C'è un'altra cosa che mi fa propendere per un'interpretazione "cospirazionista" di Shutter Island. Daniels nella frase finale si riferisce ad una mostruosità che vuole rifuggire scegliendo la lobotomia. Quale mostruosità? Infatti, la grandezza del film sta nell'instillare nello spettatore, verso la fine del film, la convinzione che Daniels sia un mostro. Ma se ciò che raccontano gli psichiatri è vero Daniels è tutt'altro che un mostro. Nel film si vede la ricostruzione onirica di ciò che è successo: Daniels ha prima rifiutato di accettare che la moglie fosse pazza, poi quando lei uccide i loro tre figli e glieli fa trovare annegati nel lago, Daniels la uccide. Ma senza un minimo di rabbia, anzi fino all'ultimo urla il suo amore per lei, si capisce benissimo che lo fa per sottrarla alla sua condizione di infelice. E questo sarebbe un mostro? In qualsiasi tribunale gli darebbero il minimo della pena con il massimo delle attenuanti. Ma noi inconsciamente siamo portati a collegare la parola "mostro" che Daniels pronuncia con il suo vissuto passato. Perchè? Perchè ce lo dicono gli psichiatri, la scienza, l'establishment. E noi siamo portati a credere all'autorità. E' questo, forse, il significato recondito del film. Solo chi non crede automaticamente a ciò che ci viene propinato dall'alto arriverà alla verità, al messaggio reale del film. Infatti, se facciamo funzionare la logica, il mostro cui si riferisce Daniels non può essere che il suo sè stesso futuro, ciò che diventerà in mano ai manipolatori.
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