Glossario di termini economici
Glossario
di termini economici
Questo
glossario
è
tratto dal testo “Problemi ed esercizi di politica economica” di Guido
Ortona e
Vittorio Valli, ed. La Nuova Italia Scientifica, Roma 1989, ed
è
pubblicato nelle pagine
di Politica Economica del Prof. Vittorio Vialli presso
l'Università degli Studi di Torino
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Acceleratore (Accelerator)
Meccanismo
per cui gli investimenti sono in funzione diretta della variazione
della
domanda aggregata (o del reddito).
Ammortamento (Depreciation)
Ripartizione nel tempo di
un onere associato all'acquisto di un bene capitale (ad esempio un
impianto).
In contabilità nazionale gli investimenti netti e il prodotto
netto più
l'ammortamento danno, rispettivamente, gli investimenti lordi e il
prodotto
lordo.
Analisi
input-output
(Input-output Analysis) Lo studio di una
economia descritta nelle sue relazioni tecniche fra settori da una
opportuna tavola input-output, o delle
interdipendenze settoriali.
Base monetaria (Monetary
base oppure High Powered Money) È lo
strumento
principale che le autorità di politica monetaria possono
controllare
direttamente. Consiste nella moneta legale in circolazione (circolante)
più le
attività trasformabili immediatamente e senza costi in moneta
legale,
cioè le
attività che di norma possono essere utilizzate per adempiere
all'obbligo della
riserva obbligatoria.
Bilancia commerciale (Trade
balance) Prospetto contabile che
rappresenta le importazioni ed esportazioni di merci.
Bilancia dei pagamenti (Balance
of payments) Prospetto contabile
che rappresenta le
transazioni con l'estero. Si compone di due parti principali: partite
correnti
e movimenti dei capitali. La bilancia dei pagamenti economica
presenta le transazioni con l'estero nel momento della
loro effettuazione, quella valutaria le
transazioni con l'estero nel momento della loro regolazione valutaria.
Bilancia delle partite correnti (Balance
on current account) Prospetto contabile
che rappresenta oltre alle transazioni con l'estero di merci anche
quelle
relative ai servizi ed ai trasferimenti (donazioni ecc.).
Bilancio di pieno impiego (Full
employment budget) Il bilancio (dello
Stato o del settore pubblico) che si avrebbe in corrispondenza del
prodotto
potenziale o di pieno impiego. (Cfr. Prodotto
potenziale).
Bilancio dello Stato (State
Budget o Federal
Budget per i governi federali) Prospetto contabile dello Stato
dove sono
elencate le entrate e le uscite (le spese) dell'amministrazione
centrale dello
Stato (non del Paese nel suo complesso!). I saldi fra le entrate e le
uscite
sono chiamati avanzi se positivi, disavanzi o deficit se negativi.
Bilancio delle pubbliche amministrazioni
(Budget of the Public Administration) Prospetto contabile
che elenca le entrate e le uscite complessive dell'intera pubblica
amministrazione
(le amministrazioni centrali, quali lo Stato, la Cassa depositi e
prestiti
ecc., le amministrazioni locali quali Regioni, Province, Comuni, USL,
Università ecc.; gli enti di previdenza, quali l'INPS, INAIL
ecc.).
Bilancio del settore pubblico Tiene conto, oltre
che delle pubbliche amministrazioni, anche delle eventuali aziende
autonome
statali che producono per il mercato e delle ferrovie.
Ciclo
politico-economico (Political business cycle) Un andamento
ciclico del livello di attività economica (misurato, ad esempio,
dal
PIL)
dovuto all'operato delle autorità politiche che cercano di
massimizzare
la loro
popolarità.
Coefficiente
di riserva obbligatorio La quota di
depositi che una banca è tenuta per legge a tenere a riserva, e
quindi
a non
impiegare per prestiti o altro. Un aumento (riduzione) di tale
coefficiente
determina quindi una riduzione (aumento) dell'ammontare di credito e di
moneta
disponibile per gli operatori.
Composizione
organica del capitale Nella terminologia
marxiana, il rapporto fra il valore del capitale costante e quello del
capitale
variabile (cfr. Plusvalore).
Concorrenza
imperfetta (monopolistica) (Imperfect or monopolistic
competition) Forma di mercato in
cui esiste un grande numero di piccole imprese che producono beni che
sono
sostituibili, ma non perfettamente, con altri. Tali imprese dispongono
quindi
di un limitato potere di mercato, potendo un poco influire sui prezzi
della
merce e fronteggiando una curva di domanda in genere inclinata
negativamente.
