Citazione:
...in effetti la Gran Bretagna non ha una costituzione, anche se le leggi sono strutturate diversamente:
http://ukinitaly.fco.gov.uk/it/visiting-uk/faq/about-the-uk/constitution
La mia domanda era piuttosto retorica e si riferisce al fatto che pispax avesse detto una boiata tremenda riferendosi ad una cosa inesistente...
"Israele definisce se stesso una "democrazia" inteso nel solco liberale, ovvero non pone limiti pregiudiziali alle future e possibili attività di governo - tranne per i diritti individuali tutelati dalla costituzione stessa."(pispax)
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In Israele, come nel Regno Unito, non esiste una costituzione scritta ma vi è un sistema di leggi speciali che regolano i diritti umani fondamentali e il funzionamento dello stato. Il Parlamento di Israele, la Knesset, sta discutendo da molti anni la
possibilità di fondere queste leggi in un unico documento costituzionale e ha già stabilito vari capisaldi in questo senso. Ma uno degli ostacoli principali da superare è quello della difficoltà nel formulare una definizione sintetica della natura dello
stato. Nel preambolo o nei primi articoli del loro testo, molte costituzioni contengono una dichiarazione programmatica sull’essenza vera e profonda della nazione. L’articolo 1 della Costituzione italiana recita:
“L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro”. Non è questo il luogo per discutere se questa sia la migliore e più intuitiva descrizione della natura dello stato italiano. Ma Israele che cos’è? È uno stato ebraico? Oppure democratico?
O magari bi-nazionale? O è lo stato dei suoi cittadini?
Il 29 novembre 1947 l’assemblea dell’Onu votava la spartizione della Palestina sotto Mandato Britannico in due stati: uno Stato arabo e uno Stato ebraico. Com’è noto, la parte ebraica accettava la storica decisione e pochi mesi dopo David Ben Gurion proclamava l’indipendenza dello Stato ebraico con il nome di
Stato d’Israele. La parte araba rifiutava invece la decisione dell’Onu e
invece di dichiarare l’indipendenza dello Stato arabo palestinese sceglieva
la strada del conflitto armato con l’aiuto dei paesi arabi confinanti, e il resto è storia. Oggi Israele – fra l’altro nei periodici tentativi di normalizzazione con i palestinesi – solleva l’inderogabile riconoscimento della sua natura di Stato ebraico e democratico. Ma questa definizione viene respinta con indignazione dai palestinesi e dalla maggior parte dei paesi arabi i quali non ritengono che il riconoscimento della Palestina come Stato arabo debba comportare
una simmetrica definizione di Israele come Stato ebraico. Intanto nei paesi occidentali aumentano gli intellettuali e i politici che ritengono anacronistico il concetto di Stato ebraico (e democratico).
Questi critici sostengono che lo Stato contemporaneo ha da tempo superato l’idea ottocentesca e obsoleta di nazione e si orienta invece verso una forma illuminata di cittadinanza neutrale, aliena da riferimenti alle identità particolari religiose, etniche o culturali dei cittadini.
Ma è proprio vero? E alla luce dell’esempio delle altre nazioni, è sostenibile la pretesa di Israele di proclamarsi Stato del popolo ebraico, oltre che stato democratico attento alla parità di diritti a tutti i cittadini, ebrei e non ebrei?
Per la sua possibile scelta della religione ebraica Israele viene accusato
di essere uno stato teocratico. Passiamo in veloce rassegna alcune Costituzioni
contemporanee e vediamo in che misura siano neutrali di fronte alle identità religiose, e cominciamo da alcuni paesi che sono considerati per bene, quelli dai quali si sentono spesso voci di cautela e austerità. In Norvegia “la religione
Evangelica-Luterana rimarrà la religione ufficiale dello Stato. Gli abitanti
che la professano sono tenuti a crescere i loro figli nella stessa” (art. 2). In Danimarca “la Chiesa Evangelica Luterana sarà l’esistente Chiesa di Danimarca, e in quanto tale sarà sostenuta dallo Stato” (sez. 4); “il Re sarà membro della Chiesa Evangelica Luterana” (sez. 6). In Irlanda “nel nome della Santissima Trinità, da Cui proviene tutta l’autorità, e a Cui, come nostro finale scopo, tutte le azioni
degli uomini e degli Stati devono essere riferite, Noi, il Popolo d’Irlanda,
riconosciamo umilmente tutti i nostri obblighi verso il nostro Divino Signore, Gesú Cristo, che ha sostenuto i nostri padri attraverso secoli di dure prove” (preamb.).
