Scusate se rubo questo spazio per introdurre concetti che ben poco appaiono consuetudinari (neologismo?) e razionali e mettono in discussione la comune rappresentazione della realtà di consenso, ma poiché sento e cerco, per mia natura, condivisione butterò questa piccola rete.
Spero che alcuni possano entrare in risonanza condividendo i pesci che hanno già pescato nel mare delle informazioni.
Ci sono delle domande alle quali alcuni di noi stanno cominciando a dare una risposta, domande che riguardano il nostro senso d’esistenza più profondo e il nostro Esserci.
Alcune domande appariranno banali, ma banale è solo la nostra rappresentazione statica della realtà condivisa; si devono usare le domande come momenti di vuoto e sbalordirci come bambini di fronte all’Esserci.
Cosa sappiamo di vero?
Com’è possibile che io esista?
Perché fuggo il dolore?
Cos’è il male e perché lo combatto?
Perché non vivo gli altri e sono da loro separato?
Perché continuo a esistere e il mio cuore si ostina a battere secondo dopo secondo?
Cos’è questo senso di mancanza e chi l’ha innestato?
Perché ho paura se sono nato per la morte? Ma sono in fondo mai morto eccetto ogni notte?
Perché le cose rimangono apparentemente stabili nel tempo?
Da dove vengono le mie mani e i miei piedi?
Cos’è quella forma che vedo riflessa nello specchio?
Cosa vogliamo veramente e perché?
Non mi pare ci siano risposte razionali a queste e mille altre simili domande (che vi invito a condividere) ma queste sono il frutto del miracolo della nostra esistenza e della nostra presenza riflessiva in questa realtà condivisa.
Ma non vi sembra che se pure irrisolvibili esse rappresentino il frutto più alto della nostra intelligenza e il motore ultimo delle nostra ricerca insaziabile di esperienze?
Non so voi, ma di fronte a questi enigmi mi perdo completamente e inizio a ridere come un bambino impazzito dalla gioia della propria ignoranza.
E ridendo penso: “Mi hanno raccontato tante cose, ma non mi hanno detto quelle fondamentali. Le cose che mi hanno raccontato su di me e il mondo sono solo veli sopra l’ignoto. Dunque il mio vero viaggio inizia adesso. Che bello c’è così tanto da scoprire J.”
Così questi universi condivisi che noi creiamo con le nostre menti (sono un po’ piccolini questi universi ma è tipico della scimmia che ha appena iniziato a camminare) sono un grosso mistero e ogni esistenza, ogni colore, ogni suono, ogni odore, ogni tatto, ogni gusto è un miracolo che va assaporato.
Accetto il mio universo e lo amo perché è l’espressione di me stesso con tutte le sue polarità e me al centro a osservare fra ciò che conosco come male e ciò che conosco come bene.
Non possiamo fuggire da noi stessi , dalle nostre polarità. Possiamo solo comprenderle e accettarle per porre fine questa schizofrenia cosmica senza senso che impedisce ai nostri universi di espandersi a un altro livello.
Avrei voluto parlare della Coscienza, dell’Osservatore, dell’Uno, del Cuore, del Tempo, della Singolarità, del 2012.
Ma mi è venuta così. In fondo si parte sempre con le domande o forse no
Comunque un
FILMATO vale più di mille parole
Con affetto Massimiliano