Prendo spunto da questo interessante e provocatorio aritcolo
di Pepe Escobar:
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=7466per aprire una discussione su cosa s'intenda per i tanto decantati
diritti umani.
Un essere umano ha o meno il diritto di andare in giro vestito e
ornato come più gli piace?
Chi stabilisce cosa è giusto o meno indossare?
Perchè il burka no e i tatuaggi e il piercing sì?
Io, ad esempio, detesto i tatuaggi in quanto indicativi di
un'appropriazione volgare e consumistica di una tradizione tribale che
l'Occidente inquina ed offende.
Vedere sulle spiagge d'Italia la popolazione delle sciampiste italiche
tatuate senza eccezione alcuna m'indigna.
Non vorrei vedere questo scempio ma la legislazione italica ed europea
non mi aiuta.
Il burka invece scandalizza.
Vorrei sapere il perchè, se la scelta è autonoma, non forzata e
consapevole.
Se invece una è costretta a portarlo, trattasi di violenza privata
per la quale c'è un'apposita legislazione punitiva.
Altrimenti chiederei anche che le suore si tolgano quel loro ridicolo
abito, vagamente iettatorio nella mia cultura meridionale.
La storiella dei luoghi pubblici in cui bisogna farsi riconoscere non
regge.
Primo, perchè se uno vuol delinquere in un luogo pubblico se ne frega
della legge.
Secondo, perchè anche l'obbligo di non coprirsi il volto nelle
manifestazioni è chiaramente fascista, in quanto facilita la schedatura
degli oppositori politici da parte del governo.
Insomma, impedire ad uno di entrare in banca con un casco da moto
è antidemocratico come la tessera del tifoso, la schedatura di Internet,
i documenti con le impronte digitali, i microchip e via dicendo.