@earlturner
La parte che hai quotato veramente l'ho scritta io, non DrHouse
@Sertes
"Complottista" ha un'accezione soltanto denigratoria e sai benissimo da sempre con quanto disprezzo la usi io, ma come puoi notare non era riferita a nessuno dei presenti. Teniamoci i guanti!
Tornando a noi, io trovo particolarmente grave (passami il termine) che tu dica una cosa come
Citazione:
Io non vedo prove che NON lo sia.
Non è che così che si ragiona,
mai, e tu lo sai sicuramente meglio di me. Questo passaggio è l'anticamera
di tutte le peggio cose.
Citazione:
Ribadisco: viene esaltato da tutti i mass media. Parla di cazzatelle. Si erge come alfiere della verità. Quando parla di 2 cose fondamentali, scazza alla grande.
Fondamentalmente è la descrizione del Papa
Seriamente comunque, ergersi ad alfiere della verità è caratteristica comune di chi ha un ego smisurato. Fa ridere, senza dubbio, ma un terzo delle persone che conosco ha la stessa pecca.
In realtà - e su questo penso che avremmo da discutere parecchio, ne abbiamo pure già parlato per altro - la vera affermazione che ti contesto è questa:
Citazione:
DrHouse, io non ci credo che uno possa sbagliare in buonafede sia sul 9/11 che sul gruppo Bilderbergs.
Si può eccome. Tu non consideri affatto (neanche altrove, colgo l'occasione qui per segnalartelo) né il bispensiero che è comune alla stragrande maggioranza degli esseri umani (indipendentemente dall'intelligenza), né il fatto che esiste la "mala fede in buona fede", se mi passi l'espressione. Gli esseri umani (la maggior parte, s'intende) amano le proprie opinioni incondizionatamente, e sono in totale buona fede nel reputarle corrette anche quando non lo sono (come tutti, del resto), e sono pronte a difenderle disonestamente (cioè in mala fede rispetto alla dialettica onesta) perché "tanto sono corrette comunque", e il ragionamento segue questo punto di partenza (anziché averlo come meta). L'onestà intellettuale, che è veramente di pochi, e quasi sempre pure a compartimenti stagni, proibisce interiormente questo comportamento ma di base è un impulso che abbiamo tutti, è anzi il meccanismo naturale fondamentale della formazione di una visione delle cose, in tutti gli ambiti. Persone infinitamente colte e nobili non sfuggono automaticamente a questa regola, anzi, sono più inclini a seguirla.
Se dovessimo passare a concepire una disonestà monolivello (mentire con cattive intenzioni come unica alternativa al dire la verità quando si è in buona fede) dovremmo considerare disonesti i nostri amici, parenti e conoscenti.
Tutto questo naturalmente non dice nulla sulla genuinità di Assange che sicuramente, essendo un personaggio pubblico e non la mia cara e sconosciuta zia, può sfuggire a ragionamenti di massima come il mio e deve essere giudicato, da persone sveglie quali noi siame, con il sospetto che ci contraddistingue in quanto luogocomunardi
Tuttavia, fermo restando che non mi interessa difendere Assange in sé, è una questione di rigore e di metodo, come ha detto
DrHouse di cui sposo ogni singola virgola, contrastare il principio opposto che vede disinformatori a prescindere quelli che si esprimono in quel modo; dunque, maieuticamente per così dire, per aprire una breccia in questo fallace pregiudizio conviene entrare nel merito del personaggio. Ricordando ancora una volta che non potrò mai dimostrare che non è un disinformatore (e che nemmeno mi interessa), suggerisco a te e a
Rickard di considerare come elementi di dubbio nei confronti del metodo da voi enunciato alcuni dettagli.
1) Assange è solo il volto più noto. Wikileaks conta diverse persone. Anzi è un'entità quasi astratta, ancora meglio è una metodologia: usare un "marchio" che ha acquistato una certa visibilità per pubblicare spifferate. Finora non ha rivelato granché ma è teoricamente inarrestabile. Tecnicamente può esistere a prescindere dai suoi membri e dalle sue locazioni fisiche. Non è saggio o è quanto meno contorto dare vita a un potenziale mostro simile per fare gatekeeping (
posto che sia mai saggio fare gatekeeping...).
2) Infatti e/o inoltre, a scelta, ora esiste anche Openleaks, stessa pappa, nata proprio in polemica con Assange. Nulla vieta che ne nascano pure altre, e in ogni caso ora che è stato messo nero su bianco che un qualunque anello della catena può spifferare qualcosa e farla franca il danno è, potenzialmente, fatto, anche qualora riuscissi a infiltare tutte le associazioni spifferatrici. Lo stesso Edward Snowden potrebbe aver maturato la sua decisione grazie all'"esempio" di Wikileaks.
3) Wikileaks esiste da prima del Cablegate. È nata 3 anni prima, per la precisione.
4) Wikileaks ha supportato materialmente la defezione di Edward Snowden. Probabilmente per cavalcare l'onda, ma l'ha aiutato.
