Citazione:
Hai mai pensato che forse non esiste alcuna nascita dell'Universo come evento unico e irripetibile avvenuto nella storia, ma che forse sono solo storie/modelli che successivamente la Coscienza si racconta mentre indaga/sperimenta?
Certo che si!
Tutto cio' esula dal punto, secondo me, fondamentale, che "non possiamo che sapere cio' che conosciamo, anche se solo indirettamente".
Quindi un ipotesi rimane una ipotesi. Ma una ipotesi basata su conoscenze finite, di qualsiasi genere o sostanza esse siano. Intendo dire che avere come punto di riferimento una ipotesi e' crearsi una condizione al quanto instabile (meglio non avere idee in merito... convieni?... non e' una rinuncia, si badi, e' come decidere di non "vedere al poker" : non stai smettendo di giocare a questo tavolo, ma ti ritiri perche' non puoi puntare tutto su un mezzo punto!"... minchia funziona il paragone...!
).
Citazione:
Non pensi che l'inflazionato termine di Dio possa comprendere anche quel miliardino/infinito di esperienze-opinioni? In fondo Dio è solo una parola, ma come potrei descrivere altrimenti l'assoluto autocosciente che è Uno e che è Molti?
L'unico a cui puoi descriverlo e a te stesso. Penso che possa essere utile solo a te. Ed e' ancora piu' utile se lo inquadri in un "relativismo" riferibile solo alle tue esperienze di vita... cosa che lo esclude da una possibile elevazione ad un livello di "verita' assolute", a meno che non ci siano manie mitomani nel proprio bagaglio personale...
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Citazione:
E tutto questo è sempre stato raccontato alla forma umana attraverso i miti.
E' sempre esistita questa memoria storica per la/le coscienze che sperimentano, per ricordarle chi sono veramente.
E' nato prima l'uovo o la gallina?
Domanda interessante, da sempre...
Ma sono nate prima le percezioni collettive o prima una descrizione delle percezioni, assunte poi per convenzione e funzionalita' (in buona fede, quindi) come percezioni collettive? E tramandate, poi, come tali fino ai gg nostri?
Io propendo per la seconda "ipotesi", vista la reale scontatezza dei comportamenti umani: si tende a preferire cio' che ci fa sentire meglio...cosa che prevede spesso il mentire a se stessi, e, proprio in base al principio di conservazione a cui alludo, a non realizzare che spesso questo crea problemi alla personalita': problemi piu' o meno gravi.
E poi, l'uomo incontra sempre sia "se' stesso", sia i "molti" nel proprio conscio-subconscio... Ognuno di noi e' la summa di molti (assorbiti in maniera diretta o indiretta), il tutto, strutturato in maniera individuale...
Un bagaglio collettivo di esperienze-informazioni strutturato e filtrato dalle proprie esperienze.
Dove e' dio in tutto cio', se non nel descrivere situazioni totalmente sconosciute e al di fuori della portata intellettiva umana (perche' non ho dubbi che sia cosi': cioe', che l'uomo sia insignificante in relazione all'universo... in relazione al proprio piccolo mondo e' "enorme", ma qui si parla di TUTTO in fondo...)?
P.s.: in realta' questa e' una ipotesi che si puo' considerare piu' o meno palusibile.
Sarei incoerente se dicessi che per me rappresenta una certezza. Infatti non e' un punto di riferimento in cio' che faccio, fa solo parte della mia esperienza.
Sta a chi legge trovare riscontri oggettivi nelle proprie esperienze... o anche no... a seconda dei propri interessi...
ciao
mc