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Sergio Romano e l'11 Settembre | #1 |
Mi sento vacillare
Iscritto il: 2/6/2004
Da MMMMMMonza
Messaggi: 916
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Oggi 21/09/2006, sul Corriere della Sera Le Torri, il Pentagono e la teoria del complotto
Siamo un gruppo di amici trentenni che quando si incontra discute spesso la questione delle stragi e delle tentate stragi imputate ai fondamentalisti islamici. In particolare si discute dell'11 settembre. Una parte di noi sostiene le tesi ufficiali mentre un'altra parte sostiene la teoria del complotto e la argomenta con documenti, testimonianze e video facilmente reperibili in internet che hanno lo scopo di evidenziare molti interrogativi senza ancora una risposta. Vorremmo un suo parere al riguardo, anche perché crediamo che la questione in oggetto animi ormai parecchie discussioni oltre la nostra. Confidiamo in una sua risposta al fine di smentire chi ritiene che tale argomento sia tabù per i mezzi di informazione più accreditati.
Rodolfo Scacchetti, ecc., lingua.centre@tiscali.it
Caro Scacchetti, ecc., il tema del complotto mistificatore è apparso più volte in questa rubrica. Me ne sono occupato, per esempio, a proposito dell'assassinio di J. F. Kennedy. Sostenni che dietro l'autore dell'attentato, Lee Oswald, non vi era alcuna «cupola» e ricevetti parecchie lettere scettiche o critiche. Temo che anche questa risposta sia destinata ad avere la stessa sorte. So che la tesi ufficiale, nel caso delle Torri Gemelle, è stata contestata dal libro di un giornalista francese e che il contemporaneo attacco al Pentagono ha suscitato dubbi ancora piu diffusi e insistenti. Ho visto recentemente un programma televisivo in cui si sostiene, se ho capito bene, che i danni al ministero americano della Difesa non sarebbero stati provocati da un aereo, ma da un missile. A questi sospetti potrei rispondere semplicemente che mi è difficile immaginare la Casa Bianca, il Pentagono, la Cia o qualsiasi altra agenzia americana mentre sono all'opera per organizzare un attentato che costerà la vita ad alcune migliaia di cittadini degli Stati Uniti. So che i servizi segreti sono perfettamente capaci di progettare la morte di un uomo politico straniero, un attentato o un colpo di Stato in un Paese nemico. Ma gli attacchi al Pentagono hanno colpito il cuore dell'America e suscitato un'onda sismica di cui nessun regista occulto sarebbe stato in grado di prevedere gli effetti. Quali ambienti ufficiali avrebbero potuto concepire un progetto che sarebbe rapidamente sfuggito al controllo dei suoi esecutori? Non basta. Per quale ragione lo avrebbero fatto? Per screditare il mondo arabo musulmano? Per giustificare le guerre che l'amministrazione intendeva fare all'Afghanistan, all'Iraq, più tardi forse all'Iran? Ciascuno di quegli obiettivi poteva essere raggiunto con raffinate strategie di disinformazione e propaganda, senza ricorrere al dirottamento di quattro aerei di linea, alla distruzione di due grattacieli, all'incursione aerea su uno degli edifici simbolici del potere americano. Come ho detto in altre occasioni esiste, infine, un argomento che rende assurda, a mio avviso, l'ipotesi del complotto. Supponiamo che gli attentati siano stati organizzati da una sezione speciale della Cia nello stile di certi film che Hollywood ha prodotto negli scorsi anni. Quale sarebbe stata in tal caso la reale sequenza degli avvenimenti? Quanti congiurati sarebbero stati necessari per collocare i «martiri» a bordo degli aerei o fingere un dirottamento inesistente? Come truccare le migliaia di telefonate che vennero scambiate in quelle ore? Come evitare che un complice informi un amico o un parente per evitare che prenda un aereo o passi accanto alle torri nel giorno dell'attentato? Non basta. Se gli attentati fossero stati progettati dalla cellula segreta di un governo, dovremmo giungere alla conclusione che anche un video recente, in cui Osama incontra prima dell'evento i responsabili degli attacchi alle torri, è un falso, costruito per meglio attribuire al fondamentalismo islamico la paternità dell'11 settembre. Chi crede al complotto finirà per credere che anche Osama è un agente della Cia.
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