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Il nuovo documentario
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La versione ufficiale
Sintesi capitolo
Una banda di straccioni, che fa di tutto per dare nell'occhio e
seminare prove del loro passaggio tanto improbabili quanto grossolane.
Foto di passaporto che si salvano dalla stesse fiamme che ridurranno in polvere le Torri Gemelle.
Assurdi pacchi che viaggiano con inutili manuali di volo, ma con utilissimi indirizzi sbagliati.
Documenti che si salvano dallo schianto di un aereo che si disintegra, ma non riportano nemmeno una bruciatura.
Il folle viaggio di Attà a Portland, che mette a rischio la
sua stessa partecipazione agli attentati, e la "benedizione"
della valigia piena di informazioni utili, che perde
così la coincidenza. Chi a questo mondo mette mai il
suo passaporto in valigia?
Non ci è mai stata mostrata una sola immagine agli imbarchi dei
voli dirottati, da cui poter riconoscere con chiarezza i 19 terroristi,
mentre devono esserci per forza tutte.
L'unica che ci hanno mostrato è proprio quella di Atta che parte
da Portland, ma del suo imbarco a Boston per il volo dirottato non
c'è traccia. Mentre il padre - forse inavvertitamente - tre
giorni dopo fa sapere al mondo che suo figlio è vivo e
vegeto.
Diversi dirottatori addestrati presso scuole di volo militari americane.
Il festival degli alias e dei nomi intercambiabili. Lo
stesso Mueller, direttore dell'FBI, riconosce disinvoltamente di
non avere nessuna certezza sulle identità dei 19.
Gli fa da contrasto la preveggenza di George Tenet, direttore
della CIA, capace invece di leggere il futuro con un intero anno di
anticipo.
Nonostante le promesse iniziali di Powell e Tony Blair, che cercavano
un rapido "consenso" della comunità internazionale per
aggredire l'Afghanistan, nè Stati Uniti nè Gran
Bretagna hanno mai fornito al mondo una sola prova che la
responsabilità degli attentati ricadesse effettivamente su bin
Laden o su Al-Queda, nè che fosse in
qualunque modo di matrice islamica. Due intere guerre sono state
fatte "sulla fiducia".
Al-Queda, una strana organizzazione "tentacolare" di cui nessuno aveva
mai sentito parlare, con un passato che sembra costruito in
laboratorio.
Bin Laden stesso non ha mai rivendicato gli attentati, e il 12
settembre 2001 si è addiritura premurato di far sapere che
lui non c'entrava nulla.
Molteplici casi di agenti onesti che avevano scoperto
i "terroristi" nella fase preparatoria, ai quali i superiori
hanno chiaramente impedito di proseguire nelle indagini.
Un deputato repubblicano scopre e denuncia un caso in cui il
Pentagono ha apertamente bloccato informazioni utili destinate all'FBI.
Finchè le autorità americane non offriranno spiegazioni
adeguate per
questi fatti sconcertanti, rimarrà del tutto legittimo
sospettare in loro un coinvolgimento, almeno parziale, negli attentati, con tutto quello che ne consegue. |
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