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  Hombre

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  •  Manfred
      Manfred
Re: Hombre
#14
Dubito ormai di tutto
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I soli western italiani che mi sono piaciuti sono quelli di Trinità e di Ciccio e Franco, facevano ridere.

Di Franco Franchi la battuta da oscar

CHI SIETE? SIAMO SICULOPEONES

PS

Di Paul Newman ricordo benissimo pur avendolo visto a 14 anni
Nick mano fredda, che tranquillamente si può considerare un western.
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Manfred
Inviato il: 19/1/2011 18:52
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  •  ivan
      ivan
Re: Hombre
#13
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 22/7/2004
Da Bronx
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Citazione:

PikeBishop ha scritto:
Citazione:
non l'idea mitica pura e dura dell'eroe pioniere che colonizza la frontiera

E, di grazia, che cosa c'entra con Hombre?????



Non parlavo di Hombre, di Hombre ha già parlato Calvero.

Io parlavo di come in generale vengono stilizzati i personaggi.

Punto.
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Inviato il: 19/1/2011 13:58
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  •  Calvero
      Calvero
Re: Hombre
#12
Sono certo di non sapere
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La parte che più mi ha affascinato è il dialogo tra Russel e la donna quando, in casa, discutono della compravendita dell'immobile .. è una doccia fredda che non viene mai stemperata sino all'epilogo del film.

Citazione:
Ehhhhhh???????


Mi riferisco e mi riferivo al discorso sottolineato da Ivan, per la quasi patinata illuminazione dei visi .. ma forse dovevo parlare più di Make up...

... ed è una critica che si può muovere tranquillamente.

Per il resto ribadisco, e l'ho appunto messo sulla bilancia insieme a Leone, per identificare il mondo Mitico dipinto da Leone e quello, come già detto, addirittura antropologico di Hombre.

Il Noir, approfondisco, veniva esplicitato attraverso i tanto sottovalutati colori del bianco e nero, o meglio ... dal taglio contrastato e illuminato ferocemente di quel Bianco e di quel nero. Esso metaforizzava il bene e male e subliminalmente ha avuto il suo perché, sullo spettatore d'altri tempi.

L'esempio massimo, per quanto non venga inserito nel Genere NOIR, è FREAK (di cui feci un Topic) ... un reale capolavoro sull'introspezione della bassezza umana.

In questo senso, anche per Hombre, la licenza poetica è più che dovuta e mi sento di considerarlo un NOIR anche se non vi è Biano e Nero e non vi sono i contrasti che tagliano le scene e gli sguardi come fari nella notte.

Ma a livello intimo, il taglio e la rappresentazione dei momenti caldi e topici hanno la stessa tagliente ferocia dell'inevitabilità che i NOIR possedevano. L'anarchia (non nella sua accezione pura) del west e i figuranti che ne erano assoldati per forza maggiore, è qui al suo massimo verismo.
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Inviato il: 19/1/2011 13:52
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Re: Hombre
#11
Sono certo di non sapere
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Dimenticavo che questo film ha anche una delle battute memorabili della storia del cinema:

John Russell : "Hey. I got a question. How are you planning to get back down that hill?"

Cicero Grimes: "Hey, wait a moment..."

Impagabile.


PS
Per chi non avesse capito: John Russell sta dicendo al cattivo che e' sotto il tiro del suo Winchester: "Hei, ho una domanda. Che piano hai per tornare indietro giu' da quella collina?" (vivo, intende...)
E il cattivo Cicero, che non si aspettava che i buoni potessero essere cosi' cinici cade dalle nuvole e con un'espressione disperata di chi ha capito che si buschera' una pallottola al 100% delle possibilita', replica spaventatissimo: "Hei, aspetta un momento...
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Inviato il: 19/1/2011 13:18
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Re: Hombre
#10
Sono certo di non sapere
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Citazione:
non l'idea mitica pura e dura dell'eroe pioniere che colonizza la frontiera

E, di grazia, che cosa c'entra con Hombre?????
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Inviato il: 19/1/2011 12:58
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  •  ivan
      ivan
Re: Hombre
#9
Sono certo di non sapere
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Citazione:

PikeBishop ha scritto:

[i]E le storie, pur se finiscono con la vincita del "bene", sono storie anch'esse sofferte, tese, storie di cattivi che combattono tra di loro per i loro interessi e nulla piu'[/ui]
Ivan, ma guardarli i film prima di sparare sentenze cosi' alla pene di segugio????

Hombre, per chi si fosse messo in onda in questo momento, non solo non finisce con la vincita del bene (l'opposto, un destino beffardo capovolge senza avviso le convenzioni dei film Hollywoodiani), ma racconta la storia di persone amareggiate, senza speranze, che pensano ai loro interessi anche quando fanno parte della pattuglia dei "buoni".



