Riporto da wikipedia: "Nella filosofia Zen il kōan è una frase paradossale o una storia usata per aiutare la meditazione e risvegliare una natura più profonda, di solito narra l'incontro tra un maestro ed il suo discepolo nel quale viene rivelata la natura più profonda delle cose."
Esempi: “Tu dici che tu vuoi essere liberato: mostrami questo tu!”
“Qual è il suono di una mano sola che applaude?”
“Senza parlare, senza tacere, in che modo puoi esprimere la verità?”
“Qual è il tuo volto originario, prima della nascita del padre e della madre?”
“C’è un toro che passa attraverso una finestra ingraticciata. La sua testa, le corna, e le quattro zampe vi passano agevolmente. Perché la sua coda non può passarvi altrettanto bene?”
“Dove sarai tu dopo essere stato cremato, quando le tue ceneri saranno state disperse?”
“Non pensando alcunché di buono né di malvagio, in questo preciso momento, qual è la tua natura originaria?”
E una storiella: Una volta il maestro Nangaku, rivolgendosi al discepolo Baso che sedeva in meditazione, domandò: “Che cosa stai facendo?”. “Faccio zazen” rispose Baso. “E perché fai zazen?”. “Voglio raggiungere
l’illuminazione; voglio essere un Buddha” disse il discepolo. Il maestro allora raccolse una piastrella appena uscita dal forno ed iniziò a lucidarla. Baso domandò a sua volta: “Che cosa stai facendo?”. “Voglio trasformare questa piastrella in un gioiello” replicò Nangaku. “Ma come è possibile” chiese Baso “trasformare una piastrella in un gioiello?”. “E com’è possibile” lo ammonì il maestro “facendo zazen diventare un Buddha? Vuoi ottenere la Buddhità? Non esiste Buddhità al di là della tua mente ordinaria. Se un carro non va, chi frusti, il carro o il cavallo?”
Alcune citazioni da
http://www.koanseling.com/Alle soglie dell’insight che il koan cessa di costituire un oggetto per l’io, che stremato abbandona le armi della razionalità e delle dicotomie.
Il fine perciò sta nel rimuovere tutte le componenti oggettive disponibili – compreso lo stesso corpo – allo scopo di rivelare ed esporre nella sua nuda contraddizione l’autentica struttura soggetto-oggetto dell’ego in quanto tale. Privo di un oggetto l’ego, non più in grado di essere soggetto, diviene esso stesso insostenibile.
La “grande morte” è l’ego che muore a se stesso nella sua radicale negatività. Non riguardabile in alcun senso come un contingente distruggersi o spirare, nichilisticamente, in uno squallido vuoto o nel nulla, questa improvvisa spaccatura, questo improvviso ribaltamento sono, piuttosto, la rottura e l’eliminazione della contraddizione, dell’abisso, dell’aporia. L’annullamento e la negazione della negatività ultima sono, in se stesse, positive. La dissoluzione negativa è nello stesso tempo una risoluzione positiva.
Ma merda sono solo parole: basta diventare cielo per una volta o smettere di respirare e poi tornare
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Così caro Sentiero le domande paradossali sono per me uno strumento di verità perchè mi riportano all'attenzione evidenziando la natura dualistica del mio esserci.