lalonde
Citazione:
l'organismo si adatterebbe al nuovo tipo di dieta; ed è proprio questa caratteristica che mi suggerisce che l'uomo sia onnivoro.
E questo, scusate, rimette in campo la parola “evoluzione” (o “INvoluzione”, per alcuni…).
Probabilmente ripeterò qualche concetto già illustrato, ma c’è qualcosa che ancora non è sufficientemente chiara, a mio avviso.
Mi pare che si sia stabilito che NON tutti gli alimenti assunti ci servono davvero, che quelli nocivi incidono gradualmente (in negativo) sulla salute, non in maniera tale da provocare la morte immediata ma accorciando la vita.
Ora, un conto sarebbe “adattarsi” per un periodo di tempo relativamente breve; altro conto è stabilire, invece, quanto questo adattamento abbia inciso, fino a modificarlo, sull’organismo umano al punto da fargli ritenere necessari certuni alimenti. Sempre che tale modifica sia accertata, ovviamente.
Nell’ottica di un adattamento di considerevole durata (volendo stare al percorso millenario dell’individuo, senza per questo assumere drasticamente rigide teorie evoluzionistiche), è plausibile ritenere che nel corso del tempo l’individuo si sia dotato degli strumenti necessari a metabolizzare diversi tipi di alimenti?
E che, così come si ritiene che attualmente l’organismo debba passare attraverso una depurazione per riconvertirsi all’assunzione di sola frutta ed eliminare i “veleni”, ci sia stato un periodo di tempo in cui quella dieta, abbandonata per necessità, abbia reso necessari dei cambiamenti organici diventati poi meccanismi definitivamente acquisiti?
Prendiamo l’esempio delle piante carnivore.
Un organismo la cui premessa di vita si basa sulla fotosintesi, e che conserva gran parte delle funzioni preposte ad essa, ha assunto come necessaria l’assunzione di cibi animali che gli fornissero azoto, fino ad acquisire tale comportamento come connaturato, e fino a riprodursi replicando queste stesse caratteristiche. Intendo dire che una pianta, un vegetale, per mantenere le sue caratteristiche originarie, avrebbe potuto spingersi a riprodursi laddove le venissero fornite le giuste condizioni di vita. Invece, si è “adattata” a quel tipo di alimentazione, fino a farne una caratteristica della sua specie, e sviluppando a tale proposito tutta una serie di particolarità preposte alla cattura di quel determinato alimento.
“Le piante carnivore si nutrono soprattutto di insetti, anche se alcune arrivano a catturare piccoli vertebrati quali rane e topi di piccole dimensioni.” “ Queste specie presentano modificazioni morfologiche per espletare le seguenti funzioni:“
° attrazione della preda;
° cattura ed uccisione della preda;
° digestione ed assorbimento delle sostanze nutritive.
L'evoluzione che ha prodotto questi adattamenti non ha "costruito sul nulla", ma ha parzialmente modificato meccanismi che esistevano già e che avevano altre funzioni.”Mi pare che su questo punto non ci si sia soffermati abbastanza.
Personalmente, continuo a ritenere che SE E’ VERO che abbiamo bisogno di determinate sostanze, legumi e carboidrati possano sopperire egregiamente al fabbisogno di proteine, qualora fosse certo che ne abbiamo davvero bisogno.
Se ho saltato qualche passaggio che fornisce qualche spiegazione a quanto esposto, chiedo “preventivamente” scusa, e prego che mi venga (pazientemente) segnalato.