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   Scienze Economiche
  banche, derivati, e porcherie varie.

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  •  a_mensa
      a_mensa
banche, derivati, e porcherie varie.
#1
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 12/6/2009
Da roncello (mi)
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vorrei aprire questo topic, per poter spiegare a chi non lo sapesse già, in che modo il sistema bancario ha potuto raccogliere ricchezze enormi, da distribuire ai suoi top manager e azionisti, lasciando il conto da pagare ai vari stati, e quindi alla popolazione che paga le tasse.
il discorso avrà una sua logica e coerenza a patto di non dover mescolare questi argomenti con i mantra che circolano insistentemente su questo e altri blog.
li nomino e vorrei non doverne più trattare, ne leggere almeno in questo topic.
essi sono:
signoraggio, denaro creato non a sufficienza per pagare gli interessi, sovranità monetaria, debito pubblico creato dal sistema bancario.

di almeno tre di essi ho già parlato fin troppo, dimostrando col solo ausilio della logica, la loro infondatezza, ma qui, in questo topic, a prescindere dal fatto che siano giusti o errati, non dovrebbero semplicemente più esser nominati, per non invalidare la coerenza di quanto sto per scrivere.

è inutile che sosteniate che quanto sto per scrivere è in contrasto con uno di tali temi, lo so, ed è per questo che invito a leggere e al limite fare domande, ma senza riferimenti ad essi.
provate una volta tanto a ipotizzare, dico solo ipotizzare che io abbia ragione, e vedrete che tutto il discorso diventa logico e razionale.
poi potrete anche esser convinti di tutt'altro, ma permettete a chi vuole seguire questi nuovi argomenti, di non doversi occupare nuovamente di tali temi.

ed ora inizio dalle cartolarizzazioni.
ho già scritto, ma ripeto per completezza, che i titoli esecutivi aumentano la massa monetaria, non M1, ma M2 o M3 a seconda della durata del titolo stesso.
ed ora l'esempio:
io possiedo 1000€, e tizio ha bisogno di 1000€ ma non li ha, è mio amico e quindi me li chiede in prestito.
io in questo momento non ne ho bisogno, glieli dò e mi facciorilasciare una cambiale, scadenza tra 1 anno, per 1000€

titolo esecutivo significa che è riscuotibile alla scadenza senza ulteriori azioni, ovvero tra un anno sarà come un assegno, ad esempio.
posso portarlo in banca e "scontarlo" come una fattura all'incasso, o come ho detto un assegno, o come altri titoli.

prima di tale scambio sul mercato c'era una certa quantità x di denaro + i miei 1000€, dopo lo scambio c'è sempre x, i 1000€ in mano a tizio, e la cambiale in mano mia.

se è vero che la cambiale non è trasformabile subito in denaro liquido, è anche vero che lo sarà tra un anno e, mettiamo che tra interessi e copertura del rischio di inadempienza da parte di tizio, valga, ora, 900€.
vedete chiaramente che la massa monetaria, è così aumentata di 900€.
ma c'è anche un'altra possibilità e cioè che sempronio, venuto a conoscenza dello scambio, ed intenzionato a raccogliere i debiti di tizio, venga da me, e mi offra 950€ per tale cambiale.
non avendoli però è disposto a rilasciarmi una sua cambiale per 1000€ con scadenza a 6 mesi, in cambio della cambiale di tizio.
io accetto e a questo punto ci sarà x di massa monetaria più 900 della cambiale di tizio, più i 1000€ in mano a tizio, più una cambiale di 1000€ di sempronio in mano mia. e così la massa monetaria è aumentata non solo più di 900€, ma di 1900€. e la storia può continuare.
tutto il mercato delle obbligazioni è simile, essendo le obbligazioni rilasciate per vari motivi da aziende, banche, ecc... esattamente come delle cambiali, con il vantaggio che invece diessere rilasciate da tizio o sempronio, sono emesse da FIAT, ENEL, ecc..., quindi con una credibilità molto elevata.

ora ci sono obbligazioni emesse, come ho detto, da FIAT o ENEL, ma anche da PINCOPALLINO&C, che in genere ha meno credibilità di FIAT e ENEL, pertanto deve scontare un interesse maggiore per far si che il mercato le "comperi" (metto tra parentesi, perchè pur essendo uno scambio di obbligazione contro denaro avviene secondo regole ben precise, atte ad evitare le truffe più banali, che però non tratto qui perchè non essenziali alla comprensione del tema proposto).
Questo porta ad avere contemporaneamente , sul mercato obbligazioni di eguale scadenza ma diverso interesse, perchè emesse da enti di diversa credibilità o rating.
ho già detto che una banca DEVE avere dei "mezzi propri" per offrire garanzia di solvibilità, definito anche "capitale di garanzia", e che esso è uno dei parametri che stabilisce il "tetto" alla creazione di denaro con il sistema dei depositi frazionati.
per esser considerati tali da poter essere immessi nel capitale di garanzia essi devono avere il massimo del rating, ovvero la tripla A.
ecco che in esso confluiscono , ad esempio titoli del debito pubblico (essendo del debito sovrano, possono non avere la tripla A), ma sovente rendono poco, gli interessi bassi per quel capitale immobilizzato diventano in effetti un costo, mentre ad esempio le obbligazioni che offrono interessi ben più alti, non possono essere immessi direttamente perchè senza il rating appropriato.
allora cosa viene fatto ?
una banca con rating elevato porende obbligazioni di vario genere, e con essi comegaranzia , emettye delle obbligazioni proprie, garantite dal suo nome, ma aventi come sottostante (questo termine che ricorrerà sovente indica la garanzia su cui un certo titolo si appoggia. un mutuo ha come sottostante l'ipoteca sulla casa,tanto per fare un esempio) quel bloccodi obbligazioni.
ovviamente, tolto il guadagno che tale emittente riserva per se, la media dell'interesse offerto da tali tittoli, riflettendo l'interesse offerto dalle obbligazioni sottostanti, è decisamente più alto , ad esempio , dei titoli del debito pubblico, pertanto più attraenti sia per le banche da inserire nel "capitale di garanzia" ora possibile per via del rating elevato, che commercializzate come derivati.
il massimo, che viene fatto, quando si vogliono inserire titoli "spazzatura" è coprirli con dei CDS.
in tale modo i titoli sottostanti sono merdaccia degna di poca fiducia, ma essendo assicurati diventano oro.
l'interesse da calcolare sarà quello del titolo meno il costo della "assicuraziuone" che volte diventa ancora molto conveniente.
morale.
si"inventano" titoli, con elevato rating, e li si vende per tali, ma essi risentono della capacità di onorare i debiti, di coloro che hanno emesso le obbligazioni. insomma si vende ferraccio per oro.




continua nel prossimo post
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Inviato il: 9/6/2010 15:27
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  •  a_mensa
      a_mensa
Re: banche, derivati, e porcherie varie.
#2
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 12/6/2009
Da roncello (mi)
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continuazione

