"Ma questo è solo un alibi, dal momento che il giudizio psichiatrico sui comportamenti è puramente di natura morale e le tecniche utilizzate di natura violenta e liberticida."A questo proposito ho trovato
questo articolo, che trovo abbastanza inquietante per la sua attualità:
"Ma perché l’espressione "Grande Fratello" ritorna ad essere usata anche nella nostra società democratica? Quale tipo di sguardo oggi temiamo? Negli ultimi anni lo sviluppo e l’utilizzo delle tecnologie e l’espansione dei media ha riproposto all'attenzione generale il tema del controllo asimmetrico, capillare e pervasivo, dell’intero corpo sociale.
La realtà di 1984, cioè una società panoptizzata, si profila come rischio nelle nostre democrazie non perché esista un Grande fratello che centralizza il controllo politico dei comportamenti e dei pensieri dei cittadini ma perchè tanti piccoli fratelli incarnati in istituzioni pubbliche e private controllano ogni aspetto della vita di un individuo".
Un sistema che sempre più raffinatamente "osserva", e che non ha quasi più bisogno di "forza" per imporsi.
La limitazione del gesto "altro" impone tacitamente (o meglio, suggerisce) il concetto che esista GIA' un modello comportamentale cui rifarsi.
Visto che nell'articolo postato da natale si cita Foucault, lascio un
link inerente.
Mi sembra molto interessante questo passaggio:
"In “Sorvegliare e punire” costruisce la storia delle moderne pratiche di potere punitive dimostrando che il potere non si limita a reprimere ma, disciplinando, produce. Il modello ideale del potere disciplinare è il Panopticon di Bentham (5), che si fonda sull’equazione vedere-potere."