Citazione:
florizel ha scritto:
Credo che la tesi pasoliniana secondo cui il passaggio dalla dittatura alla "democrazia" sia solo l'ennesima faccia del fascismo (se è questo che volevi intendere)...
No, non mi riferivo a questo. Io non sono contro la democrazia, anche se ne vedo bene i limiti.
Negli "scritti corsari" e nelle "lettere luterane" Pasolini parlava di trasformazione antropologica.
Anche su questo uscirò dell'oggetto del thread. Brevemente: le imposizioni tentate dal fascismo (cancellazione di culture, omologazione, obbedienza...) hanno agito solo in superficie, solo nelle manifestazioni esteriori, invece l'era del consumismo e dei modelli imposti attrversi i canali dei media e della Tv è riuscita a compiere una trasformazione profonda degli uomini senza violenza apparente. Una trasformazione che ha colpito tutti i ceti e le categorie.
Ai tempi del delitto del Circeo Pasolini rifiutava le letture sociologiche di delitto di fascistelli borghesi, così come rifiutava l'etichetta classista per i crimini commessi dai borgatari. L'abbrutimento riguarda tutti. Lapo Elkann e Filiberto di Savoia vivono gli stessi modelli e la stessa cultura effimera del figlio del muratore o della parrucchiera.
Questo ai nostri nonni non accadeva.
Io credo che Pasolini è stato profetico, ha visto con molto anticipo quello che adesso quasi tutti vediamo. Il deserto morale, lo smarrimento delle identità.
Adesso ci troviamo davanti allo spaccio di false identità, improvvisate, costruite sul rifiuto dell'altro: identità costruite contro l'islam o contro gli americani, contro il sionismo o contro i massoni, contro i comunisti o contro turbocapitalisti... c'è perfino chi raccatta un cattolicesimo di pura facciata che si ferma al rito della messa e del matrimonio, senza spessore, solo per avere qualcosa da contrapporre ai presunti nemici. allo straniero che arriva.
Quella di Pasolini è stata una critica ai modelli culturali, una critica al nascente pensiero unico, non credo fosse (o almeno io non sarei d'accordo) una critica al metodo democratico.
Sulla definizione di democrazia concordo con Popper (scusandomi con chi non lo sopporta): la democrazia non è la sovranità del popolo, non garantisce soluzioni ai problemi, è solo (a saperla usare) una possibilità di cambiare i governanti senza spargimento di sangue. Non mi sembra poco. Se vogliamo difendere i nostri valori (se ne abbiamo) possiamo farlo(e anche meglio) in democrazia.