Preciso che mi riferivo ai film di Leone , non ad Hombre.

Per il resto sorvolo, ognuno ha il suo stile .

Citazione:


Esseri umani, non maschere grottesche fatte col cartoncino come nei film di Leone.


Non maschere grottesche fatte col cartoncino ci sono nei film di Leone, ma realtà crude: visi duri, con le barbe, vestiti laceri e sporchi, storie cattive, in una parola la realtà , non l'idea mitica pura e dura dell'eroe pioniere che colonizza la frontiera.
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Inviato il: 19/1/2011 12:33
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Re: Hombre
#8
Sono certo di non sapere
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Citazione:
"fotografia da sceneggiato"


Ehhhhhh???????

Citazione:
i western di Leone sono piu' realistiici


Buonanotte. Come in tutti i western prodotti a Little Hollywood (ci sono anche stato) i props sono tutti sbagliati perche' vengono presi direttamente da modelli spagnoli e un misto di qualsiasi cosa l'industria spagnola delle riproduzioni d'armi producesse. Se poi, a parte le pacchianate insopportabili di quei film inguardabili e noiosi, senza azione, senza trama e senza significato, si aggiungono anche effetti sonori indegni e pistole che sparano 200 colpi senza ricarica e fanno centro a 300 metri usate dal fianco, non si capisce come si possa sostenere una puttanata simile.

Hombre non solo non ha la fotografia di uno sceneggiato ma ha una fotografia piuttosto bella, infatti del grande James Wong Howe, maestro di Hollywood che tocchera' il picco un paio d'anni dopo con The Molly McGuires. Il costumista e' anche lui una vecchia conoscenza che, tanto per dirne una, ha creato i costumi per Gladiator, Donald Lee Feld. I costumi sono infatti piuttosto ben usati, abbastanza appropriati per il periodo storico e la segreteria di produzione non si fa cappelle: vediamo infatti che nel corso del viaggio sono sempre piu' sgualciti, inpolverati e unti.
I creatori del set anche loro fanno un buon lavoro e anche loro sono gente del mestiere: Ralph Bretton e' quello de The Emperor of the North Pole e Walter M. Scott e' quello di The Culpepper Cattle Co., il western col set piu' realistico e prosaico mai girato nella storia del cinema dal quale gente come Milazzo ha preso a piene mani per i suoi migliori fumetti.

Sapete qual e' il fatto? Il fatto e' che tutto cio' passa inosservato se non a chi ha l'occhio per queste cose perche' 1. Gli attori non sono delle cariatidi per cui il regista passa gran parte del tempo a girare immagini delle mosche sulla merda di cavallo, del sangue finto che piu' finto non si puo' ma ce ne e' un barile dappertutto, sui finimenti spagnoli della borchia della cintura consumata che hanno trovato al mercato delle pulci di Almeria, 2. La scena e la fotografia sono volutamente sottotono sia come effetti che come tempi per lasciare il campo ad attori che sanno recitare (eccome, se ne vedono piu', e cosi' tanti nello stesso film? No) ed ad una trama che ha senso, ritmo ed e' intellettualmente stimolante oltre ad avere una distinta qualita' mitologica.
Ed era pure di basso costo, a parte gli attori che parteciparono per un salario ridotto perche' lavorare per Martin Ritt e' un privilegio.

Citazione:
E le storie, pur se finiscono con la vincita del "bene", sono storie anch'esse sofferte, tese, storie di cattivi che combattono tra di loro per i loro interessi e nulla piu'

Ivan, ma guardarli i film prima di sparare sentenze cosi' alla pene di segugio????

Hombre, per chi si fosse messo in onda in questo momento, non solo non finisce con la vincita del bene (l'opposto, un destino beffardo capovolge senza avviso le convenzioni dei film Hollywoodiani), ma racconta la storia di persone amareggiate, senza speranze, che pensano ai loro interessi anche quando fanno parte della pattuglia dei "buoni". Esseri umani, non maschere grottesche fatte col cartoncino come nei film di Leone.

John "Tres Hombres" Russell (per chi avesse letto il libro - uno dei pochi tradotto in film mantenendone tutta l'impalcatura essenziale) non muove un dito per difendere dal cattivo piu' terrificante della storia del cinema - perche' e' umano e persino simpatico ma sempre spaventoso, il diavolo nella forma di uomo pratico e d'affari (un fantastico Richard Boone) - un povero soldato idealista e comunista che lo stava a sua volta difendendo. A lui non interessa niente delle persone che lavorano nella locanda che ha ereditato e che mette in vendita per acquistare dei cavalli. Il suo punto di vista e' il punto di vista Apache, e quelli non sono affatto dei teneroni melanconici.
Il postiglione Messicano, invece, ha venduto l'anima ai Gringos e cerca di fare il buon uomo accontentando tutti quanti per quanto le circostanze possano permetterlo lavorando per gente che non lo fa neanche sedere a tavola con loro, ma dimostra di essere anche lui capace di sparare ad un altro essere umano.
Lo sceriffo, dovendo prendere atto che il crimine, in effetti, paga, cambia ruolo come chiunque cambi lavoro e senza traccia di sensi di colpa, e cosi' via: non e' una storia d'eroi, ma i personaggi sono cosi' immensi da sconfinare nel mito.

