[...]a meno che non ci sia una decisa azione pubblica, che ad esempio conceda finanziamenti agevolati, esenzioni d'imposta controbilanciate da tassazioni progressive, ossia più è grande un'azienda, più paga. invece, oggi è esattamente il contrario, sia per la tassazione in sè, sia per le economie di scala.
Ma tu pensa... E neanche uno di questi problemi si risolve uscendo dall'euro.
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[...]quindi, in realtà bisognerebbe aumentarla la spesa pubblica, non diminuirla, gli appalti per la manutenzione delle strade dovrebbero costare di più, non di meno, ma dovresti rifare i lavori molto più raramente, se il materiale è buono e messo a regola d'arte, con operai specializzati e non rumeni inesperti raccattati alle fermate dell'autobus...
E di nuovo non si nota la presenza dell'euro.
Onestamente mi cadono le braccia. Forse c'è confusione terminologica, non lo so.
Entrambi i discorsi che citi prevedono che la soluzione alla crisi possa giungere da investimenti pubblici ("decisa azione pubblica" - "aumentare la spesa pubblica"), cioè da interventi sul deficit, mentre gli attuali paletti dell'Eurozona, ribaditi letteralmente a cadenza giornaliera dai vari Olli Rehn & C., ci impediscono di sforare alcuni parametri di deficit (3% deficit/PIL) e ci impongono manovre di riduzione del debito (Fiscal compact), parametri che ormai anche diversi economisti "ortodossi" ammettono essere demenziali o, nella migliore delle ipotesi, svincolati da logiche economiche.
Ripeto anche a te: se non vuoi chiamarla "questione Euro-Lira" perchè la cosa non piace (boh), chiamala "questione Sovranità Monetaria". Cambia ben poco, perchè finchè ci teniamo una moneta straniera (euro) la sovranità monetaria ce la scordiamo, e siccome con l'euro ci impongono anche politiche economiche pro-cicliche (tradotto: se sei in recessione devi tagliare ulteriormente), allora assieme alla sovranità monetaria ci scordiamo anche interventi sulla spesa pubblica.
Se si esce dall'euro e si riacquista sovranità monetaria, ci si riappropria della possibilità di fare investimenti pubblici a deficit per sostenere la domanda, senza dover rispettare parametri imposti dall'esterno nonchè assurdi. Se si rimane nell'euro, questa possibilità non c'è.
A meno che BCE, FMI, Commissione Europea e gruppi di potere tedeschi non cambino radicalmente idea sulle gestione della politica monetaria, economica, e fiscale all'interno dell'eurozona, facendo diventare la BCE prestatore di ultima istanza e prevedendo trasferimenti fiscali fra uno Stato e l'altro dell'Eurozona, cioè facendo sì che le dinamiche Centro-Periferia dell'Eurozona diventino come quelle Nord-Mezzogiorno in Italia. Il che, tra l'altro, risolverebbe solo una parte dei problemi perchè non inciderebbe a livello di squilibrio delle bilance commerciali e dei livelli di competitività, e ne aggraverebbe altri perchè renderebbe strutturali i problemi di cui sopra.
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