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   Scienze Economiche
   Banche, oh che passione !

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  •  a_mensa
      a_mensa
Banche, oh che passione !
#1
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 12/6/2009
Da roncello (mi)
Messaggi: 3180
Offline
mi permetto, con questo lungo post, di chiarire per chi avesse voglia di leggerlo, come funziona il sistema bancario.
non è preciso al 100%, ma con una ottima approssimazione, e soprattutto, con un artificio, cerco di chiarire molte perplessità che tale sistema può generare sia nel funzionamento del sistema che nelle caratteristiche delle varie espressioni del denaro.
sono aperto sia alle precisazioni che alle domande, ma per favore, non contestate quanto scritto prima di averne capito sia lo scopo che la funzione.
L’ossessione del signoraggio, denunciato oltretutto solo per la stampa delle banconote ( e tralasciando la parte molto maggiore del denaro creato, quello cioè contabile) mi spinge a descrivere ancora una volta come funziona il sistema bancario, tanto per aiutare a capire COME esso si impadronisca di una gran parte del valore creato, soprattutto col lavoro, dalla popolazione.
Per far ciò creo una immagine della banca, che nella realtà esiste solo contabilmente, nei libri della banca stessa e nelle sue procedure. Era lo stesso disegno che capeggiava nella sala in cui i programmatori scrivevano le procedure per i calcolatori che contengono tutti i dati della banca stessa.
La ragione per cui vi chiedo questo sforzo mentale, magari aiutandovi con un disegno, mano a mano che descrivo i vari “pezzi”, ve lo spiegherò dopo e capirete quanto sia utile questa immagine.
Vedete la banca divisa in due entità:
La prima è una società commerciale, come tutte le altre, solo che invece di produrre lavatrici, produce credito.
Tale società avrà un capitale (vedremo dopo che viene anche definito capitale di garanzia), ha degli impiegati, ha dei locali di proprietà (i suoi fanno parte del capitale) o in affitto, paga luce, gas, telefoni, manutenzioni, ecc… , e per tutte queste esigenze, e anche per altre, si avvale di un conto corrente aperto presso l’altra entità di se stessa.
La seconda entità tratta il denaro verso i clienti. Depositi, prelievi in conto corrente, prestiti e svariate altre attività, che però qui non serve illustrare al fine di capire come funziona il sistema.
Dentro questa entità ci sono tre “contenitori”.
Nel primo finiscono tutte le banconote che entrano quando viene fatto un versamento. Tali banconote, fino a che restano li dentro, non vengono conteggiate in M1 (che include solo il circolante più conti correnti o postali). È come se attraversando lo sportello il valore che “trasportano” venisse spostato dalla banconota stessa al saldo del conto corrente. Il valore viene “ricaricato” sulla banconota quando viene fatto un prelievo. In tal caso diminuisce il saldo del conto e il valore ritorna in circolazione sulla banconota.
A questo proposito faccio notare come la quantità di banconote, nell’insieme dei movimenti, sia slegata completamente, visto che i movimenti possono esser fatti da banconote, ma anche assegni, bonifici, ecc…
Gli altri due sono delle annotazioni contabili in cui finisce il versamento stesso nella proporzione stabilita.(1)
Gli interessi che ricava con i prestiti, meno quelli che paga sui depositi, costituiscono le “entrate” della prima entità, che versa sul suo conto corrente. La seconda non ha un suo bilancio perché a tutte le spese provvede la prima e ad essa ogni entrata viene ceduta.
Come viaggiano le banconote ?
La banca centrale stampa banconote.
Secondo una certa procedura (ben descritta ad esempio sul sito della banca elvetica) la banca centrale raccoglie le richieste di tutte le banche (entro una certa ora) e sulla base della quantità di denaro che decide di immettere sul mercato, soddisfa, secondo la percentuale così ricavata , le richiesta.
Come le soddisfa ?
Ogni banca ha presso la banca centrale un conto, pertanto nel momento in cui fornisce l’importo lo registra a debito sul conto della banca stessa. Praticamente gli concede un prestito.
Le banconote arrivano alla prima entità che le deposita sul suo conto aperto presso la seconda entità, come un normalissimo versamento. Questa ritira le banconote ed aggiorna il saldo. Poi al suo interno segue tutta la procedura già descritta.