Come ho gia scritto altrove, discutendo di cinema western con un Navajo che gestiva un ostello nella riserva, chiesi: chi e' il migliore attore indiano del cinema americano, quello piu' fedele alla realta' della gente di qui? Pensavo rispondesse Graham Green e invece non esito' a dichiarare: "Paul Newman, lui e' stato capace di essere piu' indiano di noi..."
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Inviato il: 19/1/2011 11:49
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  •  Calvero
      Calvero
Re: Hombre
#7
Sono certo di non sapere
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Un saluto con mucho calór a Jackal, lezik, Gronda, Ivan ... Appena sentirò il momento dovrò aggiungere altro nel topic di Cuore e tamburi
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Inviato il: 19/1/2011 5:28
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  •  Calvero
      Calvero
Re: Hombre
#6
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Ciao Ivan

Citazione:


Aggiungo solo un concetto semplice: osservando le prime due foto si nota come i volti non tradiscono un minimo di stress; i visi sono sbarbati e puliti, gli abiti sono impeccabili.


.. è vero per tutto ciò che concerne quella che potremmo chiamare "fotografia da sceneggiato" ..non è l'unico film afflitto da questa caduta di stile. Forse una volontà produttiva, forse uno stereotipo che doveva essere rispettato. Non vi era neanche bisogno di arrivare ai vestiti lerci, bastava solo una più coerente "usura" senza troppi "imparruccamenti".

Citazione:

E le storie, pur se finiscono con la vincita del "bene", sono storie anch'esse sofferte, tese, storie di cattivi che combattono tra di loro per i loro interessi e nulla piu'.


... c'è un divario concettuale difficile da mettere perfettamente sotto la lente di ingrandimento. Innegabile è il concetto stilistico impresso da Leone, che anche se ha toccato tematiche più mature (vedasi Giù la testa) entra comunque in una liricità estetica d'autore. Leone il West lo vestiva e lo interpretava attraverso una mitica esasperandone i fattori. Un magnifico gioco.

Citazione:

In definitiva i western di Leone sono piu' realistiici, mentre quelli yankee sono piu' "idealistici", mi si passi il termine, in definitiva riflettono un pò la società in cui i registi sono vissuti.


Sono più realistici nella forma Ivan... quelli di Leone riflettono una leggenda e creano una mitologia. Un marchio di fabbrica. Hombre cede, questo sì, con delle "involontarie" pacchianità come hai giustamente sottolineato.
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Inviato il: 19/1/2011 1:27
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  •  ivan
      ivan
Re: Hombre
#5
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Da Bronx
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Innanzitutto ben tornato a Calvero.


Andiamo alla recensione del film.

Una bella recensione, non c'è che dire.

Aggiungo solo un concetto semplice: osservando le prime due foto si nota come i volti non tradiscono un minimo di stress; i visi sono sbarbati e puliti, gli abiti sono impeccabili.

Nei western di Leone questo è stato ribaltato: le facce sono dure, non curate, con i difetti che si palesano; i vestiti sono lerci, strappati, usurati.

E le storie, pur se finiscono con la vincita del "bene", sono storie anch'esse sofferte, tese, storie di cattivi che combattono tra di loro per i loro interessi e nulla piu'.

In definitiva i western di Leone sono piu' realistiici, mentre quelli yankee sono piu' "idealistici", mi si passi il termine, in definitiva riflettono un pò la società in cui i registi sono vissuti.
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Inviato il: 18/1/2011 22:07
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  •  gronda85
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Re: Hombre
#4
Dubito ormai di tutto
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capolavoro del genere western

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Re: Hombre
#3
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  •  Dr-Jackal
      Dr-Jackal
Re: Hombre
#2
Dubito ormai di tutto
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E' tornato Calvero!
Inviato il: 18/1/2011 21:17
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  •  Calvero
      Calvero
Hombre
#1
Sono certo di non sapere
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Da Fleed / Umon
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Quel che iconograficamente il "western" richiama alla memoria delle emozioni è, fondamentalmente, la rude epopea che affascina (o meglio affascinò) la nostra civiltà moderna (negli spettatori) così lontana da simili e forse più naturali paradigmi.



