatto un fuoco con l'estremità di una lunga sbarra di acciaio e il calore si diffonderà rapidamente alle altre parti, e ad altri eventuali prezzi di acciaio ad essa interconnessi. [13]

Perché le fiamme avessero potuto portare alcune delle colonne d'acciaio ad una temperatura vicina a quella da esse stesse sprigionata, sarebbero dovute essere molto estese, in relazione alla dimensione degli edifici e alla quantità di acciaio in essi contenuto. Le torri, naturalmente, erano gigantesche e contenevano una enorme quantità di acciaio. Un piccolo e localizzato incendio di 1300° non avrebbe mai potuto portare nessuna delle colonne di acciaio nemmeno vicina a quella temperatura, poiché il calore si sarebbe propagato velocemente per il resto dell'edificio.

Alcuni difensori della teoria ufficiale hanno sostenuto che le fiamme erano indubbiamente molto grandi, e avevano trasformato gli edifici in "Giganteschi incendi". Ma tutte le prove contrastano questa affermazione, specialmente se facciamo riferimento alla torre sud, che crollò per prima. Questa torre è stata colpita tra i piani 78 e 84, perciò è in quella regione che sarebbero dovuti esserci gli incendi maggiori. Brian Clark, un sopravvissuto, ha dichiarato che quando scese fino all'80° piano:" Potevi vedere tra i muri e le fessure alcune fiamme... che li lambivano appena, non stava divampando un grande incendio ma solo qualche fuoco, che produceva un po' di fumo che fuoriusciva dai muri." [14] Allo stesso modo, uno dei capo pompieri che raggiunse il 78° piano notò solamente "Due focolai isolati." [15]

La torre nord, per la precisione, ha avuto degli incendi abbastanza estesi e violenti da far si che molte persone scelsero di lanciarsi verso la morte. Ma come sa perfettamente chiunque possegga un camino od una stufa, anche un fuoco che non danneggia l'acciaio o il ferro può bruciare la carne umana. Inoltre in molti casi può essere stato il fumo, piuttosto che il calore, a spingere le persone a buttarsi.

In ogni caso, gli incendi, per indebolire le colonne di acciaio, sarebbero dovuti essere non solo molto estesi e violenti ma anche molto duraturi. [16] Alle persone è stato raccontato che le torri sopportarono incendi di questo tipo, ad esempio la CNN ha sostenuto che "Incendi molto intensi abbiano bruciato per molto tempo". Ma ciò non è accaduto. La torre nord è crollata dopo un'ora e 42 minuti dall'impatto; la torre sud è crollata dopo soli 56 minuti.

Per comprendere quanto sia ridicola la teoria che i brevi incendi nelle torri abbiano potuto portarle al crollo strutturale, possiamo confrontarle con degli altri esempi. Nel 1988, un incendio nel First Interstate Bank Building a Los Angeles è divampato per 3.5 ore ed ha distrutto 5 dei 62 piani dell'edificio, ma non sono stati registrati significativi danni strutturali (FEMA, 1988). Nel 1991, un enorme incendio al Philadelphia's One Meridian Plaza è durato 18 ore ed ha distrutto 8 dei 38 piani dell'edificio, ma, secondo il rapporto della FEMA, anche se "travi e putrelle si piegarono e torsero ... a causa della pesante esposizione al fuoco... , le colonne continuarono a supportare il loro carico senza danni evidenti " (FEMA,1991). A Caracas, nel 2004, un incendio in un edificio di 50 piani è durato 17 ore, devastandone completamente i 20 piani della parte superiore, tuttavia non è crollato (Nieto, 2004). E noi dovremmo credere che un incendio durato 56 minuti abbia portato al crollo della torre sud.

A differenza degli incendi nelle torri, inoltre, quelli a Los Angeles, Philadelphia e Caracas sono stati abbastanza violenti da aver distrutto le finestre.

Un altro importante paragone è rappresentato da una serie di esperimenti fatti in Inghilterra a metà degli anni '90, per determinare quale tipo di danno potesse essere causato ad edifici in acciaio sottoposti ad incendi estremamente violenti, estesi e durati molte ore. La FEMA, nell'esaminare questi esperimenti, osservò: "Nonostante la temperatura dei supporti di acciaio avesse raggiunto gli 800 -900° C (1500-1700° F) in tre dei test... non si è verificato un crollo in nessuno dei sei esperimenti" (1988, Appendix A).

Questi paragoni smascherano l'assurdità della teoria del NIST che le torri siano crollate poiché gli aerei avrebbero danneggiato i rivestimenti antincendio delle colonne d'acciaio. Queste protezioni assicurano la protezione dall'incendio solo per poche ore, quindi l'acciaio negli edifici di Philadelphia e Caracas sarebbe stato esposto direttamente alle fiamme divampanti per almeno 14 ore, ed anche in quel caso l'acciaio non si è piegato. il NIST sostiene, nondimeno, che l'acciaio nella Torre Sud si sia deformato perchè è stato esposto direttamente alle fiamme per 56 minuti. [18]

Alcuni difensori della versione ufficiale hanno speculato che ci fosse qualcosa, relativamente alle Torri, che le rendesse vulnerabili in maniera particolare al fuoco. Tuttavia, queste dichiarazioni non sono corroborate da nessuna prova. Inoltre, come Norman Glover ha fatto notare: "Praticamente tutti i grandi edifici sopporteranno un serio incendio nell'arco della loro esistenza. Nessun grande edificio, alto molti piani, è mai crollato a causa del fuoco. Il World Trade Center stesso ne ha sopportato uno nel 1975; tuttavia, l'edificio riscontrò danni minori ed fu riparato e restituito alla piena funzionalità" (Glover, 2002).

Indizi molteplici di una demolizione controllata

C'è una verità capovolta a proposito del fatto che, a parte per i supposti casi dell'11 settembre, il fuoco non abbia mai causato il crollo di grandi edifici in acciaio.

Questa verità è che ogni precedente crollo globale sia stato causato dalla procedura nota come "demolizione controllata", in cui esplosivi capaci di tagliare l'acciaio vengono piazzati in punti strategici nell'edificio, e detonati secondo una sequenza ben precisa. Anche sapendo solamente che le torri sono crollate, di conseguenza, sarebbe naturale presumere che lo abbiano fatto a causa di esplosivi.

Questa conclusione a priori, inoltre, è supportata da un'analisi empirica della particolare natura dei crolli. Qui arriviamo al secondo maggiore problema della teoria ufficiale, e precisamente, che i crolli hanno avuto almeno undici caratteristiche che si sarebbero potute aspettare se, e solamente se, fossero stati utilizzati esplosivi. Le riassumerò brevemente.

Crollo improvviso: In una demolizione controllata, l'inizio del crollo è repentino. Un momento prima l'edificio è perfettamente immobile, poi comincia improvvisamente a crollare. Ma l'acciaio, quando viene scaldato, non cede ne' si piega improvvisamente. Dunque in crolli provocati dal fuoco – se ne avessimo degli esempi – il crollo sarebbe graduale. Le travi e le putrelle inizierebbero a deformarsi; le colonne, se soggette a forti sollecitazioni, comincerebbero a piegarsi. Ma come mostrano i filmati delle torri, [19] non si sono manifestati questi segnali, neanche nei piani immediatamente sopra il danno causato dall'impatto degli aerei. Gli edifici erano completamente immobili fino all'inizio dei crolli.

Crollo verticale: La questione principale nella demolizione controllata di un edificio alto, confinante con altri palazzi, è che venga giu' dritto fino a collassare sulla sua stessa base, o perlomeno vicino, cosi da non provocare danni agli altri palazzi. L'arte della scienza delle demolizioni controllate è incentrata soprattutto su questo obiettivo. Come ha spiegato Mark Loizeaux, presidente della Controlled Demolition Inc. : "Per demolire [un edificio] come vogliamo, cosi... che non venga danneggiata nessuna altra struttura" la demolizione deve essere "approfonditamente pianificata", usando "gli esplosivi adatti e la giusta sequenza nel detonarli" (Else, 2004). [20] Se le torri, alte 110 piani, fossero cadute di lato, avrebbero causato enormi danni a molti degli edifici degli isolati vicini. Ma le torri sono venute giù in verticale. Di conseguenza, la teoria ufficiale, implicando che il fuoco abbia perfettamente imitato i crolli che altrove sono stati prodotti solo da esplosivi sapientemente piazzati, richiede un miracolo.

La velocità vicina alla caduta libera: Gli edifici abbattuti dalle demolizioni controllate collassano in un tempo vicino alla caduta libera. Ciò accade poiché vengono meno i supporti ai piani inferiori, cosi che quando i piani superiori crollano non incontrano alcuna resistenza. Il fatto che i crolli delle Torri abbiano ricalcato questa caratteristica delle demolizioni controllate è stato menzionato indirettamente nel Rapporto della Commissione 9/11, che ha dichiarato che "La torre Sud è venuta giù in 10 secondi" (Kean e Hamilton, 2004, p.305) [22]. Gli autori del rapporto, evidentemente, non hanno pensato che la rapidità del crollo potesse contrastare con la versione ufficiale, conosciuta come "effetto pancake".

Secondo questa teoria, i piani sopra quelli che sono stato indeboliti dall'impatto dell'aereo, sono crollati sui piani inferiori, innescando una reazione a catena, e determinando lo schiacciamento di tutti i piani.

Ma se questo fosse ciò che è accaduto, i piani inferiori, col loro carico di acciaio e cemento, avrebbero offerto resistenza. I piani superiori non sarebbero potuti crollare attraverso quelli inferiori come se fossero in caduta libera. Comunque, i filmati dei crolli mostrano che le macerie in linea col profilo dell'edificio crollavano alla stessa velocità di quelle all'esterno [23] (Jones, 2006). Come spiega l'architetto e fisico Dave Heller (2005) :

I piani non possono essersi schiacciati. Gli edifici sono crollati troppo velocemente. I solai avrebbero dovuto cedere simultaneamente, per arrivare a terra in un tempo cosi ridotto. Ma in che modo? In quello [conosciuto come la demolizione controllata], ogni piano di un edificio viene distrutto appena prima che il piano sopra lo stia per colpire. Dunque, i piani cedono allo stesso tempo, virtualmente in caduta libera. (Garlic and Glass 6)

Crollo globale: La versione ufficiale è ancora più vistosamente contraddetta dal fatto che i crolli sono stati totali: queste torri di 110 piani si sono trasformate in ammassi di detriti alti giusto pochi piani. Com'è stato possibile? Il nucleo centrale di ogni torre era costituito da una struttura reticolare con 47 imponenti colonne portanti in acciaio. [24] Secondo l' "effetto pancake", sono venute a mancare le colonne orizzontali di acciaio di supporto alle colonne verticali. Ma se è successo questo, le 47 colonne verticali del nucleo centrale starebbero ancora in piedi. La Commissione 9/11 se ne è uscita con un'ardita soluzione a questo problema. Ha semplicemente negato l'esistenza delle 47 colonne d'acciaio, dicendo: "Il nucleo centrale degli edifici era un pozzo d'acciaio cavo, che conteneva gli ascensori e le scale" (Kean and Hamilton, 2004, 541 note 1). Voila'! Senza le 47 colonne del nucleo centrale, il problema principale scompare.

Il Rapporto del NIST ha provato a spiegare questa che è la questione piu' pesante, sostenendo che quando i piani sono crollati, hanno fatto pressione sulle colonne, portando all'instabilità delle colonne perimetrali. Ciò ha poi aumentato il carico gravitazionale sulle colonne del nucleo centrale, che erano state indebolite in precedenza da fiamme terribilmente alte, che, secondo il NIST, hanno raggiunto i 1832°, e questa combinazione di fattori in qualche modo ha portato al "crollo globale" (NIST, 2005, pp.28, 143).

Questa teoria deve affrontare due problemi. Primo, l'affermazione del NIST riguardante la presenza di incendi molto caldi nel nucleo della struttura manca completamente di prove. Come abbiamo già visto, i loro studi non presentano prove riguardo al fatto che le colonne esterne avessero raggiunto temperature anche solo di 482°F (250°C), quindi la loro teoria richiede un'aggiunta puramente speculativa di più di 1350°F.[25] Secondo, anche se questi eventi fossero avvenuti, il NIST non spiega per quale motivo essi avrebbero dovuto provocare un crollo totale. Il rapporto del NIST asserisce che il cedimento strutturale si sia verificato tanto nelle colonne del nucleo interno, quanto in quelle del perimetro esterno, ma questa rimane una pura asserzione. Non c'è alcuna spiegazione plausibile del motivo per cui le colonne, anche se avessero raggiunto tali temperature, dovrebbero essersi spezzate o anche solo deformate tanto da causare un crollo totale ad una velocità quasi pari a quella di caduta libera.[26]

Acciaio tagliato: nelle demolizioni controllate di edifici a struttura in acciaio gli esplosivi sono usati per tagliare a pezzi colonne e travi di questo metallo. Un rappresentante della Controlled Demolition, Inc. ha affermato che lo RDX, uno degli esplosivi usati normalmente, taglia l'acciaio "come un rasoio taglia un pomodoro". Oltretutto, l'acciaio non è semplicemente tagliato, ma è tagliato in pezzi sufficientemente corti da poter essere gestiti facilmente. Come la Controlled Demolition, Inc. afferma nella sua pubblicità: "I nostri sistemi DREXSTM ... segmentano i componenti in acciaio in pezzi di un peso tale da poter essere sollevato dagli strumenti disponibili".[27]

Questa peculiarità delle demolizioni controllate sembra essere stata presente in qualche modo anche nei crolli delle Torri Gemelle. Dopo aver studiato varie fotografie della scena del crollo, Jim Hoffman (2004) ha affermato che molto dell'acciaio sembrava "tagliato in pezzi facilmente caricabili dai macchinari usati per ripulire Ground Zero.[28]

Polverizzazione del cemento e di altri materiali: un'altra caratteristica delle demolizioni controllate è la produzione di grandi quantità di polvere, dato che gli esplosivi abbastanza potenti da tagliare l'acciaio polverizzano il cemento e la maggior parte degli altri materiali non metallici in piccole particelle. Hoffman (2003) riporta che "quasi tutti i componenti non metallici delle torri sono stati polverizzati in polveri fini." [29] Questa osservazione è stata fatta anche dal Colonnello John O'Dowd della U.S. Army Corps of Engineers. "Al WTC", ha detto su History Channel, "sembrava che tutto si fosse polverizzato" (History Channel, 2002).

