[...]la legge riserva al settore pubblico la proprietà ed il governo esclusivi delle risorse idriche. Resta la gestione che, afferma l’articolo, può essere affidata anche a soggetti privati. Infatti i proprietari delle reti, che sono e restano i Comuni, (aggregati negli ATO, Ambiti Territoriali Ottimali) possono affidare, con gara ad evidenza pubblica, la gestione dei servizi idrici (e solo dei servizi) a società private, miste pubblico/private, o a società interamente pubbliche, se le condizioni del territorio lo richiedano.
Col referendum ci si propone di eliminare questa possibilità di scelta e di tornare (o rimanere) obbligatoriamente alla gestione pubblica. La risposta non può che essere NO
[...]la remunerazione del capitale investito non è che uno fra 10 criteri di cui tener conto nel definire il corrispettivo del servizio. A che serve? Oggi, se l’ente locale vuole, può ricevere un prestito per investire sulla risorsa acqua. Se venisse eliminato il criterio della remunerazione, chi mai presterebbe del denaro? Quindi, anche in questo caso, la nostra risposta è NO, non vogliamo abolire un articolo di puro buonsenso.
Non puoi inviare messaggi. Puoi vedere le discussioni. Non puoi rispondere. Non puoi modificare. Non puoi cancellare. Non puoi aggiungere sondaggi. Non puoi votare. Non puoi allegare files. Non puoi inviare messaggi senza approvazione.