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20 DOMANDE SUI CROLLI DELLE TORRI GEMELLE
a chi sostiene la versione ufficiale
Risponde Danilo Coppe, esperto di esplosivistica e di demolizioni controllate.
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Queste
20 domande cercano di sintetizzare i motivi più importanti per
cui molti nel mondo contestano la versione ufficiale dei fatti, secondo
la quale le Torri Gemelle sarebbero crollate a causa dei soli incendi e
impatti degli aerei, e il WTC7 causa del solo incendio, accompagnato da
danni collaterali più o meno gravi.
In questo caso ci ha voluto rispondere Danilo Coppe,
che è senza dubbio il più noto "esplosivista" attualmente
operativo in Italia. Con oltre 500 demolizioni controllate alle spalle,
Danilo Coppe affianca alla sua normale attività quella di
esperto di criminologia, e collabora regolarmente con diverse Procure e
con le Forze dell'Ordine nei più disparati casi che riguardino
in qualche modo la presenza di esplosivi.
Rispetto alla distruzione del World Trade Center, Coppe si è dichiarato
d'accordo con la versione ufficiale, come risulta da questa intervista
da lui concessa in precedenza alla publicazione "Zero-7".
Incuriosito da certe affermazioni di Coppe, ho voluto parlargli di
persona, per cercare di approfondire la faccenda. Danilo Coppe si è dimostrato una persona estremamente
gentile e disponibile, e dopo una prima intervista telefonica, intesa alla diffusione in rete e via radio, è
iniziato un vero e proprio scambio a tutto campo sull'argomento World
Trade Center, che può essere validamente sintetizzato dalla
seguente serie di domande e risposte.
Le stesse domande con risposta, ma senza le repliche, compariranno nella II edizione del libro Inganno Globale, attualmente in stampa, nel capitolo "La parola a chi sostiene la versione ufficiale".
La "sfida", sportivamente
accettata da Coppe, era quella di assumere una posizione neutrale, cercando di dare la miglior risposta possibile a
ciascuno dei quesiti più importanti che riguardano il crollo
delle Torri, escludendo ovviamente l'ipotesi di una demolizione
controllata.
Ecco le domande, con le risposte di Coppe, e relative repliche. Danilo
Coppe ha preso visione delle repliche, e si riserva eventualmente di
controreplicare in un secondo momento.
M.M.
DOMANDA N°
1) Secondo lei che spiegazione si può dare, al di fuori di una demolizione controllata, per la potente gittata in orizzontale
e addirittura verso l'alto di materiali solidi (cemento e acciaio)
registrata durante i crolli delle Torri Gemelle, e che si protrae per
l'intero arco della caduta, replicandosi quasi fino a terra?
Danilo
Coppe: Un insieme di diversi fattori: una parte di aviobenzina (e
suoi vapori) che si infiammano in corrispondenza del cedimento delle
poche strutture portanti rimaste dopo l’impatto. Il collasso della
parte superiore alla zona di impatto che sbatte su quella inferiore con
un abbrivio di circa 3 piani.
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Replica: Si potrebbe anche ipotizzare qualche sacca isolata di
vapori/kerosene ancora incombusti al momento dei crolli, ma l'effetto
"fontana di cemento" si è verificato simmetricamente, su tutto
il perimetro e lungo tutto l'arco di caduta, dal primo piano crollato
fino al piano terra, e per ambedue le torri.
Non sembra certo sufficiente un
abbrivio "di circa tre piani" (una dozzina di metri al massimo) per produrre una forza laterale di
intensità e gittata simili a quelle mostrate dalle foto. La parte superiore infatti non riuscirebbe comunque a comprimere l'aria sotto di sè in maniera significativa, per il motivo che segue.
Perchè non regge la tesi del cosiddetto "effetto pancake": a chi sostenesse che è stata la "pressione" dei pavimenti che
cadono l'uno sull'altro a generare la
"fontana di cemento" e/o gli " squibs", ricordiamo che i pavimenti (P -
foto sotto)
erano costituiti da pannelli prefabbricati indipendenti, larghi
qualche metro
soltanto (ne abbiamo colorato uno in giallo, per dare l'idea delle sue
dimensioni), che venivano giustapposti e poi agganciati fra
la struttura
esterna
(M) e quella interna (C):
Ecco come venivano montati i "pavimenti" di ogni piani delle Torri:
E questo è lo schema di ciascun pannello:
Essendo indipendenti l'uno dall'altro, questi pannelli non possono essere caduti
tutti contemporaneamente, creando quella specie di "stantuffo" che
sarebbe necessario per ipotizzare l'effetto "esplosivo" di
cui si cerca la causa.