Questo fatto crea un problema alla teoria ufficiale, secondo la quale l'unica energia presente era quella gravitazionale. Quest'energia sarebbe stata sufficiente a rompere la maggior parte del cemento in pezzi piuttosto piccoli, ma non si sarebbe neanche avvicinata alla quantità necessaria a trasformare il cemento e quasi tutti i componenti non metallici degli edifici in minuscole particelle di polvere.

Nuvole di polvere: un'altra caratteristica comune nelle demolizioni controllate è la produzione delle nuvole che si vedono quando le esplosioni gettano le polveri fuori dall'edificio con grande energia. I crolli delle torri, come si può notare confrontando i vari filmati presenti sul web, hanno prodotto nuvole molto simili a quelle prodotte dalle demolizioni controllate di altre strutture, come ad esempio il Seattle's Kingdome. L'unica differenza è che le nuvole prodotte durante il crollo delle torri erano in proporzione molto più grandi. [30]

Il problema dell'origine dell'energia necessaria si presenta nuovamente. Hoffman (2003), basandosi sull'espansione della nuvola di polvere della Torre Nord, calcola che l'energia richiesta anche solo da quest'espansione, ignorando quella necessaria a tagliare l'acciaio e polverizzare il cemento ed altri materiali, eccedeva di almeno 10 volte l'energia gravitazionale disponibile.

Il resoconto ufficiale, quindi, implica una grave violazione delle leggi della fisica, una violazione che diventa anche più grave se includiamo l'energia necessaria a polverizzare il cemento (senza contare quella richiesta per tagliare l'acciaio).

Oltre all'enorme quantità di energia necessaria, un altro problema della teoria ufficiale è che l'energia gravitazionale non basta a spiegare la produzione di queste nuvole di polvere. Questo è evidente soprattutto nei primi secondi dell'evento. Hoffman afferma: "Sono visibili dense nuvole di cemento polverizzato emesse nei primi 2 secondi, quando il moto relativo della cima della torre rispetto alla porzione intatta era solo di pochi piedi al secondo". [31]

Jeff King (2003) similmente dichiara: "[Una grande quantità di] finissima polvere di cemento è stata emessa dalla cima dell'edificio nei primi istanti del crollo... [quando] le lastre di cemento [si stavano] scontrando una con l'altra a [solo] 20-30 mph".

L'importanza della dichiarazione di King può essere apprezzata contrapponendola all'affermazione di Shyam Sunder, investigatore capo del NIST, secondo la quale nonostante le nuvole di polvere prodotte durante i crolli delle Torri Gemelle possano dare l'impressione di una demolizione controllata, "è l'effetto "pancaking" dei piani che dà quest'impressione" (Popular Mechanics, 2005). Il "pancaking", secondo la teoria ufficiale difesa da Sunder, cominciò in corrispondenza del piano sottostante i fori provocati dall'impatto degli aerei di linea. Come fa notare King, questa teoria non può sostenere il fatto che, come rivelato dalle fotografie e dai video, le nuvole di polvere siano state prodotte molto più in alto delle zone di impatto.

Getti orizzontali: un'altra caratteristica comune nelle demolizioni controllate è l'espulsione orizzontale di altri materiali, oltre alla polvere, in corrispondenza delle zone dell'edificio nelle quali sono stati attivati gli esplosivi. Nel caso delle Torri Gemelle, le foto e i video mostrano che "pesanti pezzi d'acciaio sono stati lanciati in tutte le direzioni a distanze di 500 piedi, mentre i rivestimenti di alluminio sono stati sparati fino a 700 piedi dalle torri" (Paul e Hoffman, 2004, p.7). Tuttavia l'energia gravitazionale è, ovviamente, verticale, quindi non può neanche cominciare a spiegare questi getti orizzontali.

Anelli di demolizione: ancora un'altra caratteristica delle demolizioni controllate indotte da esplosioni sono gli anelli di demolizione, ossia una serie di piccole esplosioni che corrono rapidamente attorno all'edificio. Anche questa peculiarità si è manifestata nel crollo delle torri. [32]

Rumori prodotti dalle esplosioni: l'uso degli esplosivi per provocare crolli ovviamente produce rumori. Come tutte le caratteristiche precedenti, a parte l'acciaio tagliato, anche questa è stata notata da testimoni. Infatti, come vedremo più avanti, ci sono molte testimonianze dell'esistenza di tali esplosioni prima e durante il crollo delle torri.

Acciaio fuso: l'undicesima caratteristica che sarebbe lecito aspettarsi solo se degli esplosivi fossero stati utilizzati per tagliare le colonne d'acciaio sarebbe l'acciaio fuso; la sua presenza sul sito del crollo del WTC è stata riportata da molti testimoni, incluse le due figure principali implicate nella procedura di asportazione delle macerie, Peter Tully, presidente della Tully Construction, e Mark Loizeaux, presidente della Controlled Demolition, Inc.

Tully ha detto di aver visto pozze di "acciaio letteralmente fuso" al sito del crollo. Loizeaux ha affermato che molte settimane dopo l'11 settembre, quando si stavano rimuovendo le macerie, sono stati trovati "hot spots di acciaio fuso in corrispondenza del fondo dei vani degli ascensori delle torri principali fino al settimo piano interrato" (entrambe le affermazioni sono riportate in Bollyn, 2004). [33]

Inoltre Leslie Robertson, ingegnere strutturale capo per le Torri Gemelle, ha affermato: "21 giorni dopo l'attacco, gli incendi stavano ancora bruciando e l'acciaio fuso scorreva ancora" (Williams, 2001). La giornalista del Knight-Ridder Jennifer Lin, citando Joe "Toolie" O'Toole, un vigile del fuoco del Bronx che ha lavorato per molti mesi prestando soccorso e rimuovendo le macerie, ha scritto: "Gli incendi sotterranei hanno imperversato per mesi. O'Toole ricorda di aver visto, in febbraio, una gru sollevare verticalmente una trave d'acciaio dalle profondità delle catacombe di Ground Zero. 'Gocciolava acciaio fuso' ha detto" (Lin, 2002). Greg Fuchek, vice presidente del settore vendite della LinksPoint, Inc., che ha fornito parte delle attrezzature informatiche usate per identificare i resti umani ritrovati, ha descritto le condizioni lavorative come "infernali", in parte perchè per sei mesi la temperatura del suolo variava tra 600 e più di 1500 gradi Fahrenheit. Fuchek ha aggiunto che "a volte, quando un lavoratore estraeva una trave d'acciaio dalle macerie, dall'estremità gocciolava acciaio fuso." [34]

Questa testimonianza è molto importante, dato che sarebbe difficile immaginare che cosa, oltre agli esplosivi ad alto potenziale, avrebbe potuto causare lo scioglimento dell'acciaio.

L'importanza della natura dei crolli, come è stata delineata da queste 11 caratteristiche, è dimostrata dal fatto che i tentativi di difendere la teoria ufficiale tipicamente ne ignorano la maggior parte. Per esempio un articolo su "Popular Mechanics" (2005), tentando di smontare quelli che definisce alcuni dei miti più diffusi sull'11 settembre creati dai "teorici cospirazionisti", ignora completamente la rapidità, la verticalità e il carattere improvviso e totale dei crolli, evitando anche di menzionare le testimonianze riguardanti l'acciaio fuso, gli anelli di demolizione e i suoni delle esplosioni. [35]

2. Testimonianze riguardanti le esplosioni e relativi fenomeni nei resoconti orali sull'11 settembre

La maggior parte di queste 11 caratteristiche – tutte tranne il taglio delle colonne centrali e l'acciaio fuso nelle fondamenta – sono tali che, se verificatesi prima o durante i crolli delle torri, possono essere state osservate dalle persone presenti nell'area. Infatti sono state raccolte testimonianze riguardanti questi fenomeni fin da subito dopo l'11 settembre da giornalisti, [36] pompieri, [37] ufficiali di polizia, [38] persone che hanno lavorato nelle torri, [39] e un importante esperto di esplosivi, Van Romero, [40] che ha affermato il giorno stesso, dopo aver visto i video, che i crolli non solo ricordavano quelli prodotti da implosioni controllate, ma dovevano essere stati causati da "alcuni congegni esplosivi all'interno degli edifici" perché erano "troppo metodici" per essere risultati casuali degli impatti degli aerei (Uyttebrouck, 2001). [41] Alcune di queste testimonianze erano di grande rilevanza, anche se poche e sparse. Nessun sostanzioso gruppo di testimonianze è stato reso prontamente accessibile.

Tuttavia questa situazione è cambiata in modo drastico. Poco dopo l'11 settembre il New York Fire Department ha registrato oltre 500 resoconti orali nei quali i vigili del fuoco e i tecnici per le emergenze mediche hanno riportato le esperienze vissute quel giorno. [Gli Emergency Medical Services sono diventati una divisione interna al Fire Department (Dwyer, 2005a).] L'amministrazione del sindaco Bloomberg rifiutò però di renderle pubbliche. Tuttavia il New York Times, insieme a molti famigliari delle vittime dell'11 settembre, fece causa e, dopo un lungo processo, la Corte d'Appello di New York ordinò alla città di rilasciare questi resoconti orali, cosa che fece nell'agosto 2005 [42] (Dwyer, 2005b). Il Times li ha poi resi pubblicamente disponibili (NYT, 2005). [43]

Questi resoconti orali contengono moltissime testimonianze che raccontano di esplosioni e relativi fenomeni tipici delle demolizioni controllate. Riporto di seguito qualche esempio.

Esplosioni

Molte persone hanno raccontato di esser state testimoni di un'esplosione di poco antecedente il crollo di una delle torri. John Sudnik, comandante dei vigili del fuoco, ha affermato: "abbiamo sentito... qualcosa che dal rumore sembrava un'esplosione molto rumorosa, quindi ho guardato verso l'alto e ho visto la torre due che cominciava a crollare" (NYT, Sudnick, p.4).

Molte persone hanno raccontato di esplosioni multiple. Il paramedico Kevin Darnowski ha detto: "Ho sentito tre esplosioni, poi... la torre due ha iniziato a venir giù" (NYT, Darnowski, p.8).

Il vigile del fuoco Thomas Turilli ha detto: "sembrava quasi il rumore di bombe che esplodevano, tipo boom, boom, boom, circa sette o otto" (NYT, Turilli, p.4).

Craig Carlsen ha affermato che lui e altri vigili del fuoco sentirono "esplosioni provenienti da... la torre sud. ... Ci sono state circa dieci esplosioni. ... Abbiamo quindi capito che l'edificio aveva iniziato a crollare" (NYT, Carlsen, pp.5-6).

Il vigile del fuoco Joseph Meola ha detto: "sembrava che l'edificio stesse esplodendo su tutti e quattro i lati. Abbiamo proprio sentito gli scoppi" (NYT, Meola, p.5).

Anche il paramedico Daniel Rivera ha menzionato gli "scoppi". Quando gli è stato chiesto come avesse saputo che la torre sud stava crollando, ha detto:

"Era un rumore del diavolo. All'inizio ho pensato che fosse – avete mai visto le demolizioni controllate, dove piazzano delle cariche su certi piani e poi sentite "Pop, pop, pop, pop, pop"? ... Pensavo fosse quello." (NYT, Rivera, p.9)

Inizio del crollo al di sotto della zona d'impatto e degli incendi

Secondo il resoconto ufficiale, l'effetto "pancaking" è iniziato quando i piani sovrastanti il buco causato dall'aereo sono caduti sui piani sottostanti. Alcuni testimoni hanno invece riportato che il crollo della torre sud è iniziato più in basso.

Timothy Burke ha detto che "l'edificio è scoppiato, più in basso dell'incendio... Ho pensato 'o mio dio, c'è un congegno secondario' per il modo in cui l'edificio è esploso. Ho pensato che fosse un'esplosione" (NYT, Burke, pp. 8-9).

Il vigile del fuoco Edward Cachia ha affermato: "Ha ceduto ad un piano più basso, non in corrispondenza del piano dove ha l'aereo ha colpito... All'inizio abbiamo pensato che ci fosse qualcosa tipo una detonazione interna, perché c'è stata una successione, boom, boom, boom, boom, poi la torre è venuta giù" (NYT, Cachia, p.5).

L'importanza di queste osservazioni è rafforzata dal fatto che gli autori del rapporto del NIST, dopo averne rilasciato una bozza al pubblico, sentirono il bisogno di aggiungere la seguente frase al Sommario Esecutivo:

"Il NIST non ha trovato alcuna prova che possa corroborare ipotesi alternative che sostengano che le torri del WTC siano state fatte crollare tramite demolizione controllata usando esplosivi piazzati prima dell'11 settembre 2001. ... Al contrario, foto e video da molte angolazioni mostrano chiaramente che il crollo è iniziato ai piani degli incendi e degli impatti e che è progredito dai piani iniziali verso il basso".

Lampi e anelli di demolizione

Alcuni dei testimoni hanno parlato di lampi e di altri fenomeni riconducibili ad anelli di demolizione. L'Assistente Commissario Stephen Gregory ha affermato: "Pensavo... prima... che la n°2 crollasse, di aver visto dei lampi nella parte inferiore ... Ho... visto come un flash, flash, flash ... in corrispondenza dei livelli bassi dell'edificio. Sapete, come quando demoliscono un edificio." (NYT, Gregory, pp. 14-16).

Il Capitano Karin Deshore ha detto: "Circa nella zona centrale... c'è stato questo lampo rosso e arancione. Inizialmente era solo uno. Poi questo lampo ha iniziato a scoppiare lungo tutto il perimetro dell'edificio, che ha cominciato ad esplodere... Ad ogni scoppio era associato un lampo, prima arancione e poi rosso, che usciva dall'edificio e ne percorreva il bordo in entrambi i sensi, per quanto potevo vedere. Questi scoppi e le esplosioni diventavano sempre più grandi e si muovevano sia verso l'alto che verso il basso, poi tutto intorno all'edificio" (NYT, Deshore, p.15).

Il vigile del fuoco Richard Banaciski ha affermato: "C'è stata un'esplosione. Sembrava come alla televisione, [quando] fanno saltare gli edifici. Sembrava che si muovesse tutto intorno come una cintura, tutte quelle esplosioni" (NYT, Banaciski, pp.3-4).

Il vice commissario Thomas Fitzpatrick ha dichiarato: "Sembrava ci fossero dei lampi intorno ad certo livello dell'edificio... La mia prima reazione fu di paragonarla a quelle implosioni che si vedono in TV" (NYT, Fitzpatrick, pp. 13-14).

