"THE TRUTH IS IN THE
PICTURES"
I PARTE
- LE OBIEZIONI DI FONDO
Il quadro storico
Nel 1962 la tensione fra
America e Russia era giunta ai massimi livelli. All'apice della guerra
fredda, c'era stata la crisi dei missili di Cuba, che aveva portato
Kruschev e Kennedy a giocarsi la partita su un bluff e contro-bluff a
livello mondiale, vinto dal secondo a rischio di uno scontro atomico.
Russia e America,
semplicemente, stavano cercando di dividersi il mondo.
In tutto questo, l'America era partita nettamente
in
ritardo nella corsa
allo spazio, e mentre loro erano appena riusciti a mettere in orbita
uno
scimpanzè, sulle loro teste passava beffardo il "cosmonauta"
Yuri Gagarin, che diventava così il
primo essere umano ad essere uscito dall'atmosfera terrestre.
Qualche
mese dopo, Kennedy rilanciava a sorpresa, annunciando che
l'America avrebbe "messo un uomo sulla Luna prima della fine del
decennio". Quello che accadde dopo, fra lui e i dirigenti NASA, ha
cominciato ad emergere soltanto negli ultimi anni, ma pare che sia
stato un vero e proprio putiferio. Sarebbe infatti impossibile, a detta
di ogni scienziato che si rispetti, che un qualunque essere vivente
attraversi addirittura le Fasce di Van Allen, altrochè arrivare sulla Luna. (Le F. sono una
stretta e poderosa cintura di radiazioni,
che va da un polo all'altro della Terra, e che a sua volta protegge la
Terra dalle radiazioni cosmiche, ma alla quale è impensabile per
noi anche solo avvicinarsi. Ci hanno provato, negli ultimi anni, gli
astronauti dello Shuttle, con risultati ben poco confortanti). |
Non
sappiamo quindi in che momento esatto possa esser nata l'idea di
"fingere il tutto", ma fra quel giorno e il fatidico 1969 - scadenza
dell'impegno preso pubblicamente da Kennedy- qualcuno deve di sicuro
averci almeno pensato.
Curiosamente, fu proprio
l'assassinio di Kennedy a fare da pietra
miliare nella storia della comunicazione, nel senso che molti oggi
fanno risalire a quell'evento l'inizio della cosiddetta "era
mediatica", nella quale - come avrebbe poi puntualizzatio Mac Luhan -
"il mezzo è il messaggio". Ovvero, la TV "diventa" la
realtà.
In assenza di piazze, nelle quali
convergere nei momenti
di crisi, per la prima volta in quel Novembre del
'63 gli americani,
schoccati dall'assassinio del presidente, si erano riuniti attorno al
"focolare elettronico", che da quel momento divenne per tutti la nuova "realtà".
Fu così che quando, nel '69, la TV ci mostrò degli
uomini
sulla Luna, divenne automaticamente "vero" per tutto il mondo che
l'uomo fosse andato sulla Luna. Lo aveva detto la TV. |
Prima obiezione - il "grande segreto"
Prima di tutto, non è affatto vero che sia necessario
coinvolgere "migliaia", o anche solo "centinaia" di persone, nella
colossale bugia. Anzi, molti degli addetti ai lavori sarebbero stati
proprio le prime vittime di questo mastodontico inganno: a differenza
di quello che si crede, le comunicazioni in diretta fra Apollo 11 e
"Houston" erano
avvenute soltanto per i primi dieci/quindici minuti dopo il lancio del
Saturno. Dopodichè, per qualche motivo non chiaro, il ponte
radio era stato rilevato da una misteriosa "stazione secondaria",
lontana da Houston, che rimandava a sua volta le comunicazioni alla
sala di controllo. Ovvero, le centinaia di persone che abbiamo visto
alzarsi e applaudire all'unisono, al "touchdown" lunare di Apollo, in tutta
probabilità stavano guardando lo stesso nastro registrato che
abbiamo visto tutti noi.
(L'ipotesi più diffusa
è che gli astronauti siano partiti davvero con il Saturno, e
abbiano poi passato una settimana in orbita terrestre - mentre noi
vedevamo lo spettacolo preregistrato dalla Luna- per poi riprendere la
commedia "in diretta", al momento dell'ammaraggio nel Pacifico. E' noto
al proposito l'episodio di un radioamatore australiano che avrebbe
sentito chiaramente delle conversazioni fra astronauti e personale di
terra, in un momento in cui la navicella doveva trovarsi addirittura
dietro al lato coperto della Luna. L'altra ipotesi è che invece
non fossero mai partiti con il Saturno, e che al momento del rientro
siano stati trasportati in quota da un C-130, che li avrebbe sganciati
sul Pacifico all'interno della loro navicella).
In ogni caso, diventa
più facile spiegare quella strana espressione "agrodolce" che si
nota spesso su tutti i "terzetti" di ritorno dalla missioni lunari. Il
più delle volte, sembra più che altro che gli sia morto
il gatto.
Questi
sono Armstrong, Aldrin e Collins (in "quarantena", dopo l'ammaraggio),
che vengono ricevuti e complimentati nientedimeno che da Nixon in
persona. D'accordo, saranno anche stanchi, ma capita davvero tutti i
giorni di tornare dalla Luna, e di incontrare il tuo presidente, per
fare quella faccia?
Al di lì di quale sia il numero esatto di persone al corrente
della messinscena, vi è un meccanismo, che si può
definire "bugia nella bugia", che permette di salvaguardare un segreto
di questo genere per lungo tempo, e nonostante le molte persone
coinvolte. Bisogna che ciascuno di loro sia convinto che dalla
salvaguardia di quel segeto derivi, ad esempio, la sicurezza nazionale
("se non fingiamo di arrivare per primi sulla Luna, i
russi ci batteranno e domineranno il mondo"), ed ecco che i migliori
difensori della bugia diventano proprio coloro che ne sono stati le
prime vittime.
Certo, non sempre funziona, e non
con tutti, specialmente quando di
mezzo ci siano l'orgoglio, la passione, l'integrità e la
professionalità di gente che ha dedicato la vita
inseguendo un sogno, che di colpo gli si rivela impossibile. Ma la
storia della NASA è anche costellata di strani "incidenti", nei
quali hanno perso la vita astronauti che, casualmente, avrebbero
manifestato un certo fastidio nell'essere stati "incastrati" in un
meccanismo dal quale, ovviamente, non potevano più uscire.
Un pò come la mafia: quando ne conosci i segreti, ne fai parte
anche tu per sempre.
Nelle
immagini a
lato, forse l'episodio più significativo di tutti. Gus Grissom,
Edward White e Roger Chaffee erano i primi tre astronauti che avrebbero
dovuto inaugurare il ciclo delle missioni Apollo.
Ma Apollo 1 non si levò mai da terra, poichè i tre
morirono carbonizzati in uno stranissimo incidente durante una
simulazione, nel quale nessuno dei mille tecnici presenti riuscì
ad aprire il portello della capsula, mentre i tre soffocavano
tragicamente al suo interno. Le cause effettive dell'incidente non
furono mai chiarite.
Altri astronauti sono morti in circostanze non chiare, e fra questi
anche due dei dodici che fecero ritorno dalla Luna. Ma questa non vuole
essere un'indagine di carattere criminale, e ci accontentiamo di aver
detto che vi sono molti casi sospetti, nell'arco dell'intera storia del
progetto Apollo. LA NASA è in realtà un braccio militare
"travestito" da civile, e non ci è quindi difficile credere che,
di fronte ad interessi di queste dimensioni, non si stia a guardare
troppo per il sottile per garantirne la realizzazione.
Approfittiamo per suggerire un'ulteriore, eventuale "vantaggio" che
sarebbe derivato alla NASA dalla finzione dei viaggi lunari. Come
già detto, stiamo parlando in realtà del braccio spaziale
della difesa americana, ed i miliardi di dollari che il Congresso ha
erogato in quel periodo, per andare sulla Luna, furono veri. Se quindi
fu necessario spenderne solo una minima parte, per "andare" sulla Luna,
qualche altro buon uso, "in nero" oltretutto, per i finanziamenti
rimanenti lo avranno certo trovato.
Al Pentagono la fantasia non è mai mancata, in quel senso.
Seconda obiezione - il silenzio
dei russi
Anche qui, ovviamente, possiamo fare solo ipotesi. La prima è
quella di immaginare che reazione ci sarebbe stata, nel mondo, se
davvero al ritorno di Armstrong dalla Luna i russi avessero detto "non
è vero!" Gli avremmo davvero creduto, nel momento in cui i veri
sconfitti nella corsa allo spazio diventavano proprio loro? Non
ci avrebbero fatto invece la figura della volpe con l'uva?
Ma il vero motivo del loro silenzio probabilmente è molto
più profonodo, e molto più realistico. Una volta resisi
conto di essere stati "fregati" dal bluff di Kennedy, per il rischio
che
correvano nel denunciarlo dalla loro particolarissima posizione,
perchè non cercare invece un "compromesso" utile, come ad
esempio un programma spaziale congiunto, in cui loro avrebbero avuto
solo da guadagnare? (Dopo la partenza folgorante, il programma spaziale
russo si era completamente arenato, probabilmente per mancanza di
fondi).
Sarò un caso, ma nasce proprio in quegli anni il programma
Apollo-Soyuz, che si è poi evoluto fino a portare insieme
astronauti russi e americani nello spazio. Non fosse stato per la
navicella di emergenza russa, dopo il recente disastro dello Shuttle
Columbia, i
tre astronauti americani che erano rimasti nella stazione orbitante
non avrebbero avuto modo di rientrare sulla terra.
E così, mentre il popolo americano festeggiava
la vittoria sul
quello russo, i veri sconfitti erano le popolazioni di ambedue i
continenti, alle quali fu fatta trangugiare una bugia storica di
dimensioni colossali. Come sempre, i potenti si mettono d'accordo sopra
le nostre teste, e i fessi restiamo comunque noi.
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