Citazione:
vuotorosso ha scritto:
Citazione:Guarda che l'unico REALE "esercizio del potere" previsto dalla definizione di democrazia è l'esercizio del diritto di voto.
Pispax, questo che hai scritto tu e' esattamente il limite che (a quanto pare con un italiano pessimo) ho sempre definito io.
Democratico e' chiedere a tutti il loro parere/voto e basta. Poi la decisione non puo' essere democratica, con l'eccezione nei casi di unanimita'. Di li il discorso sulla dittatura delle maggioranze (con l'ovvio prerequisito che la maggioranza sia compatta) e sui limiti oggettivi della democrazia, quella che esiste per lo meno.
Questo è quanto può offrirti la democrazia.
Non ti offre niente di più.
C'è una differenza nettissima fra "esercizio del potere" e "titolarità del potere".
Il popolo è SOVRANO ed è pieno TITOLARE del potere.
Nella democrazia rappresentativa (cioè tutte quante) invece l'ESERCIZIO del potere viene delegato a rappresentanti scelti dal popolo.
E' troppo poco? Nessun problema su questo.
A volte lo penso anch'io.
Però ogni soluzione che mi viene in mente si rivela essere un vicolo cieco.
Per dire, il "popolo" dovrebbe avere maggior potere decisionale? Dovrebbe avere un maggior ESERCIZIO del potere?
Bella domanda.
Tocca anche ricordarsi che tiamo parlando dello STESSO popolo di "puttane" che, secondo i grillini, (non secondo me) si è venduto per soli 80 euro.
Per quanto mi riguarda stiamo parlando dello stesso popolo che nel 2008 ha aumentato del 2% (oltre un milione di persone, eh) i voti a Berlusconi solo perché il Milan aveva comprato Balotelli. Lo stesso popolo che vede la tiratura dei giornaletti scandalistici superare di qualche centinaio di volte la tiratura dei periodici specializzati in faccende politiche (NON gli organi di partito). Lo stesso popolo che impiega la maggior parte del tempo passato su internet a seguire youporn; subito dopo ricette di cucina, moda, e ancora pettegolezzi.
Possiamo pensare che un problema c'è.
Restando in termini astratti, "Democrazia" bene o male è una cosa che può esistere solo perché si basa sulla pubblica OPINIONE.
Già questo genera dei problemi perché la la pubblica OPINIONE è manipolabile piuttosto facilmente. E lo è tanto più facilmente quanto più il popolo è stupido, fermo restando che è tranquillamente manipolabile anche l'opinione delle persone più intelligenti.
Però in qualche modo il sistema riesce a reggere, e possiamo pensare di farlo reggere ancora meglio.
Per esempio, limitando il discorso ai media (che è solo un aspetto piuttosto piccolo del problema), rimediando ai problemi esistenti, magari spendendo soldi pubblici per AUMENTARE la molteplicità delle voci che il popolo ascolta nei media.
Il ragionamento sull'"opinione" sta alla base di tutto.
Per millenni si è negato ogni accesso al potere da parte del popolo sulla base della tesi che il popolo era privo di reale "CONOSCENZA".
Oltre al problema dell'istruzione (che allora si poneva, oggi si pone molto meno) il succo era che il popolo avrebbe dovuto decidere di cose su cui non sapeva un cazzo.
L'argomento, ahimè, era fondato.
A un allevatore di maiali si poteva chiedere tranquillamente un giudizio rispetto a come allevare meglio i maiali. Ma se solo si spostava il problema su come e perché si dovesse incrementare l'allevamento di maiali nella Contea (o nella Regione, o quello che credi) già la risposta diventava molto meno affidabile. Se poi si chiedeva il suo PARERE VINCOLANTE rispetto, che so, alla necessità di diminuire o aumentare i dazi doganali sul mercurio, si faceva prima a tirare una monetina in aira e giocarsela a testa o croce.
