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  La truffa delle banche

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  •  ahmbar
      ahmbar
La truffa delle banche
#1
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 25/3/2007
Da Milano
Messaggi: 1785
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Dal blog di Beppe Grillo

Mario Draghi e la truffa Goldman Sachs
Evasione a due velocità – da “Le repubblica delle Banche” di Elio Lannutti, presidente e fondatore dell’ADUSBEF.


Quando i truffatori del fisco sono le grandi banche, accusate di aver messo in piedi una gigantesca frode fiscale per 4,3 miliardi di euro, lo Stato italiano diventa distratto e reticente. Anche molti giornalisti diventano novelli smemorati di collegno. Lehman Brothers, Goldman Sachs e J.P.Morgan, alcune tra le principale banche d’affari mondiali, hanno frodato il fisco italiano per la somma di 4,3 miliardi di euro, l’ammontare di una mezza legge finanziaria.
Quasi nessuno però ne parla, per non disturbare il manovratore, ossia il Governatore della Banca d’Italia Draghi implicato fino al collo nello scandalo.
Nessun TG e nessun organo di informazione – abitualmente così solerti nel dare la caccia agli evasori – ha dato risalto a questa colossale frode ai danni dello Stato.Solo l’Espresso, in un articolo del 1 giugno 2007 di Primo De Nicola, racconta nei dettagli la notizia, che non viene rilanciata da nessun giornale.



Cosa avevano fatto le banche, per appropriarsi di una montagna di soldi?
Avevano messo in piedi una gigantesca truffa ai danni dello Stato, consumata con i pacchetti azionari di investitori di ogni angolo del globo: europei, americani, asiatici, australiani.
Per riuscire a spillare denaro, era stato loro sufficiente chiedere il rimborso del credito d’imposta sui dividendi delle società italiane, facendo credere di averne diritto.

“Secondo la Procura della Repubblica di Pescare, banche americane e altri istituti di credito erano riusciti a mettere le mani su una torta miliardaria.
Passando al setaccio oltre 40000 richieste di rimborso del credito d’imposta sui dividendi per gli anni 1999-2003, il Procuratore capo di Pescare, Nicola Trifuoggi, e i suoi sostituti Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli hanno portato alla luce le dimensioni colossali del raggiro.

La scoperta della truffa sui rimborsi – nome in codice “Easy credit”- risale al 2005 quando, dopo una indagine sulle richieste di rimborso inoltrate da società inglesi, il gruppo repressioni frodi della Guardia di Finanza di Roma ha trasmesso un rapporto alla Procura di Pescara, competente per territorio, visto che nella città abruzzese ha sede l’agenzia delle entrate.
Secondo la legislazione, il diritto al credito d’imposta sui dividendi spetta unicamente alle società e agli enti residenti in Italia.” (articolo di De Nicola, 2007)

Cosa hanno fatto le tre banche d’affari per mettere le mani sui rimborsi miliardari italiani?
Si sono fatte prestare temporaneamente – in ogni angolo del mondo – da fondi di investimento e istituti di credito delle più svariate nazionalità, dei pacchetti azionari, in maniera che, al momento dello stacco del dividendo delle società italiane, queste azioni risultassero di proprietà delle loro filiali inglesi.
Lehman Brothers International Europe, Goldman Sachs International e J.P.Morgan Securities Limited, tutte e tre con sede a Londra e perciò titolate a chiedere il rimborso.
Una volta incassato il dividendo e maturato il credito, tempo qualche settimana, i titoli azionari venivano restituiti agli effettivi proprietari.

E’ un caso tra i tanti.

Il 23 marzo 2001, Banca Intesa riceve dalla Deutsche Bank di Londra l’ordine di prelevare 3 milioni di azioni ENI da un proprio conto, per girarle a quello della Lehman Brothers International acceso presso la Citibank di Milano.
Il 5 maggio puntualmente le azioni entrano sul conto milanese della Lehman.
Il 18 giugno avviene lo stacco del dividendo ENI e meno di un mese dopo, maturato il diritto al rimborso, le azioni fanno il percorso inverso e rientrano sul conto londinese di Deutsche Bank.
In quei giorni sono state fatte migliaia di operazioni di questo genere.
Lehman Brothers International Europe, per esempio, rispetto ad una giacenza media nell’intero arco del 2001 di 5 milioni e 400mila azioni ENI, nel mese di giugno vedeva il numero dei titoli petroliferi registrati sul proprio conto milanese superare i 155 milioni..

Grande performance, ma non la sola.
Anche Goldman Sachs e J.P.morgan sono state attivissime.
La prima , rispetto ad una giacenza media annuale di meno di 50000 titoli ENI, sempre nel giugno 2001 arrivava a possederne 355 milioni.
La lista degli accusati potrebbe essere molto lunga, con un totale di circa 4500 soggetti finanziari coinvolti. (articolo di De Nicola, 2007)
Sul banco degli imputati ci sono le case madri delle filiali europee di Lehman, Goldman e J.P.Morgan, che avevano richiesto al fisco 709 milioni di euro di rimborsi, più di 600 dei quali non dovuti.
Le accuse sono pesantissime, prima tra tutte quella di TRUFFA AI DANNI DELLO STATO.
[…]
Un aspetto delicato della vicenda riguarda proprio la Goldman Sachs International di Londra.
Negli anni incriminati, vicepresidente e mangino director della Goldman Sachs era MARIO DRAGHI, divenuto governatore della Banca d’Italia a fine dicembre 2005.
[…]
Scrive la Guardia di Finanza nel rapporto: “Si può ragionevolmente ipotizzare che le maggiori istituzioni finanziari estere abbiano costituito un vero e proprio CARTELLO, finalizzato a effettuare in Italia operazioni di “lavaggio dei dividendi”.
Le banche hanno assoldato i migliori fiscalisti per tentare di difendersi. Grazie a loro, le tre banche d’affari hanno raggiunto un accordo con il sostituto procuratore Di Florio, sperando di chiudere la partita.

ADUSBEF scriveva in una lettera inviata al ministro Padoa Schioppa il 25 ottobre 2006.
“E’ scandaloso e inaccettabile, che il Governo, ben a conoscenza della TRUFFA, non abbia chiarito una vicenda che coinvolge direttamente il governatore della Banca d’Italia come complice.”
“Approfittando delle differenti legislazioni fiscali in vigore nei Paesi europei, la Goldman Sachs International, quarta banca d’affari del mondo, che ha avuto come vicepresidente e responsabile per l’Europa l’attuale governatore della Banca d’Italia Mario Draghi nel periodo incriminato (2002-2005), ha attuato una ingegnosa truffa ai danni dello Stato italiano, per la somma di 600 milioni di euro.
Mediante un sistema fraudolento, la Goldman Sachs, poco prima del periodo del distacco delle cedole, effettuava trasferimento in altri paesi – prevalentemente in Inghilterra – delle azioni di società italiane quotate in borsa, detenute anche da investitori istituzionali, in modo da creare le premesse per eludere la doppia imposizione fiscale; quindi partiva la richiesta di rimborso, ma subito dopo i titoli tornavano in Italia.
Nonostante tali pesanti accuse di frode fiscale ai danni dello Stato, la Goldman Sachs continua in Italia a godere di privilegi inusitati, invece di essere sospesa dall’albo delle banche di riferimento del Ministero dell’Economia in via cautelare, è stata scelta come banca capofila, nel settembre del 2006, in occasione del bond lanciato dal Governo italiano per 3 miliardi di dollari.

Come mai il Tesoro continua ad avvalersi della Goldman Sachs come banca di riferimento privilegiata – anche nel piazzamento dell’ultima emissione di global bond decennali da 3 miliardi di dollari, con scadenza 20 settembre 2016 – in qualità di lead menager?

Come mai si privilegia la GOLDMAN SACHS invece delle BANCHE ITALIANE o EUROPEE?
Come mai il ministro Padoa Schioppa, ha rinnovato il mandato alla Goldman Sachs, che ha in MARIO MONTI l’alto dirigente per l’Europa, invece di depennarla per giusta causa dall’elenco delle banche di riferimento?

E’ gravissima la frode della Goldman Sachs da 600 milioni di Euro, ai danni dello Stato e dei contribuenti, ma è cosa ancor più grave che il ministro Padoa Schioppa, chiuda entrambi gli occhi per non vedere una grave danno agli interessi della collettività.




Per queste ragioni si chieda alla Procura l’apertura di una indagine volta ad accertare se, nei comportamenti descritti, non siano state concretizzate gravissime violazioni a danno dello Stato volte a favorire interessi privati in atti pubblici e se gli interessi di una banca d’affari possano prevalere sugli interessi generali dell’Italia”.
_________________
Per chi desidera informarsi sulla piu' grande menzogna dell'era moderna
FAQ 11 settembre 2001
Inviato il: 14/9/2008 7:42
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  •  dr_julius
      dr_julius
Re: La truffa delle banche
#2
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 11/8/2006
Da
Messaggi: 1637
Offline
sono senza parole.
Grazie, ma davvero grazie, della segnalazione.
_________________
Per rifornire di elettricità un terzo dell’Italia, un’area equivalente a 15 centrali nucleari da un gigawatt, basterebbe un anello solare grande come il raccordo di Roma. (Carlo Rubbia)
Inviato il: 14/9/2008 23:21
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Re: La truffa delle banche
#3
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 23/2/2006
Da
Messaggi: 1460
Offline
Perché questa notizia non mi sorprende?
Forse perché moltissimi politici di vari governi -presidenti del consiglio inclusi- provengono da quelle banche.. Forse perché molti presidenti della repubblica sono prima stati governatori della banca d'italia.. Forse perché le banche ne fanno di ben peggiori (le cifre con cui hanno a che fare banche e istituti finanziari in giochetti più 'raffinati' sono altrettanto da capogiro, se non di più)..
Se qualcuno è interessato, segnalo il libro di Denis Robert "Soldi. Il libro nero della finanza internazionale" (titolo originale "Révélation$").
Piuttosto mi stupisco che qualcuno si stupisca che la politica non alzi un dito in questi frangenti..
Inviato il: 15/9/2008 10:28
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