Finchè resta nelle banche, come “capitale di garanzia” al massimo, in caso di crisi e inadempienza degli emettitori, vorrà dire che sparirà , volatilizzato, un po’ di detto capitale, che è ovvio, se non si vuol veder fallire la banca deve intervenire lo stato con mezzi suoi a ricapitalizzarla, ma questo avviene solo in casi estremi come dopo il fallimento della Lehman.
Più grave è quando questi titoli che luccicano di un rating elevato vengono venduti al pubblico, per roba buona e poi si rivelano per la porcheria che sono.
Questo giochetto, le banche lo fanno soprattutto quando sanno benissimo che il titolo sottostante è di un ente in difficoltà.
Esattamente come è stato fatto per le obbligazioni Cirio, Parmalat, Argentina.
In quei casi non avevano ancora affinato la truffa, per cui vendettero i titoli di tali enti direttamente, e quindi fu relativamente facile dimostrare a posteriori la malafede sella banca.
Immaginate vile stesse obbligazioni, messe in un unico calderone sulla base del quale emettere titoli con tripla A. il risultato per gli acquirenti sarebbe statolo stresso, ovvero accollarsi le perdite per i default, in compenso sarebbe stato molto più difficile dimostrare la malafede e la conoscenza della composizione del “pastone originario”, ovvero dell’insieme di titoli messi nel calderone.
E vi ho parlato della truffa minore, quella più “buona”.
Le cartolarizzazioni vengono usate, e sono state usate, soprattutto per un altro scopo.
Torniamo alla banca. Come ho detto essa ha un limite agli “impieghi” derivato dall’entità del capitale di garanzia ( che comunque rappresenta un costo) e dalla massa dei depositi.
Quindi ogni volta che concede un mutuo, la banca riduce la sua potenzialità nell’imprestare ulteriore denaro.
L’altro aspetto, sta nel fatto, che concedendo il prestito, si assume il rischio che non venga onorato, pertanto tenuta a rimpiazzare quanto non reso, con un prelievo dal capitale di garanzia.
Questa la ragione che rende molto attente le banche a verificare la solvibilità di coloro cui concedono i prestiti.
Ma si è inventato un artificio.
Se la banca raccoglie una certa quantità di questi crediti (derivati dai prestiti concessi), li raggruppa, li suddivide in tante piccole porzioni, ecco che crea un derivato con sottostante dei prestiti.
Se tali prestiti sono mutui fondiari (prestiti per comperare una casa, che hanno anche un’ipoteca come garanzia), allora si può anche affermare abbastanza tranquillamente che sono titoli relativamente sicuri, e di discreto rendimento. Essi sono dei titoli che rappresentano , ciascuno di essi, una piccola porzione di ognuno dei titoli sottostanti. Questo fatto, che cioè il rischio venga molto distribuito, li rende relativamente più sicuri.
Ma cosa ci guadagna la banca ?
Prima di tutto le commissioni, perchè ognuna di queste operazioni porta alla banca delle commissioni, poi il rischio insolvenza viene scaricato su coloro che posseggono il derivato, quindi non più dalla banca, se poi sono riusciti a farci mettere sopra un buon rating, con esso acquistano valore.
Ma il guadagno maggiore la banca lo fa liberando degli impieghi, quindi alza la quota dei prestiti che può fare, perché quelli che ha veduto in questo modo, non sono più crediti suoi, ma di chi possiede i derivati.
Quindi in totale:
ha guadagnato le commissioni, ha ceduto il rischio, ed ha aumentato la capacità di fare degli impieghi.
Ricordando che il guadagno della banca è principalmente costituito dagli interessi sui prestiti, poterne fare di ulteriori, diventa un guadagno aggiuntivo.
Questo meccanismo è quello che ha scatenato la crisi dei subprime.
L’ingordigia dei banchieri, unita ad un tasso praticamente vicino a zero, ha messo in circolazione una quantità di denaro molto alta ma che era difficile impiegare in modo soddisfacentemente remunerativo.
Le produzioni erano a livello alto, gli investimenti, soprattutto nei paesi emergenti , Cina e India compresi, avevano già avviato molte produzioni di beni con utilizzo di mano d’opera a basso costo,pertanto si creava il problema sul come investirli.
Le banche quindi erano piene di denaro, e scarseggiavano coloro che li richiedevano.
Usando questo sistema , vennero concessi prestiti immobiliari a cani e porci, nel senso che si concedevano a chiunque, a prescindere dalla posizione economica del richiedente.
Tanto la banca sapeva che non avrebbe corso alcun rischio, in quanto tali mutui, che probabilmente non sarebbero mai stati rimborsati, sarebbero stati cartolarizzati, cioè raccolti in quantità di un certo valore, considerato un tutt’uno e ridiviso in tante piccole porzioni.
Risultavano così dei derivati il cui sottostante erano mutui fondiari, quindi garantiti da ipoteche, ma soprattutto avendoli uniti e suddiviso nuovamente il totale in tante piccole parti uguali, si poteva affermare di aver suddiviso il rischio.
Unendo a questo fatto un’azione scorretta delle società di rating, coinvolte in un conflitto di interesse, per cui venivano a valutare prodotti dalla loro stessa banca controllante, completò il confezionamento di questi titoli apparentemente validi e sicuri, ma fondati suuna incapacità strutturale dei mutuatari di ripagare i debiti.
La ciliegina sulla torta fu rappresentata dalle strane condizioni contrattuali.
Diciamo subito che attivare e pubblicizzare la possibilità di avere mutui a condizioni vantaggiosissime, smosse molte persone , dai redditi bassi, che non avrebbero mai pensato di potersi permettere l’acquisto di una casa.
Il fatto che venissero elargiti mutui praticamente senza garanzie, per valori dell’immobile che superava il 100% del suo valore, fece gonfiare la bolla immobiliare.
Tante richieste, tante possibilità di acquistare, e i prezzi cominciarono a lievitare.
La condizione “strana” della concessione del mutuo era la seguente:
“per i primi 2 o 3 anni, il richiedente avrebbe corrisposto alla banca una rata ,anche inferiore ai soli interessi maturati sul mutuo richiesto e concesso, allo scadere di tale periodo, si sarebbe ricalcolato la rata del mutuo, considerando eventualmente il nuovo capitale maturato oltre agli interessi”.
Questa clausola unita al finanziamento anche del 100% o superiore, trasformò il mercato immobiliare in un bancomat.
Spinti dall’elevata richiesta i prezzi cominciarono a salire anche tra il 10 e il 18% all’anno.
Chi aveva richiesto un mutuo del 100% del valore della casa, con un tasso del 5%.
Dopo due anni, nel caso peggiore la casa si era rivalutata del 20%, ma le rate del mutuo erano costate il 10% del mutuo. Se poi si era rivalutata del 30 o 35% il mutuo aveva portato via comunque il 10% e il proprietario aveva lucratola differenza. A quel punto vendeva la casa ad un altro che ricominciava il giochetto.
Con le banche che a quel punto guadagnavano sulle aperture e chiusure dei mutui, non correvano alcun rischio perché cartolarizzavano tali mutui e società compiacenti di rating apponevano delle splendide triple A su di tali derivati, e sovente lucravano anche sulla vendita di tali derivati.
Notare che tali derivati, avendo come sottostante un mutuo che rendeva il 5% venivano offerti con rendimento anche del 4% che confrontati con i T bond che spuntavano a malapena il 2% apparivano investimenti vantaggiosissimi.
E così si riempirono di questi derivati anche i fondi pensione, amministrazioni statali, banche, fondi sia negli USA che all’estero,Giappone, Europa, ecc…
Il passaparola che era possibile avere una casa, e guadagnarci anche sopra, si diffuse a macchia d’olio.
Apparentemente nessuno ci rimetteva, anzi tutti ci guadagnavano, ma soprattutto le banche,che come ho detto, lucravano le commissioni sui mutui, non correvano alcun rischio cartolarizzandoli, recuperavano i capitali vendendo i derivati ( ovvero i mutui uniti insieme e ridivisi nei derivati) e quindi continuavano a disporre di immutate capacità di concedere mutui, gli acquirenti dei derivati che rendevano un buon interesse. Insomma avevano trovato la cornucopia della felicità e della ricchezza a buon mercato.
Come il valore delle case raggiunse cifre un po’ eccessive, le banche cominciarono a dubitare di poter continuare a lungo il gioco, ma soprattutto cominciarono a temere di esser chiamate a rispondere di questo castello di carta.
Per pararsi il fondoschiena, inventarono un altro artificio, e bisogna riconoscere che l’immaginazione non mancò mai.
Temendo di esser chiamate a rispondere di eventuali derivati, che non avrebbero mai potuto essere onorati, visto che non potevano esser onorati i mutui sottostanti, iniziarono a riunire e ridividere varie volte tali derivati. Ne mettevano insieme per un certo capitale complessivo provenienti da varie sorgenti, li dividevano nuovamente, i risultanti li riunivano di nuovo con altri di altra provenienza, e poi li suddividevano nuovamente, e questo per varie volte, rendendo impossibile sapere cosa ci fosse veramente sottostante a tali titoli. E quando si giunse alla resa dei conti, presero il famoso nome di “salsicce avvelenate”. Perché come le salsicce erano confezionate di minuscole parti provenienti da molti mutui e prestiti, che mano a mano non vennero onorati, per cui, per ogni mutuo che non veniva onorato che in quel derivato fosse presente per un ennesimo, il valore diminuiva di quell’ennesimo.
Notare che in un certo periodo del 2007 circolavano per molte città degli USA dei procacciatori che cercavano affannosamente persone disposte ad aprire un mutuo, per acquistare una casa, anche se non ne avevano bisogno, ma solo e soltanto per far proseguire questa malsana ubriacatura.
Ma come ogni fenomeno che non si autoalimenta, i valori fuori di testa raggiunti dalle abitazioni, unito al fatto che ormai tutti una casa l’avevano ottenuta, mentre sempre più nuove abitazioni venivano costruite spinte dalla richiesta così gonfiata,e quindi non trovando immediatamente compratori, smisero di salire di valore, produssero lo stop alla cuccagna.
I valori dell’immobiliare smise di crescere, chi aveva contratto un mutuo per un acquisto che comunque non poteva permettersi con le proprie risorse, cominciò a non rimborsare rate di mutui, le banche cominciarono a pignorare case, ma la cosa si rivelò presto un’arma a doppio taglio, perché per una banca che ha concesso un mutuo per il 100% del valore dell’immobile, con il valore dell’immobile che non sale più anzi tende a scendere, oltre ad avere un debito scoperto, si ritrova con case che non riesce a vendere.
Ma le banche avevano venduto i mutui e quindi le garanzie ai produttori di derivati,che si scoprì immediatamente che non avevano fondi sufficienti a garantire i mutui non rimborsati, e che si ritrovarono invece a dover gestire un parco di abitazioni chiuse e disabitate , enorme.
Il paradosso si raggiunse quando i proprietari sfrattati (quelli che avevano contratto i mutui, ma poi non erano riusciti a pagare le rate) , cominciarono a vendicarsi sulle abitazioni della brutalità con la quale venivano sfrattati.
Case bruciarono, altre vennero vandalizzate, con l’asportazione di tutti gli infissi, sanitari ecc.. tanto che spinsero,colmo dei colmi, i gestori di questo parco immobiliare enorme ed in crescita esponenziale, a chiedere agli sfrattati o addirittura a senzatetto, di trasferirsi in quelle abitazioni, per occuparle e così impedire che venissero vandalizzate.