Come
è quindi possibile spiegare un tale accumulo di pressione da ottenere un effetto come quello ritratto da queste immagini?
Non si spiega inoltre come tale forza possa comunque replicarsi fino a terra, invece di
venire assorbita, ad un certo punto del crollo, dalla struttura stessa.
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DOMANDA N° 2) Secondo lei che
spiegazione si può dare, al di fuori di una demolizione
controllata,
per i classici squibs, ovvero gli sbuffi visibili in molte foto e
inqadrature TV, che compaiono lungo la facciata delle Torri, decine di
piani più sotto del livello in cui sta avvenendo il
crollo (cioè, al di sotto della "fontana di cemento" che man
mano
scende verso il basso)?
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(Vi sono dozzine di immagini simili, con sbuffi a tutte le
altezze, lungo l'intero arco della caduta, e per ambedue le Torri
crollate).
Danilo
Coppe: Laterizi sparati in tutte le direzioni precedentemente a
contatto con pilastri caricati di punta. Incanalati verso spazi liberi
e quindi visibili all’esterno o confinati dalle geometrie delle
orditure. Esempio: riempimento di laterizio nelle travi e pilastri a
doppio C.
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Replica: Le
uniche parti in cemento di una certa consistenza, nelle Torri, erano
costituite dalla gettata di cemento dei pavimenti, realizzata sull'acciaio "ondulato" dei pannelli prefabbricati, mentre non risulta che
i pilastri di supporto, sia centrali che perimetrali, fossero riempiti di laterizio, o di qualunque
altro materiale:
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DOMANDA N° 3)
All'inizio del crollo, i blocco superiore della Torre Sud si è
inclinato su un lato, restando inizialmente compatto. Secondo lei
a cosa sono dovute le ampie convoluzioni di polvere e detriti (negli
ovali), che vengono espulse con forza sul lato opposto, e a cosa
è dovuta la serie di potenti sbuffi, indicata dalla freccia, che
si verifica nello stesso momento, ma circa una decina di piani
più sotto?
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Danilo
Coppe: Il cedimento interessa tutta l’area in pianta
del fabbricato. Chiaramente le polveri di frizione e i laterizi
tritati vanno in tutte le direzioni libere da ostacoli.
Il varco di impatto si
richiude per effetto del collasso, quindi si notano le nuvole
sul retro.
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Replica: Il blocco superiore,
che si è appena inclinato, appare relativamente intatto. Non
si comprende quindi che cosa possa aver "tritato i laterizi", visto
inoltre che le "polveri di frizione" indicate dalla freccia
si trovano ad almeno una decina di piani più sotto. Quelle
sul retro inoltre sembrano uscire dall'edificio con una forza davvero
notevole per della semplici "nuvole" (intese, si immagina, come polvere
in sospensione).
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(La domanda si trova più sotto): Quella
che segue è la lettera mandata da un dipendente
della "Underwriter Laboratories" al NIST (Instituto Nazionale Scienza e
Tecnica), in seguito alla pubblicazione del loro rapporto nel 2004, nel
quale si sosteneva che i crolli erano stati causati da un cedimento
della struttura d'accaio.
Traduzione:
1 - La società per cui lavoro ha certificato i componenti in acciaio usato per la costruzione del World Trade Center.
2 - [...] una cosa su cui siamo sempre stati d'accordo è che i componenti usati soddisfassero i requisiti richiesti.
3 - La mia società ha effettuato dei test di laboratorio, che però hanno confermato che gli edifici dovrebbero aver sopportato facilmente lo stress termico causato dalle varie sacche di carburante che bruciava.
4 - Sappiamo che i componenti avevano avuto la certificazione ASTM E119, per la quale si richiede che i componenti vengano esposti ad una temperatura di 1100° C per svariate ore. E siamo tutti d'accordo sul fatto che l'acciaio utilizzato soddisfasse questi requisiti.
