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Il doppio problema del Pentagono
Introduzione al capitolo
La
debolezza della versione ufficiale, nel caso del Pentagono, si presenta
su due fronti opposti e complementari: l'aereo, e il pilota.
L'aereo
Esiste
una esauriente
documentazione fotografica in cui si vedono 1) un foro d'entrata troppo
piccolo per un Boeing, 2) l'assoluta mancanza di rottami di una certa
dimensione, 3) una facciata praticamente intatta, e da cui si deduce 4)
l'estrema difficoltà di mettere in pratica certe manovre con
certe traiettorie,
ecc.
Due teorie opposte
Di fronte a questa sconcertante assenza di rottami, i
sostenitori della versione ufficiale si sono divisi su due fronti
opposti: quelli che sostengono che il Boieng, a causa dell'alta
velocità a cui viaggiava, e della particolare robustezza della
parete, si sia praticamemte disintegrato all'impatto ("tesi della disintegrazione"), e chi invece
sostiene che sia stato praticamente ingoiato per intero dall'edificio ("tesi della penetrazione").
Tertium, ovviamente, non datur.
Come
vedremo in seguito, non solo le due versioni faticano parecchio a stare
in piedi per conto loro, ma a causa del cosiddetto "segreto del
Pentagono" finiranno per elidersi l'una con l'altra.
Il pilota
A tutto questo aggiungiamo un dilettante dell'aria, Hani Hanjour, che non aveva mai
guidato un jet nella sua vita, e che non riusciva nemmeno, a detta dei
suoi istruttori, a volare da solo con un piccolo monomotore da turismo. Come
possa quindi aver fatto fare al Boeing delle manovre degne di una
pattuglia acrobatica resta un mistero tutto da chiarire.
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