continua (ma per oggi, basta)
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Inviato il: 9/6/2010 21:04
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  •  cagliostro
      cagliostro
Re: banche, derivati, e porcherie varie.
#3
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 29/9/2007
Da
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Ho letto a_mensa e ti ringrazio per aver definito in modo preciso e comprensibile questo simpatico quadretto, ti chiedo, tutto questo è a norma di legge ?
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«Io non sono di nessuna epoca e di nessun luogo: al di fuori del tempo e dello spazio, il mio essere spirituale vive la sua eterna esistenza.»
Inviato il: 9/6/2010 23:32
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  •  Luxio
      Luxio
Re: banche, derivati, e porcherie varie.
#4
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 26/5/2010
Da Ostrava
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Ooooo bon, finalmente inizio a capirci qualcosa anch'io.
Se non hai niente in contrario questi tuoi interventi me li salverei e magari, quando avrò tempo e voglia, li tradurrei e li diffonderei.
Intanto un grande grazie
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Non possiamo separare i nostri pregi dai nostri difetti, essi sono collegati come la forza e la materia. Se li separiamo, l'uomo sparisce.
Nikola Tesla
Inviato il: 10/6/2010 8:27
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  •  cct
      cct
Re: banche, derivati, e porcherie varie.
#5
Mi sento vacillare
Iscritto il: 1/2/2006
Da Lago Maggiore near Swiss
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Grazie Andrea,

anche qui' in Italia, nell'ultimo decennio, mi sembra che ci sia stato un aumento spropositato nei prezzi degli immobili.
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"chentu concasa, dughentos corros"
Inviato il: 10/6/2010 10:22
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  •  Davide71
      Davide71
Re: banche, derivati, e porcherie varie.
#6
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 8/7/2006
Da
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Ciao Andrea,

il tuo articolo centra il punto ma non centra le ragioni profonde per cui questo succede. Non è vero che tutto questo lo fanno per arricchirsi perché quelli che sono ai vertici della scala un modo per arricchirsi lo trovano sempre. Lo fanno per pagare le pensioni agli americani in un paese dove le pensioni sono a carico di strutture private (ma non per questo sono libere di fallire...) e così pure le prestazioni ospedaliere.
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Non date le perle ai cani e ai porci perchè non le mangeranno e vi si rivolteranno contro.
Inviato il: 10/6/2010 11:18
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  •  a_mensa
      a_mensa
Re: banche, derivati, e porcherie varie.
#7
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 12/6/2009
Da roncello (mi)
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ringrazio per gli apprezzamenti, anche se fino qui siamo solo agli inizi.

tengo a precisare che quanto scrivo, non è una opinione, ma ciò che accade ed è noto.

se dietro a tutto ciò c'è qualcuno o qualcosa, non mi interessa qui, nel senso che non faccio ipotesi ma solo una fotografia di quanto si vede.
e senza considerazioni moralistiche. per quelle ci sarà tempo quando avrò completato il quadro.

(tempo e impegni permettendo)

ps. quanto scrivo non è un segreto, ma una raccolta di dati, messi in ordine e condensati. pertanto fatene pure ciò che credete meglio.
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Inviato il: 10/6/2010 13:29
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  •  Ashoka
      Ashoka
Re: banche, derivati, e porcherie varie.
#8
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 11/7/2005
Da
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Sì ma chi ha preso i mutui e li ha cartolarizzati? Fannie e Freddie.
Inviato il: 10/6/2010 15:40
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  •  a_mensa
      a_mensa
Re: banche, derivati, e porcherie varie.
#9
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 12/6/2009
Da roncello (mi)
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3° puntata.

Adesso può sorgere a riguardo una domanda intelligente, ovvero, ma che parte hanno avuto le banche in tutto ciò?
A parte Fannie&Freddie, le due società fino al 2007 ibride, ovvero che non si capiva bene se fossero pubbliche o private( vedere la storia a parte), che rilevavano dalle banche i crediti dei mutui, li “impacchettavano” e rivendevano a investitori il blocco, cioè non suddividendolo ulteriormente e quindi lasciandolo relativamente trasparente, in quanto chi comprava un pacchetto poteva sapere QUALI mutui avesse comprato, con l’unico guaio che si prendevano loro la garanzia del fatto che i mutui venissero onorati ( e questa fu la causa per cui il tesoro dovette praticamente nazionalizzarle con una quantità di miliardi di dollari dei contribuenti ), le altre banche agirono in modo più sporco.
Crearono una serie di società cui affidarono il compito di prendere i mutui da varie banche, unirli per data di scadenza, ricalcolare l’interesse globale, che non era altro che la somma degli interessi dei singoli mutui, e ridividerli in parti facilmente commercializzabili ( era difficile piazzare dei titoli di svariati miliardi, per cui suddividendo il totale in migliaia di titoli di valore pari ad una frazione del totale), e apponendoci il loro rating.
Trucco.
Quando crearono tali società ne chiesero la valutazione, ma le società erano garantite dalla banca stessa perché una loro emanazione, e faceva no parte del bilancio consolidato della banca stessa, ma successivamente le resero indipendenti, per cui, pur continuando a fare lo stesso lavoro di raccogliere mutui, impacchettarli, dividerli e piazzarli, a questo punto lo facevano senza più la garanzia della banca.
Come sovente accade, le garanzie sulla solvibilità di un eventuale fornitore, le si chiede quando si INIZIA, un rapporto, pertanto,anche se questa indipendenza fosse stata adeguatamente segnalata, visto che il loro lavoro lo facevano bene, continuarono a farlo, con buona pace delle società di rating che non vennero più interessate a ristabilire la capacità di offrire garanzie. E questo non si sa se per distrazione o dolo.
Per cui, quando i mutui cominciarono a non esser più pagati, coloro che detenevano i titoli non poterono più rivalersi sulla banca , ma solo su queste società satelliti che fallirono tutte nel giro di pochissimo tempo, lasciando i creditori coi loro derivati in mano. ( a pulirsi il didietro).
Ma il colmo è stato che impacchettati e divisi, impacchettati nuovamente e divisi nuovamente, visto gli interessi relativamente alti attirarono pure le banche stesse, che li acquistarono e li misero nei loro “capitali di garanzia”. Ecco perché, quando cominciarono a non esser più pagati i mutui e ad azzerarsi i valori dei derivati, le banche videro ridursi drasticamente i loro “capitali di garanzia”, pertanto furono messe nella condizione o di chiedere il rientro di tutti i prestiti “in essere” oppure di venire ricapitalizzate, ovvero trovare qualcuno che a fronte di diventare un socio anche importante, versasse soldi nelle casse vuote.
E questo fu ciò che fece il tesoro, assieme alla FED che invece acquistò parte di quei derivati al loro prezzo nominale.
Da notare che come cominciarono a non esser più onorati i mutui, per cui cominciò a scendere il valore dei derivati, il mercato degli stessi si bloccò. Più nessuno li voleva in quanto non si riusciva più a valutare il rischio di inadempienza, pertanto. Anche quelli che eventualmente avevano dei sottostanti buoni, ovvero mutui di persone relativamente facoltose o comunque in grado di pagare le rate, persero tutti di valore in quanto proprio nessuno li voleva più.
La cosa ancora più “comica che accadde, è che si fermò completamente il flusso interbancario.
Cos’è?
Supponiamo che un cliente della banca A faccia un prelievo, paghi un fornitore il quale deposita la cifra nella banca B.
Ricordate che vi dissi prima che il “tetto” degli impieghi, ovvero dei prestiti che una banca può concedere dipende dal capitale di garanzia, ma anche dall’ammontare dei depositi.
Ora supponiamo che la banca A , in funzione del prelievo, si trovi con gli impieghi sopra tale tetto, ha due possibilità: o richiama un prestito in essere e si fa restituire dei soldi (difficile da realizzare nell’arco della giornata, oppure chiede un prestito ad un’altra banca, in questo caso sicuramente la banca B poteva fornire tale prestito, avendo avuto un deposito in più.
Ecco, se guardate sulle pagine economiche , troverete il tasso “overnight” ma chi è che si fa prestare dei soldi per una notte ? le banche tra di loro, per compensare dei “buchi “ che si vengono a creare grazie ai prelievi e depositi.
Quello è il flusso interbancario, nel quale le varie banche si scambiano dei capitali per coprire esigenze temporanee .
Ma quando si scoprì che le banche si trovavano di molto, sottocapitalizzate, e quindi a rischio default, più nessuna banca volle più imprestare nulla a nessun’altra col rischio che quella fallisse comunque e trovarsi il mattino dopo ad aver fatto un prestito ad un fallito ( e quindi non rivedere più i propri soldi).
Il fatto che non si compensassero più le banche tra loro, impegnò la banca centrale in modo anomalo, quindi, ovvero a fare prestiti per coprire i minimi che potevano raggiungere i depositi, senza ch ele banche dovessero richiamare i prestiti.
Quanto dovrebbe cominciare a risultare chiaro, è che l’attività delle banche non è uno scherzetto, non consiste solo nel fare prestiti, ma vi è anche una grossa fetta di amministrazione delle risorse.
E la cosa strana, per un estraneo, è che funziona tutto, nel modo previsto, almeno salvo incidenti .