Getti orizzontali

Alcuni testimoni hanno parlato di getti orizzontali. Il Comandante Frank Cruthers ha detto: "C'è stata quella che sembrava... un'esplosione. E' apparsa in cima, simultaneamente da tutti i quattro lati, i materiali sono stati sparati fuori orizzontalmente. Poi sembrò ci fosse un ritardo momentaneo prima di poter vedere l'inizio del crollo" (NYT, Cruthers, p.4).

Questa testimonianza è importante, perché la teoria ufficiale sostiene che i getti furono prodotti dal crollo dei pavimenti. Ascoltiamo allora il vigile del fuoco James Curran, che ha detto: "Ho guardato indietro e ... ho sentito come se ogni piano si fosse schiantato. Ho guardato indietro e tutto era stato sparato fuori dai piani per la pressione prima che si verificasse effettivamente il crollo" (NYT, Curran, pp. 10-11).

Il comandante Brian Dixon ha affermato: "sembrava che qualcuno avesse piazzato degli esplosivi tutto intorno al piano più basso dell'incendio nella torre sud... tutto è stato sparato fuori da quel piano" (NYT, Dixon, p. 15). [44]

Esplosioni sincronizzate

Alcuni testimoni hanno detto che le esplosioni sembravano essere state sincronizzate. Per esempio, il vigile del fuoco Kenneth Rogers ha detto: "c'è stata un'esplosione nella torre sud... ho continuato a guardare. Piano dopo piano dopo piano. Un piano sotto l'altro dopo l'altro... sembrava una cosa deliberatamente sincronizzata" (NYT, Rogers, pp. 3-4). [45]

Perché il pubblico non conosce questi resoconti?

Se tutti questi vigili del fuoco e soccorritori medici hanno osservato tutti questi fenomeni che possono condurre ad una demolizione controllata, ci si potrebbe chiedere per quale motivo il pubblico non ne è a conoscenza. Parte della risposta è fornita dal Luogotenente Ausiliario dei vigili del fuoco Paul Isaac. Dopo aver affermato che "c'erano sicuramente bombe in quegli edifici", Isaac ha aggiunto che "molti altri pompieri sapevano che c'erano bombe negli edifici, ma temono di perdere il loro lavoro ammettendolo, dato che "ordini dall'alto" hanno proibito di discuterne" (Lavello, n.d.). Un'altra parte della risposta sta nel fatto che, quando alcune persone come Isaac e William Rodriguez hanno parlato, la stampa mainstream non ha riportato le loro affermazioni.

3. Implicazioni

Ho suggerito che la teoria ufficiale sul crollo delle torri è resa estremamente implausibile da due fatti fondamentali. Primo, a parte la presunta eccezione dell'11 settembre, edifici alti con struttura in acciaio non sono mai crollati a causa del fuoco; tutti i crolli di questo tipo di edifici sono stati prodotti tramite esplosivi piazzati accuratamente. Secondo, i crolli delle Torri Gemelle hanno mostrato almeno 11 caratteristiche tipiche delle demolizioni controllate. La probabilità che una qualunque di queste caratteristiche si sia verificata in assenza di esplosivi è estremamente bassa. La probabilità che tutte e 11 si siano verificate è praticamente zero. [46]

Possiamo dire, quindi, che la teoria ufficiale riguardo le torri è priva di fondamenti provanti, mentre tutte le prove possono essere spiegate dalla teoria alternativa, secondo la quale le torri sono state tirate giù con esplosivi. La teoria ufficiale è, di conseguenza, una teoria oltraggiosa, mentre la teoria alternativa è, da un punto di vista scientifico, l’unica ragionevole teoria disponibile. [47]

4. Altri fatti sospetti

Inoltre, anche se abbiamo già considerato sufficienti prove in favore della teoria secondo la quale le torri sono state tirate giù con gli esplosivi, c’è dell’altro.

Rimozione dell’acciaio: per prima cosa, l’acciaio degli edifici è stato rapidamente rimosso prima che potesse essere adeguatamente esaminato, [48] venduto praticamente tutto a venditori di rottami, che ne inviano la maggior parte in Asia. [49] In generale, la rimozione di prove dalla scena del delitto è un reato federale. Ma in questo caso, il personale federale ha facilitato la rimozione. [50]

Questa rimozione ha suscitato proteste. Il giorno di Natale del 2001, il New York Times scriveva: "La decisione di riciclare rapidamente l’acciaio del WTC nei giorni immediatamente successivi al 9/11 significa che potremmo non conoscere mai le risposte definitive". [51] La settimana successiva, la rivista Fire Engineering scriveva: "Stiamo letteralmente trattando l’acciaio rimosso dal sito come spazzatura, non come prove cruciali della scena di un incendio (Brannigan, Corbett, and Dunn, 2002) … la distruzione e la rimozione delle prove deve cessare immediatamente" (Manning, 2002).

Comunque, il sindaco Bloomberg, difendendo la decisione di disfarsi dell’acciaio, ha dichiarato: "Se volete dare un’occhiata ai metodi di costruzione e al design, oggi ci sono i computer. [52] Un semplice sguardo ad un pezzo di metallo in genere non dice niente." [53] Ma questo non è vero. Un esame dell’acciaio avrebbe potuto rivelare tracce di esplosivi.

La rimozione di una quantità di materiale senza precedenti dalla scena di un crimine indica che un crimine senza precedenti è stato coperto. [54]

La prova che questo cover-up è stato portato avanti dal NIST è fornita dal suo trattamento di una interessante scoperta da parte della FEMA, secondo la quale alcune tipologie dell’acciaio sono state "rapidamente corrose da solfitazione" (FEMA 2002, Appendice C). Questo fatto è significativo, perché la solfitazione è un fenomeno conseguente agli esplosivi. La FEMA giustamente ha chiesto ulteriori ricerche su questa scoperta, che secondo il New York Times sarebbe "forse il più profondo mistero aperto dall’indagine" (Killough-Miller, 2002). Un problema strettamente correlato, espresso all’indomani dell’undici settembre dal Dr. Jonathan Barnett, Professore del Fire Protection Engineering al Worcester Polytechnic Institute è il seguente: "Gli incendi e i danni strutturali … non spiegherebbero frammenti di acciaio tra i detriti che sembrano essere stati parzialmente vaporizzati (Glanz, 2001). Ma la relazione del NIST, nel capitolo intitolato "Learning from the Recovered Steel", manca completamente di menzionare sia la vaporizzazione sia la solfitazione. [55] Per quale motivo gli scienziati del NIST sembrano condividere lo sdegno del sindaco Bloomberg per gli studi empirici sull’acciaio recuperato?

Caduta dell’Antenna della Torre Nord: un altro problema notato dalla FEMA è che i video mostrano, secondo le parole del rapporto FEMA, che "la torre di trasmissione sulla cima della [torre nord] iniziò a muoversi verso il basso e leggermente su un lato prima che il movimento del muro esterno fosse evidente. Questo indica che il crollo è iniziato con uno o più cedimenti del nucleo centrale dell’edificio"(FEMA 2002, cap. 2).[56] Questa caduta è stata citata in un articolo sul New York Times di James Glanz and Eric Lipton, secondo i quali: "I filmati del crollo della torre nord mostrano che l’antenna tv ha iniziato a cadere una frazione di secondo prima del resto dell’edificio. Le osservazioni indicano che in qualche modo il nucleo di acciaio dell’edificio è ceduto per primo" (Glanz and Lipton, 2002). Nel presunto definitivo rapporto del NIST, comunque, non abbiamo trovato menzione di questo fatto. Questa è una ulteriore conveniente omissione, dal momento che la spiegazione più plausibile, e forse l’unica possibile, è che le colonne centrali sarebbero state tranciate con esplosivi – una spiegazione che sarebbe in accordo con i racconti di numerosi testimoni oculari.

Inclinazione e disintegrazione della Torre Sud: Se la caduta dell'antenna della torre nord era anomala (secondo la prospettiva della teoria ufficiale), il crollo della torre sud contiene una anomalia ancora più insolita. I piani più alti – sopra l’area colpita dall’aereo – hanno iniziato ad inclinarsi verso l’angolo più danneggiato dall’impatto. Secondo le leggi della conservazione della quantità di moto e del momento angolare, questo blocco di circa 34 piani sarebbe dovuto cadere a terra molto lontano dalle fondamenta dell’edificio. "Ciononostante," osservano Paul e Hoffman, "mentre la parte superiore iniziava a cadere, la rotazione decelerava. Poi ha invertito la direzione, anche se la legge di conservazione del momento angolare stabilisce che un oggetto solido in rotazione continua a ruotare alla medesima velocità a meno che non venga applicata una forza rotatoria (opposta, ndt) (Paul and Hoffman, 2004, p. 34).

Successivamente, secondo le parole di Steven Jones, professore di fisica al BYU, "il blocco si trasforma per lo più in polvere a mezz’aria!" Questa disintegrazione ha interrotto l’inclinazione e ha consentito ai piani più elevati di cadere quasi completamente all’interno dello spazio occupato dall’edificio. Come Jones ci fa notare, questo comportamento estremamente anomalo è stato uno dei numerosi elementi che il NIST è stato capace di ignorare in virtù del fatto che la sua analisi "non include il comportamento strutturale della torre dopo il raggiungimento delle condizioni necessarie al crollo" (NIST 2005, p. 80, n. 12). Ciò risulta loro conveniente perché significa che il NIST non deve rispondere alla domanda di Jones: "Come lo spieghiamo, senza gli esplosivi, questo strano comportamento?" (Jones, 2006).

Questo comportamento, comunque, non sembra insolito agli esperti di demolizioni controllate. Mark Loizeaux, capo della Controlled Demolition, Inc., ha dichiarato:

Con il controllo differenziale della velocità dei cedimenti nelle diverse parti della struttura, la si può far camminare, ruotare, ballare… possiamo far finire a nord-ovest strutture che guardano verso nord.

Di nuovo, qualcosa che è inspiegabile secondo la teoria ufficiale diventa chiaro se si adotta la teoria delle demolizioni controllate.

Sicurezza del WTC: La possibilità che possano essere stati impiegati esplosivi solleva la domanda di come sia stato possibile che chiunque abbia voluto piazzare esplosivi nelle torri sia riuscito ad oltrepassare i controlli della sicurezza. La domanda ci porta ad un fatto probabilmente rilevante su una azienda – che attualmente si chiama Stratesec ma allora si chiamava Securacom – che aveva l’incarico della sicurezza del World Trade Center. Dal 1993 al 2000, anni durante i quali la Securacom ha installato un nuovo sistema di sicurezza, Marvin Bush, fratello del presidente, era uno dei direttori dell’azienda. E dal 1999 al gennaio 2002 il loro cugino Wirt Walzer III era il CEO (Burns, 2003).[57] In teoria questi fatti sarebbero dovuti finire in prima pagina – o almeno nel rapporto finale della Commissione 9/11.

Questi fatti, in ogni caso, potrebbero essere rilevanti sulla base di testimonianze fornite da persone che hanno lavorato al World Trade Center. Alcuni di loro hanno ripetutamente dichiarato che, anche se nelle settimane precedenti al 9/11 ci furono segnali di allerta per i quali furono usati cani addestrati a fiutare l’esplosivo, tali segnali furono rimossi cinque giorni prima del 9/11 (Taylor e Gardiner, 2001).

Inoltre, una persona di nome Scott Forbes, dipendente di Fiduciary Trust – l’azienda per la quale lavorava il marito di Kristen Breitweiser – ha scritto:

Il weekend del [8-9 settembre 2001] fu staccata la corrente nella torre sud. A causa della mancanza di energia, non ci fu corrente elettrica per circa 36 ore dal 50° piano in su… Il motivo del distacco, secondo il WTC, era la manutenzione degli impianti di cablatura… Ovviamente senza corrente non erano attive le telecamere di sorveglianza nè le serrature di sicurezza, [mentre] molti, molti "ingegneri" entravano e uscivano dalla torre. [58]

Per di più, un uomo di nome Ben Fountain, analista finanziario per il Fireman’s Fund nella torre sud, è stato citato nella rivista People, affermando che nelle settimane precedenti al 9/11 le torri furono evacuate "un certo numero di volte"(People Magazine, 2001).

Previsione del crollo: Un altro fatto rilevante è che Rudy Giuliani, intervistato da ABC News riguardo il suo centro di emergenza temporaneo in Barkley Street al 75, ha dichiarato:

Eravamo operativi là fuori quando ci fu detto che il World Trade Center stava per crollare, ed è crollato prima che potessimo uscire dall’edificio. [59]

Questa è un'affermazione sorprendente. Prima del 9/11, nessun incendio aveva mai causato il crollo di un grattacielo in cemento armato. I pompieri che hanno raggiunto il 78° piano della torre sud certamente non credevano che stesse per crollare. Persino la Commissione 9/11 ha riportato che, a sua conoscenza, "nessuno dei capi [dei pompieri] presenti credeva che fosse possibile il crollo totale di alcuna delle torri"(Kean e Hamilton, 2004, p. 302). Pertanto per quale motivo qualcuno avrebbe detto a Giuliani che almeno una delle due torri stava per crollare?

La risposta più ragionevole, specialmente alla luce delle nuove prove, è che qualcuno sapeva che erano stati piazzati esplosivi nella torre sud e stavano per essere fatti saltare. E’ persino possibile che gli esplosivi possano essere stati fatti esplodere prima di quanto originariamente progettato, perché gli incendi nella torre sud si stavano spegnendo più rapidamente di quanto ci si aspettasse, dato che il carburante del jet era in larga parte bruciato in una palla di fuoco all’esterno dell’edificio. [60] Questo potrebbe spiegare perchè la seconda torre sia crollata per prima – dopo soli 56 minuti – anche se fu colpita per seconda, e ci furono incendi minori. Ovvero, se la storia ufficiale fosse stata che gli incendi avevano causato il crollo, l’edificio avrebbe dovuto essere demolito prima che gli incendi si fossero estinti completamente. [61]

Scopriamo ora, da testimonianze a voce, che Giuliani non era il solo a sapere che il crollo era imminente. Almeno quattro testimoni indicano che poco prima del crollo della torre sud, l’Office of Emergency Management (ufficio per la gestione delle emergenze: OEM, ndt) aveva predetto il crollo di almeno una delle due torri. Il direttore dell’OEM riferiva direttamente a Giuliani. [63] Di conseguenza sono stati i suoi uomini a dirglielo, anche se Giuliani ha dichiarato che a lui e ad altri "fu detto" che le torri stavano per crollare.

