"Let's Roll"
La leggenda delle telefonate dal cielo
Per quanto ci sia stato raccontato - persino in un film - che i
passeggeri di UA93 avrebbero ripetutamente telefonatoi parenti prima di
morire, chiamare con un cellulare da un aereo passeggeri che volasse in quota, nel 2001,
era semplicemente impossibile.
Solo nel 2004 sono iniziati i primi
esperimenti in quel senso, ma resta ancora un grave problema da
superare, che non è dato tanto dall'altezza dell'aereo, quanto
dalla sua velocità.
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Anche supponendo che un telefonino arrivi ad avere la potenza sufficiente per
trasmettere da 8.000 metri di quota, rimane il problema della distribuzione sul territorio delle antenne
riceventi.
La copertura telefonica in America
A differenza dell'Europa, che usa un sistema di ricezione molto
più
omogeneo, nelle grandi città americane le varie compagnie
telefoniche, che sono in perenne concorrenza fra di loro, si sono
dotate di reti
complete e indipendenti di antenne, ciascuna in grado di coprire
l'intero perimetro cittadino.
Ma quando si passa alle grandi zone rurali le stesse compagnie non
possono più permettersi di seguire i loro clienti ovunque vadano
nel mondo. Vi sono addirittura molte zone rurali in cui c'è solo
un'antenna ricevente in grado di captare un segnale emesso da un
qualunque cellulare, a qualunque compagnia esso appartenga. L'America
rurale è "grande"
davvero, non soltanto a parole, e solo chi l'abbia attraversata in
automobile sa cosa significhi la parola "interminabile".
Il "roaming"
Ecco allora che scatta, per i clienti in viaggio, il servizio del
"roaming" (letteralmente,
"scorrazzare"). Invece di trasmettere sulla frequenza abituale, il loro
cellulare passa ad una frequenza universale, che è la stessa per
tutti, e che a sua volta è ricevibile da qualunque antenna sul
territorio nazionale. Durante la chiamata, il cellulare trasmette anche
un codice particolare che identifica la compagnia a cui appartiene, in
modo da farsi addebitare correttamente il costo della chiamata.
In questo modo le compagnie più grosse riescono bene o male a
"coprire" l'intero territorio nazionale, senza doversi sobbarcare i
costi di una rete indipendente per ciascuna.
Questa è una mappa (2004) che mostra la copertura offerta dalla Verizon, una
delle maggiori compagnie telefoniche sul mercato, per tutto il
territorio nazionale.
Quelli
in bianco sono definiti "roaming markets", cioè le zone in cui è
disponibile il roaming per poter chiamare con il proprio cellulare
anche se lontani da casa. Sembrerebbe, a prima vista, una buona
copertura.
Ma ecco (a
dx) come appare più da vicino la mappa della zona sopra
cerchiata in rosso, fra California e Nevada: la copertura in
realtà è "a macchie", ed è molto discontinua.
Questo significa che debbono esserci altre compagnie, che non sono
indicate sulla mappa della Verizon, ad occuparsi di coprire le zone
bianche.
Sotto vedete ancora due mappe di copertura del territorio americano di due diverse società, la TMobile e la Voicestream.
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Nonostante la complessità, il sistema funziona abbastanza bene, almeno finchè si è
a terra e non ci si sposta più di tanto.
La procedura di decodifica
Ma per chiamare da un aereo
in volo (sempre supponendo che il segnale arrivi fino a terra), si pone
un problema quasi insormontabile: vista la procedura di decodifica
necessaria per identificare ciascun cellulare in "roaming" e
"assegnarlo" alla sua compagnia originale, dal momento in cui si preme
"chiama" a quello in cui effettivamente si può parlare passano
circa trenta scecondi. Niente di grave, non fosse per il fatto che si
sta viaggiando a 900 KM
all'ora, e in 30 secondi si fa in tempo a uscire
dall'ombrello di una antenna ricevente per entrare in quello della
successiva. La quale però appartiene quasi sempre a una
compagnia diversa, per cui non è in grado di
rilevare direttamente la telefonata, ma deve dare inizio a una nuova
procedura di decodifica. Questo significa che l'utente dovrà
attendere un altro mezzo minuto circa, mentre l'aereo continua a
viaggiare a 900 Km/h....
Insomma, per riuscire a conversare per qualche minuto di seguito,
da un qualunque cellulare in volo a 8000 metri, bisognerebbe chiedere
al capitano di mettersi gentilmente a girare in tondo su una qualunque
delle antenne riceventi, senza mai uscire dal suo ombrello di ricezione.
Ma come è possibile
negare che queste telefonate siano avvenute, quando gli stessi
familiari delle vittime ce le hanno raccontate?
Secondo la stessa versione ufficiale, nessuno dei passeggeri avrebbe
mai parlato direttamente con i propri familiari, ma lo ha fatto sempre
e soltanto attraverso i centralinisti dell'FBI, oppure quelli del
numero di pubblica emergenza (911, che equivale al nostro 113).
Questo fatto, poco noto, è stato confermato anche nell'
intervista che Larry King (CNN) fece alla vedova di Todd Beamer (l'uomo
di "Let's roll"): fu allora che venimmo a sapere che la famosa frase a
lui attribuita (che significa "diamoci sotto", o "muoviamoci") non fu
mai udita direttamente dalla moglie, ma riferita alla stessa, insieme
al resto della conversazione, dalla centralinista della pubblica
emergenza che Beamer aveva chiamato per comunicare il dirottamento in
corso.