Concorrenza
perfetta (Perfect competition) Forma di mercato in
cui vi
sono
moltissimi piccoli produttori nessuno dei quali può influire sul
prezzo
di
mercato.
Consumi
aggregati (o globali) (Aggregate consumption) Reddito non
risparmiato, ma speso per l'acquisto di beni di consumo. Componente
della
domanda globale.
Conto
economico nazionale (National economie account) Prospetto
contabile
che rappresenta le grandi voci relative alla formazione e all'impiego
del
prodotto nazionale.
Costo
del lavoro (Labor cost) Salari più
oneri
sociali
pagati dalle imprese.
Costo
del lavoro per unità di prodotto (CLUP) (Unit
Labor cost)
Rapporto fra il costo
del lavoro e la produttività media del lavoro.
Costo
marginale (Marginal
cost) L'aumento (o la
diminuzione) del costo totale associato all'aumento (o alla
diminuzione) di
un'unità del prodotto. Nel continuo è la derivata del
costo totale
rispetto
alla quantità prodotta.
Costo
medio (o unitario) (Average
cost)
Costo totale diviso per il
numero delle unità prodotte.
Costo
totale (Total
cost) L'insieme di costi
sostenuti
per una data quantità di produzione. Comprende sia i costi fissi (cioè i costi che non aumentano al
variare della quantità
prodotta) sia i costi variabili.
Curva
della domanda aggregata (Aggregate
demand curve) È una relazione
(in genere inversa) fra domanda aggregata (o reddito) in termini reali
e
livello generale dei prezzi.
Curva
della domanda (di una merce) (Demand
curve)
Relazione (in genere
inversa) fra prezzo della merce e quantità domandata della
stessa.
Curva
dell'offerta aggregata (Aggregate
supply curve) È una relazione (in
genere
diretta) fra
offerta
globale in termini reali e livello generale dei prezzi.
Curva
dell'offerta (di una merce) (Supply
curve)
Relazione (in genere
diretta) fra prezzo della merce e quantità della stessa.
Curva
di Phillips (Phillips
curve) Relazione inversa fra
tasso di variazione dei salari monetari e tasso di disoccupazione.
Nella
versione di Lipsey: relazione inversa fra tasso di variazione dei
prezzi e
tasso di disoccupazione.
Curve IS-LM (IS-LM
curves) Curve che
rappresentano le diverse combinazioni di tassi d'interesse e di reddito
per le
quali vale l'equilibrio fra risparmi e investimenti e quello fra
domanda e
offerta di moneta.
Disoccupazione (Unemployment)
In senso ampio = persone
in cerca di lavoro (includendo le persone in cerca di prima
occupazione). In
senso stretto = persone già occupate e ora senza lavoro che sono
alla
ricerca
attiva di lavoro.
Disoccupazione
frizionale (Frictional
unemployment) Quella parte
della disoccupazione che non è dovuta a deficienza di domanda
globale,
né a
motivi strutturali, ma a fenomeni quali il fatto che ci vuole
fisiologicamente
un certo tempo perché un lavoratore che abbia perso un posto
trovi
quello nuovo
o perché un giovane uscito dalle scuole trovi il suo primo
impiego ecc.
Distribuzione
del reddito (Income
distribution) Può essere funzionale,
allorché si considera come
si distribuisce il reddito tra profitti, salari ed eventualmente
rendite,
oppure personale o famigliare allorché
si considera la distribuzione
del reddito fra le famiglie o gli individui.
Domanda (Demand)
Quantità di un bene che gli acquirenti sono disposti ad
acquistare per
ciascun
diverso livello del prezzo del bene, a parità di altre
condizioni.
Domanda
aggregata (Aggregate
demand) Si compone, in
economia chiusa, di consumi più investimenti più spesa
pubblica; in
economia
aperta delle stesse componenti più le esportazioni nette.
Domanda
di moneta (Demand
for Money) È la richiesta
complessiva di moneta (cfr. Moneta)
che si ha all'interno di un Paese. Si compone della domanda di moneta per transazioni, per scopi speculativi, per
scopi precauzionali.
Domanda
di lavoro (Labor demand) Richiesta di
lavoratori o
di ore lavorate da
parte delle imprese e della pubblica amministrazione.