Continua
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Inviato il: 10/6/2010 19:11
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  •  a_mensa
      a_mensa
Re: banche, derivati, e porcherie varie.
#10
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 12/6/2009
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@ ashoka

si, ma non solo,
la cosa sporca fu la creazione di società collegate, che fecero il lavoro di impacchettamento e suddivisione.
ottenuto il rating della banca perchè da essa garantita, vennero in seguito sganciate e rese indipendenti giusto prima dei termini di compartecipazione in caso di fallimento, e quindi , allo scoppio della crisi, lasciate fallire.
con buona pace dei creditori che si ritrovarono con svalutazioni molto pesanti dei loro derivati.
la cosa che ha del comico, è che in questa attività di impacchettamento e suddivisione, fatta ripetutamente, tanto da non riuscire più a permettere di risalire alla origine dei derivati, è che vittime di tali derivati si ritrovarono pure le banche che se li erano acquistati e messi nei loro capitali di garanzia, subendo così dei pesanti cali nei loro capitali propri.
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Inviato il: 10/6/2010 19:18
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  •  a_mensa
      a_mensa
Re: banche, derivati, e porcherie varie.
#11
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@ cagliostro e davide71

quando qualcosa è stato fatto non a norma di legge lo indicherò chiaramente, anche se in questo momento non me ne viene in mente neanche una virgola, poi, a meno di domande su quanto scritto, tendo a non rispondere per non divagare troppo.
vorrei tenere il tutto abbastanza compatto e conseguente.
come si vede ashoka ha preceduto quanto stavo preparando, e va benissimo così perchè esattamente in tema
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Inviato il: 11/6/2010 1:03
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Re: banche, derivati, e porcherie varie.
#12
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Parte 4°

Riepilogo pertanto la scena perché avere il quadro completo credo sia importante:
dallo scoppio della bolla delle dot.com. gli S.U. si ritrovano con tassi praticamente a 0 e una montagna di soldi da investire.
Le banche sono quindi piene di liquidità ed enorme capacità di imprestare. Si rivolgono quindi sull’immobiliare , dove già operano Fannie & Freddie che tutti,anche all’estero credono abbiano la garanzia sovrana (anche il Giappone) le quali comperano i mutui (il credito, la gestione e la garanzia costituita dall’ipoteca), li impacchettano per data di scadenza, e li rivendono come obbligazioni loro.
Tutti sono convinti che tali obbligazioni abbiano il massimo di garanzia, ovvero quella del tesoro, ma non è così, esse sono private, inoltre pur gestendo miliardi di mutui hanno un LORO capitale estremamente esiguo ( ora non ricordo, ma forse non arrivava nemmeno al miliardo di dollari).
Il loro lavoro è comunque abbastanza trasparente , in quanto si sa quali mutui sono garantiti dalle obbligazioni.
La truffa invece inizia con la creazione da parte delle banche di società collegate, per fare quello stesso lavoro, che però non si limita ad un impaccamento trasparente, ma impacchettano e ridividono, si scambiano tali asset, che rimettono insieme e ridividono, rendendo impossibile alla fine capire quali mutui garantiscano l’onere del pagamento.
A questo punto le banche le “sganciano, rendendole indipendenti, ma così togliendo loro la garanzia della banca stessa.
Tali società invadono anche parte delle banche europee con questi derivati ch eoffrono discreti interessi, pur avendo delle lucenti triple A.
Anche le stesse banche acquistano tali derivati, per metterli nei loro captali di garanzia.
I prezzi delle case smettono di salire, i mutuatari si trovano con mutui il cui valore supera il valore della casa, e le cui rate non sono compatibili con le loro entrate. Iniziano i fallimenti e i sequestri, ma è difficile trasformare quelle case in denaro, pertanto i derivati cominciano a scendere di valore.
Le banche si trovano così sotto capitalizzate, i possessori dei derivati li vedono perdere valore giorno dopo giorno.
La banche che si sono messe questi derivati nel capitale di garanzia, perdono la capacità di imprestare denaro.
Il fatto della mancanza di trasparenza , trasforma quei derivati in titoli “tossici” che pur rendendo ancora qualcosa, minacciano sempre più di valere sempre meno.
Questo fatto,ovvero l’impossibilità di verificare chi e cosa ci fosse nel sottostante di tali titoli, ne blocca la commercializzazione e così ne viene anche bloccata la formazione del valore.
Più nessuno li vuole, più nessuno ne compera, tranne la FED e il tesoro che li acquistano al valore nominale, pur non valendolo più, tanto per non far fallire le banche, quelle grosse, perché invece quelle piccole , che si sono orientate più sul territorio e quindi sui mutui per edifici “commerciali” vengono semplicemente prese in custodia dalla FDIC.
Si bloccano anche i finanziamenti interbancari. Per il timore di imprestate a qualcuno che sta fallendo si azzerano tali movimenti compensativi.
Quindi chi entra in crisi in questa fase, sono Fannie & Freddie, negli USA, la Northen Rock, in Gran Bretagna, il settore edilizio negli USA che si ritrova con una montagna di abitazioni pignorate, un’altra montagna nuove, in via di completamento, e un po’ di “rumors” relativi a banche tedesche, olandesi e spagnole soprattutto, quelle che avevano acquistato e messo a “capitale di garanzia” quelle “salsicce avvelenate”.
Se c’è un’ultima osservazione da fare, è il fatto che tale crisi, è stata generata soprattutto dal fatto che negli USA, le banche si trovassero piene di liquidità, una liquidità eccessiva ma soprattutto che poteva esser usata per moltiplicarla ancora n volte, (col meccanismo dei depositi frazionati) e poche possibilità di impiego produttivo, avendo rallentato il flusso di capitali verso Cina e altri paesi emergenti.
Il fatto che tali capitali fossero serviti per produrre beni a basso costo (visto il basso costo della mano d’opera in tali paesi), che giungevano sui mercati USA e occidentali in genere, tenevano bassa l’inflazione, ma intanto corrodevano le capacità produttive, nel senso che, non riuscendo a produrre localmente a prezzi competitivi, le aziende che prima li producevano , chiudevano, ed il mercato del lavoro si spostava verso i servizi.
Quindi prezzi dei beni di largo consumo e diffusione tenuti bassi per tale motivo e disponibilità enorme di finanziamento gonfiarono la bolla immobiliare fino a farla scoppiare nella sua parte più debole.
Ma è anche da capire un altro fenomeno.
Si stava in questo modo, suddividendo il mercato della circolazione del denaro.
Un mercato in cui circolavano i dollari, dove si vendevano e compravano i beni di prima necessità, ed un altro mercato dove circolavano le migliaia di dollari, che includeva l’immobiliare, la borsa, il mercato dei derivati, ecc… due mercati con pochissimi transiti dall’uno all’altro, gestiti da persone diverse, nel senso che del primo facevano parte i poveracci, e nel secondo chi cominciava ad affacciarsi alla finanza, chi entrava e usciva dal mercato immobiliare, e considerava il primo , proprio solo per le necessità di base, (a volte anche delegato alla filippina o alla messicana) ma con l’attenzione e la dedizione soprattutto verso il secondo . insomma due mercati dove sembrava che i dollari valessero diversamente, visto che da una parte si trattavano a unità o al massimo a decine, e nell’altro almeno a migliaia.
Come ho detto, fino a questo punto, la crisi era soprattutto crisi USA, e solo parzialmente propagata in Europa e Giappone.
Ed è a questo punto che scoppia il vero bubbone, quello dei CDS.

continua
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Inviato il: 11/6/2010 7:10
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Re: banche, derivati, e porcherie varie.
#13
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Citazione:

a_mensa ha scritto:
quando qualcosa è stato fatto non a norma di legge lo indicherò chiaramente, anche se in questo momento non me ne viene in mente neanche una virgola


Interessante, perdona la reiterazione, ma è a mio avviso importante aprire anche delle brevi parentesi sintetico-filosofiche:

Zurigo, 27 ottobre 1919

I cambiamenti che so­no sopravvenuti nella Legge e nel Diritto - se lo si studia in pro­fondità - non sono stati che le conseguen­ze del pensiero dell'uomo economico.

Rudolf Steiner
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Inviato il: 11/6/2010 9:24
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Re: banche, derivati, e porcherie varie.
#14
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ok.
senz'altro da tener presente.
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Inviato il: 11/6/2010 18:19
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Re: banche, derivati, e porcherie varie.
#15
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Citazione:


Questa clausola unita al finanziamento anche del 100% o superiore, trasformò il mercato immobiliare in un bancomat.