5 - Le vostre stesse osservazioni suggeriscono che l'acciaio sia stato esposto a temperature massime di 250° C,
che è quello che ci si potrebbe aspettare da una analisi
termodinamica della situazione. Per ammorbidire l'acciao, quando lo si
forgia, si debbono raggiungere temperature di almeno 1100° C.
6 - I vostri stessi riscontri stabiliscono chiaramente che la maggior parte delle colonne perimetrali, 157 su 160, non sia mai stata esposta ad un calore superiore ai 250° C.
7 . Se l'acciaio di quegli edifici si è fuso o si è ammorbidito, sono certo che concorderemo tutti che non possa essere stato dovuto all'incendio di carburante da aereo, e tanto meno da quei brevi incendi sviluppatisi in quegli edifici.
8
- Altrimenti, sostenere che quell'acciaio si sia ammorbidito con
temperature di 250° C suggerisce che la maggior parte delle vittime
di quel giorno sarebbe stata dovuta ad una carenza di misure di
sicurezza, la qual cosa dovrebbe causare enormi preoccupazioni alla mia
società.
9 - Perfavore fate tutto il
possibile per eliminare in fretta questo malinteso sul fatto che il
carburante di aereo sia in grado di ammorbidire o di fondere l'acciaio.
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In altre parole, al punto 8 Ryan sostiene che se le Torri fossero crollate a causa del fuoco, chi ne aveva inizialmente certificato la resistenza, ben
oltre i limiti delle condizioni di quel giorno (ca. 250° C.
effettivi per meno di un'ora, contro 1.100° C per svariate ore del
collaudo) sarebbe direttamente responsabile per la morte di tutti coloro che erano sopravvissuti all'impatto iniziale. Invece nessuno ha mai aperto bocca in quel senso.
Parimenti, l'architetto responsabile della solidità strutturale delle Torri, Robertson, ha confermato in un'intervista che "le
Torri fossero state progettate per resistere all'impatto di un
grosso aereo commerciale dell'epoca (il B-707, che era molto simile per
peso, dimensioni e carico di carburante ad un odiernoB-767), che avesse colpito la Torre in qualunque punto." Il concetto di redistribuzione del carico veniva ampiamente spiegato nela stessa interviosta. La stessa cosa è stata confermata da Frank DeMartini, il manager del progetto di costruzione, che è poi morto nel crollo della Torre Sud.
Arriviamo ora alla
DOMANDA
N° 4 ) :
Visto che lei collabora spesso con le autorità giudiziarie, in
qualità di perito esplosivista, non le pare logico che per le
Torri Gemelle avremmo
dovuto assistere ad una serie infinita di processi, di accuse, di
diatribe e di
scaricabarile sulle responsabilità fra tutti coloro che ebbero
parte alla progettazoine e alla costruzione delle Torri Gemelle? Non trova stupefacente che invece non vi sia stata nessuna causa, e che addirittura non si sia mai nemmeno parlato pubblicamente di questo aspetto? (Alle famiglie delle vittime sono stati offerti fino a 8
milioni di dollari come risarcimento, a patto che rinunciassero
irrevocabilmente a fare causa a qualunque entità, statale o
privata, coinvolta nei fatti di quel giorno).
Danilo
Coppe: Sì. Reputo strano che non siano state intentate cause
per varie anomalie nella vicenda. Posso però anche affermare che
per quanto il progettista assicuri di aver realizzato opere a prova di
schianto di Boeing 767, dubito che l’abbia messo nero su bianco. Non
esiste la possibilità di creare modelli matematici preventivi
(tanto meno allora) che possano permettere di considerare tutte le
variabili di un impatto come quello effettivamente verificatosi. Quindi
se l’avesse comunque certificato sarebbe in palese dolo.
Il fornitore di acciaio non è responsabile per il cedimento. Le
temperature hanno avuto un ruolo marginale nel collasso. Le torri
sarebbero comunque crollate. Il calore ha solo aggravato la situazione
e accelerato il processo di cedimento dei pilastri superstiti.
