Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 25/10/2005
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Si può dire che la situazione mondiale sia schiacciata da tre crisi fondamentali:
(cito Francesco Gesualdi)
<< La prima crisi è una crisi di povertà.
Abbiamo tre miliardi di persone, che corrispondono a circa la metà della popolazione del pianeta che vive con meno di due dollari al giorno.
E due dollari è la soglia che la Banca Mondiale indica come la quasi povertà assoluta.
La Banca Mondiale usa due categorie per indicare la povertà: un dollaro per quella della povertà assoluta e due dollari come quasi povertà assoluta.
Sotto un dollaro ci sta un miliardo e mezzo di persone e a due dollari ci stanno tre miliardi di persone.
Tre miliardi di persone non hanno la capacità di soddisfare i bisogni fondamentali, e quando parlo di bisogni fondamentali parliamo del cibo, dell’acqua, della sanità, dell’informazione, questa è una moltitudine enorme di persone che si alza al mattino e non sa se riuscirà ad arrivare alla sera avendo mangiato un piatto di riso, è una moltitudine enorme di persone che non sa se riuscirà mai a varcare la soglia di un ospedale per curare malattie banali come la tubercolosi o la dissenteria, è una moltitudine enorme di persone che non sa se riuscirà mai ad avere un tetto.
Ecco, quindi siamo di fronte ad una moltitudine enorme di persone, circa la metà della popolazione mondiale che non riesce a soddisfare i bisogni fondamentali.
E’ un gravissimo atto d’accusa nei confronti del nostro sistema, e la responsabilità è tutta sua. Questa è la prima grande crisi.
La seconda è la crisi sociale, enorme, la seconda grande crisi è quella degli squilibri.
Noi viviamo in un mondo in cui il 20% delle persone si appropria dell’86% delle risorse, un divario che aumenta di anno in anno.
Oggi la distanza tra il 20% più povero e il 20% più ricco è di 1 a 74.
Nel 1960 era di 1 a 30, nel 1911 era di 1 a 13.
Quindi questa distanza sta crescendo ed è veramente una cosa incredibile ed è inammissibile che un mondo che riesce a produrre così tanta ricchezza alla fine la distribuisca così male, per cui la maggioranza della popolazione viene condannata a vivere in uno stato disumano.
La terza grande crisi è la crisi ambientale.
Oramai lo sappiamo anche noi che negli ultimi trent’anni il clima si è tropicalizzato, oramai lo constatiamo noi stessi, e il pianeta è messo a ferro e fuoco da questo punto di vista.
Sappiamo molto bene che la quantità di anidride carbonica che abbiamo disperso nell’atmosfera è tale da aver compromesso uno dei fenomeni più vitali, più intimi rispetto all’evoluzione dei cicli naturali qual’è il clima.
Ma bisogna anche ricordare che abbiamo distrutto quasi totalmente le nostre foreste.
Noi stiamo mettendo in serio pericolo i banchi di pesci, stiamo mettendo in serio pericolo l’acqua, che è una risorsa che sta diventando scarsa, del petrolio poi non se ne parla nemmeno, ormai è una risorsa che tutti convengono che sia agli sgoccioli.>>
<< Se il mondo fosse un palazzo di cinque piani, abitato da cento persone sudivise in gruppi di venti per piano, scopriremo che gli inquilini dell’attico arraffano, da soli, l’86% della ricchezza prodotta. Quelli del piano di sotto si appropria del 9%, mentre quelli successivi ricevono il 2% ciascuno. Infine, quelli dello scantinato devono accontentarsi di 1%.
Naturalmente stiamo parlando di cifre medie, perché se analizzassimo situazioni più specifiche saremmo ancora più sbigottiti.
Per esempio, l’1% più ricco del pianeta dispone del 9,3% della ricchezza mondiale che corrisponde a ciò di cui vive il 57% più povero.
In conclusione, la stessa ricchezza che da una parte è goduta da 60 milioni di persone, dall’altra è ripartita fra 3 miliardi e mezzo di individui.>>
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