In questo modo, la prima entità si è indebitata nei confronti della banca centrale, ma ha acquisito un credito nei confronti della sua seconda entità.
Quest’ultima ha visto affluire banconote nel suo deposito, e indirettamente è diventata debitrice nei confronti della banca centrale.
Quest’ultima, è vero che ha “creato dal nulla” le banconote ed il loro valore, ma le ha cedute in cambio di un credito, che non rappresenta alcun valore reale perché non è cedibile.
L’operazione inversa, si verifica quando il deposito di banconote (per effetto di eventuali versamenti in contanti) supera la soglia delle normali necessità.
Se chiedete alla vostra banca banconote, per prelievi in contanti superiori ad una certa cifra (qualche migliaio di euro) vi chiedono di notificaglielo almeno qualche giorno prima, ed ora sapete il perché.
Ma attenzione che la banca non si indebita nei confronti della banca centrale SOLO in banconote.
Si indebita anche senza banconote ma semplicemente con una annotazione che trasferisce valore dalla banca centrale alla banca stessa, esattamente come un bonifico che fa solo cambiare dei numeri.
Anche la banca centrale, su tutti i prestiti che fa alle banche, riscuote un interesse, e questo è il suo guadagno, che usa per pagare le proprie spese, e il netto finale costituisce l’utile che versa ai suoi proprietari.
Una nota importante è da fare circa i depositi frazionati.
La quantità totale di denaro ( e lasciamo perdere le banconote, perché il denaro diventa banconote solo dopo un prelievo di contante ma è spendibile in molti altri modi senza necessitare del contante) che la banca può imprestare, è una funzione di quanto riesce a raccoglierne dal pubblico stesso, ma anche dal capitale di garanzia della banca stessa, oltre che di altri parametri, che per ora non interessano.
Per legge il capitale di garanzia deve esser costituito da asset di valore “sicuro”.
Nel caso di titoli, o titoli con tripla A o titoli di stato (anche se lo stato stesso non ha la tripla A).
In diversi casi accade che la richiesta di prestiti sia elevata ma non sia possibile soddisfarla per tale parametro.
È normale quindi che i guadagni, anziché esser distribuiti come dividendi vengano portati a capitale, con il doppio scopo di aumentare il valore della banca stessa ( e quindi delle azioni) ma anche di innalzare il limite dei prestiti concedibili.
Mentre se il parametro “scarso” è il totale della raccolta, è altrettanto naturale che la banca innalzi i tassi sui depositi, per attrarre nuovi capitali.
Adesso spiego il perché ho fatto tale suddivisione ideale
a) Abbiamo visto che la banca paga i suoi dipendenti, le fatture, i fornitori, ecc… li paga anche eventualmente con banconote. Ora, come è possibile che all’interno della banca esistano contemporaneamente banconote conteggiate in M1 (quelle con cui paga dipendenti e tutte le altre forniture) e banconote NON conteggiate in M1 ovvero quelle che vengono incamerate quando qualcuno fa un versamento sul suo conto corrente ? la risposta è semplice, la prima appartengono alla prima entità, le seconde sono gestite ed entrano nella seconda entità. Sempre banconote sono, ma le prime appartengono al “circolante” e quindi trasportano valore, le seconde hanno ceduto il loro valore al saldo su un conto corrente.
b) Come sono arrivate le banconote in mano alla popolazione?
In tre modi: mediante prestiti (la seconda entità in seguito ad un prestito apre un conto, e su quel conto scrive l’importo, come descritto. Da quel momento l’usufruttuario del prestito può fare un prelievo in banconote). Quando la prima entità Paga dipendenti e servizi, sia che li paghi direttamente in banconote che accreditandogli l’importo da cui essi possono prelevare banconote, prelevando gli importi dal proprio conto. Tramite lo stato, quando scambia titoli del tesoro con proprio denaro (banconote oppure bonifici sul conto corrente del tesoro) e quest’ultimo paghi le prestazioni ai suoi dipendenti e fornitori.
c) Come arrivano le banconote, dalla banca centrale che le stampa, alle tasche del popolo ?
Con un ragionamento regressivo, immaginiamo che nel giorno 0 non esistano banconote.
Quel giorno la banca centrale ne stampa, e su richiesta le cede alla prima entità della banca richiedente attivando un prestito. La prima entità li versa sul suo conto presso la seconda entità.
