Ora, io credo che il feto sia un essere in sé, la cui sopravvivenza dipende da un altro essere, così come la vita di un neonato dipende da un altro essere. L'obiezione è che il neonato si trova fuori dal corpo della madre. Personalmente, non mi pare una obiezione che regge: la vita si presenta sotto forme a tratti insondabili per noi.
C'è una differenza sostanziale: visto che il neonato è fuori dal corpo della madre, non c'è più alcuna motivazione di ucciderlo, in nessun caso. Anche se - ipotizziamo - dovessimo pensare che nemmeno i neonati sono persone, o perfino che sono spazzatura o creature del demonio fino al compimento del 55esimo anno di età, il dilemma etico non si pone perché non c'è nessuna necessità di porselo. Tanto, appunto, è fuori dal corpo della madre: se proprio non lo sopporti lo fai sparire dalla tua vista e ciccia.
Se si pone il dilemma etico dell'aborto, è perché c'è un conflitto tra gli interessi del feto (presumibilmente nascere) e quelli della madre - dai più frivoli ai più essenziali, indifferentemente - che rende necessario stabilire il confine tra il male e il bene, e tra il male minore e quello peggiore. Se i feti crescessero sugli alberi non ci sarebbe nessun interrogativo da porsi anche qualora non si desse loro alcun valore.
In altre parole, non è da stabilirsi se è lecito uccidere i feti tanto per esercizio di speculazione filosofica, ma se è lecito dare priorità alla madre, e in che misura (o, estendendo, dare priorità alla ricerca sulle cellule staminali, o qualsiasi altra cosa porti vantaggi a discapito di qualcos'altro).
Citazione:
C'è il celebre paradosso del girino/rana che tratta questo argomento. In sintesi, non essendoci un momento preciso in cui con certezza si può asserire il passaggio tra feto e bambino, logica suggerirebbe di astenersi dallo stabilirlo "a tentoni".
Aspetta: il paradosso del girino/rana (o quello del mucchio, o della folla; è uguale) è tale finché vuoi individuare il momento preciso in cui si ha il passaggio da girino a rana. Ciò non toglie che tu possa individuare con certezza almeno due istanti, cioè il primo e l'ultimo, dove hai rispettivamente un girino sicuramente non rana e una rana sicuramente non più girino. Il paradosso, in ogni caso, è dato dall'ambiguità del linguaggio. Se stabilissi - ad esempio - che il girino va considerato "rana" non appena le zampe posteriori sono sviluppate, l'ambiguità si ridurrebbe a un intervallo di tempo molto ristretto, prima del quale o dopo il quale ci sarebbe l'agognata certezza. Questo non dimostra niente, chiaramente, ma permette quanto meno di provare a porsi il problema.
Citazione:
Proprio perchè ci sono verità che noi conosciamo a priori, in quanto esseri umani, verità che nessuna definizione può contenere (il linguaggio limita, e non è in grado di definire tutto il reale). Il concetto di "persona" è una di queste realtà. Io so cosa significa, tu lo sai, ognuno lo sa. Nessuno può definirlo col linguaggio, ma questo non significa che dentro di noi non abbiamo una precisa conoscenza di questo concetto.
Non condivido. Se così fosse saremmo tutti d'accordo, invece c'è chi pensa che l'embrione sia una persona e chi sostiene il contrario. Evidentemente c'è qualcuno che non ha la suddetta precisa conoscenza del concetto.
Citazione:
Noi esseri umani, per quanto razionali, abbiamo anche una capacità di comprendere ciò che ci circonda e che dalla stretta razionalità prescinde, una intelligenza molto più diretta, non mediata, e non per questo meno autentica.
Questa nostra intelligenza non mediata ci dice subito che lì, in quella foto è accaduto qualcosa di tremendo, qualcosa per cui non potrà mai esistere alcuna giustificazione. Poi interviene la ragione che studia la situazione in un modo più analitico. Ed è giusto che sia così. Ma non dovremmo mai trascurare anche la prima impressione, perchè è lo strumento più potente che abbiamo per comprendere ciò che ci circonda.
Non sono d'accordo nemmeno su questo. L'intelligenza immediata serve per le questioni semplici. Per le questioni complesse, e nessuna lo è quanto l'etica, è doveroso astenersi dai preconcetti e dagli istinti e ragionare col massimo rigore possibile: i fattori emotivi possono indirizzarci, ma solo finché non si scontrano col buon senso. L'istinto ci porta ad amare i bambini come ci porta ad abbandonare gli storpi e a considerare nemici gli estranei. Se dessimo priorità all'istinto saremmo ancora allo stesso livello degli uomini delle caverne. Questo non vuol dire che nel caso che stiamo trattando l'istinto abbia torto, ma solo che dobbiamo prima verificarlo. Per esempio la foto sanguinolenta non ci dice nulla: se il feto non è una persona, si tratta di una cosa brutta a vedersi ma non per questo di una cosa malvagia; se il feto è una persona, si tratterebbe di una cosa umanamente disturbante anche qualora si presentasse asciutta e pulita.
Non puoi inviare messaggi. Puoi vedere le discussioni. Non puoi rispondere. Non puoi modificare. Non puoi cancellare. Non puoi aggiungere sondaggi. Non puoi votare. Non puoi allegare files. Non puoi inviare messaggi senza approvazione.