Per chi vuole approfondire:

1. http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578&id_blogdoc=2497896&yy=2010&mm=06&dd=11&title=cemento_e_affari_immobiliaribr

La colata ... Un viaggio nell'Italia dei condoni e delle speculazioni edilizie, ...

2. http://www.chiarelettere.it/dettaglio/67389/la_colata

Il partito del cemento avanza e non lo ferma più nessuno. Dal nord al sud la febbre del mattone coinvolge banchieri, cardinali, sindaci, deputati di destra e di sinistra. Tutti vogliono guadagnarci, a partire dai Comuni.
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Inviato il: 11/6/2010 20:05
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Re: banche, derivati, e porcherie varie.
#16
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5°puntata
Mi è stata fatta l’osservazione che , partendo a parlare di banche e derivati, sto finendo a parlare di quest’ultima crisi.
È vero. Ma la ragione è che in questo periodo stanno venendo alla luce tutte le magagne sia strutturali che applicative del sistema.
Faccio un esempio:
Se le società di rating, vengono assunte come parametro di credibilità dei debiti delle varie entità, non dovrebbero potersi scusare col ”non me ne ero accorto”. Perché così falsano completamente il mercato.
Il fatto che il sistema bancario emetta denaro creato dal nulla, può avere una sua logica in momenti di forte crescita, o quando siano necessari forti investimenti, salvo diventare un problema quando tali condizioni cessino.
A mia opinione, non vi sono strumenti o regole, sempre e solo buone o cattive. Ogni cosa va inquadrata nella sua logica applicazione.
Il CDS non è cattivo di per se, è delinquenziale per il fatto di poter esser fatto senza sottostante.
Ed ora spiego cos’è.
Esso è come una polizza di assicurazione per qualsiasi contratto che preveda un pagamento ad una certa data.
Tipici sono le obbligazioni, ma anche i titoli di stato, e in generale ogni documento che attesti il diritto di ricevere una certa cifra ad una certa scadenza. Se tale pagamento non viene fatto, o non viene fatto completamente, interviene lo “assicuratore” che supplisce alla mancanza.
Ora nessuno penso potrà obiettare che uno strumento del genere sia criminale. Lo sarebbero altrimenti ogni forma di assicurazione.
Ma di essi due caratteristiche anomale ne cambiano completamente la caratteristica.
1) Il CDS può essere “acquistato” anche da chi non abbia il sottostante assicurato. È come se io potessi assicurare contro furto e incendio , la casa del mio vicino. Mi sembra perfettamente comprensibile , con una simile possibilità, che io sia incentivato a sperare che tale sua casa vada a fuoco. Lui avrà il danno, io riscuoterò il premio. Questa è una clausola criminogena, ovvero che incita a dar fuoco alla casa del vicino.
2) Non essendo necessario il possesso del bene assicurato, lo posso assicurare più volte. Sempre nell’esempio , se la casa del vicino vale 300.000€ ed io faccio, non 1 , ma 10 polizze, in caso di incendio io riscuoterò 300.000 x 10volte , ovvero 3.000.000, aumentando l’incentivo a dar fuoco a quella casa. Quindi n volte criminogeno.
3) Non vi è un mercato regolamentato dei CDS e questo significa che non vi è una vera “borsa” dei CDS. Mi rendo conto che detto così non chiarisce molto. Ma vedrò di spiegarlo.
Ad esempio la borsa, cerca di far incontrare la domanda con l’offerta, ma in modo chele contrattazioni non siano mai eccessive. Ad esempio supponiamo che io desideri 1000 azioni Pippo&C e che il valore sia di 30.
La richiesta verrà impostata, per un certo tempo, e se in tale tempo nessuno offrirà azioni Pippo&C il valore salirà di una piccola percentuale, ad esempio verrà battuto 31, dopo un certo tempo, se nessuna offerta ecc…. ecc… fino a che o qualcuno offrirà di vendere a tale prezzo, oppure scatterà il ritiro della richiesta se stabilito in partenza che avrei acquistato fino ad un massimo di , metti, 35.
Se per ipotesi a 33 vengono offerte 1300 azioni, intervengono in genere gli agenti che comprano e vendono quantitativi minori in proprio. Per chi ha letto le problematiche sorte nelle contrattazioni elettroniche , saprà quali tipi di problemi questa metodologia stia causando. Se avrò tempo ne scriverò a parte.
Per ora l’importante è sapere che un mercato è regolamentato essenzialmente se sono prestabiliti due parametri : l’incremento o decremento unitario (ovvero di quanto sale o scende una quotazione ogni volta che vi sia una richiesta inevasa, di acquisto o di vendita) ed il tempo per cui resta valida tale offerta prima di essere aggiornata, sempre nel caso di richieste inevase.
È garantito in tal modo che formandosi il prezzo in modo “pubblico” e trasparente, ogni richiedente o possessore abbia le stesse ciance di vendere o comprare al prezzo migliore.
Per i CDS non esiste una borsa, non esiste un luogo pubblico comune dove tutte le domande incontrino tutte le offerte, masi tratta solitamente di contrattazioni bilaterali, un po’ come avviene con la RC per l’automobile. Io che posseggo l’auto posso farmi fare diversi preventivi da assicuratori diversi, e scegliere quello che per opzioni e prezzo mi sia più conveniente.
Diciamo che essendo tale mercato molto ristretto, alla fine gli attori in gioco si conoscono un po’ tutti.
Quindi i valori vengono aggiornati online in siti come http://www.markit.com/cds/cds-page.html, ma nessuno garantisce che se voglio acquistare dei CDS della Pinco&C, troverò qualche “assicuratore ch eme li dia a quel prezzo.
Ripeto le contrattazioni sono OTC ( over the counter) e sostanzialmente bilaterali.

continua
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Inviato il: 12/6/2010 0:36
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Re: banche, derivati, e porcherie varie.
#17
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Grande lavoro a_mensa, mi ci vorranno 3 anni per capire tutto
Scherzi a parte, complimenti !
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Inviato il: 12/6/2010 21:05
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#18
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3 anni son nulla rispetto ai 30 del mutuo ...

La bolla speculativa è così: per taluni è un bancomat, un attimo da cogliere, per tanti altri un peso che ci vogliono decenni per levarselo di dosso.

Mi associo ai complimenti .
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Inviato il: 13/6/2010 7:34
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Re: banche, derivati, e porcherie varie.
#19
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6° puntata

Il CDS è comunque uno strumento finanziario che cerca di “misurare” il rischio di insolvenza, nel senso che più appare probabile che l’emettitore del titolo non sia in grado di onorarlo alla scadenza, per cui debba intervenire lo “assicuratore” a rimborsare l’ammontare non onorato, e più il prezzo del CDS sale.
Ma questo fatto, unito al 1° punto elencato sopra, e cioè la NON necessità di possedere il titolo per assicurarlo provoca un’altra grossa conseguenza finanziaria.
Mettiamo per ipotesi che io preveda, o ancor meglio, io sia in grado di causare, una insolvenza di un grosso debitore, tanto per ipotesi mettiamo la Grecia, cosa faccio ? quando ancora nessuno parla di Grecia o pericoli di default sovrano o problemi legati ad esso, io compero una grossa quantità di CDS sui titoli distato della Grecia. Vi è poca percezione di pericolo di insolvenza, pertanto i CDS costano pochissimo.
Mettiamo ora che, o a causa mia, o per ragioni obiettive, la stampa economica di vari paesi cominci a sparare a palle incatenate sui titoli Greci, evidenziando l’ampiezza del debito, la crisi produttiva, l’elevato livello di welfare, il mostruoso deficit di bilancio che rischia di mandare fuori controllo l’ammontare del debito, e coloro che detengono titoli del debito greco cominciano a domandarsi se non valga la pena di venderli, o comunque di non rinnovarli . questo solo fatto, come accadrebbe per QUALSIASI debito sovrano se i mercati smettessero di colpo di sottoscrivere i nuovi titoli emessi per pagare i vecchi, manderebbe in default qualsiasi stato, figuriamoci uno già oberato di debiti e con bilancio in forte passivo !
L’avviso di una possibile impossibilità di rimborsare titoli in scadenza, farebbe salire alle stelle il valore dei CDS su quei titoli.
Sarebbero infatti proprio i possessori di tali titoli che chiederebbero di assicurarli.
Ecco quindi che i CDS che avevo acquistato quando le acque erano calme, moltiplicherebbero il loro valore per 2, 3, 5 ,10 volte. Ed a quel punto , rivendendoli ne avrei il guadagno conseguente.
Io non avrei mai rischiato nulla, non avendo i titoli, ma avrei fatto guadagni enormi con essi.
E questo solo , al limite, diffondendo il panico su di essi.
Quando dico che quelle regole sui CDS sono criminogene, alludo anche a questo fatto, le cui conseguenze verranno pagate dai Greci, che si vedranno aumentare tasse, diminuire welfare, ecc.. per rendere i propri titoli almeno commerciabili come prima.
Nella mia trattazione faccio una breve pausa , includendo questo articolo tratto dalla rivista “VALORI”.
Qualcuno mi aveva chiesto quanto delle pratiche bancario/finanziarie fossero fuori legge, ed io risposi che non ne ricordavo nemmeno una, in quel momento.
I conflitti descritti nell’articolo sono al limite del crimine finanziario, ma senza una apposita legge che regolamenti le partecipazioni, penso che nessun giudice sanzionerebbe qualcuno in merito.