Se scendiamo più a sud, in Grecia “nel nome della Santa, Consostanziale
e Indivisibile Trinità” (preamb.), “la religione prevalente in Grecia è la Chiesa Ortodossa Orientale di Cristo” (art. 3.1). A Malta “la religione di Malta è la religione
Cattolica Apostolica Romana” (sez. 2.1). In Argentina, “il Governo Federale sostiene la religione Cattolica Apostolica Romana” (sez. 2). E non diciamo
nulla sul confronto fra gli articoli 7 e 8 della Costituzione italiana.
Fin qui alcuni esempi di società cristiane. Se ci muoviamo sul terreno
dell’Islam, la scelta è abbondante.
“Il Regno dell’Arabia Saudita è uno stato sovrano Arabo Islamico con
l’Islam come sua religione; il Libro di Dio e la Sunna del Suo Profeta, le preghiere di Dio la pace sia con Lui, sono la sua costituzione” (art.1); “le pene saranno personali e non vi sarà crimime o pena se non secondo la legge della Shari’ah” (art.
38). “L’Afghanistan è una Repubblica Islamica” (art. 1); “la religione
dello stato della Repubblica Islamica dell’Afghanistan è la sacra religione dell’Islam” (art. 2). In Algeria, “L’Islam è la religione dello Stato” (art. 2). “La Costituzione della Repubblica Islamica dell’Iran promuove le istituzioni culturali,
sociali, politiche e economiche della società iraniana sulla base dei principi
e delle norme dell’Islam, che rappresentano un’onesta aspirazione
della Ummah islamica” (preamb.).
In Libia “l’Islam è la religione dello Stato” (art. 2). In Siria “la religione del Presidente della Repubblica deve essere l’Islam” (art 3.1); “la giurisprudenza
islamica è la principale fonte legislativa” (art. 3.2).
Nello Yemen “l’Islam è la religione dello stato” (art. 2); “la giurisprudenza
islamica è la principale fontelegislativa” (art. 3).
Riguardo alla nazionalità e all’etnia, la scelta ebraica di Israele scatena
l’accusa di razzismo. Ma sono numerosi i casi in cui la Costituzione dichiara la prevalenza di un determinato popolo nel concetto esistenziale dello stato. “Il Libano è Arabo nella sua identità e associazione” (preamb.). “La Romania è
uno Stato Nazione sovrano, indipendente e indivisibile” (art. 1).
“La Repubblica della Serbia è lo Stato del popolo Serbo e di tutti i cittadini che vivono in essa” (art. 1). In Polonia “la Nazione Polacca riconosce la sua responsabilità di fronte a Dio e alle proprie coscienze” (preamb.). In Turchia,
“questa Costituzione afferma l’eterna esistenza della nazione Turca” (preamb.). E si può continuare con una lunga lista di paesi che si proclamano lo Stato di un determinato Popolo: fra questi, l’Argentina, l’Armenia, il Brasile, la Germania, il Giappone, l’India, la Lituania, la Macedonia, la Slovacchia, la Spagna, la Zambia.....
La scelta linguistica dell’ebraico suscita l’accusa di provincialismo. Ma in Francia, il più universalista dei Paesi, “la lingua della Repubblica è il Francese” (art. 2).
In Austria “il Tedesco è la lingua ufficiale della Repubblica (art. 8).
In Slovacchia “lo Slovacco è la lingua di stato” (art. 6). “La lingua ufficiale in Slovenia è lo Sloveno” (art. 11). “La lingua Croata e l’alfabeto
Latino saranno in uso ufficiale nella Repubblica di Croazia” (art.12). “La lingua Macedone, scritta usando l’alfabeto Cirillico, è la lingua ufficiale della Repubblica di
Macedonia” (art. 7). In Spagna, “la lingua Spagnola ufficiale dello stato è il Castigliano. Tutti gli Spagnoli hanno il dovere di conoscerlo e il diritto di usarlo” (art. 3). In Svizzera “le lingue nazionali sono il Tedesco, il Francese, l’Italiano e il Romancio” (art. 4). “Il Belgio ha quattro regioni linguistiche: la regione di lingua francese, la regione di lingua olandese, la regione bilingue della Capitale Bruxelles, e la regione di lingua tedesca” (art. 4).
Infine, se si discute la preoccupazione di Israele per la diaspora ebraica, “la Repubblica dell’Ungheria porta un senso di responsabilità per il destino degli Ungheresi che vivono fuori dai suoi confini e promuoverà e rafforzerà le loro relazioni con l’Ungheria” (art. 6).
Il confronto è ancora lungo ma ci fermiamo qui per mancanza di spazio.
E si insinua un dubbio: che nel discorso sulla pretesa di Israele di autodefinirsi come Stato ebraico e democratico vi siano due pesi e due misure?
http://fuoridalghetto.blogosfere.it/2010/03/in-israele-come-nel-regnounito.htmlin altre parole è impossibile che israele possa avere una costituzione e nello stesso tempo affermare che è una democrazia è solo propaganda gratuita.