Da quel momento la prima entità può pagare i propri dipendenti e prestatori d’opera, in banconote, (prelevando gli importi dal proprio conto) i quali le faranno circolare direttamente usandole per fare la spesa, oppure li verseranno sul proprio conto corrente. La seconda entità potrà iniziare a fare prestiti, e i beneficiari potranno prelevare banconote che spenderanno facendo a loro volta la spesa, ecc….
d) Dovrebbe diventare chiara la seguente osservazione: il totale dei depositi in conto corrente presso la seconda entità, non ha più alcun legame con la quantità di banconote all’interno della seconda entità della banca stessa, in quanto uscite dopo esser state prelevate da un conto, eventualmente rientrano con l’importo accreditato su un altro. Mentre è vero che tutti gli importi sono stati generati da banconote, è altrettanto vero che le stesse banconote uscendo da una parte e rientrando dall’altra, hanno consentito di generare diversi saldi per importi ben più alti della quantità di banconote stesse. Solo per il fatto che la stessa banconota ha generato più di un saldo di conto corrente.
Questa è la ragione per cui all’interno della banca non vi sarà mai banconote sufficienti a soddisfare l’equivalente dei saldi di tutti i conti. Detto in altre parole, se tutti i correntisti decidessero di chiudere il loro conto prelevando in banconote il saldo, la banca chiuderebbe quasi immediatamente.
e) Risulta altrettanto chiaro il perché quando si parla di massa monetaria M1 si intenda circolante (banconote in mano al pubblico ma non “in pancia” alle banche) più saldo dei conti correnti (e conti postali che operano in modo analogo). Il “valore” è associato, e trasportato, utilizzabile negli scambi, indifferentemente che sia sotto forma di banconote, o sia di “numero” testimoniante un saldo di conto corrente trasferibile sia mediante assegno che bonifico o altro modo.
f) Nel conteggio del denaro, ovvero di tutti quel supporti che permettono sia il trasferimento che l’accumulo di valore, entrano a pari merito sia le banconote che i conti correnti. E notare che l’entità dei secondi, pur essendo stati generati tutti dalle prime, rappresentano oggi un totale ben superiore ai primi ( di svariate centinaia di volte).
g) Penso che sia comprensibile oggi, perché parlare di signoraggio SOLO in merito alle banconote, sia assurdo. Eventualmente si dovrebbe parlare di TUTTO il denaro incluso in M1. Ma, come ho già spiegato, non si può parlare di signoraggio riferendosi al denaro (mentre è corretto riferendosi alle monete metalliche), in quanto esso frutta a chi lo ha stampato solo un credito non cedibile, quindi privo di valore. Ma questo è poi un altro discorso.
Ora faccio notare come le banche esercitino la loro azione drenante sull’economia di un paese.
Ogni azienda poco più che artigianale, che operi sulla manifattura e che quindi necessiti di materie prime o semilavorati, necessita per la sua normale attività di credito.
Compera materiali li lavora e li vende. Se anche riesce a pagare le fatture di ciò che compra con lo stesso ritardo con cui lei viene pagata, resta da coprire il valore di tutto ciò che acquista per tutto il tempo di lavorazione, poi sovente ci sono anche tempi di immagazzinaggio, i dipendenti, vanno pagati subito, non a 3 o 6 o12 mesi. E tutto ciò richiede capitali, che quasi mai la società ha di suo, ma richiede alla banca. E ad essa paga un interesse che attualmente va da u 8% in su.
Quando si calcola il costo di produzione della merce, il costo del denaro, viene scaricato sul costo della merce stessa, e quindi pagato alla fine dal consumatore.
Aggiungiamo anche che la banca, concedendo tale prestito, continuamente rinnovato,ha un’enorme arma di ricatto nei confronti dell’azienda stessa, in quanto per lei è impossibile lavorare e produrre, senza quel credito.
Sovente vediamo fallire aziende che erano solide, produttive, con un portafoglio di ordini, per ragioni finanziarie. È sufficiente che la banca gli riduca tale finanziamento per farla chiudere.
Avendo un’arma di ricatto così potente, costringe a volte l’azienda ad azioni per lei controproducenti,e a volte addirittura disastrose. Molti titolari di piccole aziende, ad esempio sono stati “costretti” dalle banche finanziatrici ad acquistare i famosi Cirio bond o i titoli Argentini quando le banche hanno cominciato a considerare tali investimenti pericolosi. Vi sono poi azioni molto più subdole, che si risolvono sempre a danno dell’azienda stessa, come vincolare parte dei guadagni in derivati.