Economia aperta (Open
economy) Economia in cui si
considerano anche i
rapporti economici con l'estero (importazioni ed esportazioni ecc.).
Economia chiusa (Closed
economy) Economia per la
quale si suppone che
non esista alcun rapporto economico con l'estero.
Elasticità (Elasticity)
Rapporto
fra il tasso di variazione di una variabile (o la sua variazione
percentuale) e
il tasso di variazione di un'altra. Indica perciò la
sensibilità di una
variabile al variare dell'altra.
Equilibrio (Equilibrium)
Situazione in cui un'entità economica è in quiete, in
stasi, in quanto
le forze
che agiscono su di essa si bilanciano e non ne inducono quindi il
mutamento. Un
equilibrio è stabile se una volta che per qualche ragione ci si
allontani da
esso, vi sono forze che spingono a ritornare all'equilibrio. È
instabile
quando, invece, una volta usciti dall'equilibrio si tende ad
allontanarsi da
esso.
Equilibrio macroeconomico (Macroeconomic
equilibrium) Condizione in
cui si realizza l'eguaglianza fra domanda aggregata e offerta aggregata
o fra
risparmi e investimenti.
Esportazioni (Exports)
Valore delle merci (o delle
merci e dei servizi) vendute all'estero.
Fiscal drag (Fiscal
drag) Un aumento di esazione fiscale che si ha in assenza di
qualsiasi
politica ad hoc, ma solo come conseguenza di un aumento dei redditi
sottoposti
all'imposizione fiscale per effetto dell'inflazione, che gonfia i
redditi
nominali.
Fluttuazioni cicliche (Business
cycles) Si hanno quando
l'andamento dell'economia oscilla fra fasi positive di espansione
economica (o
di boom, o di prosperità) e fasi negative di recessione
economica (o di
depressione, o di crisi).
Forza di lavoro (Labor
force) È composta dagli
occupati
più le persone in cerca di occupazione (disoccupazione in senso
ampio).
Cfr. Offerta di lavoro.
Funzione del consumo (aggregato) (Aggregate
consumption function) È la
funzione che spiega come variano i consumi aggregati. Negli schemi
keynesiani semplici i consumi sono funzione diretta del reddito (o
del
reddito disponibile, cioè al netto delle imposte) e aumentano
meno che
proporzionalmente all'aumentare del reddito.
Funzione dell'investimento (aggregato) (Aggregate
investment function) È la
funzione che spiega come variano gli investimenti aggregati. Negli schemi
post-keynesiani semplici gli investimenti vengono fatti dipendere
dal tasso
d'interesse (e dall'efficienza marginale del capitale), oppure dalla
variazione
della domanda (cfr. Acceleratore).
Secondo tali schemi gli investimenti si riducono all'aumentare del
tasso
d'interesse (e viceversa) e crescono al crescere delle variazioni della
domanda
globale (o del reddito).
Importazioni (Imports)
Valore delle merci (o delle
merci e dei servizi) acquistate dall'estero.
Indice di Okun (Okun
index) La somma dei tassi
d'inflazione e di disoccupazione di un Paese.
Inflazione (Inflation)
Fenomeno che si ha quando aumenta il livello generale dei prezzi,
misurato, ad
esempio, dall'indice dei prezzi al consumo o dal deflatore del PIL.
Investimenti (Investment)
In
macroeconomia e contabilità nazionale sono dati essenzialmente
dalla
spesa per
acquisti di: macchinari e impianti, costruzioni, automezzi adibiti a
scopo
produttivo (investimenti fissi netti).
Se aggiungiamo gli ammortamenti abbiamo gli investimenti
fissi lordi. Aggiungendo a questi ultimi le variazioni
delle scorte abbiamo gli investimenti
lordi. Gli investimenti sono una componente della domanda aggregata
e
quindi un flusso. Se in un anno si fanno investimenti netti, lo stock
di
capitale aumenta del valore dell'investimento netto (I =
DK). Si noti come i
cosiddetti "investimenti" in
azioni, obbligazioni ecc. non sono per la macroeconomia investimenti,
ma
semplici impieghi di mezzi finanziari da parte degli individui o delle
imprese.
Laissez faire (politica
di) Con
questo termine,
introdotto dagli economisti fisiocratici nel XVIII secolo, si intende
in
generale una politica di non intervento statale sull'andamento
dell'economia.
