Citazione:
MM87 ha scritto:
Bravo, hai colto lo spirito della statistica, un pò meno quello di "verità" scientifica. Prendiamo questa affermazione:
"dopo il 99% delle somministrazioni del farmaco X il paziente è migliorato, il restante 1% è morto per una reazione allergica"
Cosa se ne può concludere? Di certo, non quello che dici te, cioè che il farmaco va somministrato sempre e comunque. Messa in un modo molto cinico, però veritiero, la comunità dei medici deve decidere a priori quanto è la percentuale di morti per un farmaco tollerabile (un per mille, per milione, ecc.), oppure quanto deve essere elevato il rapporto (vite salvate/persone uccise). Solo dopo questa decisione l'affermazione che l'1% di persone a cui viene somministrato il farmaco X muore può essere applicata.
Bravo, hai colto lo
spirito inganno della statistica, un pò meno quello di
"verità" scientifica "scienza vera".
Per evitare quell'1% di risultato negativo che rappresenta il peggior effetto negativo della scienza (morte di un individuo), la "scienza vera"
rifiuta la statistica e rivoluziona in modo copernicano il paradigma di cura:
non è l'uomo che si deve adattare al farmaco (statistica) ma è il farmaco che si deve adattare all'uomo (scienza vera).
In altre parole ogni uomo dovrebbe avere mappato il suo profilo genetico, fisiologico, pscicologico e sulla base di questo ricevere la cura farmacologica più adatta per superare una patologia incorsa.
Invero questo accade per le persone importanti (VIP), cui viene garantita la più attenta e meticolosa assistenza sanitaria: per tutti gli altri, la massa, vale la medicina della statistica, con tanto di danni collaterali più o meno accertati e accettati come "necessari".
Oggi la scienza vera è riservata alle elites: per tutti gli altri c'è la verità scientifica (il dogma e la sua liturgia statistica).