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l'universo dentro?C'è qualcosa di buono, ma partiamo dal peggio che è la parte "migliore", intanto.
Prima parte: la delusioneFanculo, si torna sempre lì.
Lì dove? ..beh, in quel famoso limbo creatosi nella lacune gigantesche delle pellicole moderne quando, inventato un genere di un certo spessore, oppure chiamiamolo Cult, non si riesce più a evolverlo o magari solo approfondirlo degnamente, se non sfornando prodotti che hanno tutte le carte in regola per dare pane ai denti degli affamati di fantascienza, lasciando però nel buio della Sala le solite tracce di buon odore di cucina, l'odore però.
Il film il suo proposito di volersi imporre seriamente con risvolti interessanti sopra la media, ebbene sì... l'aveva. Ma ha lasciato a bocca asciutta
SIA chi si aspettava un Film di spessore,
SIA chi voleva salire sulle montagne russe "adrenaliniche", quelle pre-confezionate per i "luna-park" magari pure a 3D.
Sinceramente non saprei neanche da dove partire. Magari dal fatto che di alzarmi e andare via dalla sala ci ho pensato seriamente tre volte? E questo proprio in ragione di aver voluto dare fiducia all'idea di Base del film che, per quanto ri-trita nella parte "horror/thriller" tipo fa molto Alien Yeah, aveva comunque tutte le carte in regola per essere sfruttata.
Le domande fondamentali di "chi siamo, da dove veniamo, esiste Dio, chi ci ha creato, quali razze "aliene" hanno visitato la Terra" - ci stavano tutte... ed erano coerentemente in linea col viaggio della mitica Prometheus che, insieme all'equipaggio degli scienziati, si era spinta in quello spazio profondo per inseguire gli indizi ritrovati nelle sempreverdi caverne terrestri.
.. e ... poi [quasi] tutto va a puttane. .. perché, attraverso i protagonisti, invece di dare la magia di avere a che fare con personaggi coinvolti di cuore nella storia, nella ricerca delle ricerche, negli anfratti misteriosi e affascinanti di un mondo "alieno", abbiamo il solito equipaggio di imbecilli che non si capisce come li si è assoldati per una missione simile, con i soliti ruoli-psicologici assegnati secondo le linee guida del marketing;
- una psicologia per i giocatori in campo che dire - tagliata con l'accetta - è fare un complimento agli sceneggiatori. Il tutto condito con dialoghi a volte intelligenti ma privi di vita e a volte con battute che si trovano migliori nelle produzioni odierne di videogiochi;
- una prova recitativa ferma come un quadro a una parete (salvo eccezioni);
- comportamenti che non stanno né in cielo né in terra, cioè: MA se in una simile spedizione ci si trovasse a fare i conti con simili situazioni dovrei aspettarmi le scorciatoie da "B-MOVIE"??
- EVVVVAI!! litigate surreali nell'entourage iper-tecnologico alla scoperta degli Déi, così per gradire; per avere uno scivolo e far sì che i soliti due scienziati sfigati utili al sacrificio di rito, rimangano nella gabbia del lupo cattivo. Cioè, questi ti costruiscono mappe olografiche in tempo reale che trasmettono via etere con "due bimbe" (così chiamate dal tatuato figlio scemo di Jimmy Hendrix e un Punk-abbestia che ha sbagliato mestiere), due marchingegni che volano nelle caverne, in automatico, e poi non hanno un GPS per tornare indietro e, cosa fanno? si perdono!!!
scienziati e geologi sovvenzionati da un miliardario!! del 2087 (o sù di lì), che a quell'epoca un iPhone avrà un APP che ti disegna la freccia-fototronica-fluorescente-laser da seguire man mano sotto i tuoi piedi;
- l'omino dentro la Tuta (figurati se non ce la mettevano) che di fronte ad una creatura inquietante, bloccati in un labirinto alieno, tetro, anni Luce dalla Terra, dove si stavano LETTERALMENTE cagando addosso dalla paura da ore e ore, in un ambiente insidioso al mille per mille e dove già avevano compreso che qualcuno era scappato da "qualcosa" di TERRIBILE e pericolosissimo e ci aveva anche perso LETTERALMENTE la testa.. beh.. cosa fa? ... si mette a giocare col mostriciattolo (e neanche quello che si stava fumando un cannone nella tuta modificata, no, quello che era lucido) e così, incuriosito come un bambino potrebbe esserlo con una farfalla, si fa spezzare un braccio.. eh già, mentre l'amico Hendrix Punk-abbestia-fumato perde il giusto tempo prima di finire il suo TRIP con la faccia nell'acido e il suo amico sottoposto a lavanda gastrica serpentoide aliena.
Se tutto questo potrebbe sembrare un attacco pignolo alle assurdità in sé, allora starei solo facendo la caricatura di un film, così come ogni Scarie Movie (e lo faranno) fa con la satira dei film seri: ma non è così.
La tristezza invece, la grande TRISTEZZA è comprendere che un soggetto interessante, stretto in mano a uno che ha già dato il suo e potrebbe arrischiarsi a fare un altro CULT, si perde nell'autocompiacimento e gioca di sponda sfruttando la stitica immaginazione dei giovani, quella ormai ottenebrata dall'omologazione compulsiva dei triti e ritriti thriller/horror dei tempi nostri. Che si debba assistere agli espedienti programmati a tavolino per imboccare il pubblico ammaestrato che, come i topi nel labirinto, rispondono agli stimoli elettrici in un film del genere, è sempre più disarmante.
Si tratta di protocolli che vogliono lo spettatore drogato in ciclici crescendo; indi si assiste alla sconfitta ultima di una Regia che, sì, sa imporsi come evocativa, e tanto grazie al potere degli effetti speciali di gran caratura nelle scenografie digitali e non (non scordiamolo), ma che di più si SVENDE alle menti che non vogliono un Cinema che ti parla, costi quel che costi, e al servizio della sperimentazione. Ma di un cinema perso nell'orrore che ormai lo attanaglia in una infinita matrioska di mezze misure per accontentare tutti e nessuno.
Doppiaggio
ORRIPILANTE.
parte seconda: l'ideaL'idea è buona e qui se ne è discusso mi pare, tra alti e bassi. La magia e la profondità del Cosmo, del mondo alieno, le spettacolari immagini, hanno saputo portare alla sospensione della credulità senza fatica e con una fotografia da manuale ...
... di colpo, come pionieri, eravamo lì, nella fantascienza. La premessa breve e concisa, la grotta, la voglia di scoperta, la magia improvvisa della notte sperduta e senza misure, attraversata come da una stella cadente silenziosa e in grado di suggestionare non poco, che poi si rivela essere (magnificamente in digitale) la Prometheus;
- l'automa DAVID e il senso filosofico del suo essere un
senza anima, il suo esprimersi a-morale che trascende al movente stesso che spinge quegli uomini a cercare DEI o DIO o gli INGEGNERI, un senz'anima che come arbitro inconsapevole guida coloro che vogliono carpirne il segreto;
- una sorta di complesso edipico giocato intelligentemente e in parallelo tra AUTOMA creato dagli uomini e Uomini creati da "Alieni", il figlio, il Padre, la distruzione. Insomma la Vita che si strugge nell'ossessione di un significato irraggiungibile, di un origine forse insondabile. Il cinismo di chi ha l'anima, nei confronti di un robot che comunque percepisce che ciò che non ha è così importante (molto triste), e il cinismo dei Creatori/ingegneri che ripudiano i "figli" che si avvicinano alla loro verità.
Il film, come in un incubo, parla di un inseguimento. Null'altro. A volte con sguardi romantici, come quando Lei comprende che anche gli ingegneri devono avere un creatore e si tiene la Croce stretta al cuore; a volte con il delirio dell'onnipotenza che a tutti appartiene, come il mitico
Gilgamesh alla ricerca della fonte di Vita eterna.
Interessante, a mio personalissimo avviso, la corroborante idea che noi saremmo lo scarto di un programma in piccolo. Di una deriva genetica. Non più figli di un Caso naturale, ma figli di un Caso in qualche modo elaborato. Figli di una bestemmia.
Questo ci pone credo nella riflessione filosofica più interessante del Film: non sarebbe forse l'uomo un animale che impazzisce in ragione di possedere una scintilla "Divina" che è sempre lì lì lì per cogliere, la percepisce, ma in realtà impossibilitato a raggiungerla, stringerla, giudicarla (?) .. e non per una mancata buona volontà, per una latente ispirazione spirituale, per un'incapacità a sganciarsi dal mero materialismo: - ma perché [l'uomo] è figlio di un mondo lontano che solo ancestralmente ama in segreto, un mondo che gli propone ricordi sotto forma di archetipi, lì, suggeriti da qualche parte nella volta celeste e che non potrà abbracciare.
Così, con la schiena poggiata al mondo osserviamo la verità attraverso un sogno irraggiungibile...
.. e per dirla con l'immenso
Oscar Wilde:
... siamo tutti nel fango, ma qualcuno guarda le stelle.