Io non so e non credo sia facile avere certezza di quanto un Era passata sia stata rappresentata con onestà.

Ma credo, e di questo ne ho maggior certezza, che i concetti che dividono quel periodo storico dal nostro, siano genuinamente (inteso come emozione) una ancestrale e catalizzatrice esigenza di verità. Ma di quale verità si potrebbe discutere? essendo la medesima inconoscibile ...

.. beh, di quell'interazione "crudele" che abbiamo perso e, sempre più, foriera di un ancestrale e virile (nella sua accezione più nobile) approccio con la nostra esistenza. Con i nostri nemici.

Così come la settima arte nella sua piatta Bi-dimensionalità (e sempre di meno in nome del 3D) ci ha ingannati, allo stesso modo ci ha reso una chiave di percezione che di fatto ci appartiene .. e di fatto, amiamo amare. Sospendendo il nostro pensiero e il nostro alter ego tra le montagne, i Gringos, le pistoletatte, i cattivi, in questo on the road asciutto, la lezione imparata è quella del cinema che riusciva a dare al suono dei Revolver e dei Winchester la forza di un racconto e la magia di un etica persa.

Ora sono spari senza eco, senza forza.




Quello che diventava per Sergio Leone una emanazione adolescenziale della rivalsa del bene sopra il male (fondamentalmente fiabesca e romantica), una pittorica e impressionista contestualizzazione in opposizione alla melassa borghese che già allora aveva scassato i coglioni in Italia ... - per Martin Ritt & Paul Newman diventa più una riflessione antropologica sull'uomo che vive all'interno di una epopea dove le sfumature non avevano che il peso dell'inutilità.

Si ha la percezione di una rabbia controllata (al limite di una filosofia ZEN) nel personaggio di Newman, proprio in nome di una denuncia verso chi veniva ghettizzato in nome del maledetto "progresso".. spietato, duro, tacito, perché lucido sulle bassezze umane e non spietato per vocazione.

Lui "pellerossa" comprende, come uomo tra due mondi, il ponte che sta definitivamente spezzando i sogni di una libertà così profonda, così umiliata.

Paul Newman si carica del rude (e anche dolce) compito di essere l'ultimo dei "Mohicani" in quello che definire western è un semplice azzardo.

edit

Come in un NOIR, il bianco & Nero è nella pragmaticità delle sequenze che denudano i personaggi fin nelle loro più pudiche ipocrisie. Nei loro contrasti. Più di ogni altra cosa non ci si può che innamorare dei piccoli silenzi che tagliano la morale degli sguardi vigliacchi che al protagonista sono solo di disprezzo, e che Newman spacca con occhi fermi e purtroppo disillusi.

E' quasi documentaristico godere del taglio psicologico portato alle maschere (le stesse che ancora oggi intonano: Dio benedica l'America); un copione brillante in continuo crescendo che si struttura in "salita" con dialoghi, ed epilogo che "scendono" nel cuore della vicenda: inesorabile - strato dopo strato - Hombre mette a nudo la coscienza, anche la nostra.

Sin nel "teatrino" dei personaggi femminili, affatto gregari ...anzi, vi è una caustica verità della fatica in cui le donne (ma più femmine) di quel mondo potevano versare e allo stesso modo approfittare.

Come la regia non concede sconti, così questi giocatori sullo schermo non illudono e non compensano, mai, le bassezze e gli "eroismi".

Mi rimane nella memoria il dialogo di Paul Newman quando illumina la verità attraverso il vero carattere di quelli che assediati, hanno venduto l'anima proprio come il nuovo mondo stava perdendo la sua. L'ostaggio e il gioco per "riconquistarlo" rendono cristallina come ogni cosa si possa ridurre al "valore" ultimo del denaro, della sopravvivenza.

In una sequenza, quasi Hitchcockiana, il fucile che attende "campo libero" in una tremenda soggettiva, Ritt... dà tutto il respiro e il senso asciutto e senza fronzoli del "sacrificio". Come nella vita, così in Hombre, il labilissimo confine per cui le cose possono andare storte ha tutto il suo impietoso carico di verità.



Come in quella diligenza, l'interazione col nostro prossimo nei suoi spazi ristretti e forzati proietta la natura delle nostre coscienze. Anche Jhon Russel (Newman) prende coscienza che i suoi pensieri e le sue azioni se vogliono rimanere cariche del significato in cui ha creduto sin dall'inizio, non possono che convergere distaccandosi da quel mondo in cui non può che non riconoscersi più. Forse aveva creduto potesse farcela, forse il disprezzo non può che essere taciuto sino alle estreme conseguenze.
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Inviato il: 18/1/2011 20:52
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