I costi , comunque molto elevati del credito, diventano un sovrapprezzo per le merci.
Altro danno viene fatto al mercato nel momento che la banca “crea” denaro, come abbiamo visto.
A fronte di un risparmio,concedere prestiti per multipli di tale risparmio, significa aumentare la circolazione monetaria, col risultato di svalutare la moneta, anche quella che si trova nelle tasche della popolazione.
Ho mostrato, come a volte, sia conveniente alla banca immettere titoli di stato nel proprio capitale di garanzia col doppio scopo di veder fruttare tale capitale, e di aumentare la possibilità di guadagno aumentando il limite ai prestiti.
Questo fatto aumenta la richiesta di titoli, abbassandone il tasso di interesse, con un “danno” per gli altri investitori.
Acquistare titoli del debito pubblico, ha anche un’altra valenza, ovvero di usare un capitale di risparmio, fermo, non circolante, e portarlo tramite lo stato sul mercato, visto che quanto ricava dalla vendita dei titoli, lo stato lo usa per coprire la sua spesa corrente, di nuovo operazione a valenza inflattiva.
Mentre se i titoli del debito venissero assegnati solo al pubblico, diventerebbe solo una partita di giro, ovvero denaro non speso da alcuni e rimesso in circolazione dallo stato.
La banca centrale, pur stampando le banconote, esercita la sua azione sull’economia nei due mezzi derivanti dalla sua funzione: controllo della liquidità e tassi di interesse.
Dato che per liquidità si intende principalmente M1 ( che credo di aver già definito svariate volte) , dovrebbe esser chiaro come, includendo tale valore tutto il denaro POTENZIALMENTE spendibile per l’acquisto di beni e servizi, ma non EFFETTIVAMENTE speso, mentre solo una sua parte, dipendente essenzialmente dal “sentiment” della popolazione lo spenderlo o il tenerlo “di scorta”, viene di fatto speso, e, dato che a influire eventualmente sul livello dei prezzi è solo quello che effettivamente viene speso, ecco spiegato come il controllo del livello di inflazione sia estremamente difficile.
Se poi si somma il fatto che la velocità con cui i vari attori che lo ricevono e quindi lo possono spendere a loro volta, la valutazione di QUANTO denaro serva per far avvenire gli scambi senza esserne scarso, è una valutazione delle più complesse e soprattutto mai basate SOLO su funzioni matematiche.
Ma le azioni per aumentare o diminuire tale quantità, comportano riflessi importanti sull’economia reale.
Eccessivo denaro rispetto al totale del valore delle merci e dei beni scambiati, lo svaluta (inflazione) mentre troppo poco causa l’opposto frenando gli scambi.
Aumentare i tassi, per favorire il risparmio e scoraggiare il richiedere prestiti, frena sia le spese che gli investimenti produttivi, di fatto frenando l’economia reale, come il diminuirli troppo spinge verso investimenti anche privi di reale redditività, visto il loro minor costo, al limite dell’incoscienza ed errata valutazione del rischio di rientro (cosa avvenuta con i famosi subprime).
Male vere sanguisughe della società, non sono le banche centrali, ma quelle commerciali, che “creando” denaro che a loro non costa nulla, drenano mediante interessi estremamente esosi la ricchezza generata dalla popolazione, per gestirla in modo assolutamente arbitrario e discrezionale.
E come penso sia intuibile da chiunque, una ricchezza disponibile e gestibile con tali criteri è sempre e comunque una minaccia per la convivenza civile.

FINE
(1) Nel momento in cui io porto , ad es. 1000€ in banca, il cassiere ritira le banconote e registra + 1000 sul mio saldo, e contabilmente quel 1000 finisce su due conti della banca ripartiti secondo una percentuale prestabilita. Ipotizzo tale percentuale 10% per farla facile, ma in alcuni casi è arrivata a percentuali più basse. Quindi dei 1000, 100 nel primo contenitore, e 900 nel secondo.
Faccio notare che qui sono solo più dei numeri, perché le banconote sono già state separate dal valore nell’azione precedente.
