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Calvero ha scritto:
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.. conditio sine qua non ..
... aiuto ... come sto ignorante
Ma no, tranquillo: seguiva "una condizione imprescindibile". Che è sinonimo.
Comunque "conditio sine qua non" vuol dire: condizione senza la quale non [si può procedere oltre].
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Citazione:le masse hanno vettori di movimento che ai singoli sfuggono; che abbiano "un'anima" più grande, più primitiva (e più saggia nella sua intuitività) di quella che si possono permettere i singoli.
Non so se ho compreso bene.
Io credo in peculiarità umane di ottimissima fattura che si sono eclissate (ma non spente) man mano, nei tempi moderni. La "sfiga" ha voluto che quando si era schiavi e più schiettamente sotto Padroni nei giochi dell'Ancien Regime - a poco e niente serviva essere individualmente vettori di un anima speciale
Tu vuoi vedere una Storia progressiva e che non torna sui suoi passi e/o non ripete i suoi meccanismi e cicli.
Io dico che invece ci sono i corsi e ricorsi. Che tutto sommato la storia è una storia di conflitti per il potere. In senso ampio: intere categorie, classi sociali, popolazioni, si affacciano sul palco della storia con la pretesa di essere loro gli attori e di scalzare o dividere il potere coi precedenti attori.
In questi quadri, così ampi, poco e niente serviva il "beau geste" individuale. Prima, durante e dopo l'ancien regime (termine che dovrebbe indicare il "prima" del passaggio dalle monarchie assolute agli stati nazionali, o, marxianamente, il farsi avanti della borghesia come protagonista)
Qualunque "episodio" vuoi citare io lo inquadrerò come il semplice coagulo della situazione di allora.
Anche nell'antichità, dove le strutture sociali di tipo feudale permettevano all'azione di un singolo condottiero di avere un impatto notevole sulla storia, le cose finivano per andare dove la situazione storica imponeva.
Gengis Kahn sarebbe stato sempre un capo eccezzionale, ma non sarebbe andato lontano se non avesse cominciato le sue campagne dalla Cina, dove la dinastia Xia era in decadenza e non riusciva a controllare le province.
Questo gli diede enormi ricchezze e la fama di invincibilità, con le quali costuì il più vasto impero
terrestre di tutti i tempi.
A parte i "piccoli" imperi come la Persia (sempre in fase di contrazione), anche in Europa incontrò poca opposizione perché i regni orientali erano allo sbando (come controllo centrale del Sacro Romano Impero, intendo) dalla lunga contesa fra papato e impero.
Suo nipote ed erede Kubilai fu altrettanto eccezzionale (anche come "tecnico" di buon governo), e portò l'impero alla sua massima estensione. Ma tentò due disastrose invasioni del Giappone, che non era per niente in decadenza. Poi del Vietnam, razzaccia di combattenti feroci che sventarono due invasioni non ostante una spaventosa inferiorità numerica. La perdita della fama di invincibilità dei mongoli, le enormi tassazioni imposte per le guerre (infruttifere) mandarono in vacca tutte le sue riforme e il rispetto fra le popolazioni sottomesse (che per tutto il resto godevano ben volentieri di una pace, prosperità e tolleranza etnico-religiosa sconosciute nel resto del mondo).
La parabola dell'impero mongolo si chiudeva, senza "colpa" da parte del suo eccellente imperatore, se non quella di aver tentato di "frorzare la mano" alla Storia tentando di far cadere dei nemici che non avevano "fatto il loro tempo" dal punto di vista dell'evoliuzione interna.
Ancora più eclatante è l'esempio del "nostro" Federico II di Svevia.
Un sassone che si trovò magnificamente bene nel dolce clima delle due sicilie. Eccellente uomo, colto e pacifico, viveva nel periodo del conflitto di civiltà fra cristiani e musulmani.
Richiesto dal Papa di bandire una crociata, non ne aveva alcuna voglia: Federico parlava arabo (malissimo il tedesco) e apprezzava la cultura e civiltà (allora più avanzata e raffinata della rozzezza occidentale).
Nicchiò il più possibile fino alla scomunica, poi bandì una sua particolarissima crociata: andò tranquillamente a parlamentare col "nemico", ottenendo senza gran fatica il permesso per tutti i cristiani di transito e culto sui luoghi sacri della palestina, inclusa l'istituzione di alcune roccaforti di supporto ai pellegrini.
Non contento, essendo vedovo di una spodestata principessa del regno di Gerusalemme, ebbe addirittura dagli arabi il permesso di incoronarsi Re di Gerusalemme, al patto di non fortificare la città.
Quella di Federico fu
l'unica crociata che ottenne la "conquista" di Gerusalemme. E lo fece senza spargere una goccia di sangue, né costare ricchezze e sacrifici ai popoli cristiani.
Ma non era quello che voleva La Storia. Per quanto il dolce Federico ottenne l'agognato diritto di adorare il Cristo in terrasanta, nonché un periodo di pace e di fruttuosi scambi commerciali e culturali, il Papa non solo non gli tolse la scomunica,
ma bandì una crociata contro Federico e calò in Campania con un esercito (e Federico lo mazzolò per bene, ché sempre un teutone cazzuto era, in fondo in fondo).
Alla morte di Federico il pesante carro della Storia si rimise in moto, regalandoci altri 4 secoli di scontro coi musulmani: grazie per il tentativo, Federì, ma mo' lascia lavorare gli adulti.
Citazione:
Oggi l'individuo è la risposta ... e si ritorna ai concetti libertari/anarchici in cui "risolvo" il percorso utile alla crescita personale e della collettività.
Per quanto sopra, e lungamente negli altri post, esposto, mi permetterei un "col cazzo".
Cresci quanto ti pare, ma quello che cambierà qualcosa è la visibilissima crisi del modello occidentale, probabilmente data dal fatto che a un'attore di stazza continentale come gli USA, che prima giganteggiava sugli avversari (col debito distinguo del gigante caduto che era l'impero britannico), adesso si trova davanti ad avversari della sua stessa mole (EU, Cindia e domani Russia e blocco latinoamericano).
Finirà presto la favoletta che una democrazia non ha mai fatto guerra a un'altra democrazia, credo, o quantomeno ci sarà uno sfaccimm' 'e riposizionamento di tutte le gerarchie di potere.
In questo quadro si "riaprirà" (spero) il dibattito su chi siamo, quanto stiamo andando, quando stiamo facendo, perché la risposta è dentro di noi... epperò è SBAJJJATA.