Il congresso degli Stati uniti ha denunciato questa mattina i retroscena del salvataggio del colosso delle assicurazioni AIG. Secondo i parlamentari americani, prima della decisione di evitare il tracollo dell’istituto, si registrarono forti pressioni e conflitti d’interesse da parte di Wall Street: «Troppe persone coinvolte nella questione non ragionavano solamente in funzione degli interessi dello Stato: alle volte lo facevano in ragione degli quelli delle banche, altre in quelli dei regolatori. La verità è che c’è stato un gigantesco problema di sovrapposizione di ruoli», ha spiegato il Comitato di sorveglianza parlamentare (Cop) sul piano di salvataggio della finanza americana. «Gli avvocati che rappresentavano le banche, che a loro volta spingevano per un salvataggio di AIG, un attimo dopo ricoprivano anche il ruolo di legali della Federal Reserve di New York - si legge nel rapporto del Congresso -. E le stesse banche apparivano dapprima nel ruolo di consulenti, subito dopo in quello di potenziali “salvatori” della compagnia, poi ancora come controparti legate ad AIG da numerosi tipi di accordi, e infine come beneficiari diretti e indiretti dell’iniezione di liquidità da parte dello Stato. Il tutto in un enorme conflitto di interessi». Non solo. Anche «molti dei regolatori e dei responsabili governativi erano degli ex dipendenti degli istituti che potevano beneficiare del salvataggio. Per tutto ciò non è sorprendente che la maggior parte dell’opinione pubblica americana sia convinta che l’operazione fu orchestrata da Wall Street, e che ciò fu fatto principalmente a vantaggio delle aziende coinvolte».

Ricordo che questo è quanto accade negli USA. In Italia, dopo l’abolizione del reato di conflitto di interessi, la causa non inizierebbe nemmeno.
Benché sia chiarissimo come alcune persone e alcune istituzioni possano trarre profitti illeciti a scapito dei soliti risparmiatori, non risulta che nessuno si preoccupi di ristabilire regole eque nel settore.

Continua

Ps. Ringrazio per gli apprezzamenti che fanno sempre piacere, resta sempre però valido li mio intento, in questo lavoro, che è quello di permettere al maggior numero possibile di persone di chiarirsi le idee riguardo a questo ginepraio economico/finanziario.
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Inviato il: 13/6/2010 11:35
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Re: banche, derivati, e porcherie varie.
#20
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Con fatica ma anche un ignorante in materia come me, grazie ad Andrea, sto' capendo il meccanismo.
Ho pero' un paio di domande:
Chi emette i CDS?
Quando le vendo chi,come e in che tempistiche me le compra?
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Inviato il: 13/6/2010 16:43
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#21
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@ cct

Citazione:
Chi emette i CDS?


se vuoi puoi provarci anche tu. scherzo ma non tanto.
ho scritto che i CDS sono contratti privati, non regolamentati.
normalmente li emettono chi ha grandi capacità finanziarie, mica per altro, ma perchè sono credibili. se tu dicessi "io sono disposto ad assicurare 1.000.000.000 di euro di titoli, basterebbe uno sguardo al tuo conto in banca per farli spanciare dal ridere, non trovi ?
quindi ,in genere sono banche e assicurazioni, ovvero coloro che possono "garantire" (anche se poi, non lo fanno) di poter pagare senza fallire.

Citazione:
Quando le vendo chi,come e in che tempistiche me le compra?

sicuramente tu, personalmente, avresti qualche difficoltà sia a comprarli che a venderli.
ho scritto che chi commercia i CDS sono un relativamente ristretto numero di operatori finanziari, che agiscono in tempo reale.
ricorda che parliamo di scambi BILATERALI.
fondi, banche, assicurazioni, ecc... quelli che in un altro post ho definito come quel livello economico che non ha come unità di misura l'euro, ma almeno 100.000€ se non il milione.
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Inviato il: 13/6/2010 18:05
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#22
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7° puntata
Ho lasciato in sospeso la crisi americana legata ai subprime, per spiegare cosa sono i CDS, ma questo perché a questo punto, con i derivati che perdevano valore di giorno in giorno, ovvero come i mutui, non venivano onorati, tali contratti hanno fatto esplodere la crisi.
Ricordo il meccanismo dei mutui americani, fatti apposta per ingigantire la bolla edilizia.
Tali contratti, subprime , ovvero dati senza alcuna garanzia riguardo al mutuatario, prima, alt-A e ARM dopo (questi stanno cambiando le condizioni di rimborso a partire da metà 2010), organizzati per rimborsare a volte nemmeno gli interessi maturati, quindi con capitale in crescita, per i primi anni, allo scadere del primo periodo, passavano a rate complete, ovvero che rimborsavano sia gli interessi che il capitale, il che significa un raddoppio o anche un triplicarsi dell’importo della rata.
Tale meccanismo, con valori dell’immobile in forte crescita, consentiva al mutuatario di rivendere l’immobile prima di tale scatto, saldare il mutuo e incassare la differenza.
Il tutto è crollato quando i valori degli immobili hanno smesso di crescere, anzi hanno cominciato a scendere.
Milioni di mutuatari si sono così trovati “sott’acqua” ovvero col mutuo molto più alto del valore dell’immobile.
Ora, quelle famose società create apposta per impacchettare i mutui, dividere il tutto, e rifare il gioco varie volte tanto da far perdere il collegamento tra il derivato e i mutuatari effettivi, fecero anche un’altra cosa.
Quando un “pacchetto” era indigeribile anche per società di rating cointeressate e un po’ corrotte, perché fatto proprio tutto o quasi di debiti (mutui) che sicuramente non sarebbero mai stati onorati, li abbellirono con un po’ di CDS (che permetteva di non avere una perdita completa in caso di default del mutuatario), e quindi, magari turandosi un po’ il naso, riuscire ad ottenere la tripla A o almeno un buon rating.
AIG, Lehman, City , e altri parteciparono a questo gioco emettendo CDS, convinti che , col mercato in crescita, i mutui sarebbero stati chiusi dopo poco tempo.
Faccio notare che se in un anno, tutti o quasi gli assicurati presso una compagnia di assicurazioni avessero incidenti gravi, tale compagnia fallirebbe, trascinando in grosse difficoltà anche quelle altre compagnie che la avessero riassicurata. (riassicurare tra compagnie, significa: se accade una situazione x di anomala incidentalità, io ti assicuro per tot. Tale condizione è simmetrica, ovvero io assicuro te per queste condizioni, tu assicuri me per le stesse condizioni).
Quindi incassare il prezzo dei CDS sembrava una manna caduta dal cielo.
Peccato che ad un certo punto i mutuatari non pagarono, i CDS dovettero essere onorati, Lehman fallì, AIG ci andò vicino salvata solo a costo di una ricapitalizzazione selvaggia, diverse altre banche si trovaronoa dover sborsare cifre ingenti , ( e che non avevano).
Per le banche intervenne la FED imprestando soldi a palate in modo da ricostituire un minimo di “capitale di garanzia”, AIG che invece era una assicurazione, non potè accedere a tale opzione.
Piccola parentesi per spiegare cosa è una “ricapitalizzazione”.
Operazione di borsa, mediante la quale si trasferisce capitale alla società diluendo la proprietà stessa.
La si fa essenzialmente per due motivi:
1) La società ha la possibilità di acquisire un qualcosa di importante (brevetti, società concorrenti, materiali o macchinari, ecc..) , ma non ha fondi a sufficienza e non vuole indebitarsi .
2) La società , per rovesci o altre cause si trova in cattive acque e, o perché “too big to fail” o perché in evidente condizione di potersi riprendere e tornare valida, ma in condizione di non poter, sul momento , far fronte a tale avversità.
Tale azione consiste nello stampare azioni proprie e venderle sul mercato. Ovviamente aumentando il numero di azioni in cui è suddivisa la proprietà, il loro valore unitario, soprattutto nel secondo caso, scenderebbe, ma in compenso la società avrebbe capitali a sufficienza per fare quanto prima non riusciva.
Nel primo caso, simili operazioni fanno addirittura aumentare il valore unitario, in quanto la somma di quanto esisteva prima con quanto acquisito, potrebbe portare ad un aumento di valorizzazione di entrambi, e quindi del totale.

