Florizel
Citazione:
Stai affermando che i “revisionisti” (che, tra l’altro, pongono interrogativi interessanti, al contrario dei negazionisti) non sono animati da spinte “morali”? Se si, sarebbe grave che un’indagine che riguarda la VITA UMANA si soffermasse solo sugli aspetti “tecnici” di un evento, poiché questo NON garantirebbe la giusta tensione verso la VERITA’.
Sono generalmente animati, da quanto mi risulta, da un desiderio di conoscenza. Per soddisfarlo utilizzano i mezzi standard dell’indagine storiografica: ricerca di documenti, analisi tecnico-scientifiche, riscontri delle testimonianze, verifiche incrociate.
Ma quand’anche fossero animati da qualsiasi altra cosa, sempre dei risultati delle loro ricerche si dovrebbe parlare. Se qualcuno di essi sostiene la tesi X, è quella tesi che bisogna affrontare, non la tempra morale di chi la sostiene. Anche perché, su qualsiasi altro argomento a base, diciamo, oggettiva, è precisamente ciò che si fa. Se viene citato un documento così e cosà, è improprio discutere
chi l’abbia citato ma si dovrebbe discutere se è un documento autentico o no, pertinente o no, significativo o no. È così difficile da afferrare?
Citazione:
Ancora del tutto diverso, e ben peggiore in termini di "ricerca", è per le tesi negazioniste.
Come Elwood sottolineava nel suo ottimo commento, il rischio è quello di costruire concettualmente un contesto argomentativo partendo dalla NEGAZIONE aprioristica di un evento, adattando ad esso i vari aspetti della questione.
È la parte “aprioristico” che va dimostrata. Dimostrata, non postulata
a priori.
Citazione:
Onestamente, trovo del tutto demagogico, oltre che insidioso, separare piano intellettuale da piano morale. E non solo circa l’olocausto, ma per tutto ciò che, ripeto, riguarda la VITA UMANA.
Ci sono certe verifiche che sono prettamente tecniche. Per esempio, le massime prestazioni possibili di un forno da cremazione. O le possibilità di utilizzare un certo ambiente come camera a gas oppure no. O molte altre cose che riguardano la questione. In questo, non c’è proprio niente di demagogico. È un’indagine tecnica, punto. Che, aggiungo, è perfettamente accettata in qualunque altro ambito storiografico.
Citazione:
Il fatto che si faccia dell’olocausto il mezzo per rivendicare altri vergognosi sterminii fa leva sicuramente sul senso “morale”, e questo è vero.
Ma non è NEGANDOLO di principio che ci si sottrae a tale strumentalizzazione.
Chi lo nega per principio? Io no e nemmeno molti autori revisionisti. Allora
chi?
Citazione:
In questo senso, si tratta esclusivamente del sottrarsi alla perversa strumentalizzazione del nostro SENSO MORALE, come IMMORALE è invece accettare versioni ufficiali su svariati eventi pur sapendo che contengono un mucchio di contraddizioni.
In questo senso, si. Ma la “negazione di principio” è un senso che, di nuovo, va dimostrato. Non basta asserirlo e stop.
Citazione:
Secondo il tuo ragionamento, per provare che l’11 settembre NON sia stato “opera” del terrorismo islamico si dovrebbe ritenere che NON si sia mai verificato. Che razza di discorso è?
Scusami, ma qui non ti seguo proprio. Mai detta una cosa del genere (anche perché non la penso). Dimmi dove secondo te avrei sostenuto una simile assurdità.
Citazione:
Dunque, la tua affermazione seguente
Citazione:… Dunque, se contesti, in qualunque forma, qualitativa e/o quantitativa, la versione ufficiale dell’olocausto sei cattivo.
non ha alcun senso. Almeno con me, non attacca.
Se tale conclusione discende dalla tua osservazione precedente (come quel “Dunque...” farebbe supporre) allora non è collegata a quello che ho scritto io.