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Replica: Ecco
un "nero su bianco" a firma di Jeff Skilling, uno dei principali
progettisti delleTorri Gemelle. Nel riquadro a centro-pagina (punto 3)
si legge:
"E' stata fatta una ricerca, e gli edifici risultano essere sicuri nel
caso dell'impatto di un un grosso aereo di linea, come il Boeing 707 o
il DC-8, che viaggiasse a 600 Mph. Le analisi hanno indicato che questo impatto comportebbe solo dei danni nella zona colpita, ma non potrebbe causare il crollo dell'edificio,
nè un suo danno sostanziale, e non metterebbe a repentaglio la
vita di coloro che non si fossero trovati nelle vicinanze del punto di
impatto".
Al punto 5 inoltre si
conferma una robustezza di circa sedici volte rispetto ad un normale edificio
con struttura convenzionale.
Le variabili di un impatto del genere inoltre sono tutt'altro che infinite,
visto che peso, dimensioni, velocità massima, numero di motori,
carico di carburante ecc. di un 707/ DC-8 sono tutte misure note, e visto
che la Torre era progettata - come afferma Lesley Robertson - "per resistere
ad un aereo che l'avesse colpita a QUALUNQUE altezza". Se quindi doveva
poter reggere ad un aereo che ipoteticamente l'avesse sventrata alla base,
diventa ancora più difficile credere che sia crollata per il peso
relativamente molto più limitato che si è trovata a sopportare
dopo essere stata colpita all' 82°, oppure addirittura al 94°.
Underwriters Laboratories infine non è stato il "fornitore"
dell'acciaio, ma chi ne ha certificato la resistenza al calore. In quel
senso Ryan sostiene che, una volta confermata dal NIST la temperatura
massima di 250° raggiunta dalle colonne perimetrali, loro
"dovrebbero essere tutti in galera".
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DOMANDA N° 5) Non
trova altrettanto stupefacente, sempre da un punto di vista
criminologico, che il sindaco di New York Giuliani a) abbia impedito
all'FBI di prendere controllo di Ground Zero, b) non abbia mai fatto
fare - o comunque non abbia mai reso pubblica - una sola perizia
tecnico-legale sui resti dell'acciaio delle Torri, mentre c) se ne
è completamente liberato nell'arco di soli tre mesi, rivendendolo quasi tutto in Estremo Oriente affinchè venisse riciclato?
Danilo
Coppe: Sì. È stupefacente che non siano stati fatti
almeno degli accantonamenti a campione delle carpenterie e messi in
condizioni di essere adeguatamente analizzati anche in eventuale
“contraddittorio”. Una serie di tamponi avrebbero potuto fugare ogni
dubbio sulla presenza di materie esplosive.
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Replica: Nessun commento.
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DOMANDA N° 6) Secondo lei, che spiegazione si può dare, al di fuori di una demolizione controllata, per la presenza di svariate pozze di metallo incandescente, trovate dai soccorritori fra le macerie alla base di tutte e tre le Torri, ad oltre sei settimane dai crolli stessi?
Sotto, una termografia scattata dal satellite della NASA il 16 di
settembre, cinque giorni dopo i crolli. Nella colonna bordata in rosso
compaiono le temperature dei diversi punti indicati nell'immagine. Eccetto il punto "E", gli altri si trovano tutti alla base
delle tre Torri crollate.
Danilo
Coppe: Non ho elementi sufficienti per rispondere sul caso
specifico. Penso che le macerie compattate in quel modo facciano
spessori di notevole capacità refrattaria. Certo che sei
settimane mi sembrano comunque eccessive.
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Replica: nessuno pare averli, questi elementi. E anche spiegando in qualche modo la "persistenza" del fenomeno termico, resta da spiegare prima di tutto la fonte di un tale calore.
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DOMANDA N° 7) Secondo lei, che spiegazione si può dare, al di fuori di una
demolizione controllata, per la polverizzazione praticamente totale di tutti e tre
gli edifici, sia per quel che riguarda la struttura che per quel che
riguarda il contenuto? |
Danilo
Coppe: Le forze asimmetriche e complesse che si sviluppano in un
qualsiasi tipo di crollo, determinano in ogni caso la disintegrazione
delle masserizie oltre che delle strutture stesse. Alcuni cadaveri del
crollo spontaneo di Foggia non sono mai stati trovati.