5) Non c'è nessuna necessità per l'esistenza di Wikileaks e per il rilascio di 200000 cablogrammi autentici qualora si vogliano "inviare messaggi alle consorterie europee" o fare gatekeeping in generale. Basta molto meno, per esempio il solo Assange o un altro giornalista tradizionale "collaudato" e una dozzina di rivelazioni col giusto marketing.
6) L'insignificanza delle rivelazioni di Wikileaks è tale a posteriori. Anche se nulla ha lontanamente la portata delle rivelazioni di Snowden, ci sono molti cable che presi singolarmente avrebbero potuto causare un incidente diplomatico, in un altro contesto, o magari suscitare approfondimenti di vario tipo. Il clamore mediatico su Cablegate in sé, mai concentratosi su un cable in particolare, ha al contrario neutralizzato quel poco che c'era.
Citazione:
Attualmente chiunque (e sottolineo chiunque) sa/può sapere la sua esatta ubicazione, e nonostante questo sembra che si sia perso ogni interesse a perseguirlo, un po’ come bin Laden, se ricordate; come se gli USA, se lo volessero prendere, si farebbero bloccare dall’ambasciata ecuadoregna (i precedenti sono molti e numerosi).
7) Se i cablogrammi erano insignificanti allora è perfettamente coerente che gli USA non violino la sacralità di un'ambasciata (cosa che certo farebbero, ma mai gratuitamente) per andarlo a prendere. In ogni caso l'arresto di un semplice
frontman non cambierebbe granché, a cose fatte, né scongiurerebbe alcun seguito.
8) A differenza di Snowden, Assange non era un dipendente federale e dunque non ha potuto essere incriminato tramite l'Espionage Act del 1917 come Snowden. Bradley Manning, la fonte, lo era ed è stato incarcerato per 880 giorni e torturato.
9) L'attività di Wikileaks ha indirettamente dato a Twitter la possibilità di sottrarsi alle richieste di consegna dei dati al governo e di ignorare legalmente il
gag order dato a tutti i grandi provider di servizi da cui si rifornisce proprio PRISM, stabilendo un importante precedente giuridico.
10) Nel suo libro del 2012 "Internet è il nemico" Assange
anticipa il succo delle rivelazioni di Snowden e molto altro, prospettando pure cose ancora peggiori, e proponendo perfino delle vie d'uscita per i singoli. Ok che non l'ha letto quasi nessuno, ma non è esattamente il modo ideale di distrarre dalle
rivelazioni importanti. O è un gatekeeper anche Snowden, oppure...
Si badi bene che, come ho detto sopra, questi sono corollari a un ragionamento di metodo. Se (e dico "se") vi è venuto un dubbio sulle vostre conclusioni, volete provare a riconsiderare il metodo con cui le avete ottenute?
@Rickard
Tu hai postato 5 link per mettere una pietra tombale sulle tesi altrui. La tua ipotesi di per sé non è nemmeno così inverosimile, anzi, ma commetti un errore
atroce che è quello di dimenticarti che tu (esattamente come me e come noi tutti) di queste cose non conosci e non potrai conoscere che vaghi e dubbi frammenti non ricomponibili. Come disse una volta qualcuno su questo sito, noi di quello che fanno gli dei dell'Olimpo possiamo vedere soltanto i bagliori delle saette. Il nostro (lodevole, se posso permettermi di dirlo) impegno per cercare di avere una visione quanto più oggettiva della realtà può - e deve - produrre ipotesi quanto mai aperte e minimali: se mi porti 5 link (sui cui contenuti potrei avere per altro parecchio da ridire) tratti da questo sito come argomentazione definitiva, significa che l'aver confabulato con una dozzina di tuoi consimili è riuscito a darti l'illusione di aver accumulato una qualche forma di sicurezza sull'argomento, e questo non puoi permetterlo.
L'argomento più studiato e discusso su questo sito, per fare un esempio molto concreto, può portarti giusto ad affermare al di là di ogni ragionevole dubbio che la versione ufficiale sull'11/9 è formalmente falsa. È già difficile stabilire esattamente in quali quantità ed è già pressoché impossibile conoscere i veri fatti. Le interpretazioni geopolitiche, le connessioni ad altri fatti notevoli, gli schemi di causa-effetto che derivano dall'improvvisa consapevolezza di aver scoperto una bugia fra le tante che ci vengono raccontate rimangono comunque poco più che sensazioni e hanno una chance assai misera di essere corrette. Rimangono nostre costruzioni aleatorie, confortate, in verità, più dalla nostra autostima che da altri esseri umani, che a contarli davvero sono molto, molti pochi. È una cosa che sfida la comune sensazione del vero.
Questo non significa che dobbiamo tornare allo scetticismo paralizzante, ma che non dovremmo mai uscire dal rigore cui ci ha invitato
DrHouse. Ti propongo seriamente di considerare le possibili conseguenze dell'"atteggiamento epistemologico" tuo e di
Sertes e, già che ci siamo, di guardare in retrospettiva alla tua esperienza su Luogocomune.
Ormai sono andato off-topic, ma mi premeva dirlo.
Scusate entrambi per avervi incrociato continuamente nella risposta.
Ribadisco un'ultima volta che la mia è
una questione di principio.
E scusate pure tutti i miei "ribadisco"...