Macroeconomia (Macroeconomy)
Quella parte dell'economia
politica che studia il funzionamento del sistema economico preso nel
suo
complesso, o delle sue grandi sezioni. Viene studiato perciò il
comportamento
degli operatori globali, cioè le famiglie, le imprese, la
pubblica
amministrazione
ecc.
Microeconomia (Microeconomy) Quella parte dell'economia
politica che studia il comportamento dei singoli operatori economici,
cioè i
singoli consumatori, le singole imprese, i singoli lavoratori ecc.
Modelli economici (Economic
models) Insieme di relazioni
fra variabili economiche. I modelli possono essere causali,
integrati, non integrati.
Modelli di
economia politica
(o di
analisi) (Models
of political economy) Modelli tendenti a mostrare il funzionamento
del
sistema o il comportamento degli operatori così come essi sono.
Modelli di politica economica (o di
strategia) (Models
of economic policy) Modelli che
mostrano come si può tentare di mutare il funzionamento di un
sistema o
il
comportamento dei singoli operatori per raggiungere dati obiettivi di
politica
economica con gli strumenti di politica economica di cui si dispone.
Moltiplicatore (Multiplier)
Meccanismo attraverso il
quale un incremento iniziale di una componente autonoma della domanda
(ad
esempio gli investimenti) genera un aumento moltiplicato (più
che
proporzionale) di reddito. Il moltiplicatore è quindi dato dal
rapporto
fra la
variazione del reddito e quella della componente autonoma della
domanda. Nella
forma più semplice (economia chiusa, assenza di tassazione ecc.)
si
dimostra
che esso è eguale a 1/s dove s è
la
propensione marginale al
risparmio.
Moneta (stock di) (Money,
stock of) Vi sono varie
definizioni di moneta. M1 =
circolante (biglietti di banca, biglietti e monete di Stato) più
conti
correnti
bancari e postali (questi ultimi al netto dei conti correnti di
"servizio") e depositi a vista presso il Tesoro; M2 =
M1 più depositi a risparmio bancari e postali e raccolta
bancaria con "pronti verso termine"; M3 =
M2 più accettazioni bancarie e BOT. L'offerta di moneta è
spesso considerata nei modelli semplificati come uno strumento della
politica
economica: in realtà le autorità monetarie possono
regolare
direttamente solo
la base monetaria e per tale via indirettamente influire sull'offerta
di
moneta, che dipende in parte anche dal comportamento delle banche e del
pubblico.
Monopolio (Monopoly)
Forma di mercato per cui per una data merce vi è un solo
produttore.
Occupazione (Employment)
Tutte
le persone che esercitano un'attività considerata produttiva
presso
unità che
operano nel Paese.
Offerta (Supply)
Quantità di un bene che i produttori sono disposti ad offrire
per
ciascun
diverso livello del prezzo del bene, a parità di altre
condizioni.
Offerta aggregata (Aggregate
supply) Il valore totale dei
beni e servizi che le imprese sarebbero disposte a produrre in un dato
periodo
di tempo. (Cfr. anche Curva dell'offerta
aggregata).
Offerta di lavoro (Labor
supply) Offerta di prestazioni
lavorative da parte degli individui alle imprese o alla pubblica
amministrazione. È data in pratica dal numero di lavoratori o di
ore
lavorative
disponibili in un dato sistema economico, ed è misurabile con le
statistiche
sulla forza di lavoro (cfr. Forza di
lavoro).
Offerta di moneta (Money
supply) La quantità di moneta che
le autorità monetarie rendono disponibile. Quando l'offerta di
moneta
eguaglia
la domanda di moneta si ha equilibrio sul mercato monetario.
Oligopolio (Oligopoly)
Forma di mercato in cui vi sono per una merce solo pochi grandi
produttori. Il
comportamento di ciascun produttore influenza il mercato e genera
spesso
risposte da parte degli altri produttori.
Plusvalore Nella terminologia
marxiana, la parte
del valore di scambio di una merce che eccede il valore dei materiali e
dell'ammortamento dei macchinari (capitale
costante, C) e dei salari (capitale
variabile, V) necessari per la produzione della
merce. Il rapporto P/V. dove P
è il
plusvalore, è definito saggio del plusvalore;
il
rapporto P/(C+V) saggio di profitto.
Pianificazione (Planning)
È il termine usato per la
programmazione nei paesi socialisti (cfr. Programmazione).