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Replica: Nei crolli spontanei,
o passivi, si direbbe invece che le forze - certamente
asimmetriche - che si sviluppano, producano proprio gli effetti opposti:
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DOMANDA N° 8) Secondo lei, che spiegazione si può dare, al di fuori di una
demolizione controllata, per una velocità di crollo praticamente pari a
quella di un corpo in caduta libera, quale è stata riscontrata per
tutti e tre gli edifici? |
Danilo Coppe: Che sia collasso spontaneo o demolizione, le velocità di caduta sono pressoché le stesse.
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Replica: Questa
è un'affermazione davvero sorprendente, oltre che apparentemente
in contrasto con una delle più note leggi della Fisica.
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DOMANDA N° 9) Nel caso, come è possibile che lo
stesso fenomeno si sia verificato in edifici completamente diversi per
forma e struttura, come il WTC7 e le due Torri Gemelle, visto soprattutto che
il primo non era stato nemmeno colpito da un aereo?
Danilo
Coppe: Conosco meno le dinamiche del crollo del WTC7 poiché
meno interessato dai filmati amatoriali e non trasmessi. Tuttavia
l’architettura del WTC7 è abbastanza idonea a crollare con pochi
danni (se concentrati su un lato lungo) o con poche cariche esplosive
piazzate sapientemente sullo stesso lato.
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Replica: Il problema è che dovrebbe essere crollato senza l'aiuto di
cariche esplosive, mentre non risultano certo dei danni sufficienti su
nessuno dei suoi lati per vederlo scomparire per intero, simmetricamente, e
in sei secondi circa.
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DOMANDA N° 10) Secondo lei, che spiegazione si può dare, al di fuori di una
demolizione controllata, per le decine di testimonianze,
tutte assolutamente omogenee, che parlano di "potenti esplosioni",
udite o vissute sia durante che prima dei crolli stessi?
Danilo
Coppe: I rumori di solai (o parti di essi) che impattano, il
cedimento repentino di un’orditura possono essere scambiati per
esplosioni.
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Replica: Il cedimento
repentino di un’orditura potrà anche essere scambiato, in
circostanze particolari, per un'esplosione, ma non spiega certamente
episodi come questo:
Non dimentichiamo inoltre che stiamo parlando di decine di
testimonianze simili, e che molte di queste si riferiscono ad
esplosioni avvenute PRIMA dei crolli.
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DOMANDA N° 11) Secondo lei, che spiegazione si può dare, al di fuori di una
demolizione controllata, per la presenza riscontrata fra le macerie di
enormi grovigli di acciaio (dei piloni portanti) fuso insieme alla
roccia delle fondamenta?
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Danilo
Coppe: Ho riscontrato grovigli come quello in figura dopo crolli
spontanei, demolizioni meccaniche e blasting demolition. Le pressioni
cui vengono sottoposte le materie costruttive sono inimmaginabili.
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Replica: Pur non volendo dubitare della sua esperienza passata, si
fatica davvero ad immaginare da quale fonte possa giungere un calore
sufficiente a fondere insieme acciaio e roccia in quella maniera sia in
un crollo spontaneo che in una demolizione di tipo meccanioco (senza
l'uso di esplosivi).
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DOMANDA N° 12) Secondo lei, che spiegazione si può dare, al di fuori di una demolizione
controllata, per la completa e perfetta piegatura a "ferro di cavallo"
(180°) di un segmento di pilone lungo qualche metro soltanto, sulla
cui superficie non compare nessuna crepa visibile?
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Danilo
Coppe: Ho troppo pochi elementi per questa valutazione.
Bisognerebbe perlomeno avere una foto ad alta definizione e fare degli
ingrandimenti. Meglio ancora vedere l’oggetto.
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Replica: Resta
io fatto che il kerosene non è certo in grado di generare il
calore necessario per deformare l'acciaio in questo modo.
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DOMANDA N° 13) Che spiegazione si può dare, riguardo
alla presenza fra le macerie di svariati piloni di supporto, che risultano
tagliati in diagonale, esattamente come prevede l'azione di una carica
cava delle demolizioni controllate? (La freccia piccola indica una
incavatura molto simile a quelle che vengono praticate nel pilone
da demolire per inserire la cosiddetta "carica stupida", o secondaria.)
