Arrivano dalla University of Arizona le ultime novità in fatto di 3D e ologrammi, novità che fanno ben sperare in un futuro di telecomunicazioni a distanza sempre più reali e “compresenti”, con scenari finora soltanto immaginati in film di chiara fama.
I ricercatori sono riusciti a generare ologrammi in 3D, trasmessi da un luogo all’altro tramite internet (in meno di un secondo), in grado di aggiornarsi ogni due secondi, e che quindi possono dare una resa del movimento molto meglio percepibile come tale dall’occhio umano. Le immagini di questo genere che abbiamo visto finora erano invece statiche.
Certo, i secondi in questo campo sono unità di misura bibliche, mastodontiche quanto i dinosauri nell’era mesozoica, e lo percepiremo sicuramente nel futuro prossimo, quando queste tecnologie saranno perfezionate al punto da materializzare veramente il nostro immaginario fatto di scene da fiction. Per il momento peṛ si tratta già di enormi passi in avanti.
L’obiettivo ultimo di questa ricerca è la telepresenza olografica, che in termini di comunicazione si traduce nella sensazione di parlare con una persona faccia a faccia, anche se ci si trova a migliaia di km di distanza: una svolta non solo in termini psico-sociali, ma anche in termini pratici, poichè mostrare qualcosa (in ambito professionale ad esempio, durante le teleconferenze) diventerebbe estremamente più semplice anche a distanza, al di là della semplice comunicazione fatta di parole e di espressioni del viso e del corpo.
Il 3D olografico sperimentato da questi ricercatori si avvale di 16 videocamere, in grado di catturare 16 differenti punti di vista e di restituire quindi un’immagine il più veritiera possibile, proiettata poi su uno schermo realizzato in un materiale avanzato e particolare.
Si chiama polimero fotoreattivo ed è un materiale plastico sensibile alla luce su cui si sono fatti passi da gigante: due anni fa, gli stessi ricercatori, riuscivano ad aggiornare l’immagine olografica soltanto ogni 4 minuti. Pensate al progresso fatto, visto che ora l’aggiornamento avviene ogni 2 secondi.
In altri due anni gli scienziati programmano di riuscire a riprodurre l’ologramma in 3D in perfetto movimento, o quasi, con immagini che si aggiorneranno ben 30 volte in un secondo. Il passo successivo sarà poi quello di trasformare i dispositivi e le tecnologie usate in modo che possano essere facilmente utilizzate in ambienti diversi. Poi non ci rimarrà che il teletrasporto.
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