E quindi si NEGAVA che il popolo dovesse avere un qualsivoglia potere. Il popolo "non sa"; e allora le decisione le deve poter prendere solo ed esclusivamente "chi sa".
E come fa, "chi sa", a sapere le cose che sa?
Le sa perché fin dall'infanzia è stato EDUCATO a saperle. Ad affrontare questi problemi.
E' stato educato proprio da suo padre, il Duca Conte, quindi è una garanzia.
Insomma, per arrivare a "suffragio universale" partendo da "nessun tipo di suffragio", la strada è stata lunga, difficile e tortuosa.
Il nodo del problema bene o male è questo.
Ora tocca saltare parecchi passaggi (scusa), ma le cose che ho detto credo bastino per capire che per passare da "titolarità" del potere a "esercizio" del potere, nel senso di esercizio DIRETTO e VINCOLANTE del potere, tocca passare anche da "opinione" a "conoscenza".
Proprio nel senso greco di "episteme", cioè conoscenza diretta e consapevole delle cose.
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Comunque affrontiamolo, questo nodo.
L'ISTRUZIONE basta per avere CONOSCENZA?
A leggere anche solo questo thread direi di no. Verrebbe da pensare che l'istruzione DA SOLA non basta per un cazzo a fare da argine alla superficialità.
Ma questo è solo un esempio, eh.
Volendo ce ne sono migliaia di altri. Il fatto è che il problema è autodimostrante: non esistono motivi per cui, che so, un medico chirurgo possa esprimere una votazione pienamente consapevole su una legge che riguarda TUTTI su un problema differente dalla medicina (e spesso ha le idee molto confuse anche sulla parte economica della medicina e della gestione ospedaliera)
Ora però le cose sono cambiate.
Ora c'è
internet.
INTERNET+ISTRUZIONE bastano per avere CONOSCENZA?
Internet + istruzione possono bastare, DA SOLE, a garantire un livello di "episteme" tale da permettere al popolo di ESERCITARE DIRETTAMENTE il potere?
Qui le cose si fanno più interessanti.
Teoricamente si, possono. Ma in pratica?
Ti propongo la stessa verifica che ho fatto io. L'ho fatta l'anno scorso in un mese che ero in CIGO.
Prova, PER UN MESE, a seguire il calendario dei lavori parlamentari PER INTERO.
Votazioni su leggi, mozioni, disegni di legge e regolamenti.
Internet ti permette di farlo con tranquillità. Ti prendi il calendario dei lavori e segui tutti i riferimenti. Quando si parla di modifiche a leggi esistenti, puoi leggere la legge da modificare, e volendo (anzi, DOVENDO) anche ripercorrere il dibattito che motiva le ragioni per cui all'epoca si decise di fare proprio quella legge lì.
Idem sui regolamenti, che sono la parte più scabrosa.
Hai mai visto l'ordine del giorno di un calendario parlamentare?
Bene, questo è il momento giusto per farlo.
E poi decidere DI VOLTA IN VOLTA come votare su ogni singolo provvedimento, simulando che il tuo voto sia assolutamente VINCOLANTE.
Devi farlo PER UN MESE.
L'impresa non è impossibile. Quello di cui io mi sono accorto è che, bene o male, riesco SPESSO a raggiungere un livello di "episteme" piuttosto buono sui vari problemi.
Spesso, non sempre.
Per dire, quando si parla di robe tipo lo stanziamento di fondi per bonificare una valle in Sicilia o per il cambio di destinazione d'uso di una classe di edifici storici in Friuli (sono solo due esempi) allora arranco moltissimo. Tocca anche andare nelle cronache locali a provare a capire un dibattito molto intricato. Quando si parla di temi più dibattuti a livello nazionale (che so, i rigassificatori) tocca andare a vedere le proiezioni di spesa non tanto per la costruzione quanto per l'approvvigionamento del gas. E via così.