Sotto, un pilone ad "H", che mostra la "ali" distorte verso l'esterno,
e lo stesso tipo di incavatura al centro della sezione.
Sotto: un'altra coppia di piloni tagliati in diagonale, con accanto
un trave d'acciaio (indicato dalla freccia) che sembra piegato dal
calore.
Danilo
Coppe: Ho troppo pochi elementi per questa valutazione.
Bisognerebbe perlomeno avere una foto ad alta definizione e fare degli
ingrandimenti. Meglio ancora vedere l’oggetto. In ogni caso
bisognerebbe intervistare chi ha operato nello sgombero delle macerie e
chiedere se sono stati effettuati tagli a cannello di quel tipo.
Confesso che questo elemento è quanto di più curioso dal
punto di vista tecnico, visto che effettivamente è una
lavorazione molto simile a quella che si ottiene con le cariche di
taglio.
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Replica: Nessun commento.
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DOMANDA N°
14) Lei conosce qualche esempio nella storia dell'ingegneria civile in
cui un edificio in acciaio, di qualunque altezza forma o sezione, sia
interamente crollato dopo aver subito l'impatto di un aereo con
conseguente incendio?
Danilo Coppe: Non mi risulta esistano precedenti analoghi come tipo di evento.
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Replica: Nessun commento.
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DOMANDA N° 15) Lei conosce qualche esempio nella storia dell'ingegneria civile in
cui un edificio in acciaio, di qualunque altezza forma o sezione, sia
interamente crollato a causa di un semplice incendio?
Danilo
Coppe: Genericamente no. Ma non si tratta di un evento analogo, con
asportazione di orditure e incendio in contemporanea.
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Replica: Come
già detto, non esiste nessuna documentazione riguardo
all'asportazione di orditure che lei ipotizza. Anzi, come si
vede chiaramente da questa immagine, il WCT7 era addirittura "coperto"
dal WTC6, per cui molto difficilmente i detriti possono averlo
raggiunto alla base, in maniera diretta. A sua volta, lo stesso WTC6
mostra di aver retto relativamente bene alla pioggia di detriti della
Torre 1, mentre si fatica casomai a comprendere il grande foro che presenta
proprio al centro:
Queste sono immagini che ritraggono il WTC4 e il WTC5. Come si vede,
pur trovandosi direttamente sotto alle Torri crollate, una volta
distrutto quanto è andato distrutto, le loro strutture hanno
retto relativamente bene alla pioggia di
materiali che arrivava da un'altezza ben superiore ai "tre piani di
abbrivio" da lei citati:
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DOMANDA N°
16) Lei conosce qualche esempio nella storia dell'ingegneria civile in
cui un edificio in acciaio, di qualunque altezza forma o sezione, si
sia completamente distrutto crollando su se stesso,
indipendentemente dalle cause di quel crollo?
Danilo Coppe: Personalmente no.
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Replica: Nessun commento.
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DOMANDA N°
17) In caso di risposta negativa all'ultima domanda, quante stima
possano essere le probabilità che questo sia accaduto per tre
volte nella stessa giornata e nello stesso luogo, a tre diversi edifici
che hanno subito traumi meccanici/termici completamente diversi l'uno
dall'altro?
Danilo
Coppe: In definitiva 2 edifici hanno subito la stessa tipologia di
trauma. Il terzo era relativamente molto vicino. Tanto da poter
presumibilmente subire danni rilevanti. In ogni caso con i pesi ed i
cinematismi in atto la completa distruzione è possibile.
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Replica: La tipologia del
trauma e la sua dinamica sono due cose ben diverse, e dovrebbe essere dalla seconda che dipende la modalità del
conseguente crollo, non dalla prima. Come già detto
inoltre, il WTC7 non risulta aver subito nessun danno rilevante.
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DOMANDA N° 18) Quando si progetta una demolizione, si presume che uno degli
aspetti a cui si dedica maggiore attenzione sia quello di evitare di
colpire gli altri edifici che si trovino entro il raggio di caduta.
Quante stima che siano, approssimativamente, le probabilità per
un edificio alto 400 metri di crollare, da solo, interamente sulla
propria pianta, o comunque di non andare a colpire in maniera
sostanziale nessun edificio circostante, pur avendone alcuni di molto
vicini? (Il blocco superiore della Torre Sud ha iniziato a ruotare
compatto verso l'esterno, crollando, ma fortunatamente deve essersi
autodistrutto lungo il percorso, visto che a terra non
è arrivato nulla di sostanziale).
