Carissimo,

Io a volte davvero vorrei scappare su un 'isola deserta.

Prima tolgono Darwin dalle scuole perchè parla di evoluzione e selezione delle specie; poi usano le teorie di Darwin per far sublimare nell'incoscio collettivo il messagio che tanto ci faremo il callo all'inquinamento, visto che le specie si evolvono adattandosi all'ambiente.

Innanzitutto è immorale aspettatre di veder crepare i più deboli per far spazio alla nuova stirpe resistente alle mutate condinzioni ambientali. Mi pare che siamo esseri umani e non alieni malvagi.

Premesso questo, certo che esistono i meccansimi di difesa ed adattamento dell'organismo, ma la lotta è impari.

L'organismo si trova ad affrontare situazioni che per milionidi anni non ha mai affrontato. E non una per volta, ma tantissime per volta.

Come faceva notare un amico qualche post fa, l'aggressione degli inquinanti è continua, è tale che sembra che non abbiamo scampo, se non quella di ritiornare ad un mitico eden dove nell'orticello troviamo il necessario per la nostra sussitenza senza bisogno di altro.

A titolo di esempio, sono state immesse nell'ambiente centinaia di migliaia di molecole che prima semplicemente non esistevano e della maggior parte delle quali sappiamo ben poco.

E il caso dei batteri che si adattano all'antibiotico o degli insetti che resitono al pesticida non si può tout court applicare all'uomo: le occasioni che hanno i batteri di mutare in poco tempo noi le avremo nell'arco di migliaia di anni.

Quindi, a mio modesto parere, l'unica via percorribile è quella di ponderare quel che si fa: vi sono molecole che non scherzano affatto, contro cui non abbiamo difese e mai le avremo tanto sono perversi i meccanismi d'azione delle medesime.

Per ponderare quel che si fa intendo dire che le produzioni di beni e servizi deve essere valutata in ogni suo aspetto.

E non c'è bisogno di aspettare il futuro per fare questo: la CE già lo impone, solo che tanti furbacchioni nostrani sembarno non volerci sentire da quell'orecchio.