'liberamente' tratto da effedieffe:
Gli atti più significativi per minare alle fondamenta una composizione pacifica sono le quotidiane azioni sostenute dagli Stati Uniti nei territori occupati, tutte riconosciute come criminali: prendere il controllo di terre e risorse preziose, e costruire quelli che il principale architetto del progetto, Ariel Sharon, ha chiamato "Bantustans" per i Palestinesi – un paragone ingiusto perché i Bantustans erano di gran lunga più vivibili rispetto ai frammenti lasciati ai Palestinesi secondo la concezione di Sharon, ora in corso di realizzazione. Ma gli Stati Uniti ed Israele continuano ad opporsi ad una soluzione politica perfino a parole, da ultimo nel mese di dicembre 2008, quando gli Stati Uniti ed Israele (ed alcune isole del Pacifico) votarono contro una risoluzione delle Nazioni Unite che sanciva "il diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione" (emanata con 173 voti favorevoli e 5 contrari, contrastata dagli Stati Uniti ed Israele, con pretesti evasivi).
Obama non ha una parola da dire a proposito degli insediamenti e sviluppi di infrastrutture nella Cisgiordania, e delle misure complesse per controllare l’esistenza palestinese, concepite per minare le prospettive per una sistemazione pacifica che preveda l’esistenza di due Stati. Il suo silenzio è una cupa smentita delle sue fioriture oratorie su come "sosterrò un impegno attivo per cercare due Stati che vivano fianco a fianco in pace e sicurezza".
E’ stato altresì omesso ogni riferimento all’uso di armi americane a Gaza da parte di Israele, in violazione non solo del diritto internazionale, ma anche delle leggi degli Stati Uniti. O la consegna di nuove armi da parte di Washington ad Israele al culmine dell’aggressione israelo – americana, sicuramente ignota ai Consiglieri per il Medio Oriente di Obama.
Obama era fermo, tuttavia, nell’affermare che il contrabbando di armi a Gaza deve essere fermato. Egli sostiene l’accordo di Condoleeza Rice e del ministro degli esteri israeliano Tzipi Livni in base al quale la frontiera tra l’Egitto e Gaza deve essere chiusa – un notevole esercizio di arroganza imperiale, come ha osservato il Financial Times: "mentre si trovavano a Washington a congratularsi l’un l’altro, entrambi gli esponenti sembravano ignorare il fatto che stavano facendo un accordo su un commercio illegale che interessava la frontiera di qualcun altro – l’Egitto, nella fattispecie. Il giorno successivo, un esponente egiziano descrisse il memorandum come ‘fittizio’". Le obiezioni dell’Egitto vennero ignorate.
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Obama non ha una parola da dire a proposito degli insediamenti e sviluppi di infrastrutture nella Cisgiordania, e delle misure complesse per controllare l’esistenza palestinese, concepite per minare le prospettive per una sistemazione pacifica che preveda l’esistenza di due Stati.
gli insediamenti, i campi profughi e la vita dei palestinesi a chi interessa?