Parlando di individualismo, oggi, non si può non menzionare anche un altro concetto caro ai libertari: la proprietà di sé stessi. E' da questo principio apodittico che si generano a cascata gli altri diritti di proprietà, assioma enunciato dapprima da Locke nel Secondo Trattato sul Governo Civile: "Ogni persona è proprietaria di sé stessa." Da qui elaborò il concetto di homesteading, attraverso il quale gli individui acquisivano il diritto di possedere oggetti fisici. Il libero arbitrio ricopre un ruolo fondamentale nella filosofia libertaria ed è un punto fermo da cui ripartire per arrivare ad un'epistemologia chiara del mondo. Siamo, quindi, davvero proprietari di noi stessi? E' davvero auto-evidente tale concetto? Nonostante al giorno d'oggi possa essere "difficile" crederlo (dati i tempi che corrono), l'assioma enunciato da Locke è tuttora valido. Non c'è bisogno di presentare una "difesa" della schiavitù volontaria per dimostrare la veridicità della proprietà di sé stessi, basta invece rivolgersi a tre esempi della nostra esistenza che ci ricordano come la persona sia la fonte ultima delle sue volontà: la donazione degli organi, il suicidio ed il matrimonio (ebbene sì, proprio il matrimonio). Scevri da giudizi etici e morali, questi esempi rappresentano la concezione umana e la relativa comprensione del possesso di sé. Si è poi liberi di credere alle illusioni, ma questo è un altro discorso.
_________________ Io non parlo come scrivo, io non scrivo come penso, io non penso come dovrei pensare, e così ogni cosa procede nella più profonda oscurità. Kepler
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