Politica economica (Economic
policy) È il ramo normativo
della scienza economica che studia come si possano raggiungere certi
obiettivi
di politica economica con gli strumenti disponibili.
Politica monetaria e finanziaria (Monetary
and financial policy) È la
politica svolta dalle autorità monetarie di un Paese
(essenzialmente in
Italia
la Banca d'Italia e il Tesoro), per regolare la base monetaria, i tassi
d'interesse, il credito e i mercati finanziari.
Politica dei redditi (Incomes
policy) È una politica mirante a
contrastare l'inflazione attraverso la regolazione della crescita dei
salari,
degli altri redditi e dei prezzi. Si propone spesso, ad esempio, che i
salari
crescano in linea con la crescita della produttività. Si tratta
di una
politica
di difficile realizzazione in un'economia di mercato con forti
conflitti sulla
distribuzione dei redditi.
Politica di bilancio (Fiscal
policy) È l'insieme delle
politiche della spesa pubblica e tributaria.
Politica della spesa (Public
expenditure policy) È la politica
attraverso la quale il governo e in generale la pubblica
amministrazione
realizzano l'acquisto diretto di beni e servizi e fanno i trasferimenti
alle
famiglie o alle imprese seguendo le leggi di spesa votate dal
parlamento.
Politica tributaria (o fiscale) (Tax
policy) È la politica attraverso la
quale il ministero delle Finanze, il governo e il parlamento regolano
imposte,
tasse e contributi (variando la struttura fiscale del Paese, mutando le
aliquote, curando la riscossione dei tributi ecc.).
Prezzi (Prices)
I prezzi assoluti esprimono il
valore di una merce in termini di una unità monetaria; i prezzi relativi il valore di una merce in
termini dei valori delle altre merci. Il livello
generale dei prezzi per un intero sistema economico è in
genere
espresso
dall'indice implicito del PIL (o deflatore del PIL) o dall'indice
generale dei
prezzi al consumo.
Prodotto (Product)
(Cfr. Prodotto
interno lordo). Può
essere espresso in termini monetari o a valori
nominali,
cioè ai prezzi correnti del momento, oppure in
termini
reali. In questo ultimo caso il valore monetario del
prodotto è deflazionato, cioè diviso
per un indice del livello generale dei prezzi (il deflatore del PIL).
Il prodotto lordo comprende gli
ammortamenti. Il prodotto netto è il
prodotto lordo meno gli ammortamenti.
Prodotto interno lordo (PIL) (Gross
Domestic Product) È dato dal
valore complessivo di tutti i beni e i servizi finali prodotti in un
dato
sistema economico in un dato periodo (ad esempio, un anno). È
eguale
alla somma
dei valori aggiunti, cioè alla somma
delle differenze fra il valore dei beni prodotti e il valore dei beni
intermedi
utilizzati nella produzione (materie prime ecc.), o in altri termini,
al valore
che le imprese o la pubblica amministrazione hanno aggiunto ai beni
intermedi
di cui si sono rifornite. Il PIL più le importazioni è
anche eguale
alla somma
di consumi più investimenti più esportazioni. Il PIL
è spesso usato
come
sinonimo di "reddito", anche se l'eguaglianza fra PIL e reddito
nazionale lordo vale solo in economia chiusa e non in economia aperta.
Vi è
inoltre il PIL ai prezzi di mercato e
il PIL al costo dei fattori. Il
primo è valutato ai prezzi effettivamente rilevati. Il secondo
è eguale
al
primo meno le imposte indirette e più i sussidi alla produzione.
Prodotto interno lordo pro-capite
(Per
capita Gross
Domestic Product) È il prodotto interno lordo di un Paese
diviso
per il
numero degli abitanti dello stesso.
Prodotto (o
reddito) potenziale (o di pieno
impiego) (Potential o full employment
product) II prodotto (o
il reddito) interno lordo o nazionale che si avrebbe se la forza lavoro
e gli
altri fattori produttivi fossero pienamente utilizzati e tutti fossero
impiegati al loro livello normale di intensità.
Produttività (Productivity)
Può essere media (cioè il
prodotto diviso per la quantità del fattore considerato) o
marginale
(cioè la
derivata del prodotto rispetto al fattore).
Programmazione (Planning)
È un insieme coordinato di
politiche economiche mirante a raggiungere degli obiettivi prefissati
di
politica economica. Nei Paesi socialisti diretti dal centro la
programmazione
(pianificazione) soppianta in larga misura il mercato; nei Paesi
capitalisti
essa cerca invece di correggere le disfunzioni dello stesso.