Insomma, per poter decidere DIRETTAMENTE e in modo VINCOLANTE occorre una buona "episteme" dei problemi.
Per quanto riguarda me mi sono accorto che riesco a raggiungerla con molte difficoltà e mai nella totalità delle volte. Se mi va di culo forse ce la faccio per la metà.
L'altra cosa di cui mi sono accorto è che questa ricerca dell'"episteme", che è la condizione NECESSARIA per esercitare il voto CONSAPEVOLE (mica vorrò votare qualcosa in modo VINCOLANTE restando
inconsapevole del reale problema, no?)
mi ha sempre portato via più di dieci ore al giorno.
Detto in altre parole, per avere un 50% di successi e non dover ripegare ancora sull'"opinione" dovevo impiegare più tempo di quello che mi serve per andare a lavorare e guadagnarmi il pane.
In bocca al lupo col TUO esperimento. Forse a te andrà meglio.
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Anche se sono certo che una banda di sciocchi cercherà con ogni sua forza e contro ogni evidenza di interpretare questo discorso come una posizione
elitista (ammesso e non concesso che sappiano
che cos'è, l'Elitismo), il problema si pone lo stesso.
Nella Mitica Atene eppure la famosa Democrazia Diretta funzionava?
Vero.
Infatti funzionava proprio nel modo che dico io.
Intanto funzionava restringendo i confini della parola "popolo".
Atene nel massimo del suo splendore aveva più di un milione di abitanti, ma i "cittadini" chiamati a decidere non sono stati MAI più di 200.000.
Pur essendo cittadini che conoscevano direttamente OGNI problema, visto che Atene territorialmente era piuttosto piccola, erano anche persone che dedicavano moltissimo tempo alla
politica. Potevano farlo perché avevano gli schiavi (che non votavano) a lavorare per loro, e avevano le mogli (che non votavano) a badare al'andamento della casa.
Inoltre anche nella mitica Democrazia Diretta Ateniese le cose non è che funzionassero benissimo. I problemi che denunci tu non erano comunque risolti. Aristotele denuncia la "Democrazia" come una forma di depravazione della
politeia: e lo fa proprio perché vedeva come i cittadini più ricchi COMPRASSERO il voto (diretto e vincolante, eh. Quello era un reale "esercizio" del potere) dei cittadini più poveri organizzando feste e facendo regali.
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Insomma, se dici che la "democrazia è limitata" sono assolutamente d'accordo con te.
I limiti ci sono, e sono grossi.
Però non dobbiamo neppure dimenticare che questi "limiti", nel concetto di democrazia, sono dovuti a un processo di prove e errori che ha generato soluzioni che servivano a evitare i limiti ANCORA PIU' GROSSI che nel corso dell'evoluzione democratica (intesa come forma di governo) si sono ampiamente verificati.
Un esempio sciocchino?
Per evitare che l'opinione pubblica fosse influenzata solo ed esclusivamente dall'
elite economica, fu introdotto il finanziamento pubblico ai giornali. Basta con la schiavitù della pubblicità: i giornali debbono poter sopravvivere COMUNQUE, e poter far sentire, ognuno di loro e nella misura che vorranno, una voce DIVERSA.
Si dice che l'esperimento è andato male e vanno aboliti i finanziamenti pubblici ai giornali? Mi sta benissimo: basta sia chiaro che torneremo a avere giornali che influenza l'opinione pubblica che sono governati ESCLUSIVAMENTE dall'
elite economica, che determina le loro varie posizioni "politiche" concedendo o negando la loro pubblicità a una testata piuttosto che a un'altra.
Insomma, fino a quando il gioco è sulla denuncia dei problemi è comunque un gioco molto facile.
Quando si passa sul terreno del "e tu come faresti a RISOLVERLI, questi problemi?", allora si entra in un territorio parecchio minato.
E di solito su queste robe si apre la Fiera della Cazzata.