Re: Costituzione della Repubblica Democratica Egualitaria Italiana
#1
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 30/9/2006
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cerco solo di elaborare una soluzione per i problemi della nostra societa', chi ha elaborato proposte migliori le condivida perfavore.
Dopo il superamento della schiavitú, la tappa che resta da superare è che nessun lavoro umano possa essere merce. Questo il punto saliente che il nuovo cristianesimo risolverà. La Triarticolazione dell’ordinamento sociale stacca la merce dalla forza lavoro; quindi in avvenire gli uomini compreranno e venderanno solo merce, solo prodotti esteriori, solo quanto è separato dall’uomo, e l’uomo lavorerà per il suo prossimo per amore fraterno. …La via per arrivare a tale meta sarà magari lunga, ma nulla all’infuori di questo, e questo soltanto, potrà risolvere il problema sociale. Rudolf Steiner, Esigenze sociali dei tempi nuovi, Ed. Antroposofica, Milano 1971, p. 293
Condivise,la storia della repubblica fondata sul lavoro puzza tanto di squadra e compasso,non credo esista niente di più ignobile del detto chi non lavora non mangia,un individuo dovrebbe per diritto di nascita aver garantito il diritto alla sussistenza,è la base del principio di libertà individuale,nessuno deve avere la possibilità di schiavizzare un altro essere umano attraverso il lavoro
Accoppiare il lavoro col salario è una caratteristica di questa cultura di superficialità,e questa cultura viene redenta se capisce che vedere un nesso tra lavorare e prendere soldi è un abisso di disumanità
Napolitano parla come te,diritto al lavoro,la costituzione italiana è fondata sul diritto al lavoro propio in quanto creata da un esercito di gente con uno strano grembiulino Comprendo quanto possa risultare complicato accettare questa idea,ma credimi,nulla all'infuori di ciò potra risolvere il problema sociale NULLA
Per spiegare l’arretratezza del principio che il lavoro fosse messo in vendita, Rudolf Steiner usò l’esempio della schiavitú: essa era stata superata, si doveva andare avanti. L’umanità era pronta per affrontare una seconda tappa evolutiva: lavorare per il prossimo, donando il proprio contributo con fraterna e disinteressata generosità. Egli disse: «L’uomo lavorerà per il suo prossimo per amore fraterno …La via per arrivare a tale meta sarà magari lunga, ma nulla all’infuori di questo, e questo soltanto, potrà risolvere il problema sociale». Questa affermazione sottintende due cose che a quell’epoca parevano utopiche: che si lavorasse volentieri per gli altri e che si percepisse un contributo economico indipendentemente dal lavoro svolto. Ovvero: volontariato e reddito di fratellanza. Il principio veterotestamentario del lavoro come dovere-sofferenza evolveva cristianamente trasfigurandosi sotto forma di amore-donazione.
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