Profìtto (Profit)
È negli schemi della microeconomia la differenza fra i ricavi
totali e
i costi
totali. In macroeconomia la definizione dipende dall'approccio seguito.
Per
Kaldor, ad esempio, il profitto complessivo è la differenza fra
reddito
e monte
salari.
Propensione marginale al consumo (Marginal
propensity to consume) È la
derivata del consumo rispetto al reddito (dC/dY),
oppure la variazione del consumo diviso per la variazione del reddito (DC/DY) (1.9).
Propensione marginale al risparmio (Marginal
propensity to save) È la
derivata del risparmio rispetto al reddito (dS/dY),
oppure la variazione del risparmio divisa per la variazione del reddito
(DS/DY) (1.9).
Propensione media al consumo (Average
propensity to consume) E il
valore del consumo diviso per il valore del reddito (C/Y)
(1.9).
Propensione media al risparmio (Average
propensity to save) È il valore
del risparmio diviso per il valore del reddito (S/Y).
Reddito (nazionale lordo) (Gross
National Income) È la somma dei
redditi guadagnati dai fattori produttivi del Paese considerato.
È
quindi
eguale ai redditi (salari più stipendi più interessi
più rendite più
utili
ecc.) distribuiti alle famiglie nazionali dalle imprese nazionali ed
estere o
dalla pubblica amministrazione più gli utili non distribuiti
dulie
imprese
nazionali (al lordo degli ammortamenti). (Cfr. anche Prodotto).
Risparmi (Saving)
Reddito non consumato (Y - C). Il
risparmio può essere realizzato dalle famiglie, oppure dalle
imprese
(utili non
distribuiti) o dalla pubblica amministrazione se le entrate correnti
sono
maggiori delle spese correnti.
Rivalutazione (di una moneta nazionale) (Appreciation,
Revaluation) Si ha
allorché nel cambio il valore di una moneta (ad esempio la lira)
aumenta
rispetto a quello di altre monete nazionali.
Saggio di preferenza intertemporale (Time
preference rate, nel caso di un
governo o di una collettività anche Social
discount rate) L'incremento relativo da applicarsi a un guadagno
futuro per
renderlo equivalente a un identico guadagno nel tempo presente. Per
esempio, se
il saggio è del 10% per ogni periodo, l'utilità di 110
lire fra un
periodo è
pari a quella di 100 lire oggi. Queste ultime equivalgono in tal modo a
110/(1
+ r) dove r è il saggio in
questione.
Salari (Wages)
Remunerazioni a fronte delle prestazioni lavorative svolte da tutti i
lavoratori dipendenti, o dai soli operai e assimilati se si distingue
fra i salari operai e gli stipendi di
impiegati, tecnici e
dirigenti. I salari unitari si
riferiscono ai salari per dipendente o per ora lavorata: il monte
salari si riferisce all'ammontare
complessivo dei salari erogati in un dato sistema economico.
Schema di riproduzione allargata Nella terminologia
marxiana si tratta della rappresentazione schematica di un'economia a
due
settori (settore dei beni di consumo e settore dei beni d'investimento)
che
esprime le condizioni di scambio fra i settori che vanno rispettate
affinché vi
sia crescita in equilibrio.
Schema di riproduzione semplice Nella terminologia
marxiana si tratta di uno schema a due settori analogo a quello della
riproduzione allargata, ma in cui non vi è crescita, ma
stazionarietà
perché
l'economia si riproduce sempre allo stesso livello di produzione.
Spesa aggregata Cfr. Domanda
aggregata.
Spesa pubblica (Public
expenditure) In senso lato
include la spesa per gli stipendi dei pubblici dipendenti e per
l'acquisto di
beni e servizi da parte della pubblica amministrazione (spesa pubblica
in senso
stretto = G) e i trasferimenti alle
famiglie ed alle imprese.
Svalutazione (di una moneta nazionale) (Devaluation,
depreciation) Si ha
allorché il valore di una moneta (ad esempio la lira) si riduce
rispetto a
quello di altre monete nazionali.
Stabilizzatori automatici (Automatic
stabilizers) Caratteristiche
istituzionali di un'economia che operano per loro natura in modo
anticiclico,
senza che siano necessari provvedimenti specifici. L'esempio più
tipico
è
l'imposta progressiva sui redditi.