Come ha fatto notare il reporter del New York Times Jim Dwyer, la Commissione 9/11 ebbe effettivamente accesso alle testimonianze a voce. [64] Avrebbe dovuto discutere di questi fatti, ma non lo fece.

La negligenza manifestata dalla Commissione 9/11 sulla maggior parte dei fatti rilevanti riguardo ai crolli è stata seguita dal rapporto NIST, che dichiara, sorprendentemente:

L’indagine è stata focalizzata sulla sequenza degli eventi dal momento dell’impatto dell’aereo all’inizio del crollo di ciascuna torre. Per brevità, ci si riferisce a tale sequenza come la "probabile sequenza del crollo", anche se non include effettivamente il comportamento strutturale delle torri dopo che le condizioni per il crollo furono raggiunte… [la nostra simulazione tratta solo] del deterioramento strutturale di ogni torre dal momento dell’impatto dell’aereo al momento in cui l’edificio…era sul punto di per crollare (80n, 140).

Steven Jones commenta adeguatamente:

Che dire del conseguente crollo simmetrico, rapido e completo degli edifici? …Che dire della caduta per prima dell’antenna nella Torre Nord? Che dire del metallo liquefatto osservato nella zona delle fondamenta? Non c’è da preoccuparsi: il NIST non ha discusso di alcun dato successivo al momento in cui le torri stavano per crollare. Bene, alcuni di noi vogliono dare un’occhiata a tutti i dati, senza le simulazioni al computer "sistemate" per farle concordare con il risultato desiderato. (Jones, 2006)

Riassumendo: quando aggiungiamo questi altri cinque fatti sospetti alle undici caratteristiche che il crollo delle Torri Gemelle ha in comune con le demolizioni controllate, abbiamo un totale di sedici fatti riguardanti il crollo di questi edifici. Mentre il crollo è inspiegabile secondo la teoria ufficiale, diventa completamente comprensibile secondo la teoria che la distruzione delle torri sia stata un "inside job" (un’operazione interna, ovvero americana, ndt).

5. Il crollo del World Trade Center 7

Abbiamo visto che la Commissione 9/11 ha semplicemente ignorato i fatti discussi sopra. Una ulteriore questione non discussa dalla Commissione è stato il crollo dell’edificio 7. E anche la ricostruzione ufficiale a riguardo è ancora più problematica di quella delle torri – come indicato dal titolo di un articolo del New York Times: "Engineers Are Baffled over the Collapse of 7 WTC" (Glanz, 2001).[65]

Ancora più difficile da spiegare

Il crollo dell’edificio 7 è ancora più difficile da spiegare del crollo delle torri, prima di tutto perchè non è stato colpito da nessun aereo, quindi non può essere usata nessuna delle teorie che parlano di come gli impatti degli aerei contribuirono al crollo delle torri.

Inoltre, tutta la documentazione fotografica indica che gli incendi nell’edificio erano circoscritti, non eccessivamente caldi e limitati a pochi piani. Fotografie scattate alla facciata nord mostrano incendi solo al settimo e al dodicesimo piano su 47 piani in tutto. Dunque se la facciata sud, che guardava le torri, avesse avuto così tanti altri incendi come sostengono i difensori della versione ufficiale, questi non erano sufficientemente grandi da essere visti dall’altra parte dell’edificio. [66]

Non ci sarebbe da sorprendersi, ovviamente, che gli incendi in questo edifico fossero stati ancora più piccoli di quelli delle torri, perché mancava il carburante aereo per alimentare un grande incendio. Alcuni dei difensori della storia ufficiale hanno dichiarato, ad onor del vero, che serbatoi di diesel stoccati nell’edificio in qualche modo presero fuoco e provocarono un incendio interno di vaste dimensioni. Tuttavia, se l’edificio 7 si è riempito di fiamme in quel modo, perché nessuno dei fotografi e delle squadre televisive presenti sul posto ha avuto modo di inquadrare la scena?

L’estrema difficoltà di spiegare il crollo del WTC7 – assumendo che non è permesso nominare le demolizioni controllate – è stata riconosciuta dagli organi ufficiali. Il rapporto preparato sotto la supervisione della FEMA ha proposto uno scenario che coinvolge i serbatoi di diesel, ma successivamente ammette che questo scenario ha "solo una bassa probabilità di essersi verificato." [67] Persino questa affermazione è generosa, perché la probabilità che sia vera una qualche versione della storia ufficiale dell’edificio 7 è la stessa che per le torri, cioè zero, perché sarebbero violate numerose leggi fisiche. Ad ogni modo, la Commissione 9/11, forse a causa della ammissione della FEMA, ha evitato il problema semplicemente non menzionando il fatto che l’edificio è crollato.

Questa è stata una delle più stupefacenti omissioni della Commissione. Secondo la teoria ufficiale, contrariamente alla convinzione universale precedente al 9/11, l’edificio 7 dimostra che grandi edifici in cemento armato possono crollare a causa dei soli incendi, perfino senza essere colpiti da un aereo. Questa dimostrazione dovrebbe far cambiare le tecniche di costruzione ed i premi di assicurazione per tutti gli edifici di cemento armato del mondo. Ciononostante, la Commissione 9/11, stilando il suo rapporto di 571 pagine, non ha dedicato una sola frase a questo evento storico.

Ancora più simile alle demolizioni controllate

Un altro motivo per cui il crollo dell’edificio 7 è particolarmente problematico è il seguente: il crollo assomiglia molto di più ai migliori esempi di demolizione convenzionale – in altre parole, una implosione, che inizia dal basso (mentre il crollo delle torri è iniziato dall’alto, nell’area colpita dagli aerei). Come scritto da Eric Hufschmid:

L’edificio 7 è crollato su sè stesso… L’interno è caduto per primo… Il risultato è stato una piccola catasta di macerie, con l’esterno dell’edificio che è crollato sulla cima. [68]

ImplosionWorld.com, un sito del settore delle demolizioni, dichiara che una implosione è "di gran lunga il più complesso tipo di progetto esplosivo, ed esiste solo una manciata di aziende al mondo che possiede sufficiente esperienza…per realizzare vere implosioni di edifici". [69] Chi può credere veramente che gli incendi siano riusciti a realizzare per caso il tipo di crollo che può essere realizzato da solo una manciata di aziende al mondo? L’edificio aveva 24 colonne principali e 57 perimetrali. Dire che l’incendio ha provocato il crollo dell’edificio sulla sua verticale significa credere che gli incendi hanno fatto cadere tutte e 81 le colonne esattamente nello stesso momento. Accettare la storia ufficiale significa, in altre parole, accettare un miracolo. Il fisico Steven Jones concorda, affermando che:

La probabilità che il crollo quasi simmetrico del WTC7 sia dovuto ad incendi casuali (la teoria "ufficiale") è infinitesimale – richiede che molte colonne di supporto cedano in modo praticamente simultaneo. Ne concludo che le prove per l’uso di esplosivi pre-posizionati nel WTC7 (anche nelle torri 1 e 2 ) il 9/11 sono manifestamente fondate.

Predizioni ancora più ampie

Un'altra ragione per cui il crollo dell'edificio 7 crea particolari problemi riguarda la predizione del crollo. Sappiamo che solo poche persone sapevano con anticipo che le torri stavano per crollare, e le informazioni in nostro possesso sarebbero coerenti con la supposizione che questa consapevolezza è stata acquisita solo pochi minuti prima del crollo della torre sud. Ci si potrebbe immaginare, dunque, che qualcuno abbia visto qualcosa che faceva intuire che l'edificio sarebbe crollato. Ma la previsione del crollo dell'edificio 7 è stata ben più ampia e di maggior durata. Questo era noto da tempo, almeno per i lettori di riviste (di settore, ndt) dei vigili del fuoco. [71] Tuttavia ora le testimonianze a voce offrono un disegno più completo.

Ampiamente informati: Almeno 25 pompieri e personale medico affermano che, in qualche momento della giornata, son venuti a sapere che l'edifico 7 stava per crollare. I pompieri che stavano spegnendo gli incendi nell'edificio hanno ricevuto l'ordine di uscire, dopodichè è stata marcata una zona per il crollo. Come ha dichiarato il paramedico Decosta Wright: "hanno misurato a che distanza sarebbe caduto l'edificio, così noi sapevamo esattamente dove stare", cioè "a 5 isolati di distanza" (NYT, Wright, pp. 11-12).

Informazioni anticipate: Le testimonianze non sono concordanti su quale sia stato il momento preciso in cui si è saputo che l'edificio sarebbe crollato. Ma la maggior parte delle prove indica che 4 o 5 ore prima è stato comunicato che l'edificio sarebbe crollato. [72]

L'improbabile motivo per il quale aspettarsi il crollo: Ma per quale motivo sarebbero sorte queste certezze? Secondo la documentazione fotografica, gli incendi nell'edificio 7 erano pochi e contenuti. Dunque per quale motivo i decisori del diparimento avrebbero deciso di tirar fuori i pompieri dall'edifico 7, lasciandoli fuori ad attenderne il crollo?

I comandanti hanno fornito una doppia spiegazione: il danno in concomitanza con il fuoco. Frank Fellini disse: "Quando [la torre nord] crollò, strappò l’acciaio tra il terzo ed il sesto piano lungo la facciata su Vesey Street. Temevamo che il fuoco esteso in diversi piani e l’acciaio mancante avrebbero portato al crollo dell’edificio." (NYT, Fellini, p.3)

Ci sono almeno due problemi con entrambe le parti di questa spiegazione. Il primo problema con i resoconti dei danni strutturali è che variano di molto tra loro. Secondo la testimonianza di Fellini, c’era un varco di quattro piani tra il terzo ed il sesto piano. Nel racconto del Capitano Chris Boyle, invece, il varco era "alto 20 piani" (2002). Sembrerebbe che Shyam Sunder, l’investigatore capo per il NIST, abbia stabilito una sorta di compromesso tra queste due versioni, dichiarando alla rivista "Popular Mechanics" che "Circa un terzo della facciata dal centro e dalla base – circa 10 piani – circa il 25 percento dell’edificio risultava scavato" (Popular Mechanics, March 2005).

I diversi resoconti sulla questione della facciata meridionale dell’edificio non sono, comunque, limitati al problema della dimensione del varco. Secondo il Deputato Peter Hayden, il problema non era assolutamente un buco ma una sporgenza, ed era "tra il decimo ed il tredicesimo piano" (Hayden, 2002).

Il secondo problema con questi resoconti sul danno è che dal momento in cui vi era un varco alto 10 o 20 piani, oppure un varco (o una sporgenza) alta 4 piani, come mai questo fatto non è stato colto da nessuno dei fotografi e degli operatori presenti sul luogo quel giorno?

Considerando le dichiarazioni a proposito del fuoco, i resoconti variano nuovamente di molto. L’ufficiale Daniel Nigro parlò di "fuochi molto estesi su diversi piani" (NYT, Nigro, p. 10). Secondo Harry Meyers, un assistente ufficiale, "Quando l’edificio venne giù era completamente avvolto nelle fiamme, tutti e quarantasette i piani" (citato in Smith, 2002, p.160). Questa palese esagerazione fu riportata anche da un pompiere che disse "[il Building 7] era completamente avvolto… Potevate vedere le fiamme estendersi da un lato dell’edificio all’altro" (NYT, Cassidy, p. 22).

Molti dei testimoni, comunque, non sostengono la versione ufficiale. Ad esempio, il tecnico medico Decosta Wright disse: "Penso che nel quarto piano ci fosse un incendio… Il nostro atteggiamento era del tipo: ragazzi, lo spegnete questo fuoco?" (NYT, McCarthy, pp. 10-11). L’ufficiale Thomas McCarthy disse : "Stavano aspettando che il WTC7 venisse giù … Avevano… del fuoco su tre piani separati…, che bruciava allegramente. E’ stato alquanto sorprendente, sapete, è pomeriggio nella lower Manhattan, uno dei maggiori palazzi sta bruciando e loro dicono 'lo sappiamo'" (NYT, McCarthy, pp. 10-11).

Il secondo problema con questa versione ufficiale è che se ci fosse stato "un fuoco molto intenso in molti piani" perché questo fatto non venne catturato in nessun filmato? La fotografia che abbiamo della parte nord dell’edificio conferma la versione dell’ufficiale McCarhty secondo la quale c’era un incendio su tre piani. Anche se ci fosse stato del fuoco su altri piani nella parte meridionale dell’edificio, non c’è una prova fotografica che confermi che "le fiamme [negli altri piani si estendevano] da un lato all’altro dell’edificio.

Inoltre, anche nel caso in cui la versione ufficiale sul crollo dell’edificio 7 non fosse contraddetta dall’evidenza fisica e da alcune delle testimonianze orali, non spiegherebbe comunque la ragione per la quale l’edificio crollò, poiché nessuna quantità di fuoco e nessuna entità di danni alla struttura, eccetto quelle provocate con esplosivi, ha mai portato al totale crollo di un edificio con la struttura portante di acciaio.[73]. E di certo non spiegherebbe la particolare natura del crollo, - poiché l’edificio implose e cadde in verticale piuttosto che inclinarsi, come atteso da coloro che diedero l’ordine di liberare una vasta zona che poteva essere interessata dal crollo. Il capo divisione John Norman, ad esempio, disse: "Ci aspettavamo che cadesse verso Sud" (Norman 2002). E la teoria dell’incendio in concomitanza con il danno strutturale non spiega nemmeno il crollo dell’edificio in un tempo corrispondente ad una caduta libera e nemmeno la creazione di una enorme quantità di polveri – ulteriori caratteristiche del crollo che sono costantemente ignorati dai difensori della versione ufficiale.