Questa divisione ha la sua ragion d’essere semplicemente per la legge statistica, che ha dimostrato che se il totale dei soldi versati è di una certa entità, solo una minima parte di essi si “muove” ovvero entra/esce dalla banca. Pensate al vostro conto. Penso che sia abbastanza normale che non andiate sempre a 0 ogni mese. Di regola si possiede di più di quello che è il consumo medio, anche solo per far fronte agli imprevisti.
Ma poi vediamo la banca come quella che ha sia il conto dell’azienda che quello dei dipendenti.
L’azienda paga i dipendenti per cui il suo conto cala, ma aumenta quello dei dipendenti. Quello dei dipendenti cala, ma aumenta quello dei negozianti, ecc… portando al limite, ci fosse una sola banca con tutti i conti di tutta la popolazione, il totale dei depositi al suo interno varierebbe ben poco.
Bene nel primo contenitore vanno i 100, che permettono di soddisfare le differenze entrata/uscita e nel secondo i 900, che praticamente restano inattivi.
Ora supponiamo che qualcuno chieda 1000€ in prestito alla banca e che questa glielo conceda.
Gli aprirà un conto, dal secondo contenitore prenderà 1000 e lo depositerà su tale conto, e quei 1000 finiranno anche loro 100 nel primo e 900 nel secondo. In tal modo dal secondo contenitore, in effetti il totale è calato solo di 100.
E questo significa che a fronte di un deposito di 1000, la banca può fare prestiti per 9000, ovvero per 9 volte l’operazione sopra descritta.
Se pensate che oggi la banca paga lo 0,1% (se vi va bene) sui 1000 da voi versati, ma chiede (quelle oneste) l’8%, a fronte di un 0,1 pagato ricava 9x8 = 72% su quello che impresta.
Ma non è tutto.
Questa operazione, se ha tolto dal mercato i 1000 che io ho risparmiato, quindi non speso, dall’altra parte ha immesso nel mercato 9000 perfettamente spendibili con un saldo positivo di 9000-1000 = 8000
Se lì inflazione è legata all’aumento di denaro spendibile rispetto al valore delle merci acquistabili, questa operazione, nel sua complesso è inflazionistica.
Questo è il meccanismo dei depositi frazionati.
_________________
non vorrei mai appartenere ad un club che avesse me come socio.
Inviato il: 7/9/2009 8:46
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Oggetto: Autore Data
     Re: Banche, oh che passione ! kirillov81 8/9/2009 1:38
       Re: Banche, oh che passione ! a_mensa 8/9/2009 12:02
         Re: Banche, oh che passione ! kirillov81 8/9/2009 17:20
           Re: Banche, oh che passione ! a_mensa 8/9/2009 22:46
       Re: Banche, oh che passione ! a_mensa 8/9/2009 12:15
         Re: Banche, oh che passione ! kirillov81 8/9/2009 17:49
           Re: Banche, oh che passione ! a_mensa 8/9/2009 22:37
       Re: Banche, oh che passione ! a_mensa 8/9/2009 12:24
         Re: Banche, oh che passione ! kirillov81 8/9/2009 18:02
           Re: Banche, oh che passione ! a_mensa 8/9/2009 22:51
             Re: Banche, oh che passione ! Manfred 13/11/2009 23:53
               Re: Banche, oh che passione ! a_mensa 14/11/2009 4:08
                 Re: Banche, oh che passione ! Calvero 14/11/2009 12:44
                   Re: Banche, oh che passione ! Manfred 14/11/2009 13:00
                     Re: Banche, oh che passione ! a_mensa 15/11/2009 18:19
                       Re: Banche, oh che passione ! audisio 15/11/2009 19:12
                         Re: Banche, oh che passione ! a_mensa 16/11/2009 18:15
                           Re: Banche, oh che passione ! Manfred 16/11/2009 19:41
                             Re: Banche, oh che passione ! a_mensa 16/11/2009 21:13
                               Re: Banche, oh che passione ! Manfred 16/11/2009 21:59
                                 Re: Banche, oh che passione ! a_mensa 16/11/2009 22:55
                                   Re: Banche, oh che passione ! Manfred 18/11/2009 19:59
                                     Re: Banche, oh che passione ! a_mensa 18/11/2009 22:39
                                     Re: Banche, oh che passione ! a_mensa 18/11/2009 23:05
                                       Re: Banche, oh che passione ! Manfred 19/11/2009 21:02
                   Re: Banche, oh che passione ! a_mensa 15/11/2009 18:09
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