Danilo
Coppe: I manufatti pesanti tendono sempre a cadere lungo la propria
verticale. Quindi nessuna meraviglia su questo. Il fatto che i
fabbricati vicini non abbiano subito danni rilevanti non è
esatto almeno a giudicare da certe immagini trasmesse. Il WTC7 potrebbe
esserne la prova.
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Replica: Le leggi di
gravità non sono mai state in discussione. Il problema sta nel
fatto che la parte superiore di un edificio che crolla normalmente
tende a cadere verso il lato dove è avvenuto il cedimento - e
qui stiamo parlando degli edifici più alti del mondo - mentre
per cadere in perfetta verticale bisogna che si verifichi il cedimento
CONTEMPORANEO di TUTTE le colonne portanti. Non solo questa è
una coincidenza davvero improbabile, ma se per caso si verificasse
davvero, il troncone superiore dovrebbe "sedersi" su se stesso, dopo
aver distrutto al massimo qualche piano, ma non certo tutta la
struttura restante.
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DOMANDA N° 19) In particolare, tenendo presente che il WTC7 non aveva una
struttura "tubolare" come le Torri Gemelle (e che quindi, almeno in
questo caso, si possa escludere categoricamente il cosiddetto "effetto
pancake", da alcuni ipotizzato per giustificare la completa
autodistruzione delle Torri Gemelle), secondo lei quante sono,
approssimativamente, le probabilità che questo crollo avvenga
perfettamente "in pianta", senza che nessun edificio circostante ne
resti colpito in maniera sostanziale?
Danilo
Coppe: In realtà da quel poco che ho visto sul WTC7 (che ripeto, mi
consente troppo pochi elementi di valutazione) ha subito quella che in
gergo si chiama pseudoimplosione o ribaltamento forzato su un lato. La
percezione finale è simile, ma in questo caso entrano in gioco le
uscite di baricentro delle singole orditure verticali.
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Replica: Come specificato
nella domanda stessa, l'edificio non è caduto "su un lato", ma
perfettamente in pianta. Non risulta inoltre - come già detto
in precedenza - che fosse stata danneggiata in modo sostanziale nessuna
orditura, e di certo non per tutta la lunghezza di un lato qualunque
dell'edificio.
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DOMANDA N° 20) In particolare esiste una ripresa del crollo del WTC7 che mostra
chiaramente come su di un lato, agli ultimi piani, si verifichi una
serie di "sbuffi" verso l'esterno nel momento stesso in cui inizia il
crollo. Secondo lei è possibile spiegare questo fenomeno al di
fuori di una demolizione controllata?
(Questa immagine dovrebbe essere animata. Nel caso, abilitare "animazione gif" nei settaggi del browser).
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Danilo Coppe: Non ho elementi sufficienti per valutare questi fenomeni.
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Replica: Questo il commento di un collega di Coppe, l'olandese Danny Jovenko, ripreso mentre gli
viene mostrato per la prima volta il crollo del WTC7.
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DOMANDA aggiuntiva: Se qualcuno volesse finanziare una sua perizia, completa e
approfondita, sui crolli delle Torri Gemelle, a) ritiene che vi siano
sufficienti riscontri video/fotografici e testimoniali per procedere, e
b) nel caso, sarebbe disponibile a prestare la sua opera in quel senso?
Danilo
Coppe: Non chiederei di meglio, visto che adoro le sfide difficili.
Certamente una perizia del genere richiederebbe qualcosa di più
della sola valutazione delle immagini. Bisognerebbe analizzare
testimonianze attendibili, sismogrammi, sezioni geologiche, ecc.
Comunque una perizia super partes sarebbe possibile e auspicabile.
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Copyright - Massimo Mazzucco / Macroedizioni (Questa intervista è liberamente riproducibile in rete, a condizione
che venga riportata per intero, completa di immagini, e con citazione
della fonte e dell'autore. E' esclusa invece
ogni riproduzione su carta stampata o con altri mezzi di diffusione,
senza il previo consenso dell'autore). Ha contribuito Michele Cestari.
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