La grande difficoltà che presenta la teoria ufficiale riguardo il WTC sul crollo dell’edificio 7 è illustrata in un recente libro, "102 Minutes: The Untold Story of the Fight to Survive Inside the Twin Towers" (102 minuti, la storia non raccontata della lotta per la sopravvivenza dentro le Twin Towers) , uno degli autori del quale è il corrispondente del New York Times Jim Dwyer, che riportò sul Times i racconti delle dichiarazioni orali dell’11 Settembre. A proposito delle Twin Towers, Dwyer e il suo coautore, Kevin Flynn, sostengono la teoria espressa dal NIST, secondo la quale le torri crollarono a causa degli aerei che colpirono il sistema antincendio delle colonne d’acciaio, rendendole vulnerabili al "calore intenso" del conseguente incendio.[74] Quando arrivano all’edificio 7, comunque, Dwyer e Flynn non si chiedono perché crollò, dato che non fu colpito da nessun aereo. Dicono semplicemente :"I pompieri decisero che il fuoco si consumasse da solo." (Dwyer and Flynn, 2005, p. 258). Ma questo, ovviamente, non accadde. Invece, poco dopo le 17.20 di quel giorno, l’edificio 7 collassò, essenzialmente nello stesso modo in cui crollarono le Twin Towers.

Non avrebbe dovuto questo fatto portare Dryer e Flinn ad interrogarsi sulla teoria del NIST secondo la quale le Twin Towers crollarono a causa del sistema antincendio danneggiato? Io penso in particolar modo che Dwyer, che riportò le testimonianze orali dell’11 Settembre, dovrebbe rivedere le teorie del NIST alla luce delle abbondanti prove di esplosioni portate da queste testimonianze.

Una spiegazione alternativa: Esiste, in ogni caso, una sola teoria che spiega sia la natura del crollo dell’edificio 7 che l’attesa del crollo: Furono piazzati degli esplosivi, e qualcuno che lo sapeva diffuse la voce ai comandanti dei pompieri.

In maniera alquanto sorprendente, una versione di questa teoria fu sostenuta pubblicamente da un insider, Larry Silverstein, che era il proprietario dell’edificio 7. in un documentario della PBS andato in onda nel Settembre 2002, Silverstein, parlando dell’edificio 7, disse:

Ricordo che mi chiamò il comando dei pompieri, per dirmi che non erano sicuri di poter contenere l'incendio. E io ho detto, "Abbiamo già avuto questa terribile perdita di vite umane, a questo punto tanto vale demolirlo." [76] E hanno preso la decisione di demolirlo, e così lo abbiamo visto andare giù. (PBS, 2002) [77]

E’ davvero sorprendente che Silverstein, che stava per ricevere miliardi di dollari come pagamento dall’assicurazione per l’edificio 7 e il restante complesso del World Trade Center, nel caso in cui fossero stai distrutti da atti terroristici, abbia fatto tale dichiarazione in pubblico, specialmente a telecamere accese. Ma questa dichiarazione secondo la quale l’edifico 7 sarebbe stato demolito tramite esplosivi, a prescindere dalle motivazioni che vi stanno dietro, spiega il perché e il come sia crollato.

Abbiamo ancora in sospeso, comunque, la domanda sul perché il dipartimento dei vigili del fuoco si aspettasse il crollo dell’edificio. Sarebbe sicuramente interessante se questa informazione venisse dall’ Office of Emergency Management, che in precedenza aveva informato il dipartimento che una delle torri stava per crollare. E abbiamo una fonte autorevole che lo conferma. Il capitano Michael Currid, presidente dell’ Uniformed Fire Officers Association, disse che poco dopo il crollo delle Twin Towers, "Qualcuno dall’ Office of Emergency Management" gli disse che l’edificio 7 fosse "fondamentalmente una causa persa e non dovremmo perdere nessun altro nel tentativo di salvarlo", dopodichè ai pompieri nell’edificio fu detto di abbandonarlo (Murphy, 2002, pp. 175-76).[78]

Ma questa risposta, supponendo che sia corretta, ci lascia con ulteriori domande, a cominciare da: Chi nell’ Office of Emergency Management sapeva in anticipo che le torri e l’edificio 7 stavano per crollare? Come lo sapevano? E così via. A questi interrogativi si può rispondere solo dopo una vera indagine, che deve ancora iniziare.

6. Conclusioni

E’ in ogni caso possibile stabilire, oltre ogni ragionevole dubbio, una cosa molto importante: la distruzione del World Trade Center fu una operazione interna, orchestrata da terroristi "interni". Terroristi stranieri non avrebbero potuto avere accesso agli edifici per piazzare le cariche esplosive. Probabilmente non avrebbero manifestato la cortesia di fare in modo che le torri crollassero in modo verticale, piuttosto che crollare sugli edifici circostanti. E non avrebbero potuto orchestrare un insabbiamento, dal rapido smaltimento dell’acciaio al rapporto della FEMA al rapporto della commissione sull’11 Settembre al rapporto del NIST. Tutte queste cose possono essere state orchestrate solo da forze interne al nostro governo.

L’evidenza di questa conclusione è stata ignorata largamente dalla stampa mainstream, probabilmente celandosi dietro la maschera dell’obbedienza al consiglio del Presidente Bush di non tollerare le "scandalose teorie della cospirazione". Abbiamo visto, comunque, che è la teoria della cospirazione del Presidente Bush ad essere scandalosa, poiché è contraddetta enormemente da numerosi fatti, incluse le basilari leggi della fisica.

Esiste, ovviamente, un’altra ragione per cui la stampa mainstream non ha messo in evidenza queste contraddizioni. Come segnalato in una recente lettera al Los Angeles Times:

Il numero delle contraddizioni nella versione ufficiale dell’11 Settembre è talmente schiacciante che si fa fatica a crederci. D’altra parte la versione ufficiale non può essere abbandonata perché le implicazioni del suo rifiuto risulterebbero inquietanti: ovvero che noi siamo soggetti ad una cospirazione governativa dalle proporzioni degne di "X-Files".

Le implicazioni sono in effetti inquietanti. Molta gente che conosce o almeno sospetta la verità sull’11 Settembre probabilmente ritiene che rivelarla sarebbe altrettanto inquietante per la psiche americana, la forma americana di governo e la stabilità globale che risulta preferibile far finta di credere alla versione ufficiale. Vorrei suggerire, comunque, che la validità che questo ragionamento potrebbe aver avuto in passato è stato superato dall’emozione suscitata dai più recenti avvenimenti. Molto più devastante per la psiche americana, per la forma americana di governo, e per il mondo nella sua interezza sarà il comando di coloro che ci diedero l’11 Settembre, poiché i valori riflessi in quel terribile evento si riflettono nelle bugie dell’amministrazione Bush per giustificare la guerra in Iraq, nella sua mancanza di considerazione per le tematiche ambientali e per la Costituzione, nella sua negligenza criminale sia prima che dopo Katrina, ed ora nel suo piano bellico che non si limita a militarizzare lo spazio ma anche ad autorizzare l’uso di armi nucleari in un attacco preventivo.

Alla luce di questa situazione e dei fatti discussi in questo articolo – così come nelle dozzine di incongruenze della versione ufficiale dell’11 Settembre discussi nei miei libri – ho contattato il New York Times affinché assumesse l’iniziativa di esporre finalmente al popolo americano e al mondo intero la verità sull’11 Settembre. Assumere tale iniziativa in una storia del genere comporta ovviamente enormi rischi. Ma se esiste una testata giornalistica con la forza, il prestigio, e la credibilità per rendere nota questa storia, questa è il New York Times. Ha avuto un ruolo fondamentale nel pubblicare le testimonianze orali dell’11 Settembre. Ma adesso il bene della nostra repubblica e probabilmente la sopravvivenza della nostra civiltà dipendono dal rivelare la verità sull’11 Settembre. Faccio un appello al New York Times affinché colga questa occasione.


NOTE

[1] Entrambe le conferenze sono disponibili in formato DVD pubblicato da Ken Jenkins (kenjenkins@aol.com). Vedi anche Griffin, 2005c.

[2] La dichiarazione completa di Bush è stata la seguente: "Dobbiamo dire la verità a proposito del terrorismo. Non saranno mai tollerate le scandalose teorie della cospirazione riguardanti gli attacchi dell’ 11 Settembre. – infime bugie tese a spostare la colpa lontano dai terroristi, lontano dai colpevoli" Eccellente dichiarazione.

[3] Questo rapporto fu redatto dalla American Society of Civil Engineers (ASCE) a nome della Federal Emergency Management Agency (FEMA). Al pubblico fu esposta questa teoria poco prima, con la CNN che dichiarava poco dopo l’11 Settembre: "Il crollo, quando si verificò, fu causato dall’incendio… L’incendio indebolì quella porzione della struttura che rimase dopo l’impatto… fino al punto in cui non poteva più sostenere il carico" (CNN, 24 Settembre 2001).

[4] Il NIST descrive i crolli delle torri come esempi di "crollo progressivo" che si verifica quando "un edificio o una parte di un edificio crolla a causa della diffusione sproporzionata di una iniziale fenditura locale" (NIST Report, p. 200). Il NIST con questo implica erroneamente che i crolli totali dei tre edifici del WTC furono esempi specifici di una categoria generale di altri esempi. Il NIST sostiene inoltre che i tre crolli furono "inevitabili".

[5] L’ingegnere strutturale capo, Leslie Robertson, disse che le Twin Towers furono progettate per reggere l’impatto di un Boeing 707, il più grande aereo dell’epoca (1966). Vedi anche "La caduta del World Trade Center", BBC 2, 7 Marzo 2002. Per un confronto tra il 707 e il 767, vedi "Boeing 707-767 Comparison," What Really Happened. Altrettanto significativo il fatto che nel 1945 un bombardiere B-52 colpì l’ Empire State Building al 79° piano, creando un varco di 6 metri. Ma non ci fu la minima indicazione che quell'incidente avrebbe potuto causare il crollo dell’edificio. (vedi Glover, 2002).

[6] Il rapporto del NIST (2005, pp. XLII e 171) dice: "le torri ressero l’impatto e sarebbero rimaste in piedi se non fosse stato per la rimozione dell’isolante e i conseguenti incendi in diversi piani"

[7] Sostenuto da queste autorità, lo spettacolo continuò nella dichiarazione che "quando gli incendi divamparono nelle torri, alimentati dal carburante degli aerei, le colonne d’acciaio in ciascun edifico raggiunsero alla fine una temperatura di 800°C – sufficienti per farle cominciare a piegarsi ed a collassare.

[8]In Griffin, 2004, pp. 12-13, cito la conoscenza di questo fatto da parte del professor Thomas Eagar

[9] Considerato il fatto che la dichiarazione secondo la quale gli incendi nelle torri hanno fuso l’acciaio è quasi un’assurdità, da un punto di vista scientifico, è incredibile constatare che molti giornali scientifici siano stati entusiasti nel precipitarsi a pubblicare questa dichiarazione. Nella settimana dopo l’11 Settembre, ad esempio , il New Scientist pubblicò un articolo in cui sosteneva: "Ogni torre [dopo che fu colpita] rimase in piedi per circa un’ora. Alla fine gli incendi divampati fusero le colonne portanti d’acciaio" (Samuel and Carrington, 2001). Il titolo dell’articolo "La scelta progettuale delle torri ha salvato delle vite" riflette l’altrettanto assurda dichiarazione. – attribuita a "John Hooper, ingegnere capo nella compagnia che fornì consulenza ingegneristica quando il World Trade Center fu progettato" – secondo la quale "la maggior parte degli edifici sarebbe crollata immediatamente".

[10] Sostenere questo ovvio punto potrebbe, d’altra parte, costare caro ai dipendenti delle compagnie che hanno stretti legami con il governo. L’11 Novembre del 2004, Kevin Ryan, manager degli Environmental Health Laboratories, che sono una sezione dei Underwriters Laboratories, scrisse una e-mail al dottor Frank Gayle, vice direttore del Metallurgy Division, Material Science and Engineering Laboratory, al National Institute of Standards and Technology (NIST). In questa lettera, Ryan sostiene:"Sappiamo che i componenti d’acciaio erano certificati ASTM E119. La curva termica per questo standard richiede che i provini siano esposti a temperature attorno ai 1090°C per diverse ore. E come tutti sappiamo, l’acciaio usato rispondeva a questi requisiti. Inoltre, penso che tutti possiamo essere d’accordo sul fatto che persino dell’acciaio senza isolante non dovrebbe fondersi finché non raggiunge temperature prossime ai 1600°C. Il fatto che il dottor Brown abbia suggerito che i 1090°C abbiano potuto fondere l’acciaio ad alta resistenza termica usato in questi edifici è un non senso." Dopo che Ryan ha permesso che questa lettera diventasse pubblica, fu licenziato. La sua lettera è consultabile qui.

[11] Un noto tentativo di difendere la versione ufficiale aveva provato ad usare l’argomento della fusione dell’acciaio contro coloro che la rifiutavano. Sul numero del marzo del 2005, la rivista Popular Mechanics pubblicò un articolo dal titolo "9/11: Debunking the Myths". Questo articolo intende smontare quelle che sono presentate come "16 delle affermazioni più frequenti sostenute dai teorici della cospirazione". Una di queste "affermazioni velenose", secondo Popular Mechanics, deriva dal fatto che i "teorici della cospirazione" abbiano creato un argomento da "uomo di paglia" – fingendo che la versione ufficiale sostenga che gli edifici caddero a causa dell’acciaio fuso – in modo da poterlo poi smontare. Popular Mechanics "confuta" questo argomento da "uomo di paglia" istruendoci sul fatto che "il carburante dell’aereo brucia dai 430° agli 815°C, non abbastanza per fondere l’acciaio (1510°C). Comunque, gli esperti concordano sul fatto che affinché le torri crollino le loro strutture d’acciaio non debbano fondersi, ma che sia sufficiente che perdano parte della loro resistenza portante." Come abbiamo visto, l’idea che le torri siano cadute a causa dell’acciaio fuso fu proposta all’opinione pubblica dai primi difensori della teoria ufficiale. Per i critici di questa teoria comunque il mostrare l’assurdità di tale affermazione non è attaccare un uomo di paglia. L’idea che la versione ufficiale si basi su questa assurda affermazione non è, in ogni caso, una delle "affermazioni più frequenti" di coloro che rifiutano la versione ufficiale.

[12] Anche Shyam Sunder, l’investigatore capo dello studio del NIST, disse: "Il carburante dell’aereo bruciò probabilmente in meno di 10 minuti" (Field, 2004). Lo stesso rapporto del NIST dice (p.179): "L’iniziale incendio del carburante dell’aereo durò al massimo pochi minuti".

