II PARTE: GIORNATA LUNARE, LUNGHEZZA DELLE OMBRE,
ESCURSIONE TERMICA
Qualche nozione
generale, che
verrà utile nell'esaminare da vicino le fotografie.
La
giornata lunare
Una cosa fondamentale da
tenere sempre presente, è che sulla
Luna non ci sono le "giornate" come da noi, dove nell'arco di 12 ore
ore si passa dal giorno alla notte piena, e poi di nuovo al giorno in
altre 12 ore. Un intero giorno lunare, cioè il tempo che passa
fra un'alba e l'altra sul nostro satellite, sulla Luna dura circa un
mese (un giro
intero intorno alla Terra). Quindi,
se sulla Luna il sole sorge ad un qualunque punto dell'orizzonte, dopo
24 ore si
sarà mosso, lungo il suo arco di rotazione, di soli 12°
circa (12° x 30 giorni fa 360°, cioè un giro completo).
Si è quindi in una specie di "tempo sospeso", dal momento
dell'arrivo a quello della partenza, in cui la luce rimane praticamente
immutata.
Vediamo ora il giornale di
bordo di Apollo 11. Il LM (modulo lunare),
chiamato Eagle, è allunato,
secondo i dati ufficiali della NASA, alle ore 102:45:48. (Nella
cronologia
delle missioni la NASA usa il conteggio delle ore, dal
momento della partenza dalla Terra, e non i giorni, proprio per il
motivo visto sopra).
Ecco l'estratto dell'Apollo Lunar Journal che riporta il momento in cui
Armstrong ha comunicato che l'allunaggio era avvenuto. (Cliccare
sull'immagine per la pagina originale, sul sito
NASA).
Veniamo ora alla storica
sortita sul suolo lunare dei primi due
astronauti,
avvenuta
circa 7 ore dopo. L'Apollo Lunar Journal indica l'uscita di Armstrong
sul portello esterno alle 109:19:16.
Quindi, una volta arrivati,
gli astronauti hanno trascorso circa
sette ore all'interno del
LM, per poi scendere a calpestare il suolo lunare. Qui hanno svolto
varie attività, fra cui la storica posa della bandiera,
le foto-ricordo, le riprese video dei primi passi a gravità
ridotta, le immagini dell'impronta umana sulla luna, ed infine una
serie di esperimenti
scientifici (ALSEP).
Sono quindi rientrati nel LM,
ed alle 111:39:13 Alrdrin ha comunicato a
Houston che il portello era stato richiuso e sigillato.
Sono quindi passate, dal
momento dell'uscita, due ore abbondanti, e
dopo altre due ore circa il Lem è ripartito alla volta della
Terra. Questo porta quindi il totale di permanenza sulla Luna di Apollo
11 a circa 12 ore
complessive, durante le quali il sole non dovrebbe aver cambiato
posizione, sull'orizzonte, di più di 5-6° al massimo.
Praticamente fermo.
Lunghezza
delle ombre
Più in generale, i sei
viaggi sono stati effettuati - ci dice
sempre la NASA - in modo da far allunare il Lem, ogni volta, vicino
alla "linea d'ombra" fra giorno e notte lunari, cioè con il sole
appena sopra l'orizzonte. Questo spiega perchè, nella stragrande
maggioranza delle foto, le ombre degli astronauti risultino
particolarmente lunghe, proprio come quelle che si registrano sulla
Terra col sole basso sull'orizzonte, subito dopo l'alba o subito prima
del tramonto.
Teniamo presente questi
elementi generali, perchè ci serviranno
più avanti da supporto, nel corso dell'analisi delle fotografie.
TEMPERATURE
E RADIAZIONI COSMICHE
Per ignoranza, o per
abitudine, noi siamo abituati a considerare lo
spazio cosmico come un "vuoto" assoluto. In realtà questo spazio
è attraversato costantemente da poderose radiazioni solari,
milioni di volte più forti di quelle che noi rivceviamo,
filtrate
dall'atmosfera, sulla Terra. Basti pensare alla differenza che si
registra sulla nostra pelle se passiamo un'ora al sole nel tardo
pomeriggio (quando i raggi solari ci arrivano in diagonale, e sono
quindi maggiormennte filtrati dall'atmostera), e un'ora passata al sole
a mezzogiorno (quando invece i raggi ci colpiscono in perpendicolare,
ed attraversano uno strato più sottile di atmosfera).
