@TUTTI
Colgo l'occasione per fare una precisazione "organizzativa".
Se volete discutere con me di qualcosa NON postate i video: a causa di una connessione molto lenta purtroppo non sono in grado di vederli.
Questo comunque ha anche una sua meravigliosa utilità: se NON volete discutere con me, o semplicemente non volete che io interferisca con qualche argomentazione, basta postare un video e il problema è risolto.
Non tocca a me suggerirlo, ma se uno crede è anche un modo fantastico per avere l'ultima parola.
Già che ci sono provo ad avanzare una perplessità.
Chissà che qualcuno non possa aiutarmi.
Visto che su wiki ci sono dei problemi, utilizzo le parole di Pappé.
Citazione:
In tutto alla vigilia della guerra del 1948 le truppe da combattimento ebraiche ammontavano a circa 50.000 soldati, di cui 30.000 erano combattenti e il resto ausiliari che vivevano nei vari insediamenti
...
Di fronte avevano unità irregolari paramilitari di palestinesi che non raggiungevano le 7.000 unità
...
All'inizio del dicembre 1947, sul territorio del futuro grande Stato ebraico viveva un milione di palestinesi su una popolazione complessiva palestinese di 1.300.000, mentre la comunità ebraica era una minoranza di 600.000 persone.
La tesi: i sionisti prima ancora che nascesse Israele e nel periodo immediatamente successivo hanno portato avanti un genocidio sistematico allo scopo di ottenere la pulizia etnica della Palestina.
(prendo in considerazione solo questo periodo perché è quello di cui stiamo parlando, e soprattutto perché è la chiave di volta per capire se la "pulizia etnica" fosse o meno una delle parti fondanti del sionismo. Pappé sostiene di si)
La perplessità: visto che questa roba gli arabi palestinesi la subivano sulla propria pelle,
come mai si sono uniti così in pochi agli "irregolari" che combattevano i sionisti?
Erano circa il doppio; avevano l'appoggio dell'Inghilterra e del resto del mondo arabo; avevano un indiscutibile vantaggio territoriale e il completo appoggio della popolazione.
Eppure i numeri parlano chiaro: ai combattimenti ha preso parte inizialmente l'8,3% della popolazione ebrea. Questa percentuale è salita a circa il 15% al termine del conflitto.
Sempre secondo Pappé invece ha preso parte attiva alla resistenza contro i sionisti appena lo 0.7% della popolazione araba palestinese; e questo dato è rimasto immutato nel tempo.
Visto che erano così tanto "cacciati e massacrati" in modo indiscriminato, e che avevano la possibilità CONCRETA di reagire*, viene da chiedersi seriamente come mai lo abbiano fatto in così pochi.
E lo 0.7% è pochino davvero.
* Prima che vengano fatti paragoni fuori luogo, che mi sembra di vedere già qualcuno che sogghignando sta per mettere mano alla tastiera, questa possibilità era di fatto preclusa agli ebrei nel periodo nazista.
In quel caso la situazione era invertita: il vantaggio territoriale era tutto dei nazisti e l'appoggio della popolazione anche, gli ebrei non avevano nessun tipo di appoggio materiale, erano sostanzialmente disarmati e soprattutto non esistevano gruppi di resistenza organizzata ai quali affiliarsi.
Parlare nel caso palestinese della "sindrome della gazzella" è abbastanza una bestialità.
(Paradossalmente la "sindrome della gazzella" avrebbe più senso ai giorni nostri, eppure sta succedendo il contrario: oggi la percentuale del popolo palestinese che prende parte attiva alla resistenza contro Israele è maggiore)
Possibili risposte:
1) la tesi della pulizia etnica è infondata
2) i numeri portati da Pappé sono sbagliati
3) altro
"Altro" è una possibilità concreta, non un espediente retorico.
Qualcuno ha qualche idea?