Avremmo quindi anche una potente forzatura logica, nella
quale una persona che sa di stare per morire sceglie di chiamare la
polizia per informarla del dirottamento in corso, e chiede nel
frattempo di far sapere alla moglie che la amava infinitamente, invece
di chiamare subito la moglie, dirle che la ama di persona, e chiedere
casomai a lei di informare la polizia del dirottamento in corso. Quando
fra l'altro nulla faceva sospettare ai passeggeri che a terra non si
sapesse già del medesimo.
Da dove viene, quindi, l'urgenza dei passeggeri di chiamare a terra?
Beh, se è vero che la versione ufficiale è un' invenzione
- chiamare a terra "serve" per far sapere ai passeggeri che le Torri
Gemelle e il Pentagono sono stati colpiti da altri aerei dirottati:
altrimenti questi non si sognerebbero mai di "abbattere"
volontariamente l'aereo su cui stanno viaggiando, nel gesto di supremo
eroismo che ci hanno voluto raccontare.
Barbara Olson
Un
altro caso particolarmente noto, rispetto alle "chiamate coi
cellulari", è quello della giornalista Barbara Olson, moglie del
Procuratore Generale degli Stati Uniti, Theodore Olson, che avrebbe
viaggiato sul volo schiantatosi contro il Pentagono.
Theodore Olson è anche l'uomo che vinse per conto di Bush la
causa che in Corte Suprema assegnò al suo "cliente" la vittoria
nella controversa elezione presidenziale della Florida, nell'anno 2000,
ed è l'uomo che ha ufficialmente dichiarato che "i più
alti personaggi di un governo come quello americano sono pienamente
legittimati a mentire pubblicamente, ogni volta che lo ritenessero
utile per gli interessi della nazione".
Lo stesso Olson, curiosamente, si è contraddetto più di
una volta, nelle varie interviste televisive in cui ha raccontato la
telefonata della moglie a bordo del volo dirottato.
Secondo Olson, la telefonata si sarebbe svolta tramite lo
sky-phone, cioè il "normale" telefono alloggiato nello schienale
del sedile antistante, e non con il cellulare. Ma, in una prima
versione, la moglie, che evidentemente non trovava la sua carta di
credito, avrebbe telefonato "collect" (cioè con carico al
destinatario) direttamente al centralino del Dipartimento di Giustizia,
chiedendo di parlare col marito. Mentre nelle versioni successive la
moglie avrebbe chiesto gentilmente al proprio vicino di posto di
prestargli una carta di credito, per chiamarlo direttamente,
poichè non riusciva a trovare la propria.
E' probabile quindi che fra le due versioni Olson si sia ricordato che
è fisicamente impossibile estrarre dal suo alloggiamento la
cornetta dello sky-phone, a meno di far scorrere appunto nell'apposita
fessura una valida carta di credito.
In ogni caso, notiamo come Olson abbia accuratamente evitato di
confermare che la moglie abbia usato un telefono cellulare,
probabilmente ben cosciente che la cosa sarebbe stata impossibile, come
abbiamo appena visto.
"Ciao mamma, sono Scott Bingham"
Sempre a proposito di queste presunte telefonate con i cellulari, vale
la pena di ricordare un terzo caso particolarmente curioso: quello di
un passeggero del volo UA93 che avrebbe chiamato la madre dicendole
letteralmente: "Hi Mom, this is Scott. Scott Bingham." Ovvero, mutatis
mutandis: "Ciao mamma, sono Giorgio. Giorgio Rossi". Con quanti mariti
diversi può quella donna aver fatto dei figli, chiamandoli poi
tutti "Scott", da rendere necessario il cognome per non essere confuso
con un altro?
Un sistema paralizzato
Vi è anche un motivo più generico che rende molto
difficile credere alla storia delle telefonate dal cielo: queste
infatti sarebbero avvenute in buona parte fra le 9.20 e le 10 circa del
mattino, cioè in un momento in cui tutta l'America era
letteralmente attaccata al telefono, di qualunque tipo fosse. Tutti
cercavano tutti, tutti volevano sapere qualcosa da tutti. La
congestione del traffico telefonico aveva già superato la soglia
di sicurezza alle 9.04, dopo l'impatto nella Torre Sud, quando tutta
l'America si è accorta, contemporaneamente, che il primo non era
stato affatto un incidente, e che c'era in corso un'attacco concertato.
Da quel momento in poi le linee sono rimaste perennemente intasate, per
buona parte della giornata.
Trovare quindi delle linee libere alle 10 del mattino, da 8000 m. di
altezza, volando a 900 Km./h. e con il sisterma a terra già
intasato di suo, appare davvero molto improbabile, che di cellulari o di
sky-phones si trattasse. (Gli sky-phones funzionano molto bene,
poichè utilizzano una loro frequenza trasmessa da un'antenna che
sta in coda aell'aereo, ma una volta giunta a terra la chiamata
incontra gli stessi problemi di traffico di chiunque altro).
Come dicevamo all'inizio, infine, solo nel 2004 le compagnie americane
hanno iniziato a sperimentare i primi sistemi per chiamate coi
cellulari dagli aerei in volo, e questo dovrebbe confermare come nel
2001 questo tipo di operazione non fosse assolutamente possibile.
Naturalmente Hollywood non si è minimamente preoccupata di
verificare questi aspetti tecnici della vicenda, ed ha anzi accolto a
braccia aperte la leggenda degli eroici passeggeri, trasformandola in
un film di relativo successo - Flight 93 - che ha finito per stendere
un ulteriore velo di bugia sulla vera sorte di quel volo.
Sentiamo cosa ne pensa invece Vernon Grose, noto scrittore ed
ex-dirigente del NTSB, il National Transportation Safety Board, che si
occupa normalmente di tutti gli incidenti aerei che avvengono sul
territorio americano.
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