I simboli o i miti non hanno infatti mai avuto la funzione — come vorrebbe una teoria anche troppo diffusa ai giorni nostri — di rappresentare il movimento degli astri;
Non mi trovo affatto d'accordo con Guénon. Anzi, si può dire che il processo è l'inverso: prima il simbolo viene a nascere da esigenze astrologiche (strumenti, tecniche, misure, proporzioni, etc.). E solo in seguito l'uomo proietta su di esso i suoi archetipi, trasformandolo. E' una specie di alchimia.
La prova sta nel fatto che la croce non è diffusa ovunque, ma solo nei paesi che erano in contatto culturale con il medio oriente (probabilmente di origine caldea). Dove la croce manca, erano ancora una volta gli strumenti di misura a generare un nuovo simbolo, e su questo vengono immediatamente associati dei significati.
Ad esempio il simbolo dello yin e dello yang:
nasce dal meccanismo che in oriente avevano per misurare il ciclo solare (yin e yang erano il sole rispettivamente sotto e sopra l'eclittica), un sistema basato su un bastone piantato nel terreno che proiettava un ombra che veniva segnata per terra sempre alla stessa ora ogni giorno:
Il risultato alla fine dell'anno era questo disegno sul terreno:
Citazione:
When observing the cycle of the Sun, ancient Chinese simply used a pole about 8 feet long, posted at right angles to the ground and recorded positions of the shadow. Then they found the length of a year is around 365.25 days. They even divided the year's cycle into 24 Segments, including the Vernal Equinox, Autumnal Equinox, Summer Solstice and Winter Solstice, using the sunrise and Dipper positions.
They used six concentric circles, marked the 24-Segment points, divided the circles into 24 sectors and recorded the length of shadow every day.
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