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LA PROVA DEL NOVE
Al di là della spiegazione un pò infantile, per cui a monte di queste
confuse identità ci sarebbero solo degli alias impronunciabili,
rimangono dei fatti incontestabili che dimostrano invece come almeno
una parte di personaggi di alto livello nell'amministrazione americana
fossero perfettamente al corrente degli attentati in programma, e
abbiano fatto di tutto per impedire che venissero scoperti o fermati. |
I "buoni" e i "cattivi"
Nessuno pensa infatti che "tutta" l'FBI sia fatta di "cattivi", ma che
anzi sia proprio la maggioranza dei "buoni" al suo interno ad aver
messo più volte i bastoni fra le ruote al progetto criminale che si
andava sviluppando, senza naturalmente sospettare che dei complici potessero stare lavorando nell'ufficio accanto al loro.
Questo è stato sicuramente il caso di due
agenti FBI, di Minneapolis e di Phoenix, giustamente passati alle
cronache per il loro coraggio e la loro dimostrazione di
integrità.
Il caso Minneapolis
Nell’ Agosto 2001 Zacharias
Massaoui (il cosiddetto “ventesimo
dirottatore", poi condannato all'ergastolo nel 2006), si rivolge ad una scuola di volo nei dintorni di Minneapolis,
chiedendo di “impararare a maneggiare un aereo di linea, ma
non necessariamemnte a decollare o atterrare”. Giustamente insospettito
dalla richiesta, il responsabile della scuola avvisa l’FBI.
L'agente di Minneapolis, Coleen Rowley, capisce
subito di aver a che fare con dei potenziali attentati, ma un suo
superiore interviene e blocca senza motivo apparente ogni suo tentativo
di proseguire nell'
indagine.
Un anno dopo gli attentati la Rowley, che aveva visto nel frattempo il
suo superiore promosso ad una posizione ancora più prestigiosa,
ha deciso di uscire allo scoperto, e ha denuciato il fatto mettendosi
sotto la protezione del "Whistleblower Act", la legge americana che
protegge dalle rappresaglie i dipendenti governativi che decidano di
denunciare un loro superiore.
L'imbarazzo di Mueller fu notevole, e il capo dell'FBI in
quell'occasione fu costretto a dichiarare di non aver "mai saputo nulla
di questo Massaoui", andando a contraddire in pieno l'affermazione di
Tenet, di cui abbiamo parlato in precedenza, che risaliva al giorno
stesso degli attentati.
Nel frattempo la Rowley era finita sulla copertina di TIME Magazine (al
centro) come "personaggio dell'anno", insieme alle altre due "whistleblowers" di quell'anno di scandali:
Cynthia Cooper, che aveva denunciato il falso in bilancio della World.com,
e Sharon Watkins, che aveva fatto lo stesso per la Enron di Kennet Lay. (Notevole il
fatto che in un mondo tutto maschile, fra FBI e grandi corporations, siano state
tre donne a trovare il coraggio di denunciare il marcio che avevano scoperto).
Il caso Phoenix
Anche l'agente Robert Wright, dell'FBI di Phoenix, in Arizona,
aveva sentito puzza di bruciato a causa di certi "personaggi
mediorientali" che cercavano a tutti costi di farsi notare in una
locale scuola di volo. E anche Wright era stato fermato da un suo
superiore, che gli impedì senza motivo apparente di investigare ulteriormente sullo
strano gruppo di apprendisti piloti.
L'agente Wright avrebbe poi denunciato il fatto in una conferenza
stampa nella quale è scoppiato a piangere, scusandosi con i
parenti delle vittime per non aver saputo fare di meglio per proteggere
la loro vita.
I "buoni" esistono eccome, sia nell'FBI che nella CIA, e sono
sicuramente in maggioranza, anche se di certo non hanno il potere di
quei pochi che sono i primi ad ingannarli. E' proprio per questo motivo
che bisogna trovare il modo di liberarsi delle mele marce, senza dover
necessariamnente gettare tutto il cesto. |
IL CASO ABLE DANGER
Anche il Pentagono non è immune da sospetti di complicità
ad alto
livello. E anche in questo caso era stata la bravura di una sua squadra
di analisti (ovviamente all'oscuro di tutto), che aveva permesso,
nell'operazione denominata "Able Danger", di individuare la cellula di
Atta a New York già molto prima che gli attentati avessero
luogo. A
quel punto sarebbe intervenuto il vertice del Pentagono, da pochi mesi
in mano a Donald Rumsfeld, ordinando di non passare assolutamente
nessuna informazione di quel tipo all'FBI.
Il Tenente colonnello Anthony Shaffer, che si
era ribellato a questo divieto insensato, era stato inspiegabilmente
licenziato e degradato, provocando la reazione scandalizzata del
senatore repubblicano Kurt Weldon, che si può
vedere nello spezzone che segue.
Finchè FBI e Pentagono non offriranno spiegazioni
adeguate per
questi fatti, rimarrà del tutto legittimo
sospettare in un coinvolgimento negli attentati dei personaggi ai più alti livelli gerarchici, e
quindi richiedere che costoro vengano chiamati davanti alla giustizia a rendere pubblicamente conto del loro operato. |
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