Confermo la visione di Descartes, la divisione in 12 è dovuta al fattore lunare.
Nel senso che in un anno astronomico ci sono 12 lunazioni complete.
Anche la divisione in settimane ha lo stesso criterio, poiché la Luna ha 4 fasi, per cui un mese ha pressapoco 4 settimane.
Gli antichi davano un'importanza alla LUna che noi non immaginiamo neanche, e regolavano (anche) su di essa un gran numero di attività, soprattutto agricole. Ancora oggi i contadini seguono, quando possono, la Luna.
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Piuttosto sarebbe interessante sapere la ragione per la quale l'ultimo mese si chiama Dicembre. Io ho sentito una teoria interessante. I Romani, come i Greci del resto, provenivano da un popolo che in origine viveva sopra il circolo polare artico in un periodo in cui il clima era molto più mite di adesso. Semplicemente contavano 10 mesi perché per 2 mesi il Sole rimaneva sotto l'orizzonte. Qualcuno mi sa dire se tale teoria é stata sviluppata, provata, smentita? Di recente é emerso uno studio interessante che asserisce, con numerose prove, che le vicende dell'Iliade si siano svolte nel Baltico. Guardate
Qua!
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Ciao Descartes, le tue osservazioni sono molto interessanti, ma non contraddicono affatto la mia tesi.
Citazione:
1 - Se fossero state le culture a "disegnare in cielo" liberamente le proprie concezioni, avremmo avuto mitologie radicalmente diverse in ogni cultura
.
Si tratta di concezioni non di fantasie. Io stesso credo fermamente nell'astrologia. Essendo reali anche i fenomeni astrologici risulta evidente che i miti siano molto simili. Non credo però negli astrologhi: un astrologo serio dovrebbe avere fatto gli stessi studi di Alexandros, invece ho sempre l'impressione che quelli di oggi abbiano la testa piena di fantasie psicanalitiche.
Citazione:
2 - Se tali culture avessero voluto esprimere le loro concezioni attraverso i miti, e non esprimere i fenomeni astrologici, allora come si spiega che medesime culture hanno più miti diversi che rappresentano lo stesso fenomeno astrologico?
Appunto perché i fenomeni astrologici sono suscettibili di interpretazione, quelli astronomici no. Io non riesco a capire perché vi ostinate a negare che gli antichi volessero veicolare con i loro miti ANCHE concezioni astrologiche, non SOLO astronomiche. Intendo solo porre un livello di difficoltà in più.
Non solo, ma assegnare un nome ad un stella considerata importante non può essere semplicemente un'attestazione di un potere che si è riuscito a conquistare?
Citazione:
3 - Come si spiega il fatto che in tali storie allegoriche contengano scoperte scientifiche, come la precessione degli equinozi, e che queste siano state narrate dalle popolazioni in forme narrative che sono cambiate nei secoli ma di cui solo il contenuto astronomico di fondo è rimasto immutato?
Sono cambiate le mentalità, ma non il fenomeno. Ma tu, come ti spieghi che gli antichi fossero interessati alla precessione degli Equinozi? Fosse un puro e semplice fenomeno astronomico cosa gli poteva mai importare?
Un ragionamento analogo si può fare anche per i pianeti! Cui prodest lo studio dei pianeti? Possiamo essere sicuri che essi non avevano la mentalità scientifica che abbiamo noi oggi. Non solo, possiamo essere sicuri che loro davano ai fenomeni un'importanza a cui oggi noi non diamo. Per noi i pianeti non hanno alcuna influenza sui fenomeni che avvengono sulla Terra. Molti non capiscono neanche perché ci accaniamo a studiarli! Sta di fatto che gli antichi CREDEVANO nell'astrologia e studiavano l'astronomia per ragioni astrologiche. Perché lo negate?
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Ciao Alexandros, grazie per la spiegazione su Gilgamesh.
Come spero che tu abbia capito, io non nego la validità delle tue tesi, ma ritengo che le mie tesi comprendano le tue più qualcosa d'altro.