[13] Il Rapporto del NIST(2005,p.68) tentando di sostenere che l’acciaio è molto vulnerabile a meno che sia protetto dall’isolante, dice: "I componenti grezzi della struttura d’acciaio possono surriscaldarsi rapidamente quando esposti ad un incendio anche di moderate proporzioni. Di conseguenza, è necessaria una sorta di protezione termica, o isolamento." Come Hoffman (2005) fa notare, comunque: "Queste affermazioni sono senza senso, poiché ignorano l’effetto della conduttività termica dell’acciaio, che disperde il calore, e la considerevole massa termica delle 90.000 tonnellate in ogni torre."Inoltre, posso solo chiedermi se gli autori del rapporto del NIST abbiano riflettuto sulle implicazioni della loro teoria sul ferro e sull’acciaio che stride nei loro stessi caminetti: forse li rivestono con nuovo antincendio dopo aver aver acceso un fuoco di qualche ora?

[14] Citato in "WTC 2: There Was No Inferno," What Really Happened .

[15] Citato in "Tape Sheds Light on WTC Rescuers," CNN, 4 Agosto, 2002. Le voci dei pompieri riportate "non mostravano alcun panico, non lasciavano intendere che stessero perdendo il controllo degli eventi" (Dwyer and Fessenden, 2002)

[16] Come disse Eric Hufschmid (2002, p. 33): "Un incendio non danneggia l’acciaio a meno che l’acciaio non vi sia esposto per un lungo…periodo di tempo".

[17] CNN, 24 Settembre, 2001.

[18] Nella lettera a Frank Gayle (cfr. nota 10, sopra), Kevin Ryan criticava il rapporto preliminare del NIST: "La storia non sta in piedi, non regge. Se l’acciaio di quegli edifici si fosse indebolito o fuso, sono sicuro che saremmo tutti d’accordo sul fatto che sicuramente la causa non fu l’incendio del carburante dell’aereo, per non parlare del breve incendio in quelle torri. Per favore, faccia tutto ciò che può per eliminare rapidamente qualsiasi confusione sulla possibilità che l’incendio causato dal carburante dell’aereo potesse indebolire o fondere la struttura d’acciaio".

[19] Cfr, per esempio, "Painful Deceptions" di Eric Hufschmid (disponibile sul sito www.EricHufschmid.Net); cfr. il sito di Jim Hoffman; e il sito di Jeff King, in particolare "Il crollo del World Trade Center: quanto è reale la prova di una demolizione controllata?"

[20] Incredibilmente, dopo aver spiegato come gli esplosivi debbano essere collocati con grande precisione per far sì che un palazzo crolli verticalmente, Loizeaux dichiara che, vedendo gli incendi nelle Twin Towers, aveva compreso che le torri "si sarebbero afflosciate, quasi verticalmente. Era l’unico modo in cui sarebbero potute crollare. Era inevitabile". Preso atto che il fuoco non aveva mai in precedenza fatto crollare costruzioni con struttura portante d’acciaio, per di più in un modo che imitava perfettamente le demolizioni controllate, la dichiarazione di Loizeaux stupisce. La sua società, per inciso, fu ingaggiata per rimuovere l’acciaio dal luogo del WTC dopo l’undici settembre.

[21] La teoria dell’incendio diventa ancora più improbabile se le sue due caratteristiche vengono analizzate insieme. Per far sì che il fuoco potesse aver indotto un crollo che era incominciato improvvisamente ed in modo totalmente simmetrico, così che (la torre) crollasse verticalmente, gli incendi avrebbero avuto bisogno di far cadere contemporaneamente tutte le componenti portanti della costruzione, sebbene essi non si fossero egualmente sviluppati attraverso gli edifici. Come ha scritto Jim Hoffman: "Tutte le 287 colonne avrebbero dovuto indebolirsi fino al punto di collassare nello stesso istante". ("The Twin Towers Demolition" 9-11 Research.wtc7.net, cfr., ).

[22] L’affermazione è probabilmente una lieve esagerazione, perché i video, secondo molti studenti, sembrano indicare che i crolli impiegarono circa tra gli 11 e i 16 secondi. Ma questo sarebbe ancora vicino a una caduta libera.

[23] Come evidenzia il fisico Steven Jones: "Le torri cadono molto rapidamente al suolo, con la parte superiore che cade quasi tanto velocemente quanto delle macerie in caduta libera…. Dove è il ritardo che bisogna aspettarsi dovuto alla conservazione della quantità di moto, una delle leggi fondamentali della fisica? Ovvero, come i piani alti che cadono colpiscono i piani bassi, e l’acciaio intatto sostiene le colonne, così il crollo deve essere bloccato in modo significativo dalla massa d’impatto. Ma non è questo il caso. Allora, in che modo i piani superiori hanno potuto cadere così rapidamente e ancora conservare la quantità di moto nell’edificio che stava crollando? La contraddizione è ignorata dal FEMA, dal NIST e dalle analisi della Commissione sull’11-9 nelle quali la conservazione della quantità di moto e i tempi di caduta non sono stati analizzati. (Jones, 2006,  )

[24] Ogni colonna, oltre essere almeno 36 per 16 pollici, aveva le pareti che erano spesse almeno 4 pollici alla base, e si assottigliavano nei piani superiori, che hanno minor peso da sostenere. Si possono vedere fotografie di colonne a pagine 23 di Hufschmid, 2002. Il motivo per cui, in queste dichiarazioni, si è detto "almeno" è che Jim Hoffman ha recentemente concluso che alcune di esse erano anche più grandi. Cfr il suo articolo "The Core Structures: The Structural System of the Twin Towers", 9-11 Research.wtc7.net, N.d.T. ). Ha inoltre scritto (in un’e-mail datata 26 Ottobre 2005): "In precedenza, dissi che le colonne centrali avevano dimensioni esterne di 36 per 16 pollici, ma ora credo, basandomi su articoli usciti precedentemente nell’Engineering News Record e su fotografie da me scattate ai primi piani della costruzione (dell'edificio, ndt) in mostra allo Skyscraper Museum a Manhattan, che almeno un terzo di esse fosse di 54 per 22 pollici, Inoltre, secondo l’illustrazione nell’Engineering News Record, lo spessore dell’acciaio alle basi era 5 pollici e non 4".

[25] Come dice Hoffman (2005), la dichiarazione del NIST riguardo questi incendi tremendamente intensi al centro è particolarmente assurda in quanto nel centro "c'era pochissimo carburante; era lontano da ogni fonte di aria fresca; aveva enormi colonne d’acciaio per dissipare il calore, [e] non mostra che ci fossero incendi in nessuna delle fotografie o dei video". L’evidenza, in altre parole, suggerisce che nessuna delle colonne centrali avrebbe raggiunto (con l’incendio) le altissime temperature subite da alcune delle colonne perimetrali.

[26] Il NIST basa la sua teoria principalmente sull’ipotesi per cui il crollo sarebbe incominciato con il cedimento delle travature. Essendo molto più piccole e meno collegate l’un l’altra, le travature avrebbero potuto riscaldarsi molto più facilmente, e quindi non sorprende che l’analisi del NIST focalizzi l’attenzione su di esse. Per far sì che la teoria stia in piedi, tuttavia, il NIST afferma che le travature diventarono più calde di quanto l’evidenza stessa dimostri. Infatti, sebbene il NIST non abbia trovato alcuna prova che l’acciaio avesse superato la temperatura di 1112° F (600° C), sostiene che alcune delle travature in acciaio si riscaldarono fino ai 1192° F (700° C) (2005, pp. 96, 176-77). Una trattazione che si dichiara scientifica non può arbitrariamente aggiungere 180° F solo perché gli fa comodo. In ogni caso, oltre al fatto che questa cifra non è supportata da nessuna prova, la teoria del NIST si basa anche sulla pretesa che le colonne centrali siano crollate "come conseguenza sia del cedimento delle giunture che della rottura delle colonne stesse," perché erano "significativamente indebolite dagli effetti termici" (2005, pp. 88, 180). Ma non c’è alcuna spiegazione di come queste colonne massicce avrebbero potuto fratturarsi, "anche se la temperatura fosse giunta a quei livelli". Come sottolinea uno studio uscito nel Regno Unito: "L’espansione termica e la reazione dell’intera struttura a questo effetto non è ancora stata descritta fino a ora (dal NIST)", (Lane and Lamont, 2005).

[27] La citazione riguardante lo RDX si trova nell'articolo di Tom Held, 'Hoan Bridge Blast Set Back to Friday,' www.jsonline.com (Milwaukee Journal Sentinel), aggiornato il 19 Dicembre 2000 ). La citazione riguardante il DREXS si trova nel video di Hufschmid, "Painful Deceptions" (www.EricHufschmid.Net).

[28] In quella dichiarazione, Hoffman dichiarava che la maggior parte delle sezioni non sembravano essere più lunghe di 30 piedi. Successivamente corresse questo dato, dicendo che, in base a un’immagine aera presa 12 dodici giorni dopo gli attacchi, la maggior parte dei pezzi sembrava essere lunga tra i 24 e i 48 piedi, e solo alcuni oltre i 50 piedi. Notava anche che "la lunghezza dei pezzi ha poca somiglianza con la lunghezza delle parti d’acciaio che si sapeva essere state utilizzate per la costruzione", il che significa che non è possibile sostenere con ragionevolezza che i pezzi si siano semplicemente spezzati alle giunture.(da un’ e-mail del 27 Settembre 2005).

[29] La prova disponibile, dice Hoffman (2003), indica che le particelle di polvere erano in realtà piccolissime, nell’ordine di 10 microns.

[30] Hoffman ("The Twin Towers Demolition") afferma che la nube si è allargata, nei primi dieci secondi, fino a cinque volte il diametro delle torri. La demolizione del Kingdome può essere vista sul sito della Controlled Demolition, Inc. ). La demolizione del Reading Grain Facility può essere vista su ImplosionWorld.com ).

[31] Jim Hoffman, "The Twin Towers Demolition".

[32]Per la visione di questo e delle precedenti caratteristiche (eccettuate le lastre d’acciaio), vedi Hufschmid’s Painful Questions, il video di Hufschmid ""Painful Deceptions" (disponibile su www.EricHufschmid.Net); il sito di Jim Hoffman(http://911research.wtc7.net/index.html); e il sito di Jeff King (http://home.comcast.net/~jeffrey.king2/wsb/html/view.cgi-home.html-.html), in particolare "The World Trade Center Collapse: How Strong is the Evidence for a Controlled Demolition?".

[33] Bollyn scrive (in una e-mail del 27 ottobre 2005) che queste dichiarazioni gli sono state fatte personalmente nel corso di interviste telefoniche con Tully e Loizeaux, probabilmente nell’estate del 2002. Bollyn aggiunge che, sebbene non sia sicuro riguardo alla data delle interviste telefoniche, lui è sempre "molto preciso riguardo le citazioni").

[34] La professoressa Allison Geyh (2001) del Johns Hopkins, che faceva parte di una squadra di investigatori di salute pubblica, visitò il luogo poco dopo l’11-9, e scrisse che: "In alcune fosse che ora in quel momento venivano scoperte stanno trovando acciaio fuso". Il Dr. Keith Eaton, che visitò il luogo un po’ di tempo dopo accompagnato da un ingegnere, disse che gli furono mostrate diapositive di "metallo fuso, che era ancora bollente settimane dopo il fatto" (Structural Engineer, 2002, p. 6). Herbe Trimpe (2002), un diacono Episcopale, che fece da cappellano al Ground Zero, dichiarò: "Era effettivamente più caldo sul luogo (del crollo, ndt). Gli incendi bruciavano sottoterra, fino a 2000 gradi, per un po’ di tempo… Ho parlato con molti costruttori e mi dissero che… le travi si erano fuse totalmente a causa del calore."

[35] Questo articolo apparso su Popular Mechanics è, ad essere sinceri, incredibilmente mal fatto. Oltre ai problemi evidenziati qui, nella nota 11 e nella nota 39, l’articolo contiene questa sorprendente dichiarazione: "Nei dieci anni precedenti l’11/9, la NORAD intercettò solo un aeroplano civile sul Nord America:un golfer Payne Stewart’s Learjet, nell’ottobre del 1999." In realtà, come ben sanno i veri ricercatori sull’11 /9, la FAA riporta, in un comunicato stampa del 9 Agosto 2002, di aver allertato i caccia 67 volte tra il settembre 2000 e il giugno 2001, e il Calgary Herald (il 13 ottobre del 2001) scriveva che la NORAD aveva allertato i caccia 129 volte nel 2000. Estrapolando questi dati, possiamo dedurre che la NORAD ha allertato i caccia oltre 1000 volte nei dieci anni precedenti l’11/9. La dichiarazione di Popular Mechanics sarebbe vera solo se in tutti questi casi, eccettuato l’incidente del Payne Stewart, i caccia fossero stati richiamati alla base prima di aver effettivamente intercettato il velivolo in questione. Questo è improbabile, soprattutto alla luce della dichiarazione, risalente a pochi giorni dopo l’11-9, del Maggiore Mike Snyder, una portavoce della NORAD, al Boston Globe che così riporta le parole di Snyder: "I caccia della NORAD intercettano per routine i velivoli" (Jonhson, 2001).

Sul motivo per cui il Popular Mechanics abbia pubblicato un articolo così malfatto, un indizio significativo può essere che il "ricercatore più anziano" dell’articolo era il 25enne Benjamin Chertoff, cugino di Michael Chertoff, il nuovo capo del Dipartimento di Sicurezza Interna (cfr. Bollyn, 2005a). Un altro fattore rilevante è che questo articolo venne pubblicato poco dopo un colpo di scena in questa rivista edita dalla Hearst, nel quale il capo-editore venne sostituito (cfr Bollyn, 2005b). L’articolo demistificatorio del giovane Chertoff è stato efficacemente smentito da molti seri ricercatori sull’ 11/9, tra i quali Jim Hoffman, "Popular Mechanics' Assault on 9/11 Truth," Global Outlook 10 (Spring-Summer 2005), 21-42 (che si basava su Hoffman, "Popular Mechanics’ Deceptive Smear Against 9/11 Truth," 911Review.com, 15 febbraio 2005 ) e Peter Meyer, "Reply to Popular Mechanics re 9/11," . In realtà, gli articoli di Hoffman e Meyer, seppur concordanti su molti punti, hanno differenti approcci nel rispondere ad alcuni punti sollevati. Ma entrambi gli articoli dimostrano che Popular Mechanics deve ai suoi lettori delle scuse per aver pubblicato un articolo così ampiamente lacunoso su un argomento di tale importanza.