Ecco quindi come una quantità enorme di liquidità fu immessa dalla FED nelle banche interessate, e contemporaneamente il tesoro si indebitò per i salvataggi.
Ma il tutto non restò isolato agli USA. Le famose “salsicce avvelenate” erano state largamente acquistate anche da banche europee, tedesche, olandesi, francesi, svizzere, ecc… in varia misura, tanto che anche stati europei si trovarono a dover far fronte allo stesso problema degli USA.
Ma contemporaneamente le famiglie videro inaridirsi la cornucopia dell’investimento immobiliare e si trovarono anche troppo indebitate per le loro possibilità.
Iniziarono i fallimenti personali, e con essi la restituzione o il pignoramento di quei beni che, sull’onda di una ricchezza fittizia si erano impegnati ad acquistare.
L’auto, prima di tutto, e con essa la grave crisi di GM, Ford e Crysler, strette tra una caduta verticale delle vendite e il mancato rinnovo dei prestiti da parte di banche altrettanto in crisi, iniziarono a licenziare selvaggiamente, seguite da tutto l’indotto, e via amplificando la crisi.
In Europa e Giappone, la crisi arrivò sia come problema bancario, sia come caduta delle importazioni da parte degli USA, e più o meno siamo ai giorni nostri.

continua
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Re: banche, derivati, e porcherie varie.
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Inviato il: 13/6/2010 22:02
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Re: banche, derivati, e porcherie varie.
#25
Sono certo di non sapere
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@ edo
si ma dal punto di vista del diritto internazionale, non applicabile al nostro caso.
e, ripeto, non credo saremmo in grado di subirne le conseguenze.
i debiti vanno onorati, se si vuople restare in un consesso civile, ma i singoli di un popolo non sono tutti uguali. sarebbe ora che tale disugualianza emergesse anche quando è ora di contribuire.
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non vorrei mai appartenere ad un club che avesse me come socio.
Inviato il: 14/6/2010 7:04
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Re: banche, derivati, e porcherie varie.
#26
Sono certo di non sapere
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8° puntata
Torno al mio lavoro dopo altre occupazioni prioritarie, per accennare a cosa è accaduto e accade ancora negli USA, perché quel paese è comunque un riferimento per l’economia mondiale, e soprattutto per la finanza mondiale.
Pertanto è a tale sistema bancario che occorre guardare per capire prima di tutto , cosa ci aspetta, ma anche cosa è stato preso a modello dalle maggiori banche Europee.
Oggi definire tale sistema una banca è quanto mai inappropriato, bisca, casinò sarebbero termini più realistici, e, notare sotto il costante controllo di occhi molto benevoli degli organi di controllo.
La prima cosa da osservare è che con il REPO 105 che è una pratica perfettamente legale, si possono considerare tutti i bilanci palesemente falsi.
Contrariamente a cosa pensano molti, la maggior parte degli utili le grosse banche li fanno impiegando in modo indiretto una quantità enorme di liquidità generata con leve finanziarie assolutamente criminali.
L’impiego è ovviamente nel trading, ovvero acquisto e vendita di azioni.
Se le banche presentassero bilanci veritieri, sarebbero immediatamente considerate fallite, ma grazie al REPO105, che da notare è una legge del 2000, si può omettere di considerare una enorme quantità di impieghi, riducendo così la leva finanziaria, e quindi facendo apparire il rischio sugli impieghi accettabile.
Tanto ormai, ogni grossa banca pensa che, dopo l’esperienza Lehman, nessuna banca sarà mai più lasciata fallire.
Se si va a guardare la quantità e qualità degli impieghi di queste 6 banche:
1. Goldman Sachs
2. Bank of America
3. Morgan Stanley
4. Wells Fargo
5. Jp Morgan Chase
6. Citigroup
Si potrà vedere che in certi momenti, ad esempio Goldman Sachs ha avuto impieghi superiori al 300% degli assets detenuti, quando valori di sicurezza non dovrebbero superare il 30%.
Ma anche il governo chiude un occhio , visto che queste 6 hanno versato in tasse nel 2009, 26 miliardi di dollari.
Cosa però le rende particolarmente “criminali” è il COME agiscono in borsa.
Dark pool e high frequency trading sono modi di operare assolutamente scorretto, ma estremamente redditizio, ed è per questo che nonostante la crisi, nonostante siano state salvate dal fallimento con soldi dei pagatori di tasse, esse hanno generato utili favolosi, e quindi ricompensato tesoro (con le tasse), gli azionisti (con i dividendi) e i loro managers con lauti bonus.
Molto meglio ha fatto la Gran Bretagna, con le due banche “salvate” che sono praticamente state nazionalizzate, il management spedito a casa, e messe sotto controllo statale.
Dall’altra parte dell’oceano invece, i soldi sono stati lesinati al pubblico (che d'altronde ha smesso di chiederne) ma soprattutto alle imprese ( che non apparivano più “solvibili”), ma impiegati a grandi mani ad alimentare l’ennesima bolla azionaria.
Vedremo cosa accadrà quando scoppierà nuovamente.
In Europa le maggiori banche hanno fatto anch’esse la parte del leone nelle borse, alimentando anche qui una bolla speculativa, convinte ormai che anche per loro il fattore “rischio” non esiste più.
Tanto per dire che nel primo trimestre del 2010 i ricavi dl settore bancario europeo sono saliti ancora, del 18.6% e gli utili netti hanno fatto un balzo del 170% (fonte: R&S Mediobanca). Qualche nome? I soliti. UBS, Deutsche Bank, Commerzbank, Ing …
Quando il credito a imprese e aziende è stato praticamente congelato.
Ecco, chi pensa che il sistema bancario viva di signoraggi, di investimenti in titoli di stato e amenità simili, adesso potrebbe cominciare a capire che quelli sono spiccioli in confronto ai veri ricavi ottenuti col trading.


continua

ps. c'è ancora qualcuno che legge? non vorrei spendere tante ore per nulla !
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Inviato il: 15/6/2010 18:32
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      cagliostro
Re: banche, derivati, e porcherie varie.
#27
Dubito ormai di tutto
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Citazione:

a_mensa ha scritto:
ps. c'è ancora qualcuno che legge? non vorrei spendere tante ore per nulla !


Che venga letto oggi o domani il lavoro rimane ed è aperto a tutti i navigatori della rete che si imbattessero pur sospinti dai motori di ricerca, oltre a tutti gli utenti del luogocomune, pensaci !
Questa settimana ho pressanti impegni di lavoro, appena risorgo cerco di buttare un occhio e collegarlo al cervello, sempre che non sia già crollato il sistema globale
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Inviato il: 15/6/2010 18:57
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      cct
Re: banche, derivati, e porcherie varie.
#28
Mi sento vacillare
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Citazione:
ps. c'è ancora qualcuno che legge? non vorrei spendere tante ore per nulla !


Si, e mi raccomando non ti fermare!
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Inviato il: 15/6/2010 21:29
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Re: banche, derivati, e porcherie varie.
#29
Ho qualche dubbio
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Citazione:

cct ha scritto:
Citazione:
ps. c'è ancora qualcuno che legge? non vorrei spendere tante ore per nulla !


Si, e mi raccomando non ti fermare!