Questo
signore deve aver protratto un pò troppo a lungo la sua
permanenza al sole, in alta montagna. E' bastato lo scarto di
densità atmosferica che c'è con i livello del mare, per
ridurlo in quelle condizioni.
Pensiamo ora di togliere del tutto il filtro atmosferico, e di passare
un paio
d'ore con il volto esposto ai raggi solari, protetti soltanto dallo
schermo del casco. Per quanto filtrante possa essere il suo materiale
trasparente, non è certo pensabile di poter passare più
di un paio di secondi alla diretta luce del sole, senza friggere come
cotechini. Al di là della radiazioni cosmiche,
infatti, la superficie lunare raggiunge al sole delle temperature medie
fra i cento e i duecento gradi centigradi, mentre all'ombra le
temperature si abbattono drasticamente sotto i meno-cento gradi
centigradi.
Come
fa
quindi questo astronauta a prendersi direttamente in faccia
quei poderosi raggi solari, infischiandosene altamente? La NASA ci
racconta
che all'interno le tute sarebbero "refrigerate", ma la pelle è
la pelle, e i raggi solari li riceve direttamente in faccia. Gli
astronauti inoltre passano continuamente dalla luce all'ombra, subendo
ogni volta uno scarto di irradiazione termica di quasi duecento gradi.
Duecento, non venti. Se le tute fossero davvero
"refrigerate", non appena gli astonauti passano all'ombra dovrebbero
congelare come merluzzi del supermercato.
(Ad oggi inoltre non si
conosce nessuna tecnologia in grado di
raffreddare l'interno di una tuta, chiusa ermeticamente, senza un
qualunque compressore/decompressore che si preoccupi di trasformare e
disperdere il calore. Bisognerebbe infine spiegare come sia possiblie
disperdere calore direttamente nel vuoto atmosferico.)
Ecco infatti una tabella, che mostra con chiarezza l'escursione termica
a cui sarebbero soggetti degli astronauti sulla superficie lunare.
Escursione
termica
Sulla Luna,
non essendici atmosfera (che la avviluppa e "trattiene" il calore), gli
oggetti si scaldano solo per irradiazione (o riflessione), ma non per
diffusione.
Questo fa sì che lo
scarto di temperatura fra luce e ombra sulla
Luna sia molto più forte che non sulla Terra. Nel diagramma si
vede la differenza fra l'escursione termica media ("mean") sulla Terra
(in
celeste), al Polo Sud (bianco), sulla Luna (in grigio), e su Marte
(rosso). Come vedete, sulla Terra si può andare da circa 60°
centigradi a meno 90°, mentre sulla Luna si possono raggiungere i
100° al sole, con una brutale caduta, all'ombra, di 140° sotto
zero.
Se pensiamo a cosa si prova
d'estate, usendo dall'acqua bagnati, nel
passare dal sole all'ombra (dove lo scarto sarà al massimo di
10-15° centigradi), diventa difficile immaginare come abbiano
potuto gli astronauti passare continuamente dal sole all'ombra, sulla
Luna, senza accusare nessun problema.
LE
MAGICHE HASSELBLAD
Un'altro problema, creato dal
forte scarto termico, è quello
delle condizioni fisiche della pellicola, che a quanto ci è
detto
era un' emulsione particolarmente sottile (per ottenere più
scatti) del famoso Ektachrome 64/160. (L'unica alternativa valida, in
quegli anni, era il Kodachrome 25, di definizione molto maggiore, ma probabilmente troppo lento per fotografare senza
cavalletto).
Ora, a molti di voi
sarà capitato di dimenticare la macchina fotografica sul
cruscotto della macchina, al sole d'estate, con risultati sulla
pellicola molto simili agli effetti speciali dei filmacci horror
televisivi. Per quanto sulla Luna, come già detto, non vi sia
diffusione del calore, le parti, all'interno della macchina, si toccano
tutte, ed è quindi impensabile che l'involucro esterno raggiunga
anche solo i cento gradi, ma la pellicola rimanga sotto i 30 gradi
necessari per non iniziare a decomporsi.
Ma veniamo ora ai
problemi veri e propri che si
riscontrano nella fotografie scattate sulla Luna.
(più sotto i link per
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