[36] Pat Dawson dell’NBC trasmetteva in un collegamento dal WTC la mattina dell’11/9 le parole che gli erano state rivolte dette da Albert Turi, vice assistente capo della sicurezza del Fire Department: "vi fu…un’altra esplosione…in una delle torri …un’ora dopo il primo crollo… Ovviamente aveva pensato che ci fossero effettivamente dei congegni piazzati nell’edificio (Watson and Perez, 2004)". Un reporter del Wall Street Journal dichiarò: "Sentii questo boato metallico, guardai in alto e vidi ciò che pensavo fosse solo uno strano ammasso di piani individuali esplodere verso l’esterno uno dopo l’altro. Pensai, «Mio Dio, stanno buttando giù l’edificio….Ed essi, chiunque essi fossero, AVEVANO MESSO DELLE CARICHE…e vidi le esplosioni» (Shepard and Trost, 2002)". Il reporter della BBC Steve Evans disse: "Ero al pianterreno della seconda torre… che era stata colpita… Ci fu un’esplosione…tremò tutta la base dell’edificio… dopo, una volta usciti da essa, vi fu la seconda esplosione seguita da una serie di esplosioni" (BBC, 11 settembre 2001, citato in Bollyn, 2002)

[37] Nel giugno del 2002, l’NBC ha trasmesso un estratto da un nastro registrato l’11 / 9 che conteneva il seguente dialogo tra pompieri alla Torre Sud:

Ufficiale: Battaglione 3 al Comando, c’è appena stata un’altra esplosione.

Ufficiale: Battaglione 3 al Comando, abbiamo un’ulteriore esplosione.

Comando: Ricevuto comandante. Ulteriore esplosione. ("911 Tapes Tell Horror Of 9/11," Part 2, Nastri trasmessi per la prima volta da NBC, il 17 giugno, 2002 ).

Il pompiere Louie Cacchioli testimonia che, mentre stava entrando nell’atrio della Torre Nord, vide le porte dell’ascensore esplodere completamente e le persone venire colpite dai rottami. "Mi ricordo di aver pensato…come può accadere tutto questo con tale rapidità se un aereo ha colpito molto in alto?" Una volta raggiunto il 24esimo piano, si trovò in mezzo a molta polvere e fumo, cosa che reputò strana in quanto l’aereo aveva colpito l’edificio 50 piani più in alto. Poco tempo dopo, lui e un altro pompiere "udirono questa fortissima esplosione che sembrava provocata da una bomba. Era un rumore così forte, e fece saltare le luci e bloccò le ascensori". Racconta che, dopo essersi trascinati fuori dall’ascensore: "ci fu un’altra esplosione, fortissima come la prima. Questa ebbe inizio circa due minuti più tardi…[e] pensai «Dio mio, questi bastardi hanno piazzato delle bombe come già hanno fatto nel 1993!»… Non appena fummo giunti alla tromba delle scale, sentii un’altra esplosione, forte come le due precedenti. Dopo udii bang, bang, bang, fortissimi boati (Szymanski, 2005a). Un breve estratto della testimonianza di Cacchioni è resa disponibile il 24 settembre 2001 nel People Magazine, di cui alcune parti vengono citate da Griffin , 2004, Capitolo I, nota 74.

[38] Terri Tobin, un luogotenente dell’ufficio per l’informazione pubblica del Dipartimento di Polizia di New York, racconta che durante, o subito dopo, il crollo della Torre Sud, "tutto ciò che sentii furono delle esplosioni estremamente forti. Pensai che fossimo stati bombardati" (Fink and Mathias, 2002, p. 82). Un articolo sul Guardinan riporta che: "A New York, la polizia e i pompieri stavano portando fuori il primo gruppo degli evacuati quando crollò la prima delle torri del World Trade Center. Alcuni testimoni oculari riportano di aver sentito un’altra esplosione un attimo prima che l’edificio si sbriciolasse. La polizia dichiarò che sembrava quasi una «demolizione controllata»" (Borger, Campbell, Porter, and Millar, 2001).

[39] Teresa Veliz, che lavorava per una società di software, era al 47esimo piano della Torre Nord quando improvvisamente "l’intero edificio fu scosso…[poco tempo dopo] il palazzo fu scosso di nuovo, questa volta persino più violentemente". Veliz allora tenta di scendere ed uscire dalla Torre Nord. Racconta che, in questo lasso di tempo "c’erano esplosioni ovunque. Ero convinta che vi fossero bombe piazzate dappertutto e che qualcuno, seduto a un pannello di controllo, stesse schiacciando i pulsanti per le detonazioni" (Murphy, 2002).

William Rodriguez lavorava come portiere alla Torre Nord. Racconta che, mentre timbrava il cartellino nell’ufficio al sub-level 1 alle 9 di mattina, lui e le altre quattordici persone presenti nell’ufficio udirono e sentirono una massiccia esplosione sotto di loro. Dice: "Quando sentii il suono dell’esplosione, vibrò il pavimento sotto i miei piedi, i muri cominciarono a creparsi e ogni cosa iniziò a tremare…Alcuni secondi [dopo], sentii un’altra esplosione molto sopra di me…Sebbene al momento non lo sapessi, questo era l’aeroplano che colpiva la torre". Il suo collega Felipe David, che stava davanti ascensore di servizio poco lontano, entrò nell’ufficio con gravi ustioni sul volto e sulle braccia, gridando "esplosione! Esplosione! Esplosione!" Secondo Rodriguez: "Era terribilmente ustionato. La pelle si staccava dalle mani e dalla braccia. Le sue ferite non potevano essere state causate dall’aereo sopra, ma solo da una forte esplosione sotto." (Szymanski, 2005b).

L’ingegner Mike Pecoraro, che lavorava al sesto piano interrato della Torre Nord, dichiarò che, dopo che il suo collega gli aveva fatto notare che le luci stavano lampeggiando, chiamarono di sopra per scoprire cosa stesse accadendo. Fu detto loro che vi era stata una forte esplosione e che l’intero edificio sembrava tremare. Pecoraio e Chino quindi salirono al livello C, dove doveva trovarsi una piccola officina, ma era sparita. "Lì non c’erano altro che macerie" disse Pecoraro. "Stiamo parlando di una pressa idraulica di circa 50 tonnellate … sparita!". Poi andarono verso il parcheggio ma scoprirono che anch’esso era sparito: "Non c’erano più i muri". Al livello B, scoprirono che una porta antincendio d’acciaio e di cemento armato, che pesava 300 libbre, "si era accartocciata come un foglio di alluminio." Infine, una volta saliti a pianterreno: "L’intero atrio era nero e pieno di fuliggine, non c’erano più le porte dell’ascensore. Da alcune pareti mancava il marmo" (Chief Engineer, 2002).

Una delle principali affermazioni degli scettici sulla versione ufficiale dell’11-9 che Popular Mechanics tenta di smontare (cfr. nota 11, supra) è quella secondo la quale l’esplosivo sarebbe detonato nei livelli inferiori della torre. La rivista, tuttavia, ignora comodamente le testimonianze di Veliz, Rodriguez e Pecoraro.

[40] Questo esperto è Van Romero, vice presidente delle ricerche al New Mexico Institute of Mining and Technology. Romero era precedentemente il direttore dell’istituto dell’ Energetic Materials Research and Testing Center, che si occupa di studiare gli effetti delle esplosioni sugli edifici.

[41] Romero, in effetti, cambiò la propria pubblica dichiarazione dieci giorni dopo, come riportato da Fleck, 2001. Ma come ritrattazione non è convincente. Secondo quest’articolo infatti: "Successive conversazioni con ingegneri strutturali ed ulteriori e più dettagliate visioni della cassetta" avrebbero portato Romero alla conclusione che "l’intenso calore degli incendi, dovuti al carburante dell’aereo, indebolirono le travi della struttura in acciaio, a tal punto da farle cedere sotto il peso dei piani superiori". Tuttavia non c’è alcuna indicazione riguardo a ciò che gli ingegneri strutturali abbiano dichiarato, o a quello che Romero abbia visto nella sua "maggiormente dettagliata visione della cassetta", che lo abbia condotto a cambiare la sua prima idea secondo la quale i crolli erano "troppo metodici" per essere stati provocati da qualcosa di diverso dagli esplosivi. Non ci sono indicazioni su come l’indebolimento delle travi avrebbe portato a un crollo totale che incominciò all’improvviso e che avvenne effettivamente alla velocità di caduta libera. In seguito, Romero dichiarò che non aveva cambiato parere. Piuttosto disse che era stato male interpretato nella sua prima dichiarazione. "Fui male interpretato quando dissi che credevo fossero stati gli esplosivi a far crollare il palazzo. Dissi solo che era così che mi era sembrato". (Popular Mechanics, 2005). Ma se questa è la verità, è strano che la seconda versione, scritta da Fleck, non la riportasse, sostenendo invece che Romero aveva cambiato parere. Romero ha chiaramente cambiato idea, o, per essere più precisi, la sua pubblica versione.

Un indizio sul motivo di questo cambio di versione può essere fornito da un’altra dichiarazione che si trova nell’articolo originale, in cui si dice che, quando il Pentagono venne colpito, "(Romero) e Denny Peterson, vice presidente dell’ Amministrazione e Finanze [al New Mexico Tech], stavano andando in un edificio vicino al Pentagono per discutere dei programmi di ricerca del Tech finanziati dalla Difesa" (Uyttebrouck, 2001). Effettivamente, come riportato in un successivo articolo sul sito della New Mexico Tech ("Tech Receives $15 M for Anti-Terrorism Program",] ), l’edizione dell’Influence Magazine del dicembre 2003 definiva Romero uno dei "sei lobbisti che hanno fatto centro nel 2003," aggiungendo che "[la] parte più importante del lavoro [di Romero] è quella di fare pressioni per ottenere finanziamenti dal governo federale e, se si prende l’anno fiscale 2003 come riferimento, Romero è stato una superstar, "avendo ottenuto, solo per quell’anno, circa 56 milioni di dollari per la New Mexico Tech."

Alla luce del fatto che Romero non abbia mai fornito nessuna motivazione scientifica per il suo cambiamento di opinione non sembra ingiustificato dedurre che la vera ragione sia consistita nell'aver realizzato, forse forzato da ufficiali governativi, che se non avesse ritirato pubblicamente le sue dichiarazioni iniziali, la sua efficacia nel far pressione al governo federale per farsi assegnare sovvenzioni si sarebbe ridotta notevolmente. Romero sicuramente nega tutto ciò dicendo: "I teorici della cospirazione se ne sono venuti fuori dicendo che il governo mi ha costretto a ritrattare. E' la cosa più lontana dalla verità" (Popular Mechanics, 2005). Ma in un caso o nell'altro queste sono proprio le parole che ci aspetteremmo da Romero. Avrebbe potuto scansare l'accusa soltanto fornendo un accurato resoconto di come gli edifici avrebbero potuto crollare, in quella maniera, senza l'uso di esplosivi.

[42] Come ha spiegato Dwyer, i resoconti orali "originalmente furono raccolti per ordine di Thomas Von Essen, che era il commissario dei vigili del fuoco l'11 settembre 2001, che disse di voler mettere per iscritto quei resoconti prima che fossero rimodellati dalla memoria collettiva".

[43] I resoconti orali dell'11 settembre sono disponibili al sito web del New York Times. Devo molto a Matthew Everett che ha scovato e mi ha fornito praticamente tutte le dichiarazioni che ho tratto da questi resoconti.

[44] Come molti altri, Dixon ha indicato che più tardi si era convinto ad accettare l'interpretazione ufficiale, aggiungendo: "Credo che ad un certo punto abbiamo capito che era semplicemente crollato. Per questo motivo le finestre sono state sparate fuori, non per un'esplosione, sono state sparate fuori e basta". In questo articolo, tuttavia, mi sono concentrato su cosa i testimoni hanno vissuto e pensato nei primi momenti facendo distinzione da quale interpretazione essi avrebbero poi accettato.

[45] Alcune testimonianze hanno inoltre menzionato la creazione di una nube di polvere dopo le esplosioni. Un pompiere ha detto: "Sono stati sentiti dei forti rumori di esplosione.... e poi fummo ricoperti da detriti e polvere" (NYT, Viola, p. 3). Un altro ha dichiarato: "E' stato quando è arrivato l'inferno. C'è stata come una grossa, enorme esplosione... il vento ci ha investiti.. poi tutta la polvere... ed ogni cosa è stata oscurata" (NYT, Rivera, p. 7). Il tenente William Wall ha affermato: "Sentimmo un'esplosione. Alzammo lo sguardo e l'edificio stava venendo giù... abbiamo corso un poco ma poi fummo investiti dalla nube" (NYT, Wall, p. 9). Il paramedico Louis Cook dopo aver detto che c'era "un'incredibile quantità di polvere e fumo" ha aggiunto che c'era "senza esagerare quasi un piede e mezzo (mezzo metro, ndt) di polvere sulla mia macchina" (NYT, Cook, pp. 8, 35).

[46] Anche se ci manteniamo generosi nel valutare l'errore e concediamo una probabilità di 1 su 10 (probabilità molto più alta di 1 su 100 o di 1 su 500) che ognuna delle undici caratteristiche possa presentarsi senza l'uso di esplosivi, la probabilità che tutte e 11 si manifestino insieme è di uno su 100 miliardi (questo calcolo, con la sua assunzione molto generosa di una probabilità di 1 su 10, assume che le variabili siano indipendenti le une dalle altre. Per maggiore completezza, se solo 6 fossero indipendenti mentre le altre 5 fossero correlate le une alle altre avremmo ancora una probabilità di 1 su un milione. Invece con una probabilità di 1 su 100 ed ogni caratteristica indipendente dalle altre avremmo una probabilità di 1 su dieci elevato alla 22esima potenza).

Dovendo aggiungere nel calcolo della probabilità il fatto che tutte queste caratteristiche si sono manifestatate in tre edifici e nello stesso giorno, questa diventa così infinitesimamente piccola da non potere essere disinta da zero.

D'altra parte, se fossero stati usati esplosivi negli edifici, allora ci sarebbe stata un'alta probabilità per tutte e 11 le caratteristiche di manifestarsi in tutti e tre gli edifici. Per questo ragionamento sono indebitato verso James Fetzer, che --- tramite il suo saggio "'Teorie della Cospirazione': Il caso dell'11 settembre" --- lo ha ispirato, e con Paul Zarembka, che mi ha aiutato per la sua formulazione definitiva.

[47] un sommario carino del ragionamento usato per giungere a questa conclusione è stato fornito da Nila Sagadevan (comunicazione e-mail dell'8 Novembre 2005) in risposta ad una persona che gli chiedeva "Ma quindi stai dicendo che i piani sono semplicemente caduti giù come se non ci fosse nulla a sostenerli?". Confermando che quello era precisamente ciò che stava dicendo, suggerì poi il seguente esperimento mentale:

Immagina un pesante cavo di acciaio, abbassato da un'alta gru, ben assicurato al centro del piano più alto (il 110) di una delle due torri.

Ora immagina che quel piano sia, in qualche modo, disaccoppiato dal resto della struttura sotto di esso.

Evoca il tuo genio personale e ordinagli di far scomparire magicamente tutti e 109 i piani e le strutture portanti al di sotto del blocco che ora è comunque sostenuto.

Quello che ora abbiamo è il nostro piano di cemento armato penzolante a 415 metri (1350 piedi) dal suolo, sostenuto da un cavo attaccato alla nostra gru immaginaria.

Ora fai tagliare il cavo al genio

Il tuo 110imo piano ora cadrà liberamente nell'aria ed impatterà al suolo dopo circa 9 secondi (che è più o meno quanto han impiegato i piani più alti di entrambe le torri a raggiungere il terreno).

Ora, immagina uno scenario diverso. Non disaccoppieremo il piano più alto né lo assicureremo ad un cavo con una gru.

Invece chiederemo al nostro genio di "ammorbidire" tutte le colonne di supporto dei 109 piani sottostanti.

Non è forse vero che ognuno di questi piani e delle sue strutture portanti, ora ammorbidite, inizierà immediatamenet a deformarsi sotto il peso del 110imo piano?

E non è altrettanto vero che la deformazione rallenterà la caduta dell'ultimo piano, continuando ad offrire gradatamente resistenza alla sua discesa?

Non dovrebbero questi "arresti" viscosi progressivi – l'acciaio deformato, con l'aiuto dei chiodi sradicati, i bulloni tagliati e le saldature strappate --- rallentare significativamente la caduta dell'ultimo piano?

Tutto questo non farebbe impiegare all'ultimo piano molto più di 9 secondi per terminare infine la sua caduta in cima alla pila dei detriti dei piani inferiori e l' arrestarsi?

Ma l'11 Settembre 2001 ogni piano di ogni torri cadde come se al di sotto di lui non esistesse nient'altro che aria.

Perchè questo accadesse ogni colonna di supporto (che offriva cioè resistenza) al di sotto di ogni piano che stava collassando avrebbe dovuto essere tolta via.

Soltanto degli esplosivi ben posizionati possono riuscirci.

Questo è ciò che accade nelle demolizioni controllate.

Il ragionamento di Sagadevan non viene intaccato significativamente se diciamo che il tempo di crollo era più vicino ai 15 secondi, poiché questo tempo è ancora molto vicino al tempo di caduta libera in aria.

[48] Gli investigatori ufficiali si accorsero di avere meno autorità delle squadre di pulizia, un fatto che ha spinto lo Science Commitee della Camera dei Rappresentanti a riportare che "la mancanza di autorità fornita agli investigatori di confiscare i pezzi di metallo per sottoporli ad esami prima che fossero riciclati ha portato alla perdita di importani elementi di prova"

[49] Baosteel riciclerà i rottami del World Trade Center Eastday.com, 24 gennaio, 2002.

[50] La rimozione fu, inoltre, portata a compimento con estrema cura, perche "il carico consisteva in materiale altamente sensibile". Ogni camion fu equipaggiato con uno strumento di localizzazione del veicolo, connesso al GPS. "Il software registrò ogni viaggio ed ogni locazione, inviando segnali di allerta se il veicolo viaggiava fuori rotta, se arrivava tardi alla sua destinazione o se deviava dalle aspettative in qualche altra maniera... un autista... si attardò in una pausa pranzo di un'ora e mezza... fu lincenziato [Emigh, 2002].

[51] New York Times, 25 Dicembre, 2001. Questa protesta fu ripetuta dal professor Abolhassan Astaneh-Asl, professore di Ingegneria Civile alla University of California di Berkeley, che affermò: "Dove avviene un incidente automobilistico e due persone vengono uccise conserviamo l'automobile sino a processo concluso. Se un aereo cade, non solo teniamo la carcassa ma raccogliamo tutti i rottami, li portiamo in un hangar e li rimettiamo assieme. Questo se muoiono anche solo 200, 300 persone. In questo caso invece abbiamo tremila morti. Ed abbiamo una delle più importanti.. costruzioni fatte dall'uomo. Il mio desiderio è che avessimo fatto tutto ciò che era nelle nostre facoltà... Raccogliere tutto questo acciaio, trasportarlo in un luogo apposito. Invece di riciclarlo.... Dopotutto questa è una scena del crimine e dobbiamo riuscire a capire esattamente ciò che è accaduto" (Notiziario CBS, 12 Marzo, 2002)

[52] Bloomberg stava in quel momento raccomandando precisamente ciò contro cui Bill Manning, l'editore di Fire Engineerin, aveva indirizzato i suoi avvertimenti quando scrisse "Per come è lo stato delle cose ora... l'investigazione in merito all'incendio ed al crollo del World Trade Center risulterà solo in un quantitativo di carta e di ipotesi generate al computer" (Manning, 2002). Ciò che Bloomberg desiderava e Manning temeva è esattamente ciò che ritroviamo nel rapporto del NIST. Anzi a dire il vero è anche peggio. Il fisico Steven Jones, dopo aver rimarcato che "non ci sono esempi di crolli di grattacieli dovuti al fuoco" e che anche il "modello reale [computer] – del NIST - non collassò " risponde: "semplicemente, il NIST inventò ipotesi generate dal computer per ogni modello "grave" e poi questi modelli furono ulteriormente modificati per ottenere i risultati desiderati. Il rapporto del Nist, aggiunge Jones, ammette questa procedura, dicendo a pagina 142: "Il modello più grave ... fu usato per l'analisi globale di ciascuna torre. Un set completo di simulazioni fu applicato quindi a [questo caso]. Dove i risultati delle simulazioni differivano dalle evidenze fotografiche e dai rapporti dei testimoni oculari [ad es. ci fu un completo crollo] gli investigatori corressero i dati" (Jones, 2006)

[53] "Baosteel riciclerà i rottami del World Trade Center"

[54] Bill Manning scrisse "Il danno strutturale causato dagli aerei e dall'accensione esplosiva del carburante non furono sufficienti a tirare giù le torri. Fire Engineering ha buone ragioni per credere che l' 'investigazione ufficiale' benedetta dalla FEMA è una farsa "mezza cotta" della quale si possono già essere impossessate forze politiche per portare avanti i propri interessi i quali sono, con un eufemismo, molto distanti da una completa rivelazione. A parte il beneficio marginale ottenuto da un'osservazione visiva delle prove nella passeggia, durata tre giorni, condotta dai membri dell'ASCE investigation committee – descritta da una fonte loro vicina come una "gita turistica" -- nessuno sta cercando le prove di nulla" (Manning, 2002).

[55] Guardare la sezione "Le scoperte dell'ASCE sulla sulfidazione dell'acciaio" in Hoffman, 2005.

[56] Per prove visive consultare Hoffman, "I fotogrammi video del crollo della torre Nord: prove visive del crollo della torre Nord." 9-11 Research.wtc7.net n.d.

(http://911research.wtc7.net/wtc/evidence/videos/wtc1_close_frames.html).

[57] Il ruolo di Marvin Bush nella compagnia è menzionato da Craig Unger, 2004, p.249

[58] L'affermazione di Forbes è inserita qui.

[59] Per la dichiarazione completa di Giuliani consultare "Chi ha detto a Giuliani che il WTC stava per crollare il 9/11?), What Really Happened, n.d.; può essere ascoltato qui.

[60] Come evidenzia Hufschmid "le foto mostrano che le spettacolari fiamme scomparirono velocemente e poi il fuoco... lentamente diminu'" (2002, p.38)

[61] "Se .. l'intenzione era di incolpare gli incendi per il crollo," Peter Meyer ha scritto "allora l'ultimo tempo utile per le torri di collassare avrebbe potuto essere appena prima che gli incendi si spegnessero. Poiché l'incendio della torre sud fu il risultato della combustione di meno combustibile.., allora il fuoco nella torre sud inizio ad affievolirsi per primo.... Coloro i quali stavano controllando la demolizione perciò dovettero far collassare la torre sud prima della nord" (Peter Meyer, n.d.).

[62] Il comandante della divisione EMS (Emergency Medical Services) John Peruggia affermò che gli fu detto che "La torre nord era in pericolo di un crollo quasi imminente". Il tecnico medico Richard Zarrillo, evidentemente un collegamento tra OEM e EMS, affermò che gli fu detto che "gli edifici stavano per collassare". Il maresciallo dei vigili del fuoco Stephen Mosiello ed il suo vice, assistente capo della sicurezza, Albert Turi usarono anche loro il plurale ("edifici") nel riportare quello che sentirono da Zarrillo. Turi riferì anche che quando a Zarrillo fu chiesto "da dove stiamo prendendo questi rapporti?", la sua replica fu "lo sapete, non ne siamo sicuri, lo sta riferendo L'OEM giusto adesso" (NYT, I racconti orali di Peruggi, Zarrillo, Mosiello e Turi)

[63] Nel "Una breve storia dell'OEM (Office of Emergency Management) di New York City" leggiamo "!996: per un ordine esecutivo viene creato l'OEM cittadino. Il direttore risponde direttamente al sindaco e presta servizio al direttore locale della Difesa civile.

[64] "La città.. inizialmente rifiutò l'accesso ai registri delle investigazioni .. alla commissione sul 9/11" ma "lasciò perdere quando fu minacciata un'azione legale" (Dwyer, 2005b)

[65] Glanz (2001) scrisse che "esperti affermarono che nessun edificio simile, un moderno grattacielo con anima in acciaio, era mai collassato per un incendio non controllato."

[66] Per fotografie e discussioni, consultare Hufschmid, 2002, pp. 62-56 e la sezione intitolata "i "furiosi" incendi al WTC 7" in "Gli incendi al World Trade Center (non così caldi eh?)," Global Research, 27 Settembre, 2004 .

[67] FEMA, 2002, capitolo 5, zezione 6.2 "Probabile sequenza di crollo," discussa in Griffin, 2004, p.22

[68] Hufscmid, 2002, p. 64. Il crollo dell'edificio 7 ha anche lui tutte le caratteristiche delle convenzionali demolizioni controllate, come l'inizio improvviso e poi il crollo a velocità prossime a quelle di caduta libera – che per l'edificio 7 significa sotto i 7 secondi. Queste somiglianze alle normali implosioni sono state commentate da Dan Reather. Mostrando un video del crollo dell'edificio 7 sulla CBS quella stessa sera, Rather disse che "richiamava alla mente quelle immagini che abbiam visto tutti troppo spesso in televisione prima, quando un edificio viene distrutto deliberatamente tramite della dinamite ben piazzata per tirarlo giù" (Notiziario CBS, 11 Settembre, 2001). Video del crollo dell'edificio 7, che raramente sono apparsi nella televisione nazionale, possono essere visionati in vari siti internet, come www.geocities.com/killtown/wtc7.html and www.whatreallyhappened.com/wtc7.html. In particolare è molto buono per questo scopo il DVD di Eric Hufschmid, "Painful Deceptions" (disponibile al www.EricHufschmid.Net).

[69] Implosion World.com .

[70] Steven Jones, lettera e-mail, 10 Ottobre 2005.

[71] Confronta Norman, 2002 e il Firehouse Magazine, 2002a e 2002b

[72] Il comandante Frank Fellini disse che la zona del crollo fu stabilita "cinque o sei ore" prima che l'edificio venisse giù, il che vorrebbe dire intorno a mezzogiorno (NYT, Fellini, p.3). Questa tempistica è conforme alla testimonianza di un vigile del fuoco il quale disse di "aver sentito rapporti di un possibile crollo del World Trade Center 7 durante tutto il giorno" e quello di un altro che affermò: "girammo lì intorno per ore aspettando che l'edificio sette venisse giù"

(NYT, Murray, p. 12, and Massa, pp. 17-18).

[73] Anche i terremoti, che avrebbero potuto produrre dei crolli parziali, tuttavia non avrebbero mai potuto causare un crollo quasi totale.

[74] "Gli investigatori federali conclusero che fosse stato in primo luogo l'impatto degli aerei e, più specificamente, gli incendi che divamparono in modo estremo sin dalla nascita a causare il crollo degli edifici. Dopo che gli aerei colpirono,... molto dello spray di protezione antincendio nella zona di impatto fu rimosso, lasciando la struttura portante di acciaio esposta e mortalmente vulnerabile all'intenso calore" (Dwyer e Flynn, 2005, p. 252). Questi coautori (p.253) appoggiano anche la pretesa del NIST – che è totalmente insostenibile (Hoffmann, 2005) – che il crollo divenne "inevitabile."

[75] Dwyer, infatti, scrisse un articolo intitolato "L'enorme archivio produce nuovi punti di vista sul 9/11," New York Times, 13 Agosto, 2005. Ma non menziona tra "i nuovi punti di vista" quello che verrebbe suggerito dalle testimonianze sulle esplosioni.

[76] L'affermazione di Silverstein è stata citata in molti posti, tra cui Morgan e Henshall (2005). Una critica di questo libro intitolata "9/11 rivelato? Nuovi libri ripetono false teorie della cospirazione," pubblicato dallo U.S. State Department, sostiene che "il proprietario si stava riferendo al fatto di ritirare un contingente di vigili del fuoco fuori dall'edificio in modo da salvare vite umane poiché questo appariva instabile". Ma questa è a stento un'interpretazione plausibile, specialmente data la frase seguente ed il fatto che in un'altra parte del documentario (PBS, 2002) sentiamo questa espressione utilizzata con il significato di "tirare l'edificio giù".

[77] L'affermazione di Silverstein può essere visionata  (o ascoltata su di un file audio). Per un dibattito consultare Baker, n.d.

[78] Currid, casualmente, fu rieletto presidente nel 2002
[79] Lettera alla rivista LA Times del 18 Settembre, 2005, da William Yarchin di Huntington Beach, California, in risposta ad un'intervista con me sulla stessa rivista, condotta da Mark Ehrman, intitolata "Diventando agnostico riguardo il 9/11", pubblicata il 28 Agosto, 2005.



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Traduzione di: Roberto Toso, E. R., M.R., Carlo Brevi, M.P., Marco Bollettino
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