Re: Il Terzo Segreto di Fatima riguarda l'Apostasia finale e l'Apocalisse
#1
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 24/8/2007
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Copyright vaticano
La notizia non ha avuto il rilievo (e la discussione) che merita. Il Vaticano ha deciso che d’ora in poi tutti i testi di Benedetto XVI dovranno sottostare alle regole del “diritto d’autore”, cioè del copyright. A gestire questa delicata materia sarà la Libreria editrice vaticana, che dovrà controllare l’utilizzo dei testi di Sua Santità nel corso del suo pontificato. A rendere pubblica questa decisione è stato il cardinale Angelo Sodano, segretario di Stato vaticano, che ha diffuso una nota molto circostanziata a proposito. Gli effetti della decisione sono immediati. A una casa editrice di Milano che aveva usato in un’antologia un testo di Papa Ratzinger (tra l’altro di trenta righe e precedente alla sua elezione a Pontefice) è già arrivata l’ingiunzione a pagare 15 mila euro per i diritti di copyright, mentre dovrà prepararsi a pagare – sempre alla Libreria editrice vaticana – il 15 per cento sul prezzo di copertina per ogni copia venduta dell’antologia. Come si sa, da raffinato intellettuale tedesco e da responsabile della Congregazione della fede, Benedetto XVI ha scritto moltissimo prima di diventare Papa. Ora la Libreria editrice vaticana sta cercando di entrare in possesso dei diritti d’autore anche per quanto riguarda la produzione del cardinale Ratzinger. Si vocifera che nelle stanze della Santa Sede ci sia già stata una riunione riservata tra esponenti del Vaticano, avvocati esperti di copyright e rappresentanti di alcune case editrici interessate. […] Fonte: AprileOnLine.info
Tra i tanti blogger che parlano dell'argomento gira una frase di Notiziole di .mau: "Un fedele non ha la possibilità di sapere cose che indubbiamente lo riguardano, se non pagando "un diritto" a chi glielo deve dire: quasi meglio della simonia".
Grazie Benedetto!
Copyright Vaticano: Webmaster preoccupati
Roma - Si legge una certa preoccupazione in alcune email giunte in redazione in questi giorni a proposito dell'ultima iniziativa del Vaticano, quella con cui la Chiesa per la prima volta rivendica il diritto d'autore su quanto scritto e pronunciato dal Papa e da altri organi ecclesiastici. Il timore di qualcuno, infatti, è che ora finiscano nelle tenaglie del diritto d'autore testi fin qui pubblicati liberamente anche online.
La preoccupazione è naturalmente legata alle severe normative sul diritto d'autore a cui il Vaticano ha fatto appello nei giorni scorsi. In particolare, ha spiegato la Santa Sede, chi vorrà ripubblicare parole e scritti del Pontefice potrà farlo solo accordandosi con la LEV, ossia la Libreria Editrice Vaticana. Allo stesso modo dovranno fare attenzione i giornalisti: la pubblicazione di un documento ufficiale prima che questo venga effettivamente diffuso potrebbe essere perseguito. Il tutto vale per il domani, naturalmente, ma anche per il passato, per ciò che già è pubblicato.
Tutte queste novità, di cui si sta discutendo animatamente in questi giorni dentro e fuori dalla rete, sono contenute nel decreto ora emerso ma che risale al maggio scorso e che reca la firma dal Segretario di Stato del Vaticano, Angelo Sodano. A leggere il decreto, in realtà, alcune preoccupazioni dei webmaster sembrano fondate:
"Sono affidati alla Libreria Editrice Vaticana, quale Istituzione collegata alla Santa Sede, l'esercizio e la tutela, in perpetuo e per tutto il mondo, di tutti i diritti morali d'autore e di tutti i diritti esclusivi di utilizzazione economica, nessuno escluso od eccettuato, sopra tutti gli atti e i documenti attraverso i quali il Sommo Pontefice esercita il proprio Magistero. Nell'assolvimento di tale incarico la Libreria Editrice Vaticana, in persona del direttore e legale rappresentante pro tempore, agisce nel nome e nell'interesse della Santa Sede, con il potere di compiere qualsiasi atto di disposizione dei diritti medesimi, di adire le vie legali e giudiziarie, di proporre qualsiasi azione volta alla piena protezione e alla realizzazione dei diritti stessi, di resistere a qualsiasi pretesa o domanda di terzi, in conformità alle norme dei trattati e delle convenzioni internazionali cui ha aderito anche la Santa Sede".
È peraltro più che probabile che, dialogando con la LEV, molti siti trovino facilmente una soluzione possibile alla ripubblicazione di materiali vaticani. Il decreto, infatti, nasce con ogni probabilità dalla necessità di gestire i proventi decisamente notevoli derivanti dalla vendita dei libri firmati da Giovanni Paolo II e da quelli che lo riguardano, né sembra diretto in modo specifico al Web né, tantomeno, a quei siti che non hanno intenti commerciali.
Sulla questione del copyright vaticano sono intervenuti tra gli altri in questi giorni il segretario dell'associazione Luca Coscioni, Marco Cappato, e il responsabile del sito di Radio Radicale, Diego Galli. Entrambi criticano la decisione del Vaticano: "Mentre molti editori e autori, pubblicazioni scientifiche, mezzi di informazione come la BBC e Radio Radicale, adottano le licenze Creative Commons proprio per favorire la massima circolazione e l'utilizzo creativo dei propri archivi e delle proprie opere, il Vaticano impedisce a giornali ed editori, anche cattolici, di pubblicare le parole del Papa".
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