Suggerisco un punto di vista alternativo
quello più "meccanicamente" umano.

La mente (intesa come risultato elaborativo neurale
tra esperienze aquisite e stimoli sensoriali)
é in perenne stato allucinatorio.

In sostanza non é possibile per un essere vivente
intelligente (uomo compreso) "sapere" la realtà,
ma é possibile "percepirla", dove percepire significa
esattamente "interpretare" uno stimolo sensoriale,
associandolo a una esperienza acquisita e/o una conoscienza
che sia nel frattempo salita nella gerarchia astrattiva.

Sto dicendo che se "vedo un fantasma", non posso:
1. affermare con ragione che sia realmente un fantasma
(non essendo esperienza comune non ho certezze)
2. affermare con senso logico che non lo sia (i miei sensi
mi suggeriscono qualcosa di cui non ho conoscienza)
3. affermare "di vedere" senza sapere se guardo con
i sensi o solo con la mente
4. non osservare che la mia affermazione é implicitamente
un ossimoro

Tale ragionamento é applicabile per qualunque cosa di cui si ha esperienza.
Tutto ciò che percepiamo come "solido" e che indichiamo come "realtà"
é solo ciò che viene confermato sensorialmente nel tempo.
Ma ciò che rimane identico ai sensi, non é detto che lo rimanga e non é detto
che non stia evonvendo oltre i sensi. Ad esempio il sole appare sempre uguale,
ma sappiamo bene che non é così.

Ciò che dico non vuole eliminare con un ragionamento la presenza
di qualcosa oltre l'uomo, anzi, vuole porre in equilibrio l'idea "di un occulto",
con noi stessi, far tremare sotto i piedi dell'uomo convinto
la terra che lo sostiene.