Ottimo lavoro!
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Inviato il: 16/6/2010 9:48
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Re: banche, derivati, e porcherie varie.
#30
Sono certo di non sapere
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Da roncello (mi)
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9° puntata
Adesso parliamo invece un po’ di banche europee (ma quelle oltreoceano non sono molto diverse)
Il mantra che si sente e si legge è legato alla famosa crisi della liquidità, ovvero al “credit crunch”.
A questa parte, premetto che quando parlo di BCE, banca centrale, banconote e denaro, non voglio che si creda che reputo quello attuale il miglior sistema possibile.
A mio avviso, il miglior sistema possibile sarebbe quello derivato da banconote con incorporato un foglio d’oro (invece della fascia metallica) del valore tra il 60 e il 70% del valore facciale.
Questo perché una sottile lamina non sarebbe falsificabile con tungsteno, incorporata nella banconota non sarebbe “limabile”, insomma sarebbe un modo di avere banconote con valore intrinseco almeno vicino al valore facciale. Questo impedirebbe emissione di denaro “fiat” e nel contempo ne permetterebbe una soddisfacente circolazione.
Tornando al “credit crunch” e per capire una volta per tutte cosa esso sia vedrò di spiegarlo con una ipotesi.
Supponiamo cioè che il denaro cominci a scarseggiare.
No , non avete capito. Non solo le banconote, ma il denaro , tutto, anche quello che si trova sui vostri conti correnti . Come ? Supponete che , come è accaduto in California, lo stato si ritrovi le casse vuote. Ha pagato i debiti in scadenza, ha cercato di emettere dei nuovi titoli per procurarsi del denaro, nessuno glieli ha imprestati, e il tesoro si è ripreso i suoi titoli, e , quando i vari ministri sono andati a chiedere soldi per pagare stipendi, bollette, ecc.. il ministro del tesoro abbia allargato le braccia e detto “le casse sono vuote”. La California ha cominciato ad emettere degli “I Owe You” ovvero delle cambiali, nel senso che i pochi dipendenti rimasti, invece di un accredito sul conto corrente o un pacco di banconote, si sono visti rifilare un pacco di cambiali. Sono andati in banca, hanno chiesto che gli venissero cambiate in soldi, ma i primi giorni le banche li hanno accontentati, poi basta. E nessuno voleva più quelle cambiali. Quei poveracci cosa hanno dovuto fare ? hanno attinto ai loro risparmi, ovvero hanno prelevato dai loro contri correnti.
E questi hanno cominciato a calare. Ecco se chi deve pagare non reperisce più denaro, in qualsivoglia forma, può solo dare dei certificati di debito (come sono le banconote, solo che queste avendo il corso legale, DEVONO essere accettate in pagamento, mentre un titolo di debito qualsiasi viene accettato se si ha voglia di accettarlo, ma può anche essere rifiutato.), che se non vengono accettati da coloro cui devo pagare dei beni, o rinuncio ai beni o ricorro alle “riserve” ovvero ai risparmi. E la cosa, nell’ambito della società, si propaga a valanga, perché se il verduraio per non veder marcire la merce, accetta le cambiali in pagamento, ma poi non riesce a rifilarle ai fornitori, tutti i commerci inaridiscono, gli scambi finiscono, e l’unica soluzione è tornare al baratto. O ai crediti personali, sempre che si abbia sufficiente credibilità.
Succederebbe su larga scala ciò che sperimentammo in Italia quando trasferirono la zecca, in cui per due anni non vennero più coniate monete.
Sapendo di tale blocco, chi necessitava di monete per lavorare, es. distributori automatici, si accaparrarono grossi quantitativi di monete, e così vennero a mancare sul mercato. Era un piccolo inferno, perché non si riusciva più a pagare, non si riusciva a dare il resto, ecc…
Intervennero le banche che emisero i famosi miniassegni.
La cosa era legale perché i miniassegni erano a tutti gli effetti assegni circolari, per cui potevano circolare per un tempo indefinito, da 50, 100, 150, 200, 250, 300 lire.
Erano emessi dalla Comit, dal S.Paolo, dalla BPM, dalla BNL, ecc… e poco per volta tutti emisero questi miniassegni.
Se avevi bisogno di moneta andavi in banca e “compravi” un bel pacchetto di miniassegni, esattamente come si faceva quando si cambiava banconote in monete.
Non si faceva più caso a chi era la banca emittente, si guardava solo più l’importo.
I soliti furboni cominciarono a stampare miniassegni di banche inesistenti , e ovviamente cominciarono a spenderli.
Potevi anche comprare pacchi di miniassegni a prezzo scontato,tanto erano di banche inesistenti, ma circolavano benissimo lo stesso.
Solo che quando la zecca ricominciò a funzionare, e si rividero le monete metalliche, i miniassegni vennero ritirati, ogni banca ritirava i suoi, lasciando un mucchio di gente con i miniassegni delle banche inesistenti, con i loro bei pezzetti di carta variopinta in mano, a maledire chi glieli aveva rifilati. Ogni persona ci rimise qualche migliaio di lire, ma in complesso la truffa si rivelò di svariati miliardi.
Il comico fu che non si poté nemmeno denunciare i “furboni” perché essi non avevano falsificato proprio nulla, avevano solo inventato di sana pianta.
Ecco, questo per ricordare, a chi l’ha vissuto, cosa vorrebbe dire non avere una entità (la banca centrale e tutte le banche) che sorvegliassero continuamente ciò che circola sul mercato.
Quanto tempo pensate ci metterebbero, i soliti furboni, a duplicare eventuali “buoni” o cambiali (cambiali vere con firme di fantasia), o qualsivoglia titoli che sostituissero il denaro ? un mese ? due mesi ? e per che cifre ?.
Ecco oggi pensare di tenere in piedi la nostra società senza il denaro, sarebbe un pensiero da incubo.
E non parlatemi del Simec e Guardialele, perché essendo un esperimento limitato, a nessuno è venuto in mente di falsificare i Simec e andarli a spendere lì, ma se l’emissione di denaro “privato” fosse più ampia, chi garantirebbe per la sua validità ?
Nemmeno monete in oro, sarebbero sicure, visto che si può “dorare” il tungsteno, e fregare anche gli esperti orafi.
Tutto questo discorso per dire che noi conosciamo una società dove il denaro circola.
Ma se il denaro dovesse venire a mancare, si bloccherebbero gli scambi, nazionali, ma anche internazionali.
Con cosa pensate si pagherebbe il petrolio ? e il grano ? e tutto ciò ch importiamo ?
Ecco il ricatto del sistema bancario.
Ho detto e torno a sostenere che TUTTO il denaro in circolazione nasce da un debito.
Ripagare i debiti, e non emettere nuovi prestiti, vuol dire far calare la massa monetaria.
Ma le banche centrali hanno concesso prestiti praticamente illimitati.
Grazie , ma tale denaro si è fermato nelle banche, le quali preferiscono depositarlo sul loro conto presso la BCE che imprestarlo.
È vero che i privati hanno ridotto drasticamente il ricorso al credito bancario,ma molte aziende vorrebbero credito, ma non avendo adeguate garanzie, le banche preferiscono tenersi i soldi.
Notare che anche lo scambio interbancario (ho spiegato la volta precedente come dovuto ai movimenti di prelievo presso una banca e deposito su altre, si trovino banche a sforare il plafond, mentre altre hanno denaro in eccedenza, cosa che normalmente causa movimenti “overnight” tra banche.
Con le banche che non si fidano più le une delle altre, i movimenti overnight avvengono tra banca e BCE ed hanno raggiunto la media astronomica di più di 320 miliardi di euro.
L’altra cosa accaduta, è che molte banche hanno acquistato titoli di stato in euro con elevato rendimento ( es. della Grecia o dell’Irlanda) ed inseriti nel capitale di garanzia.
Questi titoli si stanno svalutando, ma soprattutto nessuno vuole più acquistarli, per cui non garantiscono più niente, visto che non possono essere utilizzati per compensare perdite valutarie.
La BCE, per non veder fallire le banche a catena si è offerta di acquistarli lei tali titoli, al valore nominale.
Se dovessero fallire tali stati, a ripagarli saremmo così tutti noi, con le banche felici di essersene liberate.
Ma la massa monetaria (considerando anche i mezzi propri delle banche) è talmente aumentata che, se per malaugurata sorte dovesse riversarsi sui mercati, salteremmo immediatamente a inflazioni a due cifre.
Ma il ricatto consiste anche nel diminuire la massa monetaria, con l’effetto di non avere più soldi per fare la spesa.
Insomma, il sistema bancario ha chiaramente fatto capire che, o lo si lascia in pace a continuare a far gonfiare con il trading, i valori di borsa, o chiude completamente i rubinetti del credito, oppure, opzione nucleare, concede credito a cani e porci, portando l’inflazione a valori ingestibili, ma provocando anche fallimenti a catena per incapacità di onorare i debiti.
Ma quali sono le conseguenze del permettere alle banche di fare trading in proprio ?
Innanzitutto quello di falsare il mercato dei titoli. Come ?
Il prezzo delle azioni viene fatto sulla base della domanda e dell’offerta.
È ovvio che una piccola quantità del flottante ( si chiama così la quantità di azioni che vengono normalmente scambiate. Il “pacchetto di controllo” ovvero quella quantità di azioni possedute da un singolo o da un “sindacato” che permette di controllare l’azienda, invece non viene mai venduto, penala perdita di controllo dell’azienda stessa), è ammesso che resti nelle mani degli operatori, ma semplicemente per compensare piccole differenze tra domanda e offerta.
Invece succede che le banche acquistino anche quantitativi di una certa rilevanza e appunto li parcheggino in quelle società fittizie chiamate “dark pool”.
Qual è l’intento? Quello di far crescere il valore delle azioni di certe aziende, contando che una veloce ascesa del loro valore induca coloro che già le possiedono , a non cederle, e si crei la domanda da parte di chi vorrebbe partecipare a questa fiera della ricchezza.
Come si alzi la richiesta, piano piano si svuoterà il “dark pool” di quelle azioni lucrando la differenza tra cosa pagato e cosa ricavato.
E tutto ciò a prescindere dai fondamentali dell’azienda, dai progetti , dalla redditività, ovvero da tutti quei parametri che costituiscono la base della valutazione di una azienda.
Avendo la possibilità di disponibilità infinita di denaro, ad esempio, è possibile vincere sempre al lotto, basta alzare continuamente la posta finché il numero non esce, al che si ricomincia daccapo.
Ecco questo è un po’ ciò che accade da quando le banche sono diventate players (giocatori) in proprio sul trading (commercio) di borsa, sfruttando la loro capacità di emettere denaro praticamente all’infinito, se quanto acquistato lo ricaricano come liquidità.
Se poi si considera che queste contrattazioni le svolgono computers superveloci, in frazioni di secondi, ci si può rendere conto di come alla fine possano esserci ricavi così alti.

continua
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Inviato il: 16/6/2010 12:07
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