Sorvolando sui benefici agricoli apportati dai sionisti in Palestina(persino Benny Morris afferma esattamente il contrario di quanto dica Kersh e cioè che mai gli ebrei riuscirono a sfruttare meglio degli arabi terreni così difficili da coltivare senza dover ricorrere a spese spropositate non prima della fine della IIGM) e sull’indagine circa i vari strumenti di benessere sociale introdotti dai sionisti in favore dei territori in cui si insediarono, vorrei portare all’attenzione questo trafiletto della Commissione Peel estratto da Kersh:
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"Il generale effetto benefico dell’immigrazione ebraica sul benessere arabo è illustrato dal fatto che la crescita della popolazione araba è più marcata nelle aree urbane influenzate dallo sviluppo ebraico. Un paragone sui dati del censimento del 1922 e 1931 mostrano che, sei anni fa, l’aumento percentuale ad Haifa è stato dell’86%, a Jaffa del 62%, a Gerusalemme del 37%, mentre in città puramente arabe come Nablus ed Hebron solo del 7% e a Gaza ci fu una flessione del 2 %."
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Da notare stranamente che lo straordinario effetto benefico nelle 3 città che avrebbero più “beneficiato” si sarebbe avuto meno in quella con un’elevata presenza ebraica come Gerusalemme…
Ed è da notare anche come Kersh si adagi su un passo della commissione Peel che reputa quale misura del benessere, un vigoroso aumento percentuale della demografia!
Non necessariamente infatti un aumento demografico al di sopra della norma corrisponde sempre unicamente ad uno stato del benessere sociale.
Alcuni studiosi spiegano determinati aumenti demografici come l’espressione di un istinto di conservazione: l’associazione di uno stato di cose ad un pericolo, come un malessere sociale, può spingere una popolazione ad aumentare la prole in modo da aver più probabilità che qualcuno sopravviva. Gaza oggi, con uno dei più alti aumenti demografici del mondo, ne è l’evidenza schiacciante…
…è infatti emblematico questo passaggio, secondo Kersh, della commissione Peel:
“…mentre in città puramente arabe come Nablus ed Hebron solo del 7% e a Gaza ci fu una flessione del 2 %.”
Dove non c’erano ebrei(immigrati e insediatisi), gli aumenti demografici rimasero pressoché nella norma…[da evidenziare anche il fatto che nel 1929, a seguito della vicenda nota come il “massacro di Hebron”, gli ebrei scampati confluirono a Gerusalemme]
Certo è bizzarro vedere uno storico come Kersh che dice di aver attinto da nuovi documenti desecretati e poi costatare che si appoggia a documenti di oltre 70 anni fa che parlano impropriamente di aumenti demografici di… città arabe! Sarei curioso per esempio di sapere anche qual’era la popolazione di Jaffa nel 1922 per confrontarla con quella del 1931… al lordo dell’immigrazione ebraica insediatasi durante il periodo dei 10 considerati!
Patetico leggere anche, dopo l’assurda ennesima premessa, il richiamo a quest’altro estratto della Commissione Peel:
“Abbiamo rilevato che sebbene gli arabi abbiano beneficiato dagli sviluppi del paese dovuti all’immigrazione ebraica, questo non ha avuto alcun effetto di riconciliazione. Al contrario… con quasi matematica precisione il miglioramento della situazione economica in Palestina ha significato il deterioramento della situazione politica.”
Neanche la commissione Peel stessa pare però comunque enunciare in qualche modo quali siano questi fantomatici SVILUPPI DEL PAESE dovuti all’immigrazione ebraica in maniera concreta:
http://domino.un.org/unispal.nsf/0/08e38a718201458b052565700072b358?OpenDocument