Citazione:
In realtà se Israele, a malincuore nel '47, accettò i confini dettati dalla risoluzione ONU, fu esclusivamente per motivi di tornaconto...
non preoccupa se israele accettò i confini a malincuore... piuttosto la preoccupazione maggiore deriva da quello che stabilirono le nazioni unite. Gli arabi fin da allora manifestarono in tutte le maniere il loro dissenso per questo e stabilirono che non volevano la popolazione ebraica in palestina.
Se israele accettò a malincuore quel territorio li accettò sapendo benissimo che gli arabi sarebbero stati sempre in disaccordo. Non le rimaneva altro che cercar armi e soprattutto chi poteva armarli contro i popoli che aveva vicini.
Il tornaconto non fu solo di israele. Il tornaconto fu degli USA che si trovarono una arsenale in medioriente su cui posizionare armi di tutti i generi e nel contempo teneva a bada il commercio del petrolio mediorientale.
Tutto questo alla faccia delle sofferenze che il popolo ebraico dovette subire nei campi nazisti.
Citazione:
Quando le armi arrivarono, il piano "Dalet" ebbe inizio...
il piano Dalet consisteva nello steminare i palestinesi. Non cerchiamo di cambiar nome a quello che è stato fatto.... e non servirono nemmeno tante armi a sterminari inermi villaggi palestinesi:
Terra Santa - 9 aprile 1948: la strage di Deir Yassin
I fantasmi di Deir Yassin. Alle radici della "legittimità" di Israele, di
Sonja Karkar (Women for Palestine , 9 aprile 2007)
Israele ha giocato a lungo sulle sue eroiche origini per sollecitare il
supporto alle sue meno eroiche imprese odierne. Il problema è che quelle
eroiche origini sono sempre state una storia inventata. La nascita di
Israele nel sangue e le sue azioni successive furono crimini contro
l¹umanità che continuano ancora oggi. La vernice di ³legittimitಠche si è
data Israele non può nascondere il marciume che danneggia il nucleo della
sua esistenza - il suo peccato originale di spoliazione violenta e la sua
attuale politica colonialistica di apartheid. E senza il riconoscimento di,
e il risarcimento per, le atrocità commesse contro i palestinesi, i fantasmi
di Deir Yassin e di altri posti in Palestina continueranno a profilarsi
minacciosamente in ogni discorso di pace.
Era il 9 aprile 1948 quando una banda di terroristi ebrei entrò nel quieto
villaggio rurale di Deir Yassin alla periferia di Gerusalemme con il chiaro
scopo di distruggerlo. Vivevano 750 persone in quel villaggio, per la
maggior parte spaccapietre. Le loro case erano state costruite con materiale
calcareo, con porte e finestre ad arco e quelle case stavano là da secoli.
Gli abitanti sapevano che erano già state compiute altri stragi all¹inizio
di quell¹anno in altri villaggi e quindi avevano aderito ad un patto di non
aggressione con l¹Hagana, un altro gruppo di terroristi.
Ma questo patto era privo di valore: Deir Yassin era già destinata ad essere
distrutta e per evitare questa responsabilità l¹Hagana chiamò in aiuto due
gruppi terroristici, l¹Irgun e la Stern Gang per eseguire il piano. I capi
sionisti nel marzo di quell¹anno avevano concepito una strategia militare
che chiamarono Piano Dalet o Piano D, il cui esplicito scopo era di
sgomberare dai palestinesi tutte le città e i villaggi per consentire la
nascita di uno stato ebraico. La prima operazione nota come Nachshon era
destinata ad evacuare i paesi rurali lungo la strada fra Gerusalemme e Tel
Aviv, occupando, espellendo e/o uccidendone gli abitanti e Deir Yassin si
trovava all¹interno di quel piano. Benché non sia stata la strage più grande
compiuta in quell¹anno, Dein Yassin rappresentò un punto di svolta per la
pubblicità che gli fu data, intesa a diffondere un¹atmosfera di terrore in
tutto il paese, sollecitando la pulizia etnica che seguì. Prima di questo
piano erano già stati distrutti circa 30 villaggi ma, una volta conclusa,
l¹Operazione Nachshon costituì la traccia per le successive campagne
sioniste che finirono col distruggere 531 villaggi e 11 centri urbani
circostanti. In quel solo anno il gruppo sionista (che fu poi comunemente
noto come Esercito della Difesa Israeliana) commise 33 stragi documentate,
con qualche storico che fa arrivare questa cifra a un centinaio. I
palestinesi che non furono uccisi, fuggirono o furono espulsi con la forza.
E chi avendone la possibilità non sarebbe fuggito, vedendo o sentendo le
atrocità che erano state commesse? Donne violentate, uomini torturati,
bambini costretti a guardare, senza rispetto per l¹età o per il sesso, a
nessuno fu risparmiata la morte, e i loro corpi mutilati riempirono i pozzi
o restarono abbandonati in mucchi informi di corpi straziati.
Almeno un centinaio di abitanti di Deir Yassin subirono questa sorte, anche
se il numero dato in un primo tempo era più alto 254 morti probabilmente
gonfiato dai sionisti stessi per terrorizzare i palestinesi di ogni parte.
Senza considerare quanti morirono, l¹uccisione di uomini inermi, di donne e
bambini erano ricorrenti, così non c¹è da stupirsi che i palestinesi
scappassero quando sentivano che bande di terroristi sionisti erano nelle
vicinanze dei lori paesi e villaggi. Il cibo rimaneva ancora caldo sulle
tavole, i vestiti appesi negli armadi, e i giocattoli, le fotografie e i
documenti venivano abbandonati nella fretta della fuga. Ma i 750.000
profughi palestinesi che neanche chiusero la porta della loro casa dietro di
sé, pensavano tutti di ritornare.
Oggi nell¹ironia più amara e deplorevole, il museo israeliano che commemora
l¹olocausto ebraico, lo Yad Vashem si trova sulla cima di una collina che
sovrasta il cimitero di Deir Yassin, mentre le costruzioni di pietra di
quello che era il villaggio palestinese sono utilizzate da un istituto
israeliano per le malattie mentali. C¹è da stupirsi che i fantasmi di Deir
Yassin perseguitino ancora la memoria collettiva dei palestinesi e di coloro
che sanno che Deir Yassin è stato il catalizzatore del piano per la
creazione di uno stato di Israele solo per gli ebrei?
Nel frattempo i milioni di espropriati nei campi di Gaza, nella West Bank,
nella Giordania e nel Libano aspettano di ritornare e/o di ricevere un
risarcimento per le loro incalcolabili perdite e nessuno ha l¹autorità di
barattare i loro diritti umani per accondiscendenza ad uno stato razzista
nato dall¹espropriazione e dalla disgrazia palestinese. Accettare qualcosa
di meno senza il loro consenso significherebbe tradire i 60 anni di lotta
palestinese per il riconoscimento e l¹auto-determinazione in opposizione
all¹apartheid israeliana.
(Fonte:
http://www.zmag.org/Italy/karkar-fantasmiyassin.htm - Segalazione del C.S. Federici)
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