Stagnazione (Stagflation)
Il contemporaneo verificarsi di recessione o ristagno (STAGnation) ed
inflazione (inFLATION).
Tasso d'attività (Activity
rate) È dato dal rapporto fra
la forza di lavoro e popolazione.
Tasso di cambio (Rate
of exchange) È il tasso a cui la
moneta nazionale di un Paese viene scambiata con quella di un altro
Paese. Se,
ad esempio, un dollaro vale 1.300 lire, il cambio del dollaro è
1.300.
I tassi
di cambio possono essere fissi (come
erano per l'Italia nel secondo dopoguerra dal 1949 sino agli inizi del
1973) o flessibili (o fluttuanti). Nel primo
caso non possono scostarsi che marginalmente da determinate
parità
fissate in
sede fmi. nel secondo caso possono fluttuare liberamente.
Tasso di crescita (di una variabile) (Growth
Rate) Tasso di variazione in
aumento. Cfr. Tasso di
variazione.
Tasso di crescita (economica) (Rate
of economic growth) Tasso di
crescita del PIL, o talvolta del PIL pro-capite,
di un Paese.
Tasso di disoccupazione (Unemployment
rate) Disoccupazione (in
senso ampio) divisa per la forza lavoro (in %).
Tasso di disoccupazione naturale (Natural
unemployment rate) II tasso di
disoccupazione che verrebbe a determinarsi nel lungo periodo
nell'economia se
valessero le condizioni dell'equilibrio economico generale walrasiano.
Per
Friedman esso corrisponde ad una curva di Phillips-Friedman verticale e
non può
essere modificato da politiche della domanda aggregata.
Tasso d'inflazione (Inflation
rate) Tasso di variazione del
livello generale dei prezzi in un dato periodo di tempo.
Tasso d'interesse (Rate
of interest) II compenso
(l'interesse) pagato a chi ha concesso un prestito per un certo periodo
di
tempo in % dell'ammontare del
prestito. Se ad esempio si sono prese a prestito 100.000 lire, e si
pagano
10.000 lire per interessi all'anno, il tasso d'interesse annuo è
del 10%
(cfr. anche Tasso di
rendimento). Vi
è il tasso d'interesse nominale e quello reale,
misurato approssimativamente dalla differenza fra il tasso d'interesse
nominale
e il tasso d'inflazione.
Tasso di occupazione (Employment
rate) L'occupazione divisa
per la popolazione, oppure per la popolazione in età lavorativa
(in %).
Tasso di profitto (Rate
of profit) II profitto diviso per
il valore del capitale impiegato. Per Marx esso è dato dal
plusvalore
diviso
per la somma di capitale fisso e capitale variabile.
Tasso di rendimento Ciò che rende
un'attività (ad esempio un titolo) in %
della somma spesa per acquisire il titolo stesso. È importante
ricordare che vi
è una relazione inversa
fra
prezzo, o
quotazione, dei titoli e tasso di rendimento. Supponiamo, ad esempio, di
avere un titolo dal prezzo iniziale di due milioni che renda in
perpetuo il 5%
(e cioè 100.000 lire) all'anno e per cui non sia previsto il
rimborso
del
capitale. Se il tasso di rendimento corrente sui titoli di nuova
emissione
passa al 10% il prezzo del nostro titolo originario scenderà a
mezzo
milione,
perché esso dà come interessi esattamente la metà
di un titolo di un
milione di
nuova emissione.
Tasso (ufficiale) di sconto (Official
discount rate) Il tasso
d'interesse che la banca centrale applica nelle operazioni di risconto
alle
banche (in pratica nel concedere prestiti a queste ultime). In questo
senso
viene spesso definito, anche se impropriamente, "costo del denaro".
Dato che le banche chiedono credito alla banca centrale soprattutto per
finanziare la propria clientela, un suo rialzo (ribasso) determina in
genere un
rialzo (ribasso) dei tassi praticati dalle banche.
Tasso di sviluppo (economico) (Rate
of economic development) Cfr. Tasso di crescita
economica.
Tasso di variazione (Rate
of change) La variazione (cioè il
cambiamento, ad esempio in un anno) di una variabile divisa per il
valore
iniziale della stessa.
Variazione (Change)
Differenza, maturata ad esempio
in un periodo di tempo, fra il